Videogiochi > Undertale
Segui la storia  |       
Autore: Sameko    06/11/2016    1 recensioni
Una Genocide rimasta incompleta.
Una Pacifist che si prospetta essere quella definitiva, quella che assicurerà il lieto fine a lungo sperato.
Ma gli ingranaggi erano già stati messi in moto da tempo. Fili che dal passato tendono verso il presente aspettano di intrecciarsi con un futuro ancora incerto. Ed è ora che iniziano le sfide più difficili, in cui anche una mano amica in più può fare la differenza.
L’importante è non perdere mai la propria determinazione.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chara, Frisk, Sans, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 4: Favola della buonanotte
 





Il buio e la temperatura, quel giorno, erano calati velocemente sul paesaggio innevato di Snowdin e i mostri avevano abbandonato presto le loro attività per ritirarsi nelle loro case. Le strade della cittadina erano deserte, silenziose, le finestre gettavano strisce appannate di luce lungo la neve, lievi fiocchi cadevano turbinando nell’aria fredda.
Si era appostato sul lato destro della casa, tra il muro in legno e l’igloo che fungeva da collegamento da un’estremità all’altra della città. Papyrus non si sarebbe accorto della sua assenza, ci avrebbe messo un bel po’ a lavare i piatti della cena con quel lavello sopraelevato. Aveva, quindi, una discreta quantità di tempo a disposizione. 
« Non pensare che non abbia notato il modo in cui vi provocavate a vicenda. »
Questa era la voce della ragazzina dal maglioncino blu, riconoscibile dal tono soffice e solitamente posato, ma ora carico di una nota di rimprovero.
« Ha iniziato lui a fissarmi. Cosa dovevo fare, secondo te? »
Sans assottigliò gli occhi davanti a quella risposta. A parlare era stata l’altra ‘umana’ – era ovviamente improprio definirla tale ma, in mancanza di un termine migliore, si sarebbe adeguato. Aveva sibilato tra i denti nel rispondere, con una irritazione mal contenuta.
« Non fissarlo di rimando? »
« Mi stava provocando, Frisk. Avrei dovuto lasciar correre? »
« Gli hai puntato un coltello addosso e teme che tu possa far del male a Papyrus. Come ti aspetti che reagisca una persona? »
« Non è una persona. È un mostro, è pericoloso, hai visto cosa è in grado di fare, potrebbe attaccarti in ogni momento mentre sei disattent- »
« Sans non è una bestia feroce, Chara! Non mi ha mai fatto del male prima d’ora, in nessuna linea temporale! »
Sans strinse inconsapevolmente i pugni nelle tasche della felpa. Quella ragazzina – Frisk – aveva appena parlato di ‘linea temporale’? Questo era in grado di spiegare gli sprazzi di memorie e il senso di dejà vu che erano stati suoi compagni per tutto il pomeriggio appena trascorso, in cui non aveva perso di vista Papyrus un singolo istante quando era in compagnia delle due ragazzine. Non era stata quella più minuta e dall’aria gentile a preoccuparlo ovviamente, ma quell’altra, dall’espressione sempre glaciale e disinteressata. Non aveva nemmeno un ricordo che la riguardasse, solo una vaga sensazione che gli suggeriva di guardarsi bene le spalle da lei – e non solo le spalle, a quanto pare. Rappresentava una grave minaccia non solo per suo fratello, ma per ogni singolo mostro dell’Underground, non aveva dubbi a riguardo, perché essere iperprotettivi verso una persona in particolare può portarti all’ossessione e a commettere azioni di cui potresti pentirti. Eppure, nonostante ciò, Sans aveva scelto di restare paziente e limitarsi ad osservare lo svolgersi degli eventi. Se avessero lasciato Snowdin quello stesso pomeriggio, aveva continuato a ripetersi, Papyrus non avrebbe più corso alcun rischio e non sarebbe stato necessario un suo coinvolgimento diretto.
Non era andata esattamente come aveva previsto.
Papyrus le aveva invitate a casa loro senza nessun tipo di preavviso e Sans aveva fatto davvero del suo meglio per convincere suo fratello che, forse forse, quella era una cattiva idea, il tutto senza farlo insospettire. Non c’era stato, però, verso di dissuaderlo dal ritirare l’invito.
Avevano mangiato seduti allo stesso tavolo, con un silenzio disagioso e onnipresente a fare da padrone, che si scioglieva solo quando Papyrus, di ritorno dalla cucina con altro cibo, si sedeva nuovamente al suo posto – che Sans aveva avuto la premura di collocare lontano, lontanissimo, dalla marmocchia instabile.
Era sicuro di non aver mai avuto a che fare con una situazione simile in una precedente linea temporale, queste circostanze non gli erano per niente familiari e non sapeva se doveva sentirsi allarmato o meno dalla cosa. La ragazzina con il maglioncino verde doveva avere qualcosa a che fare con tutto questo, visto che pareva essere l’unica sfumatura che stonava in un quadro altrimenti armonico.
« ‘Scusa, vecchia signora. Per questo non faccio mai promesse.’ Ti ha attaccato subito dopo queste parole, ricordi? A cosa si riferiva? »
Sans tornò nuovamente a concentrarsi sulla conversazione udendo la domanda aggressiva di ‘Chara’. Era certo di essere ancora l’argomento principale della discussione, di conseguenza, doveva essere stato lui a pronunciare quelle parole. La vera domanda era: quando? Quale scenario avrebbe potuto spingerlo ad accennare a quella promessa, giustificando al contempo una sua successiva aggressione?
Un sorriso amaro attraversò il volto dello scheletro. Oh, sapeva perfettamente quale tipo di scenario avrebbe potuto provocare in lui tali reazioni. Inoltre, a giudicare dal tono della conversazione e dalla sua mancanza di ricordi chiari, il tutto doveva essere avvenuto poche linee temporali prima, o addirittura nella linea temporale immediatamente precedente a quella attuale.
« Non ne voglio parlare ora, Chara. »
« In tal caso, non mi pento di averlo minacciato. Non sei al sicuro con lui in giro, non posso lasciarlo vagare liberamente, capisci? »
Sentì il rumore di una suola che strisciava nervosamente contro la superficie degli scalini dell’ingresso.
« Chara… davvero… non ti devi preoccupare, io sto bene, ok? Fidati di me, non corro alcun pericolo. Io… io vorrei solo… »
« Cosa? »
« Vorrei solo… vorrei solo che tenessi fede alla nostra promessa. Basterebbe questo a rendermi felice. »
Silenzio. Dovette trascorrere qualche secondo prima che l’altra ragazzina rispondesse.
« Io… ci sto provando, Frisk. Ma non voglio che ti succeda qualcosa… »
Dal frusciare di vestiti che seguì, Sans intuì che dovevano essersi abbracciate.
« Lo so... per favore, Chara, cerca di rilassarti d’ora in poi. Nessuno qui mi farà del male perché ci prova gusto nel farlo. Credimi. »
Un secondo fruscio. Chara doveva aver ricambiato l’abbraccio.
« Voglio crederti, ma ho bisogno di… prove concrete. »
« Le avrai col tempo. »
Non si dissero nient’altro per un tempo molto lungo. Era ormai evidente che la conversazione era terminata e non era più indispensabile rimanere lì in ascolto. Si era già intromesso fin troppo in quella faccenda.
 

Non nascondeva di sentirsi decisamente più leggera ora. Le era tornato il buon umore e l’ottimismo, tutto era di nuovo come lei aveva sperato che fosse… o quasi. Ma Frisk era il tipo di persona che si accontentava anche di poco e il solo vedere Chara più distesa era già sufficiente. Doveva solo fare in modo che nient’altro andasse storto in questa linea temporale. Non sarebbe stato così complicato finché sarebbe rimasta determinata, giusto?
“ Certo che no. ” Replicò Frisk, in risposta al suo stesso pensiero. Nessuna ostilità la aveva obbligata ad arrendersi fino ad ora e, certamente, non sarebbe accaduto in futuro.
Papyrus entrò pimpante nella sua camera – che, per quella notte, avrebbe ospitato solo lei e Chara, in quanto ospiti –, interrompendo bruscamente il suo flusso di pensieri.
« Oh, no, Sans! La favola della buonanotte! Ti stavi quasi per dimenticare di raccontare a me, il Grande Papyrus, la favola della buonanotte! »
Frisk inclinò la testa vedendo lo scheletro avvicinarsi alla libreria e prendere un libricino per bambini da uno degli scaffali. Riuscì a leggere il titolo solo di sfuggita, ma un sorriso si formò comunque sulle sue labbra: era Peek-a-boo with fluffy bunny, il preferito di Papyrus.
Sans si affacciò oltre lo stipite della porta con un sorriso quasi di scuse. Frisk avvertì la tensione addensarsi inattesa nell’aria, ma scacciò immediatamente via quella sensazione. Confidava ciecamente che Chara non avrebbe fatto nulla per provocare, ora che si erano chiarite. Aveva fiducia in lei, doveva avere fiducia in lei.
« Hai ragione, Paps. Vieni di là e… »
« Ora, umani, assisterete ad una delle nostre più importanti tradizioni di famiglia! » Annunciò Papyrus, levando il libro in alto come fosse uno degli oggetti più affascinanti al mondo e interrompendo, al contempo, la replica del fratello. « La favola della buonanotte! »
« … Che? » Mormorò Chara alle spalle di Papyrus e Frisk trattenne a fatica un risolino.
« Esatto, umani! Ammirate questo magnifico tomo di saggezza, che verrà sapientemente letto da mio fratello di modo che possiate assaporare ogni parola e ogni colpo di scena! »
Sans, con un angolo della bocca più stirato del normale, non si era ancora mosso dalla sua precedente posizione.
« Andiamo, fra'. Stavano per andare a dormire. Non penso vogliano restare alzate ancora così a lungo. »
Frisk notò immediatamente il suo disagio. In verità, non era la prima volta quel giorno che aveva visto Sans improvvisare delle scuse davanti alle richieste di suo fratello. Era evidente quanto fosse preoccupato per l’incolumità di Papyrus e… ed era stata lei a metterlo, involontariamente, in questa situazione. Avrebbe dovuto rifiutare l’invito di Papyrus, così come avrebbe dovuto prevedere che c’erano buone probabilità che Chara avrebbe fatto un passo falso, a dispetto della promessa fatta. Non voleva più far soffrire le persone che amava per i suoi sbagli, perciò dare man forte a Sans pensava fosse il minimo che potesse fare.
« Papyrus… » Bisbigliò timidamente e fece per picchiettare con la mano sulla spalla dello scheletro più alto, ma lo scatto in avanti di quest’ultimo gli permise solo di sfiorarla con la punta delle dita.
Cavolo.
« Forza, pigrone! Non puoi negare alle nostre ospiti questo grande onore! » Esclamò Papyrus, agitando convulsamente un braccio verso di loro. « Che razza di padrone di casa sarei altrimenti?! »
Frisk si sentì tirata leggermente per la manica.
« Frisk! Non voglio prendere parte anche a questa pagliacciata! Fa qualcosa! » Le bisbigliò cautamente Chara nell’orecchio.
Frisk le rispose con un sorriso forzato, sperando che recepisse il messaggio di restare tranquilla e, nel caso, accettare di buon grado di accontentare Papyrus, se ciò fosse stato indispensabile.
Non sapeva quanto Sans fosse stato in grado di intendere del loro breve scambio di battute, ma Frisk fece comunque del suo meglio per rivolgergli un sorriso rassicurante, sperando che capisse che non c’era niente di cui si dovesse preoccupare. Fu dopo qualche secondo di indecisione che Sans lasciò la sua postazione sulla soglia della camera e allungò la mano per ricevere il libretto.
« Ok, Paps. Mi hai convinto. »
Sans era tutt’altro che convinto, chiunque avrebbe potuto facilmente intuirlo, ma che avesse scelto di non rifiutare era senz’altro positivo. Solo un ultimo sforzo per quella sera e, poi, lei e Chara avrebbero tolto il disturbo.
« Certo che ti ho convinto! Il Grande Papyrus non fallisce mai! » Affermò, raddrizzando orgogliosamente la schiena. Si voltò nuovamente verso di loro, la sciarpa perennemente mossa da un vento solenne nonostante, come le fece notare Chara, non ci fossero finestre aperte nei paraggi. « Prendete posto, umani! A breve, avrete l’incredibile onore di partecipare alla tradizionale cerimonia della favola della buonanotte! »
« Evviva… » Borbottò sarcasticamente Chara, levando gli occhi al cielo.
Frisk le tirò una lieve gomitata.
« Chara... »
« Va bene, ho capito. » Sbuffò, riuscendo miracolosamente a mantenere un certo grado di discrezione nel mentre.
Lei, Chara e Papyrus si sedettero sul tappeto dai bordi fiammeggianti che occupava gran parte del pavimento della stanza, Frisk strategicamente in mezzo ai due, così da ridurre al minimo battaglie di sguardi, frecciatine e occhiatacce varie. Uno spettacolo simile a quello dell’ora di cena non si sarebbe nuovamente verificato, se prendeva i giusti accorgimenti.
Sans prese posto sul letto di suo fratello minore, poggiando il libretto sul suo grembo e lasciando le gambe libere di penzolare oltre il bordo. Sotto incitazione di Papyrus, iniziò a leggere con voce pacata ma chiara, e Frisk si domandò quante volte avesse ormai raccontato quella storia per possedere una tale fluidità nella lettura. Troppe per essere contate probabilmente, e il pensiero le fece germogliare un dolce calore nel petto, perché era l’ennesima riprova di quanto Sans volesse davvero bene a Papyrus e di quanto, reciprocamente, Papyrus volesse davvero bene a Sans. Per questo, qualunque cosa facessero assieme, i due fratelli riuscivano sempre a rallegrarla. Si amavano così tanto che riuscivano a trasmetterle, forse inconsapevolmente, un po’ dell’amore che caratterizzava il loro rapporto.
Le parole scivolarono placidamente durante i minuti seguenti, come una ninna nanna che possedeva un ritmo tutto suo e che Frisk fu ben lieta di ascoltare, lasciandosi portare alla deriva dal suono della voce dello scheletro e, sperando, silenziosamente, che anche Chara stesse apprezzando almeno in minima parte quel momento.
Arrivati alla fine del libricino, Papyrus aveva ormai le lacrime agli occhi.
« Il finale mi prende sempre! » Disse, con un’espressione di totale adorazione.
« Mi ha fatto venire il latte alle ginocchia… » Si lamentò Chara al suo fianco, incrociando scocciata le braccia al petto.
Frisk le rivolse una breve occhiata di rimprovero. Come non detto.
Sans, benché avesse sentito quel commento annoiato, non si scompose minimamente.
« Troppo latte nelle ginocchia potrebbe slattare fuori*, sai? Sei sicura di volere un bis, Chara? »
« SANS! IL TUO UMORISMO PEGGIORA DI ORA IN ORA! » Sbraitò Papyrus, prendendosi la testa fra le mani.
Frisk si limitò a ridacchiare nervosamente. La minaccia implicita era proprio ciò che mancava all’appello.
Posò la propria mano sulla spalla di Chara, intimandole con quel gesto di non cercare lo scontro. Avrebbe dovuto aspettarsi lo scivolone finale, niente purtroppo è perfetto… ma non poteva farne motivo di lamentele. Quei pochi minuti di semplice ascolto erano stati meravigliosi e non voleva che venissero rovinati da una lite.
« Grazie davvero per la bellissima storia. » Sorrise sinceramente a Sans, prima di rivolgersi a Papyrus. « Capisco, ora, perché è la tua preferita, Papyrus. Merita di essere riletta più e più volte. »
Il volto osseo dello scheletro si illuminò di radiosa gioia e Frisk si ritrovò avvolta nell’abbraccio di quest’ultimo, stretta tra l’omero destro di Papyrus ed una recalcitrante Chara.
« Sapevo che eravate degli amanti della buona letteratura, umani! Il Grande Papyrus sarà lieto di offrirvi un tour della sua biblioteca privata il prima possibile! »
La ragazzina rise di cuore, riuscendo a coprire così i colpi di tosse seccati della sua amica. Avrebbe dovuto insegnare a Chara la virtù della pazienza.
« Purtroppo, dovrete attendere con trepidazione fino a domani! È ora di andare a dormire e la stanza di mio fratello è ancora un campo di battaglia! Urge il mio intervento al più presto possibile! »
Interrotto quell’abbraccio appassionato, Papyrus fece per uscire dalla stanza, ma non prima di aver rivolto loro un ultimo, affettuoso saluto.
« Buona notte, umani! »
Frisk, prevedibilmente, fu l’unica a sorridergli di rimando.
« Buona notte anche a te, Papyrus. »
E, con questa, quel faticoso primo giorno poteva dirsi concluso. Ma, a differenza di Papyrus, Sans non aveva ancora lasciato la camera, né si era alzato dal letto. Frisk gli rivolse uno sguardo interrogativo, ma l’espressione dello scheletro era, sfortunatamente per lei, illeggibile. Non capiva cosa gli stesse passando per la testa e nemmeno perché si trovasse ancora lì.
« È… è tutto a posto? » Osò chiedere, con voce insicura. Sentiva Chara incombere su di lei, come l’ombra che la aveva seguita durante la linea temporale più spaventosa che avesse mai vissuto, che la aveva intimorita, terrorizzata, costringendola a compiere gesti estremi e disumani. Adesso, invece, era diverso. Non era lei che Chara stava cercando di intimidire, ma Sans.
« Certo, piccola. » Disse lui. Poggiò i piedi a terra, attraversò la stanza passando accanto a lei e Chara e rimise il libro al suo posto, come se nulla fosse. « È tutto a posto. »
Frisk fece del suo meglio per non indietreggiare davanti allo sguardo vuoto di Sans. Le iridi erano ancora al loro posto nelle orbite, ma ciò non contribuiva a renderlo meno… minaccioso.
« M-meglio così. » Balbettò Frisk, in mancanza di altro da dire.
Il sorriso dello scheletro si fece più ampio ed era tutto fuorché un sorriso cordiale. La giovane si sentì disorientata da quegli atteggiamenti così inusuali per Sans. Perché si stava comportando in questo modo?
« Sans, sbrigati a venire ad aiutarmi! »
« Arrivo, Paps. » Rispose Sans, prima di tornare con lo sguardo su di loro. « Bene. Sarò qui fuori, se ci dovessero essere problemi. »
Le salutò con un occhiolino, prima di chiudere la porta dietro di sé e lasciarle sole.
Frisk rilassò le spalle e rilasciò un sospiro pesante. Nascose le mani nelle maniche del maglione, sperando così di occultare il lieve tremolio che non accennava ad andarsene.
Chara la sorpassò, aveva i pugni e le labbra contratte, gli occhi completamente neri e torvi. Non era mai un segno di buon auspicio quando accadeva la stessa cosa con Sans.
« Chara… »
Frisk fece per raggiungerla, ma la voce della sua compagna la bloccò.
« Ci terrà d’occhio. »
La ragazzina batté le palpebre, confusa.
« Cosa…? »
Chara la guardò da sotto la frangia, seria in volto.
« Se una di noi lascia la stanza, lui lo saprà. » Le spiegò. « Voleva dire questo. »
Frisk annuì, sconsolata. Terminare quel primo giorno con il sorriso era stata, purtroppo, una pretesa troppo alta. Ma non aveva intenzione di lasciarsi abbattere così. Domani, le cose sarebbero state migliori, perché avrebbe fatto il possibile per renderle migliori. Speranza, ottimismo, determinazione. Finché non avesse perso quegli importanti motori di volontà, tutto avrebbe potuto sempre avere una chance di risolversi per il meglio. Era sufficiente non arrendersi.
 
---
Note:
*Già, primo gioco di parole della fanfiction. È un'unione delle parole "slittare fuori" e "latte".



Sameko's side
Ehilà, capitolo 4 arrivato! ^^
Cose sistemate tra Frisk e Chara almeno per il momento ma, come è intuibile, la strada è ancora lunga su questo fronte. Devo dire, però, che raccontare della loro riconciliazione usando un punto di vista esterno ( quello di Sans ) è stato abbastanza stimolante. Una narrazione un po' diversa ci vuole ogni tanto. E, finalmente, abbiamo un primo POV di Sans dai tempi del prologo. :D

Chiedo umilmente venia per quel gioco di parole, merito colpa di un mio amico a cui ho chiesto gentilmente aiuto che ho pregato di venire in mio soccorso. Spero di non aver fatto fuggire nessuno. ^^" Contatore delle umiliazioni dell'autrice: 1
E per questo capitolo abbiamo finito! Il prossimo arriverà fra circa una settimana, come avrete ormai intuito dai ritmi di aggiornamento che sto cercando di tenere. :)
Baci!

Sameko


 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Undertale / Vai alla pagina dell'autore: Sameko