Louis
2015
“E come va tra te ed Harry?” Spiccica lui passandomi la sua sigaretta.
“Normale.” Faccio spallucce io.
“Fico.”
“Già.”
Sembra ansioso. Lo conosco sin troppo bene.
“Ho scritto una canzone.” Dice pochi minuti dopo.
“Un'altra?” Domando allora io lanciandogli uno sguardo tranquillo.
“Già.” Annusce pronunciando quella che nel tempo si era rivelata essere la sua parola preferita.
Passano i minuti. Quando la sigaretta è bella che finita il suo sguardo si mette a scrutare tutti particolari dei quadri posti sulla parete bianca di fronte al letto sfatto della mia camera da letto.
“Lou.” Comincia allora girandosi a guardarmi. “Mi hanno offerto un contratto.” Dice timoroso.
Aggrotto la fronte, come se non avessi capito l'ovvietà di quella frase.
“Per produrre un disco mio, indipendente.” Chiarisce. “E' molto vantaggioso.”
Paura. Terrore mi attanagiano lo stomaco.
Nella mia testa c'è solo panico in quel secondo. Tutti gli altri sentimenti si sono annullati. Non può lasciarmi. Non da solo. E sappiamo entrambi che per quanto possa amare Harry sarebbe distruttivo per me perdere il mio unico vero amico in questo mondo di stronzi.
Non può farlo. “Non puoi farlo.” Dico con convinzione.
“Non puoi.” Parlo scuotendo la testa come un bambino al quale è stata portata via una caramella.
Lascio che la mia voce si incrini.
Quello che succede dopo non lo ricordo, o forse è solo troppo doloroso da ricordare.
Ricordo solo che piango tanto da esaurire le lacrime.
Alla fine non c'è molto da fare.
Non possiamo costringerlo a restare. Non posso.
Ore dopo, con la testa tra le sue ginocchia in un tentativo disperato da parte sua di consolarmi, ricomincio a parlargli.
“Ti voglio bene Zay.”
“Sarai felice anche senza vedermi ogni giorno.” Sussurra accarezzandomi i capelli.
“Promesso?” Chiedo.
“Promesso.” Risponde.