Film > Zootropolis
Segui la storia  |       
Autore: MizukiShima28    14/11/2016    5 recensioni
[Nick x Judy]
Dal testo:
3- «Dai Nick!Sei proprio-» «…Sono proprio?»
Se non avessi avuto un minimo di autocontrollo, probabilmente l’avrei già picchiato. Picchiato e abbracciato. Abbracciato e…
4- «Oh, Nick, ma non dirmi che sei geloso!»
A quella parola inorridì [...] «Io, geloso? Ah ah ah, divertente..»
5- ‘Okay’ pensò intenta a fare un respiro ‘sono tra le braccia di Nick. Pro: sta ancora dormendo. Contro: come me ne esco viva e senza svegliarlo?’
7- «Mike… Smettila, ti prego...»
Lui, che intanto continuava a guardarla da sopra di lei con uno strano sorriso soddisfatto, le accarezzò le lunghe orecchie che le ricadevano dietro la schiena, per poi bisbigliarle: «Lo sapevi che sei ancora più bella quando sei spaventata?»
Genere: Azione, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Furry
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
4. In trappola (parte due)
· Judy ·

Una risata maliziosa vibrò nell’aria. «A quanto pare sono diventato famoso! Dovrò fare a meno delle presentazioni d’ora in poi…»
«Non c’è niente da ridere!» provò a dimenare le mani, ma si accorse le erano state legate, proprio come i piedi. «Che cosa vuoi fare? Ucciderci?»
Le sembrò di rivivere un déjà-vu, di quando lei e Nick erano stati intrappolati in quella fossa all’interno del Museo di Storia Naturale. Ripensando a Nick, si voltò verso di lui, e vide che stava fissando con aria perplessa l’animale al difuori della gabbia: forse anche lui stava pensando la stessa cosa.
«Oh, no, certo che no...» ghignò.
Lo farà lui!
«…Non per il momento.» aveva iniziato a camminare avanti e indietro, e si era creata una tale tensione che sarebbe bastato accendere un fiammifero per far esplodere l’intera stanza.
«Che cosa vuoi da noi, allora?» Nick serrò i denti.
«Chiedere un riscatto, che domande!» sbuffò l’orso come se stesse parlando ad un bambino duro di comprendonio. «Poi, una volta preso il bottino, mi sbarazzerò di voi… Uccidendovi! Non è un piano perfetto?» ora stava quasi ridendo.
No… non può finire così… Non adesso!
«Ci.. ci verranno a cercare e.. e tu andrai in prigione!» provò a ribattere, ma stava valutando le possibilità che avevano di trovarli ancora vivi. Per il freddo, per la fame, per la sete, o per colpa sua, sarebbero morti. Di questo ne era certa. Nick tirò un sospiro.
«Dennis, è ora!» urlò uno dall’altra stanza. ‘Ora per cosa? ’ si chiese vedendolo uscire dalla stanza.
«Devo andare, ma ritorno tra poco» fece col tono più minaccioso che poté.
Judy aspettò che chiudesse completamente la porta: «Mordi la corda!» disse girandosi di spalle e alzò le braccia legate.
«Cosa?» chiese sbigottito, ma in realtà aveva capito cosa volesse dire.
«Mordi, rosicchia, quello che ti pare! Così la corda si consumerà e saremo liberi!» fece attenzione a non alzare troppo il tono di voce. La volpe si avvicinò alle zampette con la massima attenzione, fino a sfiorarle con il muso…
«Anzi, fallo tu!» «Che ti prende, Nick? Non è così difficile!» aveva l’aria scocciata.
«E’ che… Ho paura di farti male.» ammise inquieto. Judy sbuffò.
«Va bene. Girati!» Lui obbedì. Gli si avvicinò e addentò la fune, iniziandola a masticare.
Nick ridacchiò: gli stava facendo il solletico.
«Manca... poco... e… FINITO!» la presa della corda si allentò di colpo, liberando le zampe della volpe.
«Ora tocca a te!» si voltò alzando le braccia all’indietro. Nick esitò un istante, prima addentare la corda intrecciata.

Improvvisamente si sentì il rumore di passi pesanti provenire dall’esterno.
«Fermo! Sta arrivando!» bisbigliò nervosa.
«Ahia, sta’ ferma! Il dente…!» era ancora attaccato il muso sullo spago robusto. Appena il malintenzionato spalancò la porta, Nick riuscì ad allontanarsi di scatto, mettendosi le zampe dietro la schiena.
Fiu, per un pelo!
L’orso polare lanciò loro uno sguardo, uno di quelli che non si dimenticano. Vedendo che lo stavano fissando senza dire una parola, interruppe il silenzio: «Allora? Non avete nulla da dire?»
«Io sì: per quanto tempo hai intenzione di tenerci qui?» sbottò l’amico. Judy si accorse che tutte le volte che Hawkins si avvicinava, la lunga coda di Nick iniziava a fremere. Beh, si sa: gli orsi sono i nemici naturali delle volpi, ma non per questo devono per forza averne paura.
Dennis rise, per la centesima volta da quando erano stati rapiti. «Ve l’ho già detto: uscirete presto. Ma da morti!» per l’ultima frase usò un tono molto ostile.
Più lo ripeteva, e più Judy iniziava a credergli.
«Allora non faresti prima ad accelerare i tempi?» grugnì l’altro.
Ma sei impazzito?.
Judy gli diede una gomitata. «Ahi! Che c’è? E’ la verità. Che senso ha tenerci chiusi qui dentro senza fare niente?»
Ma dove vuole andare a parare?
Hawkins alzò un sopracciglio: non si aspettava una domanda del genere. «Nah… Ve l’ho detto che in questa parte del piano mi servite vivi, poi vedrò cosa fare con voi.»
«I-in che senso?» chiese lei anche se non era sicura di voler sapere la risposta.
L’orso sogghignò, «Non dipende da me, dolcezza. Niente soldi, niente ostaggi; è così che funziona. E ora vi prego di scusarmi, anche se non lo fate non mi interessa, ma devo uscire; quel fallito di Craig mi deve ancora dei soldi.» borbottò chiudendo la porta a chiave.
Judy guardò il partner. Era appoggiato con la testa sulle sbarre, e stava fissando lo stesso punto da almeno due minuti. A cosa stava pensando?
«… Nick?» gli poggiò una zampina sulla spalla, facendolo sussultare.
«Eh? Sì?»
«Ho un piano!»
«Sentiamo» sorrise incrociando le zampe.
«Prima dobbiamo liberarci i piedi. Poi mi prendi, mi fai salire fino alla serratura, e provo a scassinarla!»
Mh… Strano. Nella mia testa suonava meglio…
«E sentiamo, come che pensi di poterla aprire?» chiese tirando via la corda dalle caviglie.
«Prova a vedere cos’hai attaccato alla cravatta.» L’espressione di sorpresa che stava facendo quel momento in cui vide la forcina, era qualcosa di veramente divertente.
«Lo sai che sei una coniglietta acuta?» la staccò porgendogliela.
«Sì, sì lo so. E ora aiutami a salire!» lui congiunse le zampe, dove Judy ci salì. Fece entrare la forcina, e dopo un paio di smanettamenti la serratura fece uno scatto.
Centro!
Cercò di fare attenzione ad aprire la porticina senza fare rumore, e piano piano uscirono entrambi.
«Perfetto. Ora dove si va?» Nick si guardò attorno, massaggiandosi la testa. In effetti, faceva ancora male anche a lei…
Alzando lo sguardo, si accorse che c’era una seconda porta: ci si avvicinò, e con estrema cautela la aprì. Era una toilette.
«Guarda! Una finestra!» esclamò sottovoce la coniglietta. Era abbastanza in basso da poterci uscire senza problemi. Però una voce inaspettata irruppe nell’altra stanza.
«Sono fuggiti!» sentì gridare. Oh, cavolo.
«Corri!» aprirono in fretta e furia le ante della finestra.
Proprio quando si buttarono, l’orso spalancò la porta.
«Sono di fuori!» sbraitò, con voce più forte. Intanto i due tirapiedi erano corsi verso il SUV, e una forte dose di adrenalina iniziava a scorrere nelle vene della coniglietta. Aveva freddo, e la paura non aiutava certo a farle mantenere il controllo.
«Dove sono? Ero sicura fossero qui!» aprì ogni sportello, nella disperata ricerca di una qualunque arma.
«Eccole!» presero le pistole narcotizzanti e si nascosero dietro la vettura, in attesa che le loro prede uscissero allo scoperto.
«Dove sono andati?» sentì imprecare da uno dei due complici di Hawkins. Fece capolino dall’auto: era quello più grosso, ed era armato. Non sapevano molto di lui, solo che il suo nome era Alan Spite e che, come Dennis Hawkins e l’altro, fu arrestato per sequestro di mammiferi e tentato omicidio.
«Venite fuori, lo so che siete qui!» la voce si era leggermente avvicinata: non gli rimaneva più molto tempo.
«Allora, al mio tre spariamo. Uno… Due… Tre!»
Il colpo non fu rumoroso, e l’immagine degli orsi mentre cadevano a terra addormentati tranquillizzò Judy, ma in parte.
Sequestrarono loro le armi e misero le manette; se non fossero stati così grossi, li avrebbero fatti salire nell’auto.

Nick riagganciò con aria seria: aveva chiamato il Capitano Furcoat.
«Che cosa ha detto?» domandò la coniglietta, stringendosi a sé per il freddo. Si era dimenticata il giubbino nell’edificio, e di tornare a prenderlo non se ne parlava.
«Che arriveranno, più o meno, domani pomeriggio o domani sera.» Cosa? Ma, ma- «Scherzavo! Ha appena mandato dei rinforzi, saranno qui in dieci minuti.» Judy roteò gli occhi, infastidita. «Dovresti smetterla con l’ironia, sai?»
«Non dirmi che te la sei presa per una battutina del genere, Carotina.»
Sospirò, non sapendo che ribattere.
No, non me la sono presa per questo. Un giorno o l’altro farai del male a qualcuno con questa tua mania di prendere alla leggera ogni singola cosa. E soprattutto devo ancora capire perché continui a chiamarmi Car-
Sentì qualcosa posarsi su di lei che la fece sobbalzare. «Ma che…» si voltò.
Era Nick che le aveva poggiato il suo giacchino sulle spalle. Lo vide accennare un sorriso, che le parve stranamente… Timido?
«Starai morendo di freddo, vero? Sali in macchina, io aspetto gli altri.» ma lei non fece un passo: stava ancora fissando le sue iridi verdi diventare sempre più dilatate.
L’improvvisa accelerazione del battito cardiaco le ricordò che stava trattenendo il respiro. Scosse la testa cercando di riacquistare lucidità, ma niente. Non riusciva a emettere un suono.
«Judy? Stai bene?»
«E-eh? Io… sì, sto bene, perché non dovrei stare bene, eheh, sto alla gran-» Nick posò delicatamente la zampa sulla sua guancia, zittendola con un leggero movimento del pollice. Sorrise, senza dire nulla: probabilmente neanche lui non sapeva che dirle. Beh, forse lo sapeva…
Ma che le prendeva? Perché lui le faceva quell’effetto, così…
La sirena delle macchine si fece sempre più forte, poi cessò. Appena sentì il rumore, Judy sobbalzò almeno un metro più indietro.
«Allora? Dove sono i criminali?» fece il Capitano guardandosi intorno.
«Lì Capitano!» Judy indicò gli orsi polari che stavano ancora dormendo sulla neve. «Ecco… in verità siamo riusciti a catturare solo i complici, ma sappiamo dove potrebbe essere ora!»
«Ci racconta tutto allora, agente Hopps.» il rinoceronte incrociò le zampe; all’inizio sembro non crederle, ma dopo che finirono di raccontargli del rapimento, di come si sono liberati e di come sono riusciti a scappare, dichiamo che rimase abbastanza sorpreso: non si aspettava nulla del genere.
«Sono impressionato, ma resta comunque il fatto che il criminale a cui stavamo dando la caccia è ancora a piede libero!» ora sembrava essere addirittura irritato.
«Ma, signore, noi-» provò a spiegare la coniglietta, ma venne subito interrotta.
«Almeno ora sappiamo dove potrebbe essere. Con un po’ di ricerche riusciremo ad acciuffarlo. Vediamo, sono le dodici e mezza. Possiamo continuare le ricerche almeno fino alle diciannove, e se non è stato ancora trovato continueremo domani. Intesi?» si rivolse a tutti, che annuirono. «Bene, ora continuiamo a ispezionare la zona: voi quattro setacciate la zona artica. Hopps, Wilde, voi l’area orientale. I rimanenti quella occidentale e meridionale. Io porterò l’orso in Centrale.»

Era già passata mezz’ora da quando erano ripartiti, e nessuno dei due aveva più aperto bocca. Stavano annegando in un mare di disagio e imbarazzo, anche se non c’era proprio un motivo.
«Hai avuto paura?» gli chiese Judy, stanca di quel silenzio che la stava facendo impazzire.
«Un po’. Ma non mi faceva paura lui in sé.» rispose senza voltarsi dal finestrino.
«…E cosa, allora?»
«Più che altro quello che avrebbe potuto fare a te. Io sono un predatore, ho gli artigli e tutto il resto, potrei cavarmela. Ma tu, invece… Insomma, vuoi mettere a confronto un orso con una coniglietta?» aveva il tono di voce più basso del solito.
«Mi stai forse dando della debole?»
«Cosa? No! Io-»
«Quindi dato che sono una preda, dovrei occuparmi solo di altre prede? Sei serio?» frenò bruscamente.
«Non ho detto questo! Io mi preoccupo per te e tu… tu…» non riusciva a trovare le parole, nonostante sapesse bene cosa voleva dirle. «Ah… Lascia stare.» ritornò verso il finestrino, dandole le spalle. Judy sospirò, tornando a guidare. «Scusa, ma è che… non mi sono ancora ripresa. Non immagini la paura che ho avuto, e per un momento ho davvero creduto che lui...» quel dannatissimo groppo alla gola le impedì di continuare, ma era sicura che non avrebbe continuato comunque.
«Ma non è successo. E, dimmi, se tu sei coniglio, chi è questo iglio?» scherzò, ma si pentì subito ricordandosi che appena una mezz’ora prima gli chiese di smettere con l’ironia. Fortunatamente, le strappò una debole risata «Divertente, ma per favore, smettila con le battute sui conigli.»
Il tempo passò tranquillamente, fino a quando si udì un tuono. Poi due, e così via, e poco dopo si unì pure la neve che scendeva sempre più impetuosa.
«Accidenti, dobbiamo fermarci… Di nuovo» Nick sgranò gli occhi in cerca di qualche posto in cui rifugiarsi. Con un po’ di attenzione, intravide una piccola abitazione a pochi metri da loro. «Lì! Sembrerebbe una baita. Oppure preferisci restare in macchina?» sicuramente, si stava riferendo al rapimento di qualche ora prima.
«Mh… Meglio andare armati, non si sa mai.» una volta prese le pistole narcotizzanti, si diressero verso il portone. Bussarono varie volte, ma anche qui nessuno rispose. La coniglietta aveva una paura matta, ma si rassicurò ben presto.
Nel frattempo entrarono e andarono alla disperata ricerca di qualcosa da mangiare. Niente. Pensili, frigo, congelatore, tutto vuoto. Ogni tanto, Judy sentiva lo stomaco dell’amico brontolare.
«Scusa, ma è da ieri sera che non mangio.» si giustificava ogni tanto.
Era passata almeno un’ora e mezza, più o meno. Non lo potevano sapere, dato che non c’era nemmeno un orologio in quella baracca. L’unica cosa che sapeva era che Nick aveva iniziato a mormorare qualcosa, come un lamento, che nemmeno il suo acutissimo udito riusciva a capire; fino a quando…
«Non so tu, ma ho uno strano appetito…» aveva un tono di voce decisamente inquietante, e quando si voltò verso di lui, per poco non svenne: aveva le pupille molto più ristrette, le orecchie basse e il muso corrucciato. Si stava mordendo un dito, mentre l’altra zampa si stava stringendo sempre più forte in un pugno.
Qualcosa dentro di lui stava cambiando, contro la sua volontà.
«N-Nick?» Judy allungò la mano, ma quando lo sfiorò, la volpe ruggì.
Corri Judy, scappa!
Scese di corsa dal divano, fuggì verso la prima porta che vide, e con gesto fulmineo la chiuse mettendocisi davanti. Seguirono subito vari colpi: era lui che cercava di entrare.
«Andiamo Judy, lo so che sei lì dentro!» fece con una voce piuttosto inquietante.

Le botte stavano diventando sempre più potenti, ed era inutile resistere: prima o poi sarebbe riuscito a entrare.
Non aveva altra scelta…
Non appena lasciò la porta per lanciarsi dall’altro lato della stanza, la volpe entrò: era a quattro zampe e le si stava avvicinando ringhiante.
Ora o mai più.
Contro la sua volontà, gli spruzzò davanti al muso il repellente per volpi, ma la sua reazione la lasciò di stucco; infatti si era accovacciato per terra e, mettendosi una zampa sul naso, si lamentò dicendo: «Stavo solo scherzando, Judy!»
La coniglietta era a bocca aperta, senza parole. Aveva quasi rischiato un collasso per colpa sua, e poi scopre che era solo uno scherzo. Uno SCHERZO!
Si alzò in piedi, percorse i due o tre metri che li separava, e con gesti fulminei e decisi gli tirò un ceffone che echeggiò in tutta la stanza.
«Ahi! Ma che…»
«E questo è il minimo! Ti rendi conto che mi hai fatto prendere un infarto?»
Nick si massaggiò la guancia dolorante, diventatagli più rossa del pelo che aveva. «Non esagerare, è stato divertente… E perché avevi ancora con te il repellente per volpi?» socchiuse gli occhi con fare sospettoso, venendo poi ricambiato dal broncio della coniglietta.
«No-non si sa mai…»
Ora erano tutti e due a tenere il muso, e rimasero in quello stato finché il walkie-talkie di Nick iniziò a vibrare: era ora di tornare in centrale.


Erano le diciotto e venti, e la maggior parte del tragitto era passato in completo silenzio finché...
«Mi dispiace» dissero all’unisono, per poi scoppiare in una risata.
«Prima tu» fece lei.
«Dovevo immaginare che non ti sarebbe piaciuto lo scherzo, ma quando gli istinti chiamano è difficile resistere… Capisci?»
«Lo sai che sono una preda, e che non ho certi impulsi...»
Nick sbuffò col naso. «Hai ragione. E tu, per cosa ti volevi scusare?»
«All’inizio dello schiaffo, ma ora ci ho ripensato. Trovo che ho fatto bene e non mi pento di niente.» sorrise soddisfatta.
«Ma…» ribatté lui, a bocca aperta.
«Scherzo» gli fece l’occhiolino. «La prossima volta, sperando che non ci sarà, farò più piano.»

E’ inutile raccontare nei dettagli cosa successe in seguito, ma lo racconterò in un breve riassunto. Tornati in Centrale, il Capitano si è congratulato con quelli che hanno catturato il criminale, Dennis Hawkins e Alan Spite sono stati arrestati, e… Io e Nick siamo tornati a Downtown.

«Allora… Grazie per il passaggio» lui si slacciò la cintura.
«Di niente.» accennò un sorriso.
«Potrei riavere…?»
«Oh, sì, certo. Grazie ancora.» gli porse il giubbino in pelle sintetica.
«… Allora a domani» sembrò quasi una domanda.
«A domani» avevano entrambi un tono di voce decisamente basso.
Partì, come se fosse stata in ritardo, ma mantenendo i limiti di velocità.

Corri Judy. Corri che ti passa.


 
…continua…

L’autrice dice:
E dopo una settimana di inattività (non credetevi, ho passato ogni singolo giorno a scrivere queste 2.856 parole) rieccomi con il continuo di In trappola. Il prossimo capitolo dovrebbe avere a che fare con questo, ma lo scoprirete presto (o tra un’altra settimana, dipende ._.). Se vi è piaciuta, se non vi è piaciuta, se volete lasciare un commento personale non esitate a lasciare una piccola recensione, fa sempre piacere ♥ Alla prossima!
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Zootropolis / Vai alla pagina dell'autore: MizukiShima28