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Autore: nikita82roma    16/11/2016    1 recensioni
Kate sta per tornare al distretto riprendendo ufficialmente il suo ruolo di capitano e separarsi da sua figlia e da suo marito sarà più difficile di quanto pensasse. Non appena rientra al distretto le si presenta subito un caso scottante che tratterà in prima persona: il figlio di un famoso narcotrafficante di origine venezuelana è il colpevole di alcuni efferati delitti di giovani donne. Si troverà davanti a decisioni difficili e a dover combattere una battaglia alla quale è impreparata che la metterà davanti a nuove e vecchie paura, a dover scegliere ancora una volta quale direzione dovrà prendere la sua vita...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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Aveva seguito i consigli di Castle quando si era vestita. Le aveva fatto tutta una spiegazione su una teoria per la quale i colori da scegliere erano importanti per quello che voleva comunicare. Aveva quindi aperto la cabina armadio, si era immerso dentro e ne era uscito con una serie di tailleur e camice da abbinare. Ne provò uno rosso con una gonna molto corta che Castle le pregò di togliersi subito, altrimenti non sarebbero più andati a nessuna conferenza stampa perché non l’avrebbe fatta uscire da quella stanza per molto tempo. Poi fu il turno di uno bianco, con i pantaloni, la osservò per un po’, ma non commentava. “Mi ricorda il giorno che ci siamo sposati” le disse infine e fu Kate a quel punto a decidere di cambiarsi. L’ultimo, quello blu sempre con i pantaloni, alla fine fu quello che entrambi ritennero più adatto. Era sobrio ed elegante e la stoffa misto seta lo rendeva lucente, illuminandole ancora di più il viso e la giacca le faceva risaltare il punto vita tornato quello di un tempo dopo le sue dure sedute in palestra. Rick le propose una camicia bianca, sempre di seta, da mettere sotto. Si guardò allo specchio e doveva dire che non stava male, anzi. Se non fosse stato per quel succhiotto sul collo sarebbe stata perfetta pensò senza falsa modestia indossando un paio di scarpe dal tacco particolarmente alto di un blu poco più scuro dei pantaloni. Rick le portò un foulard rosso Valentino che le mise al collo stando attento a coprire bene i suoi segni, sembrava particolarmente contento del risultato guardandola.

- Allora Beckett, che ne pensi? Ti piaci? - Le chiese soddisfatto

- Beh, penso che puoi essere soddisfatto di tua moglie, no?

- Molto, molto soddisfatto - La baciò con passione prima che lei lo allontanasse per andare a finire di truccarsi e pettinarsi.

 

Castle e Beckett erano arrivati alla sede della polizia, avevano evitato tutta la stampa che li attendeva fuori per qualche scatto o dichiarazione prima della conferenza stampa passando da un’entrata secondaria. Kate lasciò che fosse lui a guidare sottolineando che era un’eccezione solo perché ancora non era in forma e quelle scarpe avevano dei tacchi decisamente troppo alti, cosa che aveva appurato anche lui stesso quando se la trovò vicina alta praticamente quanto lui. 

 

- Capitano Beckett! È splendida! - Le disse una donna che si avvicinò a lei con passo svelto appena entrata nella sala adiacente a quella della conferenza stampa dove c’era un gran via vai di persone, compreso il capo della polizia Bratton ed il sindaco Welldon - Sono Susan, l’addetta stampa che seguirà i suoi prossimi appuntamenti mi hanno mandato dalla segreteria del partito. Mi aspetti qui, torno subito!

Kate guardò Susan: cartellina in mano, due cellulari, un tablet, si spostava camminando in modo nervoso ed a scatti, passando a salutare una persona ed un altra con voce squillante.

- Sono tutte così? - Chiese Kate a Castle che sorrideva molto più a suo agio di lei in quella situazione

- No, anche peggio - disse sorridendo

- Non sei di conforto, Castle, per niente. - Borbottò Kate guardandolo gelida

- Troverò il modo per confortati dopo - Rispose ammiccando facendo roteare gli occhi a Kate mentre scuoteva la testa.

Nel frattempo Susan era tornata guardandoli estremamente sorridente.

- Oh siete perfetti! E la scelta dei colori? Fantastica! State benissimo insieme. Tra 15 minuti cominciamo. Parlerà prima il sindaco, poi il capo della polizia ed infine lei. Ha preparato il suo discorso introduttivo?

- Ehm… veramente no, è importante? - Chiese Beckett

- Certo che lo è! Pensi a qualcosa, breve, pochi minuti solo per introdurre quello che ha fatto. Poi le faranno le domande loro.

- Oh va bene, allora parlerò direttamente lì. - Affermò Kate più sicura

- Ne è proprio sicura?

- Sì, certo.

- Ok, ok… Io non potrò essere di là per fermare in caso giornalisti con domande inopportune, per ora dovrà cavarsela da sola fino a quando non sarà ufficializzata la sua candidatura ufficialmente.

Susan riprese a girare tra le varie persone nella stanza lasciando una Beckett più che perplessa a cercare appiglio nello sguardo di Rick.

- Non sopravviverò mai a tutto questo! - Esclamò pensierosa

- Oh sì che lo farai! Hai sopportato di peggio mi pare!

Arrivò poi il sindaco a salutare Rick e glielo portò via per presentargli altre persone che voleva introdurre nel loro giro di partite a poker. Lo osservava Kate, stringere mani e sorridere con disinvoltura a chiunque, pienamente a suo agio, bello, eccessivamente bello pensò, in quel completo blu poco più scuro del suo con il ciuffo di capelli ribelle e quel filo di barba che gli aveva pregato di non tagliarsi perché gli piaceva così e lo faceva sembrare anche più giovane. Lo sentì garantire la sua presenza da una cena di beneficenza a non sapeva chi, ma Castle non si tirava mai indietro per queste cose e se poteva aiutare qualcuno lo faceva non per pubblicità ma per vero interesse a condividere quella che lui considerava una fortuna che gli era arrivata in dono con chi era meno fortunato di lui, non dimenticandosi mai da dove era partito, dal nulla.

- Kate! - Beckett si sentì chiamare da una voce familiare e quando si voltò vide Alexis che spingeva il passeggino con Lily dentro ben sveglia che si guardava intorno curiosa come sempre.

- Alexis! Che ci fate qui? - Chiese stupita nel vedere lei ma soprattutto sua figlia

- Papà mi ha detto di venire e di aspettarvi dietro le quinte, non ti preoccupare.

Approfittò dei minuti che mancavano per prendere in braccio Lily e coccolarla un po’. Stava diventando una necessità sempre maggiore, se ne era accorta in quel breve periodo in cui si era allontanata da casa lasciandola sola, con una paura inconscia che potesse accaderle qualcosa. Il contatto con sua figlia, che cominciò a giocare con i suoi capelli tirandoli e spettinandola un po’, la aiutò come sempre a calmarsi, come se lei riuscisse a ristabilire nella sua anima il giusto ordine delle cose, facendo dissolvere quelle inquietudini a volte esagerate che la affliggevano. Aveva ragione Castle, cosa poteva essere una conferenza stampa o un confronto dialettico dopo quello che aveva sopportato? 

Rick tornò da loro sorridente, baciò entrambe le sue figlie appena arrivate e ne approfittò per fare lo stesso con Kate.

- Credo che tra poco dovremo andare di là, sei pronta? - Beckett annuì, lasciò controvoglia Lily ad Alexis ed anche lei non sembrò molto felice di separarsi da sua madre, e seguì insieme a Rick il resto delle persone andando incontro al fuoco dei giornalisti senza nemmeno un giubbotto di sicurezza, pensò sorridendo.

 

Le introduzioni del sindaco e del capo della polizia furono più lunghe ed articolate di quanto Kate si immaginasse. Rimase seduta vicino a Rick ad un lato del palco, tenendo sempre stretta la sua mano. Lui la guardava spesso e le sorrideva, le spostò un paio di volte una ciocca di capelli che le ricadeva sul viso, sorridendole per invitarla a stare calma. Quando fu poi il suo turno prese posto davanti davanti ai microfoni, con Castle che rimase qualche passo dietro di lei vicino al muro di fondo, nella penombra, ma nonostante questo ben visibile a tutti.

Il suo discorso iniziale fu breve e conciso, spiegò i dettagli che poteva rivelare su come si era svolta l’operazione ringraziando le varie agenzie per la collaborazione e si scusò con il suo distretto e la sua famiglia per non averli potuti avvisare di quanto stava facendo. Le domande che seguirono furono ben diverse da quelle che si sarebbe aspettata, ben poche sull’operazione e Campos, per lo più dai network all news nazionali e la maggior parte, invece, su di se, i rapporti con i suoi colleghi, la sua famiglia e sua figlia. Alcune di queste domande erano al limite della morbosità chiedendole di descrivere emozioni e sensazioni private. Rick si avvicinò di un passo a lei che più di qualche volta si era voltata cercandolo con lo sguardo: lui le aveva sorriso come sempre e lei riuscì alla fine a rispondere a tutte le domande, evitando quelle più personali declinando gentilmente di rispondere perché non riteneva quei particolari necessari per la conoscenza del caso ed anche quelle più specifiche sull’operazione, Campos e la sua organizzazione liquidandole come informazioni riservate. Alla fine, comunque andò molto meno peggio di quanto pensasse ed anche rispondere a domande personali le era infine sembrato meno terribile di quanto credesse, doveva solo imparare a dosare cosa dire e cosa no, mettere dei paletti oltre i quali non si sarebbe mai sporta mantenendo i fatti che riguardavano la sua famiglia al di fuori dai riflettori. Prima di andarsene Castle la raggiunse e i fotografi non lesinarono a scattare foto e Kate, inizialmente rigida, riuscì ad essere il più naturale possibile, appoggiandosi al suo fianco con la solita naturalezza.

 

- Beh, meno male che avevi paura di non andare bene! - Esclamò Castle appena furono fuori dalla sala delle conferenze - Sei stata perfetta Beckett!

Ebbe tempo di darle un veloce bacio prima che le furono addosso Susan e gli altri, tutti pronti a congratularsi con lei che però cominciava a sentirsi veramente stanca fisicamente e mentalmente. Si stava rilassando dopo essere stata tesa fino a quel momento. Era soddisfatta di se stessa per aver superato quella prova che temeva più di tante altre cose aveva dovuto affrontare in vita sua. 

- Perché hai fatto portare qui Lily? - Chiese infine a Caste quando erano rimaste soli e gli altri si erano allontanati ed anche Alexis era tornata a casa per prepararsi per la partenza di quella sera.

- Volevo portarvi in un posto, per stare un po’ insieme, ti va? 

- Assolutamente sì!

- Ehy, se sei stanca non fa niente, torniamo a casa.

- No, no Castle. Mi va assolutamente di passare del tempo con voi.

 

Lily continuava a non apprezzare l’essere legata al seggiolino in macchina e Kate notò Rick piuttosto agitato, era la prima volta che la portava in auto dopo il loro rapimento: gli accarezzò il volto cercando di dargli quel conforto che lui le offriva sempre quando era lei ad essere nervosa e preoccupata, poi prese la sua mano e la tenne stretta mentre guidava. Era diverso, erano insieme. Attraversarono Manhattan ed il suo traffico mettendoci più di quanto Rick pensasse, ma per una volta non ne era infastidito, passare del tempo insieme andava bene anche lì nell’abitacolo della loro auto.

Libery State Park non era uno dei posti che avevano mai frequentato, non insieme almeno. Kate aveva un vago ricordo di esserci stata una volta da piccola con i suoi genitori, ma nulla di più, Castle invece ci aveva portato qualche volta Alexis quando era piccola a fare dei pic nic ed era proprio quello che voleva fare quel giorno. Avevano fatto una sosta in un take away vicino al parco e Rick ne era tornato con una busta di cibo spazzatura e soft drink che stava facendo venire l’acquolina in bocca ad entrambi. Si erano poi fermati in un parcheggio all’interno del parco e Rick tirò fuori dal portabagagli il passeggino di Lily e una borsa con dentro tutto il necessario ed chiedendosi quando Rick avesse preparato tutto quello. Passeggiarono per un po’, fino a raggiungere la parte più esterna del parco, vicino al mare con il vento che li spettinava, ma era caldo e piacevole per la stagione. Rick spingeva il passeggino di Lily dove avevano messo anche il cibo e tutto il resto che Rick aveva preparato per loro e per Lily e Kate si teneva aggrappata al suo braccio appoggiandosi a lui. Non avevano fatto molte di quelle passeggiate di quel tipo prima di allora ma entrambi si sentivano così rilassati ed a loro agio nel camminare tra le poche persone che quella mattina come loro si godevano la bella giornata di fine maggio. Si erano fermati, più di una volta su una delle tante panchine che orlavano il bordo della strada esterna del parco, Kate non aveva ancora una grande autonomia nel camminare, ma quelle soste facevano piacere anche a Castle. Parlavano di loro, di Lily, dei piani per il suo futuro immediato, avrebbero dovuto cominciare a breve il suo svezzamento e Rick ipotizzò scenari apocalittici sulle prime volte che avrebbe dovuto mangiare pappe e verdure che avrebbe sicuramente sputato ovunque, proponendole di comprare vestiti adatti anche usa e getta se esistevano. Kate rise talmente tanto delle sue esagerazioni immaginandosi quelle scene che il dolore al costato si fece più forte, facendo preoccupare Rick ma lo tranquillizzò. Non si sarebbe fatta rovinare quella giornata da nessun tipo di dolore. Così giocarono con Lily seduta nel passeggino rivolta verso di loro che gli tirava qualsiasi cosa gli mettessero in mano.

Osservarono altre famiglie come loro passare con passeggini e figli in braccio o che gli correvano intorno e Castle ogni volta guardava Kate e Lily. 

- Li hai mai invidiati? - Chiese a Kate

- Chi?

- Gli altri. Quelli che avevano una vita normale, una famiglia, dei figli con cui uscire ed andare al parco, allo zoo, al cinema… - Sospirò Castle

- Non ci ho mai pensato, in realtà. Prima pensavo che non sarebbe mai stato qualcosa che avrebbe fatto parte della mia vita. Poi con te… - Gli prese la mano tra le sue - … ho pensato che potesse essere possibile, ma tutto quello che è successo dopo il nostro matrimonio, non mi ero mai fermata a prendere la cosa in seria considerazione. Fino a… Beh, te l’ho detto… Quel giorno dopo LokSat… Ma lei è state più veloce dei miei pensieri - Sorrise Kate guardando Lily

- Già… Ha sconvolto tutto… - Rick abbassò gli occhi per guardare innamorato sua figlia intenta a sbavare su un sonaglino rosso a forma di giraffa. - … In meglio, ovviamente

- Sicuramente in meglio. - Confermò Kate - E tu, li hai mai invidiati?

- Io? Sì, sempre. Quando era piccola Alexis, le poche volte che uscivamo con Meredith non eravamo proprio il ritratto della famiglia felice e spesso preferivo evitare. Dopo, invece quando lei era piccola ed eravamo soli, la portavo fuori quasi tutti i fine settimana, il sabato e la domenica erano sempre dedicati a noi, però eravamo solo io e lei ed anche se non mi diceva niente, ogni tanto la vedevo osservare gli altri bambini che giocavano con la mamma ed il papà e li osservavo anche io. Poi sei arrivata tu ed è quello che ho desiderato dal primo momento. 

- Castle, dubito che dal primo momento il tuo desiderio fosse esattamente questo. - Rise Kate

- Facciamo dal secondo, il primo era per arrivarci!

Kate gli diede un buffetto sul petto e Rick approfittò per fermare lì la sua mano ed abbracciarla.

- Non scherzo, Beckett, l’ho desiderato per tantissimo tempo. Noi così, come siamo adesso, con lei che ci guarda e sorride. Lo volevo tantissimo.

- Non me lo hai mai detto però, così seriamente… Ci abbiamo solo scherzato su ogni tanto o fatto discorsi ipotetici…

- Non volevo condizionarti o farti pressioni e credevo che quando saresti stata pronta me lo avresti detto tu. Anche se ti confesso che ho pensato più di qualche volta che non sarebbe accaduto mai.

Beckett si avvicinò a lui baciandolo teneramente.

- E dove era finito il tuo infinito ottimismo, Castle?

- Stava lottando contro la tua ferrea razionalità, Beckett! E alla fine comunque non abbiamo deciso nè io nè te, ma ha deciso lei in piena autonomia. 

Risero entrambi e Lily cominciò a ridere con loro lanciando via tutto quello che aveva vicino e Kate mentalmente ringraziò l’idea di Castle di legare i giochi al bordo del passeggino così avrebbe evitato di raccoglierli per tutto il parco.

 

Ripresero la loro passeggiata fino ad un punto nel prato che a Rick sembrava ottimo per fare il loro pic nic, al sole che ancora non era troppo caldo ma dava quella piacevole sensazione di calore, da dove si vedeva la statua della libertà in lontananza.

Si distesero sulla grande coperta scelta da Castle e Kate pensò che doveva essere qualcosa che aveva riservato per quell’occasione perché non l’aveva mai vista a casa e si misero comodi, togliendosi scarpe e giacche. Fecero mangiare Lily e poi gustarono tutte quelle cose che facevano malissimo ma che erano terribilmente buone, per un giorno potevano fare uno strappo ad ogni regola. Kate poi ne approfittò per camminare, scalza, sull’erba. Fece pochi passi ammirando il panorama ed il grande parco. Ora che Castle glielo aveva fatto notare si fermò veramente a guardare le altre coppie con i loro bambini, tutti almeno apparentemente molto felici. Poi però delle risate attirarono di nuovo la sua attenzione e si voltò verso Rick che sdraiato teneva Lily sollevata in aria che sgambettava come se stesse nuotando ed erano loro che ridevano felici: non aveva nulla da invidiare a nessuno. Rimase a guardarli a lungo con Rick che sollevava Lily e la riabbassava sul suo petto ed ogni volta lei rideva. Poi Castle si tirò su, mettendosi seduto e tenendo Lily tra le sue gambe: lo vedeva parlottare al suo orecchio e poi la indicava facendo vedere a Lily dove si trovava. Tornò da loro mettendosi seduta al fianco di Rick e prendendo lei Kate in braccio.

- Secondo te Castle, quanti sono quelli che invidiano a noi adesso?

- Tutti, Beckett!

   
 
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