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Autore: ExLuna    13/11/2016    2 recensioni
Quando il livello della criminalità nelle città diventa troppo alto ed è quindi troppo pericoloso e arduo per i principali comandi di polizia del mondo fronteggiare l’emergenza, ecco che interviene l’Organizzazione Luna Rossa; un’agenzia di sicari, attiva da anni, che collabora con le principali agenzie investigative del mondo al fine di debellare la criminalità e proteggere gli innocenti.
Ad esso è affiancato una importante agenzia investigativa indipendente di Konoha, la KCI, ovvero la Konoha Crime Investigation, che insieme alle centrali di polizia ed alle altre agenzie, fornisce all’Organizzazione tutte le informazioni necessarie per mettere sul campo i suoi migliori agenti e porre fine ai crimini più efferati.
Quando uno di questi agenti viene però attaccato personalmente, ferendo mortalmente la persona a lui più cara e rubando ciò che è per lui la cosa più preziosa sulla terra, le regole di ingaggio a quel punto cambiano. Ci vorranno solo 24 ore affinché la vendetta si compia. Ma l’amore è nascosto dietro l’angolo. [lieto fine. Sasu/Saku]
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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[Note dell’autrice: un saluto ai cari lettori che hanno seguito questa storia. Questo è il capitolo conclusivo, mi ha fatto davvero sudare ma spero che il risultato sia stato, almeno per molti di voi, gradito ed apprezzato.

Un grazie sincero a manga, meryl watase, Zonami84, Tsubaki Nakamura, eco89 sasuxsaku, biancocchio, gabirella92, LaSignorinaRottermaier per le vostre preziose recensioni che mi hanno dato lo stimolo per portare a termine questa impresa. Spero di rivedervi ancora nelle prossime pubblicazioni.

Baci baci!!]

 

 

- Epilogo

Sasuke venne ricoverato per almeno tre giorni, piantonato nella sua stanza dalla polizia 24 ore su 24; Kakashi non era intenzionato a lasciarlo andare ed allo stesso tempo dovevano tenere la notizia della sua cattura lontano dai media.

La morte di Orochimaru era già finita sulle prime pagine di tutti i giornali, Kakashi fu costretto a staccare il telefono per le continue chiamate da parte del sindaco e del governatore che chiedevano con insistenza dettagli sulle indagini al riguardo; sebbene la morte del più pericoloso criminale della storia della città aveva da una parte reso un favore a gran parte della popolazione, per molte persone invece la cosa aveva creato notevoli disagi, c’era il rischio che venisse scoperto il vaso di Pandora e che molti nomi finissero in pasto ai social.

A Kakashi non importava granché degli interessi personali delle alte sfere, il suo lavoro era mettere i criminali dietro le sbarre e non assecondare i capricci dei politici corrotti; inoltre doveva tenere Sakura il più lontano possibile da Sasuke e soprattutto dai giornalisti.

Quando si era svegliata e non aveva trovato Sasuke nell’appartemento quel giorno, aveva tempestato sia lui che Naruto di messaggi e telefonate, ma senza alcuna risposta.

Riuscì a parlare con Naruto solo alcune ore dopo, appena tornata in centrale e fu soltanto allora che il suo amico le raccontò di quanto accaduto all’aeroporto e che Orochimaru era morto; Sakura per un attimo trattenne il respiro, per anni aveva cercato il modo di vendicarsi su colui che aveva sterminato la sua famiglia e sapere che alla fine erano stati proprio Naruto e Sasuke a porre fine alle sue pene, fu per lei come respirare aria nuova e potè solo essere grata ad entrambi.

Quando poi Naruto le riferì che, su richiesta di Sasuke, lo aveva arrestato ed era stato portato al pronto soccorso per curare le ferite che aveva subito, Sakura non se lo fece ripetere due volte e guidò a tutta velocità verso l’ospedale.

Una volta lì però venne fermata da Kakashi e da altri agenti di polizia che le impedirono di vederlo; Sakura capì che il suo mentore, nonché padre adottivo, era a conoscenza del suo rapporto con Sasuke, e sebbene non fosse particolarmente d’accordo, allo stesso tempo non poteva consentirle di parlare con lui per una questione di sicurezza, in quanto ricadevano su di lui accuse molto gravi e la stessa Organizzazione al quale apparteneva stava muovendo mari e monti per tenere segreta tutta la vicenda.

La questione era soprattutto non far sapere che, un killer ben addestrato artefice di diversi reati, tra cui anche l’omicidio di Orochimaru, aveva rapporti intimi con un detective di polizia e che quel detective altri non era che la figlia del defunto procuratore Haruno; tutto questo avrebbe creato un certo imbarazzo ed avrebbe compromesso la posizione di Sakura ma anche la credibilità della stessa KCI.

Solo a Naruto era permesso vedere Sasuke e promise a Sakura di tenerla a conoscenza in ogni momento delle sue condizioni e che gli avrebbe fatto sapere che lei era lì.

Infatti Naruto entrò poco dopo nella stanza di ricovero di Sasuke, i monitor accesi indicavano i valori nella norma e lui era sveglio a fissare la finestra, lo sguardo più furioso di quanto Naruto potesse rammentare.

 

“Ti trovo in gran forma!”

 

“Fottiti, questo bip assordante non mi fa dormire la notte e il fianco mi fa un male cane!”

 

“Proprio come dicevo; sei in gran forma.”

 

“Cos’era tutto quel trambusto in corridoio, pareva una crisi isterica in piena regola!”

 

“Sakura sa che sei in ospedale ma Kakashi non le permette di vederti. Non è una che cede tanto facilmente ma questa volta è costretta a fare retromarcia”

 

Sasuke si irrigidì imprecando sottovoce, sapeva che la situazione per loro due si era ulteriormente complicata; ammesso e non concesso che sarebbe andato in galera, Kakashi stava facendo soltanto il bene di Sakura a tenerla lontana da lui. Anche se fosse uscito dall’ospedale, non avrebbe comunque potuto rivederla e quel pensiero era più straziante del suono delle macchine a cui lo tenevano attaccato tutto il giorno e tutta la notte: lo avevano ammanettato al letto così che non potesse scappare, non sentiva neppure lo stimolo di andare al bagno, il catetere sopperiva allo scopo.

Ad ogni modo non aveva alcuna intenzione di fuggire, poteva soltanto stare lì sdraiato in quel letto di ospedale, contando i minuti in attesa di conoscere il verdetto che avrebbe segnato il suo futuro a venire; in quel futuro, qualunque fosse, non c’era posto per Sakura.

Lei in compenso si recava in ospedale tutti i giorni insieme a Naruto; non poteva violare gli ordini impartiti da Kakashi che le impedivano di parlare con Sasuke, ma almeno aveva il suo compagno che la aggiornava di volta in volta; era molto triste e preoccupata, aveva la sensazione che presto lo avrebbe perso e che non avrebbe mai più avuto modo di vederlo in futuro.

Accadde dopo circa una settimana, dal giorno in cui Orochimaru fu ucciso, Kakashi si recò a fare visita a Sasuke insieme ad un agente che gli consegnò un borsone sportivo con dentro del vestiario pulito.

Non era più attaccato alle macchine e gli avevano tolto le manette così da poter andare in bagno in tutta tranquillità, sempre comunque sotto stretta sorveglianza di un poliziotto che stava con lui tutto il tempo dentro la camera, fino a quando non arrivava Naruto e l’agente poteva andare in pausa.

Quel giorno però Sasuke rimase sorpreso che, a fargli visita, fu proprio Kakashi, il quale però non era portatore di buone notizie.

 

“Sei libero di andare, non sei più un sospettato sotto custodia”

 

“Immagino che mio padre abbia fatto sfoggio di uno dei suoi trucchi di magia”

 

“La morte di Orochimaru ha creato non poco trambusto e molte persone preferiscono non essere coinvolte; l’accordo con il giudice è che tu venga prosciolto da ogni accusa, tu non eri presente e non hai visto nulla, a condizione che venga riaperto il caso della morte del procuratore Haruno e che tu sparisca dalla circolazione”

 

“Conosco il termine “sparire dalla circolazione” così come conosco mio padre; ero già spacciato prima ancora di fare un buco in fronte a Kabuto

 

“C’è qualcosa che posso fare per te, prima che tu te ne vada?”

 

Sasuke stava per rispondergli ma si trattenne, non era così facile chiedere al tuo capo di dire addio alla donna della tua vita, specialmente se questi le ha fatto da padre per quasi vent’anni.

 

“No, grazie. Ora sono in pace!”  

 

Indossò gli abiti puliti e firmò il foglio di uscita, si sentiva più leggero nel sapere che, almeno Sakura, aveva ottenuto giustizia per la morte della sua famiglia.

Uscito dall’ingresso un’auto nera parcheggiata sul ciglio del marciapiede lo stava aspettando; un uomo scese dall’auto dal posto di guida e gli aprì lo sportello del lato passeggero, Sasuke con molta calma continuò a camminare nella sua direzione e salì in macchina senza guardare in faccia nessuno nemmeno alla persona seduta di fianco a lui, convinto che fosse suo padre.

Fu solo quando l’auto si mise in viaggio che la persona di fianco a lui gli parlò e nel momento in cui riconobbe la voce, un’ombra di sconcerto, sorpresa ed orrore gli si stampò in volto.

 

“Lieto di rivederti… fratello!”

 

Itachi? Ma…non è possibile… tu eri…

 

“Morto? Già era esattamente ciò che doveva sembrare affinchè tu portassi a termine il lavoro. Anche se con qualche acciacco alla fine ne sei uscito tutto di un pezzo”

“Tu non eri morto? Ma che razza di storia è questa; portare a termine il lavoro ma di che diavolo stai parlando?!”

 

Sasuke era furibondo ed Itachi non poteva certo biasimarlo; lo aveva usato per raggiungere uno scopo ben preciso, ma quella decisione fu necessaria e venne presa in cambio di un grande sacrificio.

 

“Ok, adesso ti puoi calmare e lasciarmi spiegare? Non era mia intenzione ingannarti ma non avevo scelta; il mio obiettivo era Kabuto, ma qualcosa andò storto a sono stato ferito, sospettavamo una talpa all’interno dell’Organizzazione e quando hai incrociato la tua strada con quella di Kabuto abbiamo dovuto prendere una decisione. Io, papà e Kakashi ci siamo messi d’accordo quella sera in ospedale; dovevo essere dichiarato morto affinchè tu ti mettessi a caccia di Kabuto, una volta ucciso lui  e scoperto il traditore  non ci sarebbe voluto molto per eliminare definitivamente Orochimaru e così è stato.”

 

“Ti ringrazio fratello adesso sono molto più sollevato e incazzato di prima. Buon per te che non ho un’arma con me adesso, perché ho veramente una gran voglia di renderti deceduto per davvero stavolta”

 

“Apprezzo il tuo senso dell’umorismo, ma dubito che riusciresti a centrare il bersaglio”

 

“Quanto ti odio…

 

“Comunque, morale della favola è che ci siamo liberati definitivamente del nostro peggiore nemico ed io sono il nuovo leader di Luna Rossa”

 

“Stai scherzando?”

 

“Papà è uno stronzo, lo hai sempre saputo, era ora che se ne andasse in pensione;l’accordo era che, una volta  portato a termine la missione, io avrei preso il suo posto, Kakashi avrebbe continuato a dirigere la KCI e la parte logistica ed amministrativa dell’Organizzazione…  e tu saresti stato libero”

 

Sasuke non poteva credere a ciò che stava ascoltando; tutto quanto era stato organizzato ad arte solo per eliminare il nemico e poi congedarlo definitivamente?

Sapere tutto questo non gli giovava al sistema nervoso, sebbene in fondo al cuore era felice di vedere che suo fratello era ancora vivo, ma non era ancora sicuro di cosa ne sarebbe stato di lui; Itachi gli aveva appena detto che era libero, non più un membro attivo dell’Organizzazione, pulito, senza più un passato da assassino alle spalle, ma cosa avrebbe fatto ora?

Itachi gli consegnò una cartellina nera, al suo interno la risposta alle sue domande.

 

“Dentro c’è tutto; nuovo passaporto, nuova identità, nuovo cellulare, un nuovo conto bancario, ci sono abbastanza soldi per poter ricominciare da zero ed una serie di lavori che potresti fare, devi solo sceglierne uno. Prenditi una vacanza prima se ti va e poi goditi la tua vita, te lo sei guadagnato”

 

“Io non so proprio cosa dire, se grazie o mandarti al diavolo… Mi viene in mente soltanto mamma; come sta?”

 

“Sa che stai bene, aspetta solo una tua telefonata. Inoltre ha chiesto il divorzio”

 

A Sasuke quell’ultima frase non lo sorprese più di quel tanto, erano anni ormai che i suo genitori dormivano in camere separate e poi comunque sua madre già intratteneva rapporti intimi con il suo vecchio fidanzato Kakashi, così come Fugaku di tanto in tanto se la spassava con qualche nuova adepta dell’Organizzazione.

 

“Mi domando perché ci abbia messo così tanto”

 

Si misero a ridere e scambiarono ancora qualche parola fino a quando non arrivarono ad un parcheggio, dove un’altra auto li stava aspettando; quell’auto avrebbe accompagnato Sasuke verso la sua nuova destinazione, così dopo essersi salutati pacificamente, un nuovo viaggio ebbe inizio.

 

 

Un mese dopo, Sakura era seduta alla sua scrivania con lo sguardo perso ad osservare dalla finestra i palazzi di fronte alla sede della KCI; non aveva  più ricevuto notizie di Sasuke; l’ultima volta che si recò in ospedale insieme a Naruto, videro che non c’erano più gli agenti addetti alla sua sorveglianza e quando entrarono nella sua stanza era vuota.

Incrociarono una infermiera e le chiesero del paziente che era ricoverato lì e lei rispose che era stato dimesso con l’autorizzazione dello stesso Kakashi; Sakura provò più volte a parlare con lui riguardo a Sasuke, ma lo stesso Kakashi rimaneva sempre vago sulle sue risposte, le disse semplicemente che era tutto sistemato e che non doveva più preoccuparsi per lui.

A Sakura le si spezzò il cuore, non solo perché aveva perso l’uomo che amava, ma anche perché il suo padre adottivo ne era in parte la causa; se anche solo una volta le avesse concesso di vederlo, invece non aveva fatto altro che respingerla e tenerla costantemente lontana da Sasuke, ed ora lui se ne era andato per sempre.

Non aveva più ricolto la parola a Kakashi se non per lavoro, al di fuori di esso si era estraniata dal mondo e non voleva vedere nessuno; ogni tanto tornava in quel bar dove, lei e Sasuke, si incontrarono per la prima volta, sperando di vederlo entrare dalla porta, ma non avvenne mai.

Era assorta dai ricordi quando venne richiamata alla realtà da un fattorino che le consegno una busta e le chiese una firma; la busta sigillata non recava mittente ed era indirizzata specificamente a lei, quando la aprì trovò dentro due chiavi, una era di una macchina e l’altra sembrava quella di un lucchetto per via delle piccole dimensioni ed una biglietto con un indirizzo, un numero composta da due lettere e tre numeri ed alcune semplici parole “fanne buon uso”, firmato dal defunto Asuma.

Sakura non aveva la più pallida idea del motivo per la quale quell’uomo avesse inviato proprio a lei quella busta e non sapeva neppure cosa farne di preciso; cercò su internet l’indirizzo indicato nel biglietto e scoprì soltanto che si trattava di un affitta magazzini, con diversi lotti di varie dimensioni, provò così a telefonare e scoprì che lo strano numero scritto sul biglietto era il numero identificativo di uno dei lotti che avevano affittato di recente.

Sakura rimase a riflettere sul da farsi quando entrò Naruto con il sacchetto della colazione e decise allora di andare insieme a lui a vedere  di cosa si trattava; gli spiegò la situazione e lui accettò di accompagnarla, per essere sicuro che non si trattasse di una qualche trappola.

Il magazzino si trovava nella zona industriale appena fuori città; trovarono il lotto indicato nel biglietto e Sakura aprì il lucchetto con la chiave che Asuma le aveva fatto recapitare.

Quando aprirono il portellone non poterono credere ai loro occhi; l’ultimo gesto di Asuma prima di morire, fu quello di consegnare in mano a Sakura una macchina nera d’epoca, risalente agli anni ’70, un raro modello di Mustang serie Sharingan in perfette condizioni, come se fosse appena uscita dalla fabbrica.

Naruto la riconobbe subito e non potè fare a meno di imprecare ad alta voce.

 

“Che io sia dannato è la macchina di Sasuke!!”

 

“Come hai detto?”

 

“E’ la macchina che stavamo cercando, ricordi? L’auto che aveva rubato Kabuto. E’questa, è di Sasuke!”

 

Sakura in quel momento ricordò quel giorno, non aveva più pensato che Asuma aveva detto che si sarebbe occupato lui dell’auto, non immaginava però che la facesse trovare proprio a loro; fu il giorno più lungo della sua vita ed alla fine, tutto ciò che è riuscita ad ottenere era una macchina, ma non una macchina qualsiasi: la sua.

 

Asuma si è raccomandato di farne buon uso, ma non so esattamente cosa intendeva. In teoria andrebbe restituita a Sasuke…

 

Peccato però che Sakura non aveva la benché minima idea di dove si trovasse; fu allora che Naruto le porse una piccola busta bianca, all’interno c’era una lettera con in calce il timbro della KCI e la firma di Kakashi ed un piccolo biglietto con un altro indirizzo.

 

“Ma che cos’è?”

 

“Ero venuto nel tuo ufficio proprio per questo. Ho parlato con Kakashi l’altra sera e l’ho convinto. Ha firmato il tuo congedo. Sei in vacanza a tempo indeterminato. Puoi consegnargliela tu la macchina? Io ho un appuntamento con Hinata tra 20 minuti e sono già in ritardo.”

 

Sakura sbattè più volte le palpebre dalla sorpresa, che le venisse un colpo, un raggio di sole aveva fatto capolino nel cielo grigio che era diventata la sua vita, poteva di nuovo rivederlo e questo grazie all’aiuto di Naruto.

Lo abbracciò istintivamente e lui ricambiò l’abbraccio sapendo che non si sarebbero rivisti almeno per un po’, era contento di aver fatto la cosa giusta, in fondo sia Sakura che Sasuke se lo meritavano.

 

Bhè non hai bisogno di un passaggio, il mezzo a disposizione ce l’hai già. Porta i miei saluti al teme”

 

Il suono delle onde dell’oceano gli conciliavano il sonno; le giornate si erano fatte più calde ed aveva speso il suo tempo a correre sulla spiaggia, a fare surf e a crogiolarsi sul divano con qualche birra.

Le ferite era guarite, aveva seguito il consiglio di Itachi e si era preso una lunga vacanza nella casa di famiglia sulla spiaggia, nonostante fosse trascorso un mese e cominciasse ad annoiarsi, allo stesso tempo non aveva alcuna intenzione di mettersi in cerca di un lavoro.

Spesso pensava a Sakura, a tutte le volte che aveva provato a telefonarle ma non aveva mai avuto il coraggio di premere il bottone della chiamata; aveva bisogno di un po’ di tempo per pensare, lasciare che le acque si calmassero, ma ancora non si era deciso a fare il primo passo.

Forse lei si era già rifatta una vita, che diritto aveva lui di stravolgergliela di nuovo; stava considerando l’idea di lasciare perdere definitivamente e dimenticarla quando udì il rumore di un auto in avvicinamento nel vialetto sterrato della villa.

L’abitudine a tenersi sempre pronto ed armato non l’aveva persa e stava già prendendo mano alla pistola, quando di colpo si bloccò: aveva riconosciuto il suono del motore, un motore inconfondibile alle sue orecchie e lo riconobbe, perché lo aveva assemblato lui stesso quando rimise a nuovo la sua Mustang Sharingan.

Uscì di corsa dalla villa e fu piacevolmente sorpreso di rivedere la sua adorata macchina, ma ancora di più nel vedere appoggiata vicino al cofano Sakura, in occhiali da sole e tenuta estiva con le chiavi in mano che gli sorrideva in maniera ambigua, sorriso che non gli dispiacque affatto.

 

“Mi scusi signore ha per caso perso lei quest’auto?”

 

Sasuke si mise a ridere e dovette ammettere che era uno schianto sotto quell’aspetto ed era contento di averla ritrovata

 

“Sono un po’ costernato; sono indeciso se è la macchina a rendere più sexy te e tu a rendere più sexy la macchina”

 

“Un vero e proprio dubbio amletico. Non mi dici nemmeno ciao?”

 

Sasuke si avvicinò con rapidi passi e la prese tra le braccia baciandola come mai aveva fatto prima, assaporando ogni singolo contatto; Sakura rispose all’abbraccio sollevata di riaverlo di nuovo e questa volta senza inganni né distintivi.

 

“Sakura non so come tu abbai fatto e non lo voglio sapere. Ho riavuto te e la mia auto preferita e questo mi basta!”

 

 

- Fine -

   
 
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