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Autore: Everian Every    01/11/2016    1 recensioni
(Per capire meglio gli eventi narrati in questa ff, è necessario aver letto Over Worlds - Total War) (Forte presenza di Autori)
L'Omino di mai, la Follia, ha cacciato con un subdolo stratagemma il Mastro dal suo Mondo, prendendone il controllo. Per poterlo dominare del tutto, ha scatenato l'esercito di Rovine affinché l'Universo fosse raso al suolo, così da poterlo ricreare a suo piacimento.
Per evitare che il Mastro tornasse e lo fermasse, ha rapito una ragazza da un altro Universo ed ora la tiene in ostaggio. Il Supremo non ha tuttavia fatto i conti con un certo gruppo di eroi che faranno di tutto per salvare la loro amica.
Enjoy this :D
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
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Il gruppo di eroi venne schiantato sulla superficie brulla di un pianeta nano grigio e coperto di bitorzolute montagnette di magma solidificato. Si rialzarono doloranti, guardandosi intorno.
Lelq si mise a fatica in piedi, subito scrutando il panorama in cerca di qualsiasi cosa potesse essere usato come nascondiglio o come via di fuga. Parsifal era sempre più vicino. Ogni volta che arrivavano da un Ens, era sempre meno il tempo concessogli per parlargli evitando di venire attaccati dal colosso.
"Questo posto è deserto." commentò Litios, dandosi qualche colpetto alla tempia. Un suono frizzante di elettricità che crepita in un circuito e lo accende strepitò dalla sua testa.
Rubens si mise in piedi, fissando il cielo tetro coperto di stelle luccicanti. Teneva gli occhi persi nel vuoto, immerso nei suoi pensieri. Pugni e bocca erano stretti in una posa tesa e nervosa, tanto che le pupille non avevano ancora perso la colorazione viola assunta nella battaglia. Dapprima divenuti grigio scuro, man mano che il generale aveva infuso potere nella sua musica, vene purpuree avevano rigato l'iride fino a riempire sia iride che pupilla di un bigio color violetto.
Gwenn e Johara invece erano accasciate a terra, abbracciate a piangere.
"Ragazze, io..." mormorò Lucas, facendosi avanti.
"No." disse Johara tirando su col naso e asciugandosi una lacrima. La donna teneva stretta a sé la sorella minore in un gesto materno e protettivo, carezzandole i bei capelli arancioni e castani. "Non dire... non dire niente, giovane eroe, tu non hai..." le si incrinò la voce e riprese a piangere silenziosamente con gli occhi serrati.
Il biondo serafino restò immobile. Non sapendo che altro fare, cadde in ginocchio e strinse i pugni, levando un occhiata disperata al cielo, sperando veramente che qualcuno potesse aiutarli.
L'ultra antracia sbuffò, mettendosi a fatica in piedi. "Non dobbiamo fermarci più."
"Ma, Gyber, come puoi..." disse Donatozzilla.
L'altro gli scoccò un'occhiata severa che lo zittì all'istante. Poi però addolcì lo sguardo. "Devo chiedervi scusa. Davvero, perdonatemi. Prima siamo rimasti indietro per colpa mia. Se solo non avessi dato di matto, a quest'ora magari non sarebbe successo niente."
Shruikan, che aveva riacquisito l'aspetto normale, emise un verso di disappunto a quelle parole, come se concordasse a dargli la colpa, ma stavolta il grande megalodonte non fece altro che accettare la critica e muso duro. Si sentiva colpevole, del resto.
Johara alzò di scatto lo sguardo trafitto dalla sofferenza e lo fissò con gli occhi sbarrati. "No, ti prego, non sentirti responsabile, tu non hai colpa! Parsifal sarebbe arrivato comunque e ci avrebbe attaccati!"
Lui la guardò con compassione. "Non dire altro. Non riuscirai a farmi cambiare idea. Mi sento responsabile e se è vero che ancora penso quello che ho detto quando siamo arrivati nel mondo dei Djin, è altrettanto vero che non intendo essere di nuovo io la causa dei nostri problemi. Per questo intendo far sì che più nessuno debba soffrire a causa di quell'essere. Dobbiamo muoverci ora, adesso! Prima che quel mostro abbia la possibilità di rintracciarci. Troviamo il prossimo Ens e chiediamogli aiuto. Questo è il solo modo che abbiamo per riuscire nell'impresa."
Tutti lo fissarono in silenzio.
Il Kishin sbottò e si mise le mani dietro la testa, incamminandosi verso un grande cratere poco distante. "Allora tanto vale muoversi."
"Si? E dove? Non sappiamo come muoverci." fece notare Randor, che aveva ripreso le forze ed ora fluttuava di nuovo.
BlackClaw non lo degnò di uno sguardo, ma si fermò. "Anime. Percepisco un'anima artificiale provenire da laggiù."
"E come sai che si tratti proprio di un Ens? A proposito, che Ens dovremmo trovare qui, che non ricordo?" chiese Lucas.
Rubens si riscosse e rispose distrattamente. "Agonia. Dobbiamo trovare Agonia."
Litios diede un'occhiata d'intesa con Lelq. "Oh, bene. Un nome, un programma..."
"Azzeccato per la situazione." annuì il mezzo kaiju.
"Bene. Tornando a noi, Shruikan. Sei certo che sia lui?" seguitò a dire il leader.
In realtà Shruikan non ne era certo per nulla. In realtà quella che sentiva era, appunto, un'anima artificiale, cioè creata per riempire un manichino inanimato, solitamente usata da qualche psicopatico per creare un'intelligenza artificiale completa. In fin dei conti, creare anime non era così difficile, il difficile era avere i pezzi necessari e la strumentazione. Ad ogni buon conto, un'anima artificiale poteva riempire qualsiasi cosa e non apparteneva necessariamente ad un Ens. Come aveva già constatato guardando Lyram assumere la sua forma originale, l'Ens aveva abbandonato l'anima che stava usando fino a quel momento. O ancora, Unlegal aveva creato un'anima che aveva pervaso l'intero pianeta su cui si era insediato. Piante, animali, tutto era parte di lui. O ancora, Adreus aveva usato ben dieci anime diverse nello scontro con loro, anime che lui si era occupato con una certa fatica di neutralizzare senza che gli altri se ne accorgessero.
Quello che stava percependo poteva essere di tutto, perfino lo stesso Parsifal, anche se di solito il colosso non aveva un'anima sua. Oltretutto, stava percependo altre due anime in avvicinamento abbastanza rapido alla loro posizione alle loro spalle e una terza sotto terra. Quest'ultima era simile a quelle di Rubens, Gwenn e Johara, quindi era, probabilmente, un altro generale. Le due anime che gli erano famigliari... Non intendeva parlarne per non dare false speranze agli amici. Rimaneva solo l'anima nel cratere. Visto che il generale sotterraneo stava andando da lei, gli sembrava logico che quello fosse l'Ens a cui era legato.
"Una sensazione." rispose sommariamente, riprendendo a marciare verso la conca.
Agli altri non rimase che seguirlo in silenzio. Una strana aura veniva emanata ad intervalli dal Kishin. Appariva in maniera terrificante più pericoloso di prima. Esponenzialmente più pericoloso. Nemmeno le trasformazioni di Lucas e Gyber, di norma due dei più potenti membri della Lucas Force, avevano generato un simile potere, così grande che nemmeno i due eroi riuscissero a controllarla.
Arrivarono sull'orlo del cratere e guardarono giù. Si trattava di una depressione di un paio di kilometri di ampiezza, profondo si e no un centinaio. Al centro si alzava una spirale di vento che sollevava come un piccolo tornado la polvere grigiastra del posto. Alla base della colonna d'aria e detriti stava una figura imponente e massiccia, appollaiata su un meteorite grande quanto un camion con doppio rimorchio appallottolato su sé stesso.
"Quello sarebbe Agonia?" chiese Victus, facendo sobbalzare Lelq che non si aspettava di trovarselo in parte.
Johara, che ancora teneva stretta a sé la sorellina, indurì l'espressione e deglutì. "Il dolore, si. Proprio lui."
"Fantastico." commentò Dz nervoso, grattandosi la schiena "Sembri temerlo, davvero bello."
La donna non distolse lo sguardo preoccupato dalla figura raggomitolata sul masso spaziale. "Di tutti gli Entes, Agonia è uno dei tre più terrificanti. Insieme a Nero e Relboww, è temuto perfino dai suoi simili. Dopotutto, come vi comportereste davanti a qualcuno che può farvi provare un dolore così grande da spezzarvi o piegarvi a suo piacere anche se foste divinità onnipotenti?"
Lelq deglutì. Lucas invece socchiuse gli occhi e prese ad incedere verso il centro delle depressione a passo deciso, seguito a ruota da un annoiato Shruikan e da un impassibile Randor. Gyber storse la bocca, cupo, e li seguì. Quindi Rubens, Gwenn e Johara, Victus, Donatozzilla e Litios presero a scendere dal pendio interno. Lelq guardò un attimo il cielo.
"Giuro... che non mi arrenderò mai più. Non finché potrò lottare per voi." disse, pensando alla sua famiglia. Quindi si incamminò. Destinazione: il dolore.
 
"Non ammazzarmi!" gridò Meteor, correndo a perdifiato mentre Francis strappava a mani nude metri e metri di roccia correndogli dietro con la bava alla bocca e la stessa espressione che ha un segugio quando insegue una preda dopo essersi inebriato col profumo del suo sangue.
"Suvvia, fermati, piccolo insetto! Voglio solo strapparti gli intestini centimetro dopo centimetro!" gli gridò di rimando il ragazzo, balzando in aria con violenza, creando un piccolo avvallamento di qualche metro.
Meteor si voltò in corsa solo per trovarsi faccia a faccia con Francis. Gli occhi del pazzo e quelli del simbionte si intercettarono e una comune vena di fredda spietatezza li traversò come una stella cadente. Il giovane eroe si voltò di scatto, saettando in avanti giusto un secondo prima che il blood dreamer lo potesse colpire con un colpo delle dita aperte a mo' di artigli.
Il braccio di Francis penetrò nel suolo fino alla spalla, facendolo sorridere di piacere. Estrasse la mano facendo esplodere una tonnellata buona di roccia e si scrocchiò le ossa del collo.
"Quanto sei testardo, cadavere ambulante." sospirò sogghignando. In realtà, amava quando le sue prede pensavano di poterlo evitare, di potersi mettere in salvo.
Si lanciò di nuovo all'inseguimento. Il giovane umano legato al simbionte aveva dimostrato capacità interessanti, tanto per cominciare un'abilità innata per la criogenia e per la criocinesi. Possedeva conoscenze di combattimento piuttosto avanzate e qualità fisiche e mentali di un lottatore professionista. Oltretutto, attaccato al suo organismo agiva una creatura a lui ignota, ma che pareva moltiplicare le sue già alte doti atletiche. Tuttavia, per quanto fosse forte, veloce, agile e di riflessi pronti, lui, un blood dreamer, ovvero uno dei demoni più potenti di tutto il suo universo, non aveva la minima difficoltà a tenergli testa.
In poche, semplici falcate lo raggiunse e gli si affiancò. Meteor storse la bocca disperato e diede un doppio calcio al terreno, frenando bruscamente. Colse impreparato l'avversario, che non si bloccò in tempo e andò a schiantarsi contro una roccia, frantumandola. Il simbionte ne approfittò e colpì con violenza il terreno con le nocche di una mano. Francis si alzò scrocchiando di nuovo il collo e sorridendo e gli andò incontro a passo deciso.
"Non ancora..." mormorò tra sé e sé Meteor mentre l'altro si avvicinava.
Francis alzò una mano e questa fu ricoperta da uno strato di sangue scuro che si solidificò in un'armatura luccicante.
"Non ancora..." ripeté Meteor. Una goccia di sudore gli imperlò la fronte e cadde a terra.
Francis allargò il sorriso in un ghigno orrendo, caricando il pugno. Gli arrivò di fronte con uno scatto repentino, quasi come se si fosse teletrasportato, e fece per colpirlo con tutta la sua forza.
"ORA!" gridò Meteor, mentre il suo attacco detonatore si azionò e un cumulo di lance di ghiaccio slittavano dal terreno di fronte alla sua mano e sbalzavano indietro l'aggressore, stordendolo. Il ghiaccio perforò la carne del ragazzo che sputò sangue con un'espressione sconvolta in volto.
Meteor ne approfittò per alzarsi e riprendere a correre, scomparendo immediatamente verso la fonte del potere essenziale che Nero gli aveva indicato un attimo prima di abbandonarlo insieme a quel malato mentale.
"Così dovrei averlo messo fuori..." disse a mezz'aria, quando uno spostamento d'aria non gli fece perdere stabilità, sbilanciandolo in avanti. Di fianco a lui apparve Francis. La maglietta di flanella rosso spento che portava era bucata, ma non aveva alcuna ferita.
"Sorpresa, sfigato!" gli disse in tono strafottente, colpendolo allo stomaco con i pugni uniti a martello. Il colpo privò di tutto l'ossigeno il giovane eroe, facendolo schiantare ad una velocità improponibile al suolo che si aprì sotto di lui come fosse un angelo caduto. Quando si bloccò, un dolore atroce pervase tutto il suo corpo.
Francis gli atterrò davanti ridendo sguaiatamente con una mano stretta sulla faccia stralunata.
"Cosa mi hai... fatto?" mugghiò Meteor tenendosi lo stomaco e guardandolo con odio e paura misti insieme.
"Chi, io?" il blood dreamer lo guardò divertito. Quel suo volto così orribilmente tirato in un sorriso folle e innaturale in cui ogni dente luccicava di uno strano bagliore rosso sangue aizzava l'eroe, lo mandava in bestia, come fosse una burla gigantesca. "Io non ti ho fatto proprio nulla. Oh! Giusto! A meno che tu non ti riferisca alla quantità di sangue che ti ho iniettato nello stomaco... con questi!" disse mostrando le mani da cui colava liquido rosso scuro che si solidificò in piccoli aghi di pochi centimetri, sottilissimi e incredibilmente aguzzi.
"C-che mi sta succedendo?!" Meteor non riusciva più a ragionare. Sentiva quella cosa, quella cosa viva che gli aveva immesso nel corpo con quel pugno, strisciargli su per le arterie, infiltrarsi nelle sue cellule, risalire verso il cervello e divorargli ogni singolo pezzetto di corpo.
"In effetti il processo di digestione interna avrebbe dovuto farti collassare già un paio di secondi fa. Mi stupisce davvero che tu sia vivo! Ma che ci vuoi fare... meglio così!" seguitò il demonio, avvicinandoglisi.
"Io ti ammazz..."
"No, non dirlo!" Francis alzò un piede e glielo schiantò sulla testa, incassandogliela di cinque centimetri buoni nella roccia sottostante. Meteor soffocò un grido di dolore. Il sorriso svanì dal volto del ragazzo con la maglia rossa di flanella, lasciando il passo ad un altro tipo di follia, uno sguardo assatanato, furibondo, feroce.
"Ora..." mormorò Francis con la voce tremante come fosse in estasi "Ti... ucciderò! Ti strapperò... Farò a brandelli il tuo bel corpicino! Si! E poi, e poi! Poi guarderò nella tua gabbia toracica e nella tua testolina e frugherò nel tuo cervello facendolo a piccoli bocconcini per cani! E troverò... stanerò quella cosa che resiste al mio sangue dentro di te! E ucciderò anche lei! Non è bellissimo?"
Meteor avrebbe tanto voluto mandarlo a quel paese, anche se in maniera molto meno gentile, se solo il dolore non fosse stato intollerabile e la mascella non si fosse frantumata con quel calcio. Ma non dovette rammaricarsene troppo. Qualcun altro lo disse al posto suo.
"No, non lo è, Francis." disse una voce secca che dapprima l'eroe non riconobbe. Una sagoma scura vestita con un kimono bianco ornato da triplette di occhi verdi colpì con un violento calcio il volto di Francis, scaraventandolo a qualche decina di metri di distanza.
La figura si sollevò lentamente fissando la nube di polvere che aveva sollevato il corpo del blood dreamer. Meteor cercò di muoversi, ma il sangue infetto di Francis aveva bloccato quasi tutte le sue funzioni vitali. Il nuovo arrivato si voltò verso di lui e gli si fece incontro con aria seccata.
L'eroe gorgogliò qualcosa riconoscendo finalmente il suo salvatore.
"Zitto, non sprecare energie, testone." lo ammonì Shruikan, estraendolo da terra con quanta più cura gli fosse possibile. Lo scrutò con aria tesa per poi infilzargli il petto con le unghie. Un po' di sangue nero entrò nella ferita e si mescolò a quello del suo organismo.
"Fantastico! Ora ho ben due liquidi parassiti dentro di me!" Pensò snervato l'eroe.
"Dovrebbe fare effetto in poco, sempre che il mio sangue sia abbastanza forte da battere quello di Francis." lo rassicurò con scarso risultato il dio della follia, spostando subito l'attenzione sull'avversario che si stava rialzando.
Francis apparve davanti a Shruikan che però non fece una piega, sbuffando spazientito.
"Crepa, caro..." urlò il blood dreamer, tirando un calcio potentissimo dritto in volto al Kishin che restò immobile. Francis lo riconobbe solo in quel momento e sbiancò, bloccando la gamba a pochi millimetri dall'altro che gli scoccò un'occhiataccia.
"Hai finito di fare l'idiota?"
Francis lasciò cadere il piede e rimase per un po' inebetito a guardare il Kishin. Poi rovesciò indietro il capo e rise di gusto. "Shruiky! Fratellino!" gridò, afferrandolo in un abbraccio che avrebbe stritolato un blocco di marmo.
"Lasciami! Mi fai male!" strepitò BlackClaw. Francis lo lasciò subito, sorridendo amichevolmente. Quello era uno dei pochi esseri in grado di ferire perfino il Kishin. Oltretutto era maniacale, non si fermava dinnanzi a nulla e uccideva senza distinzione. Era una vera fortuna che anni prima il Kishin avesse salvato il blood dreamer da un nemico ancora più potente di lui con l'aiuto di Giuly Frost ed ora il mostro considerasse entrambi alla stregua di fratelli minori. Era come avere un Hulk dalla propria parte, solo che Francis era più terrificante.
"Che ci fai qui, amico? Credevo avessi deciso di restare nel tuo universo e non farti più vedere dal nostro ultimo incontro." borbottò Shruikan, stringendo la mano all'amico e accennando un sorriso.
Meteor trasse una boccata d'aria, come se fosse stato in apnea fino a quel momento.
"Ho sentito che la mia sorellina era nei guai, così sono venuto ad aiutarla! Immagino che tu sia qui per lo stesso motivo!" esclamò allegro il demonio.
Shruikan annuì. "Infatti. E anche lui è qui per lo stesso motivo. Quindi se evitassi di farlo fuori te ne sarei grato, tu capisci."
"Ma naturalmente, tutto per il mio fratellino!" replicò Francis, schioccando le dita. Dei sottili fili di sangue fuoriuscirono dal corpo di Meteor che iniziò a sentirsi all'improvviso molto meglio. Il liquido rosso e viscoso fluttuò nell'aria e penetrò nelle carni del blood dreamer. Il Kishin fece altrettanto col suo sangue nero.
"Anf... Grazie, devo ammettere che avere sangue vivo dentro il proprio corpo non è decisamente il massimo del divertimento..." ansimò Meteor, massaggiandosi il petto dove le ferite erano state curate dal simbionte.
Francis fece una smorfia di scontento. "Avrei voluto finirlo, in effetti." si rese poi conto che Shruikan lo stava squadrando con aria seria "Ma ho promesso che non lo farò. Non toccherò gli amichetti del mio fratellino, lo giuro."
"Ottimo. Allora possiamo andare. Gli altri sono già arrivati da Agonia." disse il Kishin, facendo strada ai due. Meteor si tenne a distanza di sicurezza dal demonio. Il trio arrivò sull'orlo del cratere. Al centro infuriava un tornado di un centinaio di metri di diametro. La sua potenza obbligò tutti e tre ad arpionarsi al terreno.
"Che sta succedendo?!" gridò Meteor.
Il Kishin restò impassibile. "Non preoccupatevi. Agonia, l'Ens, sta solo schermando la conversazione. Entrate nel tifone."
"E tu non vieni?" gridò di rimando Francis.
"Io sono già dentro." replicò Shruikan, svanendo con uno scoppio leggero.
I due si guardarono. Il blood dreamer sorrise e si lanciò contro Meteor che gridò con voce improvvisamente molto acuta.
 
Angolo di ME:
Ora, non sapendo io che cosa sia Ciccio (Francis, ricordo, è l'oc di Ciccio. Bella frate!) ho provato con blood dreamer. Sostanzialmente un tipo di demone molto, ma molto potente. Ovviamente, l'amicone Francisco de la Vega ha poteri superiori a quelli di un normale blood dreamer. Sognatore del sangue... mi piace! E visto che bladdy borny scorre possente in noi, penso ci metterò patti, vincoli e tante cose BELLEH.
Pace, eh.
Ev.  
   
 
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