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Autore: GirlFromTheNorthCountry    24/10/2016    1 recensioni
Le donne sono le migliori psicanaliste fino a quando non si innamorano.
“Io ti salveró” di Alfred Hitchcock
“Pronto, Alison Stone.”
“Sono Axl Rose, vorrei un appuntamento”. Disse una voce al telefono convinta che quella breve presentazione spiegasse tutto.
“Come prego?”
“Axl, l'amico di Izzy”
“Scusi, ma proprio non capisco cosa stia dicendo”
“Oh cristo! Ieri è venuto Izzy da lei per parlare di un suo amico, ecco quell'amico sono io”
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axl Rose, Duff McKagan, Izzy Stradlin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel venerdì sera Alison rientró a casa con l'insana voglia di non uscirvi mai più. 
Era sgattaiolata fuori dal letto quella mattina senza nemmeno salutare Axl; non si erano sentiti per tutto il giorno e lei non aveva la minima intenzione di chiamarlo. 
Aprì la porta della sua stanza e si gettò a capofitto sul letto, stiracchinadosi. Girò la testa in direzione del cuscino e notó che un pezzo di carta vi era appoggiato sopra.

Mi hanno piantato dentro così tanti coltelli che quando mi regalano un fiore all'inizio non capisco neanche che cos'è. Ci vuole tempo. Spero di vederti stasera, non mancare. Axl”

Notò che un sorriso infantile le era spuntato sul viso.
-Fanculo Axl, usare Bokowsky per scusarti è un colpo basso-.
  
Si alzò dal letto dandosi una spinta con le gambe, si tolse tutti i vestiti e si fiondò sotto la doccia. Fu mentre si insaponava che le tornó in mente Erin. La odiava. Odiava lei e la perfezione che le aveva regalato, la stima e l'abbondanza di cui la ricopriva nei suoi pensieri. Cosa la legava a lei? Odioso fantasma perfetto. Cosa pensava, diceva o faceva? Sentiva il bisogno di conoscerla, sentiva il bisogno di darle una faccia. Era una strana forma di gelosia quella che la stava divorando, la più forte che avesse mai provato.

Uscì dalla doccia e si asciugò i capelli, indossó il vestito che Axl le aveva regalato qualche giorno prima, ma nonostante le piacesse se lo levó subito, non aveva voglia di regalargli soddisfazioni. Finì di prepararsi, chiamò un taxi e si fece lasciare davanti al luogo l'appuntamento, in un locale sul Sunset Bulevard.

Aveva già la sigaretta stretta in mano e la stava implorando di farle passare l'angoscia.
“Alison!” Si sentì chiamare, ma non vide nessuno.
“Ehi dolcezza, sono qua!”
Izzy, semi nascosto dietro alla porta di emergenza accostata, la chiamava muovendo il braccio.  
“Ciao Jeff! Che stai facendo?” 
“Cerco di non dare nell'occhio. Come va?”
“Bene. Sei solo?”
“I ragazzi sono già dentro, ti aspettavamo per ordinare da mangiare”
“Già, scusa. La solita ritardataria”  
“Tranquilla. Allora, come stai?”
Alison si chiese una cosa molto semplice: Jeffrey, il suo caro vecchio amico, sapeva della notte precendete?
“Bene, te l'ho già detto, tu?”
“Sicura?”
Sí, Jeffrey sapeva.
“Perché non dovrei?”
“No, no, ieri Axl mi diceva che ultimamente sei un po' nervosa”
“Jeff, guarda che il tuo amico ha confessato tutto”
“Tutto?”
“Già”
“Con tutto...intendi?”
“Intendo di Berlino e del tradimento”
“Oh, ok...e che ti ha detto?”
“Nulla, è arrivato da me sbronzo e mi è subito saltato addosso, ma appena l'ho guardato negli occhi ha confessato”
“Cioè te lo ha detto mentre stavate...?”
“Romantico fino in fondo, non credi?”
Izzy scosse la testa incredulo.
“Allora adesso rispondimi sinceramente, come stai?”
“Innamorata e senza una fottuta via d'uscita”
Izzy l'abbracció dandogli un bacio sulla testa. 
“È un coglione piccola, non dirmi che non ti avevo avvisata...”
“Niente ramanzina, per favore”
“Fammi finire. Dico, lo so che è un coglione, ma sta veramente cercando di cambiare”
“Forse allora non dovrebbe sforzarsi se questi sono i risultati”
“Cosa pensi si fare?”
“Non lo so, finché posso resisto”
Izzy le accarezzò il viso, non ne sapeva molto, ma era certo che non dovesse funzionare così una storia d'amore.
“Ad ogni modo devo ammette che quando mi ha detto di averlo fatto con una a caso, mi sono sentita sollveta. Se l'avesse fatto con Erin, io...”
“Ehi! Ma che pensieri fai! Quelle cose viaggiano su altre onde”
“Ma si lo so, però credimi mi manca il fiato se solo penso alle mani di lei su di lui”
“Dolcezza, lei ci proverà fino alla fine, questo devi mettertelo in testa. Giusto qualche giorno fa è stato il suo compleanno, Axl non l'ha chiamata e lei ha fatto scoppiare un casino”
“Che casino? Axl non me ne aveva parlato”
“Beh, non c'era molto da dire. Lei si è presentata alle prove urlando e imprecando e lui stranamente si è comportato da signore. Non lo avevo mai visto farsi scivolare via così le cattiverie di Erin...”.

Izzy si interruppe notando che Axl si stava avvicinando dal corridoio.
“Ehi, siete qua voi due. Sei arrivata”
Alison annuì. Axl le andò vicino per salutarla, lei ruotò  leggermente il viso e lui si accontentò di baciarle la guancia.
“Grazie per essere venuta”.
“Ragazzi io rientro, ci vediamo dentro”
“A dopo Jeff” disse Alison accendendosi una nuova sigaretta. 
“Ciao tesoro” le disse Axl quando Izzy rientrò nel locale. Adorava salutarla di nuovo quando erano soli, era come se fosse l'inizio di un nuovo rapporto.
“Ehi”
“Ho fatto bene a non disturbarti oggi?”
“Decisamente”
“Non è stato semplice”
“...”
“Posso?”
Alison fece spallucce e Axl la abbracció stretta.
“Come stai?”
Non si era mai sentita fare quella domanda così spesso come quella sera. Rispose per l'ennesima volta di stare bene. Axl si fissava la punte delle scarpe, poi ogni tanto alzava lo sguardo e lo posava su qualcosa di indefinito dietro di lei. Era visibilmente a disagio.
“Non lo so come sto” disse di getto. “Ma ho capito che fa tutto parte di te” 
“Cosa fa parte di me?” Disse Axl entusiasta, come se non aspettasse altro che lei dicesse qualcosa. Qualunque cosa.
“Odiarmi per una mia eventuale partenza e sentire il bisogno di scopare in quel mondo”
Axl la osservò intasamente, sperava in qualcosa di meglio. Immaginava che Alison avesse ragionato molto sull'accaduto e ora doveva essere pronto a sentire il resoconto.
“E perché farebbe parte di me?” 
“Per via delle tue esperienze”
“Spiegami” 
“Ti hanno fatto identificare il sesso con il potere, con la violenza, come una sorta di riscatto mentale. Con me cerchi di trattenere quella parte più brutale, ma arrivi ad un punto in cui devi sfogare questo disprezzo che hai per il genere femminile e con le puttane ti riesce alla perfezione. Il fatto di esserti sentito abbandonato da una donna, di nuovo, ha certamente aumentato questo il disprezzo”.
“Ok” disse Axl, ora era lui a cercare una sigaretta nella tasca.
Lei si discostò leggermente, si sentiva stanca. Aveva in mente quel discorso da tutto il giorno e ora che lo aveva sputato fuori tutto d'un fiato, le sembrava di svenire.
“Beh Alison, normalmente ti direi di andare a fanculo, ma hai detto delle cose troppo vere per farlo. La violenza e il potere sono gli unici sentimenti che provo in quel momento”
“Lo so, ma con questo non voglio dire che ti giustifico o che mi vada bene”
“E che vuoi dire?”
“Voglio dire che per ora mi va bene, so bene che sbaglio a stare con un pazzo come te, ma ora non ne posso fare a meno”
“Vuol dire che un domani potresti riuscire a farne a meno?”
“Me lo auguro” 
Stronza” 
“È la verità, se mai riuscissi a mettermi in salvo da questo gioco infernale, se mai riuscissi a levarti dalla mia mente, non potrei essere che felice. Eppure la mia mente si dimentica di ricordarmi che tu non sei una buona idea”
“E io mi impegnerò ogni giorno della mia vita a fare in modo che continui a dimenticartelo” 
Alison lo abbraccio, da mesi non conosceva più alternative dall'amarlo con tutta sè stessa.
“Comunque c'è un'altra cos della quale mi devo scusare” disse Axl 
“Sentiamo...”
“Oggi ci ho ragionato e ho capito quanto sia importante per te andare a Berlino e, d'ora in avanti, io sarò il tuo più grande sostenitore”
“Ti sei fatto fare il lavaggio del cervello?”
“Forse. Scherzi a parte, voglio davvero che tu sia felice e non puoi esserlo del tutto se io ti costringo a stare qui impedendoti di seguire la tua strada”
“Non me lo sarei fatta impedire”
“Sai cosa voglio dire. Non voglio metterti nemmeno per un momento nella condizione di dover scegliere. Le due cose non sono più incompatibili”
“Comunque non è detto che mi prendano”
“Finiscila! Sarebbero dei pazzi a non farlo. Quando arriverà la lettera voglio essere la prima persona a saperlo. Promettimi che la apriremo insieme”.
Alison lo guardò sotto una luce nuova.
“Lo farò. Grazie Axl, averti dalla mia parte è davvero importante”
“Dovrò solo capire come sarà vivere a Berlino, perché lo sai no che ogni volta che potrò sarò lì a romperti le palle?”
Lo strinse forte “Non potrei chiedere di meglio”.
Si guardano negli occhi a lungo, vedendosi reciprocamente sorridere. Le passo le mani intorno alla schiena stringendola a lui.
“Perché non ce ne andiamo subito? Ho voglia di stare solo con te, mi sembra di esserti stato lontano degli anni”
“Anch'io ne ho voglia, ma avremo tutto il tempo”
“Giusto. Dio benedica il week-and”
“Entriamo dai”
“Ah, un'ultima cosa, mi dici dov'eri ieri sera?”
“Te l'ho già detto! Sono stata a casa di Mandy fino a tardi”
“Ally! Ieri sera lei era con Duff!”
“No, lui ha detto che aveva le prove fino a tardi”
“Le prove? E non chi scusa? Noi abbiamo staccato che non erano ancora le otto”.
Si guardarono per un secondo, cambiando improvvisamente punto di vista.
“Beh, allora forse è qualcunaltro a non aver detto tutta la verità” concluse Axl.
“Non certo Amanda!”
“No, non Amanda, ora ne sono certo”
“Dici che dovrei...?”
“No. Non sappiamo come stanno le cose, magari Duff aveva da fare. Ci faremo i cazzi nostri”
“Avete idea di quanto sia difficile starvi vicino?” 
Axl sorrise amaramente, lo capiva fin troppo bene.

Ordinarono la cena, ordinarono da bere e chiacchierano allegramente tutta la sera. Alison ogni tanto tirava delle occhiate ad Amanda, sorrideva, le sembrava felice. Forse anche lei era stata tradita la notte precedente, ma sembrava ignorarlo del tutto. Quando si fermava a fissarla troppo a lungo, Axl le prendeva dolcemente la mano da sotto il tavolo, quasi a ricordarle che non c'era niente a cui pensare e alla fine se ne convinse anche lei.
Dopo parecchi bicchieri di vino, Axl annunciò a tutti del concerto che si sarebbe svolto a dicembre. Molti occhi si girarono d'istinto verso Slash, pronti a catturare ogni sua reazione d'ira. Il chitarrista invece non si scompose, mangiò l'ultimo pezzo di bistecca, si pulì la bocca  con il tovagliolo e commentò dicendo che il modo di suonare di Izzy si sarebbe sposato alla perfezione con quello di Keit Richards.
“Ottima scelta Axl” concluse il riccio.
Izzy non riuscì a trattenere un sorriso. Slash non era uno stupido, doveva aver captato già da tempo la notizia e aveva elaborato la strategia migliore per non uscirne da perdente.
“Esatto” si affrettò a rispondere Axl, visibilmente infastidito dalla inaspettata maturità del chitarrista. 
“Potreste comunque venire tutti con noi ad Atlantic City” disse Izzy.
“Duff?” Chiese Amanda girandosi verso di lui “Andiamo? A dicembre in New Yersey ci sarà sicuramente la neve! Sarà bellissimo” 
“Sí, certo, può essere una buona idea”
“Slash, Steven, dovete venire per forza! Non vorrete lasciare Izzy in mezzo a noi coppiette!” Disse Amanda. 
Steven e Slash la guardarono perplessi, speranzosi di trovare un po' di ironia nella su voce, ma no. Era seria.
“Mmm, non so Mandy. Vedremo” rispose Slash.
Lui ed Alison incrociarono lo sguardo, mentre cercavano di trattenere una risata. Si sorrisero impacciati, quasi come due estranei. Le insinuazioni di Axl dell'ultimo periodo avevano costruito un muro di imbarazzo tra di loro, difficile da abbattere. Fu Slash a distogliere lo sguardo per primo. 

 
16 dicembre 1989 | CONCERTO THE ROLLING  STONES
 
Le luci dell'aeroporto erano fredde e inospitali. Era mattina presto ed Alison si sentì lo stomaco brontolare.
“Ne vuoi un po'?” Disse Izzy porgendole il suo croissant.
Scosse la testa, “Sto ancora digerendo il gin di ieri sera”.
Izzy fece spallucce e continuò a mangiare.
Alison appoggiò le gambe sulla valigia di pelle nera davanti a lei.
“Certo che viaggia leggero il tuo uomo” disse Izzy indicando i bagagli con un cenno del capo.
“Una dozzina di cambi per nemmeno tre giorni e non hai idea di quanto ci abbiamo messo per sceglierli”
“Immagino, ma come ben sai la ragione è...”
“La sudorazione!” Dissero insieme.
“Il rischio di prendersi l'influenza con la maglietta umida è molto alto! Per quello deve cambiare cento volte look in un concerto!” Disse Izzy.
Risero insieme.
“Sempre a prendermi per il culo voi due, eh” disse Axl tornando vicino a loro.
“Sai che ti adoriamo”
Axl fece una smorfia divertita ad entrambi. Adorava vederli insieme, erano il suo personale angolo di paradiso e in quel viaggio con loro niente sarebbe andato storto, avrebbero fatto un figurone.
“Muovete il culo ora, dobbiamo imbarcarci”.
Si avviarono scortati dai bodyguard nella corsia preferenziale che conduceva alla prima classe. Axl sprofondò subito nella comoda poltroncina e iniziò a sorseggiare il bicchiere di champagne offerto dalla compagnia. Alison prese posto vicino a lui e osservó gli altri fortunati passeggeri vicino a lei. Per la maggior parte uomini in giacca e cravatta, intenti nella lettura del quotidiano. Più avanti, una coppia di ragazze, probabilmente modelle, guardavano incredule il trio dietro di loro. Osservavano Axl e Izzy e si domandavano chi fosse la ragazza in mezzo a loro. Le salí nuovamente quella sensazione ormai così familiare di inadeguatezza mista a gelosia.
Axl, quasi potesse leggerle nelle mente, alzò il poggiagomito che li divideva e fece scivolare la mano sulla coscia di Alison.
Erano troppo grosse? Troppo magre? Poco toniche? Sicuramente quelle della ricciolina più avanti erano meglio.
Aveva smesso di chiedersi da quando fosse diventata così insicura, così preoccupata dal suo aspetto. Da quel tradimento, certo. E da allora si sentiva sempre meno di quello che doveva essere. Di quello che lui avrebbe potuto avere.
“Sono nervoso”.
Si girò verso Axl.
“Andrà benissimo”
Le prese la mano stringendola tra le sue. 
“Grazie per essere venuta”.
Improvvisamente si sentì meglio. Lui (per qualche strana ragione) aveva bisogno di lei. Non delle modelle sedute in terza fila. E per quanto sapesse quanto fosse squallido quel ragionamento, non poté fare a meno di sentirsi completa.
Dormirono mano nella mano per gran parte del volo e si svegliarono quando ormai sotto di loro si avvicinavano le fredde coste dell'Atlantico. 
 
Alison rimase in albergo durante le prove tecniche del pomeriggio e raggiunse i ragazzi quando mancavano poche ore al concerto. Quando arrivò bussó al loro camerino; i nomi erano scritti su un foglio appeso alla porta.
Izzy andò ad aprire.
“Ehi, sei tu. Vieni entra”
“Come state?”
“Axl ha vomitato, sta dando la colpa alla cena, non vuole ammettere che sia tensione”
“Dov'è?”
“Ancora in bagno. Axl! C'è Ally”
“No, tranquillo, lascialo stare. Ci siamo visti prima, volevo solo farvi l'imbocca al lupo finale e dirvi che ho un posto da urlo”
“Bene, sono contento che ti piaccia, l'abbiamo scelto accuratamente”
Axl fece capolino dalla porta del bagno. Sembrava uno straccio.
“Dolcezza...”
“Ehi...come stai?”
“Insomma, prima in hotel stavo di gran lunga meglio. Per un po' non mi avvicinerò al salmone”
Izzy alzò le braccia al cielo esasperato.
“Già, meglio di no. Dieta vegetariana per qualche giorno”
Izzy trattenne una risata.
“Andrà tutto alla grande, lo sai no?”
“Lo spero. Ho un freddo micidiale. Tu, hai trovato il posto?”
“Certo, però se vuoi sto qui finché non tocca a voi”
“Non dire sciocchezze, vai a goderti lo spettacolo! Non voglio rovinarti un altro concerto degli Stones”
“Ok, allora” disse e gli diede un bacio.
Axl la trattenne ancora un po' prima di lasciarla andare.
“Ok, allora” 
Alison si avviò verso la porta.
“Axl” disse lanciandogli la giacca di pelle “Se hai freddo mettiti questa! Visto? Alla fine hai fatto bene a portarti mezzo armadio”.
Alison raggiunse il suo posto e si godette dagli spalti il tripudio brulicante delle persone nel parterre. Avrebbe di gran lunga preferito essere lì, ma Axl, con le sue manie di protezionismo, era stato categorico. Niente prato.
I posti erano centrali aveva una visuale perfetta, roba da professionisti. Le due file accanto alla sua erano riempite da donne e uomini molto più grandi di lei, iniziò a sentirsi a disagio. Contempló il posto libero alla sua sinistra e quando vide Jerry Hall farsi largo verso di lei, si sentí raggelare. Una cascata di capelli biondi portati di lato, una camicia di seta bianca con dallo scollo profondo dalla quale emergevano due seni incuranti della forza di gravità. Aveva dei pantaloni neri a vita alta che enfatizzavano il vitino da vespa. Tutto questo dopo tre gravidanze. Alison si rese conto di quanto fosse estremante difficile essere la compagna di una rock star. Lei non era certa di averne la stoffa.
Prima di sedersi la squadrò per un attimo ed Alsion sentì il bisogno di giustificare la sua presenza lì.
“Ciao, sono Alison. I Guns mi hanno prenotato questo posto”
Jerry si girò verso di lei quasi sembrasse soppesare una risposta o Alison in persona. Poi guardò di nuovo verso il palco.
Con un movimento della testa scostò i capelli dall'altro lato, una ventata di profumo si diffuse per l'aria. Forse solo quel profumo costava più di tutto ciò che Alison indossava.
Rimase impassibile per tutto il tempo, ma il sorriso che le comparve nel momento in cui Mick entrò sul palco fu quanto di più dolce una donna potesse esternare. I suoi occhi si muovevano fissando l'unico oggetto degno della loro attenzione. Gli sorrideva, quasi potesse vederla, teneva il tempo, muoveva le labbra su una strofa che le piaceva. E annuiva, come una mamma orgogliosa del figlio. Era attenta, non si distraeva un attimo. Controllava tutto, ma allo stesso tempo sembrava non distogliere mai lo sguardo da lui. Ci vuole passione per amare uno come lui e lei ne aveva da vendere.
Poi finalmente, fu lei a vederlo entrare. Il suo oggetto del desiderio. Sorrideva, sembrava disteso e lei si sentì subito più leggera. La presentazione di Mick era stata spiritosa, qualche battuta sui tatuaggi e sul loro talento. Iniziarono a suonare e quando Axl cantó la prima strofa ad Alison sembró fosse la prima volta che lo sentiva cantare. Tirò fuori una voce così piena e così intesa che riuscì a sorprenderla, ancora una volta. Era una sfida tra titani, un miracolo della musica. Non aveva mai sentito niente di tanto perfetto. Non riusciva a smettere di sorridere, lo vedeva felice e sembrava che la sua voce volesse buttare fuori tutta quella gioia. Si commosse.
Sentí qualcuno parlare. Si girò verso Jerry. La stava guardando.
“Come?” Disse tirando su con il naso. 
“Dicevo, devi tenerci molto a lui”.
Le sorrise.
“Molto”.
“Piacere, sono Jerry”
“Alison”. 
“Stai con il cantante?”
“Con Axl sí, da qualche mese, ma ci conosciamo da più di un anno”
“Pensavo fossi una groopie o che so io”
“Come? No, no”
“Perdonami se sono stata maleducata”
“Figurati”
“Saprai anche tu che non è un modo facile. Difendevo solo la categoria”
“Le fidanzatine dalle ruba uomini?”
Jerry annuì divertita.
“È una lotta. Ci pensi mai, ad esempio, che quasi il 90% di tutte le donne che ci sono qua dentro, e forse anche qualche uomo, vorrebbe scoparsi il mio fidanzato o il tuo?”
Alison rabbrividì.
“Già. Roba da vere dure” disse Jerry passando in rassegna gli spalti.     
“Mi sa che ho ancora molto da imparare”
“È una specie di lavoro, sai? Avere a che fare con uomini come loro”
“Me ne sto rendendo conto, sì”
“Sono bambini viziati che possono avere tutto quello che vogliono quando lo vogliono. Sta a te fare in modo che tu sia l'unica cosa che desiderano”
Giusto. Roba da niente, insomma”
Jerry non colse l'ironia.
“Dobbiamo essere pazienti, materne, ma allo stesso tempo frizzanti e divertenti. Delle bombe nel fisico e nel letto. Gentili, intelligenti, occuparci dei figli, ma allo stesso tempo essere giovani dentro e permettergli di sniffarci la striscia di coca sul culo”.
“Non so se sono in grado...”
“Non tocca a te decidere. È lui che ha scelto”.

   
 
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