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Autore: nancy    13/05/2009    1 recensioni
Ecco il primo attesissimo capitolo del mio romanzo ispirato al manga di One Piece,vi avviso sono presenti personaggi e fatti che nella vera storia non esistono quindi fate attenzione. La storia narra di Nancy,una ragazza dalle mille sfacettature che cerca di trovare giustizia per la sua famiglie e riconquistare un amico perduto. Buona lettura!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'One Piece - Nancy's Saga'
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Capitolo 7

Dal giorno iniziai il mio addestramento, dovevo prendere familiarità con la pietra e dovevo cercare aiuto. Trascorse un anno da quel fatidico giorno,un anno di duri allenamenti,un anno in cui riuscì a trasformare un vecchio tempo in una casa,la mia casa. Nonostante fossi cresciuta nel corpo e nello spirito non mi sentivo pronta per affrontare Lord Darcy da sola,sarei dovuta partire per cercare aiuto.

Decisi di uscire dalla foresta per andare a cercare aiuto, Lord Darcy non mi avrebbe potuta seguire attraverso l’oceano perché doveva mantenere il controllo sull’isola e i suoi uomini erano ormai troppo deboli per fermarmi. Raccolsi le mie cose e mi imbarcai su una nave diretta verso una sede della Marina. Una volta giunta attesi giorni prima di essere ricevuta. Cercai di spiegare il complotto tramato alle spalle del mio regno ma non vollero credermi,sembrava quasi che fossero già al corrente di tutto e che non gli importante niente di tutto cio,noncuranti della minaccia che Lord Darcy poteva rappresentare per l’intero mondo.

Non vollero credere al fatto che fossi il custode dell’Anima Lucis,venni considerata pazza e arrestata non appena cercai di dimostrare i miei poteri.

Quella notte,in quella cella, fra i tanti manigoldi in attesa di giudizio c’era un uomo che mi narrò una storia.

Diceva di essere finito in carcere per aver rubato del pane per i suoi figli e che nessuno dei giudici era stato clemente con lui nemmeno quando dichiarò di aver aiutato un famoso cacciatore di taglie a catturare un pericoloso bandito. Non appena pronunciò il nome di quel forte spadaccino per un istante il mio cuore smise di battere. Zoro era diventato un cacciatore di taglie e molti di quegli uomini erano stati catturati per merito suo. Ero contenta che fosse diventato così famoso, significava che quel sogno per cui aveva tanto lottato si stava avverando. Ero felice per lui ma dentro di me sentivo un senso di vuoto, lo avevo respinto proprio quando aveva cercato di aprirmi gli occhi,non mi sarei mai potuta perdonare il fatto di averlo trattato in quel modo.

Mi persi nei miei pensieri e nei discorsi di quegli uomini che noi definiamo criminali,chi per necessità, chi per puro piacere. Per una notte li vidi solo come persone deboli incapaci di resistere alle avversità della vita e altri come sfortunati a cui la vita aveva dato soltanto guai. Mi sentiì come loro ed è così che cap che in fondo quel governo non difendeva poi così tanto la pace e la giustizia ma solo gli interessi di pochi. Nel bel mezzo dei miei ragionamenti caddi in un sonno profondo che fu bruscamente interrotto da un trambusto infernale. Si sentivano grida di incitamento, ordini di attacco e di difesa, qualcuno aveva attaccato la base. Cercai di guardare fuori e vidi un’imponente flotta da guerra,in alto sventolava la bandiera rivoluzionaria. Erano arrivati fin li per distruggere la base,ben presto giunsero dentro la fortezza e liberarono tutti i prigionieri me compresa.

Era l’inferno,intorno a me marines e rivoluzionari combattevano all’ultimo sangue senza alcuna pietà. Le urla di incitamento e di morte erano nascoste dal tuonare assordante dei cannoni. Non sentivo più nulla, attraverso il fumo e la polvere scorsi uomini che combattevano. Dovevo scappare,non avevo più la spada con me e con la fortezza in fiamme non sarei più riuscita a ritrovarla. Riuscì ad evadere dalla mischia e mi ritrovai all’aperto,nel piazzale principale della fortezza, vedevo solo cadaveri o esseri umani moribondi. L’odore del sangue e della polvere da sparo era così intenso che a stento riuscì a trattenermi dal vomitare. Ormai il combattimento si era spostato negli edifici e quel luogo permeava del gelido silenzio della morte. Mi avvicinai ai feriti cercando di aiutarli in qualche modo. Ad un certo punto mi sentii afferrare ad una spalla.

-          Che ci fai qui ragazzina?- esclamò con fare minaccioso un uomo alto e robusto. Mi scostai molto velocemente e presi la prima arma che mi capitò a tiro per difendermi.

L’uomo esplose in una fragorosa risata e disse:

-          Non credi che ti avrei già uccisa se avessi voluto?-

Riflettei sulla mia impulsività e annuì.

-Ti consiglio di nasconderti prima che qualche cecchino ti usi come bersaglio!- mi porse la mano per rialzarmi. Sentivo che potevo fidarmi di quel grande uomo dai capelli neri. Mi condusse sulla sua nave e ben presto scoprì che era il capo dei rivoluzionari. Rimasi qualche mese a bordo di quella flotta e narrai la mia storia, ormai il capitano Dragon,questo era il suo nome, ero come una figlia,forse perché avevo più o meno l’età del suo secondogenito che tanti anni prima aveva lasciato nel villaggio di Floosha nel mare orientale.

In questo breve ma intenso viaggio ebbi modo di diventare più forte e di imparare una miriade di cose. La prima fra queste è che avrei sconfitto Lord Darcy da sola a qualunque costo e forse un giorno avrei intrapreso la navigazione per scoprire il mondo e per difendere la vera giustizia a qualunque costo. Tornai all’Isla del Luz, non volevo più nascondermi. Ero cambiata, questo è vero,ormai il mio fisico era quasi quello di una donna,tagliai i capelli e indossai un abbigliamento consono al mio nuovo stile di vita.

Mi ero trasformata a tal punto che anche Lord Darcy avrebbe faticato a riconoscermi. Le prime cose da fare sarebbero state trovarmi una spada e un modo per sostentarmi.

Prima di giungere nella capitale dell’Isla de Luz intrapresi un lungo viaggio per le città della costa. Durante questo viaggio vidi soltanto miseria e fame. Un giorno giunsi in un piccolo villaggio, non ancora del tutto ridotto in povertà,in una taverna fui importunata da un gruppo di pirati da quattro soldi,nonostante me la cavassi da sola erano troppi per me e un uomo venne in mia difesa.

Era un uomo alto e dalle spalle larghe,nonostante avesse un’età avanzata conservava la sua prestanza fisica,le sue forti e possenti mani scaraventarono via  i malcapitati in un soffio.

Dopo averli cacciati l’uomo volse il suo sguardo non più truce e burbero verso di me sorridendo.

-          Tutto bene?-

Quella voce,quello sguardo e quella figura mi suonarono familiari tanto da farmi perdere conoscenza.

Mi svegliai in un letto soffice e profumato, accanto a me c’era una donna robusta dai grandi occhi grigi che mi sorrideva e mi chiamava per nome.

Rimasi sorpresa perché nessuno a parte Lord Darcy e qualche suo scagnozzo avrei potuto riconoscermi.

-          Chi siete? – domandai.

-          Non mi riconosci? Sono tua nonna!- rispose la donna abbracciandomi.

Io non potevo credere a quelle parole, credevo che i miei nonni fossero morti anni prima insieme ai miei genitori. Eppure quei volti mi erano familiari,soprattutto il rumore che proveniva dalla bottega vicina alla stanza. Mi alzai e andai alla finestra,vidi l’uomo che mi aveva difesa alla taverna mentre forgiava una spada,era un maniscalco,proprio come mio nonno. Gli indizi che mi portavano a sperare che fossero loro erano tanti ed ebbi la conferma di averli ritrovati quando la donna mi disse di aprire il ciondolo che portavo al collo e di spostare il cristallo che solo io avrei potuto rimuovere,sotto avrei trovato il disegno di una rosa, che da sempre aveva rappresentato la nostra famiglia. Quella serie di gesti mi fece capire di aver ritrovato le uniche persone che mi erano rimaste,i miei nonni. Corsi ad abbracciarli in un mare di lacrime e li strinsi forte. Mi avevano riconosciuta dopo tanti anni di lontananza e mi accolsero di nuovo nella loro casa. Non potei rimanere a lungo con loro, Lord Darcy mi avrebbe scoperta molto presto e mai e poi mai avrei voluto mettere a repentaglio la loro vita per una seconda volta.

 Rimasi con loro solo per qualche giorno,il tanto giusto per raccontarci come eravamo entrambi riusciti a scappare dalla furia di Lord Darcy,di come tutti pensavano fossi morta e il tanto necessario affinchè mio nonno potesse forgiare una spada solo per me.

Era un bellissimo fioretto,forgiato con un metallo rarissimo,molto leggero e tagliente che al solo sfoderare la spada emetteva un meraviglioso suono e un bagliore accecante. A partire dall’elsa si estendeva una magnifico drago blu circondato da rami di rose. Dopo circa una settimana partì dal villaggio insieme ad una carovana di artisti che si stavano recando nella capitale per esibirsi in una locanda. Entrai nella loro compagnia come ballerina e come cantante. Ormai possedevo un’identità,una spada e una famiglia,ero pronta per tornare in città e organizzare il mio piano di rivincita contro Lord Darcy. E dopo qualche anno eccomi qui,alla ricerca di un modo per sconfiggere quell’uomo.

   
 
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