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Autore: bambolinarossa98    24/10/2016    1 recensioni
Questa storia partecipa al contest “Halloween Party – La Grande Zucca” a cura di Fanwriter.it
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Faceva molto caldo nella palestra della scuola, tutti quei corpi ammassati uno sull’altro intenti a saltare ovunque per seguire la musica non aiutavano e, dopo neanche un’ora in mezzo a loro, Rin era dovuta scappare ai margini della stanza. Sospirò stancamente mentre sperava che il cerone, applicato un po’ dappertutto, non si sciogliesse: solo lei sapeva quanto tempo ci aveva messo per prepararsi!
Aveva scelto un tema semplice, qualcosa di non troppo stereotipato ma originale e che non passasse mai di moda: la Dama Nera.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Obito Uchiha, Rin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Prompt 1: Luna Rossa
Fandom: Naruto
Personaggi: Obito Uchiha, Rin
Coppie: Obito/Rin
Tipo di Coppia: Het
Genere: Sentimentale, Introspettivo
Universo: AU
Rating: Verde
Note: nessuna
 
🌟Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Halloween Party – La Grande Zucca” a cura di Fanwriter.it
 

 
 
Si portò il bicchiere alle labbra senza staccare gli occhi dalla pista, il punch era frizzante e sapeva anche un po’ di Vodka. Con un movimento fluido del polso e un cenno del capo svuotò il bicchiere, beandosi della freschezza che le rigenerava la pelle madida.
Faceva molto caldo nella palestra della scuola, tutti quei corpi ammassati uno sull’altro intenti a saltare ovunque per seguire la musica non aiutavano e, dopo neanche un’ora in mezzo a loro, Rin era dovuta scappare ai margini della stanza. Sospirò stancamente mentre sperava che il cerone, applicato un po’ dappertutto, non si sciogliesse: solo lei sapeva quanto tempo ci aveva messo per prepararsi!
Aveva scelto un tema semplice, qualcosa di non troppo stereotipato ma originale e che non passasse mai di moda: la Dama Nera.
Doveva ammettere che ci stava anche bene con l’abito Ottocentesco, tralasciando lo spessore della stoffa ovviamente. Il velo era pigramente poggiato su una zucca intagliata lì vicino, lasciato cadere per far prendere un po’ d’aria al viso, il bicchiere ancora stretto in mano e con l’evidente impronta del rossetto viola sull’estremità; aveva scoperto che non ci stava neanche tanto male col trucco.
Nel sondare la stanza il suo occhio cadde su Asuma, impegnato in un impacciato ballo con Kurhenai, che sembrava divertirsi molto nonostante il ragazzo le avesse già pestato il piede tre volte; vide con la coda dell’occhio Tsunade allontanarsi con Dan, sgattaiolando all’interno dell’istituto senza farsi notare; Minato, l’insegnante di Filosofia, era con Kushina, l’insegnante di Letteratura, al centro della pista cui i ragazzi avevano lasciato un po’ di spazio per non esserne travolti: quei due si stavano scatenando – anche se si facevano scommesse su quanto avrebbe retto l’uomo – e non sembravano molto intenzionati a lasciare spazio ai ragazzi.
Rin sorrise, scuotendo la testa: adorava i suoi insegnanti. Si portò di nuovo il bicchiere alle labbra e vuotò quel poco che era rimasto, soddisfatta: alla fine la festa era riuscita benissimo e se non l’avesse visto con i suoi occhi non ci avrebbe mai creduto, dopotutto c’era lui al vertice dell’organizzazione. Certo, insieme ad altre persone, ma sempre lui aveva organizzato tutto.
Neanche a farlo apposta una figura si avvicinò di soppiatto a lei, strisciando contro il muro come un’ombra. Dovette arrivargli a pochi centimetri dal viso prima di aprire blocca: “Ti diverti?”
Rin sobbalzò, voltandosi di scatto, ma si rilassò quando incontrò lo sguardo scuro di lui oltre la maschera.
“Abbastanza” ammise, lasciando sul vago, tornando con lo sguardo alla pista.
“Abbiamo fatto proprio un bel lavoro” continuò lui, seguendo il suo sguardo. Scese il silenzio, Ring non staccava lo sguardo dalla stanza sondandola da cima a fondo: le pareti erano state dipinte di nero per l’occasione, accompagnate da qualche striatura grigia qua e là e puntellata di tante piccole stelle bianche. Agli angoli della stanza, perfettamente ricreate con cartone e pennelli, vi erano alberi spogli e cespugli morti che davano il giusto tocco macabro alla scena riflettendosi su pareti e pavimento. La sfera al centro del soffitto rimandava luci psichedeliche sotto di sé, tutte sui toni del rosso e del nero.
“La Luna Rossa” mormorò lei, quasi senza accorgersene “Un tema bizzarro” notò.
“Ma azzeccato” rispose prontamente lui “La Luna Rossa appare una volta ogni 826 anni, nella notte di Halloween… sai, si dice che il termine scada proprio stasera” sussurrò, facendole scorrere un brivido lungo la schiena “Era il tema perfetto”
Rin scrollò le spalle. “Può darsi”
Scese il silenzio. Per fare qualcosa, la ragazza si riportò il bicchiere alle labbra, dimenticando che fosse ormai vuoto, e incontrando solo le gocce tiepide di quello che fino a pochi minuti prima era stato il suo cocktail.
La musica assordante abbassò gradualmente i toni e anche le luci divennero soffuse, circondandoli di un intenso rosso cremisi a tratti nero; un’atmosfera incantevole… per quanto potesse essere incantevole la notte di Halloween.
Delle dita le sfiorarono il collo, tirando indietro i corti capelli castani. Altro brivido.
“Ti va di ballare?”
Rin voltò lentamente lo sguardo verso di lui, incontrando gli occhi d’ossidiana di Obito che si era già tolto la maschera. Per un attimo, un fugace attimo, una parolina spuntò nella sua mente ma la cacciò con un gesto del capo. Sorrise.
“Certamente”
Il bicchiere venne lasciato sul tavolo, insieme alla maschera e il velo da lutto; li recuperati poi, insieme ai pezzi di un passato distrutto e tutti i loro problemi… ma a quello ci avrebbero pensato dopo.
 
(741 parole)
   
 
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