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Autore: Giorgiasimic    03/11/2016    1 recensioni
[Eldarya]
[Eldarya][Eldarya]Una nuova Fanfiction su Nevra
Le stava simpatica l’umana, era ostinata e testarda come lui. Eppure Nevra aveva accettato la sua natura mentre lei continuava a non accettare che fosse una mezza Faery.
Lui era un cacciatore e lei una preda, sarebbe stato facile gustare quella facile vittoria eppure non lo fece.
Elsa era stata scelta dalla Dea del cristallo e quindi era stato obbligato a proteggerla ma i suoi istinti animali si contrastavano con il suo senso del dovere.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Si svegliò di colpo nel cuore della notte tutto sudato. Per Nevra era strano dormire di notte, dopo tanto tempo faceva ancora fatica a seguire gli orari imposti da Miko, eppure quella notte era stata particolarmente agitata.

Odiava la luce quando si svegliava e per questo si era fatto dipingere le pareti bordeaux scuro che si intonavano perfettamente con i mobili viola scuro. Si avviò verso la sala comune per la colazione, magari a stomaco pieno li sarebbe passato quel brutto presentimento che da tempo non lo lasciava tranquillo.

 
Si riguardò per la centesima volta allo specchio, non era convinta di quegli abiti Eldaryani, eppure Mary le aveva assicurato che era uno schianto. Aveva dei fermagli a fiori e un corpetto viola e degli shorts neri, stufa di guardarsi allo specchio prese la bisaccia da missione fornitole da Kero e uscì dalla stanza.
Uscì dal corridoio e senza pensare aprì la porta senza bussare e rimase senza fiato: Una nuvola gialla stava al centro della stanza frapponendosi tra lei e Ezarel.
Quando l’elfo si rese conto della presenza di Elsa il suo sguardo passò dall’essere fiero ad essere infastidito. Stufo del silenzio di Elsa decise di prendere la parola: << Che ci fai qui? >> l’umana decise di trovare il coraggio e con un po’ di titubanza lo rispose << Sono venuta a ringraziarti per avermi salvata >>
Rise, Elsa non poteva crederci, lei lo stava ringraziando e lui rideva e più lo vedeva ridere e più sentiva salire la rabbia, si diresse verso la porta furiosa ma si fermò quando sentì una voce conosciuta, era Valkyon.
Il capo della guardia dell’ossidiana doveva aver ascoltato la conversazione senza che ne Elsa e ne Ezarel se ne fossero accorti. << Dovresti essere più gentile >> Ezarel guardò il suo compagno e con un ghigno rispose: << ma io sono gentile, altrimenti sarebbe già una mia cavia >>
Elsa raggiunse il limite, nessuno poteva prendersi gioco di lei e infine scoppiò << Perché non ti usi da solo come cavia? Infondo assomigli a un topo da laboratorio >>
<< oh la gattina ha tirato fuori le unghie >>
<< Attento Ezarel! Lo sanno tutti che i gatti fanno fare una brutta fine ai topi >>
Elsa uscì dalla stanza lasciandosi alle spalle un Ezarel senza parole e Valkyon con le lacrime agli occhi dalle risate. 
Gironzolava per il palazzo da ore, aveva curiosato in tutte le stanze, infondo quella sarebbe stata la sua casa e questo le dava il tacito permesso di curiosare ovunque o almeno quella era la sua scusa.
Vide una stanza con la porta socchiusa, entrò nella camera e si richiuse la porta alle spalle. La stanza era sulle tonalità del viola e del rosso, era molto elegante e allo stesso tempo tenebrosa. Osservò ogni centimetro della stanza, poi lo vide, sul letto a baldacchino dormiva Nevra.
Elsa non riuscì far a meno di guardarlo, percorse con gli occhi le linee del suo petto nudo, non riusciva a distogliere lo sguardo Nevra era perfetto.
Decise che era meglio andarsene per lascialo riposare, istintivamente gli sfiorò i capelli e poi uscì dalla stanza.

 Nevra si svegliò, si sentiva perfettamente in forze e riposato e non gli succedeva spesso ma quella notte era stata diversa, dopo tempo era riuscito a cadere in un sonno profondo.
Si alzò di scatto, non era possibile, doveva sbagliarsi, ma quell’odore lui lo conosceva fin troppo bene. Lei era stata li, Elsa era stata nella sua stanza.
Rimuginò più volte sul perché l’umana fosse entrata nella sua stanza per poi giungere alla conclusione che probabilmente l’umana si era persa ed era finita nella sua camera.
Aveva trovato un libro che l’interessava: “ Creature magiche “ e l’aveva letto tutto d’un fiato imparando a memoria tutte le creature Eldaryane. Era assorta nella rilettura del libro quando Nevra entrò in biblioteca, si diresse verso uno scaffale cercando un libro. Elsa senza farsi notare osservava avidamente tutti i movimenti del giovane, e per alcuni istanti l’immagine del petto nudo di Nevra le tornò in mente per poi cercare di scacciare il ricordo dalla sua mente senza riuscirci.
Elsa ruppe il silenzio.
<< Che libro cerchi? >>
<< Non credo che tu possa aiutarmi >>
Elsa si alzò, si diresse verso lo scaffale dove c’era Nevra e in punta di piedi cercò di mettere a posto il suo libro ma lo scaffale era troppo alto per lei.
Così Nevra le prese il libro dalle mani e avvicinandosi a lei mise il libro nel ripiano giusto, abbassò la testa e incrociò lo sguardo di Elsa. Inspirò il suo odore, aveva un ottimo profumo e senza rendersene conto furono sempre più vicini quasi a sfiorarsi. Ormai erano talmente vicini che il ragazzo riusciva a sentire il battito del cuore dell’umana, era accelerato. Aveva il respiro affannato e le gote rosse rendendola ancora più graziosa, probabilmente anche lui era così agli occhi di Elsa.
Erano troppo vicini, ma ne lui e ne l’umana si allontanarono anzi si avvicinavano sempre di più lasciando solo qualche millimetro tra le loro bocche.  
L’aria era calda, loro erano caldi dall’eccitazione di quel momento, si avvicinarono ancora di più, un bacio solo uno ne voleva Nevra ma poi si staccò bruscamente quando la porta si aprì.

Era Miko: << Ragazzi preparatevi per la missione, passerete la notte fuori >> 

   
 
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