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Autore: Darth Ploly    08/11/2016    1 recensioni
Per Ponyville è un periodo di quiete: la vita scorre serena dopo che, qualche mese prima, una furia omicida si era scatenata contro gli inermi cittadini. Tutto è però tornato alla normalità e adesso ci si prepara per il grande evento: le elezioni che decreteranno chi sarà il nuovo sindaco. Ma qualcosa sta per cambiare: una pony che tutti speravano di aver dimenticato sta per tornare a Ponyville. Quale sarà il suo scopo? Cosa succederà alla città? E quale sarà la reazione di Octavia di fronte alla pony che le ha cambiato la vita?
Tornano le avventure della Melodia della Giustizia, disillusa detective che indaga lungo le strade di una Ponyville cupa ed egoista. Diretto seguito di "Melodia di Giustizia-A trip into madness", si consiglia vivamente di non iniziare questa lettura senza aver terminato la precedente.
Allontanandosi dal giallo tradizionale, questo racconto narra una vicenda più ampia in cui nuovi e vecchi personaggi troveranno maggior spazio e si verranno a instaurare o a sviluppare maggiori rapporti tra ogni protagonista e gli altri pony o la città stessa.
Mi auguro possa piacervi.
Genere: Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Derpy, Le sei protagoniste, Spike, Trixie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Non mi hai avvisata, Octavia! Ho infranto il regolamento per venire incontro alle tue richieste e tu non mi hai avvisata!”
“Abbassa la voce, Dash!” Le sussurro. Derpy è nella sua stanza a riposare. È stata portata qui da Spike e Twilight, aiutati dai Gufi che dovevano sorvegliarla e da due pony di Jesse Pinkmane. Per fortuna non li avevo ancora avvisati che tutto era tornato alla normalità!
Spike è andato via subito senza dire una parola, mentre Twilight ha controllato che stesse bene ed è rimasta con me fino all’arrivo di Dash. Stavolta è venuta da sola, lasciando Fluttershy allo Sugarcube Corner a occuparsi delle indagini. È infuriata e non posso certo darle torto: mi sono affidata a Spike, ho dato fiducia alle parole di uno che mi aveva già dimostrato di fare sul serio e le conseguenze sono state terribili. Derpy è stata fantastica, ma il pensiero di quel che sarebbe potuto accadere se non fosse stata tanto attenta o tanto veloce mi tortura.
“È un miracolo che non ci sia scappato il morto” Riprende lei facendo quanto le ho richiesto “Il tuo comportamento è stato vergognoso, Octavia. Ti ho lasciato la possibilità di agire in maniera autonoma e hai anche avuto il permesso di tenere gli strumenti del terrorista che sarebbero dovuti andare a noi. Avresti dovuto solo chiamarmi in caso di pericolo, quindi mi vuoi spiegare perché non l’hai fatto? Adesso finirò nei guai: non posso mantenere segrete certe rivelazioni”
“Ho pensato che non sarebbe stato necessario. Credevo che la faccenda stesse per chiudersi” Rispondo e le spiego quel che è successo l’altro giorno con Spike. La colpa di tutto questo è mia ed è giusto che lei sappia la verità, qualunque siano le conseguenze.
Quando finisco, Dash rimane in silenzio, come se non avesse la forza per rispondere.
“Scusami, Dash, ma in quel momento mi è davvero sembrata la cosa giusta da fare. Spike era convinto che …”
“Spike! Octavia, so bene che il tuo metodo di indagine è diverso dal mio. Tu ti spingi oltre dei limiti che io, come poliziotta e come pony, non potrei mai superare. Non ho mai apprezzato le tue collaborazioni con pony come Rarity o Twilight, ma in ogni caso non ho mai criticato le tue scelte: tu sei una detective privata, sei sveglia e matura e hai il diritto di agire come meglio credi. Ma Spike non è Rarity! È il capo dei Gufi! Per la miseria, è potente e importante quanto il Consiglio dei Quattro! Come hai potuto fidarti tanto di lui? Per quel che ne sappiamo, potrebbe essere addirittura un complice dell’attentatore!”
“Da quando i Gufi farebbero esplodere dei palazzi in centro?”
“Non saprei. Magari da oggi”
No. No, non è così, Spike non farebbe mai una cosa del genere. Di sicuro avrà commesso un errore in questa occasione, ma non ha mai fatto del male a nessuno da quando risiede in città. Inoltre ha vegliato più volte su me e Derpy, soccorrendoci quando eravamo in difficoltà. Devo concedergli almeno il beneficio del dubbio finché non mi avrà dato una spiegazione.
“Non sono pentita di aver collaborato con Spike” Le dico sinceramente, provocando il suo disappunto.
“È incredibile quanto tu sia cambiata dai tempi della polizia: in passato non avresti accettato di farti comandare da un criminale”
“Comandare? Sei impazzita, Dash? Ma ti senti quando parli?”
“E per di più non sei neanche la sola ad allearsi con loro” Continua lei “Pensi che non sappia cosa sta facendo Derpy con Rarity e i Quattro?”
Questa volta mi coglie impreparata. Immaginavo che per lei sarebbe stato facile venirne a conoscenza, ma non pensavo che ne avrebbe parlato in una situazione simile.
“Non criticare Derpy. Tu non hai nemmeno idea del coraggio che ha mostrato”
“Io non critico lei, Octavia: critico te! Cosa le stai insegnando? Credi che faccia bene ad affidarsi a pony come il Sibilante o Grifone?”
“Da quel che so, sono loro ad affidarsi a lei” Le faccio notare.
“Basta con queste idiozie!” Esplode lei “I Quattro che si lasciano guidare da una ragazzina? Io non credo a quel che sento! Derpy si sta cacciando nei guai e tu non te ne rendi conto! Sei così presa da Trixie da non badare a chi avrebbe più bisogno della tua protezione. La sete di vendetta ti ha accecato!”
Vendetta. Anche Derpy mi aveva detto cose simili la sera in cui è scappata. Se non sto attenta, rischio di allontanarmi da tutte coloro a cui tengo di più. Trixie è ormai diventata un’ossessione per me, lo so, ma d’altro canto non posso tirarmi indietro. Dash dice che dovrei proteggere Derpy, ma il solo modo che ho per farlo è fermare Trixie. Nessuno sarà mai al sicuro finché lei continuerà a percorrere le strade di Ponyville.
“Derpy è cresciuta tanto in questi mesi” Comincio io “E ha imparato a muoversi in questa giungla. Mi assomiglia ma ha anche qualcosa di te. La sua strategia si basa sulla tua ferrea volontà di agire nei limiti della legalità ma, come me, non disdegna l’aiuto di criminali, persino i peggiori. Io non mi sarei mai rivolta ai Quattro, ma Derpy ha preferito fare a modo suo. Pensi che non abbia paura, Dash? Ti sbagli! Ma ho capito che devo credere in lei perché ha le capacità per compiere grandi imprese. Ha ottenuto la protezione di Pinkmane senza l’aiuto di nessuno! Se lei crede che tutto questo possa aiutarla … possa aiutarci, allora voglio fidarmi di lei. Tu non faresti lo stesso con Fluttershy?”
Questa volta sembra che il mio discorso abbia effetto. Dash mi ascolta attentamente per poi riflettere in silenzio a lungo.
“Ti rendi conto che Derpy non è addestrata quanto Fluttershy?” Mi domanda.
“Ne sono consapevole” Rispondo impassibile.
Lei sbuffa e scuote la testa. Alla fine si alza e decide di andarsene.
“Ho molto lavoro da fare e sicuramente tu vorrai passare un po’ di tempo con Derpy. Scusami se ti ho disturbata a lungo”
Mentre si avvicina alla porta, la sua attenzione cade sui fogli con le firme raccolte da Derpy. Con una penna vicina, aggiunge il suo nome alla lista.
“Non fraintendere: non condivido le alleanze che avete formato. Eppure firmare non mi costa niente”
Le sorrido riconoscente.
“Avvisa Derpy che la voglio incontrare in commissariato” Continua lei “Magari potrebbe fornire degli indizi sull’attentatore”
“Glielo dirò appena sveglia” Prometto.
La guardo scendere le scale e mi assicuro che non sia intenzionata a tornare indietro. Quando è ormai già su Maner Street dico: “Puoi uscire fuori ora: se n’è andata”
Derpy esce dalla sua stanza e mi raggiunge tenendosi lontana dalle finestre. Mi ero accorta che stava origliando di nascosto la nostra conversazione. Non voleva che Dash la trovasse sveglia, probabilmente per evitare di rispondere alle sue domande. Non è affatto un comportamento da Derpy.
“Qualcosa ti turba?” Le chiedo.
Lei annuisce. Mi accorgo che sta tremando.
“Vuoi parlarmene?” Mi siedo sul divanetto e la invito a mettersi di fronte a me, ma lei invece si siede al mio fianco e appoggia la testa su di me. Cerco di tranquillizzarla abbracciandola e accarezzandole affettuosamente la criniera in attesa che si apra con me.

“Dal momento in cui i nostri sguardi si sono incrociati, è successo qualcosa di inspiegabile. Ho visto cose, Octavia: immagini che si susseguivano con rapidità, momenti che non ho mai vissuto, pony che non conosco. In mezzo a tutto questo c’era l’unicorno del bar, sempre, dovunque. Ho visto la bomba, l’istante in cui la preparava. Io … ho capito quel che voleva fare! Non so come o perché ma l’ho capito! E … e poi c’era … c’era lei, Octavia: c’era Trixie! Era con lui in un magazzino abbandonato. Stavano parlando ma non riuscivo a sentirli e … alla fine lui si è inginocchiato. Lavora per lei! Trixie ha un alleato, un aiutante segreto!”
“Derpy, ti prego, calmati!”
È agitata, sconvolta, terrorizzata. Io invece faccio fatica a seguire il suo incredibile racconto. Visioni, flashback … cosa significa tutto questo? È chiaro il perché non abbia voluto parlarne a Dash: avrebbe pensato che fosse ancora sotto shock o che, peggio, la volesse prendere in giro. Eppure non è così, la questione è molto più seria.
È da tempo che non vedo Derpy così fragile, forse dai nostri primi incontri. Inoltre c’è un altro dettaglio della sua storia che mi spinge a riflettere.
“Non è la prima volta che provi una sensazione del genere, vero?” Le chiedo “Cos’è successo quel giorno nella foresta?”
Lei solleva il muso e io posso scrutare nei suoi occhi ormai pieni di lacrime. Tra un singhiozzo e l’altro, inizia a spiegare: “L’orso … quando ho fatto da scudo alla piccola Apple Bloom, ho guardato l’orso negli occhi. Anche lì ho avvertito lo stesso brivido, la stessa scarica, e ho capito quel che pensava l’orso … anzi, l’orsa: io e Apple Bloom ci eravamo avvicinate troppo alla tana dove erano nascosti i suoi cuccioli e, data la nostra esuberanza, ha creduto che potessimo rappresentare un pericolo. Eppure è andata via subito dopo, come se avesse capito che in fondo non eravamo una minaccia. Io … io ero nella sua mente e sono stata anche in quella dell’unicorno al bar. Ma perché? Cosa mi sta succedendo, Octavia? Che cosa mi succede?”
“Hey, Derpy, coraggio” Torno a stringerla con forza “Coraggio, si risolverà tutto. Ci sono io con te. Ci sono io con te”
Quanto sembra facile a parole. In realtà non ho idea di cosa possa fare per aiutarla, non so neanche cosa sia tutto questo. Ma Derpy conta su di me, solo questo è importante.
Certo che, a ben pensarci, non è la prima volta che Derpy mostra di possedere strane abilità. Già in passato notai che aveva come la capacità di influenzare i pensieri degli altri pony oppure di avvertire delle sensazioni particolari in loro presenza. Fu lei la prima a credere all’innocenza di Lyra ai tempi di Pinkamena. Da allora non si erano più verificati casi di questo tipo, perciò non ci avevo più pensato. Eppure tutto questo è senz’altro opera di magia e io non sono esperta in questo ambito. Potrei rivolgermi a Twilight, ma ho paura di quel che potrebbe fare a Derpy, dato l’interesse che ha più volte mostrato per lei. Devo riflettere.
Dopo un lungo silenzio, mi viene un altro dubbio a cui avrei dovuto pensare prima.
“Derpy, chi era l’unicorno con Trixie?”
“Non … non lo so. Non lo conosco”
“Sapresti descriverlo?”
“Al bar era ben coperto, ma nella visione l’immagine era chiara: ha il manto arancione e la criniera rossa. Indossava anche un paio di occhiali. Ti dice qualcosa?”
“Sì … credo di sì …”
Ma non può essere lui! Ricordo un unicorno con queste caratteristiche tra le fila dell’Illusion, ma … non può assolutamente essere lui: Sunburst morì quella notte!

“Una bomba! Era questa la tua brillante idea, Trixie? Una bomba in pieno centro?”
“La cosa ti disturba?”
“Certo che mi disturba! Doveva essere un lavoro discreto e silenzioso, mentre invece hai attirato l’attenzione di tutti! E poi avevo parlato di spaventare, ricordi? Tu hai rischiato di ucciderla!”
“La bomba non era abbastanza potente. E adesso spostati: mi fai ombra”
Non la sopporto! Quanto è arrogante! Io le sto parlando in questo modo e lei è stesa tranquillamente a godersi gli ultimi raggi di sole sul terrazzo come se niente fosse. Ma chi si crede di essere?
“Come fai a non comprendere la gravità della situazione? Se si diffondesse la voce che quella pegaso sta portando avanti una mobilitazione contro di me, diventeresti la prima sospettata. Cosa farei io allora? Hai idea di che colpo sarebbe per la mia carriera politica?”
Ma lei non sembra interessata e, anzi, scoppia a ridere.
“Ti diverto?”
“No, Rich, mi fai pena” Risponde brutalmente “Ti stai piangendo addosso, sei uno smidollato”
“Come osi?” Replico furente.
“Pensi che mi interessi la tua carriera politica? Patetico!”
“Ora stammi bene a sentire, sottospecie di fattucchiera” Le tolgo gli occhiali da sole e la guardo con fermezza negli occhi “Dovresti preoccuparti di più del mio destino: se io cado, tu cadi con me!”
Quel che succede immediatamente dopo è talmente improvviso e rapido che non riesco a spiegarlo. Alla fine mi ritrovo paralizzato schiena a terra con Trixie che mi fronteggia minacciosa dall’alto.
“Era una minaccia? Mi stai minacciando, Rich? Ti è chiaro chi hai di fronte? Ho tenuto in scacco un’intera città con le mie sole forze e tu, ridicolo politicante da quattro soldi, credi di farmi paura? Sei arrivato dove sei solo grazie a me. Io garantisco la legalità nelle strade di Ponyville come mi hai chiesto, io metto in cattiva luce Dash e la sua squadra, io ti ho fatto guadagnare tutta la popolarità di cui ti bei! Ma ricordati che, così come ti ho dato tutto questo, posso anche riprendermelo! Tu sei legato a un’ancora che va sempre più giù nelle profondità marine. Credi forse che io sia legata al tuo fianco? No: io sono quella che la cala a fondo! E adesso stammi bene a sentire” Continua a dire allontanandosi e lasciandomi rialzare “So che hai un’intervista a breve e sicuramente ti faranno delle domande riguardo l’attacco allo Sugarcube Corner. Ebbene, tu farai ricadere la colpa sull’attentatore del taxi e ti lamenterai dell’incapacità della polizia nel gestire la situazione. Fai notare che non mi è permesso indagare su quel caso ma non chiedere per nessun motivo che mi venga affidato: se tutto andrà bene, la richiesta verrà dai cittadini. Tu sei bravo con le parole, vedrai che te la caverai”
Si allontana con grazia, dirigendosi verso il salone.
Prima di entrare, ci tiene a sottolineare: “Tu sei sicuramente l’insetto più ricco della città, Rich, ma per me rimani pur sempre un insetto. Ricordatelo bene”
Mi lascia qui sul terrazzo, troppo sconvolto per fare un passo o per dire una parola. È la prima volta che Trixie ha una reazione del genere. Nonostante l’abbia liberata e riportata alla civiltà, lei ha mostrato una furia che non mi sarei aspettato e … ho avuto paura.
Mi chiedo se sia questo quel che provano tutti quando la vedono per le strade della città.  
   
 
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