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Autore: nikita82roma    26/10/2016    2 recensioni
Kate sta per tornare al distretto riprendendo ufficialmente il suo ruolo di capitano e separarsi da sua figlia e da suo marito sarà più difficile di quanto pensasse. Non appena rientra al distretto le si presenta subito un caso scottante che tratterà in prima persona: il figlio di un famoso narcotrafficante di origine venezuelana è il colpevole di alcuni efferati delitti di giovani donne. Si troverà davanti a decisioni difficili e a dover combattere una battaglia alla quale è impreparata che la metterà davanti a nuove e vecchie paura, a dover scegliere ancora una volta quale direzione dovrà prendere la sua vita...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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Jim rimase ad ascoltare lo sfogo della figlia.

- Mi stai parlando sempre come al tuo avvocato? 

- Sì. Perché così qualsiasi cosa ti dico tu non avrai nessun obbligo di riferirla e rimarrà confidenziale tra avvocato e cliente.

- Credo che dovresti valutare altre soluzione Katie. Te lo dico anche da avvocato.

- Far mettere FBI e Polizia sulle tracce di Campos che tiene mia figlia? Mettere in pericolo la sua vita? Non posso farlo, non posso giocare con la vita di Lily sperando di arrivare in tempo

- Avresti detto questo ad una persona che fosse venuta per denunciare un rapimento? Che giocavate con la vita dei loro parenti?

- È diverso papà!

- Certo che è diverso, perché è tua figlia! Perché sei venuta a parlare con me Katie? Cosa vuoi sentirti dire, che stai facendo la cosa giusta? Se me lo chiedi come avvocato non posso mai dirti di sì.

- E come padre?

- Avrei fatto tutto per te Katie. - Jim si sporse sulla scrivania mettendo una mano sopra quelle della figlia strette a pungo - E se te lo stai chiedendo, anche tua madre avrebbe fatto qualsiasi cosa. 

- Mamma è morta per quello in cui credeva.

- Sì, perché tua madre era testarda, più di te, forse. Ma non avrebbe mai messo a rischio la tua vita. La sua sì, non la tua, sono situazioni diverse. Ma soprattutto tua madre non avrebbe mai voluto che tu lo facessi per lei. Vedi, Katie, forse adesso puoi capire quello che ho cercato di dirti per tanti anni, quando provavo a spiegarti che mettendo a rischio la tua vita non avresti mai fatto quello che voleva tua madre e non era quello il modo per renderle giustizia. L’amore di un genitore per il proprio figlio va al di sopra di tutto, anche della ricerca della verità e della giustizia, anche dei propri principi. Lo capisci adesso Katie, vero?

- Sì… - ammise sospirando

- Perché non vuoi che Castle sia coinvolto?

- Se mi dovesse accadere qualcosa, di qualsiasi tipo, Lily deve avere suo padre vicino e Castle deve potersi prendere cura di lei. Appena che lei sarà casa al sicuro, io mi andrò a costituire. Per questo tu devi essere informato, come mio avvocato.

- Pensaci bene Katie… Pensa a qualsiasi alternativa e soprattutto non fare niente di avventato.

- Non ti preoccupare papà. - Kate strinse la mano di suo padre 

 

 

Kate rientrò al loft dopo aver schivato l’immancabile capannello di giornalisti sotto casa. Stava cominciando a non farci quasi più caso. Avrebbe giurato che la casa fosse vuota mentre sentiva solo i suoi passi, ma dalla porta di camera che dava sullo studio vide Castle. Lasciò le sue cose disordinatamente sul letto e lo raggiunse. Sentiva basse le loro voci provenire dal computer di Castle e le risate. Non doveva nemmeno vedere lo schermo per sapere cosa stesse facendo.

- Mia madre è alla scuola, Alexis è uscita. - Castle l’avvisò cosicché si sentisse libera di parlare mentre continuava a fissare le immagini sullo schermo.

-  Ho avuto molte più informazioni di quanto sperassi ed ho chiamato Campos ma… - Kate si fermò, non sapeva come spiegare a Rick la sua titubanza.

- Ma? - Chiese Rick distogliendo gli occhi dallo schermo e guardando sua moglie in piedi vicino a lui.

- Ma non sono riuscita a dirgli tutto. Ho preso tempo.

- Capisco… 

- Sicuro Rick? Capisci che non sono riuscita a dire a Campos quello che voleva sapere per liberare nostra figlia? Come fai a capirmi che non riesco a farlo nemmeno io?

- Nel momento in cui lo farai rinnegherai quella che sei, ucciderai una parte di te. Mi spaventa questo Kate, sarei stupido a negarlo. Vorrei essere io a dover essere messo davanti ad una decisione simile. Ci deve essere un’altra via d’uscita, c’è sempre, la dobbiamo solo trovare. Dobbiamo prendere tutto quello che abbiamo, parlarne con Ryan ed Esposito ed anche con Sorenson. Tutti insieme Kate. 

- No, Castle. Non voglio giocare con la vita di nostra figlia. Ed ho bisogno di sapere che tu non farai nulla di testa tua. Che ti fiderai di me. Perché io devo sapere che qualunque cosa accada tu ci sarai. - Beckett scandiva bene le sue parole, parlando lentamente, come chi sta maturando una decisione e la sta comunicando prima di tutto a se stessa.

- Che vuoi dire Kate? - Le chiese preoccupato.

- Qualsiasi cosa accadrà, Lily avrà bisogno di te. Devo sapere che non farai nulla di testa tua come sempre, Castle.

- Lily avrà bisogno di noi! Cosa stai dicendo Kate? - Rick si alzò prendendo Kate per le spalle, quasi scuotendola.

- Ti amo Castle, amo nostra figlia. Farò qualunque cosa per riportarla a casa. Però le mie scelte avranno un prezzo da pagare e lo farò. Per questo tu ne devi stare fuori, perché lei avrà bisogno di te. Alexis ha detto che io non avrei mai rinunciato alla mia vita per niente, nemmeno per voi. Non è così.

- Non devi dimostrare nulla a nessuno. Soprattutto non devi dimostrare niente a me, Kate. - Lo abbracciò, facendo scorrere le mani sulla sua schiena ed appoggiandosi alla sua spalla mentre lui le parlava.

- Babe… E’ giusto così. - Gli diede un bacio sfuggevole e poi andò nella camera di Lily.

Si sedette sulla sedia a dondolo dove si rilassava con sua figlia in braccio, per farla addormentare e si sentiva vuota senza. Si guardò intorno, era lì che sua figlia sarebbe cresciuta, era tutto stato fatto per lei, scelta ogni singola cosa pensando a lei. La immaginò più grande, con il sorriso furbo, seduta a terra sul tappeto a giocare con Castle, che sarebbe stato la sua vittima preferita di ogni tipo di gioco e lui si sarebbe fatto pazientemente fare qualsiasi cosa da lei, solo per farla felice. Lo vedeva seduto sulla poltrona mentre le leggeva una favola prima di dormire, anzi no, mentre la inventava ed ogni sera gliene avrebbe inventata una nuova. Doveva solo riportarla a casa, sarebbe stata bene. 

 

 “And I just wanna see you smile, Yeah I just wanna see you smile” 

Pensava a quella che era diventata l’unica ninna nanna che le cantava sempre quando erano sole, anche se sapeva che il più delle volte Castle la spiava da dietro la porta, per sentirla cantare, a quanto erano vere, in quel momento, le parole di quella canzone perché lei realmente avrebbe solo voluto vedere sua figlia dormire tranquilla, sognare e sorridere.

Si sfilò il distintivo che teneva ancora appuntato sui pantaloni. Lo girò e rigirò tra le mani, passò le dita sul contorno e più volte su quella parola “Captain”. Le sembrava quasi una maledizione quel ruolo, dal suo primo giorno quando aveva ricevuto l’incarico non aveva più vissuto una vita normale e tutto quello per cui aveva lavorato anni ed anni si stava pian piano dissolvendo.

Pensò al suo passato, a quella ragazzina di nemmeno vent’anni che entra all’accademia spinta dalla rabbia e dalla voglia di vendetta, alle umiliazioni subite dai compagni, uomini, più grandi, a quanto si era allenata, fisicamente ma non solo, per tenergli testa. A quel giorno che in uno scatto d’ira si era tagliata i capelli, per essere meno donna, meno debole. Pensò a Royce aveva saputo indirizzarla verso quel lavoro, a come era stato martellante e divertente lavorare con lui e come l’aveva forgiata, capendola senza opprimerla. Pensò a Roy che le aveva insegnato tutto quello che sapeva su come essere una brava detective, pensò al suo sacrificio per darle un’opportunità. Si chiese cosa le avrebbe detto lui adesso e si chiese se lei avrebbe ugualmente fatto tutto da sola o se si sarebbe fatta aiutare da lui. Pensò a Sorenson e alla scelta di non sacrificare la sua carriera, nemmeno per lui e a quanto aveva sofferto come una stupida quando lui, invece l’aveva lasciata per Boston ma il suo lavoro era sempre più importante, anche di lui. Pensò a Ryan ed Esposito, alle loro notti in bianco al distretto con quel caffè schifoso i primi anni alla omicidi, le chiamate nel cuore della notte, pensò agli interrogatori infiniti, alle teorie alla lavagna, a Castle che era entrato come un tornado al distretto, migliorando tutto, almeno per lei, anche se non lo voleva ammettere. Pensò a quella prima vittima che li aveva fatti incontrare e forse doveva esserle anche riconoscente. Pensò alla Gates e a quanto il loro rapporto conflittuale era riuscita a farla crescere e a diventare più forte. Pensò all’orgoglio provato il giorno che scendeva da quella scalinata con Bracken finalmente in arresto e per la prima volta si era sentita libera di guardare al mondo con occhi diversi. Pensò a tutti i colleghi, gli agenti, i collaboratori che la rispettavano, alle matricole che avevano detto di prenderla come esempio. Pensò ai suoi sogni di ragazza ed essere arrivata a capo del proprio distretto era un traguardo che forse non aveva mai sperato di raggiungere, pensò al suo futuro che in quel momento non era che una mera illusione. Non ci sarebbe stata Washington, non ci sarebbe stato nessun ruolo politico, non ci sarebbe stato più nulla. Nel suo futuro vedeva Castle che giocava con Lily, li vedeva felici e voleva che questo fosse reale, almeno questo.  Pensò che faceva bene a temere la felicità, perché ci si abitua presto e dopo fa male, dopo rimangono solo i sogni che si infrangono. Pensò che in quei quattro mesi era stata più felice di quanto avesse mai potuto sperare di esserlo, e doveva essere contenta per questo. Le note di quella canzone continuavano a risuonarle in testa, mentre il distintivo era stretto nella sua mano, ma non valeva più nulla. Nemmeno i suoi sogni valevano più nulla, quelli di una ragazza e di una donna che aveva dedicato gran parte della vita al suo lavoro, alla giustizia, alla voglia di arrivare sempre alla verità, per dare voce a tutte quelle persone che non possono più parlare e per dare sollievo alle famiglie delle vittime, con quell’illusorio balsamo che è l’assicurare alla giustizia un criminale. Il grazie che aveva ricevuto dai parenti di una vittima era sempre il momento più bello del suo lavoro, perché sapeva che nel suo piccolo era stata utile a qualcuno, che una famiglia avrebbe potuto piangere il proprio caro in pace, sapendo che l’omicida era stato arrestato, che lei lo aveva arrestato. Tutto questo non aveva più alcun valore davanti a sua figlia e se convivere con il rimorso di aver provocato altro dolore in famiglie già provate, di mettere a rischio la vita di colleghi sarebbe stato atroce, il rimpianto di non aver fatto qualunque cosa per salvare Lily sarebbe stato impossibile da sopportare. Sapeva bene, dall’inizio, che non avrebbe avuto una scelta da fare, che la scelta era solo una e la doveva solo accettare.

Come on dream on, dream baby dream

 

Si alzò dalla sedia a dondolo e si appoggiò al lettino di Lily. Non aveva mai dormito lì, lo avrebbe fatto quando sarebbe tornata a casa.

- Campos? Sono Beckett. Ho quello che vuoi sapere. Ma prima voglio essere sicura che Lily stia bene e che sia viva.

- Jefa, non sei tu che dai le condizioni.

- Voglio solo vedere che mia figlia sta bene. Mandami un suo video con il notiziario di oggi. Poi ti dirò tutto.

- Vale. Ti farò contenta. Ma tu non fare scherzi.

 

Kate sentì i passa di Castle avvicinarsi e si voltò mentre metteva il telefono, continuando a tenere in mano il distintivo.

- Hai sentito tutto. - Non gli stava ponendo una domanda, sapeva che era così.

- Sì. - Ripose Rick quando le era ormai davanti e le spostò i capelli dal viso, portandoglieli dietro l’orecchio, approfittando per accarezzarla con il dorso della mano sulla guancia.

- Mi dispiace. Tutto questo non porterà una buona pubblicità nemmeno a te… 

- Sono già un padre rapitori di bambini, non sarà peggiore… - Ironizzò Rick, ma vide Kate colpita da quanto aveva detto - Ehy! Non è colpa tua. Te l’ho già detto, hai fatto bene, ti avrei detto di fare lo stesso.

- Alla fine aveva ragione Gina, Castle… Non è stato molto conveniente per te sposarmi - Fu Beckett a provare a sdrammatizzare

- Katherine Beckett che tu sia diventata la signora Castle non è stata la cosa più conveniente che ho fatto, è stata la migliore. Ti amo e sono orgoglioso di essere tuo marito e lo sarò sempre.

Rick alzò il viso di Kate per guardare i suoi occhi brillare tra le lacrime. Ogni volta che la guardava e la vedeva così forte e fragile, capiva perché si era innamorato di lei, da subito, forse. Quegli occhi fieri che nascondevano le paure e la tristezza di una ragazza che era un vero e proprio mistero erano adesso gli occhi di sua moglie e lui li guardava sempre con lo stesso amore e stupore, pronto a cogliere una nuova sfumatura di lei ogni volta. La bacio lentamente, come se volesse accarezzarle l’anima con quel bacio che diventò più disperato, come se da quel tocco di labbra dipendessero le loro vite.

Fu il bip del cellulare di Kate ad interromperli, ma non era il video, come avevano sperato. Solo Campos che li avvisava che glielo avrebbero mandato il prima possibile. Quel ritardo fece agitare Kate.

- Vuol dire che non è con lui - Disse Rick

- Già… evidentemente no. - Rispose pensierosa Beckett

- Pensi sia positivo?

- Non so dove sia Campos. Per quanto ne so può essere in qualsiasi stato o anche fuori dagli Stati Uniti e Lily invece è qui a New York

- Magari anche lui è qui, e solo la tiene in un posto dove una bambina piccola da meno nell’occhio, magari con qualche famiglia che ha già dei bambini, o una coppia che si è trasferita da poco in un quartiere nuovo…

- Non dobbiamo fare troppi film su dove sia Lily adesso. Dobbiamo solo aspettare che sia tutto finito. - Tagliò corto Kate. Aveva già capito Rick cosa stava facendo, cominciava ad elaborare e lei non poteva permettersi il lusso di pensare ad altro in quel momento.

 

Uscì dalla stanza di Lily ed andò nello studio di Castle. Stampò le foto che aveva fatto alla scheda del penitenziario di Ramon Campos, voleva vedere se trovava altri elementi che potevano essere interessanti. Prese i fogli ed andò sul divano a studiarli in solitudine fino a quando Campos non avrebbe chiamato. Mentre procedeva nella lettura di quelle azioni di routine, visite, colloqui, telefonate, improvvisamente la sua attenzione fu attratta da un foglio con una richiesta. Sobbalzò sul divano imprecando. 

Cercò nelle tasche con le mani tremanti il cellulare che le aveva dato Campos e compose il numero velocemente.

 

- Jefa, que pasa? Te lo faccio avere il video, stia calma!

- Non è per il video Campos! È per tuo figlio! DeVito ha chiesto la revoca dell’isolamento!

- Non è possibile! 

- Ho i fogli Campos! La copia della sua cartella del penitenziario. L’ho fatta oggi per avere più informazioni da darti e la stavo leggendo adesso. Ieri l’avvocato DeVito ha chiesto la revoca dell’isolamento per tuo figlio.

- Hijo de puta! Ramon doveva rimanere in isolamento perché è pericoloso per lui stare in mezzo alle bande.

- Lo so, Campos!

- Jefa, puoi fare qualcosa?

- Non lo so, vado al Rickers.

 

- Beckett, che succede? - Le chiese preoccupato mentre Kate prendeva giacca e chiavi della macchina per uscire.

- DeVito sta facendo il doppio gioco con Campos. Se la sua richiesta verrà accettata sarà una condanna a morte per Ramon Campos. Devo provare a fermare la revoca dell’isolamento!

 

Kate uscì velocemente di casa ed altrettanto velocemente guidò fino al Rickers. Sperò che la richiesta di DeVito venisse rigettata ma aveva un tremendo sospetto: non era lui l’unico a giocare sporco in quella posizione, se aveva fatto istanza di revoca dell’isolamento sapendo che dopo cinque giorni sarebbe stato trasferito voleva dire che sapeva che c’era chi gliela avrebbe accordata in tempi rapidi.

 

Arrivò al penitenziario e fu accolta dal frastuono delle sirene di allarme. Corse dentro cercando qualcuno che le dicesse cosa stava accadendo. Vide le squadre antisommossa entrare nelle aree comuni della prigione, risate e grida di giubilo di una parte dei detenuti, mentre altri urlavano ed insultavano, poi dai discorsi di alcuni agenti capì che tutte le sue paure erano realtà: Ramon Campos era stato accoltellato nella sua camera un’ora dopo il trasferimento dall’isolamento.

Si maledisse per non aver letto prima quei fogli, avrebbe potuto opporsi e bloccare il procedimento. La vita di sua figlia dipendeva dalla liberazione di Ramon ed ora lui era morto. Andò via da lì tanto velocemente quanto era arrivata, non poteva più fare nulla. Appena salì in macchina per tornare a casa il bip del cellulare le annunciò l’arrivo di un messaggio. Era da un numero sconosciuto ma non aveva bisogno di mittenti. Lily era su un vecchio passeggino vicino alla tv che trasmetteva il notiziario dell’ora precedente si mordeva le mani e guardava incuriosita verso chi la stava riprendendo, anche se aveva quell’espressione tipica di quando stava per piangere ed infatti verso la fine del video la sentì lamentarsi un po’. Poi le immagini si interruppero. Era viva, stava anche bene, per quel che aveva potuto vedere. Solo che ora sapeva che tutto quello che aveva da dare a Campos era inutile.

Guidò fino a casa con la forza dei nervi, parcheggiò in garage per evitare i curiosi e le sembrò che quell’ascensore fosse dannatamente troppo lento.

Castle sembrava che l’aspettasse o che avesse sentito la sua presenza perché appena provò a mettere la chiave nella serratura la porta si aprì e lei gli si buttò letteralmente tra le braccia.

- Ramon è stato ucciso. Non ho più niente in mano. - Gli disse urlando contro se stessa mentre il cellulare squillava.

 

- Jefa… 

- Non sono arrivata in tempo.

- Io sono un uomo di parola, ma a questo punto il nostro accordo non ha più motivo di esistere.


Per chi è interessato, questa è la canzone Dream Baby Dream citata nel testo. https://www.youtube.com/watch?v=06fCMfcMnqk

   
 
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