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Autore: nikita82roma    04/11/2016    4 recensioni
Kate sta per tornare al distretto riprendendo ufficialmente il suo ruolo di capitano e separarsi da sua figlia e da suo marito sarà più difficile di quanto pensasse. Non appena rientra al distretto le si presenta subito un caso scottante che tratterà in prima persona: il figlio di un famoso narcotrafficante di origine venezuelana è il colpevole di alcuni efferati delitti di giovani donne. Si troverà davanti a decisioni difficili e a dover combattere una battaglia alla quale è impreparata che la metterà davanti a nuove e vecchie paura, a dover scegliere ancora una volta quale direzione dovrà prendere la sua vita...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nel futuro
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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- Vieni Alexis, entra.

La figlia di Castle era arrivata all’appartamento di Beckett piuttosto presto quella mattina. Kate sorrise vedendo che aveva due caffè in mano, come di solito faceva suo padre.

- Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere - disse dandole una delle due tazze

- È nel DNA dei Castle? - Chiese sorridendole

- Forse sì - Le rispose la ragazza che si guardò intorno. Non aveva più visto l’appartamento dopo che Kate e suo padre avevano deciso di ristrutturarlo

- Così questo è il vostro rifugio… - Chiese innocentemente la ragazza, sapendo che era lì che più di qualche volta suo padre e Beckett si erano ritagliati delle serate tutte per loro

- Così doveva essere… - Sospirò Kate

- Scusami - Disse Alexis rendendosi conto che in quel momento aveva proprio sbagliato cosa di cui parlare. - Cosa volevi darmi?

Kate prese una delle due buste chiuse sul tavolo e la diede alla ragazza.

- Dalla a tuo padre.

Alexis guardò la busta dove sull’esterno c’era solo scritto “Per Rick” 

- Non gliela puoi dare tu?

- No, non posso. E per favore, aspetta questa sera per farlo. 

- Perché Kate?

- Alexis, non fare domande, per favore. - La pregò Beckett - Aspetta solo questa sera per dargliela.

- Non fare cose avventate Kate. 

La donna accarezzò il volto della ragazza. 

- Fai in modo che tuo padre non faccia cose stupide, Alexis. 

- Kate, mi dispiace…

- Va tutto bene, veramente. Promettimi solo che qualsiasi cosa accada starai vicino a tuo padre.

- Ma Kate…

- Promettimelo Alexis, per favore. - La supplicò Beckett

- Certo Kate, certo.

 

Si salutarono con un abbraccio che mise una pietra sopra a quei giorni di scontri ed incomprensioni che c’erano stati tra loro: Kate sapeva quanto Rick avrebbe avuto bisogno di sua figlia se qualcosa non fosse andato per il verso giusto e sapeva che di lei, per questo, si sarebbe potuta fidare ciecamente. 

Andò al distretto solo per prendere quello che le occorreva per quella sera. Andò nel magazzino dove tenevano armi ed attrezzatura e non le fu difficile prendere quanto necessario e concordato con Vikram. Mise tutto in uno zaino, poi passò da Javier e Kevin dicendogli che per quel giorno non sarebbe rimasta al distretto.

- Per Lily? - Chiese Esposito e Beckett potè solo annuire.

- Tenetemi lontano Sorenson, non ho voglia di dargli spiegazioni - disse vendendo l’agente che si avvicinava a loro.

- Ehy Beckett, qualunque cosa devi fare, stai attenta. - Le disse Ryan e lei fece ancora cenno di sì con la testa ed andò a passo veloce verso l’ascensore.

Si mise in macchina e guidò veloce fino allo studio di suo padre. La sua segretaria gli disse che era occupato con un cliente e lei rimase lì, a fare avanti e indietro nervosamente per il corridoio fino a quando la porta del suo studio non si aprì e ne uscirono due uomini e suo padre che li salutò cordialmente per poi andare verso sua figlia.

- Katie, cosa ci fai qui? Vieni entra…

Andarono nello studio di Jim, ma Kate non si mise seduta, rimase in piedi davanti alla scrivania, prese dalla tasca interna della giacca una busta uguale a quella che aveva dato ad Alexis e la porse a suo padre.

- Se mi dovesse accadere qualcosa la devi dare a Rick.

- Cosa stai dicendo Katie?

- Papà, ti prego, non fare domande. Ti chiedo solo come mio avvocato, se mi dovesse accadere qualcosa, dai questa a Castle. 

- Katie, non fare pazzie, per favore. Se non vuoi farlo per me, fallo per tuo marito. Lo distruggeresti, sai di cosa sto parlando, vero? - Jim fece un riferimento non troppo velato a se stesso e a Kate venne un nodo in gola al pensiero di suo padre anni prima.

- Non farò pazzie, la mia priorità è portare a casa Lily. Ti voglio bene papà.

- Ti voglio bene Katie.

Uscì velocemente da lì, per non far vedere a suo padre che si stava commuovendo e tornò al suo appartamento.

Passò tutto il giorno a guardare e riguardare i filmati di Vikram e a studiare quelle piantine che sapeva ormai a memoria, chiudeva gli occhi e ripassava mentalmente tutti i passaggi che avrebbe dovuto fare.

 

 

Era sera e Castle era chiuso nel suo studio. Non aveva sentito Kate da quello scarno messaggio del giorno prima e la sera, quando era tornato a casa gli avevano detto che era tornata a prendere le sue cose e a dirgli del video di Lily. Martha gli aveva raccontato di come Kate era provata da quel nuovo video e di come aveva faticato a trattenere le sue lacrime nel sentire la figlia piangere. Era arrabbiato con tutti ed anche con se stesso.

- Papà? - Alexis si era affacciata nello studio. Aveva parlato con Dustin di quanto le aveva detto Kate, consultandosi con lui su cosa dovesse fare: lei avrebbe voluto dare subito la lettera a Rick, mentre lui la convinse a rispettare la volontà di Beckett, se aveva detto di fare così aveva i suoi motivi che loro non sapevano e alla fine si era convinta a dare retta al suo ragazzo.

- Ehy, piccola, cosa c’è?

- Questa. - Gli disse consegnandogli la lettera. Rick riconobbe subito la calligrafia della moglie e guardò Alexis con aria interrogativa - Me l’ha data questa mattina e mi ha detto di aspettare questa sera per dartela.

- Perché?

- Non lo so, ho fatto quello che mi ha detto, sembrava importante. Ti lascio solo… - Fece il giro della scrivania, andò a dare una bacio a suo padre e poi uscì. 

Rick strappò con cura il lato superiore della busta, poi prese il foglio, lo aprì e cominciò a leggere.

 

“ Amore mio,

So già che nel leggere questa lettera sarai arrabbiato e deluso ancora una volta. Non ti chiedo più di capirmi, te l'ho già detto troppe volte e tu lo hai sempre fatto, non sarebbe giusto. 

Ti avevo promesso che non ci sarebbero stati più segreti, che qualunque cosa l'avremmo affrontata insieme, ma non ho potuto mantenere la mia promessa, nemmeno questa volta. 

Non so cosa accadrà nei prossimi giorni, l'unica cosa che ti posso promettere è che farò ogni cosa che ho facoltà di fare per nostra figlia e farla tornare a casa, da te. Non potevamo rischiare insieme questa volta Rick te l’ho detto molte volte, non potevamo rischiare di lasciare sola Lily se qualcosa dovesse andare per il verso sbagliato. Tutto quello che è accaduto è successo per colpa mia, della mia vita e del mio lavoro e sono io che devo porre rimedio a tutto questo. Lo devo fare da sola non perché non ti voglio al mio fianco, ma perchè uno di noi due deve essere al sicuro, per nostra figlia. 

 

Nella nostra vita i momenti felici sono sempre stati troppo brevi per quanto avrei voluto ma sono stati così forti da riempire non so quante vite e sono fortunata per averli vissuti con te. 

Ti amo come nemmeno credevo fosse mai possibile amare qualcuno e tutto quello che mi hai dato è di più di quanto potessi anche solo sognare. So che tutto questo ti sembrerà stupido detto ora, ma essere tua moglie e la madre di tua figlia è il regalo migliore che potessi ricevere e mi ha reso una donna incredibilmente felice. Per me è così bello ed importante essere tua moglie che se tu me lo chiedessi io ti risposerei ogni giorno della mia vita.

Sei e sarai sempre l'amore della mia vita vorrei che questo non lo dimenticassi e, ti prego, non ne dubitare mai perchè il pensiero che tu possa non essere sicuro del mio amore è una cosa che mi devasta. 

So che qualunque cosa accadrà nostra figlia con te starà bene perché sei l'unico padre che avrei potuto desiderare per la nostra bambina.

 

C'è solo una cosa che sogno: avere la possibilità di litigare con te per tutto questo e che tu possa trovare ancora da qualche parte nel tuo cuore la forza e l'amore per perdonarmi.

 

Ti amo. Sempre.

Kate”

 

Finì di leggere con le mani che tremavano nel tenere il foglio di carta. Quella lettera era tutto quello che non avrebbe mai voluto leggere. Uscì dallo studio, cercò una copia delle chiavi dell’appartamento di Beckett e nel farlo rovesciò tutto il contenuto della scatola dove era convinto che fossero. Alexis sentendo il rumore andò da lui che imprecava e si muoveva nervosamente.

- Dobbiamo andare da Kate, subito! - Disse Castle alla figlia.

- Ma papà…

- Subito Alexis! Perché non mi hai dato prima quella lettera? 

- Kate ha detto che…

- Kate non sa quello che fa! - Urlò Rick con le chiavi finalmente trovate in mano.

Guidò più velocemente che potè fino all’appartamento di Kate e come temeva lo trovò vuoto. Sul tavolo le piantine che aveva analizzato e sopra queste due cellulari, il suo e quello che utilizzava per parlare con Campos. Li prese entrambi e tornò sconsolato al loft.

 

 

Vikram aveva disattivato la rete elettrica. Kate aveva 15 minuti, poi il sistema di emergenza sarebbe entrato in funzione. Tagliò rapidamente le maglie della rete di protezione elettrificata ora che era innocua, creandosi un varco sufficientemente grande per passare. Fece segno a Vikram seduto in macchina che andava tutto bene e poi attraversò il giardino andando fino alla porta d’ingresso. Da quanto visto in precedenza con la telecamera termica i due Maria e Hector erano nella stanza che si trovava dalla parte opposta all’entrata e stavano dormendo. Lily invece si trovava in una piccola stanza senza finestre, tra la cucina ed il soggiorno, in quello che aveva tutta l’idea di essere nato come un ripostiglio o qualcosa del genere. Ignorò quello che sentiva dall’interno, il pianto di Lilly che le arrivava ovattato e cercò di rimanere concentrata e con le mani più ferme possibili: fece scattare la serratura della porta in breve tempo cercando di fare meno rumore possibile. Dovette resistere alla tentazione di andare subito verso sua figlia, anche se una volta dentro la casa sentiva il suo pianto sempre più forte. Si mosse al buio rapidamente ma con circospezione, con la pistola in mano senza mai abbassare la guardia, tenendosi sempre con le spalle verso il muro. Girò l’angolo del corridoio di scatto ed era libero, stava andando nella direzione opposta a dove si trovava Lily ma doveva raggiungere la camera dei due rapitori per metterli fuori servizio. Aprì piano la loro porta, quel tanto che bastava per far passare una piccola canula di plastica e aprì il contenuto della bomboletta di gas narcotico, dopo essersi assicurata che i suoi tappi fossero ben posizionati. Richiuse con la stessa cautela ed aspettò qualche secondo mentre fremeva per andare da Lily. Poi non resistette più, abbandonò la prudenza e corse nella casa senza pensare più a quella mappa che aveva studiato con cura, ma seguendo solo il suo pianto. Quando aprì la porta la trovò su quel letto logoro che aveva visto nelle foto. Le mani le tremavano mentre la sollevava e la portava verso il suo petto. La strinse a se, prendendosi qualche istante per assaporare il contatto con il suo corpicino, abbracciandola e baciandola tra i capelli, cercando di calmare quel pianto disperato che non accennava a diminuire. Aveva temuto più di una volta di non poterla più tenere in braccio, di non poter più guardare quegli occhi uguali ai suoi che le avevano fatto conoscere un nuovo mondo dalla prima volta che i loro sguardi si erano incrociati. Poi sentì le sue manine cercare il suo viso ed il pianto di Lily che cominciava a calmarsi. Avrebbe voluto stare lì a cullarla fino a quando non si fosse addormentata ma non poteva, aveva i minuti contati e sapeva di aver già perso troppo tempo. Prese la prima coperta che trovò sul letto e ci avvolse Lily, poi uscì ed andò di corsa verso la recinzione. Vikram la vide arrivare ma non fece in tempo ad avvisarla che il blackout stava per terminare, se ne accorse solo quando vide le luci accendersi e Kate fece solo in tempo a passare Lily dal varco che aveva creato.

- Vattene Vikram, portala da Castle! Subito! - Kate urlò al ragazzo che teneva tra le mani la sua bambina - Vattene!

Si stava separando di nuovo da sua figlia, dopo averla tenuta con se solo per pochi minuti, ma aveva fatto quello che voleva, Lily era libera, lui l’avrebbe portata via da lì, contava solo questo. Fissò la sua bimba tra le braccia del ragazzo e pensò che doveva tentare il tutto per tutto.

 Vikram guardò ancora una volta Kate che continuava a dirgli di andarsene. Kate provò a passare ma il varco non era abbastanza largo per non sfiorare il filo elettrificato e cadde a terra stordita. Sentì degli uomini correre mentre stava entrando in macchina guardò Kate a terra, voleva fare qualcosa ma sapeva che non glielo avrebbe mai perdonato. Mise in moto e partì. Sentì poi solo degli spari in lontananza e Lily che aveva ricominciato a piangere.

Il ragazzo si era allontanato abbastanza da Coney Island, aveva controllato più volte che nessuno lo avesse seguito, aveva girato a vuoto, cambiato direzione più volte, ma non notò nulla di strano e potè rilassarsi e scaricare parte dell’adrenalina. Lui non era uno d’azione, lui era uno che controllava le cose dal suo computer. Fermo ad un semaforo si mise le mani fra i capelli al pensiero di Kate a terra, degli spari e del non aver potuto fare nulla e Lily non accennava a smettere di piangere. Fu ridestato dal suono di un clacson che lo avvisava che era verde. Ripartì, svoltò ancora l’angolo e si fermò qualche istante al bordo della strada in quella via dove c’erano ancora un paio di negozi aperti, di quelli h24. Controllò Lily, a farle qualche carezza, ma lui era del tutto impacciato con i bambini e non aveva alcuna esperienza, constatato che non riusciva a fare nulla, pensò solo a ripartire e guidare il più velocemente possibile fino a casa di Castle. Aveva adagiato la bambina sul sedile vicino al suo ed ogni tanto controllava che non cadesse, tenendola per la maggior parte del tempo con la mano, per assicurarsi che stesse ferma. “Ancora mezz’ora e sei a casa” pensava Vikram tenendo Lily.

 

Castle era nel suo studio. Non riusciva a dormire, ma nemmeno a scrivere. Il cursore lampeggiava sullo schermo bianco continuamente e come diceva lui, sembrava sfidarlo. Gli lasciò vincere la sfida, non aveva nemmeno voglia di combattere. Stava appoggiato pesantemente allo schienale fissando la foto di Lily e Kate che teneva sulla sua scrivania. Anche se era tremendamente arrabbiato con sua moglie non riusciva a non essere preoccupato per lei e a non sentirne la mancanza. Teneva piegata vicino al computer la lettera che gli aveva scritto, ormai poteva dire di saperla quasi a memoria. Aveva percorso con il dito ogni singolo tratto che aveva scritto. Voleva anche lui discutere con lei, dirle quanto le aveva fatto male la sua assenza e che senza di lei non poteva vivere.

Rick sobbalzò quando sentì suonare il campanello. Erano quasi le due di notte. Accese la luce e andò ad aprire e mentre si avvicinava alla porta, sentiva sempre più chiaro il pianto di un bambino. Nella sua mente in pochi istanti passarono mille domande e mille immagini. Era Lily, ne era certo. Erano tornate. Aveva un sorriso raggiante sul volto mentre stava per aprire, chiedendosi perché Kate non avesse le chiavi di casa, forse le aveva dimenticate nel suo appartamento oppure tenendo Lily in braccio aveva difficoltà a cercarle, magari era ferita. No si disse che non doveva pensare questo. Aprì, quindi sfoggiando il suo sorriso migliore che diventò un volto perplesso quando dalla semioscurità del corridoio riconobbe il viso imbarazzato di Vikram che teneva in modo incerto quel fagottino piangente e subito gli porse. Castle prese immediatamente sua figlia ed entrò in casa senza dire una parola al ragazzo che lo seguì dentro chiudendosi la porta alle spalle. Martha, Alexis e Dustin svegliati dal suono del campanello e dal pianto di Lily scesero immediatamente al piano inferiore stupite dalla scena.

Rick teneva in braccio Lily avvolta in una coperta che di certo aveva visto tempi migliori mentre Vikram era vicino alla porta con lo sguardo basso di chi sa di dovere delle spiegazioni che ancora non gli erano state chieste ma era solo questione di tempo. Rick butto via quella coperta e portò sua figlia in camera. La pulì attentamente, la cambiò mettendogli una delle sue morbide tutine, poi prese la sua coperta ed il suo elefantino, glielo mise vicino in modo che potesse sentirlo, avvertirne la presenza ed il profumo. Fece tutto in modo meccanico, non si rendeva ancora conto di tutto quello che stava succedendo, non aveva ancora realizzato. Castle stringeva a se Lily e la cullava dolcemente. Era una sensazione così bella averla di nuovo tra le sue braccia, sentire il suo cuoricino battere forte e veloce. Cominciò a calmarsi mentre passeggiava per la camera con mille domande in testa. Quando smise di piangere tornò di là. Vikram era stato fatto accomodare da Martha, ma appena vide Castle uscire si alzò di scatto.

- Dov’è Kate? Perché Lily è con te? - Rick non aveva fatto tanti giri di parole.

- Non ha fatto in tempo ad uscire. - Vikram disse la prima cosa che gli era venuta in mente, non sapendo che per Rick tutto quello non aveva senso, visto che non sapeva di cosa stava parlando, così si mise a raccontargli tutto, del loro piano, di come Kate gli aveva passato Lily e gli aveva urlato di portarla a casa, di come lui se n’era andato e l’aveva lasciata lì, stordita a terra, degli spari che aveva sentito in lontananza.

- Perché l’hai lasciata lì? Perché non l’hai aiutata? - Rick cercava di stare calmo mentre teneva in braccio Lily ma non ci riusciva. A malincuore la mise tra le braccia di sua madre, lui aveva bisogno di muoversi di camminare.

- Me l’ha ordinato lei, me lo aveva fatto giurare da prima, che se le fosse accaduto qualcosa io dovevo solo pensare a portare Lily a casa. Ho fatto quello che mi ha detto. 

- Dobbiamo andare dal distretto, raccontare tutta la storia a Ryan ed Esposito e anche a Sorenson. Quella gente non scherza ora che Kate ha rotto il patto non si faranno scrupoli. 

Rick accarezzò Lily che sembrava dormire tranquilla tra le braccia di Martha. Si raccomandò più volte di tenerle sempre vicino il suo elefantino e di chiamarlo se ci fosse bisogno di qualsiasi cosa. Non la voleva lasciare, ma sapeva che Lily stava bene e Kate era la sua priorità. Uscì con Vikram diretto al distretto. Chiamò Esposito e Ryan fregandosene se li svegliava nel cuore della notte, aveva bisogno di loro per trovare Kate e doveva dirgli anche che Lily era a casa. Si diedero appuntamento al distretto. 

Seduto in macchina si passò più volte le mani sul volto. Era stanco ma pieno di adrenalina. Vikram si voltava spesso a guardarlo senza però dirgli nulla: Castle sembrava perso nei suoi pensieri ed essere molto lontano da lì, in quel momento.

   
 
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