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Autore: darken_raichu    09/11/2016    4 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Normalia, Welle, 24/07/4783, circa le 15
«Lopunny…» disse Zangoose, quasi mormorando «Tu…»
«Zangoose, Baron Barel, Lady Lopunny» disse Tauros rivolgendosi ai presenti «Quello che abbiamo da discutere è molto importante. Sono certo che lo sia anche la situazione, ma…»
«Tauros, questo incontro è estremamente importante per loro.» Rispose Barel, il Barone «Ho sentito diverse voci, ma credo possano aspettare. Lopunny, Zangoose, credo che sia giusto per voi uscire dalla stanza. Chiederei il contrario, ma siamo nella sala del trono.»
Zangoose e Lopunny annuirono e si diressero verso l’uscita. Il primo si sentiva il cuore in gola. “Perché è qui? Perché Barel è il barone? Perché…?”
Poi furono nel corridoio vuoto, con la porta della sala del trono chiusa alle loro spalle. Zangoose fissò Lopunny, e non poté far altro che restarne incantato come la prima volta che l’aveva vista. Ma vedendo il suo sguardo arrabbiato e triste, si sentì il petto stretto in una morsa.
«E così» disse la pokémon, fissandolo «sei tornato.»
«Io… sì.»
«E hai pensato bene di non venirmi a trovare. La tua fidanzata. Che ti ha aspettato per tredici anni.»
«Ecco, io…»
«TU cosa?!» Chiese Lopunny, alzando il tono di voce all’improvviso «Cosa dovevi fare di così importante, eh?! Cosa era così importante da tenerti lontano da me così a lungo?! Tredici anni fa hai praticamente smesso di mandarmi lettere! Una all’anno, o due quando andava bene! Pensi che bastasse?! Come credi che abbia passato questi tredici anni?! Credi che io non fossi preoccupata per te?! Hai idea di cosa voglia dire andare a dormire ogni notte col terrore di sapere che colui che amo potrebbe morire in qualunque momento?!» Ormai stava cominciando a piangere «Non sapevo dov’eri, cosa stavi facendo e perché. Il tutto mentre troppi Pokémon venivano a chiedere la mia mano a mio padre solo per interesse. Io…»
A quel punto, senza preavviso, Zangoose la strinse tra le braccia, in lacrime, spingendola contro il proprio petto «Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Ti amo, Lopunny, non volevo farti soffrire. Mi dispiace. Mi dispiace.»
Per qualche minuto, nessuno dei due parlò. Si limitarono a restare lì, in lacrime. Poi, Lopunny alzò lo sguardo di nuovo.
«Adesso cosa farai Zangoose? Dimmi che non te ne andrai di nuovo. Dimmi che questa volta resterai con me.»
Zangoose rimase in silenzio ancora qualche istante, limitandosi a restare abbracciato a Lopunny, poi annuì «Devo solo viaggiare per Normalia, tra l’altro insieme al Barone, quindi sarò al sicuro. Prometto che non me ne andrò di nuovo, mai più.»
Lopunny annuì «Ti credo, ma questa volta voglio venire con te. Non mi importa cosa dirai» disse prima che Zangoose potesse replicare «verrò con te in ogni caso.»
Il pokémon dalla pelliccia bianca e blu fece per dire qualcosa, poi scosse la testa. In fondo, non c’era niente di pericoloso in questo. Di certo il Conte si sarebbe unito a loro, quindi lo stesso avrebbero fatto le sue guardie. Lopunny sarebbe stata al sicuro.
Ancora per qualche momento Zangoose rimase lì, abbracciato a lei. Poi delicatamente si saperò «Adesso però devo andare. Ho parecchie cose di cui discutere con tuo padre e il Conte. Inoltre Tauros sarà impaziente. Nonostante tutto, certe volte è un po’ fissato.»
«Mio padre dice sempre che qualunque cosa faccia, non si ferma finché non l’ha finita, il che è ammirevole. Sono certa che sia un bravo pokémon.»
«Assolutamente. A proposito, come mai tuo padre adesso è Barone? L’ultima volta che ci siamo visti…»
«Tredici anni cambiano tante cose. Il vecchio Barone è morto senza eredi, e come d’usanza hanno dovuto scegliere uno dei grossi proprietari terrieri della zona come successore. Dovevi vedere mio padre quando l’hanno eletto, era al settimo cielo.»
«Capisco.» Rispose Zangoose annuendo «Adesso andiamo, il Conte, Tauros e tuo padre ci aspettano. Se stiamo via ancora a lungo…»
Lopunny annuì, e anche se riluttante si stacco da Zangoose. Poi i due rientrarono nella stanza. Zangoose sorrise. Ora che Lopunny era di nuovo con lui, non c’era nulla che potesse fermarlo.
 
Truepower, 25/07/4783, circa le 12
Banette aprì gli occhi, guardando un soffitto di pietra. Gli ci volle poco per capire che si trovava in una cella. Se non fossero bastate le pareti spoglie, l’indizio decisivo erano le sbarre in pietra e ferro.
Il suo primo pensiero fu quello di rendersi intangibile e passare attraverso le pareti. Sembrava un buon piano finché non andò a sbattere contro una lastra di pietra. Provò diverse volte, ma non riusciva nemmeno ad infilare del tutto la testa nel soffitto, e da un rapido esame si rese conto che le pareti e le sbarre erano dello stesso materiale.
«Maledetta Pietrastante.» Borbottò. Quella pietra era l’unico materiale al mondo che poteva bloccare uno Spettro che si rendeva intangibile. Era praticamente certo che anche le Roccianime degli Spiritomb fossero dello stesso materiale, ma non gliel’aveva mai chiesto. Sapeva solo che uno Spettro non poteva attraversare quella pietra. Come del resto era quasi impossibile danneggiarla con delle mosse o Teletrasportarvisi attraverso. In parole povere, uscire dalla cella usando mosse o capacità fisiche da Spettro era impossibile.
A quel punto decise di dare un’occhiata fuori dalla cella. Nel corridoio, in vari punti, c’erano almeno una decina di pokémon, di tipo Buio soprattutto. “Hanno proprio pensato ad ogni evenienza.” Borbottò. Ovviamente, si erano anche presi la Megapietra che teneva nascosta addosso. Non che gli servisse a molto, nella situazione attuale, ma sarebbe stato bello averla.
“Vediamo di riassumere. Il Custode di Giratina, maledetto, mi ha spedito nel Mondo Distorto e li mi ha battuto approfittando del terreno che non conoscevo. E ora mi risveglio qui. Giratina, è davvero difficile fare due più due…” Rifletté. In quel momento, riconobbe un pokémon famigliare tra i presenti.
«Buongiorno, Banette. Hai dormito parecchio.» Commentò Aegislash. Era posato alla parete e non pareva stare benissimo. Eppure, il suo occhio esprimeva trionfo.
«E io che pensavo avessimo risolto le cose tra amici.» replicò Banette «Catturarmi è stato molto poco sportivo.»
«Oh, mi dispiace di non aver seguito il codice contro i traditori. Se l’avessi fatto, saresti finito decapitato sul posto.»
«Ah sì? E perché non l’hai fatto?»
Aegislash sbuffò «Specchio, il Surskit, mi ha convinto che ci saresti servito di più vivo, e gli ho dato retta. In un certo senso, gli devi la vita.»
«Me lo ricorderò. Lo ucciderò per ultimo.» Replicò Banette con un sorriso.
«Come ho fatto a fidarmi di te?»
«Oh, non è stato difficile, credimi.»
Aegislash lo guardò con rabbia, poi si girò «In ogni caso, il Capitano mi ha dato il permesso di tenerti in custodia per tutto il tempo che riterrò necessario per strapparti le informazioni che vogliamo. E credimi, ritengo ci vorrà molto tempo.»
«Sono terrorizzato.» Commentò Banette, sarcastico. “Divertiti pure, finché puoi. Vedremo quanto riderai quando conquisteremo la città.” Pensò, con rabbia. Appena lo avessero liberato, il Custode l’avrebbe pagata cara.
 
Truepower, 24/07/4783, circa le 23
Omastar sorrise mentre, nel buio della notte, i suoi cinquecento pokémon si avvicinavano alle mura di Truepower, al segnale, si divisero in cinque gruppi, muovendosi silenziosamente intorno alla città. Quella mattina, di buon’ora, il Tenente aveva visto le forze di Truepower lasciare la città, certamente dirette verso Jouletown, la cittadina che Kabutops e i suoi avevano messo d’assedio. Senza saperlo, si dirigevano verso la propria morte.
“E ora, il prossimo passo.” Si disse. A un suo segnale, alcuni Pokémon presero a lanciare attacchi verso la cima delle mura. Non erano attacchi volti a danneggiare la parete, ma mosse come Frustata, adatte a permettere ai pokémon di scalare.
Omastar stesso aprì la strada, per quanto avrebbe preferito usare l’altro metodo, ma era a metà strada, aggrappato per i tentacoli a tre diverse liane, quando si rese conto che qualcosa non andava.
“Strano, sembra quasi che ci invitino ad entrare. Possibile che abbia portato con sé tutti i soldati?”
Il fatto che Banette fosse stato catturato era un brutto colpo, d’altra parte, e poteva voler dire molte cose. Per esempio, che poteva aver parlato. No, era impossibile, lo conosceva abbastanza bene e sapeva che era un fedelissimo dell’Organizzazione. Si sarebbe fatto uccidere prima di rivelare qualcosa su di loro.
“Come Giratina abbiano fatto a catturarlo, tra l’altro…” Si chiese. Il rapporto arrivato affermava che erano state scoperte due spie, e che Banette le aveva affrontate ed era sparito. Poi era stato confermato imprigionato a Truepower.
Quanto alle spie, non c’erano notizie. “Dato che la nostra spia ci avrebbe riferito il loro ritorno se ne fosse venuta a conoscenza, dubito che siano tornati. Secondo il rapporto, a catturare Banette sono stati due soldati. Potrebbero essere gli stessi, ma dato che non abbiamo prove non posso buttar via settimane di pianificazione. Già ha fallito nella cosa più semplice del mondo, catturare gli infiltrati che abbiamo attirato ed estorcergli ogni informazione possibile come da programma, poi arriva persino a farsi catturare.”
Immerso in quelle riflessioni era arrivato alla cima delle mura. Non gli restava altro da fare che aggrapparsi al muraglione e balzare dall’altro lato.
“Se avessimo avuto pokémon Volante sarebbe stato più facile, ma sono tutti con Kabutops a Jouletown.” Rifletté mentre con uno sforzo, si sollevava oltre il muro. E atterrava su qualcosa di morbido.
“Cosa…” Si chiese, poi sentì il terreno tremare sotto di sé. Fece un passo indietro, mentre un Quilava si sollevava. Il pokémon sorrise, poi un’Eruzione si sollevò verso il cielo.
Un attimo dopo, dai boschi vicini, una carica di Pokémon partì contro gli assedianti. Non ci voleva un genio per rendersi conto che erano in minoranza numerica.
“Ma che cosa…” Si chiese Omastar, poi realizzò.
 «Erano preparati!» Esclamò, stupefatto «Ma come… perché?!» Nel frattempo, altri Pokémon si erano raddrizzati sulle mura, ed altre fiammate, tuoni e luci avevano preso a volare verso il cielo. Evidentemente, anche gli altri assedianti erano stati scoperti.
«A tutti i soldati, prepararsi al combattimento!» gridò dall’alto delle mura, mentre per un soffio schivava un Rotolamento del Quilava «Tutti quelli a terra difendano le liane, quelli a metà strada salgano e si preparino al combattimento! Quanto a te…» disse rivolgendosi al Quilava, di cui aveva nuovamente schivato il Rotolamento «Addio.» Disse. Un’Idropompa partì dalla sua bocca e scagliò l’avversario giù dalle mura, un volo che non avrebbe certo permesso a quello di sopravvivere.
Nel frattempo, altre guardie erano sbucate intorno a lui, e vedere il pokémon precipitare in quel modo non le aveva messe di buon umore. Fortunatamente, lui aveva dalla propria parte un paio di membri dell’Organizzazione.
«Difendete le fruste, non lasciate che le stacchino o le distruggano. Ricordate, se non li sconfiggiamo, saranno loro a distruggere noi!» Gridò. Accanto a lui, gli altri due (che nella fioca luce riconobbe come un Simipour e un Ariados) annuirono. Poi, la battaglia entrò nel vivo.
 
Cacturne osservò le forze nemiche. C’erano circa cinquecento dei loro, divise in cinque gruppi da un centinaio. Più del previsto, ma lui aveva oltre il triplo delle loro truppe. Aveva inviato gli altri quattromila a combattere a Jouletown sotto il comando del Conte, che aveva detto di sentirsi più al sicuro con il grosso delle forze. Non gli era piaciuta l’idea in realtà, visti i precedenti del pokémon, ma poteva farci ben poco, solo sperare che il comandante delle truppe di Ampere City, che aveva inviato le forze per cogliere in contropiede la trappola del nemico, riuscisse a compensare alle capacità dell’altro. Il pensiero della loro discussione del giorno prima, quando l’altro aveva rifiutato categoricamente di lasciare il comando a qualcuno di più competente, lo faceva ancora ribollire di rabbia.
Si concentro sulla battaglia. Come sperava, la lotta si era spostata sulle mura, dove il nemico aveva meno spazio di manovra. Inoltre, come sperava, la trappola scattata in cima alle mura, dove il nemico non si era reso conto della presenza delle guardie fino all’ultimo, aveva lasciato gli avversari spiazzati.
Si mosse rapidamente intorno alle mura. Da ovest non c’era di che preoccuparsi, dato che su quel lato Truepower era incastonata nella montagna, che faceva da barriera naturale, cui si erano aggiunti i lavori svolti chissà quanto tempo prima per rendere le pareti pressoché impossibili da scalare. Quanto ai cinque attacchi, erano concentrati sui fianchi, ben lontani dalla porta principale. Esattamente come previsto.
Osservò le varie liane, o qualunque cosa fossero i cavi usati per scalare le pareti. Uno di essi, in quell’istante, si staccò portando con sé un pezzo delle mura, che crollò sui nemici. Evidentemente, o il muro non era in buone condizioni o una mossa lo aveva spezzato. In ogni caso, non erano buone notizie per gli assedianti, che in quel punto ora erano divisi tra quelli in cima alle mura e quelli in fondo, dato che le altre liane si erano già staccate da tempo.
Tuttavia, si rese conto che gli altri stavano resistendo. Era parecchio impressionante, specialmente in considerazione del fatto che erano da ogni parte un centinaio contro circa trecento.
“Devo trovare il comandante. Sconfitto lui, dovrei riuscire a sconfiggere anche loro.” Pensò. Chiamò uno dei Pokémon Volante a sua disposizione, un Pelipper, e gli spiegò rapidamente la situazione.
«Quindi signore devo cercare chiunque stia dando ordini al nemico e non attaccarlo bensì comunicarglielo, sbaglio?»
«No, corretto. Dai ordine anche agli altri pokémon Volante che vedi. Chiunque sembri un comandante deve essermi subito segnalato.»
«Certo signore.» Rispose il pokémon. Fece per prendere nuovamente il volo, ma un forte scoppio arrivò dalla cima delle mura, seguito dall’ombra di un pokémon che precipitava dal muraglione.
«Credi di riuscire a portarmi lassù?» Chiese Cacturne.
«Con piacere signore.» Rispose Pelipper, allargando le li e permettendo a Cacturne di posizionarglisi sulla schiena. Dopo un breve volo, il Pelipper atterrò sul muraglione, poco lontano dal punto dello scoppio. Cacturne lo ringraziò e gli ricordò la sua missione, poi si mise a correre sul bordo delle mura.
Lo spettacolo che si trovò davanti nel punto dell’esplosione fu molto particolare: c’erano una decina di morti o feriti a terra, e sei o sette pokémon, che a giudicare dalla posizione erano membri dell’Organizzazione, intenti a lottare contro tre pokémon dell’Alleanza, evidentemente in difficoltà.
“Come hanno…” Si chiese, poi vide l’aspetto di uno di loro.
Era un Omastar, ma non come quelli normali. Il suo guscio aveva spuntoni d’acciaio simili alle corna di un Aggron, al posto dei piccoli spuntoni in pietra tipici della specie. I tentacoli erano più lunghi e di un colore diverso, più simili a quelli di un Tentacruel, e sulla punta avevano dei piccoli artigli, che gli ricordarono quelli di un Eelektross. Similarità accentuata dal fatto che il pokémon stava fluttuando.
“Dannazione, è la stessa cosa di Roserade?” Si chiese, mentre una Velenpuntura sconfiggeva uno dei tre soldati dell’Alleanza rimasti. Un Manectric, prima di essere abbattuto da un Ariados, lanciò verso l’alto un Tuono, sperando probabilmente in nuovi aiuti. L’ultimo, un Machamp, era in evidente difficoltà contro otto nemici.
Cacturne rifletté rapidamente. C’erano un Ariados e un Simipour, che parevano piuttosto affaticati. C’era l’Omastar. Una coppia di Toxicroak, che parevano anch’essi molto stanchi. Un Monferno che invece appariva piuttosto in forma. Un Mewostick maschio, intento a erigere uno Schermoluce per indebolire il Focalcolpo che il Machamp stava scagliando. Un Galvantula, che lanciò un Elettrotela verso l’avversario.
“Ok, vediamo cosa riesco a fare.” Si disse. Poi si lanciò in avanti.
Arrivò addosso al Meowstick senza che quello se ne rendesse conto, scagliandoli contro uno sciame di Missilspilli che lo scagliarono via. Questo ovviamente attirò l’attenzione dei Pokémon vicini. Il Simipour fu il primo a girarsi, solo per ritrovarsi un Pugnospine piantato in faccia, finendo scagliato via. Ariados gli si lanciò addosso con un Coleomorso, ma lo Sbigoattacco di Cacturne lo colpì prima che riuscisse ad andare a segno spedendolo giù dalle mura.
A quel punto, i presenti erano tutti concentrati su Cacturne. Il Machamp ne approfittò, colpendo uno dei Toxicroak con un Incrocolpo che lo fece crollare, ma un secondo dopo l’altro rispose con Nemesi, centrando Machamp al petto e abbattendolo.
Cacturne analizzò la situazione. Si abbassò evitando per un pelo l’Elettrotela di Galvantula, ma ce n’erano altre già sparse in giro per lo stesso passaggio sul muro. Il Toxicroak si lanciò su di lui, ma con un Pugnospine riuscì a farlo arretrare. Fece appena in tempo a scartare di lato quando un Ruotafuoco e un Tuono passarono per il punto in cui si trovava un secondo prima. Il Ruotafuoco era di Monferno, il Tuono, si rese conto, era stato scagliato dall’Omastar.
“Male, male…” Pensò, guardando i pokémon rimasti. Aveva sperato e pianificato di sconfiggerne il più possibile, ma così la situazione non era per nulla buona, visto che solo in quattro erano crollati.
Fu in quel momento che, per fortuna, giunsero in suo soccorso altri pokémon. Il segnale lanciato prima dal Manectric doveva aver avuto successo, perché uno Staraptor piombò dall’alto, mentre due volti famigliari lo raggiungevano. Gurdurr e Dustox stavano avanzando rapidamente.
Lo Staraptor piombò a sorpresa sul Monferno con un Baldeali, sconfiggendolo immediatamente, per poi risalire un secondo prima che un Fulmine lanciato dall’Omastar riuscisse a raggiungerlo. Si scagliò sul Toxicroak, ma qui ebbe meno fortuna, perché un Geloraggio lo colpì in pieno, costringendolo ad arretrare, essendo gravemente danneggiato sia dalla mossa che dal contraccolpo dei due attacchi.
Cacturne sorrise, ma un attimo dopo vide un Seviper salire lungo le liane e atterrare accanto agli altri membri dell’Organizzazione.
«Taglia le liane!» Gridò allo Staraptor, che annuì e si lanciò verso il basso con un Aeroassalto. Una delle liane cedette con un sonoro schiocco, e Staraptor risalì per tagliarne un’altra, quando un Fulmine gli passò accanto costringendolo ad arretrare.
Nel frattempo, Dustox raggiunse i pokémon e scagliò una serie di Tossine. Il Galvantula, colpito, cercò di scuotersi, ma il veleno stava già cominciando a fare effetto. Non potendo rivolgersi alla Dustox, si voltò verso Cacturne e si preparò a sparare un Segnoraggio, quando un Centripugno di Gurdurr lo colpì in pieno al fianco, facendolo rotolare via. Rimbalzò due volte sul muraglione prima di riuscire a mettersi in piedi, e caricò un nuovo Segnoraggio… che Cacturne prevenne prontamente con uno Sbigoattacco, seguito da un Pugnospine. I colpi si rivelarono troppi per il Galvantula, che crollò. Dopo aver rivolto un cenno del capo a Gurdurr, Cacturne si girò, appena in tempo per evitare il Velenocoda del Seviper.
Dustox, intanto, stava avendo a che fare con l’Omastar, insieme a Staraptor. Per qualche motivo, le varie Tossine che aveva scagliato erano atterrate sul guscio dell’avversario senza causargli alcun problema. La Zuffa di Staraptor si era rivelato un colpo eccellente, ma aveva considerevolmente indebolito il Pokèmon, che peraltro non poteva rischiare troppo. In quel momento, Staraptor fece per lanciarsi in un nuovo Aeroassalto, e una delle liane si spezzò, ma con orrore Dustox vide un Fulmine centrarlo alla schiena e il pokémon precipitare verso il basso, dove atterrò con un rumorso tonfo.
Stava per rispondere quando un Seviper le passò accanto, precipitando verso il basso. Sorrise nel veder avvicinarsi Gurdurr e Cacturne.
Cacturne le sorrise di rimando, poi i tre circondarono l’Omastar. “E adesso, occupiamoci di lui.” Pensò il Capitano, preparandosi allo scontro.
  
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