Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Grim_KingCobra    01/11/2016    1 recensioni
Tom Marvolo Riddle: l’infanzia, l’adolescenza, la “trasformazione” in Lord Voldemort. Come un bambino dallo strano taglio di capelli diventa il più grande Mago Oscuro che la Gran Bretagna abbia mai visto.
NB: le parti racchiuse da «» sono prese direttamente dai libri di Harry Potter
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
All’inizio Tom sembrava un bambino come tutti gli altri. Uno strano e squadrato taglio di capelli circondava un viso bianco latte, segnato solamente da leggere occhiaie. Gli occhi neri erano quasi inespressivi, vuoti. Solo quando sorrideva gli si illuminavano di una strana luce che spariva in un lampo, quasi nessuno l’aveva vista. Ben presto il suo carattere introverso prese il sopravvento e quella che sembrava un’emozione, si intravedeva sempre più di rado. Si isolava molto facilmente, l’unica persona con cui parlava ogni tanto era Penelope. Un anno più piccola di lui, bassina per la sua età, capelli biondi sempre raccolti in una lunghissima treccia che lei stessa aveva imparato a fare. Si conobbero al suo arrivo. Tom era l’unico bambino nato letteralmente lì dentro, conosceva ogni angolo di quell’edificio. Quando aveva 8 anni, una mattina presto andò a fare il suo solito giro: passò dalla cucina per rubare un pezzo di pane caldo, andò in cortile a salutare i serpenti che aveva catturato ormai da settimane e si diresse verso l’ufficio della direttrice dell’orfanotrofio. Passava spesso da lì per sapere di eventuali nuovi arrivi o se finalmente qualcuno era venuto a prenderlo. Fu proprio spiando da dietro la porta socchiusa che la vide per la prima volta: 7 anni, viso triste, capelli biondissimi quasi bianchi. Era tenuta in braccio da un uomo alto, capelli e barba scurissimi, sembrava arrabbiato. L’uomo e la direttrice discutevano animatamente ma Penelope non se ne accorse neanche, sembrava troppo abituata a persone che litigano per far caso all’argomento di conversazione, ovvero lei. L’attenzione della bambina, invece, si spostò sugli occhi spenti che la fissavano da dietro la porta. Lei e Tom si guardarono senza fare cenni. La loro connessione ottica venne interrotta bruscamente quando l’uomo, lasciata la bambina, aprì violentemente la porta e se ne andò, senza fare il minimo caso al bambino che si ritrovò davanti. La direttrice vide Tom e, invece di sgridarlo come faceva praticamente sempre, lo invitò ad entrare. “Oh santo cielo Tom cosa ci fai lì??”. “Niente” disse Tom pietrificato. “Entra caro, ti presento una persona. Lei è Penelope, starà da noi per un po’”. Tom entrò e continuò a fissare la bambina. Non sembrava spaventata da lui e questo lo sorprese molto. “Ciao” disse lei piano “quella è la coda di un topo?”. Tom si ricordò all’istante di avere un topo in tasca che avrebbe dovuto portare ai suoi serpenti dopo la tappa dell’ufficio; si cacciò di scatto una mano nella tasta e rispose freddo “non sono affari tuoi”. La direttrice, non più inorridita del solito davanti alle stranezze disgustose di quel bambino, disse in fretta “bene tesori, perché non andate di sotto dagli altri? Tom potresti presentare qualcuno a Penelope così inizia ad ambientarsi” si rese conto dell’assurdità di ciò che aveva detto appena le parole le arrivarono all’orecchio. Lui stesso era consapevole che la direttrice non ci credeva davvero, ma ormai sapeva come prenderla. “Va bene, andiamo” disse sempre più freddo. I due bambini scesero le scale che portavano al cortile interno dove si sentivano gli altri bambini giocare. Da quel momento Penelope fu l’unica persona con la quale Tom parlava. Le loro non erano grandi conversazioni ma era la cosa più simile ad un’amicizia che avessero mai avuto entrambi. Forse proprio per la loro estrema diversità si completavano. Dopo un anno dal loro primo incontro Tom le mostrò la cosa più preziosa che avesse. Una mattina la portò dietro la struttura, dove c’era un vecchio campo da tennis da anni abbandonato e pieno di sterpaglie. Sollevò una scatola dietro un cespuglio enorme e le presentò le uniche “persone” che conosceva lì dentro, esclusa lei. Sotto la scatola erano avvolti su loro stessi due serpenti verde brillante con gli occhi giallo intenso. Penelope fece uno scatto indietro terrorizzata. Sapeva che Tom passava le sue giornate a catturare animali ma quelli erano spaventosi. Tom non prese bene la sua reazione. “Che problema c’è?” le chiese infastidito. “Mi fanno paura quei cosi, sono brutti e cattivi” risposte lei indietreggiando. “Ma cosa dici? Sono bellissimi e mordono solo se glielo dico io” ammise Tom, sicuro che questo avrebbe rassicurato la sua (quasi) amica. “Come fai a parlarci? Non è possibile parlare con gli animali, credi ancora alle favole Tom?” disse Penelope ridendo. Tom iniziò a spazientirsi. Odiava la gente che lo prendeva in giro. Strinse i pugni cercando di trattenersi dall’urlare ma questo non bastò a calmarlo. Di colpo i due serpenti nella scatola si sollevarono. Sembravano mirare dritti verso il viso di Penelope che, sempre più spaventata, corse via. Tom rimase lì, immobile. Si pentì di averla portata lì. Non gli importava più di tanto che si fosse spaventa. Piuttosto pensava e sperava di aver trovato finalmente qualcuno che potesse capirlo e invece lei, come tutti gli altri, scappavano inorriditi da quello che gli piaceva. Scappavano da lui.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Grim_KingCobra