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Autore: DaisyChan    07/11/2016    1 recensioni
Quattro ragazze, quattro punti di vista, quattro vite intrecciate in un'unica storia... Lucy, Levy, Juvia e Cana si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto e a frequentare l'ultimo anno di liceo della Fairy Tail High School (FTHS). Tra nuove amicizie, amori infranti, promesse, bugie e verità, affronteranno insieme questo anno movimentato che porterà loro molte sorprese.
Paring presenti: NaLu, GaLe, Gruvia, Baccana. Accenni Gerza, Lories e Miraxus.
Tratto dal prologo:
"Lucy chiusa dentro il bagno a frignare come una bambina. Cana davanti alla porta, pronta a sfoggiare il suo fantastico dizionario di parolacce e bestemmie contro quel pezzo di legno bianco che fa da porta del bagno. Cosa ci vuole di più dalla vita?
- Lucy apri la porta! - gridò sconsolata Levy.
- No! -
Un rumore metallico fece presagire l'arrivo di un'altra inquilina di quella casa. Ed ecco che fece capolino una ragazza dai lunghi capelli blu con in mano una macchina fotografica.
- Juvia è a casa! - esclamò la blu.
- Ciao, Juvia - sorrise falsa Levy.
Perfetto: è arrivata Juvia! Ora sì che siamo nei guai. "
[N.d.A. Salve a tutti! Sono nuova e questa è la prima volta che pubblico qualcosa...passate a dare un'occhiata. Ciao!]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kana Alberona, Levy McGarden, Lluvia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo

4

P.o.v. Levy

Sono l'ultima a salire sul nostro mezzo di trasporto. Cammino per lo stretto corridoio dell'autobus pieno. È naturale che vi sia molta gente. Questo è l'orario in cui si è soliti tonare a casa, di conseguenza non c'è nessun posto a sedere.

Pazienza! Dovremmo rimanere alzate...

Ci facciamo largo tra la persone in piedi e ci fermiamo proprio davanti alla porta posta esattamente a metà del mezzo. Il bus riparte, sbalzandoci all'indietro e facendoci perdere momentaneamente l'equilibrio. Svelta agguanto la maniglia che pende dal soffitto.

- Qual è la nostra fermata? - mi chiede Lucy, tenendosi stretta al palo di ferro vicino.

- La seconda, Lu-chan -

Mi guardo intorno.

È proprio affollato questa sera...

C'è davvero molta gente: una mamma con un bambino, un signore di mezza età seduto accanto ad una vecchietta, una giovane donna con la fronte appoggiata al finestrino...c'è persino un ragazzo in smoking con un cappello blu da baseball!

Ormai in giro si vedono persone piuttosto strana...

Non mi piace la folla. Preferisco molto di più i posti tranquilli e sereni. Il mare, ad esempio, è uno dei luoghi che sopporto meno d’estate: troppa gente. Magari, se sei pure sfortunato, ti capita di avere come vicini di ombrellone una famiglia con dei bambini scalmanati che ti rompono le scatole chiedendoti come mai sei così bassa...a dir poco irritante! In quei momenti devo fare ricorso a tutto il mio buon senso per frenarmi dal picchiarli a sangue e a ridurli a poco più di un mucchietto di ossa. Oppure potrebbe capitarti un gran figo con un corpo stupendo e una bellezza da mozzare il fiato. Inizialmente ti rallegri della tua sorte, ma poi scopri che ha una fidanzata che sembra quasi una semidea e a quel punto ti redimi, rendendoti conto di non avere neanche un briciolo del suo fascino. Non che ci voglia chi sa chi per superarmi in bellezza...basta osservare le mie amiche! Una più bella dell’altra. Quella che viene sempre male nelle foto sono io. Le altre, anche se in posizioni naturali, vengono sempre bene. Io, a malapena, riesco a vedermi. A volte ci sono foto in cui di me appaiono solo i miei ciuffi di capelli turchini. La mia statura così minuta mi da non pochi problemi. E sono in momenti come questi che vorrei trovarmi in tutt’altro luogo.

Mi piace la montagna, con l'aria frizzantina che ti penetra dentro e ti diffonde pace in tutto il corpo. I ruscelli limpidi e freschi, i prati verdi e rigogliosi, la natura incontrastata dall'uomo, i fiori e i profumi così diversi dallo smog che regna sovrano nei centri urbani. La montagna è proprio bella! Con la mia famiglia spesso, in estate, affittavamo una casa ci trasferivamo lì per trascorrere qualche giornata lontana dal caldo asfissiante della città. Questo, ovviamente, prima che litigassi violentemente con mio padre e andassi via di casa. Quanto mi mancano quei luoghi...ormai non vado lì da molto tempo: circa due/tre anni. Mi sembra quasi di aver lasciato lì, tra quei meravigliosi paesaggi, una parte di me, quella, forse, più legata alla mia famiglia. La pace che regnava in quei luoghi rappresentava, quasi, il clima sereno che caratterizzava me e i miei genitori. Mi salgono le lacrime agli occhi al pensiero che quella quiete è andata al diavolo già da parecchio tempo. Eppure, se chiudo gli occhi riesco ancora ad immaginare quei posti...peccato però che ciò che vedo sia soltanto pura e semplice fantasia.

Continuo ad osservare i passeggeri dell'autobus. Di certo quello che cattura di più la mia attenzione è il ragazzo in smoking col cappellino. Occupa un posto proprio dietro Lucy con il polpaccio della gamba sinistra poggiato sopra la coscia destra. Non è seduto in maniera composta, dato che poggia solo le spalle e le scapole sullo schienale della sedia. È intento a scrivere sul cellulare e non presta attenzione a ciò che ha intorno. Sembra quasi che voglia nascondere qualcosa e cerca di non farsi notare. Ma è un tipo davvero troppo strano ed involontariamente riceve diversi sguardi da parte dei vari passeggeri. Anche la signora grassa, piuttosto bruttina, che gli è seduta accanto lo scruta attentamente. Insomma, chi non guarderebbe una persona che indossa un cappellino e uno smoking contemporaneamente?! Tutti. È impossibile non osservare un tipo del genere... A causa del berretto non riesco a capire di che colore ha i capelli. Di tanto in tanto si sistema rapidamente l’insolito copricapo in modo tale da non far sfuggire neanche una ciocca della sua chioma.

- Cana-san, perché non indossi dei tacchi? - chiede Juvia a Cana, distogliendo la mia attenzione dal ragazzo strambo.

- È vero! È piuttosto strano da parte tua, Cana - dice Lucy, sporgendosi verso la nostra coinquilina castana.

- Semplice, non trovavo le scarpe bianche...non avevo nessun'altro paio da abbinare con questo vestito al di fuori delle ballerine...sembro stupida, vero? – domanda, piuttosto abbattuta.

Quanto odio quelle persone che non riescono a capire che sono bellissime e non fanno che negare i complimenti degli altri. A volte credo che alcuni di loro simulano una falsa modestia, solo per il piacere di farsi smentire dalla gente.

- Scherzi?! Anzi, stai benissimo! A volte con alcuni tacchi sembravi un po'...ehm...imponente. Con queste, invece, sei perfetta - dico, cercando di evitare lo sguardo tagliente della castana. Mi mordo il labbro inferiore.

In alcune situazioni, i gusti di Cana sono davvero terribili. Troppo appariscenti e talvolta la fanno apparire grossolana. Invece, trovo che le ballerine le si addicono. È molto graziosa con quelle!

- Non so se devo prenderla come un complimento o meno...- mi guarda Cana, dubbiosa.

- Come un complimento, ovvio, no? - sorrido nervosa, ridacchiando.

Dio! Che paura! Perché non imparo a frenare un po' la lingua?!

- A Juvia non sembrava proprio un complimento...-

Possibile che Juvia debba dire sempre la cosa sbagliata nel momento sbagliato?! Ci azzecca di continuo! Mi chiedo spesso come faccia...

- Juvia stai un po' zitta! - le dico, fulminandola con gli occhi. Vedo Cana pronta a ribattere e mi preparo mentalmente a uno scontro, anche se mi pare insensato: le ho appena fatto un...ehm...mezzo-complimento. Che senso ha aggredire chi ti ha appena lodato?! Mah...ormai, con lei litighiamo sempre. Colpa della sua mania di dire ininterrottamente parolacce ed io non sopporto questo suo atteggiamento. In una proposizione semplice, costituita da soggetto e verbo, lei ha l’abilità di inserirci almeno cinque imprecazioni. È liberissima di fare ciò che più le piace e dirle con la frequenza che ritiene più opportuna, ma potrebbe benissimo limitarle, o addirittura non dirle, in mia presenza. È più forte di me. Ad ogni parolaccia che dice, mi sento avvampare e ribollire il sangue nelle vene e, senza quasi rendermene conto, mi ritrovo a discutere con la mia compagna.  

- A proposito di scarpe...Juvia! Sono molto belle le tue! – interviene la mia migliore amica, notando l’aria poco serena.

Lucy sei il mio nuovo idolo! Grazie per aver cambiato discorso!

- Già! Juvia spera che Gray-sama la noti! – esclama in estasi, mentre gli occhi le diventato quasi cuoriformi e abbracciando con foga, il palo di metallo a cui è aggrappata. A causa dei suoi movimenti piuttosto appariscenti, attira gli sguardi di alcuni passeggeri. Osservo come il ragazzo in smoking abbia alzato lo sguardo dal cellulare, sentendo il nome “Gray”, ma solo per una fazione di secondo. Poi, dopo aver scosso la testa lentamente, ritorna a focalizzare i suoi occhi sul display luminoso.

- Lo spero anch'io per te, Juvia...- dico a bassa voce. Come può pretendere che un ragazzo la noti per un semplice paio di scarpe?! O i maschi sono completamente stupidi, dei tali idioti che rimangono impressionati da una ragazza solo per il tipo di calzature che indossa, oppure Juvia è completamente fuori strada. Mi dispiace per lei, ma questa situazione non la riesco a vedere positivamente.

- Juvia...ma quelle...quelle...- balbetta Cana, indicando il meraviglioso paio bianco che sta indossando la blu.

- Si? - chiede innocente Juvia, allentando un po’ la presa con cui è avvinghiata al palo. Non vorrei essere nei panni del fantomatico “Gray-sama”. Questo ragazzo rischia di non riuscire più a respirare per la forte stretta con cui la mia amica lo intrappolerà.

Poveretto...

- Quelle...sono le mie scarpe! - ringhia la ragazza castana.

Qui si mette male... Possibile che Juvia non ne combini una giusta?! Signore, ti prego, aiutami tu! Dona un cervello a Juvia, per favore! Ti scongiuro, Signore, ascolta la mia preghiera...

- Ah...sono tue? – domanda la blu cadendo dalle nuvole. Io scuoto la testa rassegnata. Possibile che debba essere davvero così scema?! Ma perché vivo sotto lo stesso tetto di una completa idiota? Oddio, spero che non mi contagi con la sua mancanza di buon senso e di imprudenza.

- SI – asserisce serissima Cana, fulminando Juvia con lo sguardo. Riesco a percepire la scarica di energia che la castana manda alla blu telepaticamente.

- Ah...-

- Tutto quello che hai da dire è un semplice "Ah"?! – spalanca gli occhi la bevitrice del gruppo.

Hanno appena finito di litigare dopo il fatto dell’appartamento e già ricominciano...prevedo un tempo piuttosto burrascoso. Le nuvole si stanno addensando nella zona di Cana. Un lampo potrebbe essere scagliato contro quel’idiota di Juvia provocandole una morte istantanea.

- Ehm...Juvia le aveva viste in una stanza e le erano piaciute...-

- Juvia, sei stupida o cosa?! Almeno chiedi! Magari te le avrei anche prestate...-

- O forse no...- sussurra Lucy, pentendosi immediatamente di aver aperto bocca. Gli occhi della castana, adesso, stanno lampeggiando pericolosamente anche nella sua direzione.

Temo che un fulmine possa colpire in pieno pure Lucy...

- Zitta, tu! - dice Cana, arricciando appena il naso e dopo aver squadrato male la biondina per qualche secondo, si rivolge alla blu - Comunque, non è questo il punto. Il punto è, Juvia, che devi cominciare a renderti conto di chi hai intorno e a ragionare su ciò che fai, chiaro? Annuisci se hai capito -

- Sissignore! - risponde Juvia, muovendo meccanicamente il viso su e in giù - Juvia chiede scusa...- aggiunge la blu, continuando ad annuire. Noto che qualche passeggero sta osservando la scena divertito. Come al solito, queste due, devono sempre mettersi in mostra.

- Bene...- dice Cana, dando un leggero buffetto sulla guancia di Juvia - se davvero stupida, eh?! Pazienza...imparerai – sospira rassegnata.

Tutto qua?! Sono scioccata! Mi aspettavo una sfuriata degna del soprannome di Cana: "Cana la terribile!". Scommetto che se fossi stata io ad indossare le sue scarpe senza permesso, mi avrebbe fucilato all'istante. Bah...meglio così. A Juvia è solo stata risparmiata la vita per il momento...se ripenso al fatto che ha rubato i soldi dell’affitto la riempirei di botte qui, davanti a tutti. Ma ho deciso di rimandare a domani...godiamoci la serata tranquillamente.

- Piazza Albero di Ciliegio! - ci avverte una voce metallica. Mi sporgo per godermi meglio la vista della piazza, una delle più belle di Magnolia. Ho sempre vissuto a Magnolia, ma ogni volta che osservo anche solo da lontano questo bellissimo posto, il mio cuore perde un battito. Le maestose chiome rosa pallido regnano incontrastate sopra quest’ammasso squadrato di cemento che delinea la forma della piazza. Guardare questo luogo magico mi fa venire i brividi. Sembra di essere catapultati in un mondo parallelo. Questi alberi imponenti ti fanno sentire minuscolo in confronto alla bellezza e alla potenza di Madre Natura. Tutto sembra essersi fermato. Anche nell’autobus è calato il silenzio, per rispettare questo luogo che ha un non so che di sacro e mistico. Nel notare alcune bancarelle montate alla base dei tronchi possenti, vengo investita dai ricordi delle numerose volte in cui ho partecipato alla sagra del fiore di ciliegio, conosciuta anche come “Rainbow Sakuras”. Magnolia è molto famosa proprio per questo festival che si tiene ogni anno l’ultima settimana di Aprile, quando tutti i fiori sono sbocciati. L’ultimo giorno della sagra vengono nascoste tra la chiome degli alberi di ciliegio delle luci molto piccole di mille colori, che rendono la chioma rosa color arcobaleno. Mia madre mi raccontava da piccola che sono nata proprio il giorno in cui è sbocciato il primo ciliegio della grande piazza che sto osservando. Sono, per cui, da sempre molto legata a questi alberi. Fin da bambina alla fine della scuola giocavo con i miei compagni di classe tra i tronchi marrone scuro. La mia vecchia scuola elementare si trova proprio di fronte alla piazza, per cui era semplice attraversare la strada e arrivare in mezzo alle fronde color ciliegio.

Le immagini della mi infanzia mi rivengono in mente e mi scorrono davanti come se fosse un cortometraggio. Una fitta al cuore mi fa annebbiare un po’ la vista. Sono piena di nostalgia. Vorrei tornare indietro nel tempo e rimettere tutto apposto con mio padre...mi manca molto, sia lui che mia madre. Qualche volta mi chiedo se non sia stata io la causa che ha mandato all’aria e distrutto completamente la mia famiglia. Infatti, non appena sono andata via di casa, i miei genitori hanno divorziato. Io, teoricamente, dovrei essere stata affidata a mio padre, ma per il momento sono ancora molto arrabbiata con lui. Non so se faremo mai pace. Spero di sì, anche se, tutto non ritornerà mai come era prima. Non ho mai capito nemmeno perché mia madre lo ha lasciato. Okay, non andavano molto d’accordo, ma non ricordo dei litigi particolarmente violenti o frequenti. Anzi, pensavo che tra loro le cose non sarebbero mai cambiate. Non vedo mia madre da molto tempo. Non ho idea di dove sia, né se vive con un compagno o da sola. Ho il suo numero di telefono, ma non ho mai avuto il coraggio di chiamarla. Mi aspettavo che da un momento all’altro mi contattasse, ma ancora da quasi tre anni il mio cellulare non ha mai squillato con il suo numero raffigurato sul display. Di tanto in tanto, per le festività e per i miei compleanni, mi arriva una cartolina di auguri a cui non ho mai risposto, dato che non c’è scritto l’indirizzo del mittente. Forse dovrei chiamarla o inviarle un sms e mettere da parte il mio orgoglio. Anche se ho litigato con mio padre non sono mai riuscita ad accettare il fatto che lo abbia lasciato, così di punto in bianco, senza un motivo apparente. Mi dispiace tantissimo per lui. Credo stia soffrendo molto, ma non posso tornare indietro. Ho fatto la mia scelta.

Levy, concentrati sulla festa. Lascia perdere queste inutili e malinconici riflessioni. Tutto questo non ti porterà a nulla se non a rovinarti la serata.

Presto l'autobus comincia a frenare, spingendoci in avanti e distogliendomi dai miei pensieri particolarmente tristi e nostalgici. Questa volta, però, tutte noi siamo preparate e ci teniamo ben salde: chi alla maniglia, chi al palo di ferro. Per certi versi, vorrei che il bus rimanga fermo per sempre, per poter continuare ad osservare stupefatta questo meraviglioso spettacolo rosa. Non vedo l’ora che arrivi sabato prossimo, così inizierà il tanto atteso festival!

- Bene! La prossima fermata è la nostra! – urlo euforica alle mie compagne, rompendo quel silenzio magico che ancora persisteva all’interno del mezzo. Le occhiatacce delle persone che stavano ancora osservando la piazza mi colpiscono.

Le porte scorrevoli del mezzo di trasporto si aprono e numerosa gente comincia a scendere dal bus azzurro. Inutile dire che io e le mie amiche ci ritroviamo ad essere spintonata dalla folla e facciamo quasi fatica a rimanere in piedi e non essere trascinate da quel fiume umano. Non appena l’ultimo passeggero è sceso dall’autobus, mi giro e noto che il veicolo si è in parte svuotato e con immensa gioia constato che si sono liberati dei posti a sedere. Proprio nel mentre in cui sto per comunicare la notizia alle mie amiche, un’altra ondata di gente mi investe in pieno. Cominciano a salire sul mezzo tutte quelle persone che stavano aspettando alla fermata. Impotente, senza poter fare qualcosa se non continuare a tenermi ben salda alla maniglia che pende da soffitto, osservo che tutti i posti liberi sono stati immediatamente occupati. Ben presto le uniche a rimanere senza posto siamo noi quattro.

Noi e la nostra solita sfiga...

Si chiudono le porte automatiche e l'autobus riparte. Sono piuttosto irritata. I piedi cominciano a farmi male. Avrei proprio bisogno di sedermi e riposare i muscoli delle gambe. L’unica cosa che mi rende più felice è il fatto che ormai mancano pochi minuti e finalmente arriveremo alla nostra meta.

Prevedo una forte sfuriata da parte di Erza, ma non importa. Fin quando saremo tutte e quattro insieme, nulla potrà andare storto...o almeno condivideremo la stessa sorte.

Getto un'occhiata a Lucy sorridendole, ma mi blocco. I suoi grandi e bei occhi cioccolato stanno scrutando attentamente il vuoto. Osservo il suo viso. Un’espressione abbattuta e triste, completamente diversa dal solito sorriso radioso, incurva verso il basso le sue labbra fini. Sembra piuttosto pensierosa, come se ci fosse qualcosa che la turba interiormente. Noto la sua fronte corrugata, come se stesse cercando di trattenere le lacrime. Aguzzo lo sguardo e constato che alla base dell’occhio le si sono formate delle goccioline che non vedono l’ora di rigarle il viso, trattenute forzatamente dalla biondina. Inizialmente non le avevo notate. La luce dell’autobus fa sembrare i suoi occhi lucidi per riflesso.

- Lu-chan, che hai? – le chiedo, celando un po’ dell’angoscia che mi affligge. È raro vedere Lucy ridotta in questo stato. Deve soffrire molto.

Magari non si sente bene.

- Nulla, Levy-chan, non ti preoccupare...- mi risponde appena con voce spezzata, alzando gli occhi verso di me, come se si fosse accorta solo ora della mia presenza. Fa quasi fatica a parlare. Abbassa immediatamente lo sguardo.

Okay, la mia ansia sta crescendo a dismisura.

- Lucy, che succede? Ti senti male? – dico, avvicinando la mia faccia alla sua, costringendola a puntare le sue pupille sulle mie. Non sopporto quando sto parlando con qualcuno e quest’ultimo, o ultima, non mi fissa negli occhi.

Con le labbra serrate scuote la testa, facendo ballare i lisci capelli color del grano e puntando nuovamente lo sguardo nel nulla. Non ho idea di come comportarmi. Non so se arrabbiarmi con lei perché non mi dice cosa la sta affliggendo oppure entrare ancora di più in ansia.

E se svenisse da un momento all’altro?! No. Costringerò Lucy a parlare o con le buone o con le cattive.

- Lucy, sei praticamente sull'orlo delle lacrime, non può non essere successo nulla. Ora mi spieghi tutto, okay? – esclamò piuttosto esasperata.

-...-

- Lucy! -

-...okay...-

- Su! Che hai? – la sollecito. Credo che il motivo per cui sto insistendo sia principalmente per me stessa. Il vedere la mia migliore amica in questo modo mi fa stare davvero molto male. Vorrei aiutarla a superare qualsiasi cosa e vorrei che capisse che io per lei ci sono sempre. Sono disposta a fare qualunque cosa pur di vederla stare bene.

-...cosa farò quando vedrò Loki ed Aries insieme? - piagnucola la biondina. Traggo un sospiro di sollievo. Avevo temuto qualcosa di peggio, anche se i sentimenti delle persone non sono cose da prendere alla leggera. A volte possono fare più male di un “banale” dolore fisico, ma per certi versi è meglio così. Se stesse stata davvero male fisicamente, sarei entrata nel panico non sapendo cosa fare. Probabilmente avrei esagerato la situazione chiamando un’ambulanza e questa serata sarebbe stata un totale fiasco. Avevo intuito che il problema potesse essere questo. D’altronde la “ferita” che le ha inferto Loki è ancora aperta. Sarebbe presuntuoso da parte mia pretendere che le si richiuda semplicemente spiegandole il mio punto di vista che ha accettato quasi senza battere ciglio. La situazione si era risolta troppo semplicemente. Mancava qualcosa: la crisi. Ed ecco, adesso Lucy è nel bel mezzo di una crisi!

Devo accertarmi a che stadio è la crisi che l'affligge...

- Tu che cosa vorresti fare? - chiedo, piuttosto ansiosa e preoccupata.

Mi guarda sconcertata. I suoi occhi color nocciola sembrano più grandi a causa delle lacrime che cerca di trattenere.

- Non lo so! - mi risponde con la voce acuta, quasi spezzata.

Stadio acuto. Cronico. Okay, Lucy sta per avere una crisi isterica piuttosto violenta. Cosa posso fare?! Sono a corto di idee...

- Lucy, ascoltami, vuoi rovinarti una delle più belle serate che hai sempre sognato di vivere? - le dico la prima cosa, forse la più ovvia, che mi viene in mente.

-...no...- mormora.

- Non ho sentito, ripeti – asserisco, pronunciando con forza la parola “ripeti”.

- No! - dice più decisa, seguendo il mio ordine.

- E allora a questo problema non ci devi pensare più. Non è che per la felicità di qualcun'altro devi farti rovinare la tua di felicità. Se Loki ed Aries stanno bene insieme, buon per loro. Ma ora devi preoccuparti di te stessa! Devi pensare al modo migliore per divertirti sta sera! Adesso non c'è tempo per pensare a Loki e compagnia bella! Pensa a te, chiaro? -

Speriamo che basti! Oddio, povera Lucy! Immagino che sia veramente dura per lei, ma adesso la migliore soluzione è non pensarci.

Il vederla annuire convinta è davvero rassicurante. Probabilmente se fossi nella sua situazione sarei crollata completamente. Non sono forte quanto lei, non lo sono mai stata.

- Hai ragione, Levy-chan. Non c'è tempo! -

Perfetto! E anche questa è andata!

- Di cosa parlate? - ci chiedono Cana e Juvia che si avvicinano a noi.

- Nulla, nulla - dico sbrigativa. Non ho alcuna voglia di riprendere l'argomento. Lucy potrebbe ripiombare nella crisi!

Non so nemmeno io come sa riuscita a rassicurarla tanto facilmente. Dovrei rivalutare le mie abil...

Una curva un po' violenta ci sbalza all'indietro. Io, Cana e Juvia, afferriamo prontamente le maniglie e il palo di ferro, ma Lucy non fa in tempo. A causa della curva perde momentaneamente l’equilibrio, ma non riesce a riprendersi a causa dei tacchi che indossa. La vedo cadere quasi a rallentatore e sveltamente cerco di pensare ad un piano per agguantarla e risparmiarle un livido sul fondoschiena. Dopo aver scartato mille ipotesi tutto nella frazione di un secondo, concludo che in questa situazione non posso proprio fare nulla. Ad un tratto, qualcosa frena la sua caduta. Istintivamente chiudo gli occhi. Appena li riapro mi si presenta una scena piuttosto imbarazzante. Lucy si trova seduta sulle gambe di una persona che inizialmente non metto bene a fuoco. Il braccio destro dell’estraneo stringe Lucy all'altezza delle spalle, in modo che non possa cadere all'indietro e il braccio sinistro è avvolto intorno all'addome della biondina. Quella persona deve aver fulmineamente afferrato la mia migliore amica, evitando il suo impatto col suolo. Non appena i due si guardano negli occhi Lucy avvampa, mentre il suo salvatore si limita a sfoderare un sorriso a trentadue denti scintillante e disarmante. Poi riconosco l’individuo estraneo che ancora la stringe a sé: è il ragazzo strambo in smoking e cappellino! Assumo una espressione piuttosto sorpresa.

Chi lo avrebbe mai detto che avesse dei così buoni riflessi?! Io mai! Mi sembrava un tipo piuttosto stupido, di certo non capace di compiere certi gesti "eroici". E invece, mi sbagliavo!

- Sc-scusa! - balbetta Lucy, alzandosi istantaneamente, ancora incapace di spostare i suoi occhi da quelli dello sconosciuto.

- Non ti preoccupare! – le risponde il ragazzo, mettendosi in piedi anche lui. Noto la sua altezza e il suo fisico atletico.

Non male il corpo del ragazzo! Ora che lo guardo meglio ha un volto familiare. Chissà chi è...

- Ah! Gra...- ma Lucy viene interrotta dall'altoparlante che comunica l'arrivo alla FTSH, distraendola dal suo intento e quando ritorna a guardare la figura del ragazzo lui è già sparito.

Le porte si aprono e molta gente comincia a scendere.

Wow! Non sapevo che molti abitassero in questa zona. Forse avrò visto il tipo strambo perché abita anche lui in questo quartiere.

- Lucy! Cana! Juvia! Dobbiamo scendere! Su! Sbrigatevi! – le incito.

Sono la prima a toccare suolo, imitata subito dalle altre tre. Cominciamo a camminare verso la scuola.

- Oh! Non ho fatto in tempo a ringraziare quel ragazzo! – si lamenta Lucy.

- Fa niente, Lucy. Ora la nostra priorità è arrivare il prima possibile ed evitare di venir uccise da Erza – le ricordo.

- No, no! La nostra priorità è vedere Gray-sama! -

- Veramente la mia priorità è trovare Bacchus! -

- Ah, già! Questo era un ballo indirizzato soprattutto alle coppie...Loki ed Aries saranno felici – afferma la mia migliore amica, ripiombando nuovamente nella tristezza.

- Su! Lu-chan, non pensarci! – le dico, mentre le appoggio una mano sulla schiena. Cana e Juvia si rivolgono uno sguardo pieno di sensi di colpa.

- Già, Lucy-san! Pensa al matrimonio fra Juvia e Gray-sama! Non senti anche tu le campane che suonano a festa? – tenta di risollevarle il morale la blu, muovendo i fluenti capelli.

- Non ti sembra di correre un po', Juvia? Insomma, non vi conoscete nemmeno! - osserva Cana, cercando di farle comprendere come stanno veramente le cose.

- Oh! Sì, invece! Da due ore e qualcosa in più! –

Juvia è senza speranze...

- Direi che vi conoscete davvero da lungo tempo! - rido sarcastica.

Raggiungiamo in fretta il cancello della scuola che è socchiuso. Lo apro ed entriamo nell'edificio scolastico. Con passo spedito arriviamo all'entrata della palestra. Da dietro la porta sento la musica ad alto volume e risate di ragazzi.

Okay! Siamo arrivate fino a questo punto e non abbiamo ancora incontrato Erza! Questa sì che è una buona notizia! Magari si è scordata del nostro ritardo...

Sto per aprire quel pannello. Comincio ad assaporare il gusto della salvezza. Improvvisamente appare dal nulla, facendomi prendere un accidenti, lei, la rappresentante degli studenti. I suoi lunghi e rossi capelli ricadono sulle spalle. Un trucco leggero mette in evidenza i tratti del viso, di per sé graziosi. L'abito blu lungo la rende davvero bellissima. È impossibile non riconoscere la temibile e affascinante "Titania, la regina delle fate" (così chiamiamo Erza). E se Titania è arrabbiata, questo porta solo a grossi, ma davvero grossi, guai! Sposto il mio sguardo sulle sue guance rosse e so per certo che quel rossore non è dovuto al fard. Credo che io e le mie amiche abbiamo un piccolo problema... I suoi occhi lampeggiano per la rabbia. Riesco addirittura a sentire qualcosa che crepita dentro la rossa, come se stesse andando a fuoco. Sembra emanare un aura oscura, pronta ad incenerire qualunque cosa solo con lo sguardo. Un brivido mi percorre la schiena.

Forse se entriamo dentro la palestra con nonchalance non ci rimprovererà!

Deglutendo, poso la mano destra sulla maniglia e faccio una leggera pressione. Ma un'altra mano si posa sulla mia. Non ho bisogno di vedere a chi appartiene, lo so benissimo. Come una stupida rimango a fissare le nocca bianche dell’arto estraneo.

- Levy! Dammi una motivazione valida per scusare il vostro ritardo! – tuona la voce di Erza, facendomi sussultare.

- L'autobus è arrivato tardi - dico, mentre le mie ginocchia tremano abbassando lo sguardo.

Temo che possa capire che è una bugia...

- Proprio così, Erza! - mi soccorre Lucy, avvicinandosi a me e posando la sua mano su quella della rappresentante degli studenti.

- Sapete che siete in ritardo di mezz'ora circa, se non di più? – sottolinea freddamente Titania.

Annuiamo, sinceramente dispiaciute.

- Dovrò punirvi per questo! -. Trasaliamo tutte e quattro contemporaneamente. Lucy ritrae immediatamente la mano, come scottata.

Addio pomeriggi liberi dopo la scuola. Addio giornate dedicate solo al relax. Addio caro divano su cui ero solita ristorare le membra stanche. Addio ancora amati libri! Da oggi la mia vita sarà interamente dedicata a diventare la schiava personale di Erza!

- C-che tipo di punizione? - azzarda Cana.

- Qualcosa di indimenticabile, così la prossima volta arriverete puntuali! -

Rabbrividiamo.

Quanto odio i suoi metodi per far rispettare le regole scolastiche a scuola! Qualcuno mi dica chi l’ha eletta. Torno nel passato e lo uccido! Tutto il mondo ne sarà felice, perché in questo modo avrò evitato di far salire in carica la più grande causa dell'estinzione umana: Erza.

- Su, su! Erza, non esagerare! - dice una voce amabile e pacata. Da dietro le spalle della rossa compare una ragazza della nostra età, dai lunghi capelli bianchi. La sua figura sinuosa muove un passo dopo l’altro avvicinandosi a noi. Sembra quasi una apparizione angelica: un vero e proprio miracolo divino. Mirajane Strauss si contende il primato con Erza come ragazza più bella della scuola. Fa parte anche lei del consiglio studentesco. Sul suo conto si narra che quando era rappresentante degli studenti alle scuole medie, diffondesse il terrore. Era nota con il soprannome di "diavolessa". Adesso è una persona completamente diversa. Mirajane è dolce e gentile, disponibile sempre con tutti. Spesso litiga con Titania, o più che altro è Erza a litigare con lei. Mira per la maggior parte del tempo rimane in silenzio, cercando di mediare ogni cosa che compie la rossa.

Santa Mirajane, grazie di esistere!

- Lasciale partecipare alla festa, può capitare a tutti di arrivare in ritardo per un motivo o per un altro - continua l'albina con voce angelica. Erza sembra tentennare, ma uno sguardo molto eloquente di Mira le fa cambiare idea.

- E va bene! Ma solo per questa volta, ragazze -

Non perdo tempo e apro la porta. Vengo investita da musica House e impazzite luci colorate. L'opprimente odore di sudore mi ferisce le narici, smorzandomi il respiro. Mi coglie un leggero giramento di testa, ma mi riprendo subito ed entro nella stanza, imitata dalle mie amiche. Cana entra per ultima, chiudendosi il pannello alle spalle. Storciamo un po' il naso, ma siamo salve dalle grinfie della terribile Titania...o almeno per il momento.

- Bene, ragazze! Scateniamoci! - grida Cana per sovrastare l'alto volume della musica. Ovviamente, però, non riusciamo a sentirla comunque. Così la nostra amica è costretta a ripetere la frase più volte, perdendo di volta in volta l'entusiasmo iniziale di cui era dotata.

- Pensavo che fosse una di quelle feste stile americano...- mi urla delusa Lucy.

- Lu-chan, troveremo un modo per rendere piacevole la serata - le ribadisco fiduciosa, ma a stento riesco a rassicurare me stessa di ciò che dico. Non mi piace la folla e, di conseguenza, non mi piacciono questo genere di feste così confusionarie.

***NOTE DELL’AUTRICE***

Ciao a tutti!

Dopo una lunga assenza durata quasi un mese, o poco più, sono tornata! Beh, approfitto di questo giorno in cui non sto particolarmente bene per pubblicare il capitolo [in ritardassimo!]. Non ho scuse per giustificare la mia sparizione, se non che ho avuto un mese a dir poco terribile e pesante e ne seguiranno altri per problemi personali.

Ma torniamo al capitolo...lunghetto. Dopo 4 capitoli (o 5, se contiamo il prologo) finalmente le quattro protagoniste sono arrivate al ballo. È entrato in scena un personaggio maschile [ihihihih] che, ammetto, parteciperà alla festa. Chi ha già indovinato chi è il ragazzo strambo col cappellino?! Penso tutti, ma...shhh...lo scoprirete presto. È stato divertente pensarlo vestito in smoking e cappellino da baseball, ma, d’altronde, lui fa parte di Fairy Tail: tutto è possibile [anche vestirsi male è permesso].

Questo capitolo era anche un po’ dedicato al passato di Levy. Okay, è un po’ inverosimile che lei, non ancora diciottenne, abiti da sola, però...non fateci caso! Il suo passato presto si intreccerà anche col presente e vedrà l’entrata in scena di un altro personaggio [non si tratta di Gajeel, attenzione! Lui entrerà in scena tra due capitoli, per la gioia delle fan della GaLe] insolito. Di certo, ancora non si è capito molto sul perché Levy sia andata via di casa e soprattutto sul perché i suoi genitori abbiano divorziato [e non ho ancora scritto quel capitolo, ma...dettagli!], ma ci saranno presto i vari chiarimenti.

Detto questo, vi saluto e spero di pubblicare il capitolo 5 al più presto (come sempre già scritto, ma da revisionare)! Fatemi sapere se ci sono eventuali errori e se vi è piaciuto!

Kisses,

DaisyChan

Ps: ringrazio marythepotatogirl per la scorsa recensione e, ovviamente, tutti i lettori silenziosi che seguono la mia storia!

   
 
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