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Autore: EvrenAll    29/10/2016    1 recensioni
Risi.
Risi forte quando seppi che Lui aveva chiesto di me.
Soddisfatta, ma non incredula: non avrebbe potuto non precipitare anche Lui e non desiderarmi.
Lui...
Sarebbe stato capace di riempire la mia vita di Rosso?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Distanza
(Happy Birthday Mr. President - Marilyn Monroe)









6 febbraio 1987


 

-Tanti auguri a te, tanti auguri a te-

Cercai di modulare al meglio la mia voce.

I compleanni non gli piacevano eccessivamente, ma volevo pensarlo sorridente nonostante ci fossero troppi chilometri tra di noi.

-Tanti auguri, caro Axl, tanti auguri a te- conclusi la canzoncina sedendomi sulla panca in corridoio.

-Ciao dolcezza-

Sì, sorrideva.

-Ciao Tesoro, come si sta a venticinque anni?-

-Non diversamente dai ventiquattro, ti dirò-

-Sei vecchio- lo presi in giro lasciando che il mio sguardo vagasse nell’ingresso e poi si posasse alla mia sinistra.

-E me la faccio con una bimba come te-

-Sono una bimba bellissima-

Accarezzai lieve la cornice del suo regalo di compleanno, ancora da impacchettare.

Era una baggianata, molto clichè, però magari gli sarebbe piaciuto.

-Non vedo l’ora di vederti-

-Sì, a questo proposito…-

Presi un bel respiro preparandomi. Non l’avrebbe presa bene.

Infondo però non potevo fare nulla: Annah era già quasi oltre il massimo limite per quello che voleva fare.

Rabbrividii: per quanto comprendessi la sua logica, la sola idea continuava ad impressionarmi.

-Dimmi-

Mi morsi il labbro.

-Farò di tutto per esserci la prossima settimana, ma non credo che Carlo mi concederà ancora ore-

-Abbiamo quasi finito Elizabeth, è da troppo tempo che non ti vedo-

-Mi dispiace-

Stavo davvero coprendo Annah?

Tanto non sarei riuscita a convincerla a tenere il bambino. Sarebbe stato inutile…

-Devo tornare dentro-

-Non mi piace quando prendi le distanze-

-È da un mese che mi ripeti che verrai qui, ma prima è per non distrarmi, poi è perchè lavori. Porca puttana, è il mio compleanno, non posso passarlo con te e mi vieni a dire che non ti farai viva? Ancora?-

-Scusami-

-Lasciamo stare-

Trattenne malapena uno sbuffo.

-Axl, posso fare qualcosa..?-

-Essere qui-

Categorico.

-Faccio quello che posso…-

-Sì, sì, buona giornata, ok?-

Chiuse la comunicazione.

Una parabola, anzi, un pendolo.

Appoggiai la cornetta al suo posto e mi chinai, inginocchiandomi sul pavimento e guardando la nostra foto.

L’aveva fatta uno dei Guns mentre eravamo distratti ed ero riuscita miracolosamente ad impadronirmi del rullino.

Non eravamo in posa, nè particolarmente acconciati bene, ma non era per quello che l’avevo scelta.

Lui era semplicemente seduto per terra nel salotto della Hell House, la sua schiena appoggiata al divano; di me si vedevano i capelli, riversi verso il basso contro la sua spalla destra e un accenno appena del viso, ma eravamo collegati.

I suoi occhi non guardavano l’obbiettivo, ma me.

Brillanti, complici.

Guardavano me anche se i miei erano chiusi.

Non avevo parole per esprimere cosa significava.

Guardava me.



 

Sospirai, lasciandomi sedere per terra e stringendola tra le mani.

Potevo ancora scegliere.

Annah? Axl?

Ma c’erano in ballo cose importanti su entrambi i fronti…

Axl avrebbe capito.


Vero?
 

Vero?





 
  
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