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Autore: ken    05/04/2005    1 recensioni
Questa fic è una via di mezzo tra un'introspettiva e una romantica...brevissimo viaggio nella mia mente durante il mio primo amore!!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E pensare che pensavo di pubblicare una Fic, non ricevere recensioni e abbandonare la carriera (alquanto infruttuosa) di scrittrice! E invece eccomi qui con il terzo capitolo della mia quarta Fic…non è commovente?? :’)
Nel caso vi dovesse servire chiamarmi per nome…per favore non fatelo usando Ken!
Erika, ogni diminutivo di esso e/o un epiteto di vostra invenzione/scelta saranno più graditi!^^ thanks
Siccome me lo hanno chiesto: si, questa Fic racconta di fatti realmente accaduti. Due anni fa.
Purtroppo da allora in poi è stata una vita piatta la mia…-___- beh, Antonio a parte! (vd. Altra Fic!^^)
Quattro Fic e già mi faccio pubblicità! -____-
Va beh, basta chiacchiere, devo ancora farmi una reputazione non posso già rovinarmela!^^



Il resto della mattinata è passata tra sospiri, sorrisi ebeti e sguardi da pesce lesso fuori dalla finestra.
Alessia ogni tanto mi lanciava uno sguardo alla:
‘E dai, un po’ di contegno Eki! Almeno baciatevi seriamente prima di cominciare a sospirare!’
Ma io la ignoravo altamente.
Forse può sembrare un po’ ‘scontrosa’ come amica, ma è la migliore al mondo! Sempre presente, stracolma di affetto e si arrabbia se le insulto i LP!!
E infondo non è questo che deve essere un’amica? Beh, Linkin a parte!
Appena la lezione di Epica è terminata l’Ansia ha di nuovo preso possesso del mio corpo. Due volte in due ore, penso sia un record. Ormai la consideravo quasi un’amica!
Ho fatto la cartella con una lentezza estenuante…la mente mi si affollava di domande assurde.
’Lo devo baciare?’
’Lo devo solamente salutare?’
’Gli devo prendere la mano?’
‘Stiamo insieme?’
’Come mi devo comportare?’
’E se si aspetta qualcosa?’
’O mammina, si aspetta qualcosa?!?!’

Il mio autocontrollo ormai era un vago ricordo. Un dolce, vago ricordo.
Alessia mi aspettava sbuffando vicino alla porta, appoggiata allo stipite, come se da sola non fosse in grado di reggersi.
’Allora, piccioncina, pensi di raggiungerlo prima o poi o stai aspettando che gli cresca la barba?’
’Arrivo, arrivo, sto preparando la cartella!’
’Per domani?’
‘Ahahah, molto divertente. Sei così simpatica sin da prima mattina o prendi qualcosa?’
’Un infuso di umorismo. Te lo consiglio…fa miracoli. ’

Ci avviamo verso l’uscita quasi correndo. Miss Simpatia ha deciso che vuole arrivare a casa presto oggi.
Guarda te il caso!
Attraversiamo il cortile per raggiungere il cancello e lo vedo.
Mi sta aspettando!
Mi sta aspettando davvero!!
Cioè, me lo aveva detto ma…mi sta aspettando sul serio!!!
Cammino un po’ titubante…non riesco a tenere a freno le mani.
Prima le infilo in tasca, poi le tiro fuori, gioco un po’ con le maniche, poi con il bordo della felpa, poi le rimetto in tasca…non controllo più nemmeno la sudorazione!!
Ho bisogno di un aiuto.
E lei, simpaty, se ne sta ferma all’angolo a guardare la scena…ma non aveva fretta?
Ma soprattutto, è già arrivata all’angolo??
Oh cavolo, meglio se mi do una mossa…
E ora che faccio?
Mi sto avvicinando, e già questa è un’ottima cosa…ma poi?
Lo bacio?
…lo…b-bacio?
Cioè, sarebbe un bacio vero…
Uno…vero!
Mamma, sono arrivata. Lo guardo. Non sembra molto più rilassato di me in effetti…
’Ciao’
’Ciao’

Beh, buon esordio…tanto non c’è fretta…
’Allora, ehm, andiamo?
’S-si’

Maaaaamma, come siamo loquaci!
Durante il tragitto la mia piccola testolina ricomincia a riempirsi di domande assurde.
Penso sia diventata un’abitudine…pessima, ovviamente.
La mia vera preoccupazione era quella di non essere all’altezza della situazione.
Era la prima volta che mi capitava di essere accompagnata a casa da un ragazzo, dopo aver fatto una figura del cavolo da primato.
Una domanda mi rimbombava assillante nella testa.
Cosa diavolo devo fare????
Ma in quel periodo le risposte scarseggiavano, contrariamente alle domande.
E non è bello…
Io camminavo a testa bassa, lui pure. Io mi torturavo le mani, lui i capelli. Io tossivo e lui si schiariva la voce.
Nessuno dei due faceva qualcosa di buono.
Fortunatamente, o purtroppo, abito vicino a scuola, così il tragitto è durato relativamente poco.
Una volta arrivati davanti a casa mia, e averglielo fatto notare, ci siamo salutati nell’imbarazzo generale e senza il minimo contatto fisico.
Che pena.
Una volta che fu sparito dal mio campo visivo sono corsa di sopra, entusiasta perché avevo il ragazzo, abbattuta perché sembravamo fratello e sorella.
Una volta in casa ho buttato la cartella in una qualche parte indefinita e ho composto in fretta il numero di cellulare di Alessia.
’Sei già a casa? E Nicola?’
’Ehm…sei già arrivata in stazione?’
’Ignora pure le mie domande…comunque no, ma ci sono quasi, perché?’
’Non è che torneresti indietro?’
’Coooosa? Perché?? Dove mangio??’
’Dai, prepariamo qualcosa! Ti preeeeeegooooo!!!
'Mh, chiamo mia madre e arrivo...'
'Grazie!!!'
'No ringraziare troppo presto...poi voglio i particolari di quando arriverete al sodo!!'







Siamo alla fine...il prossimo, se tutto va come da copione sarà l'ultimo capitolo...ciao!!

  
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