Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Lady Lara    06/11/2016    4 recensioni
"Anno domini MDCCXXVI XV giorno del V Mese . Diario di bordo .."
L'Irlanda e la Scozia subiscono il dominio dell'Inghilterra e le angherie di RE Guglielmo III. L'eroico pirata Captain Hook combatte la sua guerra personale. Qualcuno gli ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore. Lui sceglierà quale uomo essere.
Chi è Lady Barbra, che lo assolda per una missione in incognito? E la donna che tutti chiamano "La Salvatrice"? Killian Jones è troppo scaltro per non capire che c'è altro oltre le apparenze.
Due anime che sanno leggersi l'un l'altra. Che succederà quando intenti e passione si incontreranno?
"Preferisco non averti che averti una sola volta e perderti per sempre .." Il dolore vissuto che rende oscuri e una nuova luce che permetterà loro di trovarsi ed amarsi anche se sembrava impossibile. Ciò che hanno fatto nella loro vita e ciò che faranno sarà per amore. Solo per amore.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
XLIV Capitolo
 
Il momento di tornare
 
La Reine de France navigava finalmente in tranquillità. Al Capitano Chapitrion non sembrava vero di essere scampato a quella che sembrava una fine certa. Inaspettatamente Mister Robert Smith era stato di parola, aveva mantenuto fede all’accordo.
Finalmente poteva riportare nella sua amata Francia la nave e i suoi fedeli uomini. La merce era conservata nella stiva, non era stata di nessun interesse per Smith e Barba Nera, i loro interessi erano altri, ma a lui non erano stati rivelati. Non gliene importava nulla, ciò che contava era aver salva la vita e riportare la pelle a casa!
 
Mentre rifletteva sulla disavventura superata, guardando con il cannocchiale a prua, improvvisamente da poppa arrivò il fragore tuonante di un violento colpo di cannone.
 
 – Maledizione! Che altro ancora?!
 
Chapitrion si voltò di scatto nella direzione da cui arrivava il suono, anche gli uomini che si trovavano sul ponte si voltarono da quella parte, il terrore si dipinse sui loro volti, temendo un ripensamento di Barba Nera. Il Capitano francese portò nuovamente il cannocchiale all’occhio destro e guardò l’orizzonte in quella direzione. Una nave da guerra di modello inglese, si dirigeva, con un buon abbrivio, verso di loro …
***
 
L’avvistamento e l’urlo di Spugna avevano interrotto il discorso e il piano che Killian stava formulando con quello che chiamava “Fratello”. Aveva confidato a Jefferson della sua raggiunta consapevolezza della gravidanza di Emma. Ne era felice e commosso, non riusciva a smettere di sorridere. Aveva pensato di invertire la rotta e tornare a Storybrook, non se la sentiva di lasciarla sola, si era reso conto che la sua donna aspettava suo figlio da più tempo di quanto pensasse. Voleva esserle accanto assolutamente!
 
 – Non posso crederci Jeff!
 
Al grido di Spugna aveva lasciato nuovamente il timone a Fox e si era sporto verso prua, prendendo, dall’ampia tasca del pastrano in pelle, il suo fedele cannocchiale.
 
 – Jeff! Si tratta proprio della Reine de France! Ormai non ci speravo più!
– Effettivamente è strano Killy! Con quest’abbrivio e una settimana di vantaggio non dovrebbe essere qui!
– Avremo le spiegazioni che ci servono Fox! Dobbiamo raggiungerli e parlare con il Capitano Chapitrion, so che è lui che governa la nave! Sospetto di come siano andate le cose, ma voglio sentirlo dalla sua bocca!
 
Gli ordini del Capitano Jones riecheggiarono su tutto il ponte.
 
– Svelti! Armate il cannone di prua! Anton! Chiama Paul, sarà lui a segnalare ai francesi che vogliamo solo il “Pour Parlè”, è l’unico che conosce bene la segnaletica francese! Max ! Spara a salve questo colpo! Non vogliamo ferire nessuno, è solo per segnalare la nostra presenza se non ci hanno ancora visti!
– Capitano dobbiamo issare la Jolly Roger?
– No Bardo! Siamo Corsari adesso, al servizio della Principessa Charming Pendràgon! Captain Hook è morto non ricordi?! Un certo Capitano Jefferson Fox ha affondato la sua nave! Tira su la bandiera della nostra Irlanda e sotto manda quella della Royal Navy!
– Sissignore!
 
Mentre Bardo correva ad eseguire la sua parte di ordini, Killian si rivolse nuovamente a Jefferson.
 
– Fratello! Dovrai interpretare nuovamente la parte del Capitano! Quando saliremo a bordo della Reine de France io sarò il tuo primo ufficiale: Mister Flinth!
– Killy lo sai che adoro queste recite! Sono uno spasso!
– Non credo che ci sarà molto da divertirsi! Ricordati che non sappiamo se a bordo della Reine de France ci sono o meno uomini di Rumbl! Dobbiamo essere estremamente prudenti!
 
Il colpo a salve fu sparato e Paul, con le bandierine apposite nelle mani, salì sul cassero di poppa per segnalare quanto il suo Capitano chiedeva.
 
***
 
Il secondo del Capitano Chapitrion corse da lui sul ponte del timone.
 
– Capitano! Hanno sparato a salve per avvisarci della loro presenza!
– Si Raul! Non pare abbiano cattive intenzioni! Non hanno armato gli altri cannoni e da quello che sto vedendo con il cannocchiale ci chiedono il “Pour Parlè”!
– Quali sono gli ordini Capitano?
 – Siamo stati costretti ad arrenderci alla minaccia di Barba Nera, anche questi sono Inglesi … anzi per la precisione sono Irlandesi e sono al servizio della Royal Navy, hanno issato anche la sua bandiera, sono Corsari … diamogli questo “Pour Parlè” credo di sapere cosa cercano! Dai l’ordine agli uomini di lascare le vele, togliamo l’abbrivio e lasciamo che ci raggiungano!
– Ne siete sicuro capitano?!
– Sono sicuro che non possono essere peggio di Barba Nera e Smith!
 
Monsieur Raul riportò gli ordini del capitano all’equipaggio e ogni uomo al suo posto eseguì la richiesta. La nave iniziò a perdere l’abbrivio e a rallentare la navigazione, dando modo alla nave Irlandese di raggiungerli.
Nel giro di un paio di ore “La Stella del Mattino” raggiunse la Reine de France, fino ad affiancarla. Nell’ultimo tratto Il “Capitano Jefferson Fox” aveva ordinato di ammainare le vele e l’affiancamento fu dolce, il timoniere che era in azione in quel momento era veramente abile, come notò con ammirazione il Capitano Chapitrion.
 
Tra le due navi fu posta una passerella per consentire che alcuni uomini della nave Irlandese potessero salire a bordo della Reine de France.
 
Chapitrion osservò attentamente gli uomini che si presentarono al suo cospetto. Il primo, dei due vestiti in pelle nera, doveva essere il Capitano, gli si presentò in effetti come tale, lo seguiva un omone alto che venne presentato come suo concittadino. Fu una vera sorpresa per Chapitrion scoprire che un francese facesse parte di quell’equipaggio! Il terzo uomo che salì a bordo era vestito anche lui in pelle nera, era l’uomo che aveva visto al timone della nave. Lo guardò con ammirazione e notò che aveva la mano sinistra rivestita con un guanto di pelle nera e sembrava rigida, rispetto alla destra. 
 
– Capitano Jefferson … ho notato la manovra perfetta del vostro invidiabile timoniere … i miei complimenti … Monsieur?
– Si … il mio secondo … è bravino … Flinth, Mister Flinth!
 
Jefferson aveva scherzato su Killian e questi lo aveva ricambiato con uno sguardo fulminante e a sua volta aveva stretto la mano al Capitano Chapitrion.
 
– Vi conosciamo di nome Capitano Chapitrion … siete un uomo stimato!
 
Killian si era rivolto direttamente al Capitano francese che lo guardava intensamente.
 
– Vi ringrazio Monsieur Flinth … ma visto che avete chiesto il “Pour Parlè” e immaginando che abbiate una “missione”, non credo che ci possiamo perdere in convenevoli!
 
Lo sguardo di Chapitrion continuava ad essere puntato su Killian, nonostante il “Capitano” Jefferson prendesse parola.
 
– Siamo a caccia del Pirata Barba Nera! Sappiamo che avete ospitato a bordo il suo complice Robert Smith! Non avete da temere nel dirci la verità, è ancora a bordo? I suoi uomini sono mescolati tra i vostri?
 
Chapitrion si voltò verso Jefferson e quando iniziò a rispondere lo fece in direzione di Killian.
 
– Purtroppo abbiamo avuto la sventura di incontrare Barba Nera e quel demonio di Smith … Hanno dirottato la mia nave, mi hanno minacciato di morte e hanno preso possesso di questa nave con dieci dei loro pirati e lo stesso Robert Smith. Non volevano derubarci. Smith voleva un accordo! Ci avrebbe lasciati andare se lo avessimo portato a Storybrook! Non so cosa andasse a fare su quella Penisola. So che aveva lasciato un appuntamento a Barba Nera per alcuni giorni dopo, lungo la costa della Nuova Scozia. I suoi piani non sono andati secondo i suoi desideri. Sei dei suoi uomini sono scesi dalla mia nave la seconda sera e ne è tornato solo uno. Gli altri erano morti in un duello! Almeno questo ho sentito che l’uomo diceva a Smith!
 A quanto pareva un vecchio nemico di Smith si trovava sul posto e lui aveva cercato di farlo uccidere, ma aveva fallito. Quella sera stessa ci ha fatto ripartire per raggiungere Barba Nera e in seguito siamo stati liberati dal suo giogo.
 
 – Quindi Smith è tornato dal suo complice?
 – No Monsieur Flinth! Lui è rimasto a Storybrok, è sceso dalla nave nottetempo … all’appuntamento con Barba Nera sono giunti i quattro uomini che erano rimasti a bordo e la sua complice …
 - Una complice?!
 
Killian era sorpreso. Possibile che anche Lady Cora fosse giunta a Storybrook?
 
– Come era questa donna Capitano Chapitrion?
– Una donna giovane … dal portamento elegante … molto bella in vero e … di razza africana. Sicuramente era la sua amante oltre che complice, occupavano insieme la mia cabina e nonostante l’avvenenza della Signora … non credo che fosse veramente una “Signora”!
 
Killian e Jefferson si guardarono in viso, non conoscevano donne come quella appena descritta, doveva essere una conoscenza recente di Rumbl, ma non era lei a preoccuparli! La vera preoccupazione era il fatto che Rumbl fosse ancora a Storybrook!
 Killian si chiese tra sé dove si fosse nascosto e si augurò che la Guardia Nazionale e i soldati di Storybrook stessero setacciando ogni zolla della penisola per trovarlo.
 
– Capitano! A che latitudine si trovava la nave di Barba Nera?
-  Direi a 45° a nord rispetto a Storybrook, ma prima abbiamo accompagnato sulla costa della Nuova Scozia la “Signora”.
– Cosa? Perché non è scesa con Smith a Storybrook allora?
 
Per rispondere alla domanda di Killian intervenne Fox.
 
– Caro il mio Secondo, non ci sei arrivato? Probabilmente la donna doveva prendere altri contatti e non doveva essere associata a Smith, in fine dei conti la verità la sapevano loro due e i nostri amici francesi, ormai ben distanti da Storybrook!
– Già! Hai ragione Capitano Jefferson, conoscendo il Coccodrillo! Quindi Capitano Chapitrion siete tornato indietro e poi siete ripartito per incontrare la nave di Barba Nera … per questo motivo siete in ritardo rispetto alla tabella di marcia che avevamo immaginato!
– Esattamente Monsieur Flinth.
– Direi che possiamo ritenerci soddisfatti per le informazioni caro Collega, togliamo il disturbo ora e vi ringraziamo!
- È stato un piacere Signori!
 
I tre uomini della Stella del Mattino si avviarono verso la passerella. Killian era l’ultimo della breve fila e si sentì improvvisamente chiamare dal Capitano Chapitrion.
 
 – Monsieur Flinth!
– Si Capitano?
– L’uomo scampato al duello … l’ho sentito dire a Smith che Hook si era salvato …
- Hook?!
 – Già … non so a chi si riferisse, ma conosco un Captain Hook di nome … non l’ho mai visto in viso e mi è capitato di incrociare la sua splendida nave in un paio di occasioni …
- Allora non siete ben informato Capitano Chapitrion! “Quel”Captain Hook che dite è morto alcuni mesi fa … abbattuto e affondato con la sua nave proprio dal nostro Capitano Jefferson …
- Mmmm … capisco … Hook è passato a “miglior vita”!
– Si! Sicuramente ad una vita migliore Capitano!
– Sapete Flinth … Hook ha avuto occasione di attaccarci e saccheggiare la nostra nave in varie occasioni … non lo ha fatto … non era un volgare pirata … era un patriota che attaccava solo le navi inglesi. So che era irlandese come voi … almeno questo si mormorava nelle bettole dei porti! Combatteva per la libertà del suo popolo …
- Quindi Capitano?
 – Non l’ho conosciuto di persona … ma ho ammirato la sua essenza, se lo avessi davanti a me in questo momento … gli direi che, da buon francese, capisco la sua causa contro la tirannia e gli direi che è stato un onore averlo conosciuto di persona!
- Se Hook fosse davanti a Voi in questo momento … vi risponderebbe di sicuro che è  un onore anche per lui avervi conosciuto Chapitrion …
 
Con un sorriso sghembo Killian si portò la mano destra alla fronte e fece un saluto militare al  buon Capitano Chapitrion, questi gli rispose con un inchino della testa e rimase a guardarlo mentre seguiva Jefferson e Jambon.
 
“ Avrei riconosciuto questa nave tra cento altre, nonostante la fresca verniciatura e il rinnovo del sartiame! Non so quale motivo ti ha portato ad inscenare la tua morte Hook, ma forse è vero che hai scelto una “vita migliore”. Ti sei salvato da Smith … ora ti auguro di salvarti da Barba Nera e avere la “vita migliore” che desideri, da parte mia potrò raccontare che Captain Hook è ormai affondato con la sua nave!
 
Le due navi ripresero la loro navigazione, si sentirono i reciproci Capitani dare gli ordini nelle loro rispettive lingue, le vele furono issate e in poche ore diventarono invisibili l’una all’altra.
 La Stella del Mattino aveva invertito la rotta. Ora si tornava a Storybrook, Jones voleva riabbracciare la sua Principessa e il loro “Piccolo Fiore”.
***
 
Tanto tempo fa …
 
Terra di Eire
 
Due giovani occhi azzurri strizzavano leggermente le palpebre, per mettere a fuoco il bersaglio posto a circa una ventina di metri di distanza. Il disco di paglia intrecciata sembrava più lontano di quanto fosse in realtà e i muscoli, delle braccia e della schiena, del giovane si tendevano nella concentrazione assoluta mentre, con il braccio sinistro disteso, teneva l’arco e, con il destro, tirava la corda nella quale aveva incoccato una leggera freccia, la cui estremità era ornata di una piuma azzurra come il mantello dell’uomo al suo fianco. 
L’uomo, alto, moro e con gli occhi dello stesso colore del giovane, guardò il bersaglio e poi il giovane al suo fianco. Scosse la testa e si avvicinò al ragazzo.
 
– No Evan … non ci siamo! Se tiri ora, in quella posizione, andrai sotto il centro …
 
Il Conte Cillian Flinth, Primo Cavaliere del Re, si portò alle spalle di suo figlio e, come in un abbraccio, corresse la posizione dell’arco e della freccia che il giovane sedicenne era pronto a lanciare.
 
– Allora Tigre! Se tiri adesso ti assicurerai il centro del bersaglio … prova!
 
Da qualche anno Evan era stato soprannominato da tutti “Tigre”, merito del coraggio dimostrato all’età di undici anni sulla nave del Capitano Silver, quando aveva dovuto rendere consapevole la ciurma che anche un ragazzino di quell’età poteva dar loro filo da torcere. In quell’occasione era partito per la prima volta in missione con suo padre Cillian e non era una missione da poco, andare a contrattare con i Pitti delle Highlanders! Suo padre era un ottimo stratega e aveva portato a termine con successo la trattativa con il Capoclan Pitto, nonostante la zuffa che il suo “Tigrotto” aveva avuto proprio con il figlio del Capoclan, in seguito alla sua impulsività e permalosità, non essendo riuscito a reggere alle battute del giovane Pitto nei suoi confronti.
Evan aveva visto l’imbarazzo di suo padre e lo sguardo furente nei suoi confronti, temendo che avesse provocato un incidente diplomatico  in grado di far saltare la missione. Il giovane Collum si era ritrovato con un canino in meno e la bocca piena di sangue, mentre suo padre Connor ridendo a crepapelle aveva dato una pacca sulle spalle di Evan, dicendogli che era in gamba e che i canini da latte rinascevano più forti di prima. Poi, voltandosi verso suo figlio Collum gli aveva detto di prendere esempio dal giovane Celta, molto più agile di lui nonostante avesse la sua stessa età.
I Pitti ammiravano la forza e il coraggio, ma non disdegnavano le capacità strategiche. Evan aveva tirato fuori le caratteristiche che più quel popolo ammirava. Nei giorni seguenti il vincolo che unì nella lotta i due ragazzi, diventò un vincolo di amicizia e stima reciproca, destinato a durare nel tempo.
Al ritorno sull’Isola Verde Evan vide la nascita del suo fratellino, un bel maschietto che, diversamente da lui, aveva i capelli rossi e gli occhi verdi. Cillian e Milehna chiamarono il loro secondogenito Sean.
 
Evan aveva un’ammirazione profonda per suo padre e seguiva i suoi consigli. Lo vide spostarsi alla sua destra con la coda dell’occhio e obbedendo al suo suggerimento scoccò la freccia. Un urlo di gioia si levò al suo fianco.
 
 – Bravo Tigre! Te lo avevo detto che così avresti fatto centro!
 – Bravo! Bravo!
 
Evan e Cillian si voltarono alle loro spalle, da dove giungeva la voce infantile del piccolo Sean. Il bambino batteva le mani contento, mentre arrivava camminando affianco a sua madre Milehna. Il volto di Cillian si illuminò con uno smagliante sorriso nei confronti del piccolo. Aprì le braccia inchinandosi verso di lui e il bambino gli corse incontro, trovandosi presto abbracciato e sollevato da terra dalle braccia muscolose di suo padre.
Cillian baciò il suo bambino sulla fronte e a sua volta fu tempestato di baci sulle guance.
 
– Papà! Ti voglio bene, ma la tua barba pizzica un po’!
 
Rise al commento del piccino e si sciolse di tenerezza paterna nei suoi confronti, portandolo più stretto al suo petto. Ricordò il momento della sua nascita, attesa con grande ansia e preoccupazione, visto il parto difficilissimo che aveva subito sua moglie per la nascita di Evan. Con Sean tutto era andato liscio come l’olio e, dopo undici anni dalla nascita del primogenito, il piccino aveva portato una nuova ventata di gioia nella loro famigliola.
 
– Hai fatto un centro perfetto tesoro mio … bravo!
 
Milehen si complimentò con il suo figlio maggiore, accarezzandogli le guance che iniziavano a mostrare i primi segni di una morbida peluria dalla sfumatura rossiccia come quella di suo padre. Evan somigliava in modo impressionante a Cillian, Milehena rivedeva in suo figlio il giovane Cillian, di cui si era innamorata fin dall’adolescenza. Lui aveva impiegato molto per accorgersi di lei, ma Milhena sapeva a cosa, o meglio a chi, era dovuto il disinteresse che suo marito sembrava mostrare in quel periodo per le ragazze del suo villaggio. Allora Cillian era segretamente innamorato della principessa dei Sassoni, Milehna lo aveva capito anni dopo, quando ormai stavano per sposarsi. Sapeva che nonostante l’affetto e la stima che suo marito nutriva nei suoi confronti, quello era stato un matrimonio di ripiego, la donna che lui veramente amava era diventata moglie di Artorius, Re di Camelfort, e la loro Regina, era stato un amore spezzato e Cillian ne aveva sofferto profondamente. Milehna sperava di essere riuscita a togliergli dal cuore la bella Gwyneth, ma spesso, quando lo vedeva improvvisamente assorto, guardare verso sud, in direzione della loro terra natia e sospirare inconsapevolmente, il timore che lei fosse ancora nei suoi pensieri, la bruciava di gelosia.
Erano passati sedici anni da che si erano trasferiti nell’Isola Verde per volere di Artorius. Milehna lo aveva ringraziato in cuore per quella missione, più che offerta, imposta a Cillian. Da allora non erano mai tornati in Cornovaglia e neppure la morte di Donna Eva, sua suocera, aveva dato modo a suo marito di tornare indietro. Molto probabilmente se avessero avuto notizia della malattia di Eva, Cillian non avrebbe perso tempo e si sarebbe imbarcato. Per sua fortuna al suo sposo la notizia era giunta ormai a cose fatte! Era stato tentato di partire egualmente per commemorare sua madre, ma lei aveva pensato bene di convincerlo a restare. In realtà voleva evitare a suo marito ogni possibilità di rivedere Gwyneth, temeva troppo il sentimento che li aveva legati. Temeva che quel filo di passione non si fosse mai spezzato del tutto!
 
Il giovane Evan diede un bacio sulla guancia di sua madre e si sciolse dalle sue carezze rivolgendo di nuovo l’attenzione al bersaglio. Voleva tentare nuovamente, voleva dimostrare a se stesso che non era stato un centro fortuito il precedente. Suo padre giocava con Sean e se lo era messo sulle spalle. Evan li sentiva ridere contenti dietro di lui, mentre sua madre gli si era affiancata per ammirare il nuovo tiro. Improvvisamente la concentrazione di Evan fu distratta dal grido di sorpresa di sua madre.
 
 – Tigre guarda!
 
Due grossi uccelli bianchi dal collo lungo e sottile volavano in alto, verso di loro.
 
– Evan prova a colpire il più grosso dei due! Se lo prendi questa sera avremo un bell’arrosto per cena!
 
Il gusto della sfida e della caccia sciolse l’adrenalina nelle vene del giovane. La freccia era già incoccata e la corda tirata.
 
– NO! Non farlo!
 
L’ordine di suo padre arrivò nel momento in cui Evan aveva rilasciato la corda tesa e la freccia partì veloce e precisa verso l’uccello. Cillian ancora gridava.
 
– Maledizione figliolo! Sono due cigni! Che ti è saltato in testa di colpirli?!
– Ma … padre … io .. io … pensavo …
- Che diavolo pensavi figliolo!
 
Evan sapeva che suo padre da sempre aveva una predilezione per i cigni, ne aveva fatto il simbolo del suo stemma! Ma non credeva che la sua fosse quasi venerazione! In fin dei conti era una buona selvaggina, sarebbe stato un pasto abbondante per tutta la famiglia!
 
La freccia si conficco nel centro del petto del cigno più grosso. Sicuramente gli aveva spaccato il cuore in due, uccidendolo sul colpo. Sul petto bianco dell’uccello si allargò una macchia rossa e precipitò a terra, ancora con le ali spiegate, roteando come un elica e abbattendosi al suolo, sulla verde erba che costeggiava il pezzo di terra battuta, dove era posto il bersaglio di paglia.
 
Cillian vide con enorme dispiacere che suo figlio era riuscito a centrare l’elegante volatile, ebbe una brutta sensazione, una sorta di funsto presagio e un brivido gli corse giù per la schiena. Con lo sguardo rattristato osservò la caduta del cigno e vide che l’altro cigno, con cui volava, invertiva la traiettoria per tornare indietro verso il compagno e scendere a terra, lì dove era precipitato.
 
La scena che si parò davanti a Cillian e alla sua famiglia fu straziante. Era chiaro che i due volatili fossero una coppia. La femmina sopravvissuta si posò accanto al suo compagno ormai immobile. Zampettò intorno a lui con le ali spiegate, allungò dolcemente il collo verso il capo dell’altro, con il becco cercò di sollevargli la testa, ma esso ormai era esanime e la compagna iniziò ad emettere dei versi che né  Cillian né i suoi familiari avevano mai udito. Era un pianto di dolore profondo, non un  canto, quello emesso dalla femmina di cigno! Cillian si incamminò verso le due candide bestiole. La femmina lo vide arrivare e cercò di coprire con il proprio corpo e le ali spiegate il suo compagno, voleva proteggerlo, ma ormai era un tentativo inutile. Anche Milehna vide quello spettacolo tristissimo e si portò le mani alla bocca, pentita di aver suggerito a suo figlio quello che era stato a tutti gli effetti un misfatto. Evan teneva ancora l’arco stretto nella mano sinistra e guardava mortificato suo padre dirigersi verso i due animali.
 
Cillian si inginocchiò davanti ai due cigni, incurante dei tentativi della femmina di beccarlo. Allungò la mano verso di lei e le accarezzò il collo. La femmina di cigno sembrò calmarsi, smise il suo ultimo canto di amore e addio, sembrava come se capisse che l’uomo condivideva la sua tristezza.
 
Il cigno e l’uomo si guardarono negli occhi, poi l’uccello richiuse le ali, si spostò con il collo ancora verso il compagno, come per lasciargli un’ultima carezza e poco dopo decise di spiccare nuovamente il volo, la sua vita doveva andare avanti, doveva deporre le sue uova, quello era il periodo, presto sarebbe continuata anche la vita del suo compagno perpetuata tramite la nascita dei suoi piccoli …
 
Cillian rimase in ginocchio, con gli occhi puntati sul cigno morto. Gli si avvicinò il piccolo Sean. Il bambino piangeva, era rimasto molto colpito da quell’accadimento. Suo padre gli asciugò le lacrime.
 
 – Io non lo voglio mangiare il cigno papà …
 
Sean si buttò singhiozzando tra le braccia di suo padre che sorrise mestamente alle parole di suo figlio. Nemmeno lui aveva voglia di mangiare cigno arrosto. Si sciolse dall’abbraccio del piccolo. Gli mise le mani sulle spalle e lo guardò negli occhi.
 
– Sean … nessuno mangerà questo cigno … è un animale troppo bello, è un peccato che sia morto … gli daremo degna sepoltura …
 
Il bambino annuì, asciugandosi il naso con la manica della camicia che indossava, singhiozzando ancora una volta e trovando consolazione nell’idea commemorativa di suo padre.
 
Milehna ed Evan erano rimasti dietro, non si erano accostati sentendosi in colpa. Cillian ancora con un ginocchio a terra allungò le mani per sollevare la bestiola e fare ciò che aveva detto a Sean. Solo in quel momento si accorse che alla robusta zampa del cigno, poco sopra il suo piede palmato, c’era un logoro nastro verde chiaro, annodato strettamente. Strinse gli occhi sorpreso per quanto vide. Il nastro, da donna, teneva attaccato, alla zampa del cigno, un ciondolo d’oro e cosa che sconvolse l’immaginazione del Primo cavaliere del Re, fu che il ciondolo era la perfetta rappresentazione del suo simbolo: un cigno in volo che portava tra gli artigli palmati un breve bastone uncinato. 
 
– Vai dalla mamma Sean, ci penserò io al cigno … vai!
 
Il piccolo si diresse verso sua madre, non aveva notato ciò che aveva visto suo padre.
Cillian, con il suo corpo che toglieva la visuale degli altri sul volatile, prese velocemente dalla cintura il suo pugnale. Con un gesto rapido tagliò il logoro legaccio e stringendolo forte nel pugno, senza farsi vedere, lo nascose nella tasca dei  pantaloni.
 
Un paio d’ore dopo, Sir Lancillotto sedeva sulla sua collinetta preferita. Quello era il luogo dove si rifugiava quando la nostalgia della sua indimenticata Gwyneth si faceva sentire più forte. Da quella collina vedeva la verde vallata sottostante e all’orizzonte il mare, in direzione della Cornovaglia. Aveva voluto seppellire il cigno su quella collina, per lui aveva avuto un profondo significato quell’evento appena accaduto. Il cigno, inconsapevolmente, gli aveva portato un messaggio. Sapeva chi poteva essere l’unica persona al mondo ad inviarglielo e sapeva cosa volesse dire. Non sapeva quando, la persona che aveva annodato quel nastro con la medaglia alla zampa del cigno, lo avesse fatto. Era da diverso tempo … il nastro era logoro … era un miracolo se era giunto a lui e non si fosse distrutto prima, perdendo il prezioso ciondolo. Con i gomiti poggiati sulle ginocchia mandò la testa indietro, chiuse gli occhi, respirando il vento che gli scompigliava i capelli, gli sembrò di vedere Gwyneth sul terrazzo del mastio che speranzosa legava quel dono a quell’improbabile messaggero.
Image and video hosting by TinyPic
– Gwyneth … mio dolce amore … nemmeno tu mi hai dimenticato …
 
Riaprì gli occhi e come sempre riempì il cuore della visione di quei prati … verdi come gli occhi della donna che non aveva mai smesso di amare.
 
– Padre … padre …
 
Assorto nei suoi pensieri non si era accorto che Evan risaliva la collinetta per raggiungerlo.
 
– Che succede figliolo?!
– Al porto è arrivato un messaggero da Camelfort, è passato dalla terra dei Pitti e ha fatto il viaggio per mare dal punto più vicino all’ Isola Verde.
– Dov’è il messaggero ora?
– Era stanco e la mamma lo ha fatto rifocillare e lo ha ospitato nella caserma … ho preso io il messaggio … eccolo!
 
Evan prese, dalla bisaccia che teneva a tracolla, la piccola pergamena annodata con un nastro rosso e uno stemma impresso su ceralacca, egualmente rossa. Cillian riconobbe lo stemma a forma di drago a cinque teste di Re Artorius. Prese dalle mani di suo figlio il rotolo, spezzò il sigillo e lesse quanto vi era scritto. Evan vide la sorpresa dipingersi sul volto di suo padre.
 
– Padre … cattive notizie?
– Cosa? … No … no figliolo … vai a casa … ne parleremo dopo … arrivo tra poco …
 
Il giovane lasciò suo padre a riflettere sulla collina e tornò alla rocca dove ormai abitavano da anni..
Cillian rimasto solo prese dalla tasca dei pantaloni il nastro verde. Aprì il palmo della mano e contemplò il ciondolo d’oro che Gwyneth gli aveva inviato.
 
– Il momento di tornare è arrivato amore mio … presto ti rivedrò a Camelfort e ti restituirò questo simbolo … Artorius non ci potrà fermare … sarai di nuovo mia …
 
***
 
Storybrook 1726
 
Finalmente la prima settimana lavorati di Jason era conclusa!
Dal lunedì, dopo la “sorprendente” riunione di Lady Barbra, il figlio di Matteus aveva iniziato a lavorare da Rosalind Stone.
 Come aveva immaginato non era stato semplice! Rosalind era una donna in gamba, ma ce la metteva tutta per rendersi odiosa. Jason non poteva credere che normalmente fosse così dura con i suoi inservienti, ebbe il sospetto che su di lui infierisse con un certo gusto. Ne erano testimonianza, a suo parere, i risolini che le due figlie, Geneviev e Anastasia, facevano alle sue spalle quando Rosalind lo apostrofava in qualche ridicolo modo. Aveva portato pazienza per quei cinque giorni, subendo le angherie della donna e i tentativi seduttivi delle due gemelle.
Erano due splendide ragazze, erano identiche e sospettava che ogni tanto si facessero passare l’una per l’altra, tanto per prenderlo in giro.  Non gli sarebbe dispiaciuto portarsi a letto una delle due o, come gli suggerivano le sue fantasie, tutte e due contemporaneamente! Dopo quanto gli era capitato con Anny, però, aveva deciso di pensarci bene prima di fare avances ad un’altra ragazza! Con le figlie di Rosalind non era proprio il caso! Non erano ingenue come Anny! Erano famose per aver ripreso la bellezza dal loro defunto padre e il caratterino battagliero e l’intelligenza manageriale della loro arcigna madre.
 No, decisamente era meglio evitarle come la peste!
 
Il venerdì pomeriggio era finalmente arrivato e Jason rimuginando sui suoi pensieri stava tornando a casa, quando improvvisamente vide il vecchio mendicante.
 
“Dio! Eccolo di nuovo! Signore fa che non porti altri messaggi di Rumbl!”
 
Il vecchio, poggiato all’angolo prima di svoltare verso l’ingresso della casa dei Dulittle, fece un saluto con la mano al giovanotto.
Rassegnato Jason si avvicinò, non avrebbe comunque potuto evitarlo, era proprio sulla via di casa! Si portò la mano alla tasca per assicurarsi di avere una moneta da dargli, casomai fosse lì solo per l’elemosina …
 
– Buon pomeriggio figliolo!
– Salute a voi! Avete un altro messaggio per me per caso?
– In vero si …
- Bene … datemi questo biglietto …
 
Jason aveva sospirato nel rispondere, voleva togliersi quel “dente dolente” quanto prima!
 
– Non è un biglietto … quel “Signore” che conoscete mi ha detto di riferirvi che questa sera vi vuole incontrare …
-Dove e a che ora?!
 – Un attimo … un attimo … il posto non lo so … alle 20.00 ci incontreremo noi due, tra tre isolati da qui … mi seguirete e io vi porterò nel posto che lui mi dirà quando mi contatterà …
 
Jason si guardava intorno irrequieto, sapeva che se doveva pagare quel “balzello” era solo colpa sua, per essersi fidato di uno sconosciuto. Strinse i denti e guardò in modo malevolo il mendicante. Se era vero che “messagger non porta pena” quello era un caso di eccezione alla regola! Il mendicante gli era diventato odioso!
 
– Va bene … va bene … ora andatevene prima che ci veda qualcuno!
– Come?! Non mi date una monetina? In fin dei conti vi ho fatto un favore!
“Certo, come no! … Maledetto! Da che ti ho incontrato sei una spina nel fianco … schifoso di uno storpio!”
 
Prese dalla tasca la moneta e la fece cadere nella mano tesa del vecchio, si voltò velocemente per andarsene senza salutarlo né  aspettare il suo ringraziamento. Il vecchio lo vide sparire dietro l’angolo e gli si dipinse sulle labbra screpolate un sorrisino furbo …
***
 
Agnes se ne stava con i gomiti sul bancone e il viso poggiato sulle mani aperte. Guardava con la bocca storta cosa stava accadendo nella sala della taverna.
 Suo padre e sua madre discutevano animatamente. Non che fosse una novità! Spesso la pensavano diversamente, ma alla fine si accordavano sempre per la soluzione migliore!
Agnes sapeva che i suoi genitori si volevano molto bene, ma quella mattina era arrivato qualcuno a porre zizzania tra loro. Una tizia francese … Come si chiamava quella? A si! Marie Claire Dupoint o Du Boite, uno dei due … faceva lo stesso! … Tanto sempre una sgualdrina era! Soltanto per come si era atteggiata con suo padre Angus! Lui poi! Non si era nemmeno accorto che sua figlia era arrivata con quel pesante cesto di pesce fresco! Le aveva assegnato la stanza che di solito occupava Lady Barbra e, invece che andare alla rocca con il carro a portare il pesce a Betty, la cuoca della Principessa, era andato di corsa a prendere il bagaglio di quella “Sgrinfia” alla stazione della diligenza! Era ovvio che sua madre si fosse arrabbiata quando era tornata dalla nuova casa di Anny ed Eddy!
 Ora stava rimproverando il marito proprio di aver dato quella stanza alla “Francese”.  Agnes aveva visto bene l’occhiataccia che sua madre aveva dato ad Angus quando aveva fatto tre o quattro inchini alla “Tizia” mentre che saliva le scale per ritirarsi in camera “Pour ma toilette”, come aveva detto “l’antipatica”!
 
– Ti rendi conto Angus?! Non era proprio il caso!!
– Mary … amore … in fin dei conti Lady Barbra non tornerà molto presto …
- E che significa questo? Sai bene la situazione! Non possiamo tenere in casa estranei … fortuna che ora è uscita, altrimenti non potevamo nemmeno parlarne …
- Mary dai … non te la prendere così … mi pare una cara ragazza! Ha detto che resterà il tempo di trovare una sistemazione e un lavoro … ha detto che usciva proprio per vedere di trovare un’occupazione!
– Un’occupazione?! So io per quale lavoro può essere portata quella …
- Mary non ti permettere di offendere un’ ospite … ha detto che vuole trovare lavoro … sarà un lavoro onesto no? Quando torna le chiedo se vuole dare una mano qui in taverna!
– Angus O’ Danag! Dovrai passare sul mio cadavere! Io non ce la voglio quella donna in casa mia!!
 
Mary era proprio furiosa! Agnes rideva sotto i baffi! Era completamente d’accordo con sua madre!
***
 
Mademoiselle Marie Claire Du Boite camminava con il suo ombrellino giallo, aperto, sotto il sole di fine Ottobre. La sua meta era ben precisa, doveva incontrare un vecchio amico …
 
Si videro e si avvicinarono. Erano in una zona isolata di Storybrook, in un piccolo parco dove a quell’ora del primo pomeriggio ancora non si avventurava nessuno.
 
 – Mia Cara! Eccoti finalmente! Che notizie mi porti del nostro amico Black?
– Ha eseguito i tuoi ordini … ha lasciato libero Chapitrion e la sua nave. Non ne era molto contento … avrebbe preferito sgozzare sia il Capitano che il suo secondo Monsieur Raul e aggiungere la Reine de France alla sua collezione!
– Mia Cara! Si rifarà la prossima volta! Chapitrion si è reso utile come messaggero e ora è una buona esca per depistare il “mio amico” Captain Hook! Non potevamo abbatterlo, le cannonate si sarebbero sentite e i relitti si sarebbero visti! Jones è partito questo lunedì. Per un po’ ce lo siamo tolto dai piedi e mentre sarà alla ricerca della nave francese, Black si avvicinerà a Storybrook! Gli hai dato le coordinate della “Baia” come ti ho detto?
– Certamente! Ma tu come fai ad essere sicuro che Killian abbia preso la via per l’Europa?
– Lo chiami Killian ora? Ti sei fatta contagiare da Emma?
 
Tamara lo guardò infastidita.
 
– In ogni caso è il suo nome no?! Se sei geloso lo chiamo Hook!
 
Rumbl rise con la sua solita risata maligna e poi le rispose alla domanda precedente.
 
– Sai Cara … il mio amichetto mendicante si intrufola ovunque … ha sentito alla taverna di Angus che Jones ha costituito, con il Colonnello August e gli uomini del posto, una Guardia Nazionale di volontari, Hook si sarebbe occupato, ovviamente, della difesa in mare. Lo conosco bene! Farà una ricognizione breve per trovare i Francesi e avere informazioni o abbatterli se pensa che io sia a bordo! Spero che li abbatta … ma è troppo leale per farlo! Ignora le coordinate di Black, dovrà essere fortunato a trovarlo. Io conto sulla velocità dei tempi, tra quello impiegato da Black per arrivare qui e quello che servirà a Hook per rendersi conto che la “Queen Anne’s Revenge”  gli è sfuggita. Quando lo capirà e tornerà a Storybrook troverà ben poco della Rocca e ancor meno della cara Emma! Questa sera avrò altre notizie dal giovanotto del duello … Tu cosa mi dici? Angus O’Danag è rimasto colpito dal tuo fascino?
 
Tamara rise, difficilmente un uomo le sfuggiva se lei lo puntava e Angus presto sarebbe caduto nella sua rete …
 
- Potresti dubitarne mon cher?
 
Rumbl rise a sua volta.       
 
- Ho visto i movimenti all’interno della locanda … Angus è uomo di fiducia di Emma, il venerdì porta il pesce fresco alla Rocca … devo trovare un modo per entrare nel palazzo … se riuscirò a sedurre per bene il “Caro Angus”, per il prossimo venerdì potrei avere tra le mie mani il collo di Emma!
 
Rumbl la guardò compiaciuto e avvicinandosi maggiormente alla “Venere nera”, puntò gli occhi alla sua scollatura provocante e iniziò a scioglierle il nastro che racchiudeva i suoi alti e sodi seni appuntiti.
 
– A proposito Cara … la tua bocca e il tuo corpo mi sono mancati questi giorni … che ne dici se …
- Sei un briccone sfacciato Rumbl! Qui?! All’aperto?!
– Mmm … si … perché no? Se preferisci anche tra le siepi …
- Lo sai che a un “briccone sfacciato”  non posso resistere e … all’aperto è più divertente!
 
Non ci misero molto a soddisfare i loro intenti e i loro perversi bisogni. Dopo una mezz’ora Rumbl si risistemava la patta dei pantaloni, mentre velocemente Tamara si puliva la bocca, si riordinava il retro della lunga gonna e riallacciava i nastrini gialli dell’ampia scollatura. In fin dei conti quello era il mestiere che faceva ormai da anni, dopo che per una vita lo aveva subito passivamente!
 
Fingendo di non conoscersi si separarono e Mademoiselle Marie Claire fece ritorno alla taverna di O’Danag. La donna non si aspettava la proposta dell’oste di lavorare presso di lui, aiutando sua moglie in cucina e servendo ai tavoli!
 Inscenò un “signorile sdegno” che fece arrivare il sangue agli occhi della brava Mary.
 
– Monsieur Angùs! Io so cucinare piuttosto bene! Ma francamente in una bettola non me la sento proprio! Mi avete preso forse per una donna di malaffare? Nulla contro la vostra Signora Moglie, ma io ho aspirazioni più … alte!
 
Angus era costernato, pensava di aver offeso gravemente la sensibilità della francese, non si rese conto di quanto questa avesse offeso invece Mary!
 
 – Perdonatemi Mademoiselle, non penso affatto di voi una simile cosa, vi offro le mie umili scuse … ma forse posso aiutarvi! La cuoca della Rocca, Betty, è da mesi che ha bisogno di aiuto … se non vi offendete potrei presentarvi a lei per un impiego … martedì andrò al palazzo per i rifornimenti … se gradite le parlerò …
- Mmm … si … si … credo che si potrebbe fare …
- State solo attenta a quel Don Giovanni del Duca … siete una Signorina incantevole e lui è piuttosto sensibile al fascino delle belle ragazze!
 
Mary, rossa in viso, stava per farsi uscire il fumo dalle orecchie per la rabbia! Possibile che suo marito sembrava completamente rimbambito da quella donna? Quando mai era stato tanto ossequioso con qualcuno? Nemmeno con la Principessa in persona era così smielato. Aveva una voglia di prendere il mattarello e darglielo a lui sul groppone e a lei su quei bianchissimi e perfetti denti, per farle smettere quel sorriso falso sulle labbra! Contro il suo volere Angus alla fine aveva offerto lavoro alla straniera e “quella”? Lo aveva pure disdegnato! Era un lavoro da donnaccia?! Che credeva? Che lei invece lo fosse?!  Mary stringeva i denti e la mandibola le stava facendo male. Fortuna che la “Mademoiselle” le si tolse davanti! Con un fare civettuolo si prese il vestito per tirarlo su e salire le scale, fu bene attenta a mostrare le caviglie perfette ad Angus che, secondo Mary, era rimasto a guardarla un po’ troppo a bocca aperta per i suoi gusti!
***
 
Tamara si era ritirata in camera. Si appoggiò con la schiena alla porta dopo averla richiusa. Non poteva credere al colpo di fortuna che le era capitato! Angus le aveva offerto, su un piatto d’argento, la chiave per entrare alla Rocca! Una gioia perfida la invase … Emma era sempre più vicina!
 
Gironzolò per la stanza, pianificando le sue mosse. Rumbl sulla nave di Chapitrion le aveva fatto una piantina del palazzo, egli lo conosceva come le sue tasche! Ci aveva vissuto per anni e conosceva bene l’esistenza di un passaggio segreto che univa la “Baia” al palazzo.
 Si avvicinò alla finestra per prendere il bagaglio che Angus aveva ritirato per lei alla stazione della diligenza. Gli occhi le andarono verso l’esterno. Vide una giovane coppia che si dirigeva, tenendosi per mano, verso la taverna, con loro un bambino dai riccioli biondi saltellava e ogni tanto si fermava ad aspettarli. Quella doveva essere la giovane figlia di Angus con il fidanzato e il fratellino, l’oste quella mattina, dicendole dell’assenza della moglie le aveva spiegato il motivo, era con la figlia e il futuro genero a preparare la loro casa per l’imminente matrimonio. Erano una bella coppia i due! Lo sguardo bramoso di Tamara si soffermò sul bel giovane. Osservò i suoi capelli d’oro rosso, il suo portamento, le spalle ampie e atletiche. Era alto, snello ma muscoloso e aveva un bel viso. Sentì il desiderio montarle dentro … Un’altra preda  per la “Venere nera”! Sicuramente molto più gustosa di Angus!
Con Angus sarebbe stata strategia, ma con quel bel ragazzo sarebbe stato … puro piacere!
 
***
 
L’ora dell’appuntamento era giunta!
Jason aveva detto ai genitori che non avrebbe cenato in casa quella sera, era invitato a cena da uno dei suoi amici, si erano visti quella mattina e lo aveva invitato!
 Si, certo, era stato un invito imprevisto e improvviso, ma i suoi genitori conoscevano Erik, lo sapevano che faceva sempre le cose all’ultimo momento!
Erik lavorava al porto e il venerdì sua moglie cucinava pesce. Jason disse ai suoi che era un buon modo per distrarsi un po’ da tutto quello che era accaduto due settimane prima e da quella dura settimana a lavoro con Rosalind e le figlie!
 I genitori lo capirono, non aveva tutti i torti il loro “ragazzo”. Erik e sua moglie Ariel erano una buona compagnia, avrebbero passato una bella serata.
 Domitilla aveva insistito affinché suo figlio portasse un dolce che lei aveva fatto proprio quella mattina, sarebbe stato gradito dai giovani sposi! Jason, per mantenere la pantomima inscenata, si rassegnò all’idea di passare veramente a trovare i suoi amici … dopo.
 
Uscì di casa e tre isolati dopo, come da accordi, vide il vecchio mendicante seduto su degli scalini. L’uomo si massaggiava la gamba malandata e appena vide il giovane, aiutandosi con il bastone si alzò e, claudicando, si incamminò. Jason sapeva che doveva seguirlo e lo fece. Il vecchio non si voltava a guardarlo e lui fingeva indifferenza.
Stavano prendendo veramente la via del porto, la casa di Erik ed Ariel era di strada, al ritorno si sarebbe potuto fermare senza destare alcun sospetto e avrebbe lasciato il dolce che portava avvolto con un foulard di sua madre.
Il vecchio non era certo veloce, ma quei pochi passi di vantaggio, davanti a Jason, permettevano di camminare ad una giusta distanza l’uno dall’altro. Ad un tratto il vecchio svoltò verso il parco. A quell’ora, al buio e con il freddo autunnale, nessuno li avrebbe visti, era una zona isolata e disabitata. Il vecchio si fermò ad una panca di marmo e si mise seduto.
 
– Quindi? Dobbiamo aspettare che arrivi Mster Smith?
– No ragazzo … non sarà necessario … ha detto di riferire a me …
- Ma è uno scherzo? Se lo è non mi sto divertendo! Ho ben poco da dire a Smith e se lui non ha il coraggio di farsi vedere io me ne vado a casa …
 
Jason si voltò e si avviò sulla strada del ritorno. Fu in quel momento che sentì la risata diabolica di Rumbl. Sentì i capelli drizzarsi sulla testa! Quell’uomo era capace di terrorizzarlo! Ora sapeva anche la verità su di lui e si sentiva anche peggio.
Rumbl era arrivato. Probabilmente era lì nascosto nel buio delle siepi e lo attendeva.
 Si voltò lentamente ma … di Rumbl non vi era traccia alcuna. Jason si guardò con terrore intorno. C’erano solo lui e il vecchio storpio rattrippito. Poi, nella fioca luce lunare, con suo orrore, vide il vecchio mettersi in piedi, dritto come un fuso, portandosi il bastone davanti, poggiandovi ambedue le mani e tenendosi  a gambe divaricate. Non era più uno storpio gobbo e claudicante. Sul suo viso un sorriso malvagio era rischiarato dalla luna che lo rendeva ancora più inquietante.
 
 
– Bene Jason! Hai insistito per vedermi in faccia … eccomi qui … è un peccato che io abbia dovuto svelare il mio travestimento … ma hai tanto insistito!
 
A Jason tremarono le gambe, era peggio di quanto pensasse. Rumbl gli era stato fino ad allora anche troppo vicino.
Rumbl era il vecchio storpio, vestito di quei logori e lerci stracci!!
 
– Allora figliolo! Abbiamo un accordo! So che domenica la cara Lady Barbra ha invitato i suoi collaboratori alla villa! Sono andati anche i tuoi genitori e ho visto che ti intrufolavi nel bagagliaio della carrozza … Dunque Caro … quali notizie mi porti?
 
Lo aveva controllato in tutti quei giorni? Aveva avuto il suo fiato sul collo in ogni momento?
 
Come poteva Jason raccontare tutto?
 Rumbl era un fedelissimo di Guglielmo III, se gli riferiva della rete Giacobita organizzata da Lady Barbra, o meglio dalla Principessa Emma in persona, anche i suoi genitori potevano essere accusati di tradimento! Che fare? Che dire? Optò per ciò che tutti sapevano.
 
 – Lady Barbra ha invitato i suoi fedeli dipendenti, ma c’erano anche il Colonnello Pendràgon e il Capitano Jones. Il Colonnello ha colto l’occasione per chiedere ai presenti di organizzare una Guardia Nazionale e reclutare volontari per la difesa, sospettano che un nemico presto arriverà a Storybrook …
- Chi dovrebbe essere questo nemico?
– Da quanto hanno detto … lo stesso padre del Duca Neal Mc Cassidy … Lord Rumbl Mc Cassidy …
- Che altro hai sentito?
– Hanno detto che il Capitano Jones è il corsaro al servizio della Principessa Emma e che avrebbe difeso Storybrook dal mare …
- Non hai scoperto altro sulla bella Lady Barbra?
 
Jason esitò. Non sapeva se rivelare o meno che Barbra era la stessa Principessa Emma e alla fine preferì non farlo. Volle togliersi il gusto di spubblicare però Lady Barbra e Jones, alla prima doveva la punizione del lavoro con Rosalind ed al secondo doveva quell’incisivo saltato nella zuffa con Eddy!
 
– Beh … non so cosa ve ne potete fare di questa notizia ma … finita la riunione … Lady Barbra e il Capitano Jones sono rimasti insieme …
- In che senso sono rimasti insieme …
 
Rumbl era piuttosto interessato alla cosa! Jason non riusciva a capirne il motivo.
 
 – In “quel” senso … in fin dei conti Lady Barbra è vedova, è giovane ed è una bella donna … non ci vedo nulla di male che lei e Jones siano amanti!
 
Jason vide l’espressione di Rumbl diventare un ghigno prima di gioia e poi di furore. Strana reazione! Avrebbe potuto capirlo se gli avesse rivelato che la donna era Emma, sua nuora e di conseguenza poteva arrabbiarsi per il tradimento nei confronti di suo figlio Neal … Poi la verità si parò davanti agli occhi di Jason.
 
“Santo cielo! Sa che Barbra ed Emma sono la stessa persona!”
 
La paura che potesse pensare che gli aveva nascosto qualcosa lo attanagliò ai visceri e sentì che gli sfinteri avrebbero presto ceduto se non scappava via da lui.
 
– Vi ho detto tutto Smith … ho saldato il mio debito ormai … non vi devo più nulla …
 
Si voltò per andar via più veloce che poteva, ma la voce di Rumbl lo fermò.
 
– Non così presto e non così in fretta giovanotto! Non ho finito con te!
– Io penso di si Signore, lasciatemi andare o dirò al Colonnello  sotto quali mentite spoglie vi state nascondendo, tutti vi cercano ormai …
 
Jason non si rese conto che in quel modo aveva rivelato altro, gli aveva rivelato che il Colonnello era già sulle sue tracce. Il giovane si rese conto troppo tardi di aver firmato la sua condanna a morte. Vide Rumbl tirare fuori, da quella che doveva essere la sua gamba malandata, una daga dalla lama ondulata. La lama brillò alla luce della luna, mostrando gli intagli eleganti che scorrevano su di essa.
 
 Jason si voltò per scappare a gambe levate, ma Rumbl lanciò la daga in direzione della sua schiena. Il giovane fu colpito al rene destro. Inarcò la schiena per il dolore e cercò di liberarsi dalla daga. Rallentò la corsa, ma cadde a terra in ginocchio. Rumbl con agilità gli fu addosso. Estrasse dalla schiena del giovane la daga. Con la mano sinistra gli afferrò i capelli sulla fronte e gli tirò la testa indietro. 
 
– Non sai, ragazzo, che quando firmi un contratto con il diavolo cedi in cambio la tua anima?
 
Jason sofferente non ebbe il fiato di ribadire nulla, nella piena consapevolezza di cosa stava accadendo, i suoi sfinteri cedettero, mentre con terrore sentì l’ultima sensazione … quella della lama poggiata di traverso alla sua gola.
 Con un gesto veloce Rumbl gli  recise la trachea da parte a parte e lasciò che Jason soffocasse nel suo sangue. Poi, con fredda indifferenza, pulì la lama rinfilandola nelle bende avvolte alla gamba fintamente malata e andò via come se nulla fosse.
 
Il dolce, avvolto dal foulard di Domitilla, cadde dalle mani di Jason, rotolando tra i fiotti del suo sangue. Erik e Ariel non lo avrebbero visto quella sera …
 
 
 
Angolo dell’autrice

Giornata piovosa e triste questa domenica. Penso a chi non ha una casa e dimora in una tenda o, se “fortunato”,  in un container o camper. Novembre è arrivato e con lui il freddo e le giornate buie.
Anche per i miei personaggi sta arrivando novembre, ad un anno dall’inizio di questa avventura.
 Jason ha fatto una brutta fine, peccato, stava cercando di redimersi, aveva capito i suoi errori …
La costellazione del Cigno è tramontata e il destino di Killian ed Emma è legato a questa affascinante costellazione, meglio nota come Croce del Nord, la costellazione che indica le Americhe e che ha guidato Hook da Emma, la ragazza di cui si era innamorato a venti anni e che, in una antica promessa e in una profezia d’amore è legata a lui da tempo immemore …
 Come si compirà il loro destino? Ci sarà il lieto fine? In che modo sono legati ai se stessi del passato?
 Vi faranno compagnia ancora per poco, l’avventura loro e mia  sta finendo ed è stato un piacere con questa occasione conoscere altri appassionati di Once upon a time, innamorati dei CaptainSwan.
Ringrazio tutti come sempre, lettori silenziosi e lettori che vogliono esprimere un giudizio.  Mi auguro che nonostante i momento duri anche questo capitolo vi abbia appassionato, come ha appassionato, commosso e, in alcuni punti, indignato me mentre lo scrivevo. Ho inserito anche questa volta un disegno, ora per la prima volta dedicato a Cillian e Gwyneth, spero che si veda, io lo scoprirò dopo la pubblicazione. Per chi vuole commentare chiedo come sempre di parlarmi delle emozioni che il racconto gli ha suscitato. Si, lo so, sono fissata in questo!
Un abbraccio a tutti e buona settimana!
La vostra Lara
 
 
 
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Lady Lara