Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: zannarossa    11/11/2016    1 recensioni
Forse le anime affini, strettamente interconnesse, possono ritrovarsi attraverso i secoli...
Cap 2: "Jojen vede quelle cose ormai da molti mesi, e si sveglia convinto di aver vissuto un'altra vita tanto, tantissimo tempo prima. "
Cap 4: "Possibile che non ricordi, Jon Snow?! Devi ricordare!!"
Ci sono intrecci narrativi talmente belli e convincenti in Game of Thrones, che mi sono chiesta: e se i nostri beniamini vivessero in questo secolo, e si ricordassero solo vagamente di essere stati anche dame /bruti/ cavalieri? Alternative Universe senza pretese, per parlare di alcuni personaggi di questa bellissima serie che mi hanno colpito particolarmente. Spero vi possa piacere!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Jaime Lannister, Jojen Reed, Jon Snow, Osha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 "Buongiorno, dottore." 
Fuori dalla finestra, il cielo plumbeo sembra opprimere il mondo. Fortuna che l'ufficio del suo responsabile é illuminato da una calda luce gialla, che lo fa sembrare un po' meglio.
 "Buongiorno, Jon!" saluta cordiale quello, togliendosi il cappotto. La clinica ha aperto da soli due minuti, e passerà almeno mezz'ora prima che arrivino i primi pazienti. Jon ha iniziato il tirocinio da sole due settimane, però già può anticipare cosa gli sta per dire lo psicologo: vado a prendermi un caffè. Ci pensi tu?
“Vado a prendermi un caffè alla macchinetta. Sistemeresti in ordine le carte dei casi clinici di oggi che sono sulla scrivania?”
Jon sorride lievemente, soddisfatto: "Certo professore, faccio io." Il dottore si avvicina alla porta, medita un momento: "Ragazzo, a momenti verrà qua Ygritte, che non appuntamento, ma ha fretta perché alle nove comincia la scuola. Appena arriva la fai accomodare direttamente e compili le sue cartelle. Ne sei in grado, no?"
Ygritte.  Jon ricorda bene quella liceale. Ygritte-senza-cognome, perché non ha mai avuto  dei genitori. Ygritte, che si taglia i polsi un giorno si e uno anche (e infatti è mortalmente pallida) e che ha i capelli rossi come fiamme. Ygritte, che ha forti problemi di aggressività,  e neppure tanto repressa.   Il solo pensiero che dovrà averci a che fare per dieci minuti da solo gli fa venire i brividi, ma non può farsi vedere sconvolto, se vuole fare carriera in psicologia.
 "Sissignore. Ci penso io!" esclama, cercando di sembrare convinto.
 Il suo tutor lo ringrazia, e in un attimo è solo. Il pendolo nell'ufficio è l'unica cosa che riempie in silenzio. Jon è a disagio: spera che la ragazza sia in ritardo, o che la macchinetta faccia il caffè freddo, così che l'altro sia costretto a berlo subito, e ritorni in fretta. Nel frattempo si mangia una pellicina, facendosi sanguinare il pollice. Quasi fa un salto quando suona il campanello. Trae un profondo sospiro per calmarsi girando la maniglia.
Ygritte è totalmente vestita di nero, con un enorme felpa che sembra rubata ad un fidanzato e il cappuccio calato sulla fronte che non riesce a coprire totalmente i capelli fulvi. Quando vede il ragazzo, il viso di lei sembra avere uno sprazzo di vitalità. "Tu sei Jon, vero? Jon Snow?"
 "E tu sei Ygritte. Ti stavo aspettando." L'universitario si fa da parte per farla passare, indicandole inutilmente con una mano la porta dello studio che ormai deve conoscere come le sue tasche. "Da questa parte." Una volta entrati nella stanza Jon chiude la porta per la privacy, e si avvicina alla scrivania, sedendosi sulla sedia girevole. La rossa si è già stesa sul lettino come se fosse di sua proprietà.
"Quando mi visita il professore Thomson si viene a sedere sempre qui, su questa seggiola" suggerisce lei alludendo allo sgabello vicino alla chaise-longue.
"Non sarò io a visitarti" risponde pacato il ragazzo, evitando con cura il contatto visivo. L'istinto gli dice che qualcosa non va, e che deve usare prudenza.
"Ok, ma io ho fretta. Per cui comincio a dire le cose a te." Ygritte si sistema meglio, e Jon crede che in fondo non c'è niente di male nell'ascoltare e basta: riferirà in seguito le cose salienti al professore. "Sai che io ti ho già visto, Jon Snow?"
Non gli è piaciuto affatto il tono dell'affermazione: aveva un che di sinistro, ma l'universitario decide di mantenere la calma. "Impossibile, Ygritte. Tutto ciò che so di te lo so dalle tue cartelle cliniche."
"Ah, e quindi tu leggi le mie cose?! alla faccia della privacy..."
"E’ per il mio lavoro, che..."
 "Beh, non importa." taglia corto lei."Però, sai, Jon Snow... io ti ho già visto, in un sogno... e ora tu mi dirai che era solo uno che ti assomigliava, frutto della mia immaginazione, e delle mie esperienze pregresse e bla bla bla. Ma non è affatto così. Eri tu, con la tua faccia. Sennò come facevo a sapere il tuo nome? Eravamo noi, ma non eravamo qui, adesso. Era tutto bianco, faceva freddo. Molto freddo. Ma tu eri nero, un povero corvo nero..."
Jon cerca di riportare alla mente l'interpretazione dei sogni di Freud, e tutto quello che ha imparato sulla psicanalisi.
"... ma noi siamo entrati in una caverna, perché io ti avevo rubato la spada. Avevo deciso che sarei stata tua, e che tu saresti stato mio….perché ero innamorata di te."
Il ragazzo sospira, cercando le parole adatte : "Questo è un fatto abbastanza comune, Ygritte: si chiama ‘transfert’, ed è quel sentimento forte che la paziente crede di provare per il dottore, solo perché con le sue cure la fa stare bene."
"Transfert di 'sto cazzo!" esplode lei, guardandolo in faccia. "Possibile che non ricordi, Jon Snow?! Devi ricordare!!"
Jon grugnisce, anche se non dovrebbe. "Vai avanti."
 "Ero lì davanti a te, nuda, e tu mi guardavi... oh, Jon, come mi guardavi... ma ancora non cedevi.
-Ygritte- mi hai detto -Non dovremmo!- , e io ti ho detto -Dovremmo, invece!- e finalmente mi hai baciato..." la ragazza fa una pausa, puntando gli occhi ferini nei suoi. "Di, te lo ricordi? Il bacio del Lord?"
 Il bacio del Lord. È assurdo, ma certo, gli ricorda qualcosa. Ma che fosse solo il titolo di un libro che voleva acquistare per sua madre?
Eppure, mentre Ygritte descriveva la scena, dentro la sua testa vedeva ricordi sfocati, come una vecchia pellicola . Ma lui non era nero: aveva un vestito fatto di pellicce come quello di lei. Caldo, acqua, una torcia che si spegne. capelli rossi. Assurdo.
"No, non potrei ricordare niente di simile, è ovvio. Perché è un sogno tuo." Jon cerca di darsi un contegno, ma la voce trema impercettibilmente e il cuore batte forte. Ma quanto ci mette il professore a tornare?
Lei lo guarda con un'espressione sdegnata. "Tu non sai niente, Jon Snow."
Quando il professor Thompson rientra, pochi istanti dopo, trova un Jon esterrefatto, e un' Ygritte con un'espressione finalmente felice.
  
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