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Autore: Darkness_Angel    04/11/2016    1 recensioni
Quella mattina era iniziata come una qualsiasi altra mattina per la Divina Victoria, ma ben presto avrebbe scoperto che persino una semplice udienza può nascondere un'inaspettata sorpresa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Custode, Leliana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Across the river

“Un nobile cavaliere proveniente da molto lontano vuole conferire con lei Divina, hanno controllato le sue credenziali ma siate comunque cauta”
Con quelle parole era iniziata la mattinata della Divina Victoria, era entrata nel suo studio dopo le preghiere mattutine e subito una sacerdotessa aveva bussato ed era venuta a riferirle il messaggio.
La divina sospirò e scorse velocemente le carte che gli avrebbero fatto compagnia quella mattina; insieme a numerosi documenti per la chiesa e direttive per la nuova forma dell’Inquisizione vi erano due lettere personali: una da parte dell’Inquisitrice e una da parte di Josephine.
Decise che le avrebbe tenute per dopo, per quel momento di pausa che si sarebbe presa tra un affare politico e l’altro, così avrebbe potuto rispondergli quella sera con calma.
Stava aspettando il suo ospite da circa cinque minuti, già questo non giocava a suo favore, la sacerdotessa non aveva specificato da che regione provenisse e questo non le piaceva; quando doveva parlare con qualcuno voleva sapere almeno il minimo su di lui.
La donna sospirò per l’ennesima volta e sistemò sotto al grande copricapo che identificava la sua carica una ciocca di capelli rossi; quella giornata si preannunciava molto lunga.
Qualche secondo dopo un leggero bussare interruppe i suoi pensieri e gli occhi azzurri della divina scattarono subito sulla porta – Avanti – permise in tono neutro alzandosi in piedi dietro la scrivania.
La porta si aprì lasciando entrare un cavaliere di media statura, corporatura esile ( chiaramente una donna ) e con il capo coperto da un elmo sormontato da un pennacchio azzurro.
Il cavaliere fece un inchino ma non accennò a levarsi l’elmo rimanendo in piedi davanti alla donna come se stesse aspettando ordini.
- Lasciateci pure soli – ordinò la divina alla sacerdotessa che annuì e se ne andò chiudendo la porta dietro di se’.
Leliana guardò per qualche secondo il suo ospite senza lasciar intendere che lo stesse facendo, anzi, gli sorrise e gli fece cenno di sedersi nella sedia di fronte a lei.
- Prego, sedetevi pure e mettetevi comodo – lo rassicurò.
- Sono grato della vostra gentilezza, Divina, ma preferisco rimanere dove sono – le rispose cordiale.
Leliana non riusciva a distinguere che accento avesse la voce della sua interlocutrice, l’elmo con la visiera completamente abbassata glielo impediva, ma le sembrava che la donna non avesse un accento Orlesiano.
- D’accordo – disse mentre tornava a sedersi sulla sedia – a cosa devo la vostra visita Ser…? – gli chiese, era l’ora che la donna iniziasse un po’ a parlare.
- Sono qui più per una visita di piacere che per lavoro, anche se spero che dopo questo nostro incontro i miei servigi possano essere affidati a voi – le rispose eludendo in parte la domanda.
- E come potrei assumere un cavaliere che non vuole rivelare il suo nome? –
- Guardando le sue capacità e non il nome a della sua famiglia – le rispose la donna senza esitazione.
- E il suo ingegno – aggiunse la barda Orlesiana scrutando la sua interlocutrice.
- Scommetto che abbiate già capito che non sono un uomo… – incominciò il cavaliere rompendo il silenzio che era sceso nella stanza.
- Dal primo passo che avete fatto in questa stanza e dalla prima parola che avete detto ho capito che la vostra terra d’origine non è questa – continuò la divina scoprendo leggermente le sue carte per far si che il suo interlocutore scoprisse le proprie.
- Non mi sarei aspettata niente di meno dalla sorella usignolo, bardo Orlesiano nonché intima amica dell’eroe del Ferelden – si congratulò la sua interlocutrice.
- Vedo che siete ben informata sul conto del vostro possibile datore di lavoro, ma sentiamo, per quale ragione la Divina dovrebbe accettare i vostri servigi, oh misterioso cavaliere? – gli chiese incrociando le mani e chinandosi leggermente in avanti.
- Perché credo fermamente nella parola di Andraste e quando posso ascolto e… condivido i miei pensieri con i cantori della luce – iniziò – inoltre, sono fiera che la Divina segua le idee della sua predecessora – le spiegò.
- Sono tutte caratteristiche essenziali -  mentì Leliana alzandosi di nuovo in piedi e unendo le mani dietro la schiena fingendo attenzione verso le parole della donna quando invece ne stava studiando il comportamento.
La donna sembrava tranquilla e rilassata ma gli occhi attenti e allenati della spia potevano scorgere un leggero tremito d’impazienza nelle mani e nel corpo della sua interlocutrice.
- Ma voglio essere sincera con voi Divina, nella mia vita vi è una pecca – le disse la donna con tono indecifrabile; a Leliana sembrava quasi che stesse per mettersi ridere, non sembrava affatto contrita, quella sensazione mise in allerta tutti i suoi sensi già pronti all’azione.
- E sarebbe? - le chiese fingendo curiosità.
- Ho sulla coscienza la macchia di aver portato sulla cattiva strada una sorella della chiesa dedita alla misericordia quand’ero giovane – le confessò.
La divina si bloccò  e fissò la sua interlocutrice con attenzione mentre continuava a parlare – l’ho strappata via dalla sua piccola chiesa per portarla sulla via della perdizione insieme a compagni poco raccomandabili, in un viaggio che ci portò in mezzo alla guerra, che le fece rivelare tutti i suoi segreti più reconditi e che mi portò ad abbandonarla – continuò.
Leliana rimase immobile dov’era mentre il fiato incominciava a mancarle, il petto le bruciava mentre il cuore le batteva troppo forte; quello doveva essere un altro brutto scherzo del destino.
- Ma sa’ cosa le dico Divina? Non mi dispiace per nulla avere questa macchia sulla coscienza – continuò la sua interlocutrice mentre chinava leggermente il capo e portava le mani al capo per sfilarsi l’elmo.
- Perché appena i nostri occhi s’incontrarono c’innamorammo ed io la amo ancora e credo proprio che entrambe abbiamo pianto abbastanza per superare il fiume che ci divide – concluse levandosi l’elmo rivelando un dolce sorriso e una chioma di capelli castani raccolti sulla nuca.
La divina si portò le mani alle labbra per cercare di zittire un singhiozzo mentre le lacrime iniziavano a rigarle le guance – Elissa… - sussurrò incredula, timorosa che solo pronunciando quel nome la donna davanti a lei sarebbe sparita.
La custode grigia le sorrise e non fece in tempo a parlare che Leliana le si gettò addosso rischiando di farla sbilanciare e cadere all’indietro.
Elissa la strinse forte a se’, poi la allontanò leggermente e la baciò con passione accarezzandole il viso mentre lacrime di gioia solcavano le guance di entrambe; l’elmo piumato e il copricapo da divina caddero a terra.
- Sei tornata – le sussurrò quando riuscirono ad allontanarsi quel poco per riuscirsi a vedere in viso.
La custode le accarezzò il volto con entrambe le mani e la baciò di nuovo, questa volta lentamente mettendo in quel gesto dolce e tranquillo tutto l’amore che provava per quella donna che era la sua luce, la sua oscurità, la sua aria e quella stella così vicina ma così lontana.
- Sono tornata e non intendo andarmene mai più -.
Fine.
 
Salve a tutti :)
Spero che questa piccola Fanfiction vi sia piaciuta e spero vivamente che prima o poi vi sarà un lieto fine per Leliana e la/il sua/o custode :3
Mi scuso nel caso vi fosse qualche errore nel testo, me ne perdo sempre qualcuno mentre ri-controllo >.<
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate lasciandomi una piccola recensione, in ogni caso grazie comunque di aver letto :3
Un abbraccio,
Darkness_Angel

 
  
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