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Autore: Nene_92    01/11/2016    19 recensioni
 INTERATTIVA - (ISCRIZIONI CHIUSE )
(la storia fa parte della serie "Grimm")
 
Inghilterra, 2022
Eleonore Grimm, durante un pomeriggio passato con i nipoti, racconta loro la fiaba di Cappuccetto Rosso. Quello che non si aspetta è di trovare, in mezzo al diario di Jacob, una misteriosa lettera che sembra essere indirizzata proprio a lei.
 
Durmstrang, 1802
Per la prima volta nella storia, Hogwarts viene lasciata fuori dal Torneo Tremaghi.
Quell'anno infatti, a giocarsi la Coppa saranno gli Istituti di Durmstrang, Ilvermony e Murrinh-Patha.
Tra i tanti studenti desiderosi di partecipare, si trovano anche loro: Jacob e Willhelm Grimm, i famosi fratelli delle fiabe "horror" babbane.
Hanno solo 17 anni, non sono ancora famosi. O almeno non lo sono ancora nel mondo babbano, visto che nel mondo magico la loro famiglia è invece nota da secoli come "il terrore dell'Europa".
Eppure, gli eventi che li travolgeranno quell'anno, saranno proprio lo stimolo che li porterà a scriverle.
.
Volete sapere come? Non vi resta che leggere.
Genere: Avventura, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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Non so quando riuscirà a leggerlo, ma dedico il capitolo ad Hadley e a tutti coloro che in questi giorni non hanno neanche la sicurezza di avere un tetto sulla testa a causa del terremoto che sta sconquassando l'Italia.


- "Vi annuncio che quest'anno..." -





“… Salta, prendi in mano il tuo destino.

Taglia il filo che ti lega al passato e crea il tuo futuro.

Nessuno può comandarti! ...”






1 Settembre 1802, Europa del Nord Est, Istituto di Durmstrang



Helene Sauer attraversò velocemente la navata che divideva i due tavoli presenti nella Sala del Ristoro a Durmstrang e mai come in quel momento ringraziò mentalmente di essere purosangue.

Da quando Elijah Grimm era stato nominato Preside, le differenze di gestione nella scuola si erano viste.
Non che prima l'Istituto fosse mentalmente aperto - era uno dei più elitari in Europa - ma con un Grimm al vertice la scuola era diventata ancora più chiusa: ogni studente ritenuto indegno - non solo i Sondereith ma anche tutti i loro discendenti, compresi coloro che non mostravano quei 'sintomi' - era stato buttato fuori, così come tutti coloro che non erano in grado di dimostrare di discendere da una famiglia di maghi.
Senza contare che la Sala del Ristoro, che prima aveva tante tavolate quante erano le Case, adesso ne conteneva solo due: quella adibita ai purosangue e quella per i mezzosangue*.
Ai nati babbani non era permesso frequentare la scuola, nella piena tradizione di Durmstrang. E ai mezzosangue non era permesso giocare a Quidditch, o ricoprire cariche di alcun genere. Era già tanto che fosse loro permesso di frequentare l'Istituto.

Helene si era sorpresa, a suo tempo, che la scuola fosse invece stata aperta alle donne: ovviamente erano pochissime, perchè a differenza degli uomini solo le purosangue erano ammesse, ma probabilmente il fatto era dovuto solo all'esistenza di BiancaNeve, la figlia del Preside. Sapevano tutti quanto il padre ci tenesse a farle avere la migliore istruzione d'Europa, perciò aveva dovuto cambiare le regole della Scuola per permettere anche a lei di accedere.

E proprio Bianca la stava salutando con la mano mentre le indicava un posto vuoto accanto a sè.
Senza perdere altro tempo, Helene la raggiunse e si sedette.
Per arrossire due secondi dopo.
Di fronte a Bianca era seduta la sua cotta storica, Willhelm Grimm. Era bastato un breve sorriso da parte del ragazzo per farle andare in pappa il cervello.

"Hey Lene!" La distrasse la voce tonante di Reyna Black.

E chi altro avrebbe potuto chiamarla con quel tono?


La ragazza era seduta poco più in là e stava studiando con interesse un vassoio contenete carne di daino "Come hai passato le vacanze? Sei riuscita ad affogare Kathrina nel pozzo?" Domandò senza preoccuparsi di abbassare la voce, mentre era impegnata nella delicata operazione di travaso della carne dal vassoio al piatto.
"Veramente sono io che devo stare attenta che non succeda il contrario." Rispose Helene a denti stretti. La sua sorellastra la subiva già abbastanza durante le vacanze, non aveva di certo bisogno di sentirla nominare anche durante l'anno scolastico!
Vide Reyna aprire la bocca per commentare ma non seppe mai cosa la Kelpie stesse per dirle.

In quel momento Elijah Grimm si alzò in piedi schiarendosi la gola e il silenzio si propagò immediatamente per tutta la Sala del Ristoro.
Bastava un semplice sguardo dell'uomo per ricondurre ogni singolo alunno alla totale disciplina.
Di fronte a lui anche le ribelli come la Black si ritrovavano a dover tacere.
E in effetti, mentre Helene si alzava in piedi insieme a tutti gli altri studenti come segno di rispetto all'uomo, si chiese distrattamente ancora una volta per quale motivo una ribelle come Reyna avesse preferito trasferirsi nella fredda e chiusa Durmstrang, anzichè rimanere nella più calda ed ospitale Hogwarts.


- * -


Finito di ascoltare il discorso, con il quale il Preside aveva annunciato all'intera Scuola che quell'anno il Torneo Tremaghi si sarebbe svolto a Durmstrang, Christopher Flangan sbuffò.
"Voi cosa ne pensate?" Domandò voltandosi con aria scettica verso i suoi amici, Levi Keller e Trystifer Dayne.
"Che mi piacerebbe molto partecipare..." Rispose Levi "...ma al contempo non posso fare a meno di chiedermi se lui ce lo permetterà mai." Concluse con un tono amareggiato.

In fondo non era una novità che Elijah stesse sfruttando il suo ruolo per aumentare il prestigio della sua famiglia - come se i Grimm non ne avessero avuto già abbastanza, di prestigio.
Sia i nipoti che la figlia avevano avuto una carriera scolastica notevolmente agevolata e a Levi, abituato com'era a notare i più piccoli dettagli, non era affatto sfuggita l'occhiata di intesa che il Preside si era scambiato con Jacob, il suo nipote prediletto nonchè futuro genero.

"I Grimm - Jacob, Willhelm e Bianca - già sapevano del Torneo." Riprese il discorso il kelpie "Non hanno fatto una piega quando il Preside ha dato la notizia."
"E proprio perchè sappiamo già come andrà a finire che io non mi proporrò." Commentò Trystifer. "E sarebbe meglio se non lo faceste neanche voi due." Continuò alzando leggermente la voce e fissandoli con aria seria. "Tanto lo sappiamo già come andrà a finire: il foglietto contenente il nome del campione di Durmstrang è già scritto e contiene le parole Jacob Grimm."
"Ma sarebbe un'ingiustizia bella e buona!" Sbottò Chris. Anche se qualcosa, dentro di lui, gli diceva che l'amico aveva ragione.
Loro non avevano la minima chance di essere scelti come Campioni per quel Torneo. Non finchè Elijah Grimm sarebbe stato Preside di Durmstrang.

Loro erano la metà della scuola alla quale era concesso di rimanere lì per non si sa bene quale motivo: loro erano i mezzosangue.


"Nel caso non te ne fossi accorto, la vita è piena di ingiustizie." Fu la risposta di Levi. "E ci scommetto che Elijah avrà già pensato come fare per far sì che le cose vadano esattamente come vuole lui. Ma questo non significa che non potremo provare a partecipare comunque."
"Quando vi scarteranno e verrà estratto il nome di Jacob, non venite a lamentarvi da me." Li reguardì Trystifer.

"Ma ti immagini la faccia del Preside se venisse estratto uno di noi?" Non potè fare a meno di sognare ad occhi aperti Chris.


- * -


Willhelm Grimm, dopo aver attraversato un paio di corridoi, giunse davanti all'enorme porta di legno di mogano intagliato.
Qui, dopo aver estratto un piccolo coltellino da caccia, si punse il dito indice, facendo colare qualche goccia di sangue sul dente della statua rappresentante la testa di un drago. Con un click e uno scatto, la testa si tramutò in una maniglia e Willhelm ebbe così accesso alla camera privata del fratello.

Tre secondi dopo, si pentì di non aver bussato e coprì gli occhi con la mano destra.
Poi si schiarì la voce, segnalando così la sua presenza a Jacob e alla ragazza di turno finita nel suo letto, che si girarono verso di lui emettendo un suono sorpreso. La ragazza cercò di coprirsi alla meglio con il lenzuolo, mentre Jacob si limitò a ridacchiare. "Vuoi unirti, fratello?" Chiese ironico.
"No grazie." Declinò Willhelm "Ma sono curioso..." Continuò sedendosi sul bordo del letto "... la cena è finita da quanto? Due ore? E tu sei già riuscito ad eludere i sistemi di sorveglianza della scuola, scendere al Villaggio, convincere una ragazza a seguirti e a portarla nel Castello senza che nessuno se ne accorgesse? Però! Complimenti!" Concluse sarcastico.
Jacob si rinfilò velocemente la camicia, continuando a sorridere. "Che vuoi che ti dica? I vantaggi di essere un Caposcuola, oltre che affascinante."
"E Bianca?" Chiese a bruciapelo Willhelm. "Non le dovresti quantomeno un minimo di rispetto? Questi sono tuoi bellezza!" Aggiunse rivolgendosi alla ragazza e porgendole sia scarpe che vestito. "Così come sei entrata, vedi anche di sparire."
Jacob si strinse le spalle con noncuranza. "Per la vicenda del matrimonio dici? Ma non l'abbiamo deciso noi! E poi io le porto rispetto! Se non lo facessi ci sarebbe lei, qui con me adesso." Davanti all'occhiataccia che gli rivolse il fratello, rimase impassibile. "Ma perchè stiamo parlando di Bianca?" Cambiò poi discorso. "Se sei venuto fin qui, Will, il motivo deve essere per forza un altro. Ma forse..." Aggiunse ruotando la testa e iniziando a fissare insistentemente la ragazza che stava cercando di rivestirsi senza uscire dalla protezione del lenzuolo "non vuoi parlare finchè c'è lei?"
Lo sguardo truce che gli rivolse il fratello gli fornì la risposta.


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1 Settembre 1802, Nord America, Istituto di Ilvermory

 

La porta della Sala Grande si spalancarono con un gran botto facendo apparire la figura di un uomo sulla sessantina che, camminando, faceva svolazzare da una parte all’altra la giacca color bordeaux. Il colore così acceso faceva da contrasto con quello chiaro della sua pelle. 
“Benvenuti in nuovo anno scolastico ad Ilvermorny!” La voce del preside rimbombava in tutta la Sala immersa in un silenzio quasi innaturale.

Centinaia di ragazzi di ogni età pendevano dalle sue labbra come se fosse un essere di un altro mondo.

“Quel che trascorreremo sarà un grandissimo anno, ricco di novità inaspettate ai più!” L’uomo riprese a parlare dopo una breve pausa per far aumentare quella suspense che era già a livelli altissimi.
Il religioso silenzio era interrotto solamente dal crepitio dei carboni ardenti che bruciavano dentro ai bracieri in bronzo, nessuno dei presenti osava prendere la parola al posto del preside.
“Ora, però, - Arrivato sul piccolo palchetto riservato ai docenti, continuò il suo discorso con un flebile sorriso stampato sul volto – Che vengano servite le pietanze!” Tutti i tavolini si riempirono di piatti ricolmi di cibo e calici traboccanti di bevande.

 Il nuovo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Ilvermorny era ufficialmente iniziato.

“Non sarebbe lui se non entrasse nel modo più teatrale possibile” Commentò Deliverance Ravenwood Duchannes, una ragazza con una pelle così chiara che quasi stonava con i capelli neri con tendenze al mogano.
“Oh sì Livvy! Ti ricordi quando, all’inizio dell’anno scorso, fece spegnere tutte le luci e alla riaccensione era già seduto nel suo scranno? Ogni anno se ne inventa una nuova!” Rispose ghignando Camille Crawley,  mentre si serviva nel proprio piatto una fettina di carne ben arrostita.

“Hai notato che non era presente nel momento dello Smistamento? E’ strano, non manca mai…” Le parole di Livvy ebbero l’effetto di suscitare la pelle d’oca all’amica che, presa da un attimo di apparente freddo, lasciò la forchetta nel piatto per poter passare le mani sulle braccia nel tentativo di riscaldarsi.
“Ehi Cammie che hai?” La reazione non passò inosservata alla prefetto di Tuonoalato che la guardò di sottecchi, quasi a studiare attentamente la situazione alquanto strana.
‘Che cavolo le è preso?! Mi son persa qualcosa per caso?’ Si trovò a pensare Livvy continuando a studiare silenziosamente l’amica.
“E’ un occasione più unica che rara il fatto che sia mancato quel mentecatto allo Smistamento e sai che succede in queste situazioni?” Chiese di rimando la ragazza mentre riprendeva in mano la forchetta.
Se le dico che non ci sto capendo niente mi prenderebbe sul serio? Continuò a pensare la Tuonoalato perplessa.No…” Rispose infine titubante non sapendo esattamente cosa aspettarsi dall’amica.
Nevica Livvy! Nevica! Come lui ha fatto qualcosa al di fuori dal comune, ora nevicherà il primo settembre!” Camille cominciò ad agitare in aria la forchetta come se stesse spiegando la cosa più ovvia al mondo.

 Peccato che non fosse esattamente così…

 
“E da dove uscirebbero queste freddure?” Si ritrovò a bofonchiare Livvy ritornando a dare le dovute attenzioni alla propria cena.
“Neve-freddure! Visto che sei entrata nel clima adatto?!” Continuò la Serpecorno con il suo discorso senza un apparente senso logico.
"Più continui a parlare e meno è la mia fiducia verso il genere umano.” La risposta di Livvy ottenne come unico risultato una grossa risata da parte dell’amica.

'Il tempo passa e io continuo irrimediabilmente a chiedermi com’è che passo così tanto tempo con questa pazza.’  Pensò la Tuonoalato. Ma un sorriso le increspò comunque le labbra. Lei in fondo adorava Camille!

 

- * -

“Io credo che per stasera rotolerò fino al letto: adesso scoppio.” Commentò Amos Young, un ragazzo con un gran cespuglio di ricci e dei occhi così neri che potevano tranquillamente essere scambiati per dei pozzi senza fine.
“Fammi mangiare un altro piatto di pasta e posso rotolare dieci volte più veloce di quanto te possa fare” Rispose Patton Powell un ragazzo Wampus di colore e con un paio di baffi molto ben curati che, con gesto veloce, fece a cambio di posto tra il suo piatto vuoto ed un altro a centro tavola ricolmo di pasta. “Ehi Tyler, non credi che rotolerei meglio di tutti?” Aggiunse il cercatore dei Wampus sputacchiando ovunque delle briciole di pasta.
“Oh Pat, finiscila di parlare mentre stai mangiando! –Lo riprese il Magicospino mentre chiudeva seccamente un libro che teneva appoggiato su una brocca di aranciata – E comunque non ci tengo a sapere chi rotola più velocemente.” Aggiunse togliendosi da sopra la propria divisa delle briciole di cibo.
“Io dico che ti batto Amos.” Patton, nonostante le lamentele dell’amico, continuò a parlare sputacchiando, se mai possibile, ancor di più rispetto a prima.

‘Il giorno in cui non si vanterà di essere il primo in qualunque cosa saprò che il mondo è arrivato alla fine. Beh… In sette anni che ci conosciamo non è mai successo, quindi credo che il pericolo di catastrofe mondiale sia scongiurato.’ Pensò Tyler scuotendo leggermente la testa, sentendo i due amici scommettere su chi sia più veloce a rotolare fuori dalla Sala.

Ehi ma se inv…” Il discorso di Amos venne però interrotto dal silenzio che calò di colpo nel momento in cui si alzò dal proprio posto il preside. Perfino le mosche finirono di svolazzare da una pietanza all’altra per ascoltare il discorso che si accingevano a seguire.

“Bene ragazzi! Prima che tutti quanti torniate nei vostri dormitori, ho alcune notizie di cui devo rendervi partecipi.” L’uomo, sotto l’occhio attento di centinaia di studenti, scese dal piccolo palchetto cominciando a camminare tra i vari tavolini presenti nella Sala. “Quest’anno parteciperemo ad un evento importantissimo, un evento storico e che, in tutte le sue edizioni, ha scritto delle nuove pagine della comunità magica!” Si fermò prendendo una lunga pausa ben sapendo che, come già successo la volta precedente, tutti attendevano di sapere cosa si stava preparando al di fuori delle spesse mura di marmo della scuola di Ilvermorny.

Ma nessuno dei presenti si sarebbe mai atteso di udire quelle ultime parole proferite dal proprio stravagante preside.

“Parteciperemo al Torneo Tremaghi!” Le parole furono quasi un sussurro e, dopo averle pronunciate, si fermò in mezzo alla grande stanza, osservando con attenzione il brusio di voci che man mano aumentavano di volume. 
“E quali saranno le scuole partecipanti?” Un Wampus, decisamente coraggioso, rivolse al preside la domanda che tutti si stavano ponendo ma che nessuno aveva il coraggio di esprimere ad alta voce.
“Bella domanda David… Beh non potevo aspettarmi di meglio da uno che porta il mio stesso nome!” Il ragazzo di quinto anno sorrise debolmente, insicuro se ridere o rimanere serio al commento del preside.
“Saremo noi, Murrinh-Phata e Durmstrang. Cons… Consigl… SILENZIO!” 

Al sentir nominare le due scuole l’intera Sala era diventata un mercato in cui chiunque si alzava e gridava all'amico che si trovava dalla parte opposta della stanza.

 Non tutti i giorni capitava di avere la possibilità di poter partecipare al torneo più famoso nel mondo magico.

 “Come vi stavo per dire – David ricominciò il proprio discorso facendo finta che nessuno l’avesse interrotto pochi istanti prima – Sarebbe saggio da parte vostra che partecipi solo chi ha davvero l’intenzione di voler rischiare la propria pelle per una competizione. E’ un gioco cruento e che non offrirà biscottini al perdente, quindi, sarebbe opportuno che si faccia avanti solo chi veramente interessato e che costoro siano magari del  sesto o del settimo anno” Il silenzio religioso che regnava nella scuola prima della notizia data dal preside era solo un lontano ricordo, ora tutto l’istituto era in fermento desiderosa di saperne di più. 

Peccato che stessero per rimanerne delusi.

“Buonanotte!” Con uno schiocco di dita il Preside sparì chissà dove lasciando dietro di sé solamente un gran caos.

 

- * -

“I ragazzi di primo anno di Magicospino che mi seguano! Non vi disperdete!” Stava urlando Tyler Jones, uno dei due Caposcuola di Ilvermorny, che in quel momento faceva da capofila ad un lungo seguito di studenti di primo anno ancora inesperti del Castello.
“Oh ma tu guarda chi abbiamo qua, Tyler William Jones, il mio Magicospino preferito nonché mio collega Caposcuola” Un altro gruppo affollato di ragazzini bloccò il cammino di Tyler all’altezza del terzo piano.
William Jackson, vedo che l’estate ti ha dato un po’ di simpatia” Il tono del ragazzo era gelido mentre guardava con attenzione la figura che si stagliava a qualche gradino più in alto.

Era sempre stato difficile parlare in tranquillità con Liam. Il Wampus era uno di quei ragazzi che preferiva l’azione al parlare. Per quel motivo il suo vocabolario aveva ben poche parole gentili e cortesi.

Parteciperai al Torneo Jones? O per caso preferisci rimanere tra queste quattro mura con un libro in mano?” Il sorriso sghembo impresso sul suo volto era una di quelle espressioni che Liam usava spesso quando voleva, a modo suo, essere scherzoso.
“Ci sto pensando, ma penso che mi proporrò. Te?” Tyler ci mise qualche secondo per pensare a cosa era più adatto rispondere ad un tipo come quello che aveva di fronte: parlare con lui era sempre una partita a dadi.
“Mh sai, è una di quelle idee che non mi erano mai passate per la mente…" Nonostante quel sorriso un po’ strano, il suo tono era serio e capire dove finiva lo scherzo e dove iniziava la serietà era estremamente complicato per tutti "Ci farò un pensiero in questi giorni. Ora, se mi vuoi scusare, ho dei marmocchi da riportare all’ovile” Con quest’ultima frase il Caposcuola riprese a camminare portandosi dietro tutti quei bambini che continuavano a rimanere a bocca aperta per ogni minimo dettaglio che notavano.

‘Questo sarà un lungo, lunghissimo, anno’ Tyler ne era consapevole e, scuotendo leggermente il capo riprese a percorrere la propria strada.

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1 Settembre 1802, Australia, Istituto di Murrinh-Patha

 

"Clem, credo che se girerai ancora un po' la testa ti verrà male al collo." Affermò Kathleen Lohan ridacchiando sotto ai baffi, vedendo l'amica girare la testa per l'ennesima volta in direzione del tavolo degli insegnanti.
"Non mi dire che tu non sei curiosa almeno un po'!" Fu la risposta di 
Clementine Flecther, che continuò ad allungare imperterrita il collo nella stessa direzione.
"Ma non è nuova alla fine dei conti!" Provò a convincerla nuovamente la yowie "Semplicemente non sarà più la nostra insegnante di Antiche Rune! E dovremo rivolgerci a lei con l'appellativo di 'Preside' anzichè di 'professoressa'."
Clementine, davanti all'inoppugnabilità del discorso, sbuffò contraddetta.

Era vero, Charlotte Shafiq aveva insegnato per diversi anni in quella scuola prima di divenirne la Preside, ma questo non diminuiva comunque la curiosità della sua alunna. E poi...

"Bel modo di iniziare un anno scolastico! Viene nominata Preside e neanche si presenta al banchetto di inizio anno!" Protestò a mezza voce.
"Magari non le interessava minimamente essere nominata." Ragionò Kath, iniziando a trasportare nel piatto un pezzo di carne. "In fondo lo sanno tutti che l'unica ragione per cui è lì..."
"E' che la scuola è stata fondata dalla sua famiglia. Lo so." La interruppe Clementine, sbuffando di nuovo.

La Scuola di Murrinh-Patha era infatti una costruzione recente, fondata da meno di duecento anni: il primo Preside della struttura, Charles Shafiq, era giunto sulle coste del Continente nel 1606, a seguito del navigatore olandese Willem Janszoon.
I lavori per la scuola invece, erano iniziati una trentina d'anni più tardi. Si diceva che l'uomo si fosse ispirato ad Hogwarts.
Da quel momento, solo i Shafiq avevano ricoperto il massimo ruolo nell'Accademia. Charlotte era l'ultima della dinastia, subentrata dopo il pensionamento del padre.
Ma le voci di corridoio dicevano che l'uomo aveva lasciato a malincuore il posto alla figlia. Avrebbe preferito di gran lunga un maschio.

Ulteriori commenti da parte di una della due ragazze vennero interrotti dalle porte della Sala Grande che si aprirono per far passare proprio l'oggetto della loro conversazione: la neo eletta Preside di Murrinh-Patha.
Le labbra
carnose della donna, dopo aver notato gli sguardi curiosi dei suoi alunni, si piegarono in un sorrisetto.

"Benvenuti!"

Nonostante la sua voce non fosse molto potente, tutti si zittirono di colpo.

"Benvenuti - o bentornati - nell'Istituto di Murrin-Patha."

Parlando, Charlotte si spostò con passo deciso leggermente in avanti, in un punto ben preciso della Sala, dove sapeva che l'acustica avrebbe fatto percepire la sua voce anche negli angoli più remoti.

"Un nuovo anno scolastico, con tutte le novità che esso porterà con se, ci attende! La prima, come potete ben vedere, riguarda la mia persona!" Esclamò indicando se stessa "Per chi non mi conoscesse, mi presento: sono Charlotte Shafiq, la vostra nuova Preside." Affermò rivolgendo ai ragazzi un brevissimo inchino. "La seconda, invece, potrebbe tanto entusiasmarvi quanto non piacervi: da quel che so, l'Istituto di Murrinh-Patha ha sempre diviso i suoi alunni in quattro case. Eppure, non mi pare che il principio venga applicato." Continuò scrutando le due tavolate che dividevano la Sala Grande. Una riservata ai ragazzi e l'altra alle ragazze. "Da oggi, da stasera, non sarà più così." Continuò estraendo la bacchetta, agitandola e facendo comparire due lunghi tavoli nello spazio fino a quel momento vuoto. "Pertanto, invito tutti a prendere posto nel tavolo della propria casata. Non sono ammesse repliche."

La donna rinfilò la bacchetta sotto al mantello e poi si diresse verso il tavolo degli insegnanti. "La terza" Aggiunse alla fine, quando molti studenti avevano già iniziato a spostarsi - un "Shhh!" generale si propagò nella Sala per permettere a tutti di ascoltarla - "E' che quest'anno la nostra Scuola parteciperà al Torneo Tremaghi. Ma su questo argomento vi fornirò ogni dettaglio solo alla fine della cena." Concluse sedendosi nello scranno a lei riservato e iniziando a riempirsi il piatto di pietanze. "Pertanto vi auguro un felice desinare."

Di sicuro, Charlotte Shafiq sapeva come attirare l'attenzione dei suoi alunni.


Kyle Anderson
ci mise qualche minuto prima di riprendersi.

L'insieme degli annunci appena formulati dalla Preside lo avevano fortemente sorpreso. E lui non era un ragazzo che si sorprendeva facilmente. Guardandosi attorno, vide che la maggioranza dei suoi compagni erano meravigliati quanto lui - se non di più. Molti continuavano a fissare la donna, come in attesa di altre informazioni.
Eppure, la Preside sembrava ignorarli consapevolmente, continuando a prestare attenzione solo al cibo contenuto nel suo piatto.

Solo quando la situazione si fece insostenibile - ovvero quando tutti gli sguardi della sala furono puntati su di lei - la donna si schiarì la voce. "Mi pare di avere detto che da stasera gli studenti debbano essere divisi per Case, eppure vedo ancora due tavoli vuoti." Esclamò con una finta voce sorpresa. "Coraggio! Non ho nascosto mostri sotto al tavolo e la cena si raffredderà se aspettate ancora un po'!" Concluse con un velo di ironia.

Kyle, a quelle parole, dovette trattenersi per non scoppiare a ridere.
Nascodendo con una mano il momento di ilarità e tramutandolo in un colpo di tosse, si alzò in piedi. Fu uno dei primi ad abanndonare il suo vecchio tavolo e a raggiungere quello nuovo.

E mentre attraversava lo spazio che divideva le due tavolate, non potè fare a meno di pensare che quell'anno avrebbe di sicuro riservato loro molte altre sorprese.

- * -

Elizabeth Miller
era sempre stata una ragazza alquanto timida e riservata. Era una di quelle che faceva davvero molta fatica a fare amicizia. Per quel motivo, nel momento in cui la Preside aveva fatto l'annuncio dello spostamento dei tavoli, si era quasi sentita mancare la terra sotto ai piedi.

E adesso?
Si ritrovò a chiedere a se stessa quasi in ansia. Dove poteva andare a sedersi?

La sua salvezza arrivò fortunatamente nella figura di Eloise Manson, che si alzò addirittura dal tavolo per salutarla allegramente, indicandole contemporaneamente un posto vuoto accanto a sè.
Sospirando di sollievo, Elizabeth si mosse velocemente nella sua direzione. E appena raggiunse l'amica, venne travolta dal suo abbraccio.
Eloise, con la sua spontaneità e la sua continua allegria, aveva sempre fatto da contraltare al carattere chiuso, timido ed introverso di Elizabeth. E in quel momento, davanti a tutte quelle novità, un abbraccio era esattamente ciò di cui la seconda aveva bisogno.

"Che bello rivederti finalmente! Ti avevo cercato prima, ma non ti ho vista da nessuna parte!" Esclamò la riccia, quando la sciolse dall'abbraccio. "Come hai passato le vacanze estive?"
"Come al solito." Rispose Elizabeth, stringendosi le spalle con noncuranza. "In ogni caso grazie per avermi tenuto il posto. Non mi ricordavo che siamo entrambe buyip!"


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 Settembre 1802, Europa del Nord Est



Sascha Strembicka 
non sapeva nulla delle sue origini.

L'unica cosa che sapeva era di essere stata trovata  in mezzo alla strada,
in fin di vita, quando aveva circa tre anni.
Era stata trovata da un uomo, Domink Strembicka, che non solo l'aveva curata ma le aveva anche donato il suo cognome. E che poi aveva sempre fatto di tutto per difenderla. Anche quando coloro che lavoravano nella compagnia teatrale dell'uomo, scoperta la sua natura maledetta, avevano cercata di abbandonarla nuovamente al suo destino.

Lei doveva tutto a quell'uomo.


Se aveva un nome, un cognome, qualcosa da mangiare, un tetto sulla testa e anche qualcuno che la amava, nonostante ciò che era. Nonostante lei fosse uno scherzo della natura. Uno scherzo della natura unico nel suo genere, tra l'altro.
Perchè, per quanto ne sapeva lei, nessun altro al mondo condivideva quella maledizione. Lei era l'unica a trasformarsi una volta al mese.

O almeno, questo era ciò che pensava.

Perchè quando Sascha tornò all'accampamento quella sera - erano teatranti di strada, perciò girovaghi - trovò una sorpresa ad aspettarla. Un uomo che non aveva mai visto, con indosso vestiti molto costosi, era seduto al loro tavolo. Pronto a raccontare una storia dedicata solo a lei.

"Sascha, ti presento Elijah Grimm. Lui è... beh te lo spiegherà lui stesso." Borbottò suo padre. Anche lui faceva fatica a credere che quella situazione stesse accadendo sul serio.

Sascha non seppe il perchè, ma davanti allo sguardo dell'uomo un brivido le corse lungo la spina dorsale. Quei penetranti occhi chiari sembravano trapassarla da parte a parte, come se volesserlo carpirle anche i suoi segreti più oscuri. Istintivamente, sentendosi a disagio, fece un passo indietro. E l'uomo sembrò molto divertito da quella reazione.

"Sono il Preside di una scuola molto speciale. Una scuola di maghi." Spiegò con tono piatto, facendo sgranare gli occhi alla ragazza. "E ti stavo cercando da molto tempo. Una come te non può che farne parte, una come te deve stare insieme ai suoi simili."
"In che senso una come me?" Chiese istintivamente Sascha.
"Sei un lupo mannaro o sbaglio?" Domandò l'uomo, continuando a fissarla. "Sei una strega, purosangue, che è stata morsa quando aveva tre anni. E da quel momento, una volta al mese, ti trasformi." Lo disse con un voce calma e tranquilla, come se fosse stato abituato a cose simili.  Come se nel suo mondo tutto ciò fosse naturale.
"Come...?" Iniziò a domandare la ragazza, non sapendo neanche lei da che parte iniziare.

Purosangue? Cos'era diventata, un cavallo?

E quindi era quello che la faceva trasformare una volta al mese? Lei era un lupo mannaro?
Ed era per quello che aveva sempre quella forza durante il resto del tempo? Perchè era una strega?
E infine quell'uomo aveva parlato di 'suoi simili': questo significava che ce n'erano altri come lei?

Le domande le si affollavano nella mente, accavallandosi e cozzando l'una contro l'altra. Ma il flusso dei suoi pensieri venne interrotto nuovamente dall'uomo. "Se vuoi imparare a controllare la tua natura, devi venire con me. Nel mondo babbano sei solo un pericolo, per te stessa e per gli altri. Se vieni con me, imparerai a gestire i tuoi poteri... e anche la trasformazione. E nella mia scuola ti saranno dati tutti gli strumenti per farlo."

Era come se Elijah Grimm seppe esattamente cosa dire, come dirlo e quando. Era un ammaliatore.
Per questo Sascha e suo padre non ci misero troppo tempo per convincersi.

Ma fu solo quando la ragazza venne risucchiata all'interno di un vortice che capì di avere commesso l'errore più grande della sua vita.

Quando riaprì gli occhi si ritrovò dentro ad una stanza di pietra, debolmente illuminata da torce.
E al centro di essa si trovava una gabbia di metallo.

"Benvenuta nella tua nuova casa." Le sussurrò Elijah, prima di buttarla con forza all'interno.

Era prigioniera.

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* la divisione originale della Rowling prevede la società magica divisa in tre categorie:
- purosangue (es Draco Malfoy --> siamo madre che padre purosangue, maghi da secoli)
- mezzosangue (es Harry Potter --> un genitore purosangue, l'altro no)
- nati babbani o sanguesporco (es Hermione Granger --> entrambi i genitori babbani)

Nella traduzione è stata fatta confusione tra mezzosangue (half blood) e sanguesporco (mud blood) ma questa sarebbe la vera distinzione.

Nel mondo dei Grimm si aggiunge una quarta categoria, i Sondereith (ovvero maghi con poteri diversi dal solito, es lupi mannari, metamorphomagus ecc). Questi possono appartenere a qualsiasi categoria sopracitata ma saranno sempre considerati impuri, quindi ad esempio un
metamorphomagus, anche se purosangue, non potrà mai entrare a Durmstrang. I nati babbani poi, sono esclusi a priori.
Infine, come avrete notato, le uniche donne ammesse a Durmstrang sono le purosangue.


Allora, domanda generale: cosa ne pensate di questo primo capitolo? :)

Quale Preside preferite al momento? (Qualcosa mi dice che nessuno risponderà Elijah!) E tra gli studenti invece?



Ci vediamo al prossimo! (cioè tra 2 settimane) ;)


  
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