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Autore: WriteMary    27/10/2016    3 recensioni
Zootropolis, città varia di fauna quanto di problemi.
Una volpe e una coniglietta alle prese con i più vari casi criminali.
Nuovi personaggi, occasionali citazioni e comparse del mondo Disney.
Tutto nell'ombra di una minaccia che prepara a lasciare la sua impronta.
Genere: Azione, Comico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Judy Hopps, Nick Wilde, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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“Qual è la tua auto?” chiese la tigre uscendo appena prima della coniglietta.
“Quella li” rispose indicandola.
I due raggiunsero il veicolo, accorgendosi d’essere entrambi arrivati sul lato sinistro.
La tigre tese la mano, guardando la piccola collega con un cenno di sorriso.
Judy capi subito le sue intenzioni, e con celato fastidio porse al felino le chiavi.
Si sedette al posto solito di Nick, mentre osservava Thorley riorganizzare la vettura.
La tigre tirò indietro il sedile, lo abbasso di quasi meta, sistemò lo schienale e si sedette.
Sbloccò il volante spingendolo verso il cruscotto, regolò gli specchietti e avviando il motore.
Judy osservò il tutto costatando il tempo perso, e quando l’auto fu in movimento non resistette nel far notare una mancanza.
“Thorley, la cintura.”
La tigre sbuffò, e mentre eseguiva la svolta d’immissione nel traffico si allacciò la cinta con una sicurezza tipica dall’abitudine.
“Sei proprio come Ulv.” concluse guardando la strada.
 
Thorley aveva una guida fluida ed esperta, tipica di chi vive a Zootropolis da anni.
Riusciva a precedere l’attraversamento di mandrie di gnu, evitava di accodarsi dietro a mammiferi poco rettivi e conosceva bene quali  serie d’incroci favorissero una buona onda verde.
I due non parlarono per quasi metà del tragitto, imbarazzati dalle direttive che li obbligavano a lavorare assieme.
Fu Judy, stufa del silenzio, a decidere di rompere il ghiaccio.
“Allora Thorley, da quanto lavori al P.D.Z”
“Tre, forse ormai quattro anni.”
“hai sempre vissuto a Zootropolis?”
“Ci sono nato, tu invece? Ho sentito che vieni da fuori.”
“Bunnyburrow, a circa 400 chilometri dalla città.”
“Mai vista.”
La tigre teneva sempre lo sguardo sulla strada, atteggiamento che Judy non seppe se definire prudente o incurante dei suoi confronti.
Calò di nuovo il silenzio, reso ancora più imbarazzante dal vano tentativo di conversazione che portò la mente della coniglietta a cercare una fuga nel susseguirsi di edifici lungo la strada.
Percorsero Herd Street fino al confine est di Downtown, dove un grande cartello pubblicitario indicava la svolta che li condusse al Biodiversità.
Questo era un locale enorme a pianta circolare, costruito su due piani in pietra liscia, sagomata come se incisa dal vento, con alte vetrate che spezzavano la roccia, come se emergessero da crepe naturali.
L’auto fu parcheggiata poco d’istante l’ingresso, dove appena scesi furono accolti da un addax dal biondo pelo in abiti formali.
“Bryce Donovan,  sono il proprietario. Grazie di essere qui agenti.”
L’antilope del deserto aprì l’oro la porta invitandoli ad entrare nel locale che dette sfoggio di tutta la sua eleganza.
Il centro della sala era allestito con una vasca d’acqua limpida circondata da sabbia fine ornata
ai margini con curati cespugli di retama.
Attorno, si irradiava una cavea dalle ampie pedate, dove i tavoli erano distribuiti a taglie decrescenti mano a mano che si saliva.  
Strutture tubolari si ramificavano a sostegno del soffitto, ricreando l’immagine di alberi d’acacia nati attorno a un oasi.
L’addax gli indirizzò a l’unico tavolo occupato, dove una cerva era intenta a compilare varie documentazioni, che firmò rapidamente prima di alzarsi e presentarsi.
“Diana Rowe, ispettrice sanitaria del Ministero della salute.”
“Agenti Hopps e Striped, D.P.Z.” Ricambiò Judy
“Quell’agente Hopps?” chiese la cerva piegandosi leggermente sulle ginocchia “l’agente che ha sventato la minaccia degli Ululatori notturni?”
“Si sono io” rispose con evidente imbarazzo.
La tigre simulò un colpo di tosse, richiamando l’attenzione dell’ispettrice.
“ha scoperto qualcosa?” chiese incrociando le zampe.
“Nulla di incriminante al momento” rispose rialzandosi. “ Un mio collega ha già portato dei campioni alimentari al laboratorio per accertamenti, ma posso confermarvi che cucina, impianti e personale sono a norma di legge.
I tre si accomodarono al tavolo, mentre il proprietario restò nelle immediate vicinanze pronto ad eventuali assistenze.
“Qualcun’altro è stato male?” chiese Judy estraendo il suo taccuino.
“Nessuno ha presentato denuncie o lamentele, sembra sia stato un caso isolato.”
“E’ possibile sapere a quale tavolo era seduta la vittima e cosa mangiasse?” chiese Thorley rivolgendosi al proprietario.
L’addax  portò una copia della ricevuta, riferendo che il locale accettava solo prenotazioni indicando in seguito un tavolo per quattro corrispondente al sumero sullo scontrino.
“Chi era con lui” chiese la coniglietta pronta ad annotare la risposta con la sua penna carota.
“Questo non so dirlo agente, ma le telecamere all’ingresso e alla cassa potrebbero…”
“N-non c’è ne bisogno” si introdusse una voce titubante.
Una piccola lontra si fece avanti tra il mormorare dei dipendenti, avvicinandosi timidamente
al tavolo degli ufficiali.
“C-conosco… conoscevo Bentley e gli animali che erano con lui agenti.”
“Tu sei?” disse la tigre appoggiando pesantemente un braccio al tavolo
“Logan River.”
“Ebbene Logan, i nomi.”
“ Si… subito, dunque erano Dick Barnes, un o-opossum e-e Melanie Ratèl, un tasso del miele.”
Judy annotò nomi e specie, e dopo averlo invitato a portare una sedia per accomodarsi, gli chiese come conoscesse i tre animali.
“Eravamo tutti co-compagni di classe alla Hoof high school.”
La tigre si fece avanti col busto come scorta un’occasione. “In che rapporti eri con la vittima?”Chiese secco.
Logan sussultò alla domanda, facendosi ancora più titubante di quanto già non fosse.
“Ecco n-no-non è che fossimo proprio in bu-bu-boni rapporti, lui è sempre stato ab-ab bastanza aggressivo con me, anche quando ho servito i pasti l-l-lui…”
“Aspetta! Sei stato tu a servire il tavolo?”
La tigre aggrottò la fronte, notando che anche la cerva assunse un espressione più seria.
“Ricordi cos’hai servito a Bentley?” chiese sorridendo Judy, cercando di tenere a suo agio la lontra che iniziava ad allentarsi il colletto dell’uniforme da cameriere.
“U-un insalata di bambù.”
L’ispettrice fece un cenno di conferma, riscontrandone la presenza sulla ricevuta, poi prese dalla borsa il cellulare e uscì, dicendo che avrebbe chiamato il collega al laboratorio per concentrarlo sui relativi ingredienti.
“Sei stato molto gentile Logan.” Gli disse la coniglietta “Posso chiederti di seguirci in centrale per ulteriori accertamenti, faremo chiamare anche Ratèl e Barnes, per verbalizzare le loro dichiarazioni.”
“C-c-certo agente.”
 
La lontra venne fatta accomodare nei sedili posteriori, mentre i due agenti prendevano posto nella vettura.
“Faccio una telefonata ti dispiace?”
Thorley  stava osservando la lontra dallo specchietto, rispondendo alla domanda con un rapido cenno del capo.
Judy prese il cellulare con rasccegnato sospiro, facendo scorrere la lista dei contatti fino al numero di Nick.
Diede inizio alla chiamata ma quasi nell’immediato s’accorse delle vibrazioni che provenivano dal vano portaoggetti.
Lo aprì, trovandoci dentro un cellulare, dove sullo schermo era comparsa una sua foto intenta a mangiare una carota, probabilmente scattata di nascosto durante una pausa.
Sotto di essa la scritta -Coniglietta ottusa- la fece sorridere, mentre chiuse la chiamata riponendo il telefono in tasca.
“Pronto Ulv, ciao. Ascolta Wilde è con tè?”
La tigre aveva il cellulare all’orecchio, che porse quasi subito alla Collega.
Lei lo prese con sorpresa, e portandosi l’apparecchio all’orecchio sentì la voce della volpe.
“Pronto?”
“Sono io Nick.”
“Carotina! Meno male, avevo paura di dover parlare col tappeto a strisce.”
“hai lasciato il cellulare in auto.”
“Si? Beh sai, non sono uno facilmente rintracciabile.”
“Ovviamente” rispose lei sarcastica. “Hai novità dall’ospedale?”
“Nulla di clamoroso: Andersson ha mostrato a quasi tutto il personale il suo distintivo; è incredibile quante porta apra un pezzo di metallo. Ci hanno fatto vedere le cartelle cliniche di Bentley, affermando che non soffriva di nessuna intolleranza.”
“Nessun’allergia o intolleranza alimentare quindi.”
“Già, i medici stanno aspettando l’autorizzazione di un qualche Ministero per un eventuale autopsia.”
“Capisco; noi invece abbiamo recuperato tre possibili testimoni, ci vediamo in centrale.”
“Certo agente Hopps” rispose falsando la voce. “Qui Wilde passo e chiudo.”
Judy riconsegnò il cellulare alla tigre, ancora sorpresa del suo gesto.
“Grazie Thorley.”
“Di nulla” rispose lui.
   
 
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