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Autore: ffuumei    29/10/2016    1 recensioni
ChanBaek, HunHan, KaiSoo, TaoRis, SuLay, XiuChen
"Come faccio a crederti?"
Si era chinato su di lui, ad un soffio dalle sue labbra.
"Ciò che ci unisce va oltre la logica, oltre la concezione umana. È qualcosa di più profondo persino di un legame di sangue. Lo senti."
Non era una domanda. Non aveva ragione di esserlo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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T h e  B o n d
「 A c t  F o u r t h 」
 
                                                                                                             
 
 
 
 
"Yifan," sussurra, carezzandogli il viso e i capelli. "Yifan, Yifan, Yifan."
Sembra una ninnananna dolce e malinconica, melodiosa nella sua triste musica soffice. Le labbra di Zitao si increspano in un sorriso, ma Yifan non lo vede. Ha gli occhi chiusi, le palpebre rilassate, si sente in pace tra le braccia del ragazzo accanto a lui, con il capo sulle sue gambe e le sue dita sulla pelle.
"Non ci sarà mai un posto per noi," dice. "Noi non apparteniamo a questo mondo."
Yifan apre gli occhi e osserva il profilo assorto di Zitao, mentre egli guarda lontano, un punto impreciso all'orizzonte, senza vederlo davvero.
"La percepiamo tutti sulla pelle, la differenza. L'incomprensione," torna a volgere lo sguardo in basso, incontra il suo e lì si ferma, immobile. "La solitudine più profonda."
Yifan si alza senza interrompere il contatto visivo e si siede accanto all'altro, all'ombra di quell'albero dalle foglie vivaci scosse dal vento. Pensa a tutte le volte che si è sentito estraneo al cerchio della vita di cui faceva parte, pensa al passo estremo che avrebbe compiuto se solo Zitao non fosse arrivato al momento giusto. Pensa alla vita che scorreva sotto di lui e al profondo senso di smarrimento.
"Zitao, ferma ancora il tempo."
"Perché dovrei?"
Yifan è serio. Si china in avanti e lascia un bacio veloce sulla fronte di Zitao, stringendogli la mano con la propria.
Grazie a te, ho trovato me stesso. Ho ricucito insieme tutti i piccoli brandelli che una volta erano la mia persona. Vorrei restare così per sempre. Solo, con te.
 
Una dopo l'altra, tutte le persone che Jongdae conosceva gli voltarono le spalle. Giorno dopo giorno, Jongdae si rese sempre più conto di quanto effimeri fossero i rapporti su cui si era retto per tutto quel tempo. Era bastato perdersi più spesso nei propri pensieri per restare solo, senza più nessuno accanto.
Se n'erano andati tutti, ma Jongdae non sentiva nulla. Non percepiva dolore, solitudine, sofferenza, frustrazione, amarezza. Non sentiva nulla.
"Minseok," forse perché, in quel posto impreciso tra vita e morte, veglia e sonno, realtà e fantasia, sentiva di aver trovato tutto ciò che gli era mancato per tutta la vita. "Minseok, perché devo continuare a vederti solo qui?"
L'altro ragazzo non gli rispondeva mai. Si limitava a stringerlo forte, a baciargli la spalla, a fare disegni immaginari con le dita sul suo petto, sotto la stoffa della maglietta.
"Minseok," gli aveva detto un giorno. "E se tu fossi solo un sogno, il delirio di un ragazzo che soffre di solitudine e mancanze, una fantasia creata inconsciamente nel sonno?"
Minseok si era sollevato e lo aveva guardato negli occhi con una serietà che non gli apparteneva.
"Jongdae," la voce era ferma. "Non restare ad Almaty. Vai a Berlino. Lì avrai tutte le risposte che cerchi."
"Come faccio a crederti?"
Minseok si era chinato su di lui, ad un soffio dalle sue labbra.
"Ciò che ci unisce va oltre la logica, oltre la concezione umana. È qualcosa di più profondo persino di un legame di sangue. Lo senti."
Non era una domanda. Non aveva ragione di esserlo.
 
Sehun tiene Luhan per mano e lo trascina senza sforzo lungo le strade secondarie di Edimburgo, lontano dalla scuola, lontano dalla vita frenetica della città.
"Sehun," si ferma, costringendolo a voltarsi nella sua direzione. "Sehun, da cosa stiamo scappando?"
L'altro ragazzo resta inespressivo, non risponde.
Dopo qualche secondo, stringe nuovamente la presa sulla mano di Luhan e riprende la corsa senza meta di poco prima.
 
"Se mi concentro, riesco ancora a sentirle. Le urla disperate di chi, prima di me, era in possesso del dono."
Kyungsoo parla piano, sono quasi piccoli sussurri le sue parole.
"Le senti?" aggiunge, lanciando una timida occhiata alla sua sinistra e incontrando lo sguardo serio di Jongin.
"Ciò che tu hai visto nei tuoi incubi," dice, abbracciandolo. "Non erano i precedenti possessori dei doni," continua, incastrando il viso nell'incavo della sua spalla.
"Siamo noi," il corpo di Kyungsoo è scosso da un brivido di terrore.
"Quelle," Jongin sembra tranquillo, sussurra. "Quelle sono le nostre urla."
 
La fioca luce che illumina lo scantinato si spegne e il buio avvolge ogni cosa, comprese le loro figure.
"E adesso?" Chanyeol stringe un po' più forte l'altro ragazzo a sè. "Adesso cosa succede?"
"È solo un blackout," dice Baekhyun.
Il ragazzo si allontana da lui di pochi centimetri, ma Chanyeol riesce ancora a percepire il suo sguardo tagliente e felino su di sé come una lama affilata.
Poi, sfere di luce inglobano l'oscurità e illuminano il ghigno soddisfatto di Baekhyun di un bagliore nuovo.
"Sai cosa si fa quando il buio ti impedisce di vedere?"
No, vorrebbe rispondergli, non lo so, è quello che ho cercato di fare per tutta la vita. Ho cercato un modo per uscire, per districarmi dall'ombra, per raggirare la rabbia, per trovare la quiete.
Ma non lo dice. Resta in silenzio, mentre negli occhi di Baekhyun si riflettono le sfere luminose da lui stesso create. Ci gioca con le dita, le lascia fluttuare nell'aria. Poi incontra ancora lo sguardo di Chanyeol e il suo ghigno torna ad essere un sorriso.
"È semplice," dice. "Basta accendere la luce."
 
"Perché proprio tu ed io?"
Kyungsoo pensa ad alta voce, seduto in cima alle scale, mentre Jongin rovista negli scatoloni in soffitta, sollevando polvere e districandosi dalle ragnatele.
"Perché non qualcun altro?"
Qualcosa sembra aver attirato la sua attenzione. Jongin la prende e la mette nello zaino che tiene sulle spalle, poi torna da Kyungsoo e gli fa segno di scendere dalle scale.
Lo segue, insieme raggiungono nuovamente il soggiorno dell'appartamento e mentre Kyungsoo si siede sul pavimento, Jongin rovescia il contenuto dello zaino sul tavolino davanti a loro.
"Il destino è una puttana."
 
In quelle poche ore trascorse insieme, Yixing ha preso la strana ma bellissima abitudine di sorprendere Junmyeon in tutti i modi possibili ed immaginabili, per quanto poco sia il tempo già passato.
Che sia una carezza sulla guancia, un bacio sulla tempia, un abbraccio da dietro, qualche dolce parola sussurrata a fior di labbra, Yixing sembra sempre sapere come fare con lui e Junmyeon capisce, finalmente. Comprende il senso di quel trasferimento, comprende l'attrazione innegabile e intensa che sente per lo Yunnan, nonostante non sia una parte della Cina che si affaccia sul mare. E soprattutto, arriva ad una conclusione.
"Credevo che respirare l'aria del mare mi facesse sentire vivo," comincia, mentre l'altro gli passa dolcemente le dita tra i capelli, liberandogli la fronte. "Credevo che il mio posto nel mondo fosse lì dove la brezza marina poteva riempirmi i polmoni ad ogni respiro."
Yixing annuisce, lasciandogli tanti piccoli baci sulla nuca.
"Ma mi sbagliavo," Junmyeon si gira, lo guarda negli occhi. "Mi sbagliavo, perché l'unica cosa capace di farmi sentire vivo davvero, sei tu."
Il bacio che segue è intenso, infinito. Il profumo del ragazzo gli riempie le narici e Junmyeon sa che, in quel preciso momento, da quell'esatto istante, il suo posto nel mondo sarà ovunque andrà Yixing.
 
"Perché esistiamo, Sehun?"
Hanno raggiunto la periferia della città in poche ore. Luhan si siede sul ciglio di una stradina di campagna, stremato e con il fiato corto, mentre l'altro gli lancia un'occhiata indecifrabile.
"Noi esistiamo per..." ma poi si blocca e non dice più nulla.
Luhan attende, ma Sehun non aggiunge nessuna parola, non finisce la frase.
"Perché?" domanda ancora, l'insistenza di un bambino capriccioso, ma il bisogno morboso di sapere che lo divora dall'interno e non gli lascia scelta se non quella di dare voce a quel quesito pesante ed insistente.
Sehun guarda il cielo al tramonto e le luci calde e soffuse si riflettono nei suoi occhi scuri e profondi quanto un abisso. Luhan lo osserva attentamente e non può fare a meno di pensare che la sua espressione somigli tanto a quella delle statue greche. Bella da mozzare il fiato con la sua perfezione, ma fredda. Vuota.
"Noi esistiamo per dare un senso a tutto questo," dice senza incontrare il suo sguardo, dopo essere rimasto tanto tempo in silenzio.
Luhan si alza e lo affianca, aggrappandosi al suo braccio e poggiando la testa contro la sua spalla, piano. Un sospiro, lieve, che si dissolve nell'aria gelida della sera.
"Quello che hai detto non ha senso."
 
"Chanyeol, provaci."
"A fare cosa?"
Baekhyun lo guarda con decisione da dietro una pila di scartoffie.
"Ad usare il tuo dono."
Curioso come, nonostante siano anni che Chanyeol cammina tra i corridoi di quella scuola, non si sia mai accorto prima né di quella cantina, né di tutti quei documenti. Forse la rabbia è stata per lui così accecante da impedirgli di notare i dettagli. Dopotutto, prima d'ora, persino la figura di Baekhyun gli è sfuggita alla vista.
"Non credo di riuscire a controllarlo."
"Forse hai ragione, il tuo è un dono potente," ribatte subito il più piccolo, riemergendo da una marea di fogli e carte ingiallite. "Ma se fai un tentativo senza metterci troppa forza, non dovrebbe succedere nulla di disastroso."
Chanyeol sospira. L'immagine dell'armadietto bruciato è ancora vivida nella sua mente e il pensiero di aver provocato ciò senza sapere di possedere un potere, soltanto in un impeto di cieca rabbia e frustrazione, lo spaventa. Se non riuscisse a fermare il processo, non vuole immaginare cosa potrebbe accadere.
Giocare con il fuoco è pericoloso.
"Oh!" esclama Baekhyun, da lontano. "Credo di averla quasi trovata!"
L'altro allora prende un profondo respiro e sente di doverci provare. Quando Baekhyun avrà trovato la mappa, scapperanno insieme da quel posto e se ne andranno in un luogo più sicuro in cui decideranno come procedere. Hanno deciso così.
Chanyeol rilassa i muscoli delle braccia, tende le dita, chiude gli occhi, sente un'ondata improvvisa di calore raddensarsi dentro di sé.
"Eccola! Andiamo, Chanyeol!"
Poi, l'esplosione.










ZANZAAANZAAAAAAAN.
... Okay, e dopo questo esordio meraviglioso, così come sono arrivata farei bene a dileguarmi.
Allora, che dire- questo capitolo è una vagonata di feels e casini vari, tutto insieme. Insomma, gente, siamo circa a metà dell'opera, ora arriva il bello(?). E niente, in tutta sincerità, non credo ci sia altro da aggiungere, se non che questo è uno dei capitoli che più ho amato scrivere. Soprattutto l'ultima parte. *sadismo over 9000*
Come al solito, vi invito a farmi sapere cosa ne pensate della storia e a farmi delle domande, qualora ce ne siano. Spero di aver fatto un buon lavoro con questa fic finora, e che vi stia piacendo. ç.ç
Colgo l'occasione per dirvi che domenica 30, cioè domani oh mio dio, sarò al Lucca Comics e sto praticamente saltellando in giro per casa e morendo di gioia e- anyway, se vi va di conoscermi o parlare con me e cose del genere, non esitate a contattarmi! :3
  
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