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Autore: Ice_DP    25/10/2016    1 recensioni
Tutti sanno che Portuguese D. Ace, prima di diventare il comandante in seconda della flotta di Barbabianca, ha cercato in tutti i modi di farlo fuori. Non ha risparmiato nemmeno la scelta più assurda che potesse venirgli in mente, architettando in ogni dettaglio i suoi piani, con i quali ha attentato alla vita del capitano della flotta più potente del mondo.
Inutile dire che tutti, dal primo all'ultimo, hanno fallito miseramente.
Tra avvelenamenti, oggetti volanti non ben identificati e tentativi di buttarlo in mare, alla fine Ace scoprirà che c'è un modo più semplice per poterlo annientare definitivamente.
[Comunicazione di servizio: molti capitoli potranno risultare stupidi oltre ogni misura ed aspettativa, andando oltre a qualsiasi soglia di logica e decenza]
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Portuguese D. Ace
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le imbarazzanti avventure di Ace'
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100 modi per uccidere Barbabianca


#22 Ghiaccio sul ponte



Un clima così freddo, Ace non l'aveva mai sentito prima. Persino lui era stato costretto a vestirsi a strati come una cipolla, e anche il solo camminare era divenuto difficoltoso, col rischio di rotolare ad un passo sì e all'altro pure.

Ovunque sulla nave pendevano stalattiti di ghiaccio, di dimensioni e forme diverse e bizzarre; dal pavimento sbucavano persino stalagmiti, ed Ace, nonostante la sua poca cultura in fatto di quelle formazioni, si stava chiedendo come diavolo fosse possibile.

Mentre ne studiava una da vicino, da sottocoperta sentì un gran fracasso e voci che urlavano qualcosa che a lui giunse incomprensibile. Si alzò, ma non tenne conto del ghiaccio che ricopriva l'intera pavimentazione di legno.

Inutile dire che, nemmeno mezzo passo dopo, il piede scivolò rovinosamente, facendolo ruzzolare per terra con un sonoro tonfo. Ace si ritrovò a faccia in su, col sedere e la schiena doloranti e la bocca che lanciava improperi da tutte le parti e a qualsiasi cosa; niente di nuovo, insomma. Aprendo gli occhi, il ragazzo vide qualcosa che lo fece dapprima sorridere, e poi ghignare malignamente.

Un altro dei suoi piani stava per essere messo in atto.

Un paio d'ore dopo Ace, era appostato sul ponte in attesa di qualcosa, o meglio, qualcuno.

Pochi minuti prima aveva scatenato un putiferio di sotto, facendo urlare e correre tutti in ogni direzione; seminare il panico era una delle sue specialità, e ora attendeva solamente che il vecchiaccio uscisse.

Era sicuro che lui soltanto avrebbe avuto il coraggio di mettere il suo naso fuori, pur di proteggere i suoi adorati figlioli dal pericolo imminente prima, e dal freddo polare poi.

Peccato che il pericolo non esistesse realmente, ma era solo tutta una scusa inventata dal ragazzo di fuoco per far uscire allo scoperto il tanto odiato capitano.

Non dovette aspettare molto, nascosto dietro all'albero maestro, per vedere sbucare una figura imponente e rigorosamente a petto nudo. Aveva un sistema di termoregolazione simile ad un termosifone, non c'era altra spiegazione.

Chi diavolo disturba la mia navigazione?!” tuonò Barbabianca, con tono minaccioso, arrischiandosi a mettere un piede fuori. Nemmeno a dirlo, anche lui, prima che potesse reagire, si ritrovò a slittare sul ghiaccio, cadendo rovinosamente col sedere a terra a pochi metri da Ace, che tirò un pugno degno di nota all'albero maestro.

Si sentirono dei tintinnii sinistri e, un istante dopo, un centinaio di piccole e appuntite stalattiti si precipitarono al suolo rischiando di infilzare il povero vecchio.

Ace già cantava vittoria con un sorriso a trentadue denti che però non durò a lungo. Quell'uomo, con una velocità che pareva non essere umana, li schivò uno ad uno, costringendosi in pose davvero improponibili.

Gurararararara tutti questi bastoncini saranno perfetti per i miei cocktail!” tuonò il capitano, aggrappandosi ad uno di essi e tirandosi su. Dopodiché ne prese quanti più ne poteva e si recò nuovamente sottocoperta come se nulla fosse successo.

Ace era allibito. Cocktail? Ma da quando in qua quel vecchiaccio beveva cocktail?





ANGOLO DELLA DEMENZA

Scusate, scusatemi tanto, davvero! Il ritardo non è giustificabile ma è giustificato...almeno credo.
Sono stata a Parigi una settimana e appena tornata mi sono pure ammalata. Non ho tempo per vivere perché la sessione autunnale si avvicina e i miei libri sono ancora lì, immacolati. Chiedo venia, sul serio!
Non ho molto da dire su questo capitolo, se non che è assolutamente scemo. Davvero. Ma mi faceva ridere questa idea cretina.
Comunque. Una piccola cosa. Io so di non essere costante, e quindi non me lo aspetto nemmeno da chi segue la storia e sta in silenzio. Ma se aveste voglia di esserlo un pochino di più anche voi, i miei sforzi sarebbero doppi e riuscirei a pubblicare un po' più regolarmente. Aiuterebbe tutti quanti *ammicca*
Detto ciò, mi dileguo, sperando di non essere sempre e perennemente in ritardo.
Vi amo tutti, sappiatelo!

   
 
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