Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Afterthestorm93    06/11/2016    0 recensioni
Estratti della storia:
~ Era senza dubbio il ragazzo più bello che avessi mai visto.
~ Mi fiondai a piedi scalzi in camera sua, inciampando e colpendo mobili più volte.
Spalancai la porta, e lo stato in cui si trovava il ragazzo mi fece rabbrividire.
~ "Non ti abbandonerò Justin, te lo prometto. Per nulla al mondo. Tu ce la farai, devi farcela"
~ "Voglio fare l'amore con te Meg, voglio farlo ora".
Quella frase mi uscì di getto, ma era realmente quello che desideravo di più in quel momento.
~ Devo dirglielo. O oggi, o mai più. È già passato un mese, non posso aspettare oltre o se ne accorgerà da solo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nei giorni seguenti, tornai a Rosemunde Road altre due volte. Magari avrei visto qualcuno uscire da lì per portare via la spazzatura, o prendere una Ferrari e schizzare via come il vento; invece nulla, deserto totale. 
Ero sempre più curiosa. L'idea di trascorrere parte del mio tempo tra quelle meravigliose mura mi allettava, ma allo stesso tempo avevo timore che il proprietario fosse un vecchietto scorbutico e altezzoso, pieno di arie e poco gentile. 

Il primo giorno di lavoro arrivò senza che me ne rendessi conto. 
Erano le 7,00 di un soleggiato giovedì di Aprile e io, come di consuetudine, mi alzai, mangiai, lavai e vestii. 
Il giorno prima avevo chiamato il numero di telefono scritto sulla documentazione, per chiedere l'orario in cui mi sarei dovuta presentare. Mi venne detto, da una signora credo abbastanza giovane, che potevo recarmi lì già alle 8,30 dell'indomani mattina. 
In macchina questa volta rimasi con la radio spenta. Mi stavo preparando mentalmente una frase di presentazione, come mi succedeva sempre quando dovevo conoscere persone nuove. 

Parcheggiai fuori dal cancello, anche se questo era aperto. Non volevo invadere troppo gli spazi, anche se di spazio ce n'era a sufficienza.
Presi la borsa, chiusi a chiave la Ford e mi incamminai lungo il vialetto d'entrata. La villa era di un color marroncino chiaro, tendente al beige, mentre una grande scalinata di marmo con la ringhiera bianca, portava al portone d'ingresso. Le finestre erano in vetro opaco rivestite da finiture candide. 
Salii i gradini a passi insicuri e, una volta arrivata davanti alla porta, inspirai profondamente e bussai con tre colpi. 
Non dovetti aspettare molto tempo, perchè all'incirca 20 secondi dopo, mi venne ad aprire una signora sulla sessantina che doveva essere la donna delle pulizie o una cosa simile. 
"Buongiorno, sono Margaret Price. Sono qui per il tirocinio da assistente sociale" dissi con tranquillità, senza lasciar trapelare l'agitazione che avevo dentro. 
"Oh sì, accomodati pure cara. La signorina McCarthy e il padrone ti stanno aspettando. Seguimi"
Almeno lei sembra gentile.
La seguii attraverso un lungo corridoio, poi attraverso due stanze. Quella casa era spettacolare. Era piena di quadri, non di quelli con parenti morti da secoli. Dipinti di Renoir, Monet, Van Gogh circondavano le pareti di quella immensa proprietà. 
"Su vieni, il giro della casa lo faremo più tardi" mi disse la donna davanti a me, probabilmente accorgendosi di quanto fossi stupefatta. 
Accennai un sorriso e continuammo ad avanzare fino ad arrivare davanti ad una porta di legno aperta. All'interno, seduta davanti ad un computer, c'era la donna con la quale avevo parlato al telefono il giorno prima. 
"Signorina McCarthy, la tirocinante è arrivata" proclamò l'anziana signora.
Colei che poco prima ho descritto, ora mi stava fissando impassibile da dietro le lenti dei suoi occhiali da vista. 
"Accomodati" disse rivolta a me.
Deglutii e mi andai a sedere di fronte a lei. 
Estrasse dei fascicoli da un cassetto accanto alle sue gambe e li guardò con attenzione. 
"Margaret Price, dico bene?"
Mi limitai ad annuire con un veloce cenno del capo. 
"Bene, benvenuta a villa Bieber. Io sono Amelia McCarthy la tua tutor, nonchè direttrice di questo luogo. Ti dirò quello che dovrai fare e decideremo insieme gli orari di assistenza."
La ascoltai con molta attenzione e concordai con lei sul da farsi. Mi stavo però anche chiedendo dove fosse il cosiddetto "padrone", ovvero il mio paziente. Ero desiderosa di vedere la sua faccia rugosa e la sua pelle cadente. Strano ma vero. Amelia continuava a parlare e parlare, mi fece firmare fogli e mi preparò una tabella di marcia con su scritte le medicine e i rispettivi orari. 
Non riuscivo ad aspettare oltre. 
Stavo per aprire bocca, decisa a domandare dove fosse il mio paziente, quando la signorina McCarthy mi precedette. 
"Justin, ti dispiace venire per favore? È arrivata la persona che si prenderà cura di te in questo periodo" disse con un tono di voce piuttosto alto, per farsi sentire. 
Justin. Quindi era quello il suo nome. Justin Bieber. 

Pochi istanti dopo, un rumore di ruote striscianti, mi fece voltare alle mie spalle. Ciò che vidi mi lasciò senza parole.



   
 
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