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Autore: nikita82roma    17/11/2016    1 recensioni
Kate sta per tornare al distretto riprendendo ufficialmente il suo ruolo di capitano e separarsi da sua figlia e da suo marito sarà più difficile di quanto pensasse. Non appena rientra al distretto le si presenta subito un caso scottante che tratterà in prima persona: il figlio di un famoso narcotrafficante di origine venezuelana è il colpevole di alcuni efferati delitti di giovani donne. Si troverà davanti a decisioni difficili e a dover combattere una battaglia alla quale è impreparata che la metterà davanti a nuove e vecchie paura, a dover scegliere ancora una volta quale direzione dovrà prendere la sua vita...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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Tornando a casa Kate gli chiese di fare una deviazione e passare al distretto, parlare con i suoi detective, con Javier e Kevin. Castle gli aveva spiegato delle loro discussioni, dei loro dubbi su di lei ma Beckett voleva parlarci, chiarire di persona. Ormai anche loro dovevano sapere tutto, avevano seguito la sua conferenza stampa: non ci aveva pensato, e si sentì colpevole. Anche loro come Rick la credevano morta e non erano stati avvisati che le cose erano andate diversamente. Dopo la sfuriata di Rick al loft non si erano più fatti sentire, non avevano avuto contatti con nessuno della famiglia, Javier e Kevin rispettavano il dolore di Castle facendo un passo indietro.

Rick le propose di aspettarla con Lily sotto, ma lei non fu d’accordo, voleva che salisse con lui. Perché avrebbe voluto che lui ascoltasse i loro chiarimenti e soprattutto esorcizzare l’ultima volta che erano stati lì, quando era cominciata tutta quella storia, con il confronto e le minacce di De Vito poi fin troppo portate a compimento.

Ormai Kate era completamente entrata nella parte cucita per lei dalla CIA e l’avrebbe mantenuta anche con Ryan ed Esposito, voleva però far prima parlare loro, per capire cosa gli avevano detto e fino a quando le ufficiali ed ufficiose concordavano. Avrebbe poi dovuto anche parlare con Vikram per capire cosa invece sapeva lui e fino a che punto era stato coinvolto dall’agenzia.

Castle la vide già in ascensore cambiare atteggiamento e postura. Sapeva che quello che aspettava Kate era un compito più difficile ed emotivamente complesso di fare la conferenza stampa la mattina, avrebbe dovuto affrontare Javier e Kevin non solo come suoi detective ma anche come suoi amici. Kate arrivata al piano uscì camminando decisa verso il suo ufficio. Tutti gli agenti e i detective presenti la salutarono calorosamente e lei ricambiò tutti con un sorriso ringraziandoli e non solo per cortesia ed educazione: Rick le aveva detto quanto tutti fossero rimasti sconvolti dell’accaduto e lei se avesse potuto avrebbe voluto abbracciarli tutti, uno per uno. Si fermò davanti alle scrivanie di Esposito e Ryan e l’ispanico fu il primo ad alzare la testa per guardarla. Si appoggiò allo schienale della sedia, lasciandosi scivolare un po’ all’indietro.

- Capitano Beckett! Come dire, chi non muore si rivede! - La salutò caustico Esposito. Kate sembrò colpita nel segno dalle sue parole abbassò lo sguardo solo un attimo per poi tornare a guardare il suo detective.

- Hey, ciao Capitano - Ryan fu più soft del compagno.

- Ciao. - Disse semplicemente Kate. - Mi dispiace ragazzi…

- Certo, come no Beckett… immagino. - Continuò Javier

- Novità? - Chiese ai due

- Nulla di che. Sono venuti quelli della CIA hanno mandato via Sorenson e compagni, ci hanno lasciato fuori dalle indagini sull’omicidio di De Vito e sul rapimento o omicidio del nostro Capitano. Cose che capitano tutti i giorni. Fortunatamente oggi in conferenza stampa hai spiegato a tutti cosa è successo, così l’abbiamo capito anche noi. - Esposito non riusciva a nascondere la sua rabbia dietro le parole velenose

- Speravamo che almeno a noi ci avessi avvertito prima. - Disse Kevin visibilmente deluso. - Siamo stati male per te Kate. Siamo stati tutti molto male.

Castle era alle spalle di Kate e stava cullando Lily nel passeggino cercando di farla addormentare.

- Sono tornata a casa solo ieri e mi avevano imposto di non dire nulla. Non è stata una mia scelta.

- Siamo tuoi amici Beckett! Siamo la tua squadra! Dovevi avvisarci! - Sbottò l’ispanico.

- Javier, non ho potuto avvisare nemmeno Castle, ci sono stati degli imprevisti anche nella mia missione e non tutto è andato come doveva. Non avrei mai voluto farvi credere che fossi morta è stata una cosa improvvisa, così come il blitz che hanno dovuto fare per catturare una parte degli uomini di Campos. Mi dispiace, ve lo dico ancora. Per questo ed anche per il fatto che dopo tutti questi anni, possiate pensare che veramente potevo uccidere due persone a sangue freddo.

- Beckett ma noi… - Provò a fermarla Ryan ma Kate gli chiese di tacere.

- Ormai non importa quello che voi credevate vero e cosa no. Detective Esposito, nelle prossime due settimane sarai tu il più alto in grado qui al distretto. Devo riprendermi fisicamente e non solo dopo quanto accaduto negli ultimi giorni, se ci saranno dei problemi, sarò comunque reperibile.

- Va bene, Capitano. - La salutò Javier in modo formale rimettendosi al computer.

- Ok, quindi ciao ragazzi.

- Ciao Beckett - Fu il mesto saluto di Ryan.

Castle e i due detective si scambiarono qualche occhiata gelida prima che lui la seguì verso l’uscita. I tempi in cui i due lo minacciavano se l’avesse mai fatta soffrire sembravano tristemente lontani.

 

 

 

Rick era andato ad accompagnare Alexis e Dustin in aeroporto insieme a Martha. Si era salutata calorosamente con la figlia di Castle, almeno con lei in parte le cose erano tornate normali, si erano ancora scusate entrambe per i loro comportamenti e Kate aveva capito l’ansia e le preoccupazioni di una figlia per suo padre e non riusciva, nonostante tutto, ad essere arrabbiata con lei anche se le sue parole l’avevano ferita molto e l’avevano portata anche a farsi tante domande. Sperò che anche Alexis avesse infine capito le sue motivazioni e le sue paure nonché il suo sincero amore per Castle e Lily che veniva prima di ogni altra cosa.

Appena rimasta sola, la prima cosa che Kate fece fu chiamare Lanie. Si chiuse in camera per parlare con l’amica che, come tutti, aveva sentito la sua conferenza stampa: ormai dalla mattina la notizia era stata data da tutti i TG e le speculazioni sul suo conto non mancavano, nè da parte di chi si occupava di politica, riprendendo le voci di corridoio che volevano un suo imminente impegno, nè da chi si occupava di gossip per analizzare il rapporto tra lei e lo scrittore. Le parole di Lanie, però, non furono nè rabbiose come quelle di Esposito nè deluse come quelle di Ryan: non riuscì a trattenere le lacrime nel sentire la voce della sua amica, e le disse che quando il display si era illuminato con la sua foto aveva avuto un vero tutto al cuore. Kate si scusò anche con lei, per tutto quello che avevano passato a causa sua e la ringraziò per non aver lasciato solo Rick, nè prima nè dopo e per aver sempre creduto in lei. Nelle parole di Lanie non ci fu biasimo o rimprovero, solo la gioia sincera di saperla viva e poter parlare ancora con lei. Le raccontò anche dell’incontro/scontro con i due detective al distretto e la dottoressa cercò di mediare, “Sai come è fatto Javi, gli passerà” le aveva detto e Kate in cuor suo ci sperava nonostante tutto. Anche lei si sentiva tradita: avevano dubitato di lei, si erano lasciati convincere da Sorenson che fosse veramente capace di uccidere e scappare. Ma lei non era così, non uccideva a sangue freddo nemmeno i suoi peggiori nemici. Non lo aveva fatto nemmeno con Bracken e nemmeno con LokSat e ne aveva avuto l’opportunità. Quando lo aveva fatto era sempre stato per difendersi o per difendere gli altri. Portare via una vita era sempre qualcosa di traumatico, ma Kate non l’aveva mai fatto se non quando era strettamente necessario. Non era un’assassina. Se lo ripeteva e ne era convinta.

 

 

- Dovremmo partire domani - Le disse Rick mentre era accoccolata sul suo petto. La luce di camera era già spenta e Lily dormiva nella sua culla beatamente, quella lunga giornata al parco aveva stancato anche lei.

- Domani? - Chiese Kate stupita

- Sì, domani. Hai impegni?

- No, no… certo che no…

- Ok, allora partiamo domani. Sempre se ti va, ovviamente Kate.

- Certo che mi va!  Perchè devi pensare il contrario? - gli chiese contrariata sbuffando contro il suo collo.

-Uh non lo so, ma…

- Ma niente Castle. Voglio andare con mio marito e mia figlia nella nostra casa al mare, sei contento così? 

- Ti rendi conto cosa hai detto Beckett?

- Dio mio Castle, cosa ho detto? - cominciava ad essere esasperata da quella versione di infantile di suo marito

- Hai detto nostra! È fantastico! Dopo tutti questi anni sei riuscita a dire nostra!

- Sì casa nostra, sei felice?

- Tantissimo! 

- Allora dormi Castle e non parlare più. - Ma Rick si voltò per baciarla con passione, premendo un po' troppo forte sul suo torace e facendole emettere un gemito che non riuscì a soffocare: si ritrasse colpevole ma lei lo fece avvicinare di nuovo a se, catturando le sue labbra e non permettendogli di parlare più per molto tempo. 

 

Kate non aveva minimamente considerato cosa volesse dire partite con una bambina piccola. Le sembrò che dovesse portarsi tutto quello che aveva al loft “per ogni evenienza” ripeteva a Castle che la guardava estremamente divertito dal vederla così poco razionale ed organizzata immersa, invece, nel caos.

- Lettino, seggiolone e tutte le altre cose simili sono già negli Hamptons. - Le disse Castle quando vide Kate presa dal panico per non sapere come far dormire Lily temendo che gli avrebbe chiesto di smontare il lettino che aveva in camera - Beckett, rilassati. È tutto a posto. Prendi solo le cose che le serviranno per questi giorni. Pensavo che con la bella stagione saremmo andati ogni tanto negli Hamptons ed ho ordinato il necessario e chiesto a Mike di montarlo. Ci sarà la sua camera più o meno già pronta.

- E quando pensavi di dirmelo Castle?

- Beh in realtà doveva essere una sorpresa… - Ammise lui alzando le spalle un po' dispiaciuto per aver dovuto rovinare i suoi piani.

Kate finì di preparare i bagagli più tranquilla anche se alla fine il necessario per Lily erano due valige, esattamente come quelle loro, ma Castle non mise bocca sulle sue scelte e scese per caricare tutto in macchina mentre Kate finiva di preparare la piccola.

Rick tornò a casa pronto per partire trovando, invece, Kate seduta sul bordo del letto con Lily sdraiata lì vicino con la sua palla di peluche preferita che stava cercando di imitare nella forma portandosi i piedi verso la bocca.

- Ehy sono pronte le donne della mia vita? - Le chiese Rick sorridente entrando on camera, ma Kate non lo era altrettanto.

- Sono un disastro Castle!

- Eh? Che succede?

- Per preparare le sue cose, ho fatto un disastro, mi sono fatta prendere dal panico…

- E quindi? Capita! - Le disse facendo spallucce.

- Quando andavamo in montagna con mamma e papà lei preparava sempre le mie cose ed era tutto sempre perfetto.

- Se tu te lo ricordi vuol dire che non eri così piccola ed anche tua madre non sarà stata perfetta le prime volte ed avrà fatto un disastro. Facciamo tutti disastri le prime volte! Poi avrà fatto pratica fino a diventare come te la ricordi tu. Dai andiamo andiamo adesso, tanto Lily non si ricorderà i tuoi disastri! - Rick strappò un sorriso a Kate e prendendo la piccola in braccio uscirono di casa.

 

- Questa non è la strada per andare negli Hamptons - esclamò Kate dopo pochi minuti

- No, infatti, facciamo prima una piccola sosta.

- Dove?

- Qui! - Disse Rick fermando la macchina ai lati del parco.

- Ma… - Kate era perplessa non capendo il perché di quella sosta

- Non volevi portare Lily sull’altalena?

Il viso di Kate si aprì in un sorriso stupito e gioioso. 

Castle teneva Lily in braccio e Kate per mano dall’altra parte. Conoscevano quel breve percorso a memoria. Quel luogo aveva significato sempre molto per loro. Era stato testimone dei loro litigi e del loro fare pace. Si erano rifugiati lì quando dovevano incontrarsi clandestini, lì Castle le aveva chiesto per la prima volta di sposarlo e sempre lì Kate aveva preso la decisione più importante della sua vita, andare da lui e cominciare quello che ancora non sapeva sarebbe diventato il viaggio più bello della sua vita. E poi ripensava alle ultime volte, a quando ancora convalescente e senza memoria Rick l’aveva portata lì parlandole di loro e a quando ci era tornata da sola e sempre lì per un segno del destino e forse non solo di quello aveva ritrovato se stessa, la sua memoria, il suo amore e la sua vita. Quel posto per loro non sarebbe mai stato uno come un altro. Era il loro posto.

Seduti su una panchina osservarono per qualche minuto una mamma spingere il proprio bambino: sentivano le sue risate che scaldavo il cuore. Lily in braccio a Castle sgambettava impaziente come se avesse percepito che erano lì per fare qualcosa di speciale e di molto importante per i suoi genitori.

Appena le altalene furono libere si precipitarono a prenderne possesso come due bambini ed una volta seduti si guardarono e risero di loro stessi coinvolgendo anche Lily nelle loro risate. Rick teneva salda sua figlia con un braccio mentre con l’altra si teneva alla catena e si muoveva appena dondolandosi delicatamente. Aveva dimenticato il marsupio, ma si adattò ugualmente. Kate gli scattò molte foto, voleva immortalare quel momento, la chiusura di un cerchio cominciato tanto tempo prima. Rick e Lily nel loro luogo era così felice che quasi si commosse e lo fece ancora di più quando Castle lasciò la catena ed andò a cercare la sua mano. Erano uniti mentre si dondolavano piano in quel gioco che Lily sembrava già adorare.

- È perfetto Rick. Questo momento è perfetto. - gli disse Kate sorridendo felice e lui annuì stringendo ancora di più la mano di lei prima di alzarsi e mettere tra le braccia di sua moglie Lily. Ora toccava a lei e fu meno cauta di lui dondolandosi di più e facendo ridere sua figlia ancora più forte. Era stato il pensiero di sua figlia e la paura del suo futuro quando ancora era dentro e a farla ridestare dall’oblio della sua memoria e fatta tornare al suo presente. Erano lì proprio come in quel pomeriggio di pioggia, ma non c’erano più lacrime solo sorrisi e sole e Castle lì con loro che le guardava incantato, facendo ora lui un servizio fotografico completo alle sue due donne con tanto di video con le risate di Lily e di Kate.

- Ti puoi fermare un attimo? - Le chiese Rick improvvisamente diventato serio. Beckett non capì ma si fermò piantando i piedi a terra e guardandolo perplessa: cosa era accaduto per far cambiare così repentinamente la sua 

Castle si mise in ginocchio davanti a Kate che lo guardava imbarazzata e sorridente. Prese una mano di sua moglie e lasciò che Lily stringesse con la sua manina un dito dell’altra.

- Un giorno ti avevo detto che quello che avevamo non mi bastava e che meritavamo entrambi di più. Sono passati un paio po’ di anni, tu continui a non aprirti sempre facilmente e stare con te continua ad essere una sfida ed una conquista, ogni giorno. Ora però ho tutto quello che voglio e siete voi che rendete ogni giorno la mia vita straordinaria, come voi. Ti amo Katherine Hougthon Beckett. Se tornassi indietro sceglierei sempre e solo te e ti risposerei ogni giorno della mia vita. Ricominciamo da qui?

Lily agitava con tutta la sua forza il dito di Rick mentre Kate lo guardava immobile, l’unica cosa che muoveva erano i muscoli del volto in un sorriso sempre più alto.

- Beckett, vedo che a distanza di anni ancora non hai imparato a rispondere alle mie proposte. Sì o no?

 

In realtà non ci fu bisogno di una risposta quando Kate si alzò dall’altalena ed abbracciò Rick, tenendo Lily in mezzo a loro. Avrebbero ricominciato da lì o da qualunque altro posto lui avrebbe voluto, avrebbero ricominciato sempre. 

Si fermarono a mangiare in un ristorante per strada e ai due non passò inosservato il chiacchiericcio alle loro spalle: avevano riconosciuto Kate e si chiedevano se fosse veramente lei. Castle poi la prese in giro più volte dicendole che ormai era lei la vip della famiglia e presto le avrebbero chiesto anche gli autografi mentre lui sarebbe stato declassato da scrittore di successo bello e sexy a scrittore consorte.

Quando arrivarono negli Hamptons Mike li attendeva davanti all’entrata.

- Buonasera signor Castle! È tutto sistemato! - Disse l’uomo a Rick mentre si occupava di scaricare i bagagli dall’auto e portarli dentro. Kate entrò godendosi le sensazioni di benessere che quel posto le provocava. Adorava il loft, ma lì era diverso, sentiva quella villa come se fosse il loro rifugio, perché era lì che erano sempre andati le poche volte che avevano del tempo libero da passare insieme e perché sempre lì avevano potuto godere di quella privacy che al loft era sempre stato difficile da conquistare. Per molto tempo si era sentita a disagio lì, inquieta, dopo la sparizione di Rick, ma il loro matrimonio sembrava aver cancellato ogni traccia di inquietudine lasciando spazio solo alle sensazioni e ai ricordi piacevoli, anche quelli dell’estate precedente che adesso viveva come se fossero un sogno, qualcosa di lontano ed ovattato. Le sembrava tutto così strano. 

Vide Castle passarle vicino con Lily in braccio. 

- Scusami Beckett, ma devo far fare il giro della villa a questa ragazza! - le disse provocandola e salendo al piano superiore. Kate li guardò sparire sopra ed andò in cucina a prendere qualcosa di fresco da bere, notando che, come al solito, la dispensa era stata rifornita di ogni necessità.

Rick stava giocando seduto a terra con Lily ed i suoi sonaglini quando si accorse che sulla porta c’era Kate che li osservava.

- Già finito il giro turistico? - Chiese ironica

- Oh sì, ha preferito fermarsi qui per ora, ti piace?

Kate aveva già notato la stanza: assomigliava a quella del loft, anche se molto meno piena di giochi e con tonalità poco più chiare con le pareti bianche ed un motivo di conchiglie rosa chiaro.

- È splendida, veramente.

Era la stanza che l’anno prima era stata di Rick quando ancora dormivano separati, la stanza dove per la prima volta avevano dormitoninsieme. Le faceva uno strano effetto vederla trasformata così, bellissimo ma strano. Rick mise Lily nella sua sdraietta dove continuò ad intrattenersi e si alzò per andare da Kate che nel frattempo era entrata dentro per vedere meglio la stanza della loro bambina.

- Volevo che anche qui avesse un posto tutto per se. Mi piacerebbe poterci venire più spesso.

- Piacerebbe anche a me. Comunque ti avverto Castle, è l’unica ragazza alla quale puoi far fare il giro della villa senza aver paura che ti spari. 

- Beckett te l’ho mai detto che ti adoro quando sei gelosa? - la strinse a se facendo aderire i loro corpi avvicinandoli fin troppo pericolosamente, baciandola e mordicchiandole le labbra per stuzzicarla di più.

- Mike ha già regolato la temperatura della piscina, che ne dici di un bagno tutti e tre insieme prima che faccia buio?
 



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