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Autore: ElyJez    29/10/2016    1 recensioni
Mentre stavamo per salire in macchina, tra la tempesta di neve, tuonò quello che sembrava essere il grido di una donna.
Mi tappai le orecchie. Pareva che mille campane funebri stessero suonando contemporaneamente ed ora mi stavano perforando i timpani.
Se la morte avesse avuto una voce sarebbe stata quella.
Alzai lo sguardo verso la boscaglia. Qualcuno nella mia testa mi stava sussurrando: vai a Beacon Hills.
*
Allora questo è un cross-over tra Teen Wolf (ma dai) e la serie tv From dusk till dawn ispirata al film "Dal tramonto all'alba"; la storia è ambientata circa otto anni dopo gli eventi della 6A
Coppie: (Stiles x Lydia), (Scott x Sorpresa), ( Mason x Corey) accenni Jackson x Lydia, Scott x Allison, Jackson x Allison
Avvertimenti: Morte di un personaggio principale
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jackson Whittemore, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Buon Natale, Jackson

Beacon Hills non mi era mai sembrata un granché, ma ora, dopo dieci anni trascorsi in Europa potevo affermarlo con certezza: quel posto era un buco.
La stessa gente noiosa, con i suoi problemi noiosi e le loro vite noiose; l’ex ragazza petulante, il coach esaltato, sempre pronto a dare una possibilità ai perdenti -soprattutto se uno di questi si chiama Scott McCall- e i vicini strani. Insomma, Beacon Hills non mi era mancata affatto. Se poi ci aggiungiamo la storia del kanima e del nonno psicopatico di Allison si può comprendere bene il perché della mia assenza prolungata.
Allora c’era soltanto una domanda da farsi: perché Jackson Whittemore dovrebbe fare ritorno a casa? Me lo chiedevo pure io mentre aspettavo mio padre fuori dall’aeroporto. Gli omega non hanno vita facile, aveva detto McCall per convincermi a non partire, ma io me ne ero fregato altamente.
Non mi importava di far parte del branco, e non volevo neanche crearmene uno tutto mio. Volevo solo godere di tutti i benefici che il morso comportava, ma a quanto pare quell’idiota aveva ragione.
Così, quando a Londra un altro branco aveva iniziato ad avanzare pretese, decisi che era giunto il tempo di tagliare la corda.
I miei dal canto loro non so dire se fossero contenti o no, semplicemente non mi interessava.
Durante il viaggio verso casa, mio padre parlò del più e del meno spaziando da argomenti banali – se continui ad impegnarti potrai sfondare con il lacrosse- ad altri che non meritavano neanche commenti.
Svoltammo verso il lungo viale che ormai conoscevo a memoria e che avevo percorse mille volte con la Porsche.
Le case, nella loro tranquillità mostravano a tutti coloro che passavano lo spirito natalizio degli abitanti. Per me il Natale era solo una buona scusa per appendere qualche luce colorata, ricevere regali costosi e sembrare più buoni di altri.
Tra le tante villette decorate soltanto una rimaneva spoglia e grigia: la stessa casa sulla quale c’era affisso il cartello VENDESI.
Mi voltai verso mio padre.
<< Che fine ha fatto Isaac Lehey? >>
Domandai guardando spuntare sul viso dell’uomo un’espressione stupita.
<< Ho sentito dire che si è trasferito in Francia. Anche il signor Argent è partito per Parigi; dopo la morte di sua figlia era comprensibile che non volesse rimanere in questo posto>>
Improvvisamente ebbi un conato di vomito. Non potevo far altro che fissarlo sperando di aver capito male, che stesse in qualche modo scherzando, ma non c’era alcun segno di divertimento in lui.
I suoi occhi erano fissi sulla strada
<< Povera ragazza, era così giovane. Non hanno mai trovato il colpevole, sai?>>
Abbassai lo sguardo tenendolo ancorato alle dita intrecciate tra loro. Sul mio stomaco era stato appena piantato un macigno che spingeva senza alcuna pietà contro il diaframma non facendomi respirare.
Mio padre parcheggiò nel vialetto di casa, scendendo dall’auto, sistemandosi il bavero della giacca.
Lo seguii, ma ad ogni passo muovevo arti di piombo.
Feci uno sforzo immane per riuscire a dire quelle poche parole. La gola in fiamme, bloccata.
<< Torno più tardi>>
Mormorai. Mi disse qualcosa, ma non lo ascoltai. Ogni suono mi arrivava vago e confuso. Tutto quello che riuscivo a sentire erano i miei passi sulla neve fresca e qualcosa di molto più profondo che mi stava urlando contro, tormentandomi.
Il vento si faceva sempre più forte, ovattandomi le orecchie, sputandomi in faccia il freddo e le ultime foglie secche, sferzandomi addosso come una frusta.
Non facevo altro che pensare allo sguardo di McCall quando mi aveva implorato di accompagnare Allison al ballo. “Sei suo amico anche tu, lo sei. Tutto il tempo che hai passato con lei, non dirmi che non hai ancora imparato a conoscerla. È Allison, è impossibile che non ti piaccia, non puoi dirmi che non t’importa se si fa male
“E se mi facessi male io?” “Ne varrebbe la pena”
Dritto davanti a me, dietro ad un mazzo di rose bianche, la tomba della ragazza mi fissava silenziosa.
Nella mia testa solo poche parole. Parole che ero abituato a dire, e che forse avevo ripetuto anche troppe volte, ma che ora mi buttavano a terra calpestandomi.
“ Non per me”

Angolo dell'autrice:
Salve a tutti
In realtà questa storia doveva contenere più capitoli, ma sono una persona abbastanza pigra e volubile, quindi alla fine ne ho buttato giù soltanto uno =P
Spero che la storia vi sia piaciuta ugualmente
Se volete, lasciate qualche commento per dirmi che ne pensate,
Ciao, ciao

Ciao, Ciao  =)
  
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