Will non sapeva cosa dire alla sorellina per farla smettere di piangere. Piangeva in silenzio, era un pianto di chi non sa cosa fare. Il giovane Herondale decise di prendere parola, la vista della piccola in quelle condizioni gli spezzava il cuore: “Cecily, sorellina, per favore non piangere, prova a parlare con me. Ti prego.” Cecily cercò di rendere chiare le sue parole, nonostante singhiozzasse un po' : “Non mi chiami mai “sorellina”, Will. Comunque.. io credo.... non sono sicura... ma....” le si spegneva continuamente la voce: non poteva dire al fratello che provava qualcosa per Gabriel! Will, inaspettatamente disse alla piccola Herondale: “Lo so. Cecily, non sono stupido. Me ne sono accorto.” Cecily arrossì violentemente, “Ho visto come guardavi Gideon, non c'è problema; capita a tutti di avere una cotta per qualcuno molto più grande. Tranquilla.” Cecily era incredula. Non sapeva cosa rispondere; ovviamente non avrebbe rivelato a suo fratello i suoi veri pensieri, quindi improvvisò: “Sì, esatto, Will. Hai indovinato. Ho una cotta passeggera per Gideon. Tutte le ragazze della mia età si prendono una cotta per un rivale del proprio fratello maggiore, è... drammatico”, Will rispose: “Ahahahah Cecy, al limite il mio rivale sarebbe quel Gabriel e sì, sarebbe quasi drammatico se provassi qualcosa per lui. Ahahahah.”. Cecily arrossì e mandò via Will dicendogli di avere sonno e di voler riposare. Will uscì dalla stanza. Gabriel era dietro l'angolo e quando vide il giovane Herondale allontanarsi si precipitò a bussare alla porta della ragazza. Cecily era sdraiata a pancia in giù sul letto, con il viso rivolto verso la porta; pensando che fosse il fratello ad aver bussato, la piccola Herondale annunciò: “Entra, è aperto”. Un'alta figura snella si stagliò sull'uscio; capelli castani, occhi verdi: era Gabriel. Cecily si alzò di scatto e con fare irriverente disse: “Che ci fai qui?” “Sono venuto a parlare con te” “E cosa avresti da dirmi? Sentiamo.” “Mi piaci quando usi il tuo tono categorico” “C-cosa? Il mio cosa? Cosa ne sai te del mio tono categorico?” “Non c'è bisogno di essere sgarbata, ma ti perdono... comunque... ne so parecchio del tuo tono categorico e ti sarei grato se mi permettessi di fare un discorso senza che io debba essere interrotto tempestivamente dalle tue domande e riflessioni completamente superflue. Grazie.” Cecily tacque; fece cenno con la testa di parlare liberamente. Gabriel, con un'evidente tensione descritta dal suo fastidioso e persistente tremolio delle mani, iniziò a parlare: “Ehm...volevo solamente dirti che mi dispiace di averti messa in una posizione imbarazzante prima, in sala da pranzo; ti prometto che non capiterà nuovamente e...” “Aiutami con i coltelli” disse Cecily. Gabriel sul momento non capì. Continuò a non capire. Cecily aveva assunto un'espressione che era un mix di speranza e sconforto, non poteva credere che fosse così difficile da comprendere. All'improvviso scoppiò in una risata fragorosa e piuttosto lunga, infine disse: “Certo Signor Lightwood che voi non capite proprio niente. Quale parola vi è sconosciuta? Coltelli? Con?” Gabriel, dopo essersi ripreso da quello che sembra uno stato di trans, disse: “Signorina Herondale, voi sentite un'ardente desiderio di smontare ogni credibile immagine che creo di me stesso. Mi compiaccio. In ogni caso non posso rifiutare una richiesta di una così graziosa fanciulla” Cecily con un briciolo di arroganza dipinta sul viso rispose: “La mia non era una richiesta. Andiamo Lightwood vediamo chi è il migliore... anche se ho già una vaga idea.”