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Autore: aakkiirraamm    15/05/2009    2 recensioni
Avere molti fratelli e sorelle non è facile. Con delle sorelle che inconsapevolmente la mettono in ombra e dei fratelli molto protettivi, Gabriella passa semplicemente inosservata. Ma quando in città arriva Troy Bolton, cerca di mostrarle che il suo passare inosservata non è sempre una buona cosa. TXG.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 – The Future Freaks Me Out

Capitolo 5 – The Future Freaks Me Out

 

I rock too fast for love I’m footloose in my Velcro shoes
What’s up with Will and Grace?
I don’t get drum and bass
The future freaks me out

The Future Freaks Me Out, by Motion City Soundtrack

 

 

Non ho più parlato a Troy da quel giorno, avevo paura di farlo. Dopo che successe, dissi a Sharpay e Tay dov’ero per telefono; loro arrivarono e dovettero letteralmente tirarmi fuori dal bagno. Sharpay mandò via Ryan dal sedile del passeggero, e mi ci fece sedere a me cosicché non dovessi mettermi vicino a lui nel tragitto fino a casa.

Troy ha provato a parlarmi il giorno dopo a scuola, il suo primo giorno, ma era un po’ impegnato ad essere trascinato in giro dalla squadra di basket. Loro gli mostrarono ogni centimetro della scuola. Aveva già un fan club di ragazze che pensavano che fosse un dio. Era un primato. Gloria a lui!

Quello stupido imbecille di Chad gli ha dato il mio numero. Allora ha cominciato a chiamarmi martedì, mercoledì e oggi, venerdì. Non lo capiva quando una ragazza cercava di evitarlo? Bè, in realtà non conosco nessun’altra ragazza oltre a me che lo eviterebbe. Il ragazzo non è niente male.

Non parlavo ancora con Marcus e Lucas. Anche se devo ammettere che questa litigata ci stava un po’ sfuggendo di mano. Ma non sarei stata io a scusarmi. Loro dovevano farlo. Dovevano capire che non potevano controllarmi. Questo di solito ci metteva Vince di mezzo, una cosa che mi faceva stare male.

Visto che non ci parlavamo, ho chiesto a Sharpay di venirmi a prendere per andare a scuola. Il che significava che avrebbe accompagnato anche Chad e Troy. Così questo mi si è ritorto contro.

Serena e Isabelle, con Kris ovviamente, erano tornati al college. Serena mi ha detto che il suo matrimonio sarebbe stato quest’estate nel giardino sul retro. Io sarò la damigella d’onore. Continuavo a pensare che avrebbero dovuto aspettare ancora almeno un anno, ma contenti loro. Papà li ha gentilmente informati che non pagherà per il divorzio. Carino, eh?

Ero qui, davanti al mio armadietto e guardavo Sharpay che correndo verso di me sui suoi altissimi tacchi, mi investì letteralmente.

“Potresti toglierti da sopra di me almeno un po’, Shar?” chiesi da sotto di lei sul pavimento. “Cosa diavolo ti ha reso così felice comunque?” chiesi. Era una domanda stupida. Quella ragazza diventava felice così quando trovava le scarpe che voleva in saldo. Non sto scherzando.

Sharpay, a malincuore aggiungerei, si sposto e mi aiutò ad alzarmi. “Non crederai mai a quello che è appena successo!” squittì lei. “Ok, allora eravamo tutti dall’armadietto di Chad, mentre tu eri qui a deprimerti. Comunque, stavamo parlando e indovina chi si avvicina a Troy?” chiese.

Io la guardai semplicemente attonita. Sta parlando seriamente? Mi butta per terra nel corridoio, si sdraia sopra di me, poi dopo essersi finalmente alzata si mette a parlare di Troy. Vuole che la uccida?

Prima ancora che potessi gridarle di tutto, continuò. “Allison Stanley si è avvicinata,” mi disse.

Alzai gli occhi al cielo. “Allora? Allison Stanley, capo cheerleader, si è avvicinata a Troy. Bella storia. Perché dovrebbe interessarmi?” le chiesi, chiudendo il mio armadietto e guardandola e aspettando che mi desse una buona ragione per non strapparle immediatamente i capelli.

“Ha chiesto a Troy di uscire,” proseguì. O mio dio, non ci credo! Come se mi importasse. Ok, forse mi importa un pochino. Più di quello che dovrei. Più di quello che vorrei. Maledetto Troy Bolton e tutti i ragazzi come lui.

“Sharpay, seriamente, se non vai avanti con la tua storia ti ritroverai presto senza una parte del corpo,” la incitai a continuare. In quel momento, volevo solo andare a casa e urlare con la faccia nel cuscino. La vita e frustrante quando c’è un ragazzo che ti manda strani segnali, e quando ci sei tu che non sai cosa diavolo provi per lui. Escluso il fatto che mi sto innamorando di lui. Ma questo non significa che devo stargli intorno ventiquattro ore su ventiquattro, o che lo voglio. Ok, di nuovo, forse un po’ vorrei. Ma se gli sto lontano, può aiutarmi. O forse potrei semplicemente impazzire e avere conversazioni interne con me stessa.

Sharpay mi mise le mani sulle spalle. “Le ha detto di no. Ad Allison Stanley, capo cheerleader, la più-“ iniziò lei, ma io la interruppi.

“Si, grazie Shar. Lo so chi è lei. Gli ha detto di no. Wow” le dissi in tono sarcastico. Ma la verità era che quando mi disse così il mio cuore rischiò di saltarmi fuori dal petto per la gioia. Sembrava che lui piacesse a tutto il mio corpo, eccetto la mia testa. Essa voleva che lui stesse lontano da me cosicché non potessi innamorarmi di lui. A nessuno ascoltava mai la mia testa. Nemmeno io a volte.

“Gabriella!” iniziò a rimproverarmi. “Ma mi ascolti un po’? Gli piaci, ok? Gli piaci davvero. Ha detto di no ad Allison Stanley per te!” mi disse.

Tirai la borsa più su la borsa sulla spalla. Era una borsa enorme in realtà, ma conteneva tutte le mie cose di scuola. “Non ha detto di no per me, Shar. L’ha detto perché non vuole prendersi qualche malattia a trasmissione sessuale,” la corressi io. Ed era vero. Allison è andata con quasi tutti i ragazzi del nostro anno, e con molti dell’ultimo anno. Di cui due sono i miei fratelli, bleah.

“Quand’è che riuscirai a vederti chiaramente?” mi chiese, ma prima che potessi risponderle, ci raggiunse il resto del gruppo; che includeva Troy e la nuova ‘amica’ di Ryan, Kelsi, che era una persona adorabile. Sto facendo il tifo per lui affinchè le chieda di uscire. Starebbe benissimo nel nostro gruppo. Come anche Troy, con mio dispiacere.

“Andiamo, ragazzi. La partita inizia tra mezzora, noi dobbiamo andare negli spogliatoi, e voi ragazzi dovete trovare dei buoni posti,” disse Chad col braccio intorno a Taylor. È vero. I posti si riempiono rapidamente nella nostra scuola.

Annuii e sospirai, oltre a mandare una lunga occhiata a Sharpay, facendole capire di smettere di parlare di quello di cui stavamo parlando prima. Però conoscendola, questo le farà solo venire ancora più voglia di dirlo ad alta voce. A Troy probabilmente non importerebbe. Beato lui. Tutto quello di cui avrebbe da preoccuparsi sarebbero i miei fratelli maggiori, che se lo venissero a sapere, lo massacrerebbero di botte. Invece Vince, se gli chiedessi di uccidere Troy, non ne sarebbe in grado. Vince è un ragazzo calmo, non un lottatore. In più Troy è… bè diciamo che Troy si allena di più.

“Andiamo,” borbottai, seguendo Chad e Taylor, che flirtavano uno con l’altra. Se state già insieme, perché continuate a flirtare? Il sesso non è abbastanza? Chad e Taylor lo fanno dall’inizio dell’anno. In realtà non volevo sapere i dettagli, conoscevo Chad da quando avevamo otto anni, e Taylor da quando ne avevamo cinque. Non voglio sapere niente su di loro che fanno… quelle cose. È infantile lo so, ma è come immaginarsi i propri genitori che lo fanno. Disgustoso!

_

 

“Ho un piano per te,” accennò Sharpay durante l’intervallo della partita mentre guardavamo Allison e le altre cheerleader fare il loro ballettino.

Guardai Sharpay con la fronte corrugata. Era stata un po’ troppo generica. “Cosa?” chiesi. Un piano per cosa? Se è per avere Troy, le cavo gli occhi.

“Per mostrare a Marcus e Lucas che non possono controllarti, e che sei abbastanza grande per prenderti cura di te stessa,” mi spiegò. Oh, perché non l’hai detto subito? Perché lei è Sharpay.

Annuii. “Ok. Cosa?” chiesi. Sharpay a volte studiava dei piani fantastici. Specialmente contro i gemelli, che quando avevamo quindici anni dissero a Sharpay che Felix voleva uscire con lei. Diciamo che non è finita tanto bene alla fine. Lei porta ancora rancore verso di loro da allora. Se c’è qualcuno che porta rancore, quella è Sharpay.

“Chiaramente vinceremo la partita perché i North High Raiders fanno schifo,” iniziò e aveva ragione. Facevano schifo. Erano quarantotto a ventidue ed era solo il primo tempo. “Questo significa che ci sarà una megafesta dopo,” continuò. Aveva di nuovo ragione, ma io non andavo mai alle feste. Erano piuttosto irritanti. Guardare dei liceali che si ubriacano e si baciano non era la mia idea del divertimento. Chad ci andava perché era uno della squadra, Taylor ci andava perché era la ragazza di Chad, e Sharpay ci andava ogni tanto. Di solito io e Ryan passavamo la serata insieme finché non ritornavano anche gli altri.

“Giusto, Shar. Ma questo come può aiutarmi? Io non vado mai alle feste,” le ricordai.

Lei annuì. “Esattamente, non ci vai mai,” concordò. C’era un insulto nascosto nella sua frase? Può darsi. Conoscendo Sharpay c’era. Ma lascerò correre da brava persona quale sono e la farò continuare. “Se questa volta ci vai , e fai qualcosa diciamo… di ribelle, dimostrerai loro che non ti controllano.” Finì lei. Aspetta, mi sembra sospetto. Cos’altro vuole che faccia? Era un buon piano, ma qualcosa mi diceva che aveva in mente anche qualcos’altro.

“Buona idea. Ora dimmi, quale dovrebbe essere l’atto di ribellione?” chiesi, posando gli occhi su di lei. Taylor era corsa giù dalla porta degli spogliatoi, per poter parlare con Chad per i pochi secondi che le erano concessi.

Lei scrollò le spalle. “Non lo so. Baciare un ragazzo, magari?” suggerì. Oh! Ecco. Voleva che baciassi Troy davanti a tutti, inclusi i miei fratelli, che quindi lo avrebbero preso a calci in culo ma avrebbero capito il messaggio. Aspetta! L’avrebbero preso a calci, potrebbe funzionare. Era una cosa cattiva, ma poteva funzionare.

“Avrò bisogno di qualcosa da mettere.”

 

-

 

Cos’ mi ritrovai da Sharpay un paio d’ore dopo, a cercare nel suo armadio. Io e lei abbiamo più o meno la stessa taglia, così potevano andarmi. Per ora, avevano trovato una cortissima minigonna di jeans, in vero stile Sharpay con tutti gli strass. Ora stavamo cercando una maglia.

 “Non capisco perché non ti vuoi mettere questa,” ripeté per la quarta volta. Se me lo ripete un’altra volta, le spacco il suo telefonino rosa, unico nel suo genere. Non sto scherzando.

Sospirai e mi girai verso di lei, indossando la gonna che mi aveva prestato e la canottiera che avevo ancora addosso.  “È un reggiseno con i brillantini, Shar! Un reggiseno!” le ricordai. “Voglio far capire loro che voglio più controllo della mia vita, non che sono una puttana.” Sharpay aveva già trovato il vestito che avrebbe indossato stasera. Un vestito di seta blu acceso che fasciava ogni sua curva. Le voci che corrono a scuola dicono che Zeke Baylor le sta dietro. Lui è un tesoro, e sa cucinare.

Lei alzò gli occhi al cielo. “Va bene, va bene,” borbottò e continuando a cercare in uno dei suoi tanti armadi. Fu allora che la trovai. La maglia. Era una canottierina fatta a baby doll. Si allargava sui fianchi, e copriva quasi tutta la gonna, così si vedevano solo pochi centimetri di brillantini. Ma era perfetta. Il tessuto che copriva il seno era bianco, il resto era rosso. Invece delle spalline o delle maniche aveva due laccetti rossi che si legavano dietro il collo.

Velocemente mi sfilai la canottiera e indossai quella. La legai stretta e mi girai. Sharpay stava ancora scavando in un altro armadio.

“Trovata!” le dissi, lei si girò e sorrise.

“È perfetta. Non mi ricordavo neanche più di averla,” disse. Lei probabilmente non si ricordava metà della roba che aveva. Aveva quattro armadi. Avevamo già fatto i miei capelli, lasciandoli ondulati e sciolti. Avevo un filo di trucco, lucidalabbra, mascara e eye-liner. Contro la mia volontà, avevo i tacchi. Ma faceva parte del gioco. Erano scarpe semplici, bianche, con un laccetto, e cinque centimetri di tacco. Sharpay sorrise diabolicamente. “Andiamo.”

 

-

 

Parcheggiammo la cabriolet rosa di Sharpay. Ryan, Troy, Chad e Taylor  erano con il SUV che Ryan e Sharpay condividevano.  Quando spiegammo a Taylor il piano, sorrise e disse che era con noi.

“Sei pronta, G?” mi chiese Sharpay scendendo dall’auto e iniziando a camminare su per il marciapiede.

Feci un profondo respiro. La verità era che non ero pronta. Non ero pronta ad entrare lì dentro e baciare Troy, come l’altra volta. All’improvviso avevo paura, per me e per lui. Era lui che avrebbe preso delle botte da Marcus e Lucas, non io. Io mi sarei semplicemente sentita gridare contro. Girai la maniglia della porta e l’aprii. “Non posso farci molto ormai,” farfugliai mentre entravamo.

Era una tipica festa da liceali. Ragazzi che si baciavano e bevevano. Qualcuno che addirittura andava al piano di sopra. Che schifo.

Ci addentrammo nel cuore della festa, dove notai diversi ragazzi, soprattutto maschi, che mi fissavano. Strano. “Ella!” gridò Chad non appena mi vide. Si avvicinò e mi abbracciò. Ero sicura che avesse già iniziato a bere. “Sei venuta,” mi disse.

Annuii. “Si, Chad. Dove sono Taylor e Ryan?” e Troy, sussurrò la mia mente. Male! Sei venuta qui per una ragione. Baciarlo, e dimostrare ai tuoi fratelli che sei adulta adesso. I miei nervi non ce la facevano più, ansiosi di vederlo. Non so perché. Ho avuto il terrore di incontrarlo tutta la settimana. Forse era perché finalmente stavo per mostrare ai miei fratelli che potevo badare a me stessa. Forse perché ero io ad usare lui stavolta, non il contrario. O forse, sottolineo forse, non vedevo l’ora di baciarlo per la prima volta dopo quattro giorni.

Lui girò lo sguardo. “Con Troy, da quella parte,” indicò in una direzione. Mi girai verso Sharpay, ma se n’era già andata. Maledizione.

“Andiamo,” farfugliai. Trascinando Chad nella direzione che aveva indicato. Chad è incredibilmente maldestro quand’è ubriaco, giusto per informarvi. Non andrò mai più a una festa, mai più. Neanche se mi pagassero, ok forse se mi pagassero si. “Finalmente!” dissi felice appena vidi Taylor, che parlava con Marcus, o con Lucas. Non bene. Gira. Non ero ancora pronta per affrontarli. Non dire niente Chad, gli comunicai utilizzando la telepatia che si ha tra migliori amici.

“Tay Tay!” strillò lui come una ragazza. Appunto. Idiota. Lo trascinai e o spinsi avanti in direzione di Taylor. “Ecco il tuo ragazzo,” le dissi e mi passai una mano sul collo.

Guardi con chi stava parlando e solo allora notai Troy, entrambi i gemelli e alcuni ragazzi della squadra di basket. Fantastico. Non ero ancora pronta per affrontarlo. O per affrontare i gemelli.

“Ah, ciao,” dissi con falso entusiasmo.

Marcus e Lucas mi fissarono un attimo ma non dissero niente. Oh, sta funzionando.

“Accidenti,” dissero un paio di ragazzi riferendosi a me, ma furono subito zittiti da degli schiaffi di Marcus o Lucas. Mentre parlavo con Taylor, Allison Stanley si avvicinò ed evidentemente ubriaca disse qualcosa nell’orecchio a Troy. Lui si girò verso di lei e sorrise, andando via con lei. Marcus e Lucas erano poco distanti e sorrisero compiaciuti in direzione di Troy.

Coglioni.

“Ho bisogno di un drink,” borbottai e andai al barilotto più vicino. Taylor cercò di fermarmi, ma Chad la trattenne. Non sapevo dove fossero Ryan e Sharpay e in quel momento non mi interessava. Tutto quello che volevo era ubriacarmi e ignorare il peso che sentivo sul cuore.

Appena fui un po’ allegra, fu come se la mia mente fosse diventata più chiara. In teoria non dovrebbe annebbiarsi ancora di più quando sei ubriaco? La mia no. Era completamente chiara. Capii tutto. Perché avevo ceduto così facilmente al piano di Sharpay di venire qui e baciare Troy. Perché ero scappata alla sala giochi. Perché mi ha fatto così male quando Allison se l’è portato via. Perché stavo ignorando i miei sentimenti per lui, e perché stavo cercando di ignorare lui in generale. C’erano diverse risposte per tutti i perché. E lo stavo capendo solo adesso. Sapevo che domani mi sarei ricordata tutte queste cose, e che non sarei più stata in grado di nasconderle.

Il mio cuore e i miei sentimenti erano completamente d’accordo, l’unica cosa che resisteva a Troy era la mia testa. Che ora sapeva tutte le risposte. Domani avrei affrontato tutto.

Stavo appoggiata a un muro con il mio quarto bicchiere di birra. E fu lì che Troy mi trovò mezzora dopo: appoggiata al muro con il bicchiere in mano, e una singola lacrima che mi scendeva sulla guancia.

“Brie?” disse con voce dolce e solo a vederlo quasi scoppia in lacrime. Il mio cuore soffriva, ed era solo colpa mia. Mi venne vicino e asciugò la lacrima solitaria, lasciando la mano sulla guancia. “Stai bene?” mi chiese, togliendomi il bicchiere dalle mani, e io glielo lasciai fare. Mi mise le mani sui fianchi.

Scossi il capo. “No. Non sto bene,” bisbigliai balbettando guardandolo con gli occhi spezzati. Nel mio stato di ubriachezza sapevo esattamente cosa volevo. E me lo presi. Premetti le mie labbra sulle sue, mettendo a tacere qualunque cosa lui stesse per dire. Lui ricambiò immediatamente il bacio, e mi tirò un po’ più vicino a sé. La mia bocca si muoveva perfettamente con la sua. Sentii i fuochi d’artificio e i pizzicottini.

Ma poi lui si staccò. Mi accasciai contro il muro sorpresa. Non mi voleva? Qualcosa dentro di me mi diceva di si, ma allora perché si era staccato?

“Non posso farlo,” mi disse, guardandomi dritto negli occhi. “Non così, non per vendicarti con i tuoi fratelli,” aggiunse. Lo sapeva. Non sapevo come facesse, ma lo sapeva.

Lo guardai, lui fece un cenno con la testa da una parte, guardai in quella direzione e vidi Lucas e Marcus che ci stavano tirando delle occhiatacce.

“Lo voglio, tutto questo. Ma non così, mi dispiace,” disse e mi diede un bacio sulla guancia per salutarmi, poi sparì. Cosa voleva dire? Tutto questo? Una relazione o solo sesso?

Mi sentii scivolare contro il muro, un’altra lacrima scendeva sul mio viso. Prima che potessi raggiungere il pavimento, Marcus mi prese, facendomi alzare. Tutte le emozioni che avevo trattenuto da quando avevo conosciuto Troy, l’essermi resa conto che mi stavo innamorando di lui, e quello che ho realizzato stanotte, uscirono fuori.

Scoppiai in lacrime e poggiai la testa sulla spalla di Marcus.

“È tutto ok, Gab. Siamo qui,” fu l’ultima cosa che sentii prima di svenire letteralmente. Ma prima di farlo, realizzai che avevo bisogno dei miei fratelli. In ogni situazione.

 

-

Xoxo

-

 

Fui svegliata dal un mal di testa pulsante. Era come se qualcuno stesse continuando a darmi delle martellate in testa. Sentii che qualcuno mi stava mettendo un paio di pantaloni per dormire e una vecchia t-shirt.

“Qui sul comodino c’è l’aspirina,” disse una voce, mi alzai a sedere e vidi Marcus e Lucas seduti su una sedia in camera mia. Lentamente presi la medicina e mi lasciai cadere nel letto, gemendo.

“Fa male,” borbottai verso di loro. Li sentii ridere. Se non fossi così dolorante in questo momento, loro sarebbero morti in due secondi e mezzo.

Sentii che qualcuno si era seduto a fianco a me nel letto. “Ti ricordi niente della notte scorsa?” chiese uno dei gemelli.

Corrugai le sopracciglia e tutto mi cadde addosso. La realizzazione a cui ero arrivata ieri sera. Quello che avevo inconsciamente soppresso da quando Troy si è trasferito qui. “Mi dispiace,”  farfugliai e aprii gli occhi e li guardai entrambi. “Mi dispiace di essere venuta ieri sera, di essermi ubriacata, di aver baciato Troy, e per essermi comportata male con voi la settimana scorsa,” mi scusai.

Lucas annuì. “Anche a noi dispiace. Anche se sei la nostra sorella minore la vita è la tua. Devi viverla. Noi non possiamo controllarti. Ma sappi che quando ti diciamo di cambiarti è perché tu non hai bisogno di mettere la roba che si mette Serena. Tu sei meglio di così.” Si scusò per entrambi.

“Grazie,” dissi loro. “Significa molto che voi pensiate questo di me.” Ora avrei fatto una battuta sarcastica, ma avevo troppo mal di testa per provarci. Faceva troppo male per fare qualunque altra cosa se non formare semplici parole.

“Quando siamo venuti a casa la notte scorsa, Luke ha distratto mamma così non si è accorta che eri ubriaca,” disse Marcus. Accidenti, avevo dimenticato il ritorno a casa. “quindi sei in debito con noi,” aggiunse. Ah, questo è vero amore fraterno.

Annuii. “Grazie.” Ero assolutamente in debito con loro.

 “Ti lasciamo da sola per un po’. Ti suggerisco di alzarti da letto entro un’oretta altrimenti mamma o papà si accorgeranno che s’è qualcosa di strano,” disse Lucas e io annuii.

Quando chiusero la porta andai verso il mio armadio e presi la felpa di Troy. La indossai e sentii il suo profumo. In qualche modo, questo calmava un pochino il mio mal di testa.

Ero spaventata. Dell’amore. Di Troy. Di soffrire. E l’unica persona che poteva farmi completamente cambiare idea era Troy. L’unico problema era che lui non lo sapeva ancora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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