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Autore: ElisabethPrime    29/10/2016    1 recensioni
Cybertron pianeta di esseri robotici intelligenti:i Transformers è messa a ferro e fuoco da una guerra tra due fazioni: Autobot che combattevano per la libertà e i Decepticon che volevano governare con la violenza che volevano ottenere l'All Spark per i propri principi e quando il pianeta stava per essere distrutto gli Anziani predirono una profezia riguardante undici ragazzi umani dotati di poteri avrebbero aiutato gli Autobot a vincere la guerra così partirono alla ricerca della Terra.
Anche sulla Terra c'era una profezia riguardante questi undici ragazzi che diceva che avrebbero protetto la Terra dal ritorno dei Demoni esseri malvagi senz'anima.
Una ragazza di nome Keira Barnes è ignara della profezia e fa una vita monotona in California ma un giorno qualcuno gli uccise i genitori e la sua strada si intreccia con quella degli Autobot appena giunti sulla Terra che devono cercare i loro salvatori e fermare Megatron prima che compia il suo piano malvagio:l'estinzione della razza umana.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bumblebee, Nuovo personaggio, Optimus Prime, Un po' tutti, William Lennox
Note: Lime, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo essercene andati dalla fabbrica di cemento ero in viaggio verso una meta a me completamente ignota, so solo che dobbiamo andare a Los Angeles ma non so dove di preciso perché la città è grande ed è difficile non notare dei grandi robot quindi essendo che la stanchezza stava prendendo il sopravvento le palpebre mi si chiusero dopo tutto quello che mi è accaduto oggi: due attentati alla mia vita da parte dei Demoni e dei Decepticon e ora mi serviva qualche ora di sonno che serviva anche per allontanarmi da quel mondo assurdo che doveva essere quello che vivevo ogni giorno ma a quanto pare non è così, il mondo è popolato da strani esseri e di robot che non vengono dal nostro mondo ed era così surreale che ancora stentavo a credere anche dopo quello che ho visto oggi, dopo aver chiuso gli occhi cullata dal movimento dell’auto vidi tutto nero ma poi dopo cinque minuti ci fu un bagliore bianco e misi a fuoco delle immagini e una voce dolce e delicata parlò: “Era il 1775 e in America nell’aria c’era odore di guerra. La nostra gente era stanca dell’oppressione che ormai era diventata quotidiana da parte degli Inglesi e molte persone cominciavano a dire il loro disappunto davanti hai nostri oppressori o peggio si ribellavano e venivano impiccati per tradimento, questo non faceva altro che alimentare l’odio verso di loro e come mio padre dice sempre “Puoi sopportare molte cose per il bene degli altri ma prima o poi scoppiamo e diremmo basta” e credo che quella frase si avvererà presto, solo una persona a così tanto coraggio da dire quello che pensa veramente: il Generale George Washington, aveva raccolto così tanti seguaci alla sua causa e lo chiamava il suo esercito che se gli Inglesi non se ne fossero andati o cambiavano le cose avrebbe messo in campo per ottenere l’Indipendenza che voleva per tutti noi, fin’ ora gli Inglesi non hanno assecondato le loro richieste così Washington creò una società segreta con undici famiglie al suo interno chiamata: Gli Anziani. Faccio parte di una famiglia molto riconosciuta nell’ambito della ribellione americana perché i miei genitori sono i migliori amici di George Washington e membri della società segreta: mio padre si chiama Ethan Barnes ed è un generale, mia madre si chiama Hannah Stevenson, mia sorella gemella si chiama Ember Barnes mentre il mio nome è Selene Barnes. Di solito sto a casa con mia madre e mia sorella ad imparare il Galateo mentre mio padre è al fianco del generale ma sta volta io e mia sorella siamo state convocate inaspettatamente nel luogo segreto degli Anziani da George Washington in persona ma mio padre non mi vuole dire il motivo della convocazione quindi smisi di chiedere, avevo messo un vestito color azzurro cielo con dei nastri blu cobalto a chiudere il corsetto per quell’occasione mentre mia sorella mise un vestito color panna con delle rose impresse con dei nastri rosa a chiudere il corsetto, eravamo eccitate e curiose di sapere che lavoro svolgeva nostro padre ma ci contenemmo come abbiamo imparato nel Galateo e poi essere convocati da George Washington in persona era un onore per la nostra famiglia. Stavamo percorrendo in carrozza tra le strade piene di sporcizia e sporco di Boston per un luogo a me e a Ember ignoto e mentre stavo seduta nel sedile comodo mi diedi un’occhiata in giro: le strade erano piene di pozzanghere, i mattoni incastrati nel suolo erano sporchissimi di ogni cosa sporca che si poteva immaginare, carte di ogni genere volava in giro o adagiata a terra dimenticata da tutti, avanzi di cibo freschi o in decomposizione si trovava hai lati delle strade, dai tombini fuori usciva un odore nauseabondo che mi fece girare lo stomaco dal disgusto, molte persone passeggiavano tranquille con dei cesti di cibo in mano, c’erano dei mendicanti che pregavano di avere un po’ di cibo per andare avanti e poi c’erano loro, gli Inglesi, che passeggiavano a tempo di tamburi con il comandante in testa fregandosene di chi era per strada e spingevano le persone che si trovavano in mezzo, non hanno amore per niente parte per loro stessi, le mie riflessioni furono interrotte dalla voce un po’ severa di mio padre –Cosa ti ho detto sul fissare troppo gli Inglesi Selene?-. -Non devo fissarli padre-. -Bene e perché li fissavi?-. -Non stavo proprio fissando loro, guardavo come era ridotta Boston-. -E che idee ti sei fatta?-. -E’ un posto sporco e puzzoso, è come se fosse un posto morto-. -Vedrai ritornerà a vivere tesoro, grazie a Washington-. -Ne sono felice e lieta-. -Degli Inglesi invece?-. -Padre lei odia che parliamo di loro-. -Farò un eccezione-. -Credo che siano egoisti ed usurpatori, prendono quello che vogliono senza tenere conto che non gli appartiene, sono vanitosi e avidi, è il male che sta distruggendo Boston e l’America-. Lui annuì soltanto e poi si rivolse a mia sorella –Tu Ember che ne pensi di tutto ciò?-. - La penso come Selene padre, gli Inglesi vanno fermati se no Boston sarà perduta come tutta l’America-. -Bene-. Io chiesi –Come mai ci chiedi tutto ciò padre?-. -Vedete ora come vi ho detto ieri incontrerete George Washington in persona insieme ad altri ragazzi della vostra età e vi chiederà cosa pensate dell’argomento e di molte altre cose e voi dovete rispondergli esattamente quello che avete detto a me, ne va dell’onore della nostra famiglia-. Io dissi –Non serve che mentiamo padre, noi la pensiamo veramente così-. -Brave le mie bambine, è importante che capiate la gravità delle cose che capiteranno in futuro sia alla nostra famiglia che per la nazione, che siate fedeli alla causa che Washington sta portando avanti e che la serviate con assoluta fedeltà senza vacillare, lo capite vero?-. Io e Ember ci guardammo e dissi anche a nome suo –Lo capiamo certamente padre, ci avete cresciute con questi ideali e serviremo la causa con estrema fedeltà-. -Bene perché Washington e noi poniamo molta fiducia in voi, non lo sapete ma siete la nostra ultima speranza-. Io curiosa chiesi –Per cosa?-. -Non sta a me dirlo e poi se potessi siamo troppo esposti e se quello che vi diremo andasse fuori dalla base sarebbe la fine per tutti noi-. -Non si fida di noi padre?-. -Certo che mi fido solo…sentite lo so che siete curiose del motivo della vostra convocazione ma dovete pazientare ancora un po’ va bene?-. Io abbassai gli occhi –Si padre-. Lui annui e poi si rivolse a mia sorella – Ember come vanno le lezioni di cucito?-. -Bene padre sto migliorando ogni giorno di più-. -Ne sono orgoglioso- poi si rivolse a me – La lettura delle tue bellissime avventure come vanno?-. -Alla grande padre, mi appassiona leggere di grandi condottieri e le loro gesta-. Lui rise –Ho detto a George che leggi libri di grandi condottieri-. -Penserà che sono strana-. -Niente affatto Selene, anzi gli piaci che leggi questi argomenti e ti trova una ragazza molto forte-. -Gli sto simpatica?-. -Si ma non abusare della cosa capito?-. -Si padre-. Ad un certo punto la carrozza si fermo sul ciglio della strada vicino a una villa tutta bianca con grandi pilastri di marmo decorato e d’avanti alla grande scalinata c’erano due uomini, uno adulto e l’altro un ragazzo della nostra età, il cocchiere scese dal posto di guida e aprì la porticina della carrozza e mi porse la mano –Prego signorina Barnes-. Porsi la mano al cocchiere con fare regale come una ragazza della mio rango doveva fare e dissi -Grazie dell’aiuto Benjamin-. -Di nulla milady- poi aiuto sia mia sorella che mio padre a scendere e poi ci avviammo verso al villa e papà disse –Venite vi faccio conoscere due persone-. Arrivati d’avanti alla scalinata le due persone si girarono e li vidi bene: l’uomo era alto sulla stessa età di papà, aveva dei capelli corti fino alle orecchie di un marrone nocciola, occhi azzurro come il mare limpido e una barba sfatta, aveva una giacca color viola scuro con dei ricami d’oro, il panciotto era color panna, i pantaloni erano bianchi e dei stivali neri; il ragazzo era anch’esso molto alto e della mia età, aveva dei capelli lunghi raccolti in un codino dietro alla nuca di un biondo grano, occhi azzurro come il cielo d’estate e una barba appena accennata, aveva una giacca color nero pece con dei ricami d’oro, il panciotto era bianco, i pantaloni erano color panna e i stivali marroni scuro, ci fissammo negli occhi e qualcosa scattò in me, una sensazione che non avevo mai provato prima ma non potei soffermarmi a pensare a questa cosa perché sentì la voce di papà dire –Ciao Frank sei arrivato prima di noi-. -Oh ciao Ethan, mi piace essere puntuale- poi il suo sguardo si posò su di noi e continuò –E queste belle fanciulle chi sono? Non dirmi che sono le tue figlie-. -Si sono le mie figlie, loro sono Ember e Selene Barnes-. -Sono gemelle?-. -Si-. In sedici anni non l’ho mai visto a casa nostra quindi credo che non porti a casa gli altri membri della società segreta quindi non ci ha mai visto e se anche fosse stato che fosse venuto ero troppo piccola per ricordarmelo. L’uomo ci sorrise e disse –Vi presento mio figlio Caine Rogers-. Il ragazzo strinse la mano a Ember che gli sorrise e poi la porse a me dicendo –E’ un piacere conoscerla Lady Selene-. -Anche io sono lieta di fare la vostra conoscenza signor Rogers-. -E’ anche un piacere ammirare la vostra bellezza che non ha eguali in tutta Boston come vostra sorella si intende-. Lui ci sorrise e io arrossì, mi fece piacere le sue parole perché avevo molti pretendenti ma nessuno mi aveva mai detto queste belle parole, quel sorriso mi fece scaldare il cuore ma questo momento magico venne interrotto da papà che disse –Quando arrivano gli altri? Non mi piace stare qui con tutti questi inglesi in giro-. -Arriveranno vedrai Ethan-.” Le immagini della ragazza sorridente svanì e ritornò il buio ma non capì la causa dell’interruzione ma poi mi sentì scuotere delicatamente il braccio e piano piano aprì le palpebre ancora appesantite dal sonno e mi girai verso la fonte del mio risveglio mettendo a fuoco la faccia sorridente di William e dissi –Che c’è Will? E’ successo qualcosa?-. -Scusa che ti ho svegliata, non preoccuparti non è successo niente-. -Allora perché mi hai svegliata?-. -Siamo arrivati-. -Cosa? Di già?-. -Si, è da tre ore che siamo in auto e se permetti vorrei sgranchirmi le gambe indolenzite-. -Sono già passate tre ore?-. -Si, dormendo capita-. Io lo guardai e chiesi –Non potevi svegliarmi prima?-. -Stavi dormendo beatamente e non ho voluto svegliarti-. Io mi passai una mano tra i capelli e misi la schiena sul sedile e dissi –Scusa Will non volevo essere cattiva-. -Non preoccuparti, brutto sogno?-. -Cosa? No anzi-. -Era un sogno bello? Che cos’era?-. -Non era tanto un sogno, era più come se fosse un ricordo di una persona e mi sentivo come se impersonassi quella persona, era tutto strano e dovrei ringraziarti di avermi svegliato-. -Che ricordo era?-. -Perché lo vuoi sapere?-. -Curiosità-. -Ero nel 1775-. -Nell’anno della Guerra d’Indipendenza?-. -Si e questa ragazza era stata convocata da George Washington e…-. Ad un certo punto la voce di Bumblebee mi interruppe –Ragazzi è…meglio che…andiamo…il…capo…freme…per…conoscerti…Keira-. Io sorrisi –Scusa Bee, mi ero quasi dimenticata di te-. -Che…consolazione…rischiare la…vita…per…poi…essere…dimenticati…dopo tre…ore…mi si…spezza il…cuore-. -Scusa Bumblebee, sono così stanca che mi sono dimenticata persino dove eravamo diretti-. -Non preoccuparti…piccola…amica…siamo a…Los Angeles…precisamente…fuori…la città…dove…ci…sono…complessi di…fabbriche…abbandonate-. -Grazie Bee-. -Di niente…ora è…meglio…andare-. -Giusto-. Prima che aprissi la portiera Will mi prese delicatamente il polso sinistro –Quando siamo da soli mi racconti il ricordo va bene?-. -Va bene- non so perché ci teneva tanto ma l’avrei contentato, scesi dall’auto e quando arrivai d’avanti al cofano ancora con i fari accesi mi accorsi di una cosa che quando eravamo partiti era differente, l’auto in cui Bumblebee si era trasformato era cambiata e ora era una Chevrolet Camaro SS del 2007 gialla con le strisce nere e dissi sorpresa –Will! Perché Bee si è trasformato in una Camaro di quest’anno?-. Lui si grattò la nuca e disse –E’ colpa mia-. -Come colpa tua?-. -Mentre tu dormivi io e Bee abbiamo parlato di come la loro tecnologia era avanzata più della nostra e che lui ha un sistema che gli permette di scannerizzare le auto e trasformarsi in essa e mi è scappato il fatto che avrebbe dovuto cambiare auto perché quella che si era trasformata era un autentico rottame, così quando è passato quest’auto non ci ha pensato due volte a cambiarla ed era eccola qui-. Io guardai lui e poi l’auto e risi –Che insensibile Will, offendere un autentico guerriero come Bee in quel modo, vergognati-. Il diretto interessato disse –Almeno…qualcuno mi…apprezza e…capisce…qualcosa di…auto…Will-. Il mio amico si grattò la nuca imbarazzato e disse –Scusa va bene, quando sono agitato o sto pensando ad altro dico cose sconnesse-. Bee disse –Scuse…accettate…infondo…siamo…soci e…gli…amici…servono…anche a…questo-. -Già, nessun Decepticon dura molto con noi due nei paraggi-. Io risi e dissi –Siete teneri voi due-. Bee disse –Sei entrata nel club anche tu se vuoi-. -Certo che voglio, ormai ci sono dentro fino al collo e non posso più tornare indietro quindi essendo che mi state simpatici diventeremo il Magnifico Trio-. Loro risero anche se la risata di Bee era un tantino strana e poi chiesi –Sicuro che siano qui Bee? Non vedo nessuno-. Lui disse –Certo che sono qui, non ti aspetterai che stiano qua fuori dove c’è il rischio che vengano avvistati anche se è buio-. -Il ragionamento torna- sospirai e dissi –Che stiamo aspettando?-. Will mi fu accanto e disse –Sei preparata a quello che vedrai?-. Lo guardai e dissi –Will oggi ho visto di tutto, Demoni e questi Decepticon ed entrambi mi volevano uccidere quindi si, sono pronta-. Lui sorrise e poi sentimmo dei movimenti metallici e ci girammo, Bumblebee si era trasformato e la sua forma non era cambiata a parte il petto essendo che si era trasformato in un'altra auto e disse –Al capo…piacerai…di…sicuro…Keira-. -Lo spero anche se finora conosco solo te-. -Non…preoccuparti…sono…tutti…buoni e…non ti…toccheranno -. -Non era questo che intendevo ma grazie dell’incoraggiamento-. Will mi prese la mano destra e la strinse per rassicurarmi e chiese –Pronta Key?-. -Si- detto questo Bee ci condusse in uno stabilimento di pietra altissimo con delle crepe sulle pareti ormai vecchie e le grondai arrugginite e traballanti. All’interno era tutto malmesso e disordinato, sul pavimento erano accatastate delle travi vecchie di ferro ormai arrugginite, poi dei cumuli ci mattoni rossi e il pavimento era tutto cosparso di polvere bianca del cemento dei mattoni e per la polvere accumulata negli anni, il soffitto era crepato e c’erano delle travi di ferro che a quanto pare erano l’unica cosa che resisteva in tutta quella “catapecchia”, il luogo era deserto e chiesi –Dove sono Bee? Se ne sono andati?-. -Spero di…no…e…poi…mi…avrebbero…avvertito…saranno…nell’altra…stanza…seguitemi-. Lo seguimmo e quando arrivammo nell’altra stanza vidi qualcosa che forse sotto sotto la mi mente non era ancora del tutto preparata: quattro robot giganti che appena sentirono Bee entrare nella stanza si girarono facendo tremare la terra e i loro sguardi si posarono su di me e io deglutii, non mi è mai piaciuto avere troppi sguardi puntati addosso e ora ce ne ho ben quattro, Bee ci superò facendo attenzione a non calpestarci e disse –Capo ho trovato l’umana che stavamo cercando-. Il robot che stava in mezzo al gruppo era quello più alto di tutti e aveva una corazza blu notte con delle fiamme rosse accese e si rivolse al mio salvatore rivelando una voce profonda che emanava rispetto perché il mio nuovo amico si mise sugli attenti –Perché ci avete messo tanto a venire alla base? Dovevate già essere qui due ore fa- a me pareva un rimprovero ma non saprei. Bumblebee disse –Non è colpa mia, abbiamo avuto un imprevisto durante la strada-. -Del tipo?-. -Un Decepticon ci stava seguendo e ho dovuto occuparmi di lui per non fargli sapere la nostra posizione e per proteggere i due umani-. A queste parole il robot sgrano gli occhi e disse –Un Decepticon? Chi era?-. -Barricade ma ora per un po’ starà fuori dai piedi, mi sono occupato di lui-. -Bene, sarebbe stato un pericolo per noi se scopriva la nostra momentanea base e poi perché hai detto per ora? Non lo hai neutralizzato?-. -No, non ne ho avuto il tempo effettivo-. -Perché?-. Will intervenne nella discussione –A causa nostra capo-. Lui voltò la testa verso di noi piantando il suo sguardo su di noi facendomi sobbalzare -A causa vostra? Spiegati William-. -Barricade non era l’unico Decepticon, c’era anche Frenzy-. -C’era anche lui?-. Will annuì –Si ci stava dando la caccia e…-. Bee continuò –Ero in pensiero per loro quindi non ho avuto il tempo ma l’ho intrappolato per un bel po’ nel cemento e non ci darà problemi-. -E a Frenzy che ne è stato?-. Will rispose –Ce ne siamo occupati noi due, l’abbiamo smembrato con un trapano e poi ho fatto fare un giretto alla testa di quel rompi scatole- i robot dietro risero e poi Will continuò -Se non fosse stato per la nostra nuova amica sarei morto, l’idea è stata sua-. Il capo dei robot piantò di nuovo il suo sguardo su di me ma stavolta mi faceva meno timore, forse perché si era un tantino addolcito, e dopo avermi studiata per bene venne verso di noi e si inginocchiò fino a che la testa fosse alla mia altezza e disse – Tu devi essere Keira Barnes, una ragazza con un dono-. Come faceva a sapere il mio nome? Riflettei che se aveva mandato Bee e Will a prelevarmi lo sapeva quindi dissi ancora sorpresa di trovarmi una testa gigantesca di un robot davanti alla mia faccia –Si sono io-. -Cosa ti ha detto Will di noi?-. -Niente e se devo dirla tutta non capisco ancora niente della situazione-. Lui annuì e disse –Rimediamo allora, il mio nome è Optimus Prime e siamo esseri robotici autonomi provenienti dal pianeta Cybertron-. Ora sapevo il nome del leader e del loro pianeta di provenienza e chiesi –Gli altri sono i Decepticon e da quanto ho capito sono cattivi, voi come vi chiamate?-. -Noi siamo gli Autobot-. -E siete i buoni-. -Si e da come ho capito hai compreso che ti vogliamo proteggere-. Io annuì e lui continuò –Ora ti presento gli altri, lui è Jazz il mio primo luogotenente-. Il robot che si chiamava Jazz aveva una corazza grigio chiaro metallizzato ed era quello più basso dei presenti e fece una capriola per poi sedersi con un tonfo su un auto abbandonata e arrugginita e disse –Ganzo questo posto ci sto dentro- si accoccolò per bene facendomi quasi ridere e continuò –Comunque è un piacere conoscerti Keira-. Gli sorrisi –Il piacere è tutto mio Jazz-. Optimus continuò –Lui è Ironhide il mio specialista in armi-. Il robot chiamato Ironhide aveva una corazza nera lucida e come Bee aveva le portiere posizionate sulla schiena ed era un tantino più alto di Jazz e dalle braccia tirò fuori dei grandi cannoni e li fece roteare per poi puntarli su di me che indietreggiai allarmata e disse -Ti senti fortunata, pivella?-. Optimus intervenne non con un tono arrabbiato ma quasi divertito –Calma Ironhide-. -Scherzavo! Volevo solo mostrargli i miei cannoni- io sospirai perché pensavo che facesse sul serio e lui continuò –E’ un piacere conoscerti piccoletta-. -Anche per me Ironhide ma non chiamarmi piccoletta-. Lui sogghignò e ripose i cannoni, poi Optimus continuò –Lui è Ratchet, il nostro ufficiale medico-. Il robot chiamato Ratchet era di un verde prato chiarissimo con delle linee rosse che annusò l’aria con il suo naso metallico e disse –Il livello di feromone in William indica che vuole accoppiarsi con la femmina-. A quelle parole mi sentì avvampare grattandomi la nuca imbarazzata e quando guardai Will vidi che anche lui era diventato rosso come un pomodoro e che anche lui si grattava la nuca imbarazzato fischiettando, quel ragazzo mi sorprendeva sempre di più anche se secondo me sta andando troppo in fretta a pensare queste cose, dopo forse aver visto che aveva creato un po’ di imbarazzo Ratchet disse –Scusate per avervi messi in imbarazzo-. Will si schiarì la voce e disse –Non preoccuparti amico è tutto apposto-. Ratchet annuì e poi mi guardò dicendo –E’ un onore conoscerti mia cara-. -Anche per me Ratchet-. Optimus disse –Credo che già conosci il tuo guardiano, Bumblebee-. Io lo guardai interrogativa –Guardiano?-. -D’ora in poi sarai sotto la protezione di Bumblebee insieme a William-. Io annuì capendo il motivo della cosa, un Demone potevo gestirlo ma un Decepticon era al quanto improbabile per me, dopo aver guardato tutti dissi –Allora voi provenite da un pianeta chiamato Cybertron, ma perché siete qui sulla Terra? Non dovreste essere con la vostra gente?-. Vidi che gli occhi dei presenti si abbassarono ma poi Optimus rispose –Il nostro pianeta è stato distrutto e ora non abbiamo una patria-. -Mi dispiace-. -Ce la siamo cercata noi, è a causa nostra se è successo-. -Come a causa vostra?-. Ratchet intervenne –Forse la ragazza capirebbe meglio se gli mostrassi Optimus-. Lui annuì e poi si toccò la tempia sinistra e dagli occhi fuoriuscì un raggio azzurro che toccò la terra sotto di noi e poi l’immagine che mi si parò davanti agli occhi cambiò, non era più il polveroso magazzino ma un paesaggio distrutto, delle cose di metallo uscivano dal terreno di un nero pece, il suolo era cosparso si cadaveri distrutti di robot e su una altura si trovava un robot tutto grigio metallizzato con gli occhi rosso rubino che lanciò una specie di lancia addosso a un robot agonizzante che quando la lancia lo colpì cadde a terra morto e il robot malvagio fece una risata malvagia che mi entrò nelle ossa facendomi rabbrividire, dopo di che sentì la voce di Optimus raccontare: “Il nostro pianeta un tempo era un potente impero, pacifico e giusto, fino al giorno del tradimento di Megatron, Leader dei Decepticon, chiunque lo sfidasse veniva distrutto, la nostra guerra infine consumò il nostro pianeta e l’All Spark si perse fra le stelle, Megatron lo seguì fin sulla Terra, dove fu trovato da dei ragazzi nativi del pianeta, per sbaglio devono aver attivato il suo sistema di navigazione e le coordinate del Cubo sulla Terra vennero impresse sugli occhiali di uno di quegli undici ragazzi”. Finito di parlare tornò l’immagine del magazzino polveroso e di cinque robot che mi guardavano e dissi –Quindi è per la guerra che non avete più una patria-. Optimus disse –Si ma non potevamo stare a guardare i Decepticon che uccidevano quelli della nostra specie a sangue freddo-. -Non siete gli unici che avete voluto fermare delle persone che uccidevano senza ragione, non siete poi così diversi-. Gli sorrisi per rassicurarlo e continuai –Che cos’è l’All Spark?-. -L’All Spark è quello che ha portato la vita su Cybertron quindi tutti noi ma aveva tanti poteri e Megatron voleva averlo tutto per se, voleva comandare ma non tutti noi eravamo d’accordo quindi quando ormai stava per diventare troppo tardi noi Autobot spedimmo l’All Spark tra le stelle per impedire a Megatron di averlo e da li a poco la distruzione del nostro pianeta fu inevitabile e ce ne andammo-. -Anche voi volete l’All Spark?-. -Si, grazie a quel potere potremmo ridare la vita al nostro pianeta-. -Dove si trova Megatron in questo momento?-. -Non lo sappiamo e per quello credo che anche i Decepticon vadano alla cieca-. -Non ne avete proprio idea?-. -L’ultima sua posizione conosciuta era nel Circolo Polare Artico-. -Il Polo Nord? Chi ci facevano la dei ragazzini-. -Non lo sappiamo-. -Bene ora so perché vogliono questo All Spark ma perché mi danno la caccia?-. Lui esitò un attimo ma poi disse –Perché sei speciale Keira, possiedi un dono dalla nascita e questo dono è importante per noi, loro vogliono ucciderti per impedire il compimento di una profezia-. -Una profezia? Di che tipo?-. -Non siamo ancora al completo-. -Al completo? Quanti ne mancano ancora?-. -Ci manca solo un membro e poi vi diremmo tutto sulla profezia, sappi solo che siete importanti per noi e siete la nostra unica speranza-. Ero stanca e stavo ancora cercando di immagazzinare tutte le informazioni che avevo appreso quindi dissi –Va bene ma questo dono a che serve? Perché oggi ho ucciso un essere mostruoso, una cosa che non dovrebbe esistere: un Demone-. Lui mi guardò preoccupato e disse –Un Demone ti ha attaccato?-. -Si ma l’ho ucciso con il mio dono-. -Che dono possiedi Keira?-. -Posso creare i fulmini dalle mie mani e sono brava nel corpo a corpo, uno l’ho ucciso con i fulmini l’altro l’ha ucciso Will, se non ci fosse stato lui non so cosa mi sarebbe successo-. Optimus guardò i suoi compagni con uno sguardo al quanto allarmato e Ratchet disse –L’hanno trovata-. Jazz disse –Ora non potremmo più fare le cose di nascosto-. Optimus disse –Hai ragione Jazz, domani andiamo a prelevare l’ultimo membro e poi ci spostiamo, ormai qui è pericoloso-. Io chiesi –L’ultimo membro si trova qui a San Francisco?-. Lui mi guardò e rispose –Si, sappiamo solo che è una femmina sulla tua età-. -Ci sono tante ragazze della mia età a San Francisco-. -Per domani mattina ne sapremo di più Keira non preoccuparti-. Lo speravo, non voglio aver rischiato la vita per raggiungerli per poi trovarmi in un vicolo cieco altrimenti andrò per la mia strada, anche se non so quanta strada farò con i Decepticon alle calcagna. Will che era rimasto zitto tutto il tempo disse –Optimus ha la voglia-. Lui lo guardò e chiese –Ne sei sicuro William?-. -Si me l’ha mostrato lei stessa-. -Almeno ora sappiamo che non abbiamo sbagliato Keira-. Io intervenni –Non credo che ci siano molte ragazze con il mio nome che sanno anche creare i fulmini come me-. -Giusto intuito-. Io continuai –Possiedo anche un cristallo se vi può interessare-. Ratchet chiese –Posso vederlo?-. Ero un po’ riluttante ma alla fine acconsentì –Certamente-. Lui si avvicinò a me e si abbassò fino ad arrivarmi all’altezza della testa come aveva fatto Optimus, dall’occhio fuoriuscì una lente di ingrandimento e io gli porsi il cristallo che se lo mise nel suo grande indice destro studiandoselo per bene e quando ebbe finito sgranò gli occhi dicendo –Per l’All Spark!-. Optmus disse allarmato –Cosa c’è Ratchet?-. -Ora ne sono più che certo-. -Di cosa per la miseria?-. -Il cristallo che Keira porta al collo è un pezzo dell’All Spark-. I quattro robot chiesero all’unisono –Cosa?-. -Non è solo il suo comunque-. Optimus chiese –Ne sei sicuro Ratchet? Com’è possibile?-. Prima che potesse rispondere intervenni –Will mi ha spiegato delle cose, pensavo che glielo aveste detto voi-. Tutti si voltarono verso il diretto interessato che mi guardò per poi tornare a guardare gli Autobot e disse –Si è vero-. Optimus disse –Cosa sai che noi non sappiamo? Ma soprattutto come mai le sai?-. - So solo che i cristalli appartenevano a dodici ragazzi che a quanto pare gli avevano trovati da una cometa caduta sulla Terra dopo una guerra tra luce e tenebre ma da li non si seppe più niente-. Optimus chiese –E come ne siete venuti in possesso?-. Will rispose –Io da mio zio che abita in Nevada-. Io risposi –Il mio me lo diede mio padre quando tornò dal Costa Rica-. Il capo continuò –C’è dell’altro?-. Will annuì –A quanto pare ci conferisce più poteri, ce li aumenta-. Optimus guardò Ratchet che restituendomi il ciondolo annuì –Come cosa è fattibile-. Poi si alzò e sussurrò qualcosa a Optimus che annuì e disse –Bene ora…-. Ironhide lo interruppe –Bee non dovevi prelevare due ragazze? Dov’è finita?-. Tutti guardarono il perimetro del magazzino e non trovando quello che cercavano Optimus disse –Bumblebee dov’è l’altra ragazza? La gemella di Keira?-. Lui si grattò la nuca metallica imbarazzato e disse –Quando…siamo…arrivati a…casa loro…abbiamo trovato…solo lei-. Optimus sgranò gli occhi e chiese –Cosa? Non può essere-. -E’ così…capo…io e…Will…abbiamo…trovato…solo…Keira…la ragazza…non…c’era-. Nel magazzino calò il silenzio e fu rotto da me, era ora che parlassimo sul perché ho accettato di incontrarli, andai davanti al Prime e dissi –Optimus mia sorella non c’era perché è stata rapita dai Decepticon-. Lui mi guardò sgranando gli occhi e disse –Come è potuto accadere? Non era venuta a scuola con te?-. Io scossi la testa –Ieri la sua classe era a casa per un sciopero quindi mi ha accompagnata e poi è tornata a casa-. Optimus annuì e poi guardò Will e Bee –Non vi avevo detto di tenerle d’occhio entrambe?-. Will rispose –Non potevamo-. -E perché mai?-. Bee rispose –Intorno…alla scuola…si aggirava…Barricade…quindi abbiamo…ritenuto più…importante…sorvegliare lei…invece…della sorella-. -Non potevate dividervi?-. Bee continuò –Mi ha…ordinato che…se veniva…con me…di tenerlo…d’occhio…e…di non…allontanarmi…mai…da lui-. -Giusto ma ora prima di agire e di fare qualunque altra cosa dobbiamo liberarla, non ci voleva questo intoppo e poi speriamo che i Decepticon non l’abbiano fatto del male-. Io guardandolo negli occhi chiesi –Dite veramente che la libererete?-. -Certo che libereremo tua sorella Keira, chiunque viene preso da loro fanno una brutta fine ma noi arriveremo prima che accada non preoccuparti- mi sorrise rassicurante e poi continuò –I tuoi genitori sono stati messi al sicuro?-. A queste parole tutto in torno a me si bloccò per poi sprofondare in un baratro, era come mi sentivo io, il mio mondo girava in tondo rassicurante e sereno e poi in un attimo sprofondò in un baratro di dolore e sofferenza, era la voragine che mi premeva il petto provocandomi un dolore alla cassa toracica e persisteva li senza andarsene o almeno alleviarlo e senza accorgermene una lacrima calda e salata mi cadde sulla guancia destra e scese sempre più giù fino a cadere sul terreno polveroso del magazzino, dopo di quelle ne caddero altre senza fermarsi e vedendomi piangere Will si avvicinò e mi avvolse in un abbraccio di conforto sussurrandomi –Shh! Calmati Keira va tutto bene-. Io tra i singhiozzi gridai –NON HO POTUTO SALVARLI! SI SONO SACRIFICATI PER LA MIA SALVEZZA E IO NON HO POTUTO SALVARLI!-. -Si sono sacrificati per la loro amata figlia, perché le volevano bene e volevano che avesse un futuro e una vita felice anche se loro non fossero stati con te, non potevi salvarli-. Io lo interruppi –INVECE SI! GLI AVREI UCCISI CON IL MIO POTERE! GLI AVREI RIDOTTI IN POLVERE! E’ COLPA MIA SE SONO MORTI!-. -No invece Keira, non darti colpe che non hai-. Io mi calmai un pochino e chiesi –Come fai ad esserne sicuro?-. -Perché non sei stata tu, se fossi stata a casa anche tu li avrebbero uccisi comunque e saresti morta anche tu, credimi se ti dico che non potevi fare niente per loro ma ora invece puoi-. -Cosa posso fare?-. -Puoi vendicarli fermando quelli che li anno uccisi e rapito tua sorella, fermare chi vuole far del male a delle persone innocenti che non hanno colpa, ne sarai capace?-. Io guardai i suoi occhi azzurri e vidi la determinazione delle parole che aveva appena detto ardergli le pupille azzurre come il cielo d’estate trasmettendomi la sua forza che mi entrò nel mio corpo ormai percosso da singhiozzi e dissi con determinazione –Si farò la mia parte, difenderò chi non può e vendicherò i miei genitori-. Will mi sorrise e disse –Ecco la Keira che conosco- sciolse l’abbraccio ma posò le sue mani nelle mie spalle e continuò –Lo so che vorresti andare la fuori a cercare tua sorella e uccidere i colpevoli ma ora è importante che rimani qui con noi al sicuro ma soprattutto sotto la protezione degli Autobot-. Annuì e poi, una volta che Will mi lasciò le spalle, mi avviai verso i robot che erano rimasti in piedi di fianco a noi con una faccia triste e dissi –Mi dispiace che abbiate dovuto assistere al mio crollo emotivo ma come ho perso i miei genitori mi ha creato una voragine nel petto, spero che capiate e non mi reputiate una persona debole-. Optimus mi sorrise in modo dolce e disse –Non devi scusarti Keira è comprensibile dopo quello che hai passato e non pensiamo affatto che sei una debole anzi, ti sei sentita morire dentro ma ti sei rialzata e ora vuoi combattere e vedrai ne avrai l’occasione, eri molto legata hai tuoi genitori?-. Annuì –I genitori più straordinari che potessi desiderare, mi hanno dato molto affetto e mi sentivo protetta e amata ma ora sento solo rabbia e odio, spero che cambi-. -Lo sarà, la rabbia e odio non resteranno li per sempre se tu non lo vuoi-. Gli sorrisi e dissi –Grazie Optimus-. -Ora sei una di noi e noi proteggiamo quelli di noi- sorrise e poi chiese –Come si chiama tua sorella?-. -Isabelle-. Lui annuì e disse –E’ tardi e sarai stanca dopo tutto quello che hai passato, vai a riposare che domani mattina partiremo presto e devi essere riposata-. Annuì e dissi rivolta a tutti –Grazie per quello che avete fatto per me e avermi salvato la vita, non lo dimenticherò mai-. Ratchet disse –L’abbiamo fatto con estremo piacere Keira, ci dispiace solo non essere stati capaci di salvare i tuoi genitori-. -Avete fatto il possibile e lo sanno anche loro, non vi incolpo per l’accaduto-. Will mi affiancò e disse –L’accompagno di la a riposare, devo fare altro?-. Optimus rispose –No William-. -Bene non ti dispiace se sto di la con lei a farli compagnia?-. -No vai pure ci vediamo domani mattina, buonanotte ragazzi-. Io e Will dicemmo in coro –Buonanotte!- e detto questo noi andammo nella prima stanza che siamo entrati mentre gli Autobot si riunirono per parlare. Solo ora mi accorsi di come il magazzino era freddo perché fui percossa da tremiti, i denti cominciarono a sbattersi tra loro e dal naso e dalla bocca uscivano nuvole di vapore acqueo e Will forse vedendo che tremavo mi circondò le spalle con il suo braccio destro muscoloso e disse –A quest’ora qui si patisce il freddo-. -E’ un posto abbandonato-. -E con ciò?-. -Il magazzino potrebbe essere infestato dai fantasmi che si avventano sui mal capitati-. Lui rise di gusto e la sua risata rimbombò nei muri vecchi del magazzino propagandosi sicuramente in tutto lo stabile –Ci mancherebbe essere circondati dai fantasmi, già abbiamo i Demoni e i Decepticon alle calcagna, come mai pensi hai fantasmi?-. -Bè si dice che quando nei dintorni ci sono fantasmi si senta freddo perché emanano dolore e sofferenza, l’ho sentito dire e non l’ho appurato con certezza e poi se ne vedessi uno non so come reagirei-. -Nemmeno io- alla fine mi portò vicino a un mucchio di mattoni e vidi per terra un materasso matrimoniale con un cuscino e disse –Stenditi qui, ha l’aria malaticcia ma è comodo e non ha pulci-. Risi e chiesi –Tu dove dormi?-. -Dormirò per terra vicino al materasso-. -Non se ne parla-. -Sono abituato-. -Non mi interessa Will, il materasso è matrimoniale e ci stai benissimo- lo guardai e aggiunsi –Non è un invito a letto e toccarmi, semplicemente non ti lascerò dormire sul pavimento sporco-. Lui non disse nulla e poi disse –Come la mia signora comanda- detto questo mi stesi sul materasso malaticcio e posai la testa sul cuscino ormai con poche piume e Will si stese di fianco a me sospirando e dissi –Vuoi avere il cuscino?-. -No tienilo tu ne hai più bisogno-. Mi sistemai meglio e dissi –Hai ragione il materasso è comodo in fondo-. -L’ho trovato in una stanza che doveva appartenere al custode e me ne sono appropriato, tanto non credo che qualcuno abbia da ridire-. Io ridacchiai e dissi –Che giornata-. -Puoi dirlo forte, d’ora in poi saranno ancora più movimentate-. -Grazie dell’avviso- poi restai zitta pensando a cosa ho scoperto di poter fare, Will forse accorgendosi del silenzio chiese –A che pensi?-. -A quello che ho scoperto di poter fare, mi sento una mutante in questo momento-. Lui ridacchiò e disse –Ti vedrei bene come Tempesta-. Lo guardai sorridendo –Io invece ti vedo come Colosso-. -Poteva andarmi peggio-. -Perché chi ti piaceva?-. -Wolverine, tu invece?-. -Magneto-. Lui sgranò gli occhi sorridendo –Ti piacciono i cattivi insomma-. Risi e dissi –Dai non puoi dire che Magneto non ha il suo fascino, saper controllare i metalli-. -Lo ammetto è figo ma è pur sempre cattivo-. -Si, ma quello che gli è successo da piccolo ha determinato quello che è diventato, gli è morta la ma…madre-. Abbassai gli occhi che cominciavano a pizzicare e Will accorgendosi del gesto disse –Ti rispecchi in lui per certi versi-. Annuì –Sua madre è stata uccisa con un colpo alla testa ad Auschwitz e suo padre gli è toccata la sorte di tutta quella povera gente che non aveva fatto nulla di male, li volevano sterminare solo perché erano ebrei e perché hanno dato ascolto ad un pazzo omicida, non saranno morti così ma sono stati uccisi perché si sono rifiutati di consegnarci, quelli che gli hanno uccisi come si permettono di decidere chi deve morire e chi deve vivere, questa è casa nostra e loro non possono andare in giro ad uccidere la gente-. -Sono d’accordo ma non mi meraviglio di quello che fanno, dal racconto di Optimus chiunque incontri i Decepticon non finiscono bene, loro credono nella violenza e non vedono altre vie per ottenere le cose che bramano…-. -L’avidità è una brutta cosa-. Lui annuì e continuò –Per quanto riguarda i Demoni loro hanno un cervello grande come una nocciolina, in pratica sono stupidi ma seguono gli ordini di qualcuno-. -Quale umano mi vuole morta?-. -Non credo che sia umano-. -Cosa?-. -I Demoni, come ti ho detto oggi in auto, sono venuti nel nostro mondo attraverso un portale situato in un posto a noi ancora ignoto…-. -Hai detto che qualcuno ignaro della cosa l’ha aperto, deve essere per forza un umano, cosa ti fa credere il contrario?-. -Non lo so ma ho ragionato su una cosa, cosa se ne fa un umano di noi? Perché siamo così preziosi tanto da uccidere i tuoi genitori e forse non solo? Sono domande senza risposta-. Io lo guardai negli occhi determinata e dissi –Bè le troveremo perché sono al quanto incazzata con questi qui, li farò pentire di aver toccato la mia famiglia-. Lui rise –Non ne dubito, non so come sei quando sei incazzata ma potresti fulminarmi sul posto se lo facessi, ma non sei addestrata-. -Allora imparerò-. -Lo faremo insieme-. Gli sorrisi e dissi –Devo ammettere che siamo un ottima squadra noi due-. -Lo penso anche io, abbiamo sistemato per le feste Frenzy e sistemeremo per le feste anche i Demoni-. Questa volta fui io a ridere di gusto e dissi –Abbiamo trasformato quel posto per un set di un film d’azione, con i fuochi d’artificio compresi nel pacchetto-. -Quando hai esposto il piano parevi un indemoniata, ma devo ammettere che è stato efficace, abbiamo staccato a quella caccoletta una gamba…-. -E tu l’hai smembrato e fatto fare alla sua testa il fuori campo, quindi si siamo un ottima squadra- dopo esserci sorrisi un‘altra volta sbadigliai perché cominciavo a sentire la stanchezza prendere il possesso del mio corpo come in auto quindi dissi –Forse è meglio dormire, Optimus ci vuole riposati domani-. -Sono stanco anche io…ah! Un ultima cosa, prima che Bee ci rompesse di muoverci stavi per raccontarmi del strano sogno che avi fatto-. Pensavo che se ne fosse scordato ma invece no a quanto pare quindi dissi –Non voglio disturbarti-. -Non mi disturbi-. -Okey- sospirai e continuai –Ero nel 1775 e nell’aria c’erano già voci di quella che divenne la Guerra d’Indipendenza Americana e in questo sogno impersonavo questa ragazza che con la sorella gemella era stata convocata in un posto dove si trovava una società segreta chiamata: Gli Anziani guidati da George Washington che era nata per contrastare gli inglesi, non si sapeva il motivo della loro convocazione ma arrivati nel luogo dell’incontro incontrarono un ragazzo anche lui convocato forse per il loro stesso motivo, poi mi hai svegliato e il sogno si interruppe-. Lui mi fissava in silenzio e dopo qualche secondo disse –Un sogno…strano, questi ragazzi come si chiamavano? Te lo ricordi?-. -Perché ti interessa?-. -Forse sono personaggi esistiti-. -Le ragazze si chiamavano Selene e Ember-. -Il cognome?-. -B…Barnes- il mio cognome? Che fossero mie antenate? Non ci ho pensato. Sgranò gli occhi e disse –Il tuo cognome?-. -Non me ne ero accorta subito-. -Il ragazzo?-. -Caine…Rogers-. Incredulo disse –Questo ovviamente è il mio cognome, saranno nostri antenati-. -E’ l’unica soluzione-. -Ti è mai capitato Keira?-. -Prima di oggi? Mai, tu invece?-. -No- il suo sguardo si fece pensieroso, questa era una delle domande senza risposta ma queste congetture era meglio affrontarle domani quando eravamo lucidi quindi disse –Will senti, questa cosa è strana ma ora siamo stanchi e non stiamo ragionando lucidamente quindi propongo di pensarci domani mattina quando siamo riposati e poi Optimus potrebbe avere la risposta-. -Ne dubito che sappia più di noi, brancola nel buio quanto noi ma tentar non nuoce e hai ragione siamo stanchi e non riusciremo a ragionare-. -Vedrai troveremo le risposte ma ora bando alle ciance e dormiamo, credo che per un po’ non dormiremo così bene e specialmente su un materasso-. -Sono pienamente d’accordo- mi sorrise dolce e continuò –Notte Keira-. Gli sorrisi anche io e dissi –Notte William- detto questo lui si girò dall’altra parte e così feci anche io e quasi subito le mie palpebre si chiusero come se all’estremità fossero appesi dei macigni e l’immagine del magazzino polveroso scomparve per far spazio al buio più totale, mi addormentai con molti pensieri tra qui i miei nuovi amici robot ma uno in particolare avevo in mente: Isabelle. Nel profondo del mio cuore speravo che non fosse morta e che se così non fosse di non arrivare tardi per fermare l’inevitabile: la morte dell’ultimo membro della mia famiglia, dovevo salvarla, portarla sotto la protezione degli Autobot e insieme avremmo distrutto gli assassini dei nostri genitori vendicandoli. Saremmo rimaste insieme contro tutto perché è questo che fanno due sorelle: si proteggono a vicenda. Quella sera a discapito delle mie aspettative mi addormentai serena accanto a un ragazzo che cominciava a piacermi desiderando più di un’amicizia.
   
 
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