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Autore: Dio_dei_Fluff    09/11/2016    0 recensioni
Quando lo vide fu troppo tardi, stava abbracciato alla mora che gli sorrideva innamorata. E neanche Lauren, pur essendo molto cattiva, decise che non poteva rovinare la loro bella favola. Arrivata in macchina pianse tutte le lacrime che aveva in corpo prima di partire.
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Lauren, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO SECONDO
What a feeling, bein's believin'
Lauren aveva l’ansia. E non l’ansia che ti prende quando devi sostenere una prova importante, non quella che ti prende quando hai rotto un vaso e tua madre lo viene a scoprire, no… lei provava quasi un ansia costruttiva e elettrizzante che le faceva fremere i piedi: il suo primo giorno di lavoro. Katarina aveva quasi più ansia di lei, ma la sua ansia era probabilmente data dalla prova a sorpresa che avevano fatto sulle derivate prime. La prova era elementare e Lauren lo sapeva e di questo era sicura anche Katarina, solo che lei si agitava per nulla: la russa era una “fucking drama queen”, come adora dire Lauren quando la russa diceva che non aveva studiato, quando invece sapeva le cose meglio del Signore. Drama queen. Comunque da cara amica quale era, la russa aveva deciso di seguito la giovane americano nel suo primo giorno di lavoro, contraddicendo la sua ferrea regola che il pomeriggio bisognasse solo studiare.
Comunque la porta stava per aprirsi, Lauren stava per entrare per la prima volta alla palestra “Le Air”, la migliore. Non era neanche preoccupata, perché i suoi ragazzi non sarebbero stati presenti al momento, lei era lì da circa venti minuti e la lezione sarebbe cominciata circa 15 minuti dopo. Il suo orario era comodo, creato sicuramente dalla geniale mente di Giselle, che le aveva detto che doveva lavorare il lunedì, martedì, venerdì e sabato dalle 16,00 alle 20,00, Lauren avrebbe poi incaricato la sua assistente di fare lezione ai giovani il mercoledì sempre allo stesso orario.

Ancora un minuto e poi sarebbe entrata.

Solo un minuto.

Poi aprì la porta e decise che bisognava darsi da fare.
***
Dopo aver preparato tutto si mide seduta ed aspettò che i suoi studenti arrivassero, era un po’ emozionata nonostante non entrasse da più di un mese in palestra e la pancia di già tre mesi e mezzo cominciava a fare capolino se metteva abiti troppo     attillati.
Arrivarono con calma. Li riconobbe subito perché erano divisi in gruppetti e parlavano fitto fitto come se stessero parlando di segreti di stato: neanche la CIA parlava a voce così bassa.
Arrivarono e non la calcolarono nemmeno, il che era normale, aveva sentite che l’ultimo loro allenatore era scappato a gambe levate qualche settimana prima e che quei ragazzi erano terribili. Sentì una giovane dire “Chissà come sarà il nostro nuovo allenatore.” Lo stava dicendo mentre di scaldava in modo abbastanza errato.
“Ho sentito che è una persona che stava per andare alle olimpiadi, ma che poi ha dovuto rinunciare perché ha avuto dei problemi “gravi”” disse un giovane mimando delle virgolette quando disse la parola gravi.
“Sarà la solita scusa per dire che è rimasta incinta e che non ha più potuto far avverare il suo sogno di quanto aveva un mese e poi più e già si lanciava da una trave.” Disse qualcun altro.
E Lauren rideva, rideva così forte che se ne accorsero, dopo circa 10 minuti. Si girarono tutti a guardala e lei disse “No, continuate pure, è interessante sapere cosa pensano i propri allievi di te.”

 Il gruppo si freddò.

“Comunque, se volete farmi gli auguri, diventerò mamma ad Agosto.”
“Noi…” cominciò uno.
“Non scusatevi, per l’amore di Dio! Sono giovane anche io, anche io ho dedicato più di un allenamento all’insultare il mio allenatore, ma non è che ho mai pensato di farlo mentre lui era accanto a me.”
“Noi non lo sapevamo.”
“Immagino. Comunque io mi presento… sono L…” ma venne interrotta dalla voce di un ragazzo che disse “Lei è troppo giovane! Probabilmente sono più grande io di lei!”
“Scusa?” lo guardò torvo e in quel momento il giovane, che si chiamava Francoise, capì di avere fatto l’errore più grande della sua vita.
“Io… m… mi…”
“Oh, raggio di sole, non ti scusare. Ragazzi, poiché il vostro amico ha deciso che io sono un’incompetente farete 30 volte il giro dell’isolato, io e i miei tre assistenti staremo ad ogni angolo e se non vi vedremo fare tutti i trenta giri ne aggiungeremo un altro per ogni minuto che passeremo fuori per aspettarvi. E poi non è finita qui, ma per intanto può bastare.” Disse aprendo la porta a se e agli assistenti.
“Ma noi siamo ginnasti, non mezzofondisti!” disse uno.
“Magari voglio portarvi a Rio non come ginnasti, ma come specialisti nell’atletica. E ora correte.” continuò con un sorriso.
***
Finite due ore e mezza di allenamenti al limite: addominali, dorsali, laterali, skip, ripetute e chi più ne ha più ne metta.
I ragazzi stremati dissero “Abbiamo finito?” erano terrorizzati, le ultime due volte che le avevano chiesto se aveva finito con la tortura lei aveva solo rincarato la dose. Era stato terribile.
“Bene, dopo che ci siamo allenati sul rafforzamento di ogni muscolo possiamo cominciare con la ginnastica. Mi presento: sono Lorén Tagnì, ho 17 e sono stata per tanto tempo una ginnasta. Poi ho cambiato vita e sto per diventare mamma e sono la vostra allenatrice. Quando gareggiavo era chiamata “The Queen of The Beam”, la regina della trave. E mi veniva effettivamente molto bene. Ora sono qui con voi. Avrete capito una cosa di me: detesto che mi diano dell’incompetente. Io qui sono l’insegnante e voi gli allievi, non dimenticatelo. Ho cinque regole, memorizzatele perché non le ripeterò: numero uno  non perdete tempo a fare i ruffiani, sopporto poco gli studenti  e non cambierete le cose; regola numero due gli attrezzi. So che voi li trattate benissimo, ma voglio che lo facciate ancora di più, nessun graffio, macchia di qualche cosa, come il cibo, diffusione in tutto la palestra di magnesia, o qualsia altra cosa pensiate che sia lecita solo perché questa è la vostra palestra. Numero tre, non sono qui per farmi da amica del cuore, quindi se avete qualche problema di cuore con qualcuno non venite a parlarne con me. La numero quattro è una delle regole fondamentali: io non vi obbligo a tenere un comportamento casto e da suora, né vi obbligo a non avere relazioni in giro: fate quel che vi pare, però postilla numero uno: vi prego, usate il preservativo; e due se avete qualche problema perché siete inesperti in queste cose, beh, i consultori esistono anche qui.”
Tutti i ragazzi si guardarono imbarazzati e ad un certo punto una disse “Ne manca una di regola, lei ne ha dette sono quattro.”
“Regola numero cinque: io sono qui per farvi da allenatrice, però non voglio che la vostra immaginazione e la vostra fantasia siano messe in secondo posto dalle mie idee. Se voli volete fare qualcosa in una routine, ne parlate con me, vediamo come si può fare e poi la inseriamo. Ok?”

I ragazzi la guardarono con fare ammirato e poi lei disse “Visto che se vi chiedo i nomi e i cognomi e gli hobby e i libri che leggete vi annoiate a morte, faremo la presentazione in maniera alternativa: la nostra piccola gang seguirà ognuno di voi al suo attrezzo preferito, così vedremo quello che sapete fare, ok?”

Prima le signore, che erano anche in numero minore: Magdalene, andò alla trave (e Lauren decise che lei era quella adatta a battere Kayle); Samira alle parallele (chiaramente questa aveva la possibilità di battere Payson); Madlene le diede una bellissima prova di corpo libero (e decisse che grazie a lei Kelly Parker sarebbe scomparsa della faccia della terra) infine Cho che si destreggiò con ottimi volteggi (e anche Emily era fuori).
Anche i maschi diedero sfoggio di grandi capacità: Francoise, che ancora si scusava, si divertì sul cavallo (e Nick Russo era out); Mohamed alle parallele; Daniel con i volteggi; Stephan alla sbarra; Jean con il corpo libero e infine anche Cesare, agli anelli. Anche Carter era fuori.

Alle 19,50 Lauren fece smettere tutti e disse loro “Bene ragazzi, ha capito quello che sapete fare. Il mio scopo è uno solo: prepararvi per Rio. Lì voi batterete chiunque si metta sulla vostra strada.”
E così li lasciò liberi, concludendo la sua prima lezione.

          
 
 
 
 
 
 
 
  
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