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Autore: DryJ    30/10/2016    2 recensioni
La Francia, era questa la meta, tutto quello che i pochi soldi racimolati con fatica dal padre avevano permesso loro di scegliere. Ed ora quella terra, nuova e sconosciuta a cui si erano preparate per mesi per apprenderne la lingua, le stava attendendo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donna Barrat, Etienne de Sancerre, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Isabeau de Montmayeur, Nuovo personaggio | Coppie: Etienne/Donna, Ian/Isabeau
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo IX
 

La mattina seguente, dopo essersi rinfrescati e rifocillati a dovere, ripartirono seguendo la strada indicata il giorno precedente dalla magia di Cassandra. Tornarono al fiume e con mezz'ora di cammino giunsero al punto in cui la traversata sarebbe stata più veloce ma non per questo semplice a causa del letto tortuoso.
La ragazza sollevò lo sguardo per controllare la zona e i suoi occhi furono attirati da una colonna di fumo nero che si alzava lenta verso il cielo. << Che cosa c'è li da quella parte? Voi lo sapete? Marc? >> chiese indicando lo strano fenomeno e guardando il giovane Falco ricordando i suoi due anni passati nella capitale.
<< Il villaggio di Saint Marcus >> rispose lui cupo.
A giudicare dal colore e dalla lentezza con la quale il fumo si alzava in cielo, qualche incendio aveva smesso di bruciare relativamente da poco.
<< Credi siano state le persone che inseguono tua sorella? >> chiese Nicolas a Cassandra.
<< Credo questo ma credo molto di più sia stata opera sua- disse cupa- Dobbiamo sbrigarci, è possibile che lei sia ancora li e non possiamo tardare oltre >> continuò la ragazzina agitandosi in sella davanti a Michel che saldamente le cingeva i fianchi per impedirle di cadere.
Ripresero il cammino con gli animali al galoppo, Cassandra sussurrava parole, a Michel incomprensibili, all'orecchio del cavallo e questo si sforzava il più possibile per rispettare il suo volere.
Uscirono dal bosco con velocità trovandosi davanti un paesaggio di morte e desolazione. La radura ed alcuni alberi che si erano stanziati lontano dalla brughiera erano completamente bruciati, neri come il carbone insieme ad un'intero villaggio. Le case, le botteghe, le strade, il fuoco aveva mangiato ogni cosa.
Cassandra guardò la scena senza parole, si gettò giù dal cavallo gridando il nome della sorella.
Quest'ultima stava priva di sensi perfettamente illesa, al centro di quella che poche ore prima era stata la piazza del mercato, insieme ad altri due corpi abbrustoliti.
Marc lanciò il cavallo al galoppo superando la giovane e saltando giù dall'animale prima che esso potesse fermarsi. Si chinò su Sèlene cercando di svegliarla tramite schiaffi leggeri sulle guance e l'invocazione del suo nome. Si voltò verso Cassandra in cerca di una spiegazione prendendo la ragazza tra le braccia.
Nicolas e Michel si fecero il segno della croce e mentre quest'ultimo recitava una preghiera per i defunti, il giovane Sancerre si avvicinò ai corpi carbonizzati precedentemente accanto a Sèlene. << Lei può fare questo >> mormorò cupo.
La ragazzina stava accanto a Marc e rovistava nel suo bagaglio alla ricerca di qualcosa che potesse aiutare Sèlene a rinvenire << Lei può fare molto di più Nicolas, il suo potere si nutre di altro potere, di vita, di anime. Tutto quello che può accrescerlo lei lo assorbe e credo che oggi abbia assorbito troppe anime per il suo massimo >> le girò il viso più bianco del solito. Le vene nere erano ancora visibili in tutta la pelle scoperta. << Dobbiamo allontanarci da qui, così potrò curarla al sicuro da occhi e orecchie indiscrete >> aggiunse spostando lo sguardo su Marc.
Il cavaliere annuì e si diresse a passo spedito verso un agglomerato di case, sperando di trovarne almeno una agibile.
Non ci volle molto, Sancerre individuò un posto apparentemente sicuro ed entrarono in una delle abitazioni meno pericolanti.
Marc chiese al fratello di togliergli il mantello e stenderlo in terra e una volta fatto ci mise la giovane, poggiandole sotto la testa il proprio bagaglio.
Nicolas chiuse tutte le imposte tranne una, troppo bruciata e rovinata, e ci si mise di guardia tenendo la mano sull'elsa della spada nascosta sotto il mantello, Michel alla porta d'ingresso.
<< Vuoi usare la tua magia curativa? >> le chiese Marc titubante.
<< Si, ci voglio provare, spero solo di essere in grado di fare qualcosa di utile per lei >> disse senza voltarsi. Si chinò in ginocchio restando dietro la testa di Sèlene, allungò le mani verso la testa toccandole la fronte, chiuse gli occhi e iniziò a parlare. Dopo alcuni minuti quelle parole acquistarono una nota ripetitiva trasformandosi in una macabra litania. Una luce rosata apparve sotto le mani di Cassandra mentre questa continuava imperterrita parlando più forte.
Sèlene scosse leggermente la testa, poi un braccio come fosse infastidita, la litania diventò più forte, irritando ciò che momentaneamente stava assopito dentro la giovane.
Accadde tutto velocemente, Sèlene spalancò gli occhi ancora completamente neri, alzò il braccio e con il movimento di due dita scaraventò Cassandra contro la parete della stanza utilizzando una forza misteriosa e invisibile, la fanciulla si accasciò al suolo dolorante.
L'altra si mise seduta, piegò il collo scrocchiandolo su entrambi i lati e si alzò in piedi senza badare ai tre attorno a se.
Marc sguainò la spada e a seguire Michel e Nicolas, tesi come corde di violino.
<< Sèlene, ora sei al sicuro con noi. Ci riconosci? >> le chiese il giovane Falco muovendosi con cautela per posizionarsi davanti a lei << È tutto a posto, Cassandra ti voleva curare >>. Non sapeva come avrebbe potuto reagire a quelle parole, temeva di non poter contrastare un possibile attacco, soprattutto se magico.
Lei rimase immobile, si voltò lentamente nella sua direzione attirata dalla sua voce, divenne fumo e si materializzò dinnanzi a lui, ad un soffio dal suo viso << Certo che mi ricordo di te, come potrei dimenticare il tuo viso e il tuo sapore? >> disse lei con voce distorta ed infernale. Gli passò le mani sulle braccia, si mise in punta di piedi e lentamente gli leccò la guancia prima di afferrarlo con forza per le spalle e scaraventarlo contro il fratello. << Torniamo a dove eravamo rimaste mio dolce topolino che ne dici? >> aggiunse poi rivolgendosi a Cassandra, parandosi di fronte a lei << Andiamo a farci un giro, ti va? >> aggiunse macabra prima di afferrarla per i capelli e trascinarla verso la porta.
Cassandra urlava e si dimenava << Michel, ti prego aiutami!!- gridò disperata verso di lui - dovete tramortirla! È l'unico modo! Vi prego! >> continuò ad urlare per il dolore mentre cercava nel suo piccolo di arrestare la camminata della sorella.
Michel incoccò e scoccò ad una velocità incredibile verso Sèlene, graffiandole volutamente un braccio e durante la distrazione che Michel riuscì ad ottenere grazie a quel tiro, Marc balzò in avanti afferrandola per i capelli e strattonandola via mentre Nicolas con un leggero calcio con il collo del piede indirizzato alla mano di questa riuscì a farle mollare Cassandra.
La ragazza ormai furiosa riuscì solo a sentire un forte colpo sulla nuca e poi nuovamente buio, Marc la sorresse prima che potesse cadere rovinosamente a terra.
Cassandra chiuse gli occhi, si alzò da terra e istintivamente abbracciò Michel che l'aveva soccorsa senza ripensamenti. Gli buttò le braccia al collo stando appesa a lui.
Le vene nere sparirono velocemente come tanti serpenti intenti a rientrare rapidi nelle loro tane. Marc ancora la teneva tra le braccia fissando laddove prima vi erano state impresse quelle significative testimonianze della sua vera natura.
Era così bella e pericolosa allo stesso tempo.
<< Che diavolo aveva tua sorella? >> chiese Nicolas ancora carico di adrenalina puntando un dito contro la fanciulla ancora tra le braccia di Michel.
Cassandra lasciò andare lentamente la presa sul collo del ragazzo, si affrettò ad allontanarsi da lui visibilmente imbarazzata per il gesto impulsivo. << Quella che avete appena visto è Gerka, almeno mia sorella la chiama così. È la parte oscura che vive in lei, ogni volta che perde il controllo diventa così, la Sèlene che conosciamo si assopisce restando bloccata in profondità e quando questa parte esce fuori, bhe si può fare ben poco, o si scappa o si accetta l'idea della morte- fece una pausa e prese a camminare per la stanza- Tanti anni fa, quando Sèlene aveva sette anni, ci trovavamo ancora nel nostro primo villaggio. Lei era andata a giocare al fiume con altri bambini, sembrava tutto tranquillo quando arrivò Tom Furko, un ragazzone tutto muscoli quanto idiota che iniziò a prenderla in giro per il suo aspetto e tutti gli altri bambini lo seguirono a ruota. Lei cercò di non badarci e decise di tornare a casa, ma Tom la afferrò per il braccio storcendoglielo, allettato dalle grida di incitamento degli altri. Non sappiamo come andò precisamente, lei dice di non ricordare, sta di fatto che perse la testa e lo uccise. Da lì in poi fu un susseguirsi di incidenti simili, così mio padre la portò da un Druido, l'ultimo di un'intero ordine. Questo le impresse sulla pelle due rune fondendole insieme, una è Ur che significa "resistenza" e l'altra è Thurs cioè "protezione e difesa della mente”, lo fece con la speranza di bloccare il suo potere. Ma crescendo è diventata più forte e quel sigillo non credo durerà ancora a lungo >> aggiunse lei mostrando ai presenti il collo della sorella, la pelle intorno al tatuaggio era divenuta sanguigna e viola.
In quel momento Marc ricordò di aver già visto quei simboli sul collo della sua amante durante uno dei loro amplessi ma non vi aveva dato troppo peso, convinto fosse tradizione irlandese. Se l'avesse saputo prima, probabilmente non si sarebbe avvicinato a lei in maniera così intima ma ormai era in ballo e la cosa, infondo, non gli dispiaceva così tanto.
<< Quindi appena si sveglia dobbiamo tramortirla nuovamente? >> chiese Nicolas avvicinandosi alla ragazza priva di sensi.
<< No, non ce n'è bisogno, vedi la sua pelle? È tornata come prima, quindi la sua parte oscura è rintanata in profondità e lei ora è solo svenuta- disse la ragazzina accarezzando dolcemente i capelli della sorella- Vorrei tanto salvarla dal suo destino ma si è chiusa in se stessa per così tanto tempo, comprensibile dopo tutto quello che ha passato sulla pelle e nello spirito >> guardò Marc << Mi disse che tu la facevi stare bene e che con te non pensava a niente >> aggiunse con un sorriso amaro.
Lui automaticamente strinse Sèlene tra le braccia, si rese conto che si stava comportando esattamente come aveva fatto Alexandra. Lui non sapeva se quest'ultima avesse mai davvero provato reale interesse nei suoi confronti ma era certo di provare a sua volta qualcosa per Sèlene. Voleva proteggerla e tenerla con se. Abbassò nuovamente lo sguardo sul volto della giovane per poi rispondere << È il caso di allontanarci da qui, riposare e rientrare a Parigi >>.
Cassandra annuì convinta << Dobbiamo stare attenti però, è possibile che qualcuno ci stia osservando in questo momento, qualcosa mi dice che non siamo soli >> rispose lei e senza aspettare oltre richiuse il suo bagaglio, si tolse il mantello porgendolo a Marc << Avvolgila con questo, serve più a lei che a me >> disse guardandolo decisa.
Marc annuí ed obbedì calandole anche il cappuccio sul volto, in seguito chiese a Nicolas di aiutarlo a mettere il proprio, ancora in terra dal precedente tentativo di far risvegliare Sèlene.
Michel però lo fece vergognare mortalmente per aver dimenticato le buone maniere, come un ladro davanti all’evidenza di essere stato beccato. Questo infatti gli aveva lanciato uno sguardo torvo e aveva cinto le spalle di Cassandra con il proprio mantello facendo in modo che entrambi potessero scaldarsi.
Nicolas non poté fare a meno di guardarlo divertito, era palese il fatto che il giovane Ponthieu stesse utilizzando quella nobile scusa per stare molto più vicino alla ragazzina.
Cassandra arrossì alla sola idea di avere il mantello di Michel sulle spalle, era così grande che, nonostante fossero in due li sotto, le faceva da strascico. Sentiva il suo profumo e gioì di quel indiretto e caldo abbraccio.
Uscirono dalla casa e guardandosi intorno guardinghi optarono per tornare nel bosco seguendo la fiammella di Cassandra. Ella li portò davanti all’entrata di una grande caverna.
<< Ah bene, dormiremo al calduccio oggi >> disse la fanciulla allontanandosi dalla protezione del cavaliere al suo fianco per riassorbire la creatura che danzava felice nell'aria. Indicò a Marc un punto dove posare la sorella, si inchinò trafficando con alcune erbe ed unguenti. Le si accostò e le fece bere una poltiglia verdastra << Dovrebbe svegliarsi tra qualche ora, se tutto va bene >> guardò i compagni e senza aspettare oltre si prodigò a preparare qualcosa per la cena.

Stavano mangiando tranquilli quando Sèlene lentamente dietro di loro si svegliò mettendosi a sedere con una mano a coprire gli occhi, stordita.
Nicolas fu il primo ad accorgersene, si voltò verso di lei e fece per dire qualcosa quando Marc, intuendo si fosse svegliata, si voltò di scatto verso la ragazza e vedendola seduta si avvicinò a lei preoccupato. Le mise una mano sulla guancia e le chiese a bassa voce, come per non disturbare ulteriormente immaginandola sua confusione << Sèlene, come ti senti? Ora sei al sicuro con noi >>.
Cassandra si voltò a sua volta con il cuore più leggero nel vederla sveglia.
La giovane invece alzò lo sguardo su di lui, non disse niente per una buona manciata di secondi, poi si decise << Mi sento come se una mandria di tori mi avesse investita >> allontanò la sua mano dalla guancia << Non toccarmi- aggiunse- non voglio nulla da te >> lo guardò con la stessa rabbia e delusione che ebbe il giorno del loro litigio.
Marc ritrasse la mano, non seppe cosa dire ma continuava a fissarla risentito.
Michel salvò la situazione, raggiunse infatti Sèlene e porgendole del cibo su un piccolo tagliere di fortuna disse << Ha cucinato Cassandra quindi è molto saporito. Dovresti mangiare per rimetterti in forze, ne hai bisogno- aveva accompagnato quel gesto con un dolce sorriso- Siamo contenti che tu stia bene >> concluse infine.
Marc tornò al suo posto senza aggiungere una singola parola con le sopracciglia corrucciate a simboleggiare il suo malumore ma fece scalare Nicolas lasciando un significativo spazio vuoto davanti al fuoco, accanto a se.
Sèlene guardò Michel con intensità << Grazie >> mormorò prima di alzarsi lentamente per andare a sedersi nel punto libero, mangiò in silenzio osservando il fuoco.
Cassandra provò a parlarle ma fu tutto inutile, il silenzio nella quale si stava rintanando ormai da tempo stava assumendo la forma di una grossa massa nera che piano piano la avvolgeva completamente e lei ne soffriva terribilmente.
Una volta terminato il suo pasto si alzò tornando nel posto nella quale si era svegliata, si avvolse nel mantello e si accovacciò li in disparte con lo sguardo perso, Cassandra sospirò pesantemente con le lacrime agli occhi.
Marc di tanto in tanto si voltava verso l'altra, era anche colpa sua se lei adesso si isolava in quel modo. Voleva rimediare come Michel aveva fatto con la piccola Cassandra ma non era bravo con le parole come lui e Sèlene non era disponibile come la sorella minore. Eppure doveva fare qualcosa.
Michel si avvicinò alla sua bella, sedendosi accanto a lei << Cosa ti turba? >> le chiese mentre le poggiava nuovamente il proprio mantello sulle spalle, questa volta senza condividerlo ma lasciandolo tutto per lei.
La ragazzina alzò la testa leggermente sorridendogli, si strinse nel mantello apprezzandone la consistenza e il profumo, sospirò ancora << Ho paura per lei, sento che si sta allontanando sempre di più e temo possa diventare irraggiungibile, io non posso permetterlo >> disse lei mettendo una mano sul ginocchio di Michel.
A quel contatto lui quasi trasalì, colto alla sprovvista. Quella giovane l'aveva sorpreso con quel gesto così audace in contrasto con il suo carattere timido, ma non disse nulla a riguardo lasciando che lei lo toccasse, avvicinandosi ed abbattendo a poco a poco il muro che era stato costruito. << Vedrai che riuscirai nel tuo intento, inoltre non sei sola quindi anche io e mio fratello, se avrà smesso di fare il cafone, cercheremo di aiutarla >> rispose, poi posò la mano su quella di lei intrecciando le dita con le sue.
Lei gli sorrise avvicinandosi ulteriormente e posando la testa sulla sua spalla, stringendogli di poco la mano.
Sèlene li osservava in silenzio, si alzò di scatto irritata da quella vista e si diresse verso l’uscita dalla grotta << Devo camminare >> fu la sua unica giustificazione.
I presenti la seguirono con lo sguardo, chi perplesso, chi dispiaciuto, chi sofferente.
<< Vai dalla tua adorata, Marc! >> esclamò Nicolas, rendendosi conto all'ultimo momento che l'amico ci aveva già pensato da solo.
Le fu dietro in pochi secondi, le si affiancò << Cosa è successo in quel villaggio? >> le chiese, dopo qualche attimo di silenzio preso per misurare bene tono e parole.
<< Di certo non è una cosa che voglio raccontare a te adesso, sei davvero un pessimo conversatore, come del resto un pessimo amante >> disse lei fulminandolo con lo sguardo mentre tirava un calcio ad un sassolino immaginando fosse la sua testa.
<< Senti- le disse sbottando e voltandosi totalmente verso di lei interrompendone la marcia- Ho commesso un grave errore, me ne rendo conto, sto anche provando a rimediare con te ma tu rifiuti tutto a prescindere senza nemmeno darmi la possibilità di farlo, mi rifiuti esattamente come fai con il mondo esterno. A questo punto se non vuoi venire nella mia direzione posso comprenderlo continuando però a provarci, ma non tenere questo atteggiamento del cavolo con tua sorella perché ha rischiato la vita per te, per venire a salvarti, perché ti ama più della sua stessa vita e tu la stai ringraziando tenendo il silenzio e dandole le spalle. Ti consiglio di cambiare atteggiamento perché sei ancora in tempo per cambiare le cose >>.
<< No adesso sentimi tu- rispose lei parandoglisi davanti- Io ti ho permesso di entrare nel mio letto perché ti volevo e mio malgrado ancora ti voglio. Ti ho permesso di entrare nella mia testa e nonostante non volessi, anche nel mio cuore, permettendoti così di farmi del male. Ci sono già passata, sono stata illusa in modo decisamente molto più violento e non voglio più sentirmi così- ridacchiò lei in modo del tutto privo di allegria- Ma certo, tu sei esperto di illusioni non è vero? Alexandra ne è la prova schiacciante, ma dimmi cavaliere, vuoi farti perdonare con la speranza di tornare a giocare con me rimanendo fedele al pensiero che hai di lei?- sorrise con amarezza avvicinandosi ancora- Te lo dissi una volta e te lo ripeto adesso, tu non sai nulla di me, tu non sai quanto dolore ho visto, inflitto e patito e quanto ancora ne vedrò e procurerò. Cassandra é tutto ciò che mi rimane e se me ne sono andata un motivo c'è- si guardò intorno distogliendo lo sguardo per qualche istante- Il solo pensiero di poterle fare del male mi uccide, darei la mia vita per lei e lo farei senza pensarci anche adesso ma devo proteggerla in primis da me stessa, perché voglio che lei abbia la vita e riceva l'amore e l'affetto che non ho ricevuto io. Lei, al contrario di me se lo merita >> concluse guardandolo stando a pochi passi da lui.
<< È incredibile quanto tu cerchi di mettermi in bocca parole che non ho mai detto! Io parlo per quello che vedo, parlo di una persona che con la scusa della sua sofferenza ha il terrore di reagire per migliorare il rapporto con se stessa e con gli altri. So cosa ti è accaduto, Michel mi ha detto tutto e al solo pensiero mi sale il sangue al cervello, non ti meritavi una cosa del genere, nessuno se la merita. Ma non puoi continuare a usarla come scusa per evitare di metterti davanti alla verità. Proprio perché ami tua sorella dovresti andare lì e ringraziarla, dovresti andare lì e stare con lei invece di permettere a qualcun'altro di consolarla e farla stare bene. Lei ha bisogno di te e tu la stai allontanando senza nemmeno avere la decenza di parlarci- prese un respiro profondo- E per la cronaca, ragazzina, non ti voglio per divertirmi. Ti voglio e basta >>. "L'ho detto davvero?" pensò, guardandola negli occhi sentiva di volerlo sul serio ma l'avrebbe anche volentieri strozzata li, su due piedi.
Sentendo quelle parole Sèlene s'irrigidì sgranando gli occhi, sapeva una cosa così intima e dolorosa di quel tortuoso passato che cercava di dimenticare senza successo, Cassandra aveva parlato troppo come era suo solito fare quando entrava in armonia con una persona. Sospirò pesantemente continuando a stargli davanti << Credi che io non ci abbia provato? Ogni volta che ho provato ad aprire il mio cuore, ogni volta che ho provato a guardare le persone in modo diverso, l'ho finita col soffrire più di tutti gli altri e ogni volta che accadeva un pezzo di me moriva, ho provato anche con te e cosa ne ho guadagnato? Altro dolore, quindi dimmi, come posso essere propensa ancora nonostante tutto questo?- chiese aprendo di poco le braccia per indicare tutto intorno a loro- Cassandra vuole stare con Michel perché ne è innamorata pazzamente e per quanto io mi renda conto che nulla di quello che lei spera sarà possibile non ho il cuore di spezzarle le ali >> disse prima di rivolgergli un rinnovato sguardo attonito mentre il cuore le sobbalzò più rapido nel petto, dopo aver realizzato di aver udito quelle parole, aggiunse incredula << Tu mi vuoi? Spiegati meglio per piacere >>.
Lui distolse lo sguardo, a disagio sia per aver detto una cosa del genere, sia per aver ricevuto quella domanda. Il cuore aveva parlato per la testa ma la testa ora lo faceva tacere. << La vita è piena di delusioni e bisogna farci l'abitudine ed andare avanti- rispose comunque- Tu devi fare esattamente quello che devo fare io. Per tua sorella, beh, potresti parlarci esponendole il tuo punto di vista. È una ragazza intelligente e lo prenderà in considerazione. Tutto il resto verrà da se >>.
<< Non sviare il punto falchetto, rispondi alla mia domanda- disse lei seria e più irritata di prima- Con mia sorella so io quando parlarci e come, ora le lascio godere Michel e domani vedrò cosa fare >> concluse puntandogli addosso uno sguardo glaciale. << Guardami in faccia e rispondimi >> aggiunse irremovibile, voleva una risposta, non l’avrebbe fatto muovere prima di averla ricevuta e questo Marc lo sapeva bene.
<< Semplicemente il mio cuore mi dice di prenderti ora e baciarti fino a togliere il fiato ad entrambi, la mia testa invece mi dice di rientrare dentro perché siamo troppo diversi e distanti per far sì che possiamo avere un futuro assieme >> era tornato con lo sguardo piantato sugli occhi di lei. Averla così vicina non lo aiutava a fare la scelta giusta, strinse i pugni per cercare di darsi un contegno ma quelle labbra carnose e rosse erano più invitanti di qualsiasi altro pensiero.
Di tutta risposta lei si avvicinò velocemente e con rapidità gli passò una mano dietro la nuca, intrecciò le dita tra i suoi capelli e lo attirò a se baciandolo con tutta la forza e la disperazione che aveva. Voleva sentirlo, voleva perdersi tra i sensi che lui le mandava in subbuglio, fece vagare la lingua avida dentro la sua bocca concretizzando i pensieri di lui.
A quel punto nella testa di Marc non vi fu più spazio per alcun dubbio, si chinò leggermente flettendo le ginocchia per cingerle la vita con le braccia e sollevarla fino a farle avere il volto alla sua stessa altezza, lasciandole i piedi a penzoloni. Aveva risposto subito al bacio, senza ripensamenti. In quel momento la bramava e non si sarebbe scollato da lei se non per riprendere fiato e baciarla nuovamente. E così fece.
Sèlene si teneva stretta a lui e sbilanciandolo con il suo peso lo fece attaccare ad un albero continuando a baciarlo sempre con più foga e desiderio << Ti voglio adesso, qui >> disse lei in un soffio tra un bacio e l'altro.

Dentro la grotta, i presenti restavano in silenzio, preoccupati per il fatto di aver smesso di colpo di udire l'animata discussione che si svolgeva all'esterno.
<< Forse uno dei due ha ucciso l'altro >> avanzò per primo Nicolas, rompendo quel mutismo.
Cassandra si alzò lentamente, preoccupata si sporse fuori dall'entrata e subito ritornò dentro rossa in volto, sedendosi nuovamente accanto a Michel << Credo...credo che sarà meglio non disturbarli, ho come la sensazione che sarà una lunga conversazione la loro >> disse schiarendosi la gola, non riuscendo a mascherare la sua emozione.

Marc si guardò intorno in cerca di un luogo più appartato, la mise giù e la portò dietro alcuni cespugli piuttosto alti: sarebbero stati perfetti per coprire i loro corpi. Non perse nemmeno tempo, si tolse il mantello e lo stese in terra poi prese lei facendola coricare e posizionandocisi sopra. Riprese a baciarla mentre la toccava avidamente da ogni parte e i suoi occhi diventavano languidi e scintillanti. Aveva desiderato a lungo che quel momento si ripresentasse tanto che la giovane poté percepire la sua vigorosa eccitazione intrappolata nei pantaloni.
Lei, ansimante per la foga, gli slacciò il gilet di pelle trapuntato e fece lo stesso con la tunica sottostante. Gli accarezzò il petto per poi baciarlo e morderlo qua e là, si alzò la gonna scoprendo le gambe per tornare coricata di schiena slacciandosi i lacci del corsetto che aveva davanti, lo aprì offrendo alla vista del ragazzo il seno morbido e pieno.
Marc chiuse gli occhi assaporando il profumo della sua pelle e accarezzandola con umidi baci. Passò le labbra socchiuse attorno ai seni per poi arrivare al centro, sui capezzoli, e stuzzicarli con la lingua, intanto si era slacciato le brache liberando la sua potenza. Tornò su baciandole le labbra ancora una volta, ancora avidamente.
Lei rispose al bacio legandogli le gambe in vita. Insinuò una mano dentro i suoi vestiti graffiandogli la schiena, lo attirò di più verso di se e portò la sua virilità ad entrare in lei strappandole un gemito che non riuscì a soffocare, posò la fronte su quella di lui prima di baciarlo per l’ennesima volta.
Marc iniziò a spingere ritmicamente godendo di quel movimento, le affondò il volto tra la spalla destra e il collo gemendo con voce grave e calda. Le sue mani si insinuavano ovunque incrementando la sua eccitazione e portandolo ad aumentare di velocità.
Lo stesso faceva Sèlene, lo toccava ovunque senza timore alcuno, dalle spalle alle braccia alla schiena e dagli addominali fino alle natiche. Posò la testa sulla spalla forte di lui mordendogli la stoffa, soffocando i gemiti ed intimandogli di non smettere.
I muscoli dell'addome del giovane Falco s'indurirono ulteriormente e mano a mano che il tempo passava, il suo busto s'inarcava all'esterno per accogliere il piacere che si faceva più intenso fino al momento in cui le prese il volto tra le mani, passandole un pollice sulla bocca schiusa dalla quale fuoriuscivano gemiti più alti, e guardandola negli occhi raggiunse l'apice del piacere trascinando anche lei in quel vortice d'intenso godimento. Dovette tapparle la bocca per attutire il suo ultimo grido di piacere, per evitare che gli altri sentissero.
Lei sgranò gli occhi travolta dalle emozioni, si accartocciò tra le sue braccia scossa dai brividi e col fiato corto, lo strinse facendolo coricare sopra di lei e facendogli posare la testa sul suo cuore che batteva all'impazzata dentro di lei.
Dopo un paio di minuti che entrambi passarono ansimando, Marc sollevò il capo e la guardò, si perse nei suoi occhi. Decise di baciarla e si abbandonò nuovamente nelle sue labbra. << Dobbiamo rientrare, ti prenderai un malanno >> le mormorò in seguito con la voce ancora lievemente roca. Quindi si mise seduto riallacciando ciò che lei aveva slacciato e la aiutò a rivestirsi.
Lei sistemò alla bell'e meglio alzandosi poco dopo e portando con se il mantello, lo scosse rimuovendo l'erbetta attaccatasi nel retro e glielo rimise addosso legandoglielo con cura prima di posargli un altro bacio sulle labbra, strappando così al ragazzo un sorriso compiaciuto e divertito.
Rientrarono come se niente fosse, Sèlene si sedette in disparte pronta ad addormentarsi ricreando con maestria quella caratteristica espressione rabbiosa che le incorniciava il volto quasi ogni giorno.
Cassandra guardò Marc con un sorriso discreto come per dirgli "Io lo so che avete fatto" e senza proferire nulla si alzò preparando il suo giaciglio per la notte.
Michel invece gli aveva lanciato un'occhiata confusa, come potevano mettere da parte così velocemente i loro problemi e i loro screzi? Si voltò a guardare Sèlene con la stessa perplessità, caratterialmente era così diversa da Cassandra che faticava a credere fosse sua sorella, erano letteralmente il giorno e la notte. Si stese poco lontano dal fuoco per lasciare a Cassandra il posto più caldo.
Sèlene lo guardò di rimando prima di stendersi e lanciare verso Marc pensieri e occhiate che solo lui poteva comprendere, gli sorrise assicurandosi che nessuno la notasse e si coricò raggomitolandosi al caldo.
Cassandra invece si coricò accanto a Michel girandosi di fianco in modo da poterlo guardare, coprì entrambi con il mantello che lui le aveva ceduto. Gli sorrise timida, da quella distanza il ragazzo riusciva a percepirne il profumo e il respiro caldo sul collo e sulle guance.
Nicolas guardò la scena con occhio critico: quei quattro non facevano altro che illudersi, si stavano spezzando il cuore a vicenda e ancora non se ne rendevano davvero conto. Che futuro ci sarebbe stato per loro? E perché continuavano con quegli inutili atteggiamenti avendo davanti a se la risposta così chiara?
Contrariato si stese accanto al fuoco, addormentandosi quasi subito.
La spia mandata da Karl aveva osservato ogni cosa, stando appollaiata comodamente tra i rami di una quercia. "Tutto questo è davvero interessante, tra le sorelle e i falchi scorrono sentimenti alquanto forti, chissà cosa ne penserà il Sommo Padre" pensò tra se con un ghigno mentre addentava una mela. La sua missione sembrava conclusa e l'indomani sarebbe tornata sui suoi passi per precedere i giovani al rientro. 

   
 
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