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Autore: Giuls_BluRose    02/11/2016    0 recensioni
Kurt e Blaine sono sposati da due anni e mezzo e i loro sogni stanno diventando realtà, hanno una vita felice a New York e lavorano come protagonisti in un moderno musical di Broadway; manca solo una cosa affinchè raggiungano il massimo della felicità: un figlio.
I due cercheranno quindi una madre surrogata, che troveranno nella loro cara amica Rachel; tutto pronto quindi?
Prima di iniziare le procedure si sottopongono ai test di routine, dai quali uscirà fuori un "piccolo dettaglio" molto inquietante, che sconvolgerà la vita dei coniugi Hummel-Anderson, minacciando il loro lieto fine in modo quasi indelebile.
Sarà proprio nel momento più cupo, quello dove tutto sembrerà perduto e senza speranza, che un vecchio conoscente tornerà nella vita dei due ragazzi. Un aiuto morale o il pezzo mancante affinchè tutto il loro mondo crolli?
Tutto è possibile finchè c'è l'amore, basta solo avere coraggio.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel, Rachel Berry, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Dave, Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18 – Buone notizie, finalmente

“Buongiorno cara!”
Un raggiante Blaine salutò Rachel, che lo aveva raggiunto davanti alla clinica, insieme a Jessie.
I tre si erano dati appuntamento per un consulto medico, per vedere se tutti avevano le carte in regola e se il dottore avrebbe acconsentito o meno alla fecondazione assistita.
Blaine si era presentato di buon'ora, con una ventina di minuti di anticipo, mentre i due fidanzati erano arrivati giusto in orario, ricambiando il saluto del ragazzo con un sorriso stampato in volto.
“Buongiorno Blaine!”
Rachel sorrideva a 32 denti, tremando leggermente per il clima non propriamente caldo: era felice e leggermente nervosa, non le piaceva fare le cose di nascosto da Kurt, ma sapeva di non poterlo caricare di altro stress.
“Andiamo allora?”
Blaine allungò la mano verso l'amica, trascinandola dentro: inutile dire che non vedeva l'ora di poter finalmente mettere la firma sui moduli per dare il via alla gravidanza e sapeva che non avrebbe mai ringraziato abbastanza Rachel per quello che stava facendo per lui e per suo marito.
Infatti, prima di entrare nella clinica le fece un immenso sorriso e le sussurrò appena qualcosa all'orecchio.
“Grazie mille, per tutto.”
La ragazza arrossì e abbracciò forte l'amico, sapendo che tutto quello lo avrebbe reso l'uomo più felice del mondo.
“Non dirlo neanche per scherzo, farei di tutto per vedervi felici.”
Strinse più forte la mano del moro, come per infondergli calore e insieme entrarono nella clinica, dove a breve un esperto li avrebbe raggiunti per un colloquio.
Si sedettero sulle sedie bianche e cerarono di non perdere la pazienza. Fu Jessie il primo ad interrompere il silenzio.
“Blaine, che cosa dirai di Kurt se chiederanno del secondo padre?”
La risposta del ragazzo fu repentina.
“Quasi la verità: che non è stato bene ultimamente e anche se adesso sta bene non ha ancora la forza per uscire.”
Odiava fare tutto quello di nascosto, odiava il timore che alla fine non avrebbe accettato tutto quello e che avrebbero potuto litigare per colpa sua, ma qualcosa dentro di lui gli diceva che sarebbe andato tutto bene, che non doveva farsi prendere da quei dubbi.
Rachel dovette quasi sentire quei suoi dubbi, perchè mise una mano sulla sua coscia come per infondergli la forza per continuare in quello che a breve avrebbero iniziato.
Quella ragazza aveva instaurato un legame molto profondo con entrambi i ragazzi e aveva imparato a riconoscere le loro paure e i loro dubbi solo dal loro comportamento. Non osava neanche immaginare una reazione negativa o violenta di Kurt a tutto quello: sapeva che anche lui voleva quella famiglia con tutto il suo cuore e anche se inizialmente sarebbe potuto rimanere spiazzato dalla situazione, poi la avrebbe accettata senza problemi e sarebbe rimasto entusiasta. Sembrava una pazzia, quello nessuno lo avrebbe messo in dubbio, ma la ragazza era certa che sarebbe andato tutto nel verso giusto.
“Rachel Berry?”
La voce di un uomo la destò dai suoi pensieri e riconobbe nel volto marcato il medico con il quale aveva preso appuntamento per il colloquio.
I tre si alzarono e lo seguirono fino allo studio, nel quale il medico disse loro di accomodarsi e di prendere la cartelle cliniche affinché le potesse controllare.
Rachel e Blaine fecero quello che era stato loro detto e passarono le loro cartelle cliniche al dottore, che prese da dentro i figli e iniziò a leggerli.
“Siete qua per un consiglio di fecondazione assistita, giusto?”
“Esattamente dottore, io sarei la madre surrogata e Blaine il donatore di sperma.”
La ragazza diede un veloce sguardo all'amico e al fidanzato, che annuirono entrambi.
“Spero siate a conoscenza che non è affatto una pratica economica e facile sul piano legale.
Blaine annuì, convinto.
“Lo sappiamo, ma abbiamo i soldi necessari e siamo legalmente in regola, non credo ci saranno problemi su quel piano.”
L'uomo lo guardò, per poi tornare alle cartelle.
“Lei sarebbe il padre?”
“Si, insieme a mio marito.”
“Capisco e dove sarebbe suo marito adesso?”
“Non è potuto venire per problemi di salute temporanei.”
I tre si guardarono mentre il medico continuava a leggere le varie analisi, non ci volle però monto perchè finisse di leggerle e le rimettesse nelle cartelline, restituendole ai sue proprietari.
“Le analisi sono tutte in regola, non ci sono complicazioni e non ci dovrebbero essere problemi a dare il via alla fecondazione assistita.”
Fu una semplicissima frase, ma in quel momento sembrava non esistere un suono più bello di quello per i tre, che si guardarono pieni di gioia.
“Dovete solo compilare questi moduli e poi richiamare per prendere appuntamento.”
“Grazie dottore, grazie, grazie.”
L'uomo sorrise ai tre ragazzi e, dopo aver stretto loro la mano li lasciò uscire.
Blaine, non appena fuori, si lasciò prendere dalla gioia, abbracciando con forza Rachel, sollevandola da terra di qualche centimetro, mentre Jessie osservava la scena con un tenero sorriso sulle labbra.
“Ce la stiamo facendo davvero! Ce la stiamo facendo davvero!”
Il moro non riusciva neanche a crederci, sentiva gli occhi inumidirsi per le lacrime, mentre Rachel aveva già iniziato a piangere di gioia.
Il sogno stava davvero per diventare realtà, quasi non ci potevano credere, ma stava davvero accadendo, stava davvero per diventare realtà e non poteva esserci niente di più bello in quel momento.
Blaine sognava quel momento da quasi tutta una vita e sapere che non ci sarebbe voluto molto e che il suo sogna era davvero realizzabile lo faceva camminare qualche metro sopra la terra.
Il momento di gioia fu come brutalmente disturbato dallo squillare del cellulare di Blaine, che ebbe uno strano presentimento non appena prese il telefono e vide il nome di suo suocero sullo schermo.
Rispose, mentre Rachel e Jessie lo guardavano incuriositi.
La voce di Burt rimbombò nel cellulare del moro.
“Blaine, ehi scusa il disturbo. Sono passato a casa vostra per vedere come stava mio figlio: lui però non mi apre e non risponde neanche al cellulare? Ti spiacerebbe venire a casa?”
Il moro rispose affermativamente e sentì un groppo di preoccupazione alla gola.
“Chi era?”
“Burt. Kurt sembra irraggiungibile.”
Jessie dovette avere lo stesso presentimento del ragazzo, perchè subito prese le chiavi dell'auto e invitò i due a salire per raggiungere in fretta il Loft.

Burt stava aspettando da circa dieci minuti, continuando a suonare il campanello del loft e a chiamare il figlio al cellulare: nulla, sembrava come scomparso nel nulla. Tutto ciò era molto strano e l'uomo si stava iniziando a preoccupare che potesse essergli successo qualcosa, solitamente Kurt rispondeva sempre alle chiamate del padre.
Per fortuna Blaine arrivò quasi subito, salutandolo in fretta e aprendo la porta con le chiavi, quasi correndo in casa alla ricerca del marito.
Cucina: niente.
Sala: niente.
Bagno: niente.
Il ragazzo aprì veloce la porta della stanza da letto, tirando un forte sospiro di sollievo: vide Kurt dormire beatamente nel letto, con le cuffiette nelle orecchie e il piccolo gattino acciambellato sulla sua pancia, dormiva tranquillamente anche lui.
“Mistero risolto Burt: si è addormentato con la musica e un dolce peso addosso, per fortuna.”
Burt sospirò, ricordandosi mentalmente di dover chiedere un doppione delle chiavi di casa e di ricordare anche al figlio che non si dorme con le cuffiette.
Blaine, che non aveva ancora smaltito la gioia, corse nel letto matrimoniale, scostando delicatamente Brian e abbracciando forte il marito, facendolo così svegliare senza alcun preavviso.
Il castano rimase molto interdetto da quella scena: suo marito che lo abbracciava con vigore, il padre, Rachel e Jessie sulla porta della stanza che lo guardavano sorridendo.
“M-Mi, mi sono perso forse qualcosa? Non ricordo che oggi sia il mio compleanno in realtà.”
Il moro ridacchiò appena, stringendo ancora più forte il corpicino del ragazzo, sussurrando appena nel suo orecchio.
“Non ti addormentare con le cuffie, hai fatto prendere un colpo a tuo padre.”
Il castano si mordicchiò appena le labbra, per poi cedere al calore delle braccia di suo marito.
Meow.
Il tutto fu interrotto dal miagolare del gattino, il quale si era svegliato di controvoglia per tutto il rumore che stavano facendo: il piccolo si era subito legato tantissimo al padrone di casa più grande e non passava minuto che non stesse letteralmente alle calcagna di Kurt, come un'ombra. Alle volte sembrava quasi geloso del fatto che Kurt avesse attenzioni anche per il marito e ci era mancato poco che Blaine non si prendesse un graffio per essersi avvicinato troppo al ragazzo castano.
“Scusa Brian!”
Tutti risero, ma il cellulare del castano iniziò a suonare: sembrava che quel giorno tutti i momenti dovessero essere interrotti dal suono di un telefonino.
Rachel lo prese e lo passò al proprietario che rispose subito.
“Pronto? Si, sono io. Si...si capisco. Dice sul serio? Oddio non ci posso credere...Si, si certo, ovviamente. No, non si preoccupi. Certo, verrò domani pomeriggio a ritirarle. Cielo...Si...Grazie, oddio grazie davvero.”
Quando chiuse la chiamata tutti poterono chiaramente vedere che delle lacrime avevano iniziato a scendere sulla sua pelle nivea, ma erano lacrime che non sembravano di tristezza, anzi.
Blaine, di istinto, strinse più forte a sé il ragazzo, incoraggiandolo a parlare.
“Era il dottore, dice che dalle ultime analisi il cancro sembra in remissione. Dice si tratti quasi di un miracolo, ma sembra che stia guarendo...”
Il gruppo si guardò per qualche istante in silenzio, per poi scoppiare in grida di gioie e Kurt si ritrovò letteralmente sommerso dai quattro, che si erano commossi insieme a lui.
Anche in quella calca, con Rachel e Jessie che urlavano che dovevano festeggiare la sera stessa e Burt che piangeva rumorosamente, Kurt potette sentire le labbra del marito che gli si poggiarono sul collo e la sua voce sussurrare nel suo orecchio.
“Ti amo, più di ogni altra cosa.”
Sorrise, tutto stava lentamente tornando al posto giusto, lo sentiva.


Note dell'autrice:
Mi dispiace per voi, ma si, sono viva e vegeta. Bhe, forse un po' morta per tutto lo stress che mi sta dando la scuola, ma almeno fisicamente viva e pronta mi rimettermi all'opera con questa cosa, che, buon per voi, sta arrivando quasi alla fine.
Non so chi abbia avuto il coraggio di seguirmi fino a qua, ma grazie, grazie davvero.
Mi scuso per il ritardo nell'aggiornamento, ma meglio tardi che mai, no?
Bhe, vi lascio direttamente.
Buona lettura, felice se mi faceste sapere qualcosa.
Un bacione e alla prossima

Giulia Pierucci
 

   
 
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