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Autore: Gabry81    07/11/2016    3 recensioni
Sette capitoli per sette anni.
Sette anni per sette momenti.
Sette momenti mai raccontati.
Sette momenti che parlano di Ginny e di Harry. Di come i sentimenti di Ginny si trasformino nel tempo, senza però cambiare nel profondo. Di come Harry, inconsapevolmente, abbia trasformato poco a poco una semplice cotta nell'amore di una vita.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Il tempo piano piano passa. E i nonìstri ragazzi crescono.
I senimenti cambiano. Qualcuno se ne rende conto. Qualcuno ancora no...
Ma non sarà troppo tardi giusto? Sappiamo tutti come va a finire!
Grazie davvero a tutti quelli che leggono e che apprezzano questa storia!!!! Grazie davvero tanto!
Alla prossima!
Gabry









< Ragazze... Domanda di Difesa contro le arti oscure... >

Tre teste si voltarono in direzione della ragazza che aveva appena parlato.

< Se mi punto contro la bacchetta e lancio un Avada Kedavra, può funzionare come metodo di suicidio alternativo? > Chiese Ginny sconsolata, con gli occhi persi tra le righe del libro di Storia della magia.

Demelza ed Irine ridacchiarono, anche se un po' istericamente. Maggie si limitò a scuotere il capo e a tornare a concentrarsi sulla sua traduzione di Antiche Rune.

La rossa appoggiò la testa contro le pagine del libro, chiudendo gli occhi e massaggiandosi le tempie. La testa le scoppiava.

Stava scoprendo a sue spese che Harry e Ron non scherzavano affatto l'estate prima a dirle che i G.U.F.O non erano altro che una tortura psico-fisica su larga scala.

I professori ci stavano andando pesante con i compiti, e gli studenti del quinto anno ne erano sepolti vivi. Letteralmente, se si considera che Ginny ed Irine avevano entrambe quattro libri aperti attorno a loro e le gambe di Maggie erano completamente coperte di fogli di appunti.

< Non ne posso più... > Si lamentò ancora Ginny, rotolando sulla schiena e perdendosi ad osservare il soffitto.

< Nel tempo che hai passato a lamentarti avresti finito il tema sui diplomatici dei folletti! > La rimproverò Maggie.

< Come se questo avrebbe risolto i miei problemi... > Borbottò Ginny in risposta. Oltre a quel noioso tema di Storia della magia, ne aveva un altro altrettanto noioso e lungo di Pozioni, degli esercizi di Incantesimi e doveva prepararsi per l'interrogazione di Trasfigurazione. Tutto per Lunedì. E poi Maggie le chiedeva perchè si lamentava...

Rotolando ancora sul pavimento. Ginny riprese in mano la piuma d'oca e la intinse nel calamaio, cercando formulare una frase di senso compiuto da scrivere.

< Guarda il lato positivo > Le disse Irine, incoraggiante < Potrebbe andarti peggio >

< E come? > Chiese lei, scettica.

< Potresti essere costretta a passare tutta la sera in compagnia dei noiosi prediletti di Lumacorno assieme alla tua amica Hermione > Rispose l'amica, indicando la porta della stanza.

Ginny voltò appena la testa per scorgere una Hermione piuttosto sconsolata che si dirigeva verso la sala comune. Aveva indosso un vestito moderatamente elegante. Ginny si disse che stava andando ad uno di quegli incontri del Lumaclub.

Era stata invitata anche lei da Lumacorno, però gli aveva dovuto rispondere di no, con sua somma felicità. Anche se non ricordava più il motivo per cui aveva dovuto declinare l'invito. Era certa che non fossero i compiti, perchè non sarebbero bastati come scusa.

Oh certo! Che sciocca. Lei non ci andava perchè Harry, volendo evitare tutte quelle cene noiose e logoranti, continuava a spostare gli allenamenti in modo da evitarle, salvando in questo modo anche lei!

Fermi tutti un attimo...

< L'ALLENAMENTO! > Gridò Ginny, saltando in piedi. Demelza la guardò stupita, senza capire. Poi i suoi occhi si spalancarono e imitò la compagna. Le due ragazze presero scope e divise dai bauli e si affrettarono di corsa giù dalle scale.

< Non ci posso credere! Ci stavamo dimenticando dell'allenamento > Mormorò sconcertata Demelza.

< Colpa dei G.U.F.O! Friggono il cervello! > Esclamò Ginny.

< Ma noi dobbiamo fare le cose davvero importanti adesso! Giusto? >

< Giustissimo mia cara vice-cannoniera di Grifondoro! Dobbiamo prepararci a dovere per macinare i Serpeverde sabato prossimo! >

< Sbrighiamoci! Non so quanto potremo fare affidamento sul buon cuore di Harry se arriviamo in ritardo prop... Oh ciao Dean! >

Aprendo la porta che dava sulla sala comune, Demelza si era ritrovata davanti il ragazzo. Stava guardando proprio verso il dormitorio femminile e tamburellava per terra col piede.

< Ciao Dem... Ciao Ginny > Esclamò, liquidando in fretta Demelza per concentrarsi sulla sua ragazza.

Si avvicinò a lei e le diede un lungo bacio di saluto. Ben più lungo di quanto Ginny pensava fosse necessario, considerato che erano in sala comune ed erano in ritardo per l'allenamento. La ragazza mise il suo stesso trasporto nel bacio, ma dovette interromperlo piuttosto bruscamente.

< Potevi andare Dean. Non era necessario che mi aspettassi! Così farai tardi anche tu... > Gli disse, afferrandogli il polso e trascinandolo fuori dalla sala comune. Dean ovviamente dovette aiutarla ad attraversare il buco del ritratto. Come se lei non fosse capace a camminare. Ginny represse la frustrazione. Non c'era tempo di lamentarsi con lui. Erano troppo di fretta.

< Ehi Dem! Aspettaci! > Chiamò. La sua amica era appena sparita oltre la fine del corridoio. La sua testa sbucò da oltre l'angolo, leggermente confusa.

Dean borbottò qualcosa mentre i tre proseguivano la strada assieme.

< Che cosa hai detto? >

< Nulla di importante... Allora come è andata oggi? > Chiese il suo ragazzo, prendendo la sua mano nelle sue ed iniziando ad accarezzarla.

< Mi è sembrato di essere a lezione... Ho studiato tutto il giorno... > Mormorò stancamente la ragazza, con gli occhi semichiusi. Pensò a tutti i compiti che ancora le mancavano e che avrebbe dovuto fare o quella sera o domani. Domani, decisamente domani!

< Povera piccola... > Disse il suo ragazzo comprensivo, accarezzandole una guancia.

Ginny andò a nulla dal ritirarsi irritata. Più per le parole che per il gesto. Proprio non le piaceva essere chiamata “piccola”! Le ricordava quanto fosse dannatamente bassa di statura. E davvero non lo sopportava.

< Magari potrei aiutarti io... > Suggerì Dean speranzoso.

< Tu? >

< Certo! Ho già affrontato i G.U.F.O! Posso aiutarti in tutto! A parte Storia della magia ed Erbologia... Sono una capra in quelle. Allora ci stai? > Chiese lui.

Ginny rimase interdetta. Perchè l'idea che il suo ragazzo la aiutasse con i compiti non le piaceva neanche un po'? Si disse che avrebbe dovuto esserne felice. Eppure non ci riusciva.

< Ma poi tu non avresti più tempo per i tuoi... Non voglio essere la causa della tua bocciatura... > Disse evasiva. Dean s'incupì.

< Pensi che non sia in grado di fare i miei compiti e di aiutare te al tempo stesso? >

< Demelza! > Chiamò Ginny, guardandosi attorno, evitando così di rispondere.

Anche se poteva sembrare una scusa, non lo fu. La ragazza si era infatti accorta che la sua amica stava camminando molto più indietro di loro due. Si fermò, e così fu costretto a fermarsi anche Dean. Riprese a camminare solo quando Demelza li ebbe raggiunti.

Per tutto il tragitto fino al campo da quidditch andarono avanti così. Dean che faceva il premuroso e riempiva Ginny di attenzioni e parole dolci. Demelza dal canto suo continuava a camminare o più lenta o più veloce della coppia, cercando di lasciarli da soli. Peccato che Ginny glielo impedisse, continuando a raggiungerla o ad aspettarla. Solo quando furono ormai in vista del campo Ginny lasciò che la compagnia li distanziasse.

< Ginny dopo andiamo a fare una passeggiata vicino al lago? > Le propose Dean.

< Dean ho i compiti da fare... E anche tu... >

< Eddai! Solo dieci minuti! Non ci vediamo mai > Si lamentò Dean, mettendo il muso. Ginny sospirò.

< Va bene, ma solo dieci minuti... >

< Promesso? > Chiese Dean, con un sorriso a trentadue denti.

< Si... > Esalò stancamente Ginny, entrando finalmente dentro lo spogliatoio femminile. Li almeno Dean non l'avrebbe seguita.

< Io non ti capisco sai... > Esordì Demelza, mentre si infilava la maglia della divisa.

< A cosa ti riferisci? >

< A come ti comporti... Si vedeva lontano un miglio che Dean voleva rimanere da solo con te. Io volevo solo mettermi in disparte e lasciarvi spazio >

< Hai pensato che forse io non volevo restare sola con lui? > Chiese Ginny, vincendo finalmente la sua lotta contro il nodo della cravatta ed iniziando anche lei a cambiarsi.

Demelza rimase stupita da quella risposta, e ci mise diversi secondi prima di chiederle il perchè.

< Ecco... > Esordì incerta Ginny, che non sapeva bene come spiegare cosa provava < Mi sento soffocare Dem... >

Capì dallo sguardo dell'amica che non aveva capito, così si spiegò meglio.

< E' ovunque! Mangia con me. Viene in biblioteca con me. Sta con me in sala comune. Vuole che passiamo assieme ogni momento libero. Ma io non posso passare ogni momento della mia vita con lui! Adesso è pure entrato in squadra e vuole anche che studiamo assieme. Ma così avrei per me solo le ore di lezione e quelle di sonno... >

< Ho capito... Ma perchè ti sei messa con lui se fa così e tu non lo sopporti? >

< Perchè non ha sempre fatto così... All'inizio ci vedevamo abbastanza, ma potevo stare con voi se volevo. Adesso non ci riesco più >

Ginny sottolineò quella frase con uno sbuffo. Quell'aspetto di Dean non le andava proprio a genio.

Demelza non ebbe il tempo di dire nulla. Qualcuno bussò alla porta dello spogliatoio.

< Arrivi Gin? > Era Dean.

< Si un momento! > Rispose lei. Si cambiò più in fretta che potè e poi entrò in campo assieme a Demelza.

Il resto della squadra li stava aspettando al centro del campo. Ritchie era il più vicino e stava chiaccherando assieme a Jimmy. Poco più avanti c'erano Ron ed Harry. Suo fratello sembrava parecchio imbronciato, mentre Harry pareva più allegro.

< Iniziavo a temere che vi foste persi ragazzi > Li accolse con un sorriso. Ginny pensò che Harry era davvero troppo buono con loro. Probabilmente lei stessa avrebbe strigliato pesantemente dei ritardatari ad uno degli ultimi allenamenti prima della partita.

< Scusa capitano... Ci siamo perse con i compiti >

< G.U.F.O. Demelza. Ci sono passato e ti capisco. E mi sembrava di averti detto di chiamarmi Harry! > La rimproverò scherzosamente il ragazzo con un sorriso.

Demelza arrossì a quelle parole. Ginny non potè non pensare ai suoi sospetti sul fatto che la sua amica avesse una mezza cotta per Harry. E quell'idea la metteva sempre a disagio, dandole quasi fastidio.

Relegò a forza quel pensiero sul fondo della sua mente. Non voleva tornare a rimuginare sui suoi sentimenti che riguardavano quel ragazzo dagli occhi verdi davanti a lei.

Ma allora perchè le dava così fastidio se a Demelza piaceva... Piantala Ginny!

< Iniziamo allora! > Harry la richiamò alla realtà < Jimmy, prendi un bolide e inizia a scambiartelo con Ritchie come al solito. Ron, tu scaldati assieme ai cacciatori >

Tutti inforcarono le scope e si alzarono in volo. Ron si unì alle ragazze e a Dean e i quattro iniziarono a passarsi la pluffa. Ginny sentiva i colpi ritmici delle mazze dei due battitori che si scambiavano il bolide. Harry intanto aveva iniziato a volare tra di loro, provando picchiate e virate strettissime.

Ginny si distrasse alcune volte a guardarlo volare. Era così bravo. Doveva assolutamente chiedergli di insegnargli qualcuna di quelle mosse.

< Ginny! > Gridò una voce. La ragazza si voltò di scatto, ricevendo la pluffa in pieno viso.

< Vuoi stare attenta? Dovremmo allenarci noi > Le disse scorbutico suo fratello. Ginny rimase stupita del suo tono burbero, ma si riprese in fretta.

< Ma se stai mancando metà dei passaggi! > Disse scocciata. Le orecchie di Ron diventarono molto rosse e borbottò qualcosa che Ginny non volle ascoltare.

Andarono avanti per altri cinque minuti, con Ron che imprecava ad ogni pluffa che mancava e sibilava irato se per caso uno degli altri tre sbagliava. Ginny pensò che quello non prometteva nulla di buono.

< Okey ci siamo scaldati! > Li interruppe Harry, avvicinandosi ai quattro < Proviamo lo schema a triangolo rovesciato. Ron vai agli anelli. Jim, Ritch, facciamo come al solito >

Per i non esperti nel quidditch: lo schema a triangolo rovesciato è una tattica d'attacco che si usa quando il portiere riesce ad intercettare un tiro oppure l'ultimo difensore recupera la pluffa. Consiste nel mandare avanti due cacciatori che si scambiano la pluffa ripetutamente, attirando l'attenzione degli avversari. Il terzo doveva volare dietro di loro, al pelo del campo. Solo una volta giunti vicino agli anelli avversari, i due cacciatori avrebbero dovuto passare la palla al terzo che, trovandosi probabilmente libero da marcature, avrebbe potuto segnare facilmente.

Harry voleva fare di questo schema la sua tattica principale contro i serpeverde, e Ginny era d'accordo con lui che fosse il più adatto. C'era solo un problema. Questo schema prevede che i cacciatori mantengano sempre delle posizioni abbastanza fisse nel campo. Harry aveva stabilito che fosse Kate ad occupare il ruolo al centro, quello che doveva aiutare davvero Ron tra gli anelli e poi arrivare da dietro in attacco. Questo perchè lei era la più esperta delle tre. Ma ora avevano dovuto rivoluzionare tutto da quando Dean l'aveva sostituita. E stavano ancora decidendo quali posizioni assegnare a chi.

L'allenamento prevedeva che i tre cacciatori si alternassero nei vari ruoli, mentre Harry ed uno dei due battitori a turno cercavano di bloccarli. Il secondo battitore si preoccupava invece del bolide.

Iniziò Demelza. Lo schema andò bene, se non fosse che Ron si fece passare tra le mani un tiro molto facile.

Poi toccò a Dean. Lui non riuscì mai a ricevere la pluffa, perchè Harry riuscì ad intercettare il passaggio di Ginny.

< Ma quella cosa la chiami passaggio? > Le gridò irritato suo fratello.

< Chiudi quella dannata bocca! > Gli sbraitò lei di rimando. Ron era davvero insopportabile quando giocava male. E più sbagliava, più si arrabbiava e peggio giocava. Non parò un solo tiro in tutte le prove. E urlava contro tutti ad ogni errore che facevano.

< Ron ti conviene darti una calmata! > Ringhiò Dean, dopo l'ennesima sfuriata di suo fratello.

< Non sono in vena di essere calmo! > Rispose maleducatamente Ron, iniziando ad avvicinarsi minaccioso a Dean, che fece lo stesso, piuttosto arrabbiato. Ginny pensò che stava per finire male.

< Okey adesso smettetela! > Intervenne Harry, piazzandosi con la scopa in mezzo ai due e squadrandoli. Dean tornò immediatamente indietro. Ron continuò a guardarlo male e smise solo ad un'occhiataccia di Harry.

< Adesso proviamo la difesa in uno contro due. Ginny, ti va di iniziare tu? >

< Certo! > Rispose lei, posizionandosi davanti a Ron senza degnarlo di uno sguardo. Dean e Demelza scattarono in avanti. Ginny fece del suo meglio, ma difendere sola contro due era davvero difficile. Non riuscì ad intercettare il passaggio di Dean, lasciando Demelza libera davanti a Ron. La ragazza però tirò male e mancò gli anelli. Ron la guardò malissimo ma non disse nulla, felice che il suo errore passasse finalmente inosservato.

Ginny vide invece la sua amica tornare sconsolata verso il centro del campo, e pensò che le servisse un incoraggiamento.

< La prossima è tua! E stavolta entrerà > Le disse, senza però riuscire a tirarle su il morale.

Demelza però sbagliò anche il tiro dopo. Poi, quando fu il suo turno di difendere, abboccò ad una finta banale di Dean e lasciò al ragazzo campo libero per segnare.

Ron parve sul punto di esplodere, ma Harry lo anticipò, volando provvidenzialmente vicino alla ragazza per consigliarla ed incoraggiarla. Demelza annuì, ma sembrava sconfortata.

L'allenamento peggiorò sempre più. Ron non avrebbe parato un tiro nemmeno se Ginny gli avesse dato la pluffa in mano e Demelza sembrava davvero sfiduciata. Continuava a cascare nelle stesse finte. E Ron aveva ripreso ad inveirle contro ad ogni errore.

< Per Merlino! E' la quarta volta! > Sbraitò, al nuovo errore della compagna.

< Scusa Ron... Non succederà più > Mormorò Demelza. Ginny vide che aveva gli occhi lucidi e l'espressione triste. Ron era riuscito a demoralizzarla per davvero. E adesso Ginny sapeva che avrebbe dovuto fare i salti mortali per farla sorridere e ridarle fiducia. Demelza si demoralizzava facilmente purtroppo.

Nella prova dopo la ragazza volò molto dietro a Ginny, evitando in tutti i modi di ricevere la pluffa. Ma alla prova dopo toccò a lei iniziare con la pluffa. Era talmente spaventata dal poter sbagliare che non sapeva se passarla o andare da sola verso gli anelli, col risultato che Ginny le strappò di mano la pluffa senza problemi.

< Ma cosa diavolo fai? Se fai così sabato Urquart ti mangia viva! >

< RON! > Gridò Ginny, ammonendolo dal continuare. Vide Harry avvicinarsi a suo fratello e dirgli qualcosa. Ron annuì, anche se sembrava ancora furibondo come prima.

Toccava di nuovo a Demelza difendere. E anche questa volta abboccò alla finta di Dean, gemendo frustrata mentre il compagno tirava.

< Sei una cosa impossibile! > Strillò Ron, senza tentare nemmeno tentare di parare il tiro < Mai vista una cacciatrice peggiore di te! Sei una vera piaga! Ci farai perdere la partita sicuramente! >

Questo fu troppo per Demelza. Iniziò a singhiozzare e nascose il volto tra le mani.

< Lasciala stare! > Ringhiò Jimmy. Anche Ginny e Ritchie iniziarono a ringhiare contro Ron.

< BASTA COSI'! > Gridò Harry, zittendoli tutti < L'allenamento è finito! Ritchie, Dean, mettete via le palle per favore. Ron, se dici un'altra parola giuro che ti schianto! Demelza... >

Ma la ragazza non era più con loro. Era atterrata e aveva lasciato li la sua scopa, scappando via in lacrime.

Ginny puntò decisa verso terra ed atterrò vicino alla scopa dell'amica, raccogliendola. Guardò indietro. Vide Ron dare un calcio alla pluffa e farla finire fuori dal campo. Harry marciò verso di lui e lo afferrò per i vestiti. Di sicuro gli stava dando la lavata di capo che si meritava. Poi ci avrebbe sicuramente aggiunto la sua dose personale anche lei. Ma ora doveva pensare a Demelza.

Uscì dal campo e si diresse verso lo spogliatoio femminile. Ma, arrivata a metà strada, qualcuno la prese per un braccio e la fece voltare. Non capì chi fosse finchè non sentì delle labbra posarsi sulle sue.

Quel gesto di Dean la irritò parecchio. Non era proprio dell'umore adatto per dei baci. Si liberò bruscamente dalla sua stretta e si allontanò.

< Ma che fai? > Esclamò.

< Come sarebbe cosa faccio? E' un'ora che aspetto che l'allenamento finisca per stare con te! > Rispose lui, come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo.

< Scusa ma devo andare da Demelza adesso! > Rispose lei, sbrigativa. Ma fece appena in tempo a voltarsi che Dean la fermò ancora.

< Ma mi avevi promesso che saremmo stati insieme adesso > Si lamentò lui. Ginny si liberò ancora della sua stretta e si allontanò.

< Mi spiace Dean, ma ha bisogno di me adesso >

< Ah certo! Per me non hai mai tempo ma per la tua amica si! >

Ginny si voltò immediatamente a quella frase. Cosa aveva detto?

< Cosa vorresti insinuare? > Sibilò minacciosa, avvicinandosi a lui. L'espressione furiosa di Dean vacillò mentre si avvicinava.

< Dico solo che non è la prima volta che preferisci stare con altri che con me > Mormorò lui.

< Dean! Ma lo capisci che non posso lasciarla da sola in quello stato? > Disse lei, allibita.

< Dipende da cosa consideri importante... >

< LEI E' MIA AMICA! > Gridò Ginny.

< E IO SONO IL TUO RAGAZZO! > Alzò la voce Dean < DOVRESTI CAPIRE DA SOLA CHI DOVREBBE ESSERE PIU' IMPORTANTE! >

Ginny era rossa dalla rabbia. Fremeva talmente tanto che non riuscì a parlare per qualche secondo.

Lesse negli occhi di Dean che forse si era reso conto di aver esagerato e lo vide aprire la bocca, ma non lo lasciò parlare.

< Se pensi che confortare un'amica triste sia meno importante che passare un po' di tempo a pomiciare con il proprio ragazzo... Devi davvero fermarti a riflettere su cosa è più importante Dean... Tornaci da solo alla torre! Io vado da Demelza! > Disse dura. Gli voltò le spalle e si diresse verso lo spogliatoio femminile. Dean non la seguì. E fece bene, perchè se ci avesse provato Ginny lo avrebbe certamente affatturato. Si era comportato davvero da idiota immaturo. Pretendere che lasciasse Demelza a piangere da sola solo per passare del tempo con lui era fuori dal mondo!

Arrivò al corridoio che portava allo spogliatoio. Rimase sorpresa nel constatare che non era la sola.

Harry fece quei pochi passi che lo separavano dalla porta e bussò. Aveva ancora la sua Firebolt in mano. Nell'altra stringeva invece una mazza da battitore.

< Demelza > Chiamò < Posso entrare o ti trovo nuda? >

La ragazza non rispose. Quando Ginny lo raggiunse, potè sentire chiaramente il rumore dei singhiozzi dell'amica.

< Ron l'ha fatta grossa! > Sibilò, abbastanza piano perchè la sentisse solo Harry < Demelza si demoralizza in un attimo! E poi tirarle su il morale è un'impresa... >

Harry sospirò appena.

< Puoi controllare tu se posso entrare? > Chiese gentilmente. Ginny annuì e sbirciò dentro.

Demelza era seduta su una delle panche. Era ancora completamente vestita. Guardava il vuoto e tirava su col naso praticamente ad ogni respiro.

< Via libera... > Mormorò, entrando assieme ad Harry.

Ginny si sedette sulla panca accanto all'amica. Le passò un braccio attorno alle spalle, cercando di confortarla. Harry invece le si accovacciò di fronte. Demelza distolse lo sguardo per non incrociare quello del ragazzo.

< Ron è solo un idiota! > Esclamò Ginny, ma le sue parole non ebbero effetto. Demelza tirò ancora su col naso.

< Non ho fatto una sola cosa giusta in tutto l'allenamento... > Biascicò, con voce triste < Non posso giocare sabato... Vi farei perdere tutti! >

< Dem... > Gemette Ginny, ma Demelza la ignorò.

< Sono un incapace! >

< Dem ti prego... >

< Non merito di essere in squadra! > Gemette ancora Demelza. Incontrò per un istante lo sguardo di Harry, ma lo distolse subito. Sembrava quasi che si vergognasse a guardarlo.

< Hai detto a Seamus Finnigan che può fare da riserva... Vero capitano? Fai giocare lui al mio posto! Sicuramente farà meglio di me... > Mormorò affranta.

Ginny guardò Harry, implorandolo perchè lui dicesse qualcosa.

< Guardami Demelza > Disse infine Harry.

La ragazza tentò di tamponarsi le lacrime e poi si girò verso Harry, guardandolo affranta.

< Hai ragione! Ho detto a Seamus che può fare la riserva. E sai perchè l'ho fatto? >

Demelza ci mise qualche secondo a capire che Harry voleva davvero che gli rispondesse.

< Perchè è bravo? > Mormorò.

< Si, ma allora perchè non l'ho scelto per la squadra? > Chiese Harry < Perchè ho scelto te per la squadra! >

< Ma... >

< Demelza adesso ascoltami! Gioco da cinque anni. E di bravi cacciatori ne ho visti diversi. E sappi che tu non hai nulla da invidiare a nessuno di loro! > Disse deciso Harry.

< Ma se non ho fatto una sula cosa giusta per tutto l'allenamento! > Obbiettò lei.

< Giornata storta. Capitano a tutti. Io quando sono in giornata no fatico a volare dritto... E comunque non posso far giocare Seamus al tuo posto! Devi giocare al centro sabato! >

Demelza spalancò la bocca, completamente colta alla sprovvista.

< Io? Ma ho fatto schifo... >

< E sabato farai benissimo! Io credo in te Demelza! > Disse Convinto Harry.

Ginny rimase stupita quando sul volto di Demelza comparve un leggero sorriso incredulo. Non aveva mai visto la sua amica riprendersi così in fretta.

< Così va meglio! > Le sorrise Harry < Ora fila a farti una doccia e non pensare più di essere una cacciatrice orribile! E non dimenticarti questa! >

< E cosa dovrei farci? > Chiese Demelza, guardando la mazza da battitore.

< La dai sui denti a Ron! E' evidente! >

Demleza scoppiò a ridere. Prese la mazza e si avviò verso le docce ancora parzialmente piegata dalle risate.

< Adesso mi dici come hai fatto? > Esclamò Ginny < Quando Demelza è giù ci vogliono minimo due giorni per farla riprendere. E tu ci hai messo cinque minuti >

< Aveva semplicemente perso fiducia > Disse Harry < E io le ho mostrato di averne in lei, al punto da affidarle il ruolo più importante sabato. Con una responsabilità così le persone o crollano o si riprendono >

< E come sapevi che non sarebbe crollata? >

< Ho rischiato... > Rispose lui con un sorrisino, passandosi una mano tra i capelli. Ginny ridacchiò.

Scese il silenzio. Ginny si ritrovò a pensare che probabilmente era la prima volta che si trovava davvero sola con lui. E non trovava nulla da dirgli. Eppure i tempi in cui non riusciva a spiccicare parola davanti a lui erano finiti da un pezzo.

Vero?

< Come va con Dean? > Chiese cauto Harry.

< Bene... Perchè? > Rispose subito Ginny, sorpresa dall'argomento scelto da Harry.

< Ecco... Io non ho origliato Ginny... > Si giustificò Harry < Ma vi si sentiva dal campo >

Ginny si passò una mano sulla fronte. Davvero fantastico. Non solo aveva litigato con Dean, ma anche tutta la squadra li aveva sentiti.

< Dean si è comportato da idiota > Disse Ginny alla fine < Voleva che ignorassi Demelza e che la lasciassi qui a piangere per andare a fare una passeggiata con lui al parco >

Harry parve stupito.

< Pensi che sarei dovuta andare con lui? > Si scaldò Ginny.

< Certo che no! > Rispose subito lui < Solo non mi sembra un comportamento da Dean questo >

< Nemmeno a me... All'inizio non faceva così >

< Che intendi dire? >

Ginny studiò Harry per un istante. Poteva parlare dei problemi con il suo ragazzo con lui? Poteva considerarlo così vicino a lei?

Si rispose di si. In fondo erano diventati ottimi amici in quei mesi. Perchè non avrebbe dovuto aprirsi con lui?

< Dean sta diventando soffocante > Spiegò < All'inizio avevo tempo e spazio per stare con i miei amici e anche con te, Hermione e Ron. Ma più passa il tempo e più Dean vuole che noi stiamo di più assieme. Ormai il solo tempo che passo lontano da lui è quando studio o dormo. E vuole anche iniziare a studiare con me. Ma sta diventando davvero pesante... >

Harry si prese qualche secondo per valutare le sue parole.

< Gliel'hai detto a Dean? >

< No. Finiremmo sicuramente per discutere ancora... Ma non voglio litigare con lui > Mormorò Ginny.

< Ci tieni davvero a Dean? > Le chiese Harry, dopo un momento di silenzio. Anche Ginny si prese un attimo per rispondere.

< Beh si. Ci tengo tantissimo a lui > Rispose.

L'espressione di Harry cambiò per un brevissimo istante. Ginny credette di vedere un'ombra di tristezza attraversargli il viso. Ma fu solo un attimo. Pensò di esserselo immaginato.

< Allora parlaci. Di che quello che fa non ti fa star bene. Se ci tiene davvero a te, e credo proprio di si, capirà >

Ginny lo guardò curiosa.

< Da quando sei così esperto di relazioni? > Chiese scherzosa.

Harry si passò una mano tra i capelli, imbarazzato.

< Non lo sono > Ammise < Se lo fossi non sarei single adesso... Ma so che non è giusto che in un rapporto uno dei due stia male... >

Ginny gli sorrise dolcemente. Harry era davvero una bella persona. Aveva sempre una buona parola per tutti.

< Allora adesso vado a parlarci > Disse Ginny < Grazie Harry. Sei un vero amico >

E no! Stavolta non se l'era immaginato! Gli occhi di Harry erano divenuti ancora tristi per un istante alle sue parole, prima che riprendessero lo sguardo di sempre. Ma per quale motivo Harry era triste se lei le diceva che era un buon amico?

Ginny aggrottò le sopracciglia. Glielo avrebbe chiesto, se non fosse successo il finimondo.

La porta delle docce si aprì e una Demelza parecchio trafelata ne spuntò attraverso, indossando solo un asciugamano e un paio di ciabatte. Niente di troppo preoccupante, se non fosse per il fatto che l'asciugamano era avvolto attorno alla sua testa e non al corpo.

Tutto accade in meno di un secondo. Demelza si voltò verso di loro e incrociò lo sguardo di Ginny. La rossa spalancò gli occhi, presa dal panico, e Demelza iniziò ad urlare, avvampando. Harry, colto completamente alla sprovvista, si spaventò dell'espressione di Ginny e fece per voltarsi. La ragazza riuscì ad afferrargli la testa prima che vedesse Demelza e lo costrinse a voltarsi ancora verso di lei. Il collo di Harry fece uno strano crick.

< AHIA! Ginny mi serve ancora il collo! > Si lamentò lui, dolorante.

< Cause di forza maggiore > Rispose Ginny. Controllò che Demelza si fosse rintanata ancora nelle docce prima di lasciare andare Harry.

< Che cosa ti è preso? > Chiese lui voltandosi e non notando nulla di strano.

< Non pensavo di trovarti ancora qui... > Mormorò la voce di Demelza. Il suo occhio fece capolino timidamente dalla fessura della porta.

< Non era... Come dire... Presentabile quando è uscita un attimo fa... > Spiegò Ginny.

< Cosa intendi dire? >

< Harry santo cielo! Tu come sei quando esci dalla doccia? > Sospirò Ginny.

< Beh sono... Oh! Adesso ho capito > Rispose, spalancando gli occhi leggermente imbarazzato < Vado via subito! Scusami Demelza! Ti assicuro che non ho visto nulla! >

E se la filò fuori dallo spogliatoio. Ginny lo seguì, ridacchiando dell'imbarazzo dei suoi due amici.

< Lo sai che vi prenderò in giro per tutto il resto dell'anno per questo? >

< Non se ti cancello la memoria! > Rispose fintamente minaccioso Harry.

< Non lo faresti mai! Sei troppo buono Harry >

< Forse si... > Mormorò lui.

< Ehi! > Si stupì Ginny < Guarda che non è brutto essere buoni! Era un complimento il mio >

Harry sembrava non sapere cosa rispondere. Sorrise, e a Ginny bastò.

Rimasero qualche secondo in silenzio, guardandosi l'un l'altro.

< Credo che sia meglio che vada... Devo parlare con Dean... Sai... > Mormorò Ginny, quasi a volersi scusare che se ne stesse andando.

< Va bene. Io vado a controllare che Ron non si sia impiccato nelle docce... > Rispose lui, scuotendo il capo.

< Se lo sta facendo, stringigli il nodo da parte mia! > Disse Ginny con un ghigno malefico < Ciao Harry! >

< Aspetta! >

Ginny si voltò sorpresa. Harry la stava guardando con una strana espressione, come se volesse parlarle ma non sapesse bene cosa dirle. Ginny lo guardò stupita per qualche secondo prima che lui parlasse.

< Buona fortuna... Con Dean intendo > Mormorò Harry infine.

Ginny sorrise.

< Credo proprio che mi servirà... >

Si sorrisero in segno di saluto e poi si avviarono in direzioni opposte. Ginny continuò a sorridere per parecchio tempo.

Era felice. Felice perchè Harry era diventato davvero un amico fantastico per lei.
 

  
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