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Autore: Redferne    13/11/2016    10 recensioni
Tra Nick e Judy sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
E mentre Nick cerca di comprendere i suoi veri sentimenti nei confronti della sua collega ed amica, fa una promessa a lei e a sé stesso: proteggerla, a qualunque costo.
Ma fare il poliziotto a Zootropolis sta diventando sempre piu' pericoloso...
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 18

 

 

CAOS AL DISTRETTO (PRIMA PARTE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nick si trovava steso a terra, supino.

Esalò faticosamente quello che, a parer suo , doveva trattarsi del suo ultimo respiro, senza alcun dubbio.

Una fitta lancinante alla parte bassa del torace accompagnò la fuoriuscita dell’aria dalla bocca. Una sensazione di panico lo assalì. Doveva esserci senz’altro qualcosa di rotto da quelle parti, ne era più che certo.

“Calcolo errato della distanza e della portata del salto. SEI MORTO, VENDIGHIACCIOLI!!”

Si voltò in direzione della voce, a fatica.

Vide Judy che si stava avvicinando, lentamente.

“In piedi, Nick.” disse lei.

 

 

 

 

 

 

 

 

Non ne poteva veramente più.

Era da tutta la mattina che Judy lo costringeva a percorrere in lungo e in largo, di corsa, l’interno di quel vecchio condominio dismesso situato alla periferia estrema di Downtown, facendo su e giù per le sue scale malmesse e pericolanti e balzando senza sosta da un piano all’altro.

Durante l’ultimo salto aveva mancato l’appiglio di un soffio e si era schiantato al suolo, dopo un volo di circa circa tre metri.

“Sei sordo, per caso?! IN PIEDI, SOLDATO!!” Urlò lei.

Nick chiuse gli occhi per un istante, ansimando. Quando li riaprì, vide il musino di Judy, proprio sopra il suo. I suoi occhietti viola parevano di ghiaccio, e sulle sue labbra sottili vi era dipinto un sorrisetto beffardo.

Era come la sottile lama di un pugnale: bella, gelida e spietata.

“Alzati in piedi, ho detto. E non farmelo ripetere ancora.”

“Volpe rossa a carotina...volpe rossa a carotina...missione fallita. Proseguite pure senza di me e...lasciatemi qui da solo a schiattare in santa pace, vi prego...”rispose Nick, con voce lamentosa.

“Se hai ancora abbastanza fiato per continuare a fare lo spiritoso, significa che non sei messo poi cosi male.” lo provocò Judy.

“Ti prego, fammi riprendere un attimo, un attimo soltanto...ho appena rischiato di MORIRE, ti rendi conto?”

“E’ proprio questo, il punto. Quest’allenamento andrà avanti fino a che non morirai.” precisò lei.

Nick non credeva a ciò che avevano appena udito le sue orecchie.

“C-COSA?! STARAI SCHERZANDO, SPERO!!”

“Affatto. E’ proprio come ti ho appena detto: fino a che non morirai. O, perlomeno, ci andrai molto vicino, mio caro. Sforzarsi di arrivare sino al limite estremo: é questo, il nostro vero scopo. Non appena lo avrai raggiunto, sentirai l’impulso di cedere, di fermarti, di dire basta. Ma se resisterai, se riuscirai a superare quell’attimo di crisi,avrai fatto un passo avanti. E ci avrai guadagnato qualcosa. Qualcosa che ti sarà molto utile, almeno fino all’ostacolo successivo.”

“Spingersi ogni volta un po' più in là, passo dopo passo. Un centimetro, un millimetro alla volta.” continuò. “Così mi sono preparata per diventare un poliziotto. Così mi allenavo in accademia, al di fuori del programma giornaliero. E così continuo a fare ora, anche adesso che lavoro in polizia. E se ce la faccio io, ce la puoi fare anche tu. Anzi, ce la DEVI fare anche tu. Mai tirarsi indietro, Nick. E mai arrendersi.”

“D’accordo, ma non ti sembra di stare esagerando, un filo? Quel che é troppo, é troppo!!”

“Mph, sei sempre il solito, non é vero? E’ proprio per questo che i tipi come te non riescono mai ad oltrepassare i propri limiti. Perché mollano sempre un attimo prima di arrivare al dunque. Ogni pretesto é buono. Ma é giunto il momento di invertire questa tua tendenza. Farò in modo che tu ci riesca, Nick. Costi quel che costi. Sarai costretto a farcela, se ci tieni a lavorare al mio fianco. Voglio come partner un valido compagno su cui poter contare, non una palla al piede da trascinarmi appresso.” concluse.

Tipico di carotina, pensò Nick. Tanto graziosa ed adorabile fuori dal distretto, quanto cocciuta e testarda fino all’inverosimile su tutto ciò che riguardava il suo lavoro. Per tacere del resto. Quando lo trascinava con sé, volente o nolente, per sottoporlo a quella sorta di supplizi medievali che lei chiamava ALLENAMENTI SPECIALI, la sua concentrazione raggiungeva il picco massimo, cancellando in lei qualunque traccia di carità o compassione.

L’ennesima, impietosa esortazione da parte di Judy lo distolse dalle sue amare riflessioni.

“Ora tirati su. E smettila di piagnucolare, una buona volta. Tanto non ti servirà a nulla, e lo sai.”

“E’ tutto questo che non serve a nulla, piuttosto.” replicò Nick. “Andiamo: io sono una volpe, ti pare che possa riuscire ad ottenere l’agilità di voi conigli?”

“Curiosa un’affermazione del genere, da parte tua.”

“Che intendi dire?”

“Sentiamo: perché continui ad andare a farti riempire di botte in quella scalcinata palestra da quattro soldi del tuo amico Butch?”

“Eh?”

“Non fare il finto tonto, con me. Lo sai bene, di cosa sto parlando. Vai lì perché vuoi riuscire ad abbattere animali più grandi e grossi di te.”

“E’ così, vero?” lo incalzò la coniglietta. “E allora, se puoi veramente diventare forte come un orso, una tigre o un leone, spiegami perché non dovresti riuscire a diventare veloce e scattante come un coniglio? Il principio é lo stesso, se ci rifletti per un istante.”

Lui la osservava sbalordito, senza dire una parola.

“Proprio così: sono due facce di un’unica medaglia. Se é vera la prima ipotesi, lo é anche la seconda. Altrimenti, sarebbe un controsenso. Certo, potrebbero essere entrambe false, ma mi rifiuto di prendere in considerazione una simile eventualità. Perché ognuno di noi...”

Eccolo.

Il suo motto.

Il suo mantra.

La sua regola aurea.

“...Ognuno può essere ciò che vuole. Lo so, carotina. Lo so. Me lo ripeti in continuazione, fino alla nausea.” disse Nick, mettendosi seduto.

“E non mi stancherò mai di farlo.” rispose lei. “Perché io ci credo. CI CREDO VERAMENTE.”

“Ok, mi hai convinto.”

Nick sorrise allargando le braccia, come in segno di resa.

“Sei veramente implacabile, ma...a dare a Cesare quel che é di Cesare, un sergente istruttore del tuo calibro non lo troverò mai, da nessuna parte.”

“Lieta che tu te ne sia accorto, finalmente.” rispose Judy mentre appoggiava la mano destra sul fianco, assumendo un’espressione stizzita. “E adesso rifacciamo il percorso per altre quattro volte, senza interruzioni.”

 

 

 

 

 

 

 

Erano passati quattro giorni dall’operazione. Judy era stata trasferita dal recupero post – operatorio alla terapia intensiva vera e propria. Ma, al di là delle piccole variazioni riguardanti il protocollo medico – sanitario, la situazione rimaneva inalterata. Dal punto di vista clinico nessun miglioramento, almeno per ora.

Nick, Stu e Bonnie piantonavano ormai regolarmente la corsia del reparto, dandosi il cambio all’interno della stanza.

I primi due giorni dormirono a turno nell’auto della polizia parcheggiata fuori. Il terzo giorno Nick, dopo aver lasciato i due coniugi in ospedale, si fece un giro nel quartiere residenziale adiacente e, prima di sera, riuscì a rimediare un monolocale arredato in affitto ad un prezzo a dir poco stracciato.

 

 

 

 

 

 

 

Passarono altri due giorni. Da parte di Judy ancora nessun miglioramento, purtroppo.

A quel punto, accadde qualcosa.

Forse era una reazione alla snervante attesa; oppure, allo scorrere del tempo sempre uguale; fatto sta che a Nick venne un’improvvisa pensata.

In fin dei conti, cosa sapeva veramente, di ciò che era accaduto a Judy?

Quello che sapevano i suoi genitori. Che, a loro volta, lo avevano saputo dai medici.

Ma aveva tralasciato un particolare. Piccolo, ma determinante.

Accidentale o meno che fosse, era stato commesso un CRIMINE. Questo era fuori da ogni ragionevole dubbio. E quindi, qualcuno stava conducendo un’indagine, in tal proposito. E ciò stava a significare che doveva esserci senz’altro un fascicolo relativo al caso.

Forse sarebbe stato opportuno darci un’occhiata.

Valeva la pena fare un salto al distretto dove lavorava Judy.

 

 

 

 

 

Vi si recò il giorno dopo.

Appena entrato, si recò presso l’agente preposto alla reception.

Indossava una maglietta bianca a mezza manica ed un paio di jeans a pinocchietto, sgraffignati di soppiatto ad un emporio di abiti di seconda mano lì vicino. Aveva ritenuto opportuno presentarsi in abiti civili, giusto per tastare il terreno.

“Buongiorno, posso aiutarla?” chiese gentilmente l’antilope dietro al bancone, non appena lo vide.

“Salve, agente. Mi chiamo Nick Wilde e sono un conoscente della detective Judy Hopps.”

“Oh...capisco.” rispose l’antilope, con tono dispiaciuto.

“I suoi genitori vorrebbero delle informazioni su quanto le é accaduto” proseguì Nick. “Ma, al momento, non se la sentono di abbandonare la loro povera figlia nemmeno per un istante, lei capisce… e così hanno chiesto a me, che sono un amico di famiglia, di venire qui al posto loro.”

“Ehm...certo, certo...se le posso essere utile, in qualche modo...”

“Beh, ad esempio potrebbe gentilmente farmi avere un colloquio con chi si sta occupando del caso, se la cosa non costituisce un problema...”

“Certamente: mi lasci controllare, un attimo solo...ecco fatto. Hanno incaricato l’agente Winslow, a quanto mi risulta. Glielo chiamo subito.”

“La ringrazio molto.”

 

 

 

 

 

 

 

L’antilope fece una telefonata e, circa cinque minuti dopo, un ippopotamo giunse alla reception.

“Buongiorno, sono Winslow. Mi hanno detto che voleva qualche ragguaglio sull’incidente.” disse in tono cordiale.

“Si, se é possibile.” rispose Nick.

“Venga, andiamo alla mia scrivania. Si trova laggiù in fondo.”

 

 

 

 

 

 

 

Erano entrambi seduti, uno di fronte all’altro.

“E’ stata veramente una terribile disgrazia,” esordì l’agente. “ed un brutto colpo per tutti, qui al dipartimento. La detective Hopps si era trasferita da noi soltanto da qualche mese.”

“Avete scoperto qualcosa, sull’auto pirata?” Domandò Nick.

“Purtroppo no. Si trattava di un’utilitaria di utilizzo abbastanza comune, qui in città. Stesso dicorso per il colore: il bianco é una tonalita piuttosto consueta, per quel modello. Nulla di anomalo, da quel punto di vista.”

“E su chi la guidava?”

“Anche lì, buio completo. C’era gente terrorizzata che fuggiva in ogni direzione. Abbiamo sentito parecchi testimoni, ma niente di particolarmente rilevante.”

“Non ci sono delle telecamere di sicurezza, in quella zona? Avete provato a controllare i filmati?” Buttò lì Nick. “Magari si può riuscire a leggere la targa, o a notare qualche dettaglio ulteriore...”

“Ha detto di essere un AMICO DI FAMIGLIA, giusto?” Chiese Winslow, incuriosito.

“Che intende dire?”

“Forse mi sbaglierò, ma...a giudicare dal tipo di domande, e dal modo in cui le fa, giurerei di avere a che fare con un poliziotto.”

Beccato subito, dannazione. L’amico era un testafina, a dispetto dell’aria da bonaccione. O forse, l’agitazione e l’ansia avevano finito per tradire le sue reali intenzioni: fare un’indagine.

Nick decise che era opportuno cambiare tattica. E al volo, anche.

Ok, proviamo a scoprire le carte e a buttarle direttamente in tavola, si disse. In fin dei conti, Winslow aveva dimostrato di essere un tipo affabile e alla mano. Un BRAVO SBIRRO, insomma. Uno della vecchia scuola. Forse buttarla sull’amichevole, dichiarando i propri intenti sin dall’inizio, avrebbe contribuito a sciogliergli la lingua, facendogli ottenere le informazioni di cui aveva bisogno.

“Accidenti! Forse anche lei avrebbe dovuto fare il detective, con un simile intuito!” Esclamò, fingendo un tono sorpreso.

“Figuriamoci: a me interessa solo far bene il mio lavoro, per questo rimarrò sempre e solo un semplice agente, fino alla fine dei miei giorni.” rispose l’ippopotamo.

“E comunque ha indovinato: anch’io sono un agente di polizia.” precisò Nick. “Io e la Hopps eravamo colleghi di pattuglia quando prestava servizio a Zootropolis. Le chiedo scusa, per non averglielo rivelato subito. Volevo solo saperne di più sulla faccenda, tutto qui.”

“Detto fra noi, amico, non sarebbe la prassi. In teoria non sarei autorizzato a rilasciare informazioni relative ad un caso, neanche ai parenti più stretti. Men che meno ad un collega proveniente da un altro distretto, senza un’apposita autorizzazione. Ma vedrò di fare un’eccezione, stavolta.”

Nick fu sul punto di dire qualcosa, ma Winslow lo stoppò con un cenno della zampa.

“Non mi ringrazi: diciamo solo che, da poliziotto, posso ben capire quel si prova, quando accade una cosa simile al proprio partner. Per questo l’aiuterò.”

“Voglio ringraziarla ugualmente, di cuore.” insistette Nick.

“A dirla tutta, non che ci sia questo granché da tenere riservato, come scoprirà tra non molto. Anzi: visto che conosceva così bene la vittima, forse potrebbe essere lei a dare una mano a me, fornendomi qualche dettaglio in più.”

 

 

 

 

 

 

 

 

“Dunque, abbiamo controllato le registrazioni delle telecamere di sicurezza, ma abbiamo scoperto che entrambe le targhe dell’auto erano state coperte in precedenza, probabilmente con del nastro isolante. In seguito, ne abbiamo compreso perfettamente la ragione.” disse Winslow.

“Sarebbe a dire?” chiese Nick.

“Abbiamo visionato le immagini risalenti a dieci minuti prima dell’incidente, ed é saltato fuori che il responsabile, anzi I RESPONSABILI, visto che erano due, stavano fuggendo da una rapina.”

“Cosa? Una rapina?”

“Proprio così. Uno dei due é entrato in un negozio di articoli sportivi e, dopo aver tramortito il gestore, se l’é filata con l’intero incasso. Il complice era fuori ad attenderlo, in macchina, e non appena l’altro é salito a bordo é partito all’impazzata senza nemmeno badare ai pedoni.”

“Ma allora siete riusciti a riprenderlo, dunque!” saltò su Nick.

“Sfortunatamente, no. Indossava una felpa di taglia piuttosto grossa e aveva la testa coperta dal cappuccio. Per giunta portava occhiali scuri ed una sciarpa per nascondere meglio il muso. Indossava persino dei calzari sulle zampe. Un tipo scaltro, a quanto pare. Ha pensato davvero a tutto.”

“E le telecamere a circuito chiuso del negozio?”

“Ci stavo arrivando, collega. Anche lì, niente. E le dirò di più: in mancanza d’altro, abbiamo controllato anche la lunghezza delle estremità corporee, tanto per farci un’idea...”

“Vale a dire la distanza tra spalla e gomito, giusto?”

“Esatto. O tra gomito e polso. Oppure tra anca e ginocchio, e così via. Da quello si può calcolare approssimativamente l’altezza e le dimensioni di un individuo, in modo da ottenere qualche informazione utile a restringere il campo di ricerca. Ma, osservando le riprese all’interno dell’esercizio, abbiamo notato che il tipo presentava delle irregolarità all’altezza dei gomiti e delle ginocchia. Per farla breve, li aveva senz’altro coperti con delle imbottiture, per confonderci. Davvero astuto.”

“Non é possibile...”

“Possiamo ipotizzare che si tratti di un mustelide, ma non siamo nemmeno riusciti ad identificare la specie di appartenenza. Quello é un professionista, glielo garantisco.”

“Maledizione!!”

“Da lì in poi, é storia nota: mentre stanno fuggendo, i due pazzi investono tre persone e a momenti stanno per mettere sotto persino un cucciolo, che nel frattempo era finito in mezzo alla strada, dopo essere scappato dalla sua mamma. A quel punto la Hopps, che si trovava lì nei paraggi, accorre sul posto e si getta sul piccolo senza pensaci due volte. E poi...lo sappiamo bene, com’é andata a finire. Lei riesce a salvarlo, ma viene travolta in pieno.”

Sempre la solita. Non é forse vero, Carotina? Pensò Nick, affranto.

La mia solita, piccola, sciocca CONIGLIETTA OTTUSA.

Vuoi sempre salvare il mondo intero. Ma CHI HA SALVATO TE, stavolta?

Abbassò lo sguardo, puntando gli occhi verso terra, come un penitente.

Già...chi é il dannato idiota che avrebbe potuto, DOVUTO SALVARTI?

 

 

 

 

 

 

 

“E’ stato un gesto veramente coraggioso, non so quanti altri avrebbero fatto la stessa cosa, al suo posto. Ma non avrebbe dovuto finire così, poveretta.” concluse Winslow, con estremo rammarico.

“La conosceva bene?” domandò Nick.

“Di vista, come la maggior parte di noi. Ma mi aveva fatto una buonissima impressione, sin dall’inizio. Mi sembrava parecchio in gamba e piena di energie. E ci teneva molto al suo lavoro, nonostante la giovane età. Aveva sempre una buona parola per tutti. Era...era molto umile, davvero.”

“Sono cose come queste che mi fanno odiare questo mestiere, certe volte.” aggiunse l’ippopotamo, con un sospiro. “Sembra proprio che le cose peggiori debbano sempre capitare ai migliori di noi. Beh, credo di averle detto tutto quanto. Mi auguro di esserle stato utile, in qualche modo. Se lei o i genitori della detective Hopps ritenete di avere qualche elemento valido per le indagini a vostra conoscenza, non esitate a contattarmi. E se avete bisogno di ulteriori chiarimenti, sarò a vostra completa disposizione.”

 

 

 

 

 

 

Nick uscì dal distretto.

Le cose non andavano bene, purtroppo. Non andavano bene PER NIENTE.

In altre parole, stavano brancolando nel buio. Dalle telecamere e dai testimoni non avevano cavato un ragno fuori dal buco.

Ma era emerso anche un altro dettaglio, ancora più preoccupante: l’incidente di Judy veniva considerato una tragica fatalità, e nulla più. Lo dimostrava il fatto che l’avessero affidato ad un semplice agente di pattuglia. La tanto decantata squadra detective, a quanto pare, stava concentrando la sua attenzione principalmente sulla parte riguardante la rapina, tralasciando tutto il resto. Di questo passo, senza ulteriori prove a supporto, il caso sarebbe stato ben presto archiviato.

E questo non poteva assolutamente permetterlo.

Avrebbe voluto chiedere a Winslow di poter visionare il fascicolo relativo al caso. Ma, all’ultimo, aveva cambiato idea ed aveva desistito. L’agente aveva già fatto fin troppo. Si era dimostrato cortese e disponibile, e gli aveva dato una grossa mano, nonostante non fosse assolutamente tenuto a farlo. Forse a causa di quella subitanea ed improvvisa corrente di simpatia che si viene a creare tra individui che scoprono, all’improvviso e più o meno consapevolmente, di essere fatti della stessa pasta o di ritrovarsi sullo stesso lato della barricata.

Per come la vedeva Nick, era lo stesso tipo di solidarietà che si forma tra un gruppo di condannati a morte, messi bene in fila davanti al plotone d’esecuzione. Sai bene che non ti servirà a niente, ma é bello sapere che esiste.

Oppure, il merito era tutto quanto di Judy, ancora una volta. Grazie al suo entusiasmo e alla sua gentilezza, doveva essersi senz’altro fatta benvolere da tutti anche lì, nel giro di breve tempo.

In ogni caso, Winslow aveva già rischiato grosso a dargli quelle informazioni riservate (“Si ricordi, Wilde: io non le ho detto assolutamente nulla.”); non sarebbe stato giusto esporlo ad ulteriori guai.

Ma doveva comunque mettere le mani su quel dossier, in un modo o nell’altro.

Non rimaneva che un’unica carta, da giocare ancora. Non era detto che si rivelasse vincente, ma non ne aveva altre, per il momento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, rieccomi qua!!

Questo capitolo é un po' più “poliziesco” rispetto al solito (ma, del resto, Zootropolis é un poliziesco, seppure tenda a virare di più sull’action - comedy), ed é venuto un po' lunghetto. Spero di non annoiare nessuno, così come mi auguro di non aver scritto troppe fesserie per quanto riguarda le procedure investigative. Diciamo che ho fatto qualche ricerchina in proposito, e ho scritto tutto solo quando ho ritenuto di avere in mano tutti gli elementi validi per poter procedere.

D’altra parte, come ho scritto nel capitolo, al di là della tragedia capitata a Judy c’é un crimine impunito su cui indagare, e oltre al Nick perdutamente innamorato della sua ex – collega e amica a iniziato a muoversi finalmente anche il Nick poliziotto.

A questo punto mi direte: “E la parte iniziale che c’entra?”

Vedrete nella seconda parte, non vi preoccupate.

Ringrazio quelli che sono i miei “compagni di viaggio”: nami92, Freez shad, DeniseCecilia, lovehug1998 e Plando, e la new entry MizukiZukishima28 per tutte le recensioni effettuate a tempo di record!

Come sempre, un grazie anche tutti quelli che hanno messo la mia storia tra le seguite e le preferite (so di non nominarvi sempre, ma non mi dimentico affatto di voi!), e un altro grosso grazie a chiunque leggerà la storia e vorrà lasciare un parere.

 

Alla prossima,

 

 

 

See ya!!

 

 

 

 

 

 

   
 
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