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Autore: WriteMary    10/11/2016    3 recensioni
Zootropolis, città varia di fauna quanto di problemi.
Una volpe e una coniglietta alle prese con i più vari casi criminali.
Nuovi personaggi, occasionali citazioni e comparse del mondo Disney.
Tutto nell'ombra di una minaccia che prepara a lasciare la sua impronta.
Genere: Azione, Comico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Judy Hopps, Nick Wilde, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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“Aiden è stato ucciso?!”
“Purtroppo si signor Barnes, e temo che lei, River e Ratèl siate ora sospettati di animalicidio.”
“Animalicidio!” Reagì ritraendosi contro lo schienale.
L’opossum era stato chiamato sul lavoro, presentandosi in centrale abbigliato come se sottratto da un’imminente riunione.
Si allentò la cravatta, osservando attonito la coniglietta seduta a fronte, lanciando fugaci sguardi anche alla tigre appoggiata al muro a fianco alla porta.
“Lei, come gli altri indagati, è sotto misure cautelari.” Specificò Judy. “Non può lasciare il territorio nazionale senza il consenso di un giudice, ha l'obbligo di presentarsi alle autorità giudiziarie in giorni e orari prefissati in accordo con le l’attività lavorativa e luogo di residenza, inoltre non le è consentito accedere ai luoghi d’indagine.”
“Santo cielo…” rispose Barnes sostenendosi alla fronte.
“Dobbiamo solo raccogliere la sua deposizione, poi sarà libero di andare.”
“Si libero.” Disse l’opossum con tono seccato. “Non avrò delle manette ai polsi, ma sono praticamente in stato d’arresto.”
“E così che funziona.” Disse Thorley poco gradendo l’opinione. “E se non dovesse presentarsi in centrale quando richiesto siamo autorizzati a sottoporla ad arresti preventivi.”
Judy simulò un colo di tosse, sperando che il collega intuisse che le sue parole apparivano più una minaccia che una reale specifica.
“Mi dica Barnes.” Proseguì Judy. “In che rapporti era con Bentley?”
“Aiden era mio amico, prima che collega. Ci conoscevamo da anni, abbiamo frequentato la stessa università e lavoravamo nello stesso studio. Assieme abbiamo concluso molti progetti, l’ultimo è stato la nuova ala espositiva del museo di storia naturale.”
“Per questo si è trovato a pranzare al Biodiversità?”
“E’ stata un idea di Aiden. Voleva che ci riunissimo tutti come ai tempi della scuola.”
“Lontra compresa?” Disse la tigre lasciando la parete. “Sapeva che lavora al Biodiversità?”
“No signore, è stata una sorpresa.”
“Una sorpresa…  da quello che so tra la lontra è il panda rosso non correva buon sangue.”
“E stata Melanie a dirvi questo?” Domandò infastidito. “A volte quel tasso del miele parla solo perché ha la bocca.”
“Non è in buoni rapporto con Ratèl?” chiese Judy poco sorpresa.
“Al contrario, sotto tutta quell’arroganza batte un cuore d’oro, o di miele come dico per darle fastidio. Ha solo la seccante tendenza a vedere le cose unicamente dal suo punto di vista.”
“Che cosa intende?” chiese Thorley sedendosi.
“Melanie non era con noi alla facoltà di architettura, non sa quanti sacrifici ha fatto Aiden per quella lontra; ha persino abbandonato il nostro primo progetto ufficiale per preparare Logan a esami che poi non ha dato. Ha avuto il coraggio di abbandonato gli studi, sputando in faccia alla disponibilità di Aiden. Non mi sorprende che poi si fosse accanito su di lui, cosa che Melanie non sopportava.”
Judy rimase in silenzio, intenta a osservare il taccuino riordinando i pensieri.
Scrisse i nomi degli indagati: racchiudendo Dick e Aiden in un cerchio che per lei significava buoni rapporti; fece lo stesso con Logan, Melanie e Dick, anche se da quest’ultimo tracciò una freccia verso Logan, indice di risentimento; collegò poi i nomi di Aiden e Melanie con una linea seghettata, stabilendo rancore, facendo lo stesso con Logan e Aiden.
Thorley fece cadere un occhio sulle annotazioni della coniglietta e costatandone l’incomprensibilità tornò subito a rivolgersi all’opossum. “Durante il pranzo ha notato qualcosa di strano?”
“Nulla.”
“E stato male dopo aver mangiato?”
“No, nessun disturbo.”
Judy tese l’orecchio, alzando il capo verso Barnes. “Nick…” si schiarì la voce. “un nostro collega mi ha riferito che la signora Ratèl è stata male dopo il pranzo. C’è qualcosa che la mellivora e la vittima hanno condiviso? Un piatto, un dolce, qualunque cosa.”
“Le uniche cose che abbiamo condiviso sono state l’acqua e l’idromele, ma abbiamo bevuto tutti dalle stesse bottiglie. Tutti eccetto Logan ovviamente, lui ci ha solo servito.”
 
“Cos’è questa roba?” Chiese Nick sfogliando il taccuino di Judy.
“I miei appunti sul caso.” Rispose mentre selezionava una bevanda alla macchinetta.
“Appunti? Sembrano più gli schemi di un piano criminale.”
“Sono le mie riflessioni Nick, non è necessario che siano comprensibili ad altri.”
“Hai letto troppi romanzi dell’investigatore Basil Carotina? Qui manca solo una bacheca, ritagli di giornale, fotografie e filo rosso.”
“Ho la raccolta completa, dovresti provare a leggerli.”
La volpe rispose alzando le spalle, seduta com’era su una poltrona a distrarsi guardando l’orologio dell’area ristoro.
Segnava le sei e quaranta, venti minuti al termine del loro servizio, scanditi dal ritmico ticchettare delle lancette quasi in maniera fastidiosa, vista la quiete che precedeva la rotazione dei turni.
Molti animali avevano infatti sgombrato gli uffici, dirigendosi agli spogliatoi dove incrociavano quei pochi agenti dei turni notturni arrivati in anticipo.
“Ti sei già fatta un’idea su chi sbattere dentro detective?” Chiese Nick alzandosi.
“Abbiamo solo le loro deposizioni e non hanno ancora identificato il veleno. Immagino però si possa chiudere il cerchio attorno ai soli tre indagati, vista l’azione mirata e nessun collegamento evidente tra vittima e locale, lontra esclusa.”
“Hai dedotto tutto questo da sola o la tigre ti ha dato una zampa?” Domandò già certo della risposta.
“Thorley ha fatto il suo dovere, solo devo abituarmi al suo…  modo di fare.”
“E parlare con me è un modo per abituarti?”
Judy emise un sospiro, ammettendo a se stessa che la volpe l’aveva messa all’angolo.
“Ho provato a parlarci, ma è stato… non scortese, credo. Direi più… chiuso. Penso sia più facile rompere un iceberg che il giaccio in una conversazione con Thorley.”
“Non basarti alla prima impressione Carotina. Ricordi il nostro primo incontro?”
“Quale parte?” Rispose portando le zampe ai fianchi. “Il raggiro, la truffa o quando mi hai distrutto la giornata?”
“Visto, immagino di non averti fatto una buona impressione.”
“Ora che ci penso non ho mai riavuto indietro i soldi di quel ghiacciolo.”
“Ehi Coniglietta.” Disse schioccando una zampa. “Sto per dire la morale della storia.”
La volpe si piegò sulle ginocchia, allineando lo sguardo agli occhi di Judy. “Non ti avrò fatto la più bella delle impressioni, eppure sei riuscita a vedere in una volpe qualcosa che nessun’altro avrebbe mai visto. Mi hai spinto a indossare un’uniforme e la forza di vedere oltre specie e pregiudizi. Devi solo continuare a essere Judy, sperando che la tigre non sia solo ciò che appare.”
A quelle parole Judy si strinse le zampe al petto, guardando la volpe con un rinnovato sorriso.
“E ora cosa vuoi, un abbraccio?”
Judy gli strinse il busto, lasciando che la volpe gli accarezzasse delicatamente la testa.
“Sei solo tu Carotina o a tutti i conigli basta cosi poco per reagire cosi?”
 
La coniglietta scese le scale diretta agli spogliatoi con un passo trotterellante, saltando i gradini due a due, sentendosi quasi in vena di scivolare l’ungo il corrimano.
Si fermò però di scatto, captando la voce di Melanie incalzare da uno dei corridoi.
“Ci avete trattenuto abbastanza, non abbiamo altro da dichiarare!”
“Non è a lei che ho chiesto di rispondere!” Sopraggiunse la voce di Thorley.
Il tasso del miele apparse nell’atrio tenendo una zampa premuta sulla spalla di Logan con fare protettivo, mentre la lontra gli camminava a fianco in silenzio, non prendendo parte alla discussione.
“Posso raccogliere informazioni in qualunque momento! Vi ricordo che siete sotto misure cautelari.”
“Sono le sette e cinque minuti agente.” Intervenne l’opossum che attendeva i suoi compagni all’uscita. “Tecnicamente lei è fuori servizio, le sue domande possono attendere domani, quando ci presenteremo sotto eventuale convocazione.”
“Non ci si metta anche lei signor Barnes la prego.”
“Voi felini siete tutti uguali!” tuonò Melanie parandosi di fronte alla tigre. “Cercate sempre l’occasione d’imporvi come le bestie che siete!”
“Come ha detto!”
Thorley rovesciò le orecchie all’indietro, facendosi rigido come la sua coda, mossa solo all’estremità da rapide frustate all’aria.
“Striped.” sopraggiunse Judy quasi correndo. “Cosa sta…”
“Agente!” Gli parlò sopra la Mellivora. “Le conviene mettere la museruola al suo collega!”
Judy la guardò esterrefatta, non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito.
Mantenne lo sguardo per qualche secondo, sforzandosi di esprimersi il più professionale possibile.
“Vi è stato dato il permesso di tornare a casa, nessuno di noi intende trattenervi oltre.” Concluse secca.
I tre animali uscirono dal dipartimento, lasciandosi dietro una coda di commenti che Judy preferì non ascoltare. “Thorley cos’è successo?”
“Il mio lavoro!” Rispose stringendo i pugni. “Ho fatto una domanda alla lontra, quando quella Ratèl si e messa in mezzo come se lo stessi aggredendo. Sospetti anche tu una loro complicità no? River avrebbe un buon movente, e Ulv mi ha detto cosa la Mellivora pensava della vittima e…”
“Thorley calmati!” lo interruppe tamburellando la zampa sul pavimento. “Non abbiamo ancora tutti i tasselli del puzzle e non mi sembra il caso di fare accuse premature.”
“Io non ho accusato nessuno! E lei che…”
“Ti ha provocato, cosi da farti reagire in modo…”
“Selvaggio?!”
I due restarono in silenzio.
Judy fece cadere le orecchie in risposta all’eco di quella parola, mantenendo però lo sguardo fermo sulle iridi ambrate del felino.
“Eccessivo Thorley… stavo per dire eccessivo.”
La tigre distolse lo sguardo, posando la coda a terra come fecero i suoi occhi. “Io… io andrò a cambiarmi.”
La tigre superò Judy, dirigendosi agli spogliatoi dove all’inizio del corridoio trovò Ulv fermo sulla soglia.
Provò ad’allungargli una zampa, ma Thorley deviò le sue attenzioni con genno furioso del braccio.
Judy restò ferma al centro dell’atrio, costatando quanto quella sola parola avesse riacquistato di significato negli ultimi tempi.
“Tutto bene Judy?”
La voce di Ulv colse la coniglietta di sorpresa, resasi conto solo all’ultimo del lupo alle sue spalle.
Era in borghese: con camicia grigia, cappotto olivastro e jeans; un aspetto tanto informale che conferiva alla domanda quasi più significato.
“Ulv, pensavo fossi già tornato a casa.”
“L’ho presa comoda, e a quanto pare ho fatto bene.”
“Hai visto tutto immagino.”
“Stavo per intervenire, ma mi hai bruciato sulla partenza.” Gli disse sorridendo.
“Già, forse avrei dovuto lasciarti fare, sicuramente lo conosci meglio di me.”
“Immagino non te l’abbia ancora detto vero?” Chiese il lupo improvvisamente serio.
“Detto cosa?”
Ulv si guardò attorno con aria circoscritta, accertandosi che non ci fosse nessuno a portata d’orecchio; si piego leggermente sulle ginocchia e parlo a bassa voce.
“ Thor…”prese un respiro. “Thotley è stato una delle vittime, uno dei predatori colpiti dal siero degli Ululatori notturni.”
Judy sgranò gli occhi, come se una pietra avesse rotto il vetro della conversazione.
“Cielo Ulv io… io non lo sapevo.”
“E’ stato dopo l’arresto di Lionheart, era in servizio quando… beh è successo. Ti lascio immaginare la reazione dei media.”
Judy si strinse un orecchio tra le zampe, come se volesse nascondersi dietro a esso.
“Ora capisco la sua reazione, se solo l’avessi saputo…”
“Non fartene una colpa Judy, sono sicuro che te l’avrebbe detto prima o poi, ma lavorare con te l’ha messo a disagio.”
“Con me?” Chiese confusa.
“Voleva ringraziarvi, te e Wilde gli avete salvato la vita. Ma allo stesso tempo non voleva rendervi partecipe della sua… esperienza.”
“Immagino…”
“Ci parlerò io, non ti preoccupare.”
Il lupo le diete una pacca sulla spalla, poi si incamminò verso gli spogliatoi dove in ritorno incrociò Nick nella sua solita camicia a fantasia naturale.
I due si scambiarono un cenno, poi Nick accelerò il passo verso Judy.
“Ho quasi preso un colpo sai, la tigre di sotto ha tirato un pugno a quello che spero fosse il suo armadietto, me ne sono andato il più discretamente possibile.”
“Sai Nick…” disse con lo sguardo ancora perso nella situazione. “Avevi ragione.”
“Questo sempre, ma su cosa di preciso?”
La volpe non vide alcuna reazione nella coniglietta, tanto che perse subito il sorriso percependo che qualcosa non andava. “Carotina, è successo qualcosa?”
Lei non disse una parola, la sua sola risposta fu quella di appoggiarsi al fianco della volpe.
   
 
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