Quando Yuuri si sveglia al mattino, capisce di aver fatto la scelta giusta.
La domenica mattina, Victor gli circonda la vita con un braccio, lo attira a sé e lo stringe forte, lasciandogli dei pigri baci sul collo, sulle guance, sulla fronte. Yuuri mugola, vorrebbe lamentarsi perché soffre il solletico, ma non lo fa perché in fondo a lui piace da morire e non rinuncerebbe mai, per nulla al mondo, a questo dolce rituale.
Yuuri si bea del piacevole calore sprigionato dal corpo di Victor e si scioglie nell’abbraccio, poggiando la testa nell’incavo del suo collo. Non apre nemmeno gli occhi quando gli soffia un “Buongiorno” sul petto.
Le targhe, i riconoscimenti internazionali e i trofei di pattinaggio sul ghiaccio sono messi in ordine sopra una mensola della loro stanza da letto, scintillando alla luce solare che penetra dalle serrande semiaperte. A Yuuri capita, ogni tanto, di fermarsi a guardare tutti i premi vinti, e magari anche toccarli, sfiorarli con le dita, per ricongiungersi per qualche istante a un mondo che ormai non gli appartiene più.
Si era ritirato ufficialmente dal pattinaggio artistico a ventinove anni. Avrebbe voluto continuare a pattinare ancora e ancora, con Victor al suo fianco, ma a causa dell’età e dell’arrivo di nuove, giovani leve, aveva deciso di abbandonare. Da quel momento in poi, essere la nuova stella del pattinaggio sarebbe toccato a Yuri Plisetsky.
Il periodo dopo il ritiro fu difficile. “Cosa vuoi fare adesso, Yuuri?” gli chiedevano tutti.
Yuuri non lo sapeva. Aveva bisogno di trovare un nuovo scopo, un nuovo obiettivo, una nuova ragione per alzarsi al mattino.
“Il mondo è pieno di opportunità, Yuuri. Basta guardarti intorno, dare uno sguardo al mondo, e troverai quello che cerchi” gli aveva detto sua sorella maggiore, tra un bicchiere di saké e l’altro.
Yuuri si guardò intorno e capì che la cosa che stava cercando l’aveva sempre avuta davanti agli occhi: bastò alzare lo sguardo e ritrovarsi il viso di Victor a pochi centimetri dal suo, per comprendere che nel suo mondo c’era lui.
Che il suo mondo era Victor.
E lo è ancora adesso che sono aggrovigliati sotto il piumone, una domenica mattina come tutte le altre.
Sentono un rumore di passetti farsi sempre più vicino, che si concretizza quando una testolina bionda sbuca dalla porta aperta della camera.
«Papà?» chiama, tenendo stretto a sé il suo orsacchiotto di peluche.
Victor sporge la testa in avanti per vedere meglio, e il suo sorriso si amplia. «Nikolaj, tesoro, vieni qui!»
Il bambino sorride a sua volta e si fionda in mezzo ai due come una catapulta, immergendo la faccia nel cuscino e ridendo come un matto. Anche Yuuri scoppia a ridere, e accarezza dolcemente la chioma chiara di suo figlio.
Yuuri aveva scelto di sposare legalmente Victor, dopo cinque anni di relazione, di adottare il piccolo Nikolaj e di comprare una casa per tutti e tre.
«Papààà!» Nikolaj si gira a pancia in su, mettendo in bella mostra l’enorme fiocco di neve azzurro stampato sulla sua maglia del pigiama. Yuuri ne è sicuro: questione di pochi anni, e Nikolaj si troverà vittima degli insegnamenti dei suoi padri, costretto a pattinare in pista sin dalla più tenera età. Victor risponde al richiamo del figlio ed è tutto un’esplosione di abbracci, coccole e risate.
E quando si sveglia al mattino, Yuuri capisce che quella ha fatto è stata la scelta migliore di tutte.



Note dell'autrice
Il fluff è davvero troppo, rileggendola non mi convinve del tutto... speroche questa piccola os vi piaccia >.<