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Autore: EvrenAll    01/11/2016    1 recensioni
Risi.
Risi forte quando seppi che Lui aveva chiesto di me.
Soddisfatta, ma non incredula: non avrebbe potuto non precipitare anche Lui e non desiderarmi.
Lui...
Sarebbe stato capace di riempire la mia vita di Rosso?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incrinature








 

9 febbraio 1987

 

-Adriana, non posso venire allo studio-

-Come mai?-

-Lavoro, e… un problema con Annah-

-Non centrerà mica la discussione di qualche giorno fa? Non è che per quella scaramuccia non vuoi più vederlo, vero?-

-Sei matta? Venire lì sarebbe l’unico modo per risolvere le cose se il problema fosse quello… No, devo accompagnarla in ospedale-

-E non può andarci con mammina o con i suoi magnifici compagni di facoltà o il suo magnifico ragazzo?-

-No, no e l’ha mollata male-

Dopo averla messa incinta.

-Ha preso appuntamento per la visita il giorno dopo della partenza che avevamo previsto, quindi mi tocca rinunciarci. Ed andare ad accompagnarla vorrà dire bruciarmi le ferie per questo mese-

-Andarci da sola non può?-

-Meglio di no, non sta bene…-

Mentii piano. Non poteva per legge andare da sola a fare l’operazione.

-Che palle… Sai che Axl si incazzerà, vero?-

-Lo so… ma tornerete comunque tra un paio di settimane. Noi... Noi ce la faremo-

-Guarda che non è mica un ragazzo facile se se la prende per qualcosa-

-Serve davvero che me lo ricordi?-

Strinsi i denti.

-Già mi sento una merda per quello che sta succedendo, se mia sorella si è fatta mettere incinta da un coglione ed ora le serve qualcuno per avere compagnia mentre ammazza suo figlio mica è colpa mia-

Esplosi.

-Ah… Che dolce-

-Scusami- sbuffai.

-Aborto, quindi. Bella malattia essere incinta-

-Non voglio parlarne. È un affronto. Se ne pentirà per sempre. Sta uccidendo un essere umano…-

E non te lo dimentichi più se uccidi qualcuno.

-Però d’altra parte portando avanti la gravidanza avrebbe dei bei problemi-

-Si chiama adozione, Adriana, adozione.-

-I morti proprio non ti piacciono, ne? Neanche se non sono ancora persone vere e proprie-

-No, i morti non mi piacciono-

Conclusi.

-Axl lo sa?-

-Annah mi ha fatto giurare di non dirlo a nessuno- borbottai.

Ridacchiò -Io sono nessuno quindi, divertente-

-Idiota- sibilai seccata.

Ero nel panico. Non sarei riuscita davvero ad arrivare allo studio ed Axl aveva già iniziato a fare il sostenuto evitando di chiamarmi.

Stavo diventando matta.

-Io comunque domani prendo quel che serve e vado dal mio bello-

-Divertiti, almeno tu- sospirai.

-Certo, Ellie. Mi divertirò anche per te-

Sorrisi piano, sentendo il suo tono allegro.

-Grazie bella, ti chiamo presto-

-Bye bye-










 

10 febbraio 1987

 

-L’hai sentita?-

-Sai com’è: lavoro, asocialità, i Crue che tornano a LA…-

Proposi vaga, tenendo sott’occhio Axl, misurando la sua reazione e giocando con i sottintesi.

-Che cazzo, non essere in città proprio quando il miglior spacciatore ci torna-

Sbottò Steven sottovoce.

Eccolo lì: eroina e sesso.

Poco importava che teoricamente fossimo una coppia: si sentiva libero di stare con chiunque a fare qualsiasi cosa in ogni ora del giorno e della notte.

E nonostante l’avessi trovato solo qualche ora prima in stanza con un’altra, faceva lo gnorri.

Beh, dopotutto con uno che ti tradisce e che ti propone di unirti per una bella cosa a tre che diamine può fare se non finta di nulla?


Il rosso spense la sigaretta nel posacenere ed abbandonò la stanza.


Per cui avevo deciso di giocare anch’io.


Steven ed Axl avevano sempre fatto un po’ a gara tra di loro, ed Axl sprizzava di gelosia ogni volta che sapeva che Steven ed Elizabeth dovevano incontrarsi. Erano praticamente migliori amici, sì, ma poco importa: i due amiconi erano comunque un uomo e una donna da soli.

Elizabeth… lei non poteva non sapere che Steven non era serio con me. E zitta zitta aveva parteggiato per lui, senza dirmi nulla.

Una piccola ferita non poteva che farle bene e rivalutare i suoi rapporti con gli esseri umani e con i Guns.

Ciò di cui avevo bisogno era quindi un Axl incosciente ed incazzato, e sapevo dove colpire per averlo.

Le mie parole avrebbero dovuto essere la goccia per traboccare il vaso già pieno a causa della frustrazione provata per la loro distanza. Non si vedevano da un mese, ed Axl era sul piede di guerra: solo una goccia...

C’era solo da pregare che non gli balenasse in mente l’idea di chiamarla e che se l’avesse fatto lei fosse stata impegnata… ma si, era martedì sera.

Lei stava lavorando.

Tensione, tensione… stava per scoppiare ed io sarei stata lì ad accoglierlo a braccia aperte.









 
  
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