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Autore: Nami93_Calypso    09/11/2016    3 recensioni
MazeRunnerAU
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Immaginate di svegliarvi al buio, non vedete niente ma percepite che la stanza si muove verso l’alto, forse è un ascensore.
Non sapete come siete arrivati lì e, soprattutto, perchè. Ma, cosa ancor più inquietante, non ricordate nulla: chi siete, quanti anni avete, da dove venite, qual è il vostro aspetto fisico. Ricordate unicamente il vostro nome.
Quando finalmente la stanza si ferma degli adolescenti vi danno il benvenuto nella Radura, il posto in cui loro vivono e hanno creato una società dopo esser giunti lì esattamente come voi, con quell’ascensore e senza ricordi.
Vi guardate intorno e l’unica cosa che vedete sono alte mura di cemento che circondano l’intera Radura.
È quello che è successo ai protagonisti di questa storia.
Chi sono?
Come sono arrivati lì?
Li ha mandati qualcuno?
Perchè non ricordano nulla?
Riusciranno ad andarsene?
Genere: Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: ASL, Mugiwara, Nefertari Bibi, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sogni o ricordi?

I radurai erano tutti raccolti nel bosco delle Faccemorte, il nome che i ragazzi avevano dato al loro cimitero, raccolti in rispettoso silenzio. Bibi si stupì nel constatare che ci fossero almeno una decina di lapidi. Erano tutti ragazzi giovani, come potevano essere morti?
Ma evitò di avvicinarsi e indagare. Stette in disparte, lontano dalla lapide e lontano da Law che dirigeva il modesto rito funebre. Non voleva avvicinarsi più di quanto non fosse necessario. Più pensava al ragazzo che era stato appena seppellito più si sentiva triste e svuotata. Non sapeva spiegarselo e, perciò, preferiva starne alla larga.
Qualche ora prima, quando gli Intendenti avevano finito la loro riunione e Brook e un altro ragazzo si erano presentati in infermeria per prendere il corpo, lei gli aveva consegnato gli occhiali rotti che aveva trovato nella Scatola raccomandandosi che li seppellissero insieme a lui. Non sapeva perché, ma sentiva che era importante. In più preferiva che venissero sotterrati per non cedere al desiderio di conservare gelosamente quell’oggetto, cosa che non avrebbe fatto altro che rattristarla maggiormente, lo sapeva.
La turchina quasi non si accorse delle poche parole di circostanza che il capo della Radura stava dicendo per onorare il defunto.
Quella sera andarono tutti a dormire presto. L’umore generale era decisamente basso e non c’era certo da stupirsi.
Bibi si coricò nella speranza che l’indomani si sarebbe sentita meglio.
 
-Non ne posso più!- Bibi stava quasi urlando, frustrata.
Si trovava in una stanza scura e angusta.
-Bibi-
Un ragazzo dai capelli biondo cenere, una strana cicatrice sull’occhio e degli occhiali dalle lenti viola la prese per le spalle.
-Non possiamo farci niente-
Bibi sentì le lacrime pizzicarle gli occhi.
-Si che possiamo! Che senso ha continuare? Non abbiamo informazioni o cambiamenti rilevanti da mesi!-
-Lo so- fece lui, nel tentativo di tranquillizzarla –So che ti dispiace vedere tanta sofferenza, ma…-
-Ma un cavolo!- lo interruppe lei –Dobbiamo far finire tutto questo!-
-Sai come la pensano i Creatori. Finchè non capiranno che il Labirinto è un codice non usciranno di lì-
La turchina lo guardò, sconsolata e affranta, in cerca di una soluzione o qualcosa da controbattere. Ma non ce ne fu bisogno.
-Ascoltami- proseguì il ragazzo avvicinando il viso al suo e circondandoglielo con le mani –Voglio che mi prometti una cosa-
-Cosa?- domandò lei con la voce spezzata.
-Che non farai nulla di avventato- disse lui guardandola intensamente negli occhi.
Bibi rimase zitta qualche istante prima di ribattere.
-Te lo prometto, Koza-
Il ragazzo inarcò le labbra in un sorriso storto prima di avvicinare la bocca a quella di lei.
Si baciarono e la Bibi del presente, quella che stava sognando, quella che era nella Radura, sapeva che quello era solo uno dei tanti baci che si erano dati. Un dolore insopportabile la colpì a quella rivelazione al punto da portarla a svegliarsi.
Ma, appena prima di aprire gli occhi, la scena cambiò e l’immagine che le rimase impressa dietro le palpebre era ben diversa. Era lei che si scriveva la parola “codice” sul braccio.

 
Bibi si svegliò di soprassalto, tirandosi a sedere sul letto. Aveva il fiato corto, era madida di sudore e anche le guance erano bagnate, segno che doveva aver pianto.
Cosa aveva sognato?
Ancora confusa guardò fuori dalla finestra e si accorse che non era ancora giorno, il cielo stava appena iniziando a schiarirsi. Doveva mancare poco all’alba.
Decisa scostò le coperte e scese dal letto per uscire dalla stanza. Aveva bisogno d’aria e di camminare per riprendersi e non voleva certo che Nami e Rebecca la vedessero in quello stato. Non poteva esserne certa, ma doveva avere proprio una pessima cera.
Uscì dal Casolare e subito la colse una brezza fresca che a contatto col sudore la fece tremare.
Si guardò intorno e individuò una torretta poco distante e decise che sarebbe stato il luogo perfetto in cui rifugiarsi indisturbata.
Si arrampicò sulla struttura di legno e una volta in cima si sdraiò sul pavimento ad osservare il cielo che si schiariva sempre più.
Cosa aveva sognato?
Possibile che quel ragazzo morto l’avesse sconvolta tanto? Al punto da sognarlo?
Si portò le mani a coprirsi il viso, frustrata.
Non poteva essere rimasta tanto turbata dalla morte di uno sconosciuto.
Koza. Ora grazie alla sua immaginazione lo sconosciuto aveva anche un nome.
Un pensiero la colse all’improvviso.
L’ultima cosa che aveva visto era lei che si scriveva sul braccio e tutto combaciava con la scritta che si era ritrovata il primo giorno.
Che quello fosse più di un sogno? Che fosse forse un ricordo?
Ciò significava che anche tutto il resto lo era?
Seguendo quell’ipotesi lei e quel ragazzo si conoscevano ed erano anche più di semplici conoscenti, probabilmente erano fidanzati.
Quel pensiero la colpì con violenza facendole venire un groppo in gola.
Se quello era davvero un ricordo allora il suo ragazzo era morto.
Scosse la testa con decisione. Non voleva nemmeno pensare ad una simile possibilità.
Anche se non lo aveva riconosciuto, anche se non si ricordava di lui e dei sentimenti che provava per lui realizzare una cosa del genere era comunque difficile.
Decise di concentrarsi su ciò che si erano detti. Anche se, in realtà, aveva poco senso.
Di cosa stavano parlando?
Avevano nominato i Creatori e il Labirinto. Pareva che lei fosse contro il volere dei Creatori.
Quindi li conosceva? Cosa aveva a che fare con loro? Tutti i radurai conoscevano i Creatori prima di andar lì?
Ma quelle erano tutte ipotesi. Non poteva dar per scontato che un sogno contenesse informazioni reali.
Però c’era quella scritta, “codice”. E Koza aveva detto che il Labirinto era un codice.
Ma come poteva un insieme di muri e sentieri essere un codice?
Forse avrebbe potuto chiedere qualcosa di più a un velocista. Loro ne sapevano sicuramente più di chiunque altro del Labirinto.
Ma l’idea di raccontare a qualcuno il suo sogno la spaventava. Avrebbero potuto prenderla per pazza, riderle in faccia, o aver paura di lei, ritenerla responsabile di qualcosa.
Mentre si perdeva in quei pensieri sentì il rombo che preannunciava l’apertura delle porte.
Si mise a sedere a vide un paio di figure in attesa davanti a ciascuna delle quattro Porte. Davanti a quella più vicina individuò Sabo e… Law?! Cosa ci faceva lui lì? Non era un velocista.
La conversazione che aveva avuto il giorno prima con Sabo le tornò in mente e ricordò del Dolente. Con tutto quello che era successo dopo si era dimenticata totalmente di chiedere ulteriori informazioni in merito. Probabilmente Law voleva controllare qualcosa on i suoi occhi.
Quando tutti entrarono di corsa nel Labirinto Bibi prese a scendere dalla torretta.
Aveva bisogno di una doccia e di mettere qualcosa nello stomaco. Era decisa ad impegnare la sua giornata nell’attività che l’aspettava così che non avesse modo di ripensare al suo sogno e ai pensieri che le frullavano in testa.
Poco dopo entrò nella sala in cui tutti erano intenti a mangiare.
-Bibi!- la salutò Rebecca da lontano, sorridendo e agitando la mano –Ti sei svegliata presto oggi- le fece notare quando l’ebbe raggiunta al suo tavolo.
-Già- disse semplicemente lei sforzandosi di sorridere mentre prendeva posto tra Usop e Nami.
-Cosa devo fare oggi?- chiese alla rossa.
-Mi pare che oggi tocchi agli spalatori. Speriamo solo che Rufy se ne ricordi- rispose lei, poco convinta della seconda parte della frase.
Zoro arrivò in quel momento sbuffando e lasciando malamente il piatto sul tavolo, accanto a Rebecca.
-Meno male che Law si assenta poche volte. Non mi piace fare la parte del capo, troppe responsabilità e poco svago-
-Già, è proprio da incoscienti lasciare tutto nelle tue mani- lo canzonò Nami
-Perché? Dov’è andato?- si informò Rebecca.
-In effetti non è che ci siano molti posti in cui andare qui- aggiunse Usop.
-È andato a dare un’occhiata nel Labirinto- spiegò Zoro.
-Ogni tanto gli piace andare a dare una controllata- proseguì Nami prima che il ragazzo potesse dire troppo. Non voleva allarmare i radurai con la storia del Dolenti, non finchè non fosse strettamente necessario.
Bibi si guardò intorno. Gli altri ragazzi apparivano tranquilli e sereni, sembravano aver dimenticato quanto accaduto il giorno prima. Forse era un bene, ma lei non riusciva a passarci sopra tanto facilmente. Eppure sentiva il bisogno di farlo. Sperava che Rufy arrivasse presto per portarla a lavorare.
Sembrò che Nami le avesse letto nel pensiero.
-Rufy!- lo chiamò alzandosi in piedi per farsi notare da un ragazzo moro che Bibi ricordò di aver già visto.
Quello arrivò sorridendo e prese posto vicino a Usop per consumare la sua colazione.
-Ti ricordi che oggi la Fagiolina è con te?-
Lui la guardò per un attimo interdetto e rispose prontamente con un “ok” prima di tornare a concentrarsi sul suo cibo.
Lentamente tutti si dileguarono per iniziare le loro attività e Bibi si unì a Rufy che le spiegò il ruolo degli spalatori. Erano un po’ i tutto fare, facevano tutti i lavori di cui ci fosse bisogno come scavare i fossati negli orti, pulire i bagni, controllare che la Radura fosse pulita e ordinata.
La pulizia dei bagni portò via loro buona parte della mattinata e Bibi fu contenta di aver le mani impegnate. In più Rufy era di ottima compagnia, amava scherzare e chiacchierare. Riuscì anche a risollevare il morale alla ragazza al punto che si segnò a mente quell’aspetto del suo carattere così da ricordarsene la prossima volta che avrebbe avuto bisogno di tirarsi sù.
Il suo buon umore era talmente contagioso che la convinse ad essere sua complice nel rubare qualcosa da mangiare dalle cucine. Quando Sanji la scoprì, ovviamente, non fece troppe storie, dicendo che alle sue tre dee tutto era concesso.
-D’ora in poi manderò sempre te!- disse il moro ridendo mentre mangiava delle polpette.
-Ah! Quindi mi hai usata!- lo schermì la ragazza ridendo.
-Dai, avevo fame- ribattè l’altro, con sincerità e candore, non cogliendo l’ironia nella sua voce –Nami non mi aiuta mai, anzi, mi sgrida sempre. E Rebecca è sempre negli orti-
-Non preoccuparti. Io ruberò il cibo per te e tu farai altro per me-
-Che cosa?- chiese il ragazzo, incuriosito.
-Nulla- rispose lei, scuotendo il capo.
Finchè Rufy fosse stato così allegro e solare avrebbe adempito al loro patto senza nemmeno saperlo.
Dopo aver svolto qualche altro lavoretto nella Radura finalmente arrivò il tramonto.
Bibi era stanca ma serena, non poteva chiedere di meglio.
Insieme a Rufy si stava incamminando verso il Casolare quando videro Zoro davanti a una delle Porte intento ad osservarla, le braccia incrociate al petto. Subito il moro si diresse verso di lui.
-Ehi, Zoro! Ho trovato un modo per rubare dalla cucina!- esordì dandogli una pacca sulla schiena.
Bibi sorrise raggiungendoli ma subito cambiò espressione quando vide quella di Zoro. Era visibilmente preoccupato e ansioso. Anche Rufy se ne accorse.
-Che succede?- domandò il moro diventando subito serio, come mai la ragazza lo aveva visto.
-Manca poco alla chiusura delle Porte e Law non è ancora tornato-
Anche gli altri due rivolsero lo sguardo nella stessa direzione.
Poco dopo Nami si unì al gruppo.
-I velocisti sono tornati. Tutti tranne Sabo-
-Che era con Law- annuì Zoro.
Bibi iniziò a preoccuparsi vedendo l’apprensione degli altri tre. Probabilmente non c’era nulla di buono in quella situazione. Doveva essere successo qualcosa.
Il tempo passava e ancora nessuna traccia dei due.
I radurai rimasero silenziosamente in attesa mentre il gruppo aumentava. Arrivarono anche Kidd, Ace, Marco e altri radurai.
-Eccoli!- urlò Rufy improvvisamente indicando in fondo al corridoio che si stagliava di fronte a loro. Due figure si stavano avvicinando.
Sospiri di sollievo si sollevarono dal gruppetto lì riunito ma durò poco, per due ragioni.
I due sembravano avere qualche problema, pareva che uno stesso trascinandosi dietro l’altro. In più il rombo delle Porte in movimento si fece sentire.
-Qualcosa non va- commentò Kidd osservandoli.
Si erano avvicinati di un poco e ora si vedeva perfettamente che Sabo arrancava trascinando Law, il braccio del moro sulle spalle del biondo.
-Muoviti Sabo!- urlò Ace per incitarlo.
In quel momento le Porte presero a muoversi.
Nami sollevò lo sguardi sui muri, terrorizzata.
-Dobbiamo aiutarli!-
Fece qualche passo avanti con l’intenzione di andare loro incontro ma Zoro la fermò afferrandole saldamente il polso.
-Conosci le regole- disse severamente –Nessuno entra nel Labirinto se non i velocisti-
Prima ancora che finisse la frase due figure sfrecciarono loro accanto entrando nel Labirinto. Ace e Marco, entrambi velocisti, erano entrati nel Labirinto andando incontro ai due in difficoltà. Quando li ebbero raggiunti afferrarono Law sollevandolo da terra e corsero verso la Radura.
Fortunatamente, unendo le forze di tutti e tre, riuscirono a superare le Porte prima che fosse troppo difficile passare e prima di essere schiacciati.
Adagiarono Law per terra appena fuori dalle mura.
-Sabo! Cosa è successo?- domandò Zoro avvicinandosi al ragazzo inginocchiato a terra che cercava di riprendere fiato.
Quello sollevò lo sguardo su di lui.
-È stato punto-

 


Angolo di Calypso:
Zan zan zaaaaan!
Le cose si complicano e qualcuno è un po' nei guai... Ne vedremo delle belle (ovviamente si fa per dire!)
Un caloroso ringraziamento a coloro che seguono la storia con curiosità e passione crescente. Spero di non deludervi con l'andamento della storia :)
Se avete domande, dubbi, perplessità, nn esitate a chiedere (rileggendo questo caipitolo ho avuto l'impressione che qualcosa fosse poco chiaro)
Alla prossima!
   
 
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