[Note
dell’autrice: un saluto ai cari lettori che hanno seguito questa storia. Questo
è il capitolo conclusivo, mi ha fatto davvero sudare ma spero che il risultato
sia stato, almeno per molti di voi, gradito ed apprezzato.
Un
grazie sincero a manga, meryl watase,
Zonami84, Tsubaki Nakamura,
eco89 sasuxsaku, biancocchio,
gabirella92, LaSignorinaRottermaier per le vostre
preziose recensioni che mi hanno dato lo stimolo per portare a termine questa
impresa. Spero di rivedervi ancora nelle prossime pubblicazioni.
Baci
baci!!]
- Epilogo
Sasuke venne ricoverato per
almeno tre giorni, piantonato nella sua stanza dalla polizia 24 ore su 24; Kakashi non era intenzionato a lasciarlo andare ed allo
stesso tempo dovevano tenere la notizia della sua cattura lontano dai media.
La
morte di Orochimaru era già finita sulle prime pagine
di tutti i giornali, Kakashi fu costretto a staccare
il telefono per le continue chiamate da parte del sindaco e del governatore che
chiedevano con insistenza dettagli sulle indagini al riguardo; sebbene la morte
del più pericoloso criminale della storia della città aveva da una parte reso
un favore a gran parte della popolazione, per molte persone invece la cosa
aveva creato notevoli disagi, c’era il rischio che venisse scoperto il vaso di
Pandora e che molti nomi finissero in pasto ai social.
A
Kakashi non importava granché degli interessi
personali delle alte sfere, il suo lavoro era mettere i criminali dietro le
sbarre e non assecondare i capricci dei politici corrotti; inoltre doveva
tenere Sakura il più lontano possibile da Sasuke e
soprattutto dai giornalisti.
Quando
si era svegliata e non aveva trovato Sasuke nell’appartemento quel giorno, aveva tempestato sia lui che Naruto di messaggi e telefonate, ma senza alcuna risposta.
Riuscì
a parlare con Naruto solo alcune ore dopo, appena
tornata in centrale e fu soltanto allora che il suo amico le raccontò di quanto
accaduto all’aeroporto e che Orochimaru era morto;
Sakura per un attimo trattenne il respiro, per anni aveva cercato il modo di
vendicarsi su colui che aveva sterminato la sua famiglia e sapere che alla fine
erano stati proprio Naruto e Sasuke
a porre fine alle sue pene, fu per lei come respirare aria nuova e potè solo essere grata ad entrambi.
Quando
poi Naruto le riferì che, su richiesta di Sasuke, lo aveva arrestato ed era stato portato al pronto
soccorso per curare le ferite che aveva subito, Sakura non se lo fece ripetere
due volte e guidò a tutta velocità verso l’ospedale.
Una
volta lì però venne fermata da Kakashi e da altri
agenti di polizia che le impedirono di vederlo; Sakura capì che il suo mentore,
nonché padre adottivo, era a conoscenza del suo rapporto con Sasuke, e sebbene non fosse particolarmente d’accordo, allo
stesso tempo non poteva consentirle di parlare con lui per una questione di
sicurezza, in quanto ricadevano su di lui accuse molto gravi e la stessa
Organizzazione al quale apparteneva stava muovendo mari e monti per tenere
segreta tutta la vicenda.
La
questione era soprattutto non far sapere che, un killer ben addestrato artefice
di diversi reati, tra cui anche l’omicidio di Orochimaru,
aveva rapporti intimi con un detective di polizia e che quel detective altri
non era che la figlia del defunto procuratore Haruno;
tutto questo avrebbe creato un certo imbarazzo ed avrebbe compromesso la
posizione di Sakura ma anche la credibilità della stessa KCI.
Solo
a Naruto era permesso vedere Sasuke
e promise a Sakura di tenerla a conoscenza in ogni momento delle sue condizioni
e che gli avrebbe fatto sapere che lei era lì.
Infatti
Naruto entrò poco dopo nella stanza di ricovero di Sasuke, i monitor accesi indicavano i valori nella norma e
lui era sveglio a fissare la finestra, lo sguardo più furioso di quanto Naruto potesse rammentare.
“Ti
trovo in gran forma!”
“Fottiti,
questo bip assordante non mi fa dormire la notte e il
fianco mi fa un male cane!”
“Proprio
come dicevo; sei in gran forma.”
“Cos’era
tutto quel trambusto in corridoio, pareva una crisi isterica in piena regola!”
“Sakura
sa che sei in ospedale ma Kakashi non le permette di
vederti. Non è una che cede tanto facilmente ma questa volta è costretta a fare
retromarcia”
Sasuke si irrigidì imprecando
sottovoce, sapeva che la situazione per loro due si era ulteriormente
complicata; ammesso e non concesso che sarebbe andato in galera, Kakashi stava facendo soltanto il bene di Sakura a tenerla
lontana da lui. Anche se fosse uscito dall’ospedale, non avrebbe comunque
potuto rivederla e quel pensiero era più straziante del suono delle macchine a
cui lo tenevano attaccato tutto il giorno e tutta la notte: lo avevano
ammanettato al letto così che non potesse scappare, non sentiva neppure lo
stimolo di andare al bagno, il catetere sopperiva allo scopo.
Ad
ogni modo non aveva alcuna intenzione di fuggire, poteva soltanto stare lì
sdraiato in quel letto di ospedale, contando i minuti in attesa di conoscere il
verdetto che avrebbe segnato il suo futuro a venire; in quel futuro, qualunque
fosse, non c’era posto per Sakura.
Lei
in compenso si recava in ospedale tutti i giorni insieme a Naruto;
non poteva violare gli ordini impartiti da Kakashi
che le impedivano di parlare con Sasuke, ma almeno
aveva il suo compagno che la aggiornava di volta in volta; era molto triste e
preoccupata, aveva la sensazione che presto lo avrebbe perso e che non avrebbe
mai più avuto modo di vederlo in futuro.
Accadde
dopo circa una settimana, dal giorno in cui Orochimaru
fu ucciso, Kakashi si recò a fare visita a Sasuke insieme ad un agente che gli consegnò un borsone
sportivo con dentro del vestiario pulito.
Non
era più attaccato alle macchine e gli avevano tolto le manette così da poter
andare in bagno in tutta tranquillità, sempre comunque sotto stretta
sorveglianza di un poliziotto che stava con lui tutto il tempo dentro la
camera, fino a quando non arrivava Naruto e l’agente
poteva andare in pausa.
Quel
giorno però Sasuke rimase sorpreso che, a fargli
visita, fu proprio Kakashi, il quale però non era portatore
di buone notizie.
“Sei
libero di andare, non sei più un sospettato sotto custodia”
“Immagino
che mio padre abbia fatto sfoggio di uno dei suoi trucchi di magia”
“La
morte di Orochimaru ha creato non poco trambusto e molte
persone preferiscono non essere coinvolte; l’accordo con il giudice è che tu
venga prosciolto da ogni accusa, tu non eri presente e non hai visto nulla, a
condizione che venga riaperto il caso della morte del procuratore Haruno e che tu sparisca dalla circolazione”
“Conosco
il termine “sparire dalla circolazione” così come conosco mio padre; ero già
spacciato prima ancora di fare un buco in fronte a Kabuto”
“C’è
qualcosa che posso fare per te, prima che tu te ne vada?”
Sasuke stava per rispondergli
ma si trattenne, non era così facile chiedere al tuo capo di dire addio alla
donna della tua vita, specialmente se questi le ha fatto da padre per quasi
vent’anni.
“No,
grazie. Ora sono in pace!”
Indossò
gli abiti puliti e firmò il foglio di uscita, si sentiva più leggero nel sapere
che, almeno Sakura, aveva ottenuto giustizia per la morte della sua famiglia.
Uscito
dall’ingresso un’auto nera parcheggiata sul ciglio del marciapiede lo stava
aspettando; un uomo scese dall’auto dal posto di guida e gli aprì lo sportello
del lato passeggero, Sasuke con molta calma continuò
a camminare nella sua direzione e salì in macchina senza guardare in faccia
nessuno nemmeno alla persona seduta di fianco a lui, convinto che fosse suo
padre.
Fu
solo quando l’auto si mise in viaggio che la persona di fianco a lui gli parlò
e nel momento in cui riconobbe la voce, un’ombra di sconcerto, sorpresa ed
orrore gli si stampò in volto.
“Lieto
di rivederti… fratello!”
“Itachi? Ma…non è possibile… tu eri…”
“Morto?
Già era esattamente ciò che doveva sembrare affinchè
tu portassi a termine il lavoro. Anche se con qualche acciacco alla fine ne sei
uscito tutto di un pezzo”
“Tu
non eri morto? Ma che razza di storia è questa; portare a termine il lavoro ma
di che diavolo stai parlando?!”
Sasuke era furibondo ed Itachi non poteva certo biasimarlo; lo aveva usato per
raggiungere uno scopo ben preciso, ma quella decisione fu necessaria e venne
presa in cambio di un grande sacrificio.
“Ok,
adesso ti puoi calmare e lasciarmi spiegare? Non era mia intenzione ingannarti
ma non avevo scelta; il mio obiettivo era Kabuto, ma
qualcosa andò storto a sono stato ferito, sospettavamo una talpa all’interno
dell’Organizzazione e quando hai incrociato la tua strada con quella di Kabuto abbiamo dovuto prendere una decisione. Io, papà e Kakashi ci siamo messi d’accordo quella sera in ospedale;
dovevo essere dichiarato morto affinchè tu ti
mettessi a caccia di Kabuto, una volta ucciso
lui e scoperto il traditore non ci sarebbe voluto molto per eliminare
definitivamente Orochimaru e così è stato.”
“Ti
ringrazio fratello adesso sono molto più sollevato e incazzato di prima. Buon
per te che non ho un’arma con me adesso, perché ho veramente una gran voglia di
renderti deceduto per davvero stavolta”
“Apprezzo
il tuo senso dell’umorismo, ma dubito che riusciresti a centrare il bersaglio”
“Quanto
ti odio…”
“Comunque,
morale della favola è che ci siamo liberati definitivamente del nostro peggiore
nemico ed io sono il nuovo leader di Luna Rossa”
“Stai
scherzando?”
“Papà
è uno stronzo, lo hai sempre saputo, era ora che se ne andasse in pensione;l’accordo
era che, una volta portato a termine la
missione, io avrei preso il suo posto, Kakashi
avrebbe continuato a dirigere la KCI e la parte logistica ed amministrativa
dell’Organizzazione… e tu saresti stato libero”
Sasuke non poteva credere a
ciò che stava ascoltando; tutto quanto era stato organizzato ad arte solo per
eliminare il nemico e poi congedarlo definitivamente?
Sapere
tutto questo non gli giovava al sistema nervoso, sebbene in fondo al cuore era
felice di vedere che suo fratello era ancora vivo, ma non era ancora sicuro di
cosa ne sarebbe stato di lui; Itachi gli aveva appena
detto che era libero, non più un membro attivo dell’Organizzazione, pulito,
senza più un passato da assassino alle spalle, ma cosa avrebbe fatto ora?
Itachi gli consegnò una
cartellina nera, al suo interno la risposta alle sue domande.
“Dentro
c’è tutto; nuovo passaporto, nuova identità, nuovo cellulare, un nuovo conto
bancario, ci sono abbastanza soldi per poter ricominciare da zero ed una serie
di lavori che potresti fare, devi solo sceglierne uno. Prenditi una vacanza
prima se ti va e poi goditi la tua vita, te lo sei guadagnato”
“Io
non so proprio cosa dire, se grazie o mandarti al diavolo…
Mi viene in mente soltanto mamma; come sta?”
“Sa
che stai bene, aspetta solo una tua telefonata. Inoltre ha chiesto il divorzio”
A
Sasuke quell’ultima frase non lo sorprese più di quel
tanto, erano anni ormai che i suo genitori dormivano in camere separate e poi
comunque sua madre già intratteneva rapporti intimi con il suo vecchio
fidanzato Kakashi, così come Fugaku
di tanto in tanto se la spassava con qualche nuova adepta dell’Organizzazione.
“Mi
domando perché ci abbia messo così tanto”
Si
misero a ridere e scambiarono ancora qualche parola fino a quando non
arrivarono ad un parcheggio, dove un’altra auto li stava aspettando; quell’auto
avrebbe accompagnato Sasuke verso la sua nuova
destinazione, così dopo essersi salutati pacificamente, un nuovo viaggio ebbe
inizio.
Un
mese dopo, Sakura era seduta alla sua scrivania con lo sguardo perso ad
osservare dalla finestra i palazzi di fronte alla sede della KCI; non aveva più ricevuto notizie di Sasuke;
l’ultima volta che si recò in ospedale insieme a Naruto,
videro che non c’erano più gli agenti addetti alla sua sorveglianza e quando
entrarono nella sua stanza era vuota.
Incrociarono
una infermiera e le chiesero del paziente che era ricoverato lì e lei rispose
che era stato dimesso con l’autorizzazione dello stesso Kakashi;
Sakura provò più volte a parlare con lui riguardo a Sasuke,
ma lo stesso Kakashi rimaneva sempre vago sulle sue
risposte, le disse semplicemente che era tutto sistemato e che non doveva più
preoccuparsi per lui.
A
Sakura le si spezzò il cuore, non solo perché aveva perso l’uomo che amava, ma
anche perché il suo padre adottivo ne era in parte la causa; se anche solo una
volta le avesse concesso di vederlo, invece non aveva fatto altro che respingerla
e tenerla costantemente lontana da Sasuke, ed ora lui
se ne era andato per sempre.
Non
aveva più ricolto la parola a Kakashi se non per
lavoro, al di fuori di esso si era estraniata dal mondo e non voleva vedere
nessuno; ogni tanto tornava in quel bar dove, lei e Sasuke,
si incontrarono per la prima volta, sperando di vederlo entrare dalla porta, ma
non avvenne mai.
Era
assorta dai ricordi quando venne richiamata alla realtà da un fattorino che le
consegno una busta e le chiese una firma; la busta sigillata non recava
mittente ed era indirizzata specificamente a lei, quando la aprì trovò dentro due
chiavi, una era di una macchina e l’altra sembrava quella di un lucchetto per
via delle piccole dimensioni ed una biglietto con un indirizzo, un numero
composta da due lettere e tre numeri ed alcune semplici parole “fanne buon
uso”,
firmato dal defunto Asuma.
Sakura
non aveva la più pallida idea del motivo per la quale quell’uomo avesse inviato
proprio a lei quella busta e non sapeva neppure cosa farne di preciso; cercò su
internet l’indirizzo indicato nel biglietto e scoprì soltanto che si trattava
di un affitta magazzini, con diversi lotti di varie dimensioni, provò così a
telefonare e scoprì che lo strano numero scritto sul biglietto era il numero
identificativo di uno dei lotti che avevano affittato di recente.
Sakura
rimase a riflettere sul da farsi quando entrò Naruto
con il sacchetto della colazione e decise allora di andare insieme a lui a
vedere di cosa si trattava; gli spiegò
la situazione e lui accettò di accompagnarla, per essere sicuro che non si
trattasse di una qualche trappola.
Il
magazzino si trovava nella zona industriale appena fuori città; trovarono il
lotto indicato nel biglietto e Sakura aprì il lucchetto con la chiave che Asuma le aveva fatto recapitare.
Quando
aprirono il portellone non poterono credere ai loro occhi; l’ultimo gesto di Asuma prima di morire, fu quello di consegnare in mano a
Sakura una macchina nera d’epoca, risalente agli anni ’70, un raro modello di
Mustang serie Sharingan in perfette condizioni, come
se fosse appena uscita dalla fabbrica.
Naruto la riconobbe subito e
non potè fare a meno di imprecare ad alta voce.
“Che
io sia dannato è la macchina di Sasuke!!”
“Come
hai detto?”
“E’
la macchina che stavamo cercando, ricordi? L’auto che aveva rubato Kabuto. E’questa, è di Sasuke!”
Sakura
in quel momento ricordò quel giorno, non aveva più pensato che Asuma aveva detto che si sarebbe occupato lui dell’auto,
non immaginava però che la facesse trovare proprio a loro; fu il giorno più
lungo della sua vita ed alla fine, tutto ciò che è riuscita ad ottenere era una
macchina, ma non una macchina qualsiasi: la sua.
“Asuma si è raccomandato di farne buon uso, ma non so
esattamente cosa intendeva. In teoria andrebbe restituita a Sasuke…
“
Peccato
però che Sakura non aveva la benché minima idea di dove si trovasse; fu allora
che Naruto le porse una piccola busta bianca, all’interno
c’era una lettera con in calce il timbro della KCI e la firma di Kakashi ed un piccolo biglietto con un altro indirizzo.
“Ma
che cos’è?”
“Ero
venuto nel tuo ufficio proprio per questo. Ho parlato con Kakashi
l’altra sera e l’ho convinto. Ha firmato il tuo congedo. Sei in vacanza a tempo
indeterminato. Puoi consegnargliela tu la macchina? Io ho un appuntamento con Hinata tra 20 minuti e sono già in ritardo.”
Sakura
sbattè più volte le palpebre dalla sorpresa, che le
venisse un colpo, un raggio di sole aveva fatto capolino nel cielo grigio che
era diventata la sua vita, poteva di nuovo rivederlo e questo grazie all’aiuto
di Naruto.
Lo
abbracciò istintivamente e lui ricambiò l’abbraccio sapendo che non si
sarebbero rivisti almeno per un po’, era contento di aver fatto la cosa giusta,
in fondo sia Sakura che Sasuke se lo meritavano.
“Bhè non hai bisogno di un passaggio, il mezzo a
disposizione ce l’hai già. Porta i miei saluti al teme”
Il
suono delle onde dell’oceano gli conciliavano il sonno; le giornate si erano
fatte più calde ed aveva speso il suo tempo a correre sulla spiaggia, a fare
surf e a crogiolarsi sul divano con qualche birra.
Le
ferite era guarite, aveva seguito il consiglio di Itachi
e si era preso una lunga vacanza nella casa di famiglia sulla spiaggia,
nonostante fosse trascorso un mese e cominciasse ad annoiarsi, allo stesso
tempo non aveva alcuna intenzione di mettersi in cerca di un lavoro.
Spesso
pensava a Sakura, a tutte le volte che aveva provato a telefonarle ma non aveva
mai avuto il coraggio di premere il bottone della chiamata; aveva bisogno di un
po’ di tempo per pensare, lasciare che le acque si calmassero, ma ancora non si
era deciso a fare il primo passo.
Forse
lei si era già rifatta una vita, che diritto aveva lui di stravolgergliela di
nuovo; stava considerando l’idea di lasciare perdere definitivamente e
dimenticarla quando udì il rumore di un auto in avvicinamento nel vialetto
sterrato della villa.
L’abitudine
a tenersi sempre pronto ed armato non l’aveva persa e stava già prendendo mano
alla pistola, quando di colpo si bloccò: aveva riconosciuto il suono del
motore, un motore inconfondibile alle sue orecchie e lo riconobbe, perché lo
aveva assemblato lui stesso quando rimise a nuovo la sua Mustang Sharingan.
Uscì
di corsa dalla villa e fu piacevolmente sorpreso di rivedere la sua adorata
macchina, ma ancora di più nel vedere appoggiata vicino al cofano Sakura, in
occhiali da sole e tenuta estiva con le chiavi in mano che gli sorrideva in
maniera ambigua, sorriso che non gli dispiacque affatto.
“Mi scusi
signore ha per caso perso lei quest’auto?”
Sasuke si mise a
ridere e dovette ammettere che era uno schianto sotto quell’aspetto ed era
contento di averla ritrovata
“Sono un po’
costernato; sono indeciso se è la macchina a rendere più sexy te e tu a rendere
più sexy la macchina”
“Un vero e
proprio dubbio amletico. Non mi dici nemmeno ciao?”
Sasuke si avvicinò
con rapidi passi e la prese tra le braccia baciandola come mai aveva fatto
prima, assaporando ogni singolo contatto; Sakura rispose all’abbraccio
sollevata di riaverlo di nuovo e questa volta senza inganni né distintivi.
“Sakura non so
come tu abbai fatto e non lo voglio sapere. Ho riavuto te e la mia auto
preferita e questo mi basta!”
-
Fine -