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Autore: hart    23/10/2016    2 recensioni
Foresta Incantata AU.
«Perché volete aiutarmi, proteggermi? Sono una ladra...una sconosciuta.» replicò guardandola negli occhi. Il cuore batté più forte. «La regina non può essere sconfitta...»
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Robin salutò la donna con un cenno della mano, per poi rivolgersi a Regina.
«Strana, la vostra amica…»
«Era più eloquente prima del vostro arrivo.» replicò la mora per poi continuare «…evidentemente non sono l'unica donna alla quale non interessate.» disse prendendolo in giro.
«Forse perché non le interessano gli uomini.» ribatté il ladro.
«Solo perché non volete ammettere che non siete così irresistibile come vi piace pensare.» sorrise la donna.
«Fate sul serio? Ma avete visto come cammina?» chiese Robin riprendendo il boccale di Regina e finendosi la sua birra.
«Quello che so è che mi dovete una birra e anche in fretta!» replicò la ladra.
Robin sorrise facendo cenno all’oste di portare altra birra.
«Ai vostri ordini!»
«Mi ruberete anche questa?»
«Potrei rubarvi altro... » sussurrò lui tentando di avvicinarsi alle sue labbra.
Regina sorrise scostandosi leggermente.
«Non sono quel tipo di donna...siete impegnato, ho un codice d'onore anch’io.» rispose bevendo  un sorso di birra che l’oste aveva portato.
Il ladro la guardò bere, sospirando teatralmente .
«Peggio per voi! Non sapete che vi perdete…»
«Neanche voi.» sussurrò lei  al suo orecchio prima di alzarsi.
L’uomo le lanciò un’occhiataccia, sorridendo tuttavia.
«Già ve ne andate?»
«Si è fatto tardi....devo riposare, domani sarà una lunga giornata...voi non dovete tornare dalla vostra fidanzata?» rispose la mora.
Robin le fece l’occhiolino. «Almeno quanto voi.»
Regina scosse la testa divertita.
«Sempre il solito.» lo salutò con un bacio sulla guancia e poi si diresse verso le scale.
Il ladro cercò di rubarle un bacio spostando la testa mentre la donna gli baciava la guancia, ma fallì, quindi la seguì con lo sguardo finché non la vide sparire al piano di sopra.
La donna salì le scale dirigendosi verso la sua stanza, ma all’ultimo cambiò idea e bussò alla stanza accanto, quella di Emma.
La principessa si stupì del rumore, smise di girare per la stanza come un’ossessa e andò ad aprire la porta. Il suo stupore aumentò trovandosi di fronte Regina.
«Siete ancora sveglia, dunque….vorrei parlare con voi se volete…»
Emma aggrottò la fronte, confusa, ma poi si spostò per farla entrare. «Ma certo…»
Regina entrò nella stanza.
«Cosa vi è successo prima?» le chiese girandosi per guardarla.
La bionda arrossì appena, ma lo nascose volgendole le spalle per richiudere la porta.
«Ve l'ho detto: gli uomini mi rendono nervosa.» le rispose.
«Mi state mentendo e lo sapete bene.» ribatté Regina sedendosi sul letto. «E siete in collera con me.»
Emma si voltò a guardarla, stupita. Mise le mani sui fianchi.
«Ah, starei mentendo quindi? E, sentiamo, perché mai dovrei essere in collera con voi?»
La mora sorrise.
«Non lo so, per questo ve lo chiedo. La vostra postura non mente a differenza delle vostre parole.»
Emma la guardò negli occhi, quindi incrociò le braccia sotto al petto, spostando il peso da una gamba all'altra ed abbassando lo sguardo.
«Non ho mentito. Gli uomini mi mettono davvero a disagio.» mormorò, rialzando poi lo sguardo su di lei, anche se solo per un istante.
«James non è stato proprio il migliore dei padri. Ad ogni sbaglio, erano cinghiate. Forti da lasciare il segno, a volte a sangue.» arrossì, continuando a muoversi, nervosa. «Vedo lui in ognuno di loro.».
Regina rimase sorpresa per la rivelazione inaspettata. Non poté  che far trasparire tutto il suo stupore.
«Mi dispiace tanto per quello che i vostri genitori vi hanno fatto. Vi chiedo di perdonarmi per questa intrusione non volevo far riaffiorare vecchi e dolorosi ricordi.» disse alzandosi da letto e  avvicinandosi alla porta.
La principessa rimase ferma davanti alla porta, impedendole di uscire. Tuttavia, non la guardò.
«Non siete invadente. Ve ne sto parlando io, perché... mi fido di voi, così, a pelle. Magari sbaglio, ma,.... Quei ricordi li vedo ogni volta che chiudo gli occhi, anche solo per un secondo.» disse rialzando gli occhi, guardando nei suoi. «Avete idea di cosa significhi essere sola, per dieci anni, in una torre? E sapere che non c'è nessuno al mondo rimasto ad amarvi? Che, anzi, le persone che avrebbero dovuto farlo, sono state loro a rinchiudervi lì dentro, a lasciarvi alla mercé di guardie letteralmente prive di un cuore?» chiese, sfogandosi per la prima volta da quando era fuggita, gli occhi lucidi, ma la voce ferma. «Ve lo dico non per guadagnarmi la vostra pietà, ma perché sappiate esattamente con che razza di persone avete a che fare. Quanto sia importante sconfiggerle.»
Regina si avvicinò istintivamente a lei e cercò la sua mano per stringerla nella sua.
«Non ho pietà di voi...odio ancora di più i sovrani. I figlio dovrebbero essere amati ma non a tutti è concesso avere dei genitori amorevoli...lo so bene anche se non quanto voi. Mi dispiace per quello che avete dovuto passare ma adesso è finita, siete libera e potete vivere la vostra vita. E anche se ci vorrà del tempo imparerete a fidarvi nuovamente delle persone e degli uomini.» concluse.
Emma distolse lo sguardo, scuotendo la testa.
«Perché dovrei? Non ho bisogno di loro. Non sposerò mai un uomo.» replicò tornando a guardarla negli occhi. « E non sarò libera finché questo regno non lo sarà.»
« Vi sposerete un giorno, quando vi innamorerete, e governerete il regno insieme al vostro re.»
La principessa nascose a stento una risata, per quanto amara potesse risultare.
«Non ci sarà nessun re. Governerò sola, come sono sempre stata.» mormorò.
« Perché ne siete così sicura? Non avete voglia di innamorarvi? Di formare una famiglia?» chiese incuriosita la ladra.
Emma la guardò con la rassegnazione negli occhi. Un altro sorriso amaro si delineò sul suo viso.
«Famiglia? Dovrei adottare un orfano, per poterla avere, un giorno.» arrossì appena, ma non abbassò lo sguardo.
«Spiegatevi meglio?» chiese sempre più curiosa la mora.
Emma rimase per un attimo a bocca aperta, stupita dal fatto che la donna non avesse ancora capito.
«Ehm... gli uomini...io non....»
«Non siete mai stata con un uomo?» chiese infine Regina.
La bionda  arrossì davvero, ora.
«No.» disse in una specie di singhiozzo.
«Non c’è nulla di cui vergognarsi. Vi state mantenendo pura per il matrimonio come ogni brava regina...» le sorrise dolcemente l’altra.
Emma spalancò gli occhi alle sue parole.
«Cos...? No! Io... Nessun uomo mi avrà mai!» esclamò.
«Non vi capisco...avete cosi paura della prima notte di nozze?»
La principessa si passò una mano sulla faccia, incredula.
«Non voglio un uomo, Regina!» esclamò alla fine, esasperata. «Non a tutte le donne piace l'idea di... dormire con un uomo…»
Regina arrossì per aver finalmente capito cosa intendeva dire.
«Vi chiedo scusa non credevo che...Robin aveva ragione... io non avevo capito. Vi chiedo scusa per la mia insistenza.» si scusò mortificata.
«Che significa che Robin aveva ragione?» chiese la principessa accigliandosi.
«Dopo che siete andate via ho fatto qualche battuta sul fatto che avesse trovato un’altra donna che non era caduta ai suoi piedi e aveva insinuato che voi...insomma...aveste altri gusti...credevo parlasse solo per egocentrismo ma aveva ragione.»
Emma arrossì ancora di più, irritata dal fatto che il ladro lo abbia capito.
«E' assurdo che lo pensi solo perché non sono stata lì a strisciarmici addosso. E' egocentrismo comunque, sappiatelo.»
«Lo so bene.» rise la mora. «Pensa di essere il miglior ladro del paese così come crede di essere il miglior amante che una possa avere.»
Emma sbuffò.
«Sì.. persino una vergine sa che chi si vanta, è scarso...» commentò, infastidita anche dal solo nominare il ladro.
La mora rise ancora più forte divertita dalle parole della principessa.
«Purtroppo in questo caso devi smentirvi....»
La bionda spalancò gli occhi.
«Perché?»
«So per certo che ha tutte le buone ragioni per vantarsi…»
Emma rimase senza parole. Abbassò lo sguardo, sospirando.
«Per certo, eh?»
«Si, potete chiedere a chiunque nel paese...ogni ragazza vi darà la stessa risposta.»
Emma la guardò, non sapendo cosa pensare.
«Oh.» disse soltanto, confusa.
«Non fate quella faccia...Non ho provato di persona nonostante i suoi continui approcci.»
La principessa abbassò lo sguardo per mascherare il sollievo che provò.
«La sua fidanzata deve essere davvero terribile per spingerlo a comportarsi così...» commentò.
«Non lo so. Non l’ho mai conosciuta e francamente non mi interessa.»
La bionda aggrottò la fronte guardandola.
«Credete che quell'uomo e i suoi seguaci possano aiutarci nella lotta alla regina?»
«Sicuramente.» rispose immediatamente la ladra. « Robin non vede l'ora di combattere contro la regina. Posso parlarci io se volete...»
Emma la guardò con un po' di preoccupazione negli occhi.
«Solo se siete assolutamente certa che non ci tradirebbe, anche a costo della vita, anche se minacciassero chi ha di più caro.»
«Non vi preoccupate è un uomo d'onore. Parlerò con lui domattina, eviterei di andare da lui nel cuore della notte...» disse trattenendo  una risata.
«Onore? » chiese scettica la bionda «Non con la sciagurata che sposerà, mi pare…»
«Lo so, ma per il resto ha un codice d'onore...credo solo che non abbia trovato la donna adatta a lui.»
Emma la guardò di soppiatto.
«Forse... in ogni caso, sì, parlategli, per favore. Sarebbe già una grande aggiunta, con la leva che ha sul popolo. Potrebbe anche convincere altri a combattere per la nostra causa.»
«Si, ha un grande ascendente e i suoi uomini sono tanti, sicuramente saranno di grande aiuto alla vostra causa.»
La bionda annuì, pensierosa.
«Sì, lo penso anch'io...» concordò.
«Bene.» la mora si avvicinò alla porta. « Vi lascio riposare allora…»
Emma alzò lo sguardo spaventato su di lei. Deglutì nervosamente, tormentandosi le mani.
«Oh, certo, s-sarete stanca... » balbettò, senza guardarla.
«Non tanto veramente. Sono salita per venire a vedere come stavate con disappunto del nostro caro amico.» rise la ladra.
La bionda non riuscì a partecipare con una risata, ma solo con un breve sorriso. Continuò a torcersi le mani, lanciandole rapide, nervose occhiate.
«E' molto gentile da parte vostra... » riuscì a bofonchiare.
«Sarete la mia regina.» fece un inchino Regina, ridendo. «e spero che chiuderete un occhio per le mie scorribande.»
Emma la guardò stupita, aggrottando appena la fronte all'inchino. Si sforzò di sorridere, ancora tesa.
«Avrete una magione, con una grande tenuta. Non avrete più bisogno di alcuna scorribanda.» disse guardandola negli occhi, sorridendo appena quel che basta perché il suo viso non risultasse troppo serioso. «E il passato non conterà più, se non come monito per le generazioni a venire.»
«Vi ringrazio della vostra generosità, ma non mi dovrete nulla. Non mi serve una magione né una tenuta. Sto bene a vivere così... mi sono abituata e non voglio mettere radici.» le spiegò la mora.
La principessa  impallidì appena, ma dissimulò annuendo e spostando lo sguardo su di un comò sgangherato accanto al letto di paglia.
«Capisco.» disse soltanto, con un filo di voce.
«Anch'io ho un passato e non voglio che questo mi trovi...» aggiunse in un sussurro Regina.
Emma rialzò lo sguardo stupito su di lei. Era evidente che non stava parlando di sua madre e della sua vendetta.* «Credevo scappaste solo da mia madre...»
«Non sono nata nei boschi né sono stata allevata dai lupi.»  rispose ridendo la ladra.
La principessa la guardò con un'espressione addolorata in viso, nonostante la sua risata.
«Cosa vi ha portato a questa vita, dunque?» le chiese guardandola negli occhi come se potesse già leggere la risposta nell'anima ivi riflessa.
«Più o meno quello che è successo a voi. I miei genitori, mia madre soprattutto, voleva decidere il mio futuro...voleva che mi sposassi con un re, aveva organizzato il matrimonio...io non potevo accettarlo cosi sono scappata.»
Emma la guardò come se comprendesse esattamente ciò che aveva passato, ciò che provava.
«Mi dispiace...» disse a voce bassa, senza distogliere gli occhi dai suoi. «Nessuno dovrebbe decidere per gli altri.»
«Adesso tu puoi decidere il tuo futuro...così come sto facendo io...» le sorrise la mora, «adesso credo che dovrei andare è tardi.»
Emma le sorrise appena, senza distogliere gli occhi dai suoi. Si rabbuiò un po', tuttavia, alle sue parole.
«Sì, uhm... avete... avete la vostra stanza?» chiese, arrossendo leggermente.
«Si, è qui accanto alla vostra…» rispose con un sorriso. «Se dovesse aver bisogno non esitate a venire da me.» disse aprendo la porta. «Buonanotte principessa.» disse per poi richiudere la porta alle sue spalle.
Emma la guardò uscire con la tristezza negli occhi. Tentò comunque di sorriderle quando la salutò
«Buonanotte, Regina.» disse piano, rimanendo in piedi a guardare la porta chiusa.
   
 
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