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Autore: Blue_Passion    29/10/2016    3 recensioni
Amulet Hinamori è una normale studentessa del liceo "Seyo Accademi" dove studia psicologia per realizzare il suo sogno, ma quando diventa una stagista al "Seyo Madhouse" la sua vita cambierà grazie all'incontro con il suo paziente, il misterioso e famigerato criminale pazzo "Stregatto".
[Il titolo potrebbe cambiare più avanti; storia ispirata a Joker e Harley Quinn, si ispira solo! Non è uguale quasi per nulla] [Aggiornamenti incostanti]
Genere: Angst, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Christmas dance

-Hai trovato un vestito?! –
-Non è che l’ho trovato, me l’ha mandato un mio…conoscente, forse sapeva del mio problema e voleva farmi un favore; lo ringrazierò fino alla fine dei miei giorni comunque, il vestito è meraviglioso e anche le scarpe! –
E non solo…le due pistole erano una vera favola, mi dispiaceva solo non saperle usare, ma come aveva detto S avrei imparato sul campo, perché ormai ero dentro il giro no? Ci sarebbero state molte occasioni per provarle, di questo ne sono certa.
Già, ormai ci sono dentro…non mi posso più tirare indietro, avrei potuto premere quello stupido pulsante rosso il primo giorno che tutto questo ha avuto inizio, la prima volta che l’ho visto senza camicia di forza, ma ho deciso di rischiare, e alla fine mi sono ritrovata a casa.
-E andrai alla festa con lui allora? –
-Cosa? – Chiedo con voce stridula, facendo tappare le orecchie ad Utau e facendo una smorfia.
-Scusa, comunque no, è bloccato a casa, non mi può accompagnare, però gli ho promesso di non ballare con nessun altro-
-Non è che ti piace? –
Inizio a scuotere la testa convulsamente, agitando le mani freneticamente.
-No no! Ma che vai a dire? Non mi piace! –
Lo amo!” Maledetta me!
-AMU! –
Mi tappo le orecchie, girandomi e acchiappando Rima che sta cadendo a terra dopo aver sbattuto su di me.
-Che c’è? –
Guardo lei e Yaya, che sono eccitatissime ma agitate.
-Tadase, Tadase sta per chiederti di andare con lui al ballo di Natale! –
Stringo gli occhi al nome di Hotori, mentre mi vengono in mente le parole di Stregatto “L’unico qui che può farti male sono io, va bene?”; annuisco, sorridendo al ricordo e perdendomi nei ricordi e pensieri.
-Sei felice? –
Sbatto gli occhi disorientata, guardando confusa Rima, Yaya e Utau.
-Cosa? –
-Tadase sta per chiederti di uscire! È uno tra i ragazzi più belli della scuola! Sei di sicuro felice-
Giusto, quella feccia. Sospiro, scuotendo la testa e immaginandomi di uccidere quel ragazzino più tardi, maledicendolo e indurendo lo sguardo.
-No, ragazze ho promesso al mio amico che non sarei andata con nessun maschio, e poi devo andare con Utau! Ve ne siete scordate? –
-Ah già! Allora immagino che rifiuterai; devi essere triste-
“Affatto
-Non tanto, sarà per un’altra volta-
Che palle!
-Amu! –
Mi viene un tic all’occhio e mi giro verso testa di platino, sorridendo ampiamente da risultare stomachevole.
-Si? –
Che voce smielata! Blhea!
Le mie amiche si fanno da parte, lasciandomi tutto lo spazio per essere scambiata per una qualche nobile che sta per ricevere una dichiarazione da un principe…che orribile cosa!
-E-ecco, volevo chiederti…- Si, mettiti in ridicolo davanti a tutti, tanto non avrai MAI il mio “si” -ti va di venire con me al ballo di Natale?! –
Sospiro silenziosamente, guardando storto Tadase per poi sorridere in segno di scusa.
-Mi spiace, ma vado già con Utau, glie lo avevo promesso, non posso rompere proprio ora una promessa fatta ad una amica-
Si guarda intorno, mentre tutti spalancano gli occhi o esclamano sorpresi dal mio rifiuto; è così disorientato e confuso! Da uccidere ora! Chissà, potrei fare delle decorazioni o dei regali al mio Kitty con le sue interiora e il suo sangue, un bel dipinto a muro! Si, direi di sì…
È molto in imbarazzo, rifiutato davanti a quasi tutta la scuola…affari suoi, io rimango fedele a Kitty!
-Arrivederci-
Mi giro, dirigendomi verso le mie amiche e prendendo sotto braccio Utau.
La trascino via, seguita da Rima e Yaya che sono agitate più che mai, mentre si guardano nervosamente.
-Amu sembrava lo volessi uccidere con lo sguardo-
-Ma no! È solo che sono un po’ stanca ultimamente, il mio paziente mi tiene molto impegnata e quindi…-
-Ti fa ancora male? –
-No, le prime volte lo faceva solo perché non si fidava, ma ora andiamo d’accordo-
Cazzate. Lo fa ancora più di prima, motivo per cui sono super felice, lui tiene a me più di quanto immaginassi!
-Mancano due giorni al ballo, siete eccitate? –
-Si, potrei dire di sì, una delle cose che preferisco però è di sicuro il non andare con Tadase-
-E come mai? –
-Perché sinceramente: mi infastidisce quel suo modo di fare gentile e principesco-
 
 
Mi stravacco sulla sedia, sospirando e guardando il preside.
-Mi scusi, ma i professori possono ballare con gli studenti? –
-Si, ma solo ballarci, non si può accompagnarli, non si può infastidirli e se lo studente non vuole lo deve lasciare in pace-
-E mi spieghi…perché avete mandato Hinamori a occuparsi del paziente duecentovent’otto? –
-Non è stata una nostra decisione, noi abbiamo spedito tutti gli stagisti che volevano provare al manicomio lì, era il direttore del Seyo Madhouse che ha deciso chi affidare ad ogni studente…probabilmente hanno visto il visino dolce e delicato della signorina Hinamori e hanno pensato di usarla come sacrificio, giusto per intrattenere il paziente e distrarlo; cercheranno di ucciderlo, questo è certo, e probabilmente incolperanno Amu: inesperta, dubitante e confusa “a quanto pare ha sbagliato metodo di cura”, diranno “si è confusa ed il paziente è morto, non è colpa sua, è solo una stagista”…e così se lo saranno tolti dai piedi, ovviamente solo dopo averlo utilizzato come cavia per tutti i nuovi farmaci e metodi di cura; anche se è un criminale sadico e senza cuore nessuno dovrebbe essere trattato così, è comunque un umano-
-Lei somiglia molto ad Amu, sa? Anche lei la pensa così…forse si salverà-
Il preside mi guarda confuso ed io sorrido solo, pensando alle mille informazioni…a quanto pare Amu dovrà consegnare un piccolo biglietto al capo.
 
 
-Sbrigati Amu, Rima e Yaya ci aspettano! –
Guardo fuori dalla finestra e vedo Utau in piedi accanto ad una limousine nera.
Maledetta lei e le sue esagerazioni, maledetta la sua ricca famiglia…ma una macchina meno elegante no vero?!
Corro allo specchio, finendo di mettermi il collarino e le scarpe, sistemando la semi coda meglio e scuotendo i capelli rosa ondulati, girando su me stessa.
Bene…posso andare, le pistole ce le ho, quindi direi che è tutto okay.
Corro di sotto, salutando mia madre che sta aiutando mia sorella a finire di prepararsi e mio padre, che rimane atterrito (quasi quanto mia sorella) quando mi vede.
-Amu e quello…? –
-Questo? –
Prendo la gonna del vestito e la alzo un po’, piegando la testa di lato.
-Si quello! –
-Era nel pacco, vi ricordate il regalo? Ecco quello, ora ciao! –
Corro fuori, dove raggiungo subito Utau che non manca di far notare il suo stupore.
-Amu sei…divina! Nulla a che fare con le cose degli anni scorsi! Questo sì che è un vestito, ma è firmato? –
Fisso la cintura e penso alle J sul collarino e dietro, sorridendo.
-Diciamo che si può dire così; il tuo invece? –
Si guarda e annuisce, facendomi vedere il lato della scollatura per dentro, dove c’è una scritta in oro.
Il suo vestito è semplice quanto stupendo, e su di lei sta divinamente.
Un vestito aderente a sirena rosso luccicante, a maniche lunghe con scollatura davvero trattenuta che fa a malapena vedere le clavicole e ha le scarpe che ha comprato con me; però sembra tenere poco caldo il vestito.
-Non hai freddo? –
-Ora sì, ma lì ci saranno minimo venticinque gradi ricordi? –
-Ah già-
Sale in auto, mentre io la seguo e mi guardo attorno.
Certo che è enorme qui dentro.
È tutto rivestito in pelle, i sedili sono larghissimi, c’è cibo, una TV e persino un…camerino?
-Utau, ma qui ti cambi? –
-A volte quando sono di fretta-
Annuisco sbuffando e aspettando per quindici minuti (minuti in cui non lascio con lo sguardo Utau), fino a che non siamo davanti alla scuola.
-Su Amu, scendiamo-
La seguo, aggrappandomi al suo braccio e scendendo dall’auto.
Appena siamo fuori tutti i presenti si fermano a guardarci, soffermandosi su di me e squadrandomi dalla testa ai piedi.
Mi stringo ad Utau, non guardando nessuno.
-Amu, guarda ci sono Yaya e Kairi! –
Alzo lo sguardo e sbatto gli occhi, rimanendo confusa da quello che vedo davanti a me.
Yaya ha uno stupendo abito rosso vivace con il corpetto piuttosto stretto e la gonna vaporosa più lunga dietro, tutto coperto da vari strati di tulle, avente due maniche che rimangono sotto le spalle e un fiocco legato in vita posizionato davanti, facendola sembrare un po’ un regalo di Natale.
I suoi soliti codini alti sono sistemati in basso e sono molto più voluminosi, tenuti fermi da due fiocchi più eleganti del solito rossi.
Le scarpe sono delle decolté piuttosto alte con tacco non proprio sottile con una cinghia che si lega sul davanti della caviglia e con un fiocco piuttosto grande sopra, rosse ma leggermente più scure del vestito.
L’insieme è molto semplice, ma al tempo stesso strepitoso.
Kairi invece (come quasi ogni ragazzo in questa sala) ha uno smoking nero con camicia bianca e cravatta nera, sguardo serio nascosto dietro gli occhiali e aspetto molto elegante.
Ha dei capelli pettinatissimi verde scuro, occhi azzurri/verdi coperti -appunto- da un paio di occhiali ovali e sottili, quasi trasparenti.
-Ciao ragazze! Questo è Kairi, il mio ragazzo! –
-I miei ossequi-
-Piacere- Risponde Utau sorridendo.
-Piacere Kairi- Allungo una mano verso Kairi con fare professionale, cosa che lui non manca di notare e la stringe subito, mentre in volto ha uno sguardo un po’ confuso.
-Amu…non mi ero accorta del tuo vestito, è strepitoso! È di marca? Firmato? –
-Stessa cosa che mi ha chiesto Utau…in un certo senso si, però non proprio-
Yaya piega la testa di lato, guardandomi confusa per poi guardare dietro di me, mentre le si illuminano gli occhi.
-Yaya che hai? –
-RIMA! –
Mi giro, vedendo Rima in compagnia di un altissimo uomo -o almeno, rispetto a lei-, stupenda come al solito.
Ha un vestito rosso scuro senza maniche con il corpetto mediamente stretto, gonna molto ampia con grandi pieghe su tutta la gonna e con un piccolo strascico dietro.
È abbellito da fantasie in stile natalizio dorate, sparse per il corpetto e sistemate ordinatamente alla fine della gonna, che raggiungono quasi la vita salendo e formando una specie di catena montuosa.
I capelli sono come al solito, solo che al contrario di tutti i giorni ha un fiorellino rosso ad abbellirli e sembrano arricciati un po’ di più.
Ai piedi ha delle decolté alte con tacchi a spillo, cinghia sul davanti e quasi totalmente rosse, tranne la parte posteriore e il laccetto, coperte da brillanti oro che sfumano sul tacco.
Elegante come sempre.
L’uomo accanto a lei, uomo alto con lunghi capelli viola scuri fino a sotto la schiena, occhi nocciola ed espressione calma, ha uno smoking nero con una camicia viola scuro simile al cremisi e un fiocco piuttosto maschile intorno al collo dello stesso colore della camicia, ma non un papillon.
-Ciao ragazze, Utau, Yaya, state d’incanto…Amu il regalo di quel tuo amico è meraviglioso, credo proprio tu sia la più bella qui-
-N-non esagerare; chi è il tuo accompagnatore? –
-Lui è Nagihiko Fujisaki, il mio fidanzato-
Nagihiko allunga una mano che stringo subito, e così fa Utau dopo di me, al contrario di Yaya che lo abbraccia e si presenta.
-Io sono Amu Hinamori, piacere-
-Hoshina Utau-
-Yaya l’hai appena conosciuta! –
Ridiamo tutti, fino a che non sentiamo una risata piuttosto strana provenire dal nostro lato destro.
È Saaya Yamabuki, chi volevi che fosse Amu?
La fisso, domandandole con lo sguardo: “ma che vuoi?”
-Vedo che Hinamori Amu quest’anno ha un vestito decente, è firmato? Quanto l’hai pagato? –
-In un certo senso è firmato Saaya, ed è un regalo-
Si avvicina a me, prendendomi per il braccio e controllando meglio il vestito.
Tocca la fascia nera stretta in vita e la solleva un po’, rivelando una scritta in oro piuttosto carina.
-Questa…questa è la firma del più famoso stilista di tutto il Giappone, ma come fai ad aver un vestito così?! –
-Te lo ripeto, è un regalo, comunque sei stupenda, non hai nulla da invidiarmi-
Alza la testa stizzita e si gira, facendo un sonoro “TSK”.
-Come se fossi gelosa, è vero, stai meglio delle altre volte ma non mi supererai mai, tu non hai nemmeno un accompagnatore, mentre io sì! –
La osservo meglio, e noto che effettivamente ha uno splendido abito.
Un abito rosso attillato a sirena, con scollatura a cuore e maniche più collo in velo bianco sottile, con decorazioni formate da brillanti argento e rossi disposti un po’ a salice piangente.
In vita una cintura argento carinissima che si intreccia con varie spirali e motivi molto particolari, donando al vestito semplicità ma eleganza.
Le scarpe sono (come quelle di quasi tutte le ragazze oggi) delle decolté con tacco a spillo, rosse un po’ scuro con un laccio intorno alla caviglia e due che formano una X nel centro del piede.
Non ha esagerato…strano da parte di Saaya.
-E chi sarebbe? –
-Arriverà a momenti, ora è impegnato, ma almeno arriverà; sono meglio di te in tutto, vestire, modo di fare, fidanzati, e soprattutto pazienti, me ne hanno dato uno matto come un cavallo, probabilmente a te invece hanno dato una mezza calzetta-
Stringo il pugno, con la voglia di impugnare la magnum CTG che mi ha regalato S.
Se ne va ridendo, mentre mi calmo e tutti scuotono la testa e Nagihiko e confuso.
-Ma chi era? –
-Una che frequenta la scuola di psicologia con noi; Amu non le dare ascolto, scommetto che anche il tuo paziente è piuttosto impegnativo-
Le guardo male, girandomi e andandomene, mentre continuo a voler fare un buco in testa a Saaya.
Sospiro, guardando il gruppo piuttosto confuso ma che si riscuote presto, mentre Rima e Nagihiko vanno a ballare, seguiti a ruota da Yaya e Kairi e Utau con un tizio che le ha appena chiesto di ballare.
Esco fuori, vagando un po’ per il giardino dell’istituto e fermandomi sul parapetto di un piccolo balconcino che dà su un laghetto…la mia scuola è bella solo per il giardino, enorme e simile a quello di una reggia.
Guardo la luna, sfiorando attraverso il vestito le pistole e sorridendo.
Chissà come deve essere ballare con lui, chissà se mai potrò farlo, lo spero molto, a lui voglio dedicare il mio ballo preferito e quello più bello della vita, a lui voglio dedicare la vita in realtà.
-Signorina Jolly? –
Mi giro, incontrando lo sguardo di Somy.
-Che ci fai qui Somy? –
-In realtà…la cercavo, il capo mi ha dato l’ordine di non farla toccare da nessun ragazzo e di non farla ballare con nessuno, quindi, dato che sembra annoiarsi e solo io posso ballare con lei, potrei avere questo ballo? –
Ridacchio, inchinandomi e avvicinandomi a Somy, facendomi prendere delicatamente per iniziare a farmi condurre in una lenta danza.
-Signorina Jolly, hanno intenzione di usarla-
-Chi? –
-Quelli del manicomio, la incolperanno della morte del capo, dicendo che per via del fatto che lei è una stagista ha sbagliato a prescrivere un metodo di cura e lui non ha reagito bene; nessuno ci andrà di mezzo, nessuno finirà nei guardi e il capo verrà usato come cavia, deve dirglielo la prossima volta che lo vede-
Sospiro, mentre Somy mi fa girare e incontro nuovamente il suo sguardo.
-Lo sapevo che sarebbe successo, ma tranquillo, non credo ci voglia rimanere così a lungo da permettergli di fare questo errore, quasi del tutto sono Jolly ora, devo solo stabilizzarmi, poi sarà tutto sistemato, e so già chi è la prima persona che lui prenderà di mira-
-Signorina…lei lo ama? –
Sbatto gli occhi, annuendo e scuotendo la testa.
-Si e no, è più ossessione, ma anche amore e ammirazione; è un uomo davvero strepitoso-
Lo vedo fissare la sala da ballo, dove ci sono Utau e Rima che parlano, mentre Yaya mangia e Kairi e Nagi discutono di cose parecchio singolari, sembra; in particolare fissa Utau, ogni suo movimento e ogni volta che la vede sistemarti il vestito sussulta di poco.
-Somy…ti interessa Utau? –
Mi guarda sorpreso, sbattendo gli occhi confuso.
-Perché lo dici? –
-La guardi, la fissi e non la lasci, la studi come S studia me, so che non è cotta né amore, solo interesse, quindi: ti interessa? –
-Si, si direi proprio di sì. Ora capisco perché il capo la vuole a tutti i costi; cosa dovrei fare? –
-Invitala a ballare-
-Cosa?! –
-Vai! –
Lo prendo per mano, correndo dentro e fermandomi davanti al gruppo.
Utau ci guarda con una punta di tristezza negli occhi, che sparisce appena sposto Somy davanti a me.
-Ecco…Hoshina ti va di accompagnarmi in questo ballo? –
Utau annuisce, andando da lui e facendosi accompagnare in pista.
Sospiro, sorridente.
Mi siedo, con accanto Nagi che accanto ha Rima, e sull’altro lato Yaya e Kairi.
-Sono così carini! –
Esclama Yaya.
-Già-
Sospira Rima.
Rido, mentre Utau e Somy si fermano tornando da noi.
-Sei Kukai Soma? –
Guardiamo Nagihiko, che ora è in piedi e sta davanti a Somy.
-Si, e tu…un secondo, Nagihiko Fujisaki?! È dai tempi delle superiori che non ci vediamo! Come stai? –
-Bene, e tu? –
-Da favola, solo il lavoro mi impegna molto, tu che fai? –
-Tra poco prenderò l’azienda di mio padre; senti Kukai, tu hai più sentito quell’altro? –
Somy si fa teso, mentre scuote la testa.
-Affatto, in terza superiore è sparito e nessuno ha più saputo nulla di lui…e quello che balla insieme e Yamabuki chi è? –
Guardo chi intende Somy e piego la testa di lato. È un tizio alto e possente, molto rude pare e con…delle fondine sotto la giacca dello smoking? Perché ha delle fondine dietro?
-Non lo sappiamo, ha detto che è il suo ragazzo-
Somy mi afferra per un braccio, trascinandomi a parte e facendomi fermare davanti a lui; stranamente non mi ha fatto nulla, nessun dolore o cose simili.
-Che c’è ora?! –
-Quello lì, è uno dei principali nemici del capo! Altro boss molto influente che ha cercato di fregare più di una volta Stregatto trovandosi a perdere metà dei suoi soldi e uomini, per questo vuole vendetta…vedi di non farti vedere né prendere da quello-
-Bah, come se mi spaventasse, che ore sono? –
-Le dieci circa, perché? –
-Bene, io devo andare! –
Corro verso il gruppo, salutando e avviandomi verso l’uscita.
-Amu e non torni con me?! –
-No Utau, voglio sgranchirmi le gambe! Ci vediamo a gennaio! –
-Ma è pericoloso…-
-Tranquilla no! –
Inizio a incamminarmi verso casa, passando dalla zona malfamata della città.
Mi fermo, sistemandomi il collarino e sorridendo.
-Ma chi abbiamo qui-
Mi giro, vedendo un tizio enorme spuntarmi davanti; ha tutta l’aria di essere un’idiota.
-Che c’è? –
-Ora vieni con me senza dire nulla, al mio capo farai molto piacere-
-Mi spiace ma nulla da fare; chi sarebbe il tuo capo? –
-Black Wlof, nemico giurato di Stregatto e uno dei boss più famosi di tutto il Giappone, ed ora seguimi senza fare storie! –
Mi afferra per il braccio, ritrovandosi dopo poco a un braccio di distanza da me con la magnum puntata alla fronte.
-Tu sei una troia-
-E lo sono ancora di più se dico di questo piccolo incidente al mio paparino-
-Dai, chi sarebbe uno dei Seyo? Non mi stupirei con un vestito del genere-
Gli tiro il lato della pistola sulla guancia, una gomitata sotto il mento e un bel calcio nei paesi bassi ben assestato.
Si accascia a terra, dolorante.
-Oh mio caro, non dovevi, ora papino si arrabbia…vediamo, inizia con S e finisce con O, ha a che fare con il tuo capo e in questo momento è al Seyo Madhouse, anche se molto influente pure da lì…allora sai chi è? –
-S-Stregatto?! –
-Ma certo! –
Sparo, beccando la spalla di questo idiota e mettendo via la pistola, incominciando a rincamminarmi verso casa.
Arrivo, sedendomi sul divano e sospirando.
-Mamma, papà?! –
-Amu sei già a casa? –
-Eh sì, mi annoiavo…io vado a letto okay? –
-V-va bene…a domani-
Mi fiondo a letto, ignorando i volti confusi dei miei genitori, spogliandomi e mettendo accuratamente via pistole e vestito, scarpe e tutto il resto, mettendomi il pigiama e andando a letto.
-Kitty sarà molto fiero di me…il mio primo ferito, e nemmeno molto male! Però lo voglio uccidere…ma non ancora, solo quando lo dirà lui. Domani gli devo dare il regalo! –
E con ciò mi addormento.
 
 
-Buon giorno! –
Mi stropiccio gli occhi, fissando male mia sorella.
-Che vuoi? –
-Calma sorellina! Sai vero che oggi hai un incontro speciale con il tuo paziente, si? –
-Puoi non dire “si” alla fine delle tue frasi? –
-Non se riesco, si-
La guardo male, sparandole uno sguardo di morte, facendola zittire.
Dopo un po’ ridacchia, prendendomi le guance tra il pollice e l’indice.
-Ma che tenera che sei quando ti arrabbi! Dai su muoviti! –
Esce fuori velocemente, facendomi scuotere la testa e reprimere l’impulso assassino che sento.
Mi alzo pigramente, vestendomi velocemente e prendendo il regalo per lui.
Spero gli piaccia…ho seguito solo l’istinto.
Scendo di corsa le scale, comportandomi come al solito, mentre dentro sto impazzendo lentamente sempre di più.
 
-Ciao-
-Ciao signorina Hinamori…da questa parte-
-Avete cambiato stanza? –
-Si…il paziente sta reagendo piuttosto bene alle sedute con lei, quindi abbiamo deciso di non lasciarlo incatenato e metterlo in una stanza più ampia-
-E la sua stanza normale? Avete cambiato anche quella o solo quella per le sedute? –
-Solo quella per le sedute, però non è più incatenato al muro nella sua stanza-
Annuisco, seguendo il colosso davanti a me e arrivando davanti ad una nuova porta blindata…è blindata quanto l’altra, ma è più larga.
-A dopo-
-A dopo- Rispondo, entrando e guardandomi attorno.
È quasi uguale all’altra, solo che più ampia, il tavolo è in legno e la sedia sembra più comoda, mentre dal mio lato c’è una piccola poltrona.
Fisso S che sta respirando pesantemente mentre si guarda attorno e alle volte si ferma sul pavimento, contorcendosi nella camicia di forza.
-S, tutto bene? –
Alza la testa di scatto, e appena lo vedo meglio spalanco gli occhi.
Ha uno sguardo disperato, pupille dilatate e respiro affannoso, mentre continua a contorcersi sempre di più nella camicia di forza…la manica destra all’altezza del bicipite è sporca di rosso…sangue.
-S! –
Corro da lui, inginocchiandomici di fronte e sfiorandogli il viso.
Tenta di mordermi, emettendo un sibilo arrabbiato che piano si trasforma in un leggero ringhio.
Si alza, incombendo su di me e continuando a guardarmi disperato.
-Tu…che hai fatto? –
Lo guardo stranita, non capendo per nulla.
-Cos’hai…fatto? –
Inclino la testa di lato, confondendomi sempre di più.
-Non capisco S…cosa intendi? –
-Esci, mi stai confondendo, cos’hai fatto? CHE MI HAI FATTO?! –
Cerca di nuovo di liberarsi dalla camicia ma non ci riesce, finendo per buttarsi in avanti e rimanere con la testa china davanti a me, ancora inginocchiata a terra.
Spalanca improvvisamente gli occhi, guardandomi in un modo folle e sadico, con un ghigno stampato in faccia e una voglia di uccidere che supera ogni sentimento negativo.
Si mette dritto, invitandomi con lo sguardo a fare lo stesso.
Mi alzo in piedi, guardandolo dal basso all’alto, senza ben capire le sue intenzioni.
-Jolly, Jolly…fai qualcosa per me-
Mi chiede, mi domanda, ed io esaudisco. Non ha detto che vuole, ma io lo so. Lo so e basta.
Lentamente mi sposto dietro di lui, iniziando a slacciare tutte le cinghie che tengono ferma la camicia di forza e piano aiutarlo a togliersela.
Sospira, stiracchiandosi e in poco afferrarmi il collo con la mano sinistra, guardandomi in modo più dolce di prima.
-Ciao child, come va? L’hai fatto finalmente? –
Annuisco, frugando in tasca e stringendo il regalo.
Mi lascia, permettendomi di mostrargli il suo regalo.
-Ecco! –
In poco lego il cinturino al collo, sorridendo felice.
Lui mi squadra, squadra il collarino e poi avvicina il dito indice al mio collo, facendo risuonare il campanellino d’orato.
-Bene…hai capito quindi-
Annuisco, toccando il collarino rosa con la scritta “propriety of” in nero e “Kitty” in blu molto più grande, in lettere metalliche su una targhetta argento.
Dal collarino pende un campanello oro, che fa un leggero suono ogni volta che mi muovo.
-Questo fa capire a chi appartengo! –
-Certo Jolly…brava-
Continuo da scema a sorridere, ricordando la festa di ieri.
-Kitty…vogliono ucciderti-
-Cosa? –
Mi guarda confuso, così inizio lentamente a spiegargli tutto quello che mi ha detto Somy ieri sera, sbuffando parecchie volte.
-Oh ma cara, non mi accadrà nulla…stanno abbassando la guardia, non devono, solo…non voglio rimanere qui ancora per molto, mi annoio-
Sporgo il labbro, diventando mogia e abbassando lo sguardo, afflitta.
-Che hai ora? –
-Quindi io non ti diverto nemmeno un po’? Mi spiace, sono un Jolly terribile-
Ride, tirandomi poi un ceffone, chinandosi su di me.
-Tu mi diverti, ma ti posso vedere solo due ore al giorno…di meno, e il fine settimana posso solo immaginarti; sicuri che tu non sia un’allucinazione? Il sabato non dovresti essere qui-
-È uno straordinario...-
Annuisce, sedendosi e invitandomi a fare lo stesso.
-Comunque sbaglio o ti avevo promesso un altro regalo? –
-Si, ma non serve, mi va benissimo quello che già mi hai fatto! –
-Zitta! Questo regalo…è solo perché tu non l’hai fatto, sei stata buona e in silenzio, schivando l’argomento, quindi devo premiarti-
-Che ho fatto? Se è per l’idiota che lavorava per Black Wolf a cui ho sparato ieri non ce n’è bisogno…-
Si rianima, guardandomi con una luce negli occhi piuttosto particolare.
-Hai ucciso uno degli scagnozzi di B?! –
-No…gli ho sparato alla spalla, non voglio uccidere a meno che non me lo ordini te-
-Bene…brava, motivo in più per premiarti, ma comunque non è per questo che voglio premiarti…sei la prima che lo saprà, e se oserai solo parlare ad anima viva…giuro che ti taglio la lingua! –
Annuisco, facendo segno di chiudermi la bocca con una cerniera e chiuderla poi con un lucchetto.
-Perfetto, perché tu sei la prima a cui parlerò di questo, a cui dirò il mio passato, il mio nome e come sono diventato Stregatto, quindi tieniti pronta per il tuo secondo regalo-
Spalanco gli occhi, portandomi le mani alla bocca spalancata e sorridendo.
S mi dirà il suo passato, mi dirà com’è diventato il mio Kitty e come mai ha cambiato nome…sì confiderà con me!
 
 
Angolo autrice:
Hey ragazzi...scusate il ritardo! Dovevo aggiornare una cosa come 2/3 settimane fa, ma non avevo idee per la parte iniziale (la terribile parte con Tadase) e non riuscivo mai a toccare il capitolo a causa dei compiti e dello studio…questo anno scolastico mi impegna seriamente!
Spero non risulti troppo corto rispetto al precedente, perché ci sono 2/3 facciate in meno…ma hey, non avevo più nulla da scrivere, se scrivevo ancora vi spoileravo tutto!
 
A tutti i lettori: cercherò di riprendere gli aggiornamenti settimanali, ma se salto una settimana sapete il perché…scuola, e come si dice: prima il dovere e poi il piacere; o: la scuola prima di tutto.
Vi prego ditemi che non è penoso come capitolo, vi prego!
A me sinceramente piace solo la parte finale e quella dove Amu balla con Somy e spara al tizio…poi il resto lo trovo troppo, ecco, normale per questa storia!
 
Quindi Saaya sta con il peggior nemico di S? (Non proprio dato che il peggior nemico di S è King’s, ma dettagli) Interessante, credo.
Come si evolverà questa storia? E ditemi, secondo voi Ikuto come ci è arrivato a questo punto? Qual è il suo passato e cosa centra Kukai in tutto questo? Perché è così fedele ad Ikuto, pur non essendo cattivo?
Se siete curiosi vi prego leggete il prossimo capitolo perché si capiranno parecchie cose, e quando dico parecchie intendo parecchie.
 
Bene, vi metto le immagini dei vestiti:

Utau:


Rima:
(quello in centro)

Yaya:




Saaya:




Allora alla prossima.
Baci Blue!

   
 
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