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Autore: queenjane    10/11/2016    3 recensioni
Una breve carrellata su una delle donne più belle del mondo, Elisabetta d'Austria, detta Sissi. Dal Prologo"...Fidanzata imperiale a 15 anni, sposa il successivo anno e madre quello dopo
Dalla nursery al trono..
In apparenza avevo un marito giovane e bello e innamorato, ricchezze e privilegi, essere imperatrice d Austria..
In verità mia suocera e zia.. la madre di Franz controllava tutto e tutti..
Io ero solo una fertile urna, un vaso .. La mucca degli Asburgo. Tre figli nel giro di quattro anni...
Non mi piace ritornarvi.. (..)Intanto dammi un bacio e stendiamoci vicini.
Mi circondi la vita sottile con le dita, le tue labbra si perdono nella mia pelle..
Come una principessa cantastorie, la Sherazade delle mille e una notte, torno poi a raccontarti ..
Troppo breve è la notte e le stelle danzano sopra di noi.." dedicata alla cara amica C. B. oltre che alle meravigliose P., DN,Mg, L. Baci
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: L'Ottocento
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- Questa storia fa parte della serie 'Et nunc manet '
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Nel mese di luglio 1890, si celebrano le nozze di Valeria con Francesco Salvatore, un matrimonio d’amore giunto dopo la stagione feroce dei lutti e degli addii, tra azalee e gigli, una messa in tono minore, senza tutte le celebrazioni che vi furono a Vienna per le nozze di Gisella e Rudi.
Siamo a Ischl, dove io e Franz ci fidanzammo nel 1853, è passata una vita intera, la mia e la sua.
In questa circostanza, ho lasciato il lutto stretto, mi sono vestita di grigio perla, una collana di diamanti e perle.
La felicità di Valeria non aveva misura, era la sola figlia dell’Imperatore a sposarsi per amore.


Ogni giorno, un incubo,un sogno a occhi asciutti.
Rudi è morto nel bosco viennese a fine gennaio 1889, si è sparato dopo avere ucciso la sua ultima amante, Mary Vetsera,  per officiare i funerali con il rito cattolico abbiamo dovuto invocare l’infermità di mente, un ascesso di pazzia.
La mia Sophie, morta a due anni e due mesi, nel 1857, Rudi, il mio maschietto, nato l’anno dopo, il mio riscatto, il mio diletto, rubato due volte, prima da mia suocera, poi dalla morte.
Non lo ho amato a sufficienza, questa la mia colpa, che non  mi fa dormire, rileggo i dispacci, sono una vuota conchiglia e ..


Tu pure sei morto, mio amore, per un cancro alla vescica nel febbraio 1890.

Sono sola, il gabbiano  è alla deriva, nessun orizzonte più le appartiene.

Le tue braccia erano  il mio approdo,  invece sei morto tra le mie, prego di averti dato pace e conforto, come tu le hai date a me, dal 1866.

Abbiamo combattuto e poi vinto, il compromesso ungherese, la dualità.
Sono imperatrice, tra le donne più belle del suo tempo, per unanime riconoscimento e nulla ho potuto fare contro la nera signora con la falce.

Mio padre, Rudi, te e mia sorella Elena, tutti persi nel giro di diciotto mesi..
Vi è da impazzire per il dolore, tranne che ancora non vi sono riuscita, nonostante le voci contrarie, i giornali si dilettano a parlare delle mie deteriorate condizioni mentali..


E andrò in Grecia, a  Corfù, che Shakespeare chiamava Corcyra, l’isola della tempesta, scelgo i paesaggi ma non la tragedia.
I viaggi, in realtà una fuga, da Vienna e da me stessa, la Grecia e la Svizzera, Ungheria e Baviera..

Perdonami Rudi, ho amato solo due volte nella vita, una per te, una per Gyula, pur variando i  modi, solo una creatura per volta, dagli altri cercavo di non aspettarmi nulla..
E te ne sei andato, leggero come fumo, etereo fantasma..   
Mon petit, mon tresor..


E passeggio sotto il sole con il ventaglio e l’ombrellino, ai polsi due bracciali, dentro le piastre i tuoi capelli e quelli di Sophie, al collo una collana con appesa la mia vera nuziale.

Le mie mani sono nude, chè non ho potuto sposare il mio bel conte ungherese, che spargeva petali di rose e mughetti nelle nostre notti assieme.

Sulla cassa del mio orologio è segnata la lettera A di Achille, il mio eroe preferito, orologio che il mio amore mi regalò per segnare le nostre ore..  aspettando un amplesso, un ritorno, bevendo champagne e dormendo sogni divini.

“Sono un gabbiano che non appartiene a nessun paese. Nessuna spiaggia è la mia patria. Non mi affeziono a nessun luogo,volo di onda in onda....”versi autografi di Elisabeth
 

 
   
 
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