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Autore: _Hedwig_    05/11/2016    4 recensioni
L'amore non è cieco, l'amore acceca. Ed Hermione lo scoprirà presto.
Dopo anni di convivenza con Ron scoprirà che lui non è più l'uomo di cui si è innamorata.
Presto, qualcun altro potrebbe rivelarsi ciò che lei aspetta.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 3 - Goodbye.
 
L’amore non muore mai di morte naturale.
Muore perché noi non sappiamo come rifornire la sua sorgente.
Muore di cecità e di errori e tradimenti.
Muore di malattia e di ferite, muore di stanchezza,
per logorio o per opacità.
(Anaïs Nin)
 
Ogni donna che ha finalmente capito il suo valore,
ha raccolto le valigie del suo orgoglio,
è salita sul volo della libertà,
ed è atterrata nella valle del cambiamento.
(Shannon L. Alder)
 
- CHE COSA HA FATTO RON??
- Shhh! Sveglierai tutto il vicinato, Harry, calmati!
- COME FACCIO A… - prese un bel respiro, mentre una vena pulsava minacciosa sulla sua fronte. - Come faccio a calmarmi quando so che Ron ha picchiato Hermione, eh? Come faccio a stare tranquillo quando so che lei è sola con lui, in questo preciso momento??
Ginny quasi rimpianse di averglielo detto. E ci era quasi riuscita, a non dirglielo. Aveva resistito per tutto il pomeriggio, fino a dopo cena. Poi però aveva pensato che era giusto che Harry sapesse, considerando che Hermione, per lui, era la sorella che non aveva mai avuto.
- Basta, vado da loro. Devo sapere che è tutto a posto. - disse poi il moro prendendo già la giacca, ma la sua ragazza lo fermò.
Stava per dirgli qualcosa, qualunque cosa. Stava per dirgli che non poteva semplicemente presentarsi a casa della gente alle dieci di sera. Stava per dirgli che Hermione se la sarebbe cavata, che era geniale, che non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da uno come suo fratello.
Ma poi guardò Harry negli occhi, e vi trovò una determinazione che non aveva mai visto, mista a una supplica: lui aveva bisogno di sapere che Hermione stava bene.
- Non credo che Ron ti prenderà sul serio, se ti presenterai in pigiama. - disse dolcemente.
Harry sorrise, poi uscì di casa.
 
Hermione si asciugò gli occhi, quando sentì i colpi alla porta. Per un attimo ebbe paura, una paura irrazionale. Dovette trattenere il respiro per sentire cosa succedeva al di là della porta della sua camera.
- Lei dov’è? - chiedeva con insistenza una voce conosciuta. - Ron, dov’è Hermione?
Cosa ci faceva Harry a casa sua a quell’ora? Era successo qualcosa?
- Perché la cerchi? - chiese Ron. - Credo che stia dormendo.
- La voglio vedere.
Hermione poteva sentire la minaccia velata nel tono di Harry, e poteva quasi vedere i suoi occhi verdi, fermi e gelidi.
Si alzò con una certa fatica - tutta quella tensione le faceva male ai muscoli - e aprì leggermente la porta.
- Harry - chiamò, e poté vedere distintamente il suo migliore amico tirare un sospiro di sollievo. - Che ci fai qui in pigiama?
Il ragazzo sembrava non aspettare che quella domanda.
- Sono venuta a vedere come stai, Herm - disse dolcemente, per poi rivolgersi a Ron cambiando totalmente tono. - Ho saputo delle cose che non mi sono piaciute.
Hermione uscì dalla stanza, terrorizzata dalla tensione che si era creata tra i due.
- Io… sto bene, Harry, davvero. Guardami. - il moro si girò. - Sto bene, visto?
- Hai pianto. Perché? - chiese, usando il tono che riservava agli interrogatori.
- Noi abbiamo avuto una piccola discussione. - intervenne Ron. - Niente che ti riguardi, in realtà - aggiuse, tagliente.
- Mi riguarda eccome, amico - ribatté lui. Poi sospirò. - Sicura di star bene, Mione? Vuoi venire a dormire da noi?
Lei scosse velocemente la testa.
- Non ce n’è bisogno, davvero. Sto bene. Ieri sera… è stato solo un incidente.
Harry si accorse che stava cercando di convincere anche se stessa. Se pensava che l’avrebbe messo nel sacco in quel modo si sbagliava… voleva solo portarla via da lì, perché lei non era d’accordo?
Si rivolse quindi a Ron.
- Ronald Bilius Weasley - disse tra i denti. - Azzardati a toccare di nuovo con un dito mia sorella e sarà l’ultima cosa che fai, parola mia.
Poi guardò Hermione.
- E se tu non mi dici qualunque cosa lui faccia, mi costringerai a mettere qualche microspia qui dentro. Lo saprò comunque, Mione. - sospirò. - Buonanotte.
Poi se ne andò, col presentimento di star facendo un grosso errore.
 
- E così sei andata a piangere da lui, ieri sera, eh? - chiese Ron stranamente tranquillo. - Dovevo aspettarmelo.
- Io non sono andata a piangere da nessuno - ribatté lei. - Sono andata a casa loro, è vero, ma c’era solo Ginny e comunque non le ho detto nulla. Lo avrà capito dalla guancia gonfia, tu che ne pensi? - chiese poi, acida.
- Beh, vorrà dire che la prossima volta starò più attento.
Hermione lo guardò atterrita, rivedendo in un istante la sua bacchetta ancora a terra in camera sua, troppo lontana per essere raggiunta, tanto più che c’era Ron in mezzo.
- Co… cosa significa, la prossima volta? Credevo avessimo deciso che…
Ron rise, una risata folle.
- Mia dolce Hermione, credevi davvero che mi sarei arreso? No, no. Ti convincerò a fare quella promessa. Con le buone - cominciò ad avvicinarsi - o con le cattive.
Poi la prese per i capelli, trascinandola nel salotto e sbattendola sul divano mentre lei gridava come una pazza.
- Lasciami, lasciami! - disse tra le lacrime, tenendosi la testa con le mani, e lui effettivamente la lasciò, buttandola a terra.
Lei si rintanò in un angolo.
- Stammi lontano. Lontano, ho detto! - strillò, al limite delle sue forze.
Lui si avvicinò e le sferrò un calcio nelle costole che la fece piangere ancora più forte e urlare come se le stessero strappando l’anima.
Lo vide abbassarsi al suo livello mentre lei, respirando a fatica tra il dolore e i singhiozzi, si proteggeva la testa con una mano e il fianco colpito con l’altra.
Le prese il mento tra due dita.
- Puoi farlo smettere in qualunque momento, amore mio - soffiò sulle sue labbra. - Basta una parola: prometto. Su, dilla.
Anche nel dolore, Hermione capì che non doveva mollare.
- No, Ron.
Sentì un colpo alla porta, e capì che qualcuno stava cercando di sfondarla. Harry.
Doveva solo tenerlo occupato qualche minuto.
- Io porterò a termine quell’incarico - disse tra i denti. - Lavorerò con Malfoy e…
- MALFOY? TU LAVORERAI CON MALFOY? - gridò lui stringendo la presa sul suo mento mentre i suoi occhi si dilatavano a dismisura, iniettati di sangue. - NON TE LO PERMETTO, HERMIONE!
- Non ho bisogno del tuo permesso. Puoi picchiarmi a sangue, ma io non ti darò quello che vuoi.
Ron si alzò e le diede un altro calcio.
- Preferisci quella Serpe a me? EH? Ti faccio vedere io chi…
- Petrificus totalus!
Hermione vide Ron cadere immobile a terra, e alzò gli occhi velati di lacrime sul suo migliore amico.
- Harry… - mugulò.
- Oh, Mione… - mormorò lui prima di precipitarsi accanto a lei. - Che cosa ti ha fatto… riesci ad alzarti?
- Sono stata una stupida, Harry. - disse tra le lacrime. - Sarei dovuta venire con te, ma pensavo… io credevo davvero di averlo convinto a non farlo più, mi era sembrato pentito di quello che aveva fatto, io…
- Shh, non ti sforzare di parlare. Fammi solo un cenno con la testa, ok? Credi di avere costole rotte?
- Non lo so… oh, Harry, mi dispiace tanto, io non volevo che…
- Va bene, ho capito, ti porto al San Mungo, ok? Solo il tempo di mandare un Patronus a Ginny. Sei evidentemente sotto shock, è normale. Tranquilla. È tutto finito.
Si Smaterializzarono davanti all’ingresso del San Mungo, entrarono e, per fortuna, trovarono subito un Medimago disponibile.
Harry rimase fuori durante la breve visita, al termine della quale l’uomo, pelato e con grossi baffi, sorrise soddisfatto.
- La buona notizia è che non ci sono costole rotte, solo due leggermente incrinate. Dovrai tenere una fasciatura stretta per un paio di settimane, mia cara.
Poi si sedette dietro la sua imponente scrivania mentre un’infermiera provvedeva a fasciare Hermione, senza curarsi del fatto che lei mugugnava dal dolore.
- Ora, dolcezza, dovresti dirmi cosa è successo. Sai com’è, devo compilare un rapporto. - la scrutò mentre intingeva la piuma nell’inchiostro. - Allora?
- Io…  - Hermione deglutì. Non voleva denunciare Ron. - Sono caduta dalle scale. Ero andata a casa del mio amico, quello che mi ha accompagnata qui, e sono scivolata malamente sul ghiaccio delle scale del suo vialetto. Un semplice incidente, dottore.
Sperava di suonare convincente, anche se sapeva di non esserlo affatto.
- E anche quei lividi sulle braccia sono dovuti alla caduta, miss Granger? - chiese infatti lui mentre lei arrossiva e si guardava le braccia come se le vedesse la prima volta. C’erano davvero due segni violacei dove Ron l’aveva stretta. Il medico si tolse gli occhiali massaggiandosi la radice del naso, poi la guardò. - Se è successo qualcos’altro dovresti dirmelo, mia cara. Posso aiutarti. La polizia può. Cosa è accaduto davvero?
Hermione sospirò, poi lo guardò dritto negli occhi.
- Gliel’ho detto, sono caduta. - ripeté con fermezza. Il dottore sembrò deluso e preoccupato.
- E va bene. In questo caso, penso che tu possa già tornare a casa stanotte. Torna tra un paio di settimane per togliere la fasciatura, ok? Buonanotte, cara. E comunque - aggiunse poi. - Pensa a quello che ti ho detto. C’è gente che può aiutarti.
Hermione sorrise.
- Buonanotte, dottore. E grazie.
Uscì dallo studio barcollando leggermente mentre si rimetteva la giacca. La fasciatura le faceva male.
- Allora? - chiese Harry apprensivo.
- Ho solo due costole leggermente incrinate. Mi hanno fasciata.
Harry annuì.
- E come hai giustificato… questo? Insomma, lo hai denunciato, vero?
Hermione scosse la testa.
- Ho detto di essere caduta dalle scale.
Harry la guardò, sconvolto.
- Come potevo, Harry? Io… non voglio che passi un guaio per questo. Il fatto che la nostra storia sia finita è una punizione sufficiente, credimi - disse lei, stanca, passandosi una mano tra i capelli sconvolti.
Il suo migliore amico la guardò. Sì, era proprio da Hermione fare così.
- Starai a casa nostra finché non troverai un altro posto, va bene? Per noi non è un problema - disse in fretta, prevenendo ogni protesta da parte della mora.
- E va bene - acconsentì lei. - Però prima passo da casa e faccio le valigie, così tu lo scongeli e ce ne andiamo.
- Perfetto - sorrise l’amico, poi l’abbracciò. - Sei stata forte, Hermione. Non sei tu quella debole, ricordalo, ma lui. E… ecco… meriti di meglio, lo sai.
- Grazie Harry - rispose lei, più per gratificarlo dello sforzo di aiutarla che per altro. Avrebbe voluto crederci.
 
Quando il giorno dopo Ron si svegliò, aveva un brutto mal di testa. I ricordi della serata precedente tornarono di colpo.
Dov’era quella strega??
Ovviamente, era stato un illuso a credere di convincerla. Non sapeva cosa gli fosse preso, ma sentiva ancora quella rabbia cieca dentro di sé.
Andò in camera da letto, solo per scoprire che tutta la roba di Hermione era sparita.
Trovò solo una lettera, posata sul cuscino della ragazza che, nonostante tutto, era certo di amare.
 
Caro Ron,
Ti scrivo questa lettera perché… beh, immagino che tu lo sappia.
Ti ho amato molto, e probabilmente ti amo ancora: sono innamorata del bambino dolce, gentile e un po’ goffo che mi ha salvata dal Troll il primo anno; sono innamorata del ragazzino tonto e ingenuo che non ha neppure considerato di invitarmi al Ballo del Ceppo; amo con tutto il cuore il ragazzo che ha combattuto al mio fianco e mi ha baciata mentre la battaglia fuori infuriava; e amo il giovane uomo che mi ha chiesto di vivere con lui due anni fa.
Ma tu non sei più nessuna di queste persone, purtroppo. Sei geloso, ossessivo, insicuro fino all’estremo, e soprattutto sei diventato violento.
Non farò l’errore di tante donne che pensano di poter restare con il proprio partner nonostante lui le maltratti, nella speranza che cambi. Capisci bene che non possiamo più stare insieme dopo quello che mi hai fatto, e di cui ancora non capisco il motivo.
Sappi che nonostante tutto non ti porto rancore, non ti odio né ho intenzione di denunciarti. Però tu non ti devi avvicinare a me. Mai più.
Addio.
Hermione
 
Una lacrima bagnò il foglio, già intriso di quelle di Hermione.
Era finita, aveva rovinato tutto.
Ma una cosa era certa: l’avrebbero pagata cara, oh, sì che l’avrebbero pagata.
Se non poteva averla lui, non l’avrebbe avuta nessun altro.
 
Draco Malfoy era seduto sulla sua poltrona preferita, in salotto, davanti al camino acceso. Si riempì il bicchiere appena svuotato di Whiskey Incendiario.
Era tardi, lo sapeva. Avrebbe dovuto dormire, in vista del giorno dopo.
Un sorriso sprezzante spuntò sul suo volto senza che potesse controllarlo. Lavorare con la Mezzosangue… quanto era caduto in basso. Un tempo non avrebbe dovuto elemosinare quei lavoretti da due soldi, o passare il tempo a rinchiudere in prigione persone che avevano praticamente abitato casa sua per un anno intero. Un tempo avrebbe potuto vivere una vita lussuosa, circondato da donne e da amici, insieme alla sua famiglia. Poi però suo padre aveva deciso che era il caso di assecondare quel folle del Signore Oscuro, e aveva coinvolto anche lui in quella pazzia.
Si guardò il braccio sinistro, orrendamente marchiato da quel tatuaggio che non sarebbe andato più via. Questo era quello che era, dunque? Uno schifoso Mangiamorte, un delinquente, un essere malvagio?
Aveva fatto cose orribili, lo ammetteva. Non avrebbe mai fatto pace con la sua coscienza, ma andare a caccia di criminali la metteva a tacere per un po’: gli sembrava di restituire al mondo una bontà che lui stesso aveva contribuito ad estirpare. D’altronde, non che gli avessero lasciato molta scelta: o la collaborazione, o il carcere. Questo era l’unico vantaggio che la sua giovane età gli aveva assicurato durante quella recita che era stata il processo ai Mangiamorte, il processo in cui tutti sapevano già dall’inizio come sarebbe finita.
Ed ora si ritrovava a dover affrontare il disprezzo della Mezzosangue quotidianamente.
Vuotò il bicchiere tutto d’un sorso.
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice
Salve a tutti! Come state? Io bene :3
Allora, che ve ne pare? Prometto che la parte tra Hermione e Ron è momentaneamente finita, immagino ne abbiate fin sopra i capelli come me.
Tra parentesi, ma quanto sono belli Harry e Hermione? È proprio così, il loro rapporto, secondo me: reciproca protezione e tanto, tanto affetto.
Per non parlare di Ginny e Harry… non fatemi fangirlare.
Ho voluto inserire una specie di soliloquio made in Malfoy, per farvi inquadrare un po’ come intendo trattare il suo personaggio: è una persona ferita, con profonde cicatrici e una fiducia negli altri scesa sotto zero.
Niente, spero che il capitolo vi piaccia, e se vi piace vi prego di recensire! Siete un po’ pochine a farlo (non fraintendetemi, ADORO voi che lo fate e vi ringrazio di cuore) e per me è davvero importante, perché se non vi piace non ha senso che continui a pubblicarla!
In ogni caso, grazie anche a chi segue, preferisce e ricorda :)
Alla prossima, e lasciatemi un commentino! Anche due parole, anche una critica, basta che mi diciate cosa ne pensate ahaha
Un abbraccio
Cris
 
  
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