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Autore: Pimpi95    26/10/2016    0 recensioni
Naruto, seduto in riva al mare, si trovava di fronte ad uno spettacolo che spesso contemplava. Ogni volta che cercava una risposta, il tramonto era lì che lo fissava. Quei colori caldi, il rosso e l'arancione in particolare, li sentiva bene sulla sua pelle, quasi a confortarlo dolcemente. Il ragazzo si rese conto, solo allora, della somiglianza che c'era tra Gaara, Temari, Kankuro e quel gioco di luci che il sole regalava ogni giorno. Erano uguali. Il tramonto, che si manifesta per poco tempo, per quanto si possa tentare di raggiungerlo o toccarlo è impossibile; così come Gaara e i suoi fratelli. Li vedeva raramente, ma soprattutto erano irraggiungibili. Pur continuando a camminare speditamente, Naruto si accorgeva di restare sempre indietro, mentre i tre avanzavano oltre le sue possibilità. Tutte le volte che lui provava a raggiungerli, questi si allontanavano. Proprio come il sole che, al calare delle tenebre, scompare.
Ho cambiato la presentazione perché quella precedente era provvisoria, comunque questa parte della storia accadrà molto più in là nei capitoli. Spero di avervi incuriosito :).
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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~~Capitolo 4 - Ciack si gira!

La storia narra di una bellissima principessa, Yumi, il cui padre voleva trovarle un marito. La ragazza giovanissima non era d’accordo poiché desiderava viaggiare per il mondo e magari conoscere uno straniero interessante che l’avrebbe fatta innamorare. Così un giorno partì da sola per nuovi posti in cui avventurarsi. Conoscerà un ragazzo simpatico, spavaldo e girovago, Kai, ma soprattutto un don Giovanni, che le farà da guida nei suoi viaggi. Di ragazzi ne incontrerà tanti, ma alla fine tornerà a casa esausta e parteciperà al matrimonio combinato. La giovane rimarrà sorpresa perché quello si tramuterà nell’appuntamento migliore.
- La trama ha molti cliché, ma penso che al pubblico piacerà. E poi ci siamo noi a rendere di qualità la storia, giusto sorella? –
- Cosa? – era distratta Asami che rileggeva con aria assente il testo per poi dare un’occhiata alle sue battute.
- Stavo parlando della trama, ma non importa. So a cosa stai pensando. – credeva di essere un ottimo psicologo, Shuichi.
- Sul serio? – domando lei.
- No, ma cerca di restare concentrata per il film. Dobbiamo renderlo un successo. –
Asami fu spaesata da quelle parole, Shuichi a volte non aveva molto tatto, però sapeva che doveva dare il meglio di sé e non poteva semplicemente disprezzare il villaggio della Foglia, che poi, perché lo odiava così tanto.
Nel cercare una risposta, trovò la sua mente immersa nell’immagine di Gaara che stringeva amichevolmente la mano al ragazzo biondo che aveva salvato le sorti della guerra. Naruto era la causa di quell’odio e non poteva farci niente. Non concepiva il pensiero che Gaara e i suoi fratelli avevano stretto amicizia con Konoha. Appartenevano a villaggi completamente diversi e si poteva affermare che non avessero niente in comune, ma Asami vedeva Gaara accennare sempre un sorriso quando lo si immortalava con Naruto. Per lei era molto strano e soprattutto sentiva una sorta di gelosia nei confronti del biondo e del rapporto che aveva con i tre fratelli.
Il costumista interruppe le sue riflessioni e le si avvicinò spedito con due capi d’abbigliamento tra le mani che la ragazza doveva indossare per una scena di combattimento.
La scena che doveva recitare mostrava la parte dove la principessa Yumi, interpretata da Asami, era stata presa di mira da un gruppo di ladri che speravano di catturarla e pretendere il riscatto dal padre di lei, poiché sapevano che la ragazza era figlia di un re. Tuttavia Yumi, sempre accompagnata dal giovane avventuriero che era Shuichi nelle vesti di Kai, dimostrava di essere una principessa combattiva e per nulla intimidita dai nemici che la sfidavano.
Sasuke era in ritardo per l’allenamento collettivo con Sakura e Naruto, ma si fermò lo stesso sul tetto di un’abitazione perché era stato colpito dalla bravura di Asami nel momento in cui catturava, nella finzione, i banditi. La destrezza e l’abilità della ragazza, nel combattere, durante le riprese non passò inosservata e Sasuke pensò che avrebbe potuto essere un’ottima kunoichi se avesse fatto parte della vita degli shinobi, piuttosto che dello spettacolo.
Asami se la cavava soprattutto al tiro con l’arco ed era veloce nei movimenti e la forza non le mancava di certo; poteva essere considerata facilmente alla pari con la forza di Sakura.
Sia Asami che Shuichi avevano appreso ottime capacità sulle arti marziali e possedevano praticità nell’uso delle armi. Dall’età di sette anni i due fratelli iniziarono ad assorbire ogni tipo di conoscenza sul mondo dei ninja e le tecniche basate sul controllo del chakra; pertanto le loro capacità nel combattimento erano state affinate nel corso degli anni successivi, con molta tenacia e forza di volontà.
Il motivo per il quale si erano interessati a quel mondo era dovuto alla forza straordinaria di Gaara, Temari e Kankuro che Asami e Shuichi avevano assistito, in prima persona, quando erano ancora molto piccoli, ma quello che videro i due fratelli rimase stampato nella loro memoria di un anno triste e movimentato.
Sasuke, inoltre, sembrava attratto da Asami; dai suoi capelli neri, lucidi, e dagli occhi più chiari e trasparenti di quelli azzurri che aveva Naruto.
Si sentiva stregato da quella ragazza e dopo averla vista in azione, provava qualcosa di nuovo e a lui sconosciuto. Si presentò in ritardo ai due amici, che lo stavano aspettando, quasi come quello abitudinario di Kakashi, ma Sasuke non inventò strane e improbabili storie perché era troppo serio per quel genere di comportamento. Così dichiarò semplicemente, e mentendo di poco, di essersi svegliato tardi; una mezza verità.
Naruto era pronto con la ramanzina, ma Sakura perdonò il moro, senza perché, felicissima di vederlo.
Dopo qualche ora passata ad allenarsi e confrontarsi duramente, Naruto e i suoi compagni di squadra risalirono la strada che portava da Teuchi per gustarsi un buon ramen, fumante, dopo aver faticato tanto, ma i tre si soffermarono ad osservare un centinaio di ragazzi e ragazze che spiavano all’interno di un buco nel muro, alle spalle del set di recitazione del nuovo film che stavano girando. I fan curiosi, cercavano di assistere indisturbati e silenziosi alle prove degli attori, per carpire qualche anticipazione sulla trama.
Naruto interruppe quella quiete organizzata, chiedendo cosa ci fosse di tanto interessante, ricevendo occhiatacce e insulti di ogni tipo per farlo zittire, ma le ragazze, che erano lì principalmente per la star Shuichi, adocchiarono Sasuke e iniziarono a idolatrarlo facendo un gran baccano. Il chiasso disturbava il regista che per disperazione uscì dal set e si presentò di persona a sgridare la massa di gente che si era formata dietro lo studio di regia. Fu scioccato nel vedere Sasuke circondato da tante ragazze, ma un barlume di genio apparve nella sua testa.
- Ragazzo. – gli spuntò alle spalle e Sasuke fu quasi spaventato per quell’uomo bizzarro con i capelli ricci, spettinati, e gli occhiali da sole scuri – Come ti chiami? –
- Uchiha Sasuke. –
- Oh, perfetto, abiti qui a Konoha? –
- S-si, ma perché lo chiede? –
- Vorrei che tu partecipassi al nuovo film che stiamo girando. Tu saresti ottimo per una parte, ti prego! – arrivò quasi a implorarlo per avere una risposta positiva, ma non ce ne fu bisogno perché il moro accettò subito. Non riusciva a spiegarselo, però, poter recitare con Asami lo interessava molto.
Naruto invece si stupiva che l’amico avesse accettato di recitare, di solito Sasuke ignorava sempre questo tipo di passatempi come ad esempio vedere un film o parteciparvi. Sakura invece sembrava nervosa, non trovava il motivo che spingeva l’amico a recitare con persone sconosciute poiché il ragazzo era sempre sulle sue, in disparte e difficilmente dialogava o interagiva con gli altri. Voleva indagare di più, ma aveva altri impegni e doveva rinunciare in quel momento.
Naruto, invece, fece finta di allontanarsi e prendere un’altra strada, così da poter sbirciare, da sopra al tetto della casa accanto, le prove del suo amico.
Asami e Shuichi non erano affatto contenti di lavorare con un ninja della Foglia che per giunta era palesemente inesperto di recitazione; in più si trattava di un ex traditore e ricercato di quel villaggio.
Sasuke sapeva di essere malvisto dai due attori e stelle dello spettacolo, ma provò a impegnarsi davvero tanto per non rallentare le riprese. A Naruto pareva che l’Uchiha volesse attirare l’attenzione di Asami, ma lei si dimostrava distaccata nei confronti di Sasuke. Quest’ultimo si meravigliò di essere ignorato dalla ragazza perché era abituato ad avere intorno sempre ragazze che lo adoravano. Infatti quell’atteggiamento di freddezza gli faceva capire quanto Asami fosse diversa dalle altre e questo gli piaceva. Sasuke non aveva mai conquistato una donna o meglio non gli serviva, non era un don Giovanni e diventarlo sarebbe risultato impossibile, quindi pensò di voler dare un’ottima impressione con uno dei tanti spasimanti di Asami che Sasuke interpretava nel film. Prese il suo copione e cominciò a recitare con la ragazza in questione, ma trovò non poche difficoltà. Sasuke non era portato per la parte dell’innamorato e Asami lo sospettava. Anche il regista non lo considerava molto idoneo per la parte, ma quello che contava per lui era l’aspetto esteriore del ragazzo che poteva attirare l’attenzione del pubblico femminile.
Per Asami, invece, era una fatica recitare con un attore simile; inesperto e poco interessato al film.
Naruto continuò a seguire i due con sguardo attento e ad un certo punto li vide anche parlare in privato, ma non poté ascoltare la conversazione a causa della lontananza che li divideva, sbuffando continuamente.
- Scusami per i problemi che sto causando, ma non trovo facile la parte che mi è stata data. – cercò di attaccare bottone Sasuke, ma senza timidezza. Era molto naturale quando parlava con lei e Asami non si faceva scrupoli ad essere sincera con il ninja.
- L’ho notato, ma devi stare al passo con gli altri attori se vuoi davvero aiutarci. –
- Lo farò. Non ci siamo ancora presentati, giusto? –
- So chi sei. – lo interruppe Asami – Sasuke Uchiha, ex traditore di Konoha che per qualche assurdo motivo sei stato ingaggiato per questo film. In realtà non mi interessa chi tu sia, ma vorrei semplicemente che tu non intralciassi il nostro lavoro, tutto qua. –
Sasuke percepì la rabbia della ragazza e non fiatò, si sedette in un angolo e rilesse con più attenzione le sue battute. Shuichi che aveva sentito ogni cosa, aveva il presentimento che l’Uchiha si stesse interessando troppo a sua sorella e non ne era felice.
Intanto Shikamaru, seguito da Rock Lee, Kiba e Shino notò Naruto e insieme lo raggiunsero. Erano tornati, da poco, da una piccola missione di salvataggio, ma avevano già parlato con Sakura dell’opportunità di Sasuke e s’interrogarono come mai il biondo avesse un’espressione triste. Shikamaru ipotizzò che il suo amico si fosse preso una cotta per la bella Asami e allo stesso tempo cercava le parole più adatte per tirarlo su di morale, ma Naruto aveva un’idea folle in testa. Come sempre il suo cervello gli inviava stimoli talmente forti che lo portavano ad agire d’istinto e in modo sconsiderato. Naruto s’intromise durante le riprese, saltando dal tetto da cui stava guardando per atterrare di fronte a Sasuke ed esclamando – Tu non sei in grado di proteggere la principessa. Te lo dimostrerò, sconfiggendoti, qui ed ora! –
Asami, Sasuke, Shuichi e il regista come anche tutta la troupe rimasero sorpresi di quella stramba, ma teatrale entrata di scena di Naruto. Tuttavia il regista prese in simpatia il biondo affidandogli una piccola parte nel cortometraggio e ovviamente Asami trovò sbagliata anche quella scelta – Prima l’Uchiha, ora quest’altro strano tipo, insomma perché state affidando dei copioni a persone che non sanno nulla di recitazione? Non lo accetto! Shuichi dillo anche tu! – cercò l’appoggio di suo fratello, ma quest’ultimo non voleva creare discussioni inutili e rimase perciò neutrale, con disappunto della ragazza che, stanca di quella situazione, uscì dalle riprese prima del previsto. Le sembrava che il mondo iniziasse a girare contro di lei.
Il regista non la fermò, conoscendo la personalità difficile di Asami; avrebbe atteso il suo ritorno perché la ragazza era importante per il suo film e non l’avrebbe cambiata con nessun altra.
Naruto intuì di essere stato la causa di quel litigio e andò incontro ad Asami per provare a chiedere scusa e chiarire eventuali malintesi.
- Aspetta. – la raggiunse in pochi secondi – Vorrei sapere come mai tutta questa rabbia. Ti chiedo scusa per aver interrotto le riprese e se sarà necessario eviterò di entrare nel tuo team, ma mi piacerebbe capire perché non posso entrare anch’io nel film? –
Asami lo guardò dritto negli occhi, avevano una sfumatura trasparente, ma soprattutto gli rivolse uno sguardo di ghiaccio freddo e penetrante che entrò nel suo corpo e lo fece rabbrividire.
- Perché non posso evitare di odiarti Uzumaki Naruto. - le parole della ragazza lo fecero gelare ancora di più; i sospetti che Naruto aveva avuto a prima vista su di lei erano fondati. Asami odiava Naruto, ma il biondo ignorava il motivo di quell’astio.
Passarono tre settimane e Naruto non aveva rinunciato alla sua parte nel cortometraggio, infatti si presentò puntualmente anche con il disprezzo di Asami che lo tormentava.
Il ragazzo continuava a essere turbato da quelle dure e insensate parole, come apparivano a lui, ma non smetteva di fissarla e studiarla quasi a tentare un collegamento con quella ragazza che non sopportava nessuno. Con i suoi fan era disponibile e non mancava mai di sorridere, che lo facesse per finta? D’altronde era un’attrice formidabile.
Naruto sapeva benissimo che non poteva essere apprezzato da tutte le persone, però l’odio di Asami lo infastidiva molto perché era tanto stupido quanto immotivato e voleva andare a fondo della faccenda.
Hinata dopo aver sentito dai suoi compagni di squadra, Kiba e Shino, che Naruto avrebbe preso parte al film, si precipitò curiosa alle riprese della pellicola. Quello che sentiva per lui non era mai mutato, era innamorata di Naruto e nonostante la sua timidezza cercava sempre di farglielo capire, ma senza reali risultati. Naruto era preso dagli allenamenti e passava molto tempo a svolgere missioni di ogni tipo. In più sembrava ancora provare qualcosa per Sakura, perciò Hinata era insicura di cosa pensava il biondo nei suoi riguardi.
Naruto aveva reso suo il personaggio che stava interpretando, ma a volte risultava ridicolo tanto che ad Hinata scappava una risata che la metteva di buon umore, l’unica cosa che il suo cuore non accettava era vedere il ragazzo che prestava molta attenzione ad Asami. Si domandò se avesse una cotta per lei o se fossero già impegnati in una relazione amorosa. Riusciva solo ad immaginare il peggio, ma in fondo non poteva pretendere troppo visto che lei era solo un’amica per lui. In ogni caso il cortometraggio stava uscendo bene e riconosceva le brillanti capacità d’interpretazione di Asami e del fratello; provò un po’ d’invidia per non essere con Naruto e condividere quei momenti insieme. Non si parlavano da settimane e gli mancava anche se ogni volta che ne aveva l’occasione Hinata preferiva fuggire o inventarsi scuse banali pur di non trovarsi da sola con il biondo.
Sasuke recitava meglio di quanto aveva iniziato quel progetto e anche se era solo finzione il ragazzo cercava di trasmettere i suoi sentimenti ad Asami tramite il suo personaggio fittizio. Era molto bella e intelligente , aveva un sorriso che preferiva a chiunque altra, ma quello che lo sorprendeva maggiormente era quel velo di mistero che la circondava. Sasuke voleva scoprire molto di più sul suo conto e sapere tutto ciò che sui giornali scandalistici non scrivevano. Alcune volta la vedeva triste e malinconica, altre era solo fredda e insopportabile, ma al ragazzo non importava; sperava soltanto di conoscere meglio Asami e capire ciò che provava davvero per lei.
Mentre il film procedeva per il meglio, al villaggio della sabbia si verificarono diversi cambiamenti imprevisti.
Ogni giorno era sempre lo stesso sogno, ogni settimana non cambiava di una virgola e ogni volta lo ricordava perfettamente e con tutti i dettagli. Ogni mattina presto Gaara si svegliava con una mano protesa verso l’alto come per raggiungere qualcosa o qualcuno. Il ragazzo sentiva di essere dentro quel sogno non soltanto come frutto del suo subconscio bensì come partecipazione attiva del corpo e della mente quasi a sentire reali e vicinissime quelle sensazioni che provava all’interno del sogno. Gli sembrava una parte della sua vita vissuta nel passato; un ricordo lontano come un sogno irreale, ma tanto vicino e forte da non poterlo allontanare facilmente dalla sua mente. Il rosso si cambiò l’abito e si recò nel suo studio personale dove lavorava giorno e notte per i suoi compiti di Kazekage e intanto cercava di rivivere quelle immagini ricorrenti che apparivano sempre spezzate e disordinate.
Il sogno cominciava sempre con un piccolo Gaara di cinque anni che si trovava in un luogo estraneo a lui, percorreva una strada circondata di fiori multicolori e distese verdi curatissime che splendevano sotto i raggi solari. Tra un mucchio di fiori morbidi e brillanti il bambino dai capelli rossi scorse una figura piccina, all’incirca della sua età, sdraiata sopra un centinaio di margherite. Aveva gli occhi chiusi e si godeva quella mattina soleggiata e calda. La bambina, però, sentendosi osservata aprì gli occhi e si trovò a fissare Gaara che non aveva mai visto prima. Fu colpita dai suoi capelli rossi e gli sorrise spontaneamente.
Gaara invece rimaneva incantato dalla bellezza di quella bambina per i suoi occhi azzurro cielo e i capelli biondi mossi da un venticello calmo e rassicurante. Non osava muoversi da dove si era fermato perché non conosceva nulla di quel posto e tanto meno lei e le mostrava solo degli occhi verdi, spenti e tristi. Poi la scena cambiava drasticamente e Gaara veniva catapultato su una spiaggia dorata e di fronte ammirava il mare luccicante. Il rosso si perdeva nel contemplare l’acqua che bagnava la sabbia e poi si ritirava, un flusso continuo che non si arrestava, ma era piacevole da guardare mentre poco più distante dei bambini giocavano a pallavolo.
Lui non era stato invitato e rimaneva seduto su una piccola sedia con i piedi nella calda sabbia che lo confortava. Ad un tratto un pallone arrivo quasi a sfiorare Gaara, ma prontamente la sabbia, che si manifestava tutte le volte che si trovava in pericolo, lo difese come uno scudo impenetrabile senza ferirlo. Tuttavia la bambina dai capelli d’oro, che aveva incontrato precedentemente, vide tutta la dinamica della scena e il rosso provò timore di averla impaurita, proprio come ogni volta che qualcuno assisteva al momento in cui il suo potere si manifestava. La piccola però non era spaventata né cercò di scappare; si avvicinò al bambino con sguardo stupito e curioso. Agitò la mano per tentare di afferrare qualche piccolo frammento di sabbia che circondava ancora Gaara e disse – Come riesci a fare tutto questo? Sembra come una magia! –
- Cosa? – era stranito il rosso. Allora la bambina sorrise e continuò – Sembri come un super eroe, qualcuno che difende le persone dai pericoli! È una storia che mi racconta sempre il mio papà. È fantastico! Voglio presentarti ai miei amici, ti va? –
Gaara era incantato dalle parole esaltanti della bambina e si sentiva felice per quei complimenti, ma non voleva conoscere nessuno. Non voleva legarsi a nessuno né giocare con qualcuno. Sapeva che se lo avessero conosciuto meglio alla fine potevano prenderlo in giro o allontanarsi come facevano tutti di solito e non voleva soffrire ancora, perciò disse alla piccola, in modo sprezzante, no.
- Preferisco rimanere solo, mi odiano tutti e anche tu potresti odiarmi. Nessuno mi capisce. –
Con la tristezza negli occhi e nel cuore Gaara si allontanò dalla bambina e prima di vedere o sentire qualcos’altro il buio riportava il rosso nella sua camera, sveglio e cosciente del sogno che aveva fatto.
Kankuro era nel bel mezzo di una missione e aveva appena catturato un bandito che diceva di conoscere dei segreti sulla sua famiglia. Il ragazzo non voleva sentire alcuna bugia dalle parole di un individuo che preferiva fare del male a molta gente, così decise di prenderlo e portarlo al giudizio del suo villaggio. Il destino, però, non gli fu molto favorevole perché Kankuro accusò un forte mal di testa; giurava addirittura di vedere se stesso da bambino che costruiva una marionetta particolare e compiaciuto si divertiva, solo che non ricordava prima di allora di aver mai realizzato una marionetta di quel genere. La distrazione per quella specie di visione gli costò caro perché il ladro volle approfittarsi di lui e ucciderlo, ma un ninja della sabbia lo fermò in tempo e Kankuro imprigionò il nemico nella sua marionetta, prontamente. Cos’era stata quella visione? Si domandava il marionettista, poteva finire male per lui e non capiva cosa fosse accaduto in quel momento di distrazione; sperava fosse solo mancanza di sonno e nient’altro.
Temari era invece intenzionata a fare un po’ di pratica con il suo ventaglio. Voleva diventare più forte e allenarsi duramente era il suo unico obiettivo di quella mattina. Aveva trascurato gli allenamenti a causa di varie missioni diplomatiche e anche per aver aiutato Gaara con alcune pratiche noiose di contabilità e problemi legati a Suna, ma non poteva scordare di essere una shinobi che combatte contro i pericoli per la sua incolumità e quella delle persone a cui voleva bene; doveva diventare ancora più potente.
Volle esercitarsi in una delle palestre dove anche Gaara faceva pratica e cominciò a sperimentare nuove tecniche che le potevano essere utili in battaglia. Ignorava, però, che nelle ultime settimane il suo chakra era cambiato, era aumentato di colpo. Provò all’inizio con esercizi semplici, come correre sulle pareti e poi sferrare raffiche di vento che nascondevano lame di chakra per sorprendere gli avversari, ma qualcosa non le quadrava.
Il flusso di chakra sembrava non rispondere al suo comando. Non riusciva a gestirlo come sempre. Le lame di vento che sprigionava il ventaglio colpivano con più forza e velocità i pupazzi che erano stati messi lì per allenarsi, infatti venivano distrutti in pochi istanti. Non poteva essere migliorata così tanto in settimane di intenso lavoro manuale e per nulla fisico. Si sentiva più pesante ogni volta che utilizzava tecniche complesse, ma soprattutto la palestra sembrava diventata un campo di battaglia. Gli attacchi di vento della ragazza distrussero gran parte delle cose che erano in quella struttura e quest’ultima presentava crepe profonde sul soffitto, alle pareti e perfino sul pavimento. Era quasi tutto a pezzi, ma la struttura non cedeva era forte diversamente da Temari che solo dopo mezz’ora sembrava esausta e debole. Sentiva gli occhi annebbiarsi e in poco tempo crollò a terra senza forze.
L’amica di Matsuri che aveva avuto l’ordine da quest’ultima di seguire e controllare Temari, corse in aiuto della ragazza svenuta e la portò in ospedale. Masturi capì subito che le cose stavano cominciando a cambiare per i tre fratelli della sabbia e non poteva assolutamente lasciarli soli e senza difese.
Quando Temari si svegliò, trovò il suo fratellino Gaara accanto a lei. La sorella spiegò ogni cosa, ma il rosso ipotizzò soltanto che la ragazza fosse stanca per il troppo lavoro. Così le ordinò di riposarsi per qualche giorno e di non strafare, però controllò in ogni caso la palestra semi distrutta e pensieroso diede il comando a un gruppo di esperti architetti di ripararla al meglio.
A Konoha arrivavano stranieri da ogni parte del mondo per poter vedere le famose super star, ma Shikamaru non dimenticava di andare a trovare ogni giorno la lapide di suo padre. A volte incontrava Ino che faceva visita alla tomba del suo papà, ma quel giorno era solo e mentre cambiava i fiori ormai seccati per sostituirli con quelli più vivi ripensò a qualche mese prima quando lì, con lui, c’era anche Temari.
Erano trascorse due settimane dal dopo guerra e dalla sepoltura di suo padre, Shikamaru era in piedi e fissava davanti a lui il monumento che conservava il corpo del suo vecchio. Ripensava ai tanti insegnamenti e a quelle giornate passate insieme a lui; non riusciva a scordare il pianto di dolore di sua madre quando aveva appreso la triste notizia e automaticamente, a quel pensiero, i suoi occhi si bagnarono di lacrime. Approfittava di piangere perché non c’era nessuno che lo guardava, però a sorprenderlo fu Temari che arrivò all’improvviso e gli strinse la mano per consolarlo.
Shikamaru la guardò mentre sentiva piacevole il contatto con la sua mano e lei fece lo stesso.
- Temari, che ci fai qui? – chiese asciugandosi le lacrime.
- Se non fossi arrivata, avresti inondato questo posto con le tue lacrime. Dovresti ringraziarmi. –
Il ragazzo, fermatosi di piangere, incominciò a ridere per quelle bizzarre parole e Temari sorrise con lui. Il vento accarezzò entrambi portandosi dietro quel piccolo momento di gioia tra i due.
- Deve essere stato un ottimo padre. – ritenne la ragazza dopo averlo visto piangere.
- Si, non era il migliore, ma ho condiviso molto con lui. Gli volevo bene e so che anche per lui era lo stesso. –
- Ti invidio, sai? – pensò di rivelare Temari e Shikamaru posò subito gli occhi su di lei – Per quanto mi riguarda, non ho pianto al funerale dei miei genitori e neanche adesso ci riuscirei. Mia madre è andata via prima che io potessi conoscere la tristezza e mio padre…praticamente non lo vedevo mai. –
Temari non provava nulla quando per consuetudine doveva visitare le tombe dei suoi famigliari e anche parlarne non era niente, ma in quel momento sentiva di volerlo raccontare a Shikamaru. Quest’ultimo non disse nessuna parola di conforto bensì si limitò a stringerle forte la mano della ragazza che era ancora incollata alla sua. Temari percepì quel silenzioso conforto e sorrise – Scusami, alla fine ho finito per parlare di me. – allentò la stretta di mano per lasciarla del tutto e anche Shikamaru perché si sentiva molto in imbarazzo.
- Ora devo andare a casa, Gaara mi sta aspettando per partire insieme. Ero solo venuta a salutarti. –
- Certo, state attenti durante il viaggio. – le rivolse un sorriso e lei rispose con un si, poi si mise in cammino senza voltarsi.
Il ragazzo era ancora là, vicino alla lapide – Sono proprio senza speranze, giusto papà? – riconosceva di non aver fatto una buona impressione a Temari.
Tornato in quel luogo, fuori da quel ricordo, Shikamaru alzò lo sguardo verso un cielo senza ombra di nuvole; voleva rivederla.
Sakura era seduta su una panchina per riposarsi un po’, ma la sua testa viaggiava altrove. C’era solo l’immagine di Sasuke a occuparle i pensieri, preoccupata di quello che stava succedendo tra il moro e la super star Asami. A Sakura non piaceva affatto il modo in cui il ragazzo guardava Asami perché lo vedeva interessato a lei e ultimamente si era allontanato dal team 7 a causa del film. Sasuke non si confidava mai dei suoi problemi figuriamoci se avesse preso una cotta per una ragazza, ma davvero gli piaceva Asami? Si domandava freneticamente la ragazza dai capelli ciliegio. Voleva scrollarsi di dosso quei pensieri stupidi e futili, ma proprio non ci riusciva perché era chiaramente gelosa di Asami che passava molto tempo con Sasuke e sembravano tanto affiatati, rispetto a ciò che invece lei condivideva con il moro ovvero quasi nulla. Sakura si accorse di non essere minimamente osservata dal ragazzo che le piaceva e ci stava male.
Rock Lee passò da quelle parti e appena vide Sakura sprizzò di felicità interrompendo la quiete della kunoichi.
- Sakura! –
- Rock Lee! Non ti stanchi mai tu, vero? –
- Esattamente, stavo testando un nuovo allenamento, cioè fare capriole per tutto il villaggio senza pause. – strinse i pugni con determinazione – Posso farcela, stai a vedere! –
Iniziò agilmente a muoversi da tutte le parti facendo la ruota, ma il ragazzo notò l’espressione distrutta e poco serena dell’amica perciò le domandò cosa avesse. Sakura raccontò la sua preoccupazione di poter perdere Sasuke, ma più lo esternava più si rendeva conto di essere tornata la ragazzina immatura di un tempo e doveva disfarsi di quella brutta abitudine.
- Puoi stare tranquilla Sakura, Sasuke non può ignorarti, in fondo fate parte dello stesso team e poi deve essere proprio uno stupido a non accorgersi di quanto tu sia fantastica. Non può innamorarsi di una ragazza che non sia tu, vedrai. – erano parole sincere nonostante Rock Lee provasse dei forti sentimenti per la ragazza, lui cercava sempre di confortarla ed essere suo amico in ogni circostanza per farla sentire bene.
- Grazie davvero, Rock lee. Sei davvero un amico. – gli sorrise gentilmente, poi quando il ragazzo tornò ai suoi giri acrobatici per la città lei continuò i suoi viaggi mentali.
Naruto si era mangiato una dozzina di ciotole di ramen per fare il pieno delle forze e potersi allenare meglio, pagò Teuchi e uscì dal locale. Proprio quando pensava di prendersela comoda per gli allenamenti vide Hinata e la salutò sperando di non essere ignorato come il solito dalla ragazza che si nascondeva spesso quando c’era lui nelle vicinanze.
Hinata tuttavia non si allontanò – Naruto, c-come stai? –
- Dopo aver mangiato ramen a sazietà mi sento rinato. Dovresti provare anche tu a mangiarne abbastanza quasi a scoppiare e davvero nutriente ed energico! – spiegò il biondo, pareva innamorato di quel cibo.
- S-si, capisco. – il rossore sul suo viso era diminuito grazie a Naruto che aveva rotto il ghiaccio con quell’argomento.
Naruto non se lo aspettava, ma in quel momento sentiva tensione per quell’incontro, era arrossito un po’ anche lui. Faceva lo spavaldo, ma in fondo sapeva benissimo che tra lui e Hinata era cambiato qualcosa anche se non sapeva ancora come definire il loro rapporto.
- Allora, dove stavi andando? – chiese lui.
- Faccio una pausa dal mio allenamento, piuttosto come va col film? – ebbe il coraggio di proferire Hinata senza balbettare.
- Sono contento che tu me lo abbia chiesto, sono davvero soddisfatto di come sto recitando. Sta andando alla grande! Verrai a vedere il film, giusto? Si prospetta davvero bello! –
- Certo! Non lo perderei mai. – sorrise dolcemente e Naruto quasi ne rimase incantato.
- Ti andrebbe di fare quattro passi con me? – domandò il biondo, senza pensarci.
Hinata rimase stupita da quella proposta, ma non se lo fece ripetere due volte e accettò. Era molto felice di poter passare un po’ di tempo con Naruto tutto per lei. Il ragazzo si confidò con lei accennando il difficile incontro con Asami e ciò che gli aveva detto cioè lo strano odio nei suoi confronti. Hinata sembrava sollevata perché quello significava che Naruto non era proprio innamorato dell’attrice, ma era solo preoccupato di non andare d’accordo con lei e di non riuscire ad instaurare un dialogo pacifico. Hinata voleva davvero aiutare il ragazzo a fare amicizia con Asami poiché sapeva quanto ci teneva Naruto, così gli diede la sua parola che avrebbe investigato sulla ragazza per conoscere qualcosa in più su di lei e capire come mai detestasse il biondo; intanto si godeva quella breve passeggiata con lui.
Naruto si sentiva bene vicino ad Hinata e si era sfogato con lei perché sapeva di potersi fidare, lei non lo avrebbe mai giudicato male. Si sentiva osservato dalle persone del villaggio mentre era accanto ad Hinata e non poteva evitare di sentirsi nervoso e imbarazzato, però quel tempo passato con la ragazza lo rassicurava e tutto gli appariva più luminoso.
Asami cercava in tutti i modi di scrollarsi i suoi fan numerosi correndo in strade strette e sconosciute, ma poco le importava; voleva solo stare un po’ per conto suo. Proprio mentre sperava di essere sola e indisturbata una voce la colse di sorpresa, temendo fosse un’altra fan impazzita.
- Tu sei Asami, l’attrice famosa? –
La super star si voltò e senza togliersi gli occhiali scuri riconobbe quel volto familiare che aveva già visto in uno degli articoli sul giornale che parlava dei ninja della foglia. Era Sakura Haruno ad averla fermata.
- Qualche problema? –
- Si, detesto dovertelo dire, ma io non posso vederti vicino a Sasuke. Capisci? Vorrei sapere cosa c’è tra di voi. –
- Se ti riferisci all’Uchiha, puoi stare tranquilla. Non sono affatto interessata a uno come lui. Al massimo dovresti chiedere a lui cosa ne pensa. Gli uomini spesso sono attratti da una donna e poi quando ne vedono un’altra più bella, lasciano quella precedente, per attrazione fisica o qualsiasi altra cosa sia. –
- No. Ti sbagli, Sasuke non è quel genere di persona. –
- Ti ripeto che non devi parlarne con me, ma con lui. A me non importa nulla di questa faccenda né tanto meno del ragazzo che, a quanto pare, ti piace molto. –
Asami si tolse gli occhiali per rispetto – Adesso devi perdonarmi, ma se non ti serve un autografo io devo scappare altrimenti i miei fan scatenati mi trovano. – andò via lasciando Sakura a riflettere sulle parole della ragazza.
Gaara era intento a firmare documenti interminabili quando all’improvviso una forte fitta alla tempia lo preoccupò. Quel dolore che avvertiva non era normale, c’era qualcosa di più e nulla di buono. Immediatamente quel mal di testa si affievolì e cominciò a trasformarsi in una visione, la stessa che ogni notte sognava. Il sogno però non si fermava al momento in cui il piccolo Gaara andava via dalla spiaggia, infatti continuava mostrando un’altra scena che al ragazzo era del tutto nuova.
- Perché sei così triste? – non voleva lasciarlo andare, la bambina.
- Tu non mi conosci, io… sono un mostro. –
- Ma io non ho paura, vorrei tanto conoscerti. Io mi chiamo… -
Gaara non riuscì a sentire altro di quella frase, la bambina dai capelli dorati stava svanendo come anche tutto ciò che c’era attorno a lui. Vedeva tutto sfocato e le parole non le capiva, erano distorte e fievoli. In pochi secondi il rosso era già tornato indietro, seduto alla scrivania immerso nelle cartacce burocratiche. Quel sogno era svanito e anche il suo dolore alla testa. Decise di prendersi una pausa e per sfogarsi di quella strana visione si diresse verso la sua palestra privata. Rilasciò a poco a poco la sua sabbia e si concentrò unicamente sulle tecniche nuove che aveva sperimentato di recente, ma qualcosa andò storto. La sabbia non rispondeva al suo controllo, come era accaduto a sua sorella. Gaara fece un enorme sforzo fisico e mentale per ricondurre la sabbia nel suo contenitore che il rosso aveva alle spalle. Quando finalmente riuscì a chiudere il tappo che sigillava l’enorme quantità di sabbia, Gaara notò i danni che aveva causato alla palestra inoltre il suo cuore pulsava più che mai e si sedette per riprendersi dalla fatica tentando di non svenire. Dopo qualche minuto raggiunse la sua stanza di Kazekage e fece chiamare all’appello i suoi fratelli per discutere di quello che gli stava accadendo.
- Gaara, io non ho provato ad allenarmi come mi avevi chiesto tu e rimanere a riposo, ma è grave che anche tu abbia problemi a governare il tuo potere! – disse Temari amareggiata.
- Lo so bene. – comprendeva Gaara, aveva omesso, però, il sogno ricorrente.
- A dire la verità anche io ho avuto dei problemi e una visione. – annunciò Kankuro.
- Cosa? Anche tu, e di quale visione parli? – domandò preoccupata la sorella.
- E’ iniziato tutto durante una missione. Mi sono distratto, a causa di una visione che vedeva me da piccolo costruire una marionetta di legno che assomigliava a una volpe, rischiando di essere ucciso. Mai costruita, che io ricordi e poi l’altro giorno invece di attaccare un nemico, la mia marionetta era impazzita, sembrava quasi che i fili di chakra mi facessero sbagliare obiettivo. Finendo per poco ad aggredire un ninja che mi faceva da spalla nella missione. –
- Se il problema ricade su tutti e tre la cosa è preoccupante, ragazzi. – Temari si sedette per cercare di venire a capo di una soluzione, ma Gaara la precedette.
- Non possiamo risolvere la cosa da soli. Ci serve un aiuto esperto. –
- Vorresti dire, per esempio, un medico? – pensò Kankuro.
- Allora stai forse pensando di chiedere aiuto all’Hokage di Konoha? – domandò Temari che aveva capito le intenzioni di suo fratello minore.
- Esattamente, parleremo con lei, è la migliore che conosciamo in quel campo. –
Un ninja della sabbia, incaricato delle comunicazioni tra i vari paesi, interruppe il dialogo dei tre. Era arrivato un messaggio dal villaggio della foglia che chiedeva la partecipazione di Gaara e i suoi fratelli alla prima del film che stava per volgere al termine. Quell’invito era l’ottima occasione per i tre fratelli di parlare con Tsunade e chiedere un valido consiglio.

 

 

ANGOLO AUTRICE: Mi scuso per l’enorme ritardo, ma purtroppo sarà sempre così. Non so quando potrò scrivere e pubblicare il prossimo capitolo. Comunque in questa puntata ho aggiunto Hinata che vorrebbe essere notata da Naruto, ma non è facile per i due. Infatti i due avranno una lenta storia d’amore, non li metterò subito insieme, come anche per Sakura e Sasuke. Per quanto riguarda Gaara e i suoi fratelli invece, come avete visto, le cose per loro si complicano. Spero di non aver annoiato nessuno e che continuerete a seguirmi :). Alla prossima!!! XD.

 

   
 
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