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Autore: DryJ    09/11/2016    2 recensioni
La Francia, era questa la meta, tutto quello che i pochi soldi racimolati con fatica dal padre avevano permesso loro di scegliere. Ed ora quella terra, nuova e sconosciuta a cui si erano preparate per mesi per apprenderne la lingua, le stava attendendo.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donna Barrat, Etienne de Sancerre, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Isabeau de Montmayeur, Nuovo personaggio | Coppie: Etienne/Donna, Ian/Isabeau
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XI

Il giorno seguente, i preparativi per la partenza dei Ponthieu e dei Sancerre, iniziati la sera precedente, erano già stati conclusi alle prime luci dell'alba. Le due famiglie avevano partecipato alla prima messa e Ian aveva chiesto al Signore protezione per il loro viaggio, in seguito avevano fatto colazione assieme a Luigi IX. Una volta terminato il pasto, tutti si prepararono per uscire dal castello.
Sèlene e Cassandra si stavano dirigendo verso l'uscita seguendo il convoglio di famigli e servi, quando quest'ultima fu attratta da Michel intento a conversare con Célèste De Grandprè. Lui le dava le spalle e la sua prestanza fisica copriva la contessa impedendo così alla giovane strega di leggerne il labiale o comprendere, almeno dalle espressioni facciali, cosa si stessero dicendo.
Cassandra si soffermò a guardare la scena, lasciando che sua sorella e il resto del seguito la superassero, con il cuore e lo stomaco sottosopra. "Cosa le starà dicendo? La starà salutando? Le starà dicendo che la ama o che le mancherà?" Queste domande la tormentavano turbandola più del dovuto.
Passarono un rientro tranquillo e piacevole, tuttavia Cassandra non riusciva a rasserenarsi, il rapporto con Michel era tornato rigido e freddo dopo la loro avventura nel bosco, il suo cervello la riportava sempre alla consapevolezza che lui avrebbe sposato Célèste e che non ci sarebbe stato posto per lei nel suo cuore.
Michel da parte sua risentiva di quella freddezza tornata a pesare tra i due, aveva provato durante il viaggio a riavvicinarsi ma senza successo. Immaginò fosse a causa di quella conversazione avuta con la figlia di Grandprè, lei doveva aver visto qualcosa e sicuramente il suo atteggiamento era stato influenzato da quello.
Cosa pensava di lui in quel momento? Lo detestava? Aveva deciso di darci un taglio ed allontanarsi definitivamente?
Quella pesante situazione non gli lasciava in pace la mente che in quel momento riusciva a produrre solo pensieri angoscianti.

***

Arrivarono al castello nel pomeriggio, Sèlene era felice di essere ritornata in un posto che stava iniziando ad apprezzare e, voltandosi a ricercare la figura di Marc, ad amare. Si diresse a grandi passi verso la loro camera seguita da una Cassandra tutt'altro che di buon umore.
<< Dovresti parlargli chiaramente >> Sèlene aveva esordito di punto in bianco facendo sobbalzare la sorellina assorta nei suoi pensieri.
<< E cosa dovrei dirgli? È promesso Sèlene, non può andare così, io sono una contadina e lei una contessa, non reggo il confronto >> rispose lei svuotando il suo bagaglio e sistemando le cose nella sua parte dell’armadio.
<< Secondo me stai sbagliando, agisci, vivi un pochino Cassy, tu lo desideri più di qualsiasi altra cosa al mondo e chissà magari anche lui ti desidera, pensaci >> concluse in risposta Sèlene scostandosi i capelli dal viso per poi richiudere il baule e sistemarlo sotto il letto.
Cassandra non proferì altre parole e continuò a sistemare le sue cose tornando presente dalle sue paure e insicurezze.

Per ironia della sorte, anche Marc e Michel si trovarono a parlare della dolce Cassandra, il fratello minore espose tutti i suoi dubbi e i suoi timori riguardo quella situazione così preoccupante.
<< È tutto meno spinoso di quanto tu creda, fratellino- gli disse Marc mettendogli una mano sulla spalla, fuori dalla porta della stanza di quest'ultimo- Lei ha un disperato bisogno d'amore e d'affetto, ha bisogno di attenzioni e in particolare delle tue. Chissà cosa starà frullando ora nella sua testa, timore, preoccupazione, angoscia, pensieri di ogni tipo, ma in ogni caso il suo principale pensiero sei tu, glielo di legge in faccia. E anche nei tuoi occhi vedo la luce quando parli di lei o quando la guardi >>.
Michel aveva distolto lo sguardo timido, il fratello probabilmente aveva ragione.
Marc continuò imperterrito << Va da lei, parlale e rassicurala, falle capire quanto sia importante per te, falle capire che le salveresti la vita ogni santo giorno anche solo dicendole che l'ami e che è tua e non solo in presenza di una tempesta e di un fiume in piena >>.
Michel riportò nuovamente lo sguardo sul fratello, come ravvivato annuí. Aveva avuto ragione in tutto, dalla prima parola del suo discorso fino all'ultima.
Lo ringraziò con un vigoroso abbraccio e filò in camera sua a riordinare i pensieri oltre ai bagagli, suo fratello aveva fatto gran parte del lavoro aiutandolo a mettere insieme ogni minimo pezzo di ciò che avrebbe voluto fare. D'un tratto si sentì stupido e cieco, perché non ci aveva pensato prima? La questione del matrimonio con la giovane De Grandprè aveva giocato un ruolo fondamentale in quella vicenda il che aveva creato una fitta nebbia davanti ai suoi occhi che gli aveva impedito di vedere le cose per come erano in realtà: semplici.
Ora doveva solo trovare il momento più adatto per parlarle, pensò che dopo cena sarebbe stato perfetto ma aveva bisogno dell'aiuto di Marc, doveva allontanare Sèlene per parlare in pace e tranquillità con Cassandra.

La cena arrivò presto e così anche la sua fine.
Sèlene si alzò poco dopo aver finito di mangiare seguita a ruota da Cassandra che aveva cercato di dissimulare il suo malcontento.
<< Vado in camera, tu mi raggiungi dopo? >> disse la piccola alla sorella.
<< Si- rispose subito lei- Starò un po' in giardino e ti raggiungerò tra un poco >> concluse con un sorriso.
Cassandra annuì e dopo averla salutata si diresse nelle sua stanza.
Michel gioì nel notare che le sorelle si erano separate autonomamente, chiese a Marc di intrattenere Sèlene spiegandole la situazione.
Pochi minuti dopo che Cassandra fu nella sua stanza, qualcuno bussò alla porta e quando aprì si ritrovò davanti Michel che non le diede nemmeno il tempo di realizzare quale tipo di emozione e sentimento potesse provare in quel momento.
<< Posso parlarti? >> le chiese titubante.
La ragazzina rimase spiazzata sulla soglia, fissandolo più terrorizzata che altro. << Certamente >> disse invitandolo ad accomodarsi.
Una volta dentro chiuse la porta ed accese il camino avvicinando di poco la mano alla legna e schioccando pollice e medio creò una scintilla che poi divenne fuoco.
L'ansia iniziava a farsi sentire, che cosa voleva dirle? Aveva solo mille ipotesi e nessuna di quelle andava a suo favore. Si sedette ai piedi del letto << Dimmi pure >> continuò, esortandolo a cominciare.
Michel prese un respiro profondo e si avvicinò a lei sedendocisi accanto. << Vorrei parlarti del nostro rapporto- esordì- Da quando ci conosciamo, tra noi è scattato subito qualcosa, lo sto realizzando solo adesso. Prima la mia mente era offuscata da Célèste De Grandprè e dall'obbligo del nostro matrimonio e non mi rendevo conto nemmeno dei miei sentimenti. Insomma, mi sono accorto che non posso fare a meno di pensare a te ogni giorno e che non posso fare a meno di vederti e starti accanto. Più ti sto vicino più mi accorgo che il mio cuore batte all'impazzata e che voglio stringerti al petto. Ogni volta che ti ho vista soffrire avrei voluto baciarti e soffocare le tue lacrime, ma voglio baciarti anche quando sul volto hai dipinto quel tuo bel sorriso. Adoro la tua voce Cassandra, adoro il tuo profumo e il tuo tocco. Adoro anche proteggerti ed è quello che ho intenzione di fare, mio padre capirà. Célèste ha già capito... >>. "Ti prego, non mandarmi via" pensò lui, conscio del possibile fatto di non averla convinta con quel discorso che gli parve d'un tratto così sciocco.
Cassandra ascoltò le sue parole con gli occhi sbarrati rendendoli inquietanti. Si voltò per guardarlo, che cosa le aveva appena detto? Aveva capito bene o il suo cervello era in vena di scherzi di cattivo gusto? Il cuore le batteva così forte da farle male. Le sue mani si mossero da sole cercando il suo volto e le labbra cercarono quelle di lui.
Lo baciò con tutto l'impeto che quel discorso le aveva creato, la sua mente e la sua ragione erano state messe fuori gioco, ora esistevano solo loro due e nient'altro. Lo baciò ancora e ancora, sempre più avida della sua persona e del suo amore, con euforia gli gettò le braccia al collo, supplicandolo di non lasciarla. Si allontanò dal suo viso restandogli a pochi millimetri << Ti ho amato dal nostro primo incontro >> disse la ragazzina in un soffio.
Lui la strinse nuovamente a se baciandole ora la fronte e le tempie, ora le guance. Ce l'aveva fatta, le aveva detto cosa provava, si era dichiarato e lei non lo aveva affatto rifiutato, lo aveva accolto a braccia aperte con quel dolce bacio.
<< Ti amo >> le sussurrò all'orecchio prima di riprendere a baciarla, questa volta con più decisione.
Ci volle ben poco per rendersi conto che entrambi erano finiti stesi sul letto, lei sotto e lui sopra.
Cassandra si prese un momento per ammirarlo permettendogli di perdersi nei suoi occhi, era bello, dolce, amorevole e premuroso, tutto quello che lei aveva sempre sognato. Gli allungò le mani sul collo dimenticando ogni timidezza, era lì davanti a lei e lei aveva necessità di amarlo e di essere amata. Lo attirò verso di se baciandolo, un bacio morbido e umido. Schiuse di poco le labbra permettendo così alla lingua di incontrare quella di lui, calda e irresistibile.
I baci di Michel si persero sul collo di Cassandra, così bianco e candido, e seguirono la linea sinuosa della spalla per poi deviare sulla pudica scollatura, tastando ogni centimetro di quel piccolo seno, profumato e morbido. Il tocco delle sue mani grandi e calde era diventato inarrestabile come il tocco delle labbra su quella pelle irresistibile, passava sui fianchi bramoso ma non per questo squallido. Scese giù fino alle cosce e alle ginocchia, Michel la voleva e non riusciva più a fermarsi, non voleva. Le dita incontrarono l'orlo dell'abito, lui la guardò con occhi languidi. << Posso? >> le chiese afferrandolo con un barlume di timidezza negli occhi nocciola.
Cassandra annuì guardandolo attentamente, si slacciò i lacci del corsetto rimuovendo così il pesante strato di tessuto, rimase con indosso i mutandoni e una camiciola candida. Sentiva le guance in fiamme ogni volta che lui la toccava o baciava, quelle sensazioni erano nuove per lei, un po' provava paura ma quando si soffermava sul suo viso ogni nuvola scompariva rapidamente. Si accomodò meglio sul letto, prese coraggio ed un respiro profondo, si slacciò i cinturini che le sorreggevano la biancheria e infine si sfilò la camiciola, distolse lo sguardo. Era la prima volta che stava nuda davanti ad un uomo. "E se il mio corpo non dovesse piacergli?" pensò prima di posare lo sguardo timido su lui, tremante e languida.
Il cuore di Michel prese a battere più forte, un fremito percorse ogni angolo del suo animo e con uno sguardo ebbe l'impressione di trasmetterlo anche a lei. Erano lì, soli, accaldati e finalmente insieme, nessuno sarebbe entrato nel loro piccolo mondo. Si slacciò velocemente la camicia mostrandole il torso scolpito e perfetto come lei lo ricordava. Le fece aprire piano le gambe per mettersi più comodo e lei poté così avere la prova che il ragazzo godeva di ciò che vedeva e di ciò che stava accadendo. << Sei meravigliosa >> le sussurrò all'orecchio con la voce resa lievemente roca dall'eccitazione e facendola sussultare, scossa dai brividi. Le baciò dolcemente un seno tenendo l'altro con la mano e stuzzicandone il capezzolo con due dita, non sapeva esattamente come si facessero quelle cose ma quello era esattamente ciò che desiderava fare. La mano poi scese fino alla pancia e a quel punto la seguirono anche i suoi baci. "È talmente perfetta che ho paura di rovinarla" pensò, per quello faceva piano e la toccava con delicatezza, le pareva talmente fragile che aveva timore di romperla sotto il suo tocco inesperto.
Lei piegò le gambe portandogli una mano tra i capelli e un'altra sulla schiena per poi spostarle sulle guance accarezzandolo, gli sollevò il viso e si mise seduta baciandolo. Le sue labbra erano tutto ciò che aveva sempre desiderato e ora che le aveva provate sentiva di non poterne più farne a meno. Gli portò una mano sulla nuca tornando coricata ed invitandolo a seguirla, portando entrambi a rimanere incatenati in quel bacio. Le gambe fini di lei erano strette ai fianchi di Michel e tremavano d'emozione. Attraverso quei baci lui cercò di tranquillizzarla e in seguito portò indice e medio sulla sua intimità, massaggiandola dolcemente. Sentiva i pantaloni diventare sempre più stretti quindi con l'altra mano li slacciò abbassandoli il tanto giusto per liberarsi.
La guardò in volto sperando di vedere un consenso, non voleva esagerare in nessun modo, voleva farla sentire a suo agio. Attaccò ulteriormente il petto a quello di lei come volesse percepirne il battito cardiaco.
Cassandra gli mise le mani sulle spalle, il respiro le si fece pesante, lento ed irregolare. Strinse la presa sulla sua pelle lasciandosi sfuggire un gemito basso. Le piaceva ciò che lui le stava facendo e il modo in cui glielo stava facendo. Sussurrò il suo nome più volte godendo di quel tocco. Allargò istintivamente le gambe per invitarlo ad entrare in lei, << Fammi tua >> sussurrò facendo sfiorare la punta del naso contro la guancia del ragazzo.
Michel sussultò, annuí baciandole dolcemente la bocca e s'insinuò in lei schiudendo le labbra in preda ad un piacere unico. Spinse piano per evitare di farle troppo male, poi lo fece ancora e ancora non potendo resistere a quella calda, bellissima, nuova sensazione. Strinse le coperte contraendo i muscoli del busto e delle braccia gemendo a bassa voce e invocando il nome di quella ragazza che per lui, in quel momento, era tutto.
Cassandra posò la fronte nell'incavo perfetto del suo collo, gemeva contro la spalla stringendolo a se, il dolore di quella prima volta era forte ma non quanto il piacere e l'amore che provava per lui e che in quel momento tanto intenso era cresciuto a dismisura. Fece vagare le mani sul corpo contratto del ragazzo, tracciando la forma dei muscoli gonfi per lo sforzo, lasciandosi cullare dal suo respiro pesante contro il proprio viso e da quel movimento.
Si unirono per tutta la notte dichiarandosi apertamente l'uno all'altra. Ora si appartenevano.

Era notte inoltrata.
Sèlene sorrise malinconica fuori dalla porta della loro camera, si strinse nelle spalle e si diresse verso il salotto. Ora che Cassandra aveva trovato quello che aveva sempre sognato, forse, avrebbe potuto vivere felice.
"E io?". La situazione con Marc era strana, entrambi facevano finta di niente anche se dopo quella volta nel bosco non erano riusciti a parlare e stare abbastanza vicini, in disparte. Lui non aveva avuto la possibilità di far nulla di ciò che le aveva detto quella notte, "Penserà che sia bastato fare sesso tra i cespugli per dimenticare quello che è successo?" continuò a pensare sentendo una piccola macchia di irritazione fare breccia nel cuore. "Fino a quando non si deciderà a dimenticarla non potrà mai esserci nulla tra noi se non puro piacere fisico, si vede che ha timore di aprirsi e di tornare ad essere vulnerabile". Si coricò nel divano assorta nei suo pensieri, "'Non è giusto" pensò prima di addormentarsi rapidamente.
Durante il sonno sentì il rumore sordo di una porta che si chiudeva con un po' troppa violenza seguita da un'imprecazione.
Marc la posò sul proprio letto dopo aver calcolato male le misure col piede per chiudersi dentro la stanza. L'aveva trovata li nel divano, passando per caso, e aveva deciso di portarla in stanza con se immaginando Michel e Cassandra fossero ancora insieme.
Lei si svegliò di soprassalto, un po' in ritardo rispetto al rumore. Si guardò intorno sbattendo gli occhi più volte, guardò lui, si passò una mano tra i capelli << Che cosa faccio qui? >> disse con la bocca impastata.
Lui quasi si fece scappare una risata nel vederla così spontanea e genuina. << Sei in camera mia perché non volevo lasciarti dormire su quel divano scomodo >> le rispose mentre le sfilava le scarpette con estrema nonchalance.
<< Vuoi approfittarti di me? >> disse con un mezzo sorriso lei prima di coricarsi tra i cuscini contorcendosi in quella morbidezza, ne abbracciò uno << Mi sei mancato >> sussurrò contro la stoffa prima di lanciargli uno sguardo eloquente, le era mancato davvero.
Marc sorrise, intenerito da quella scena. Si spogliò e nel mentre disse << Mi sei mancata anche tu e si, mi piacerebbe approfittarmi di te >>. Ignorò il cambio per la notte lasciato dai servi e si diresse a carponi verso di lei, in intimo. << E tu ti lasceresti fare ciò che voglio oppure sei troppo stanca per una notte di fuoco e vorresti solo stare tra le mie braccia? >> aggiunse posandole un primo bacio sul collo.
Lei sorrise tenendo gli occhi chiusi, piegò il collo offrendogli la pelle << Io mi farei fare tante cose da te, a qualsiasi ora del giorno e della notte- aprì gli occhi per guardarlo tagliente- Tu vuoi solo questo da me, non è così? >> la sua voce si incrinò sotto la pressione del nervosismo che cercò di camuffare alla bell'e meglio senza però sottrarsi alle carezze della sua bocca.
Marc si bloccò e piantò gli occhi sui suoi << Io voglio tante cose da te ma tu non scappare più signorina- le afferrò il volto con una mano- Mi hai fatto arrabbiare davvero tanto, quasi dimenticavo di dirtelo >> le strappò il cuscino dalle braccia gettandolo lontano.
<< Ah io ti ho fatto arrabbiare?- sibilò Sèlene mettendosi seduta e allungando le mani per riprendere il cuscino- Se io ti ho fatto arrabbiare allora non immagini cosa tu abbia fatto provare a me e cosa ancora provo quindi non azzardarti a dire cose simili >> concluse stizzita.
<< Hey, stavo scherzando... Stai davvero pensando ancora a quella faccenda?- le rispose lui attonito- Pensavo la stessi superando >> sperava davvero non fosse vero ciò che le sue orecchie avevano appena sentito.
<< E secondo te basta fare sesso in un bosco per superare la faccenda? Stai parlando sul serio? >> disse lei aspra con sempre più nervosismo.
<< Hai ragione- rispose lui dopo un paio di secondi di silenzio- Non ci siamo visti abbastanza per poter riparare le cose. Però no, non ho mai pensato di tenerti buona con quell'avventura nonostante sia stata indimenticabile >> azzardò a darle un bacio sulle labbra.
Lei non si ritrasse, rimase ferma al suo posto ad osservarlo << Che cosa sono io per te?- disse ad un soffio da lui- E' da un po' che me lo chiedo, sii sincero >> puntò gli occhi di ghiaccio sui suoi.
Lui sospirò << Tu sei la donna che voglio con me ma al contempo ho timore di non poter realizzare questo desiderio a causa delle nostre diversità. Una volta che sarà tutto finito, una volta che sarete libere, cosa farete? Cosa farai? >> chiese infine. Quella conversazione spingeva entrambi a ragionare su se stessi, sull'altro e sulla coppia. Ma erano davvero una coppia?
"Noi non siamo niente" pensò lei fissandolo. << Se mai riusciremo ad essere libere allora torneremo a casa e li faremo quello che abbiamo sempre fatto, lavoreremo la terra e vivremo con semplicità, mentre tu e Michel vi sposerete con nobili contesse, accrescerete le vostre ricchezze, la vostra posizione sociale e sarete l'orgoglio dei vostri genitori- sospirò- Ecco cosa faremo ed ecco cosa accadrà >>.
<< D'accordo, allora mettiamola in questo modo: una volta finito tutto cosa vorresti fare? >> si rese conto che quell'aspettativa di vita non versava a loro favore, lui e Michel erano davvero destinati ad una vita nobile con una moglie d'alto rango. Lei e Cassandra invece no, suo padre le teneva a Chatel-Argent per proteggerle e probabilmente una volta terminata quella faccenda le avrebbe rispedite in Irlanda.
<< Vorrei essere amata, almeno una volta per davvero >> rispose lei parlando stavolta a cuore aperto, era una cosa di cui aveva un disperato bisogno e ammetterlo ad alta voce le faceva male. << Vorrei avere una famiglia, dei figli, vorrei vivere una vita emozionante e libera di mostrarmi per come sono realmente, vorrei smettere di nascondermi ma tutto questo per me è irraggiungibile, io non sono destinata ad avere una vita simile >> continuò a parlare guardando un punto fisso alla sua destra e portandosi le ginocchia al petto, sospirò affranta.
Marc ebbe un'idea << State facendo un buon lavoro con Marianne e son sicuro che mio padre non vi lascerà andare anche se questa storia giungerà al termine! Dovrete mantenere un profilo alto e la vostra partenza non farà altro che destare inutili sospetti. Ergo, essendo le protette del Falco d'Argento, potreste rimanere e chissà... magari sposarvi con qualche nobile. Non trovi? >> le prese il viso tra le mani, dolcemente la portò a guardarlo nuovamente. << Troveremo qualcosa, non voglio andiate via, non ti ci vedo lontana dalla Francia. Non ti ci vedo lontana da me >> si avvicinò per baciarla e questa volta con una tenerezza che lei non aveva mai visto in lui.
"Chi mai potrebbe avere il coraggio di sposare effettivamente me e Cassandra? Chi potrebbe avere il coraggio di addossarsi una simile seccatura?". Tuttavia non le importò, rispose al bacio mettendogli le mani intorno al collo, voleva vivere come faceva sua sorella dentro quel sogno ad occhi aperti, voleva sfruttare al meglio il tempo che le era stato concesso in quel castello.

   
 
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