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Autore: Signorina Granger    16/11/2016    10 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
I Vincitori hanno votato: dopo la terza Edizione della Memoria ce ne sarà un'ultima... solo che a sfidarsi non saranno i ragazzi dei Distretti, bensì quelli di Capitol City.
Dicono che la vendetta vada servita fredda... e gli abitanti dei Distretti hanno aspettato per più di settant'anni; perciò che gli ultimi Hunger Games abbiano inizio, possa la fortuna essere sempre a vostro favore.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tributi di Fanfiction Interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9: Il Bagno di Sangue 


Salendo sulla pedana, il tubo si richiuse intorno a lei, mettendola definitivamente in trappola. 

Non è reale 

Si voltò, consapevole di non avere più alcuna via di fuga.
Come ogni cosa, anche quel momento era arrivato... e sentiva di non aver mai provato tanta paura come in quegli istanti.

Non è reale 

Si costrinse a respirare profondamente, chiudendo gli occhi mentre sollevava leggermente una mano, appoggiandola sul vetro freddo e liscissimo. 

O forse lo è

Con un suono metallico e una specie di strattone il tubo iniziò a salire, fungendo quasi da ascensore.
L’ascensore che l'avrebbe portata alla sua gabbia. 

Faye riaprì gli occhi, passandosi una mano tra i capelli mentre si voltava, rivolgendo un ultimo e debole sorriso in direzione del suo Stilista. 
Non poté fare a meno di notare che aveva gli occhi lucidi a sua volta... e forse la cosa non l’aiutò.

Per evitare di guardare l'ultimo squarcio di vita reale che le si offriva davanti Faye girò sui tacchi, voltandosi e cercando di fare mente locale. Per quanto si sforzasse però, tutto sembrava confuso nella sua testa... e si sentiva più abbattuta che mai, quasi come se avesse già perso.

La ragazzina strinse i pugni, deglutendo mentre alzava lo sguardo: la luce stava illuminando la cabina... era quasi arrivata all’Arena, quindi. 

Non mollare Faye... hai promesso di provarci. 



Forse non avrebbe vinto, lo sapeva; 
Forse non sarebbe mai tornata a casa;
Forse sarebbe stato un vero Inferno; 
E forse quello era il giorno in cui tutto sarebbe finito... 

Ma almeno ci avrebbe provato. Lo doveva a tutte le persone che erano morte durante la rivolta. 

Forse, lo doveva anche a sua madre. 


                                                                            *

Il freddo che lo pervase quasi lo fece sorridere: non si era sbagliato... li avevano spediti in mezzo al gelo, esattamente come aveva previsto quando aveva dovuto indossare il maglione pesante sopra alla camicia, con sopra una giacca termina e dei pantaloni dello stesso tipo, con scarponi molto pesanti.

Dopo diverso tempo passato nella penombra socchiuse gli occhi, cercando di abituarsi alla luce il più velocemente possibile: erano ufficialmente arrivato alla resa dei conti... e non aveva molto tempo. D'ora in poi, ogni minuto era da considerare prezioso, un traguardo in più verso la vittoria. 

Sean si mise una mano sulla fronte, cercando di vedere chiaramente i suoi compagni: erano disposti a cerchio, come sempre... e la Cornucopia scintillante era lì, davanti a loro. Nel mezzo perfetto di quel circolo formato dalle loro pedane. 


Sean si guardò intorno, osservando accanto a chi era finito: la fortuna non l'aveva baciato e non aveva accanto nessuno dei suoi compagni... era affiancato invece da Julian Bradshaw e da Rubinia Flaemus. 

Il ragazzo le rivolse un’occhiata che la rossa ricambiò, quasi volendogli fare un silenzioso augurio... Sean le rivolse un cenno del capo, voltandosi subito dopo per cercare con lo sguardo Wilhelm o Astrid. Non riuscì ad individuare il ragazzo, che probabilmente era dall'altra parte della Cornucopia, ma vide Astrid a cinque persone di distanza da lui, trovandola in preda alla sua stessa azione.

Ben presto i loro sguardi si incrociarono e lui le sorrise debolmente, quasi a volerla rassicurare... o provarci, visto che nemmeno lui era tranquillo o sapeva cosa sarebbe successo. Nessuno poteva dirlo, sfortunatamente.

Vide Astrid sforzarsi di ricambiare prima di voltarsi, probabilmente in cerca di Amanda... e a quel punto Sean puntò gli occhi verdi sulla Cornucopia, facendoli poi saettare su tutte le cose disseminate sulla neve, fino a lui.

Ovviamente la neve fresca li avrebbe rallentati... una gentile concessione degli Strateghi. Come sempre, non c'erano oggetti molto utili nei pressi delle pedane, ma dopo anni sapevano tutti come funzionava: il meglio era sempre verso il centro. 

Socchiudendo gli occhi Sean inclinò leggermente una gamba, protendendosi in avanti: forse era un suicidio, ma almeno ci avrebbe provato... e quelle distanze erano perfette per lui, da sempre più bravo negli scatti che nella resistenza.

Poteva farcela, lo sapeva... e lo sperava, sopratutto. 


                                                                               *


Mentre il conto alla rovescia continuava, Rubinia cercava di sforzarsi a stare ferma, senza però ottenere il minimo risultato: sentiva l'adrenalina pervaderle il corpo, e non riusciva a stare ferma o tranquilla... a breve tutto sarebbe cominciato, e voleva essere pronta a correre come non aveva mai fatto in vita sua. 
Era rimasta d'accordo con Brittany e April di dividersi: lei avrebbe cercato di arraffare qualcosa di utile, mentre loro si sarebbero limitate a prendere qualcosa per poi mettersi in salvo, lasciando che fosse qualcun altro a finire nel bel mezzo della mischia. 

Rubinia si guardò intorno, decisa a non essere tra i primi a finire fuori dai giochi... forse non avrebbe vinto, ma non aveva alcuna intenzione di andarsene al Bagno di Sangue. 

Aveva già una vaga idea di chi le avrebbe dato filo da torcere... e anche di cosa avrebbe dovuto prendere, per poter sperare di vincere. 
Le armi da fuoco sembravano quasi urlare il suo nome, dalla Cornucopia. 


                                                                                 *


Prendi qualcosa 
Prendi qualcosa 


Black sbuffò, sperando quasi che il conto alla rovescia finisse in fretta: era decisamente il minuto più lungo della sua vita, e non ce la faceva più a stare fermo su quella pedana. 

Aveva come la sensazione di non essere l'unico, visto come si agitavano Rubinia, Aaron, Wilhelm o Caius... Sean e Kalem invece erano entrambi perfettamente immobili, osservando la Cornucopia in placida attesa, pronti a scattare. 

Ovviamente una pistola sarebbe stato il massimo... ma forse era sperare troppo, un’arma da fuoco. Tuttavia, sapeva che con quella sarebbe stato tutto molto più facile. 

I secondi passavano, e lui si faceva sempre più inquieto... in un modo o nell'altro, non vedeva l'ora che quella fastidiosa situazione cessasse. 


                                                                            *


Mancavano solo 10 secondi, ormai. 
E non sapeva proprio cosa pensare... 

Wilhelm le aveva detto chiaramente di non fermarsi per nessun motivo, di correre verso gli alberi il più in fretta possibile... aveva adocchiato un sacco a pelo termico poco distante da lei ed era decisa a prenderlo, ma poi sarebbe effettivamente corsa verso il bosco che si ergeva alle loro spalle, ad una ventina di metri dalle pedane. 

Carly, sospirò, pensando un’ultima volta a sua madre, alla morte di suo padre che aveva causato l’allontanamento di Wilhelm... l'aveva fatto solo per lei, solo per proteggerla. Lo faceva in continuazione, da tutta la vita... e Carly sapeva che avrebbe continuato a farlo il più possibile anche dentro l’Arena. 

 Carly lanciò un’ultima occhiata al fratello mentre il tempo per le esitazioni stava per cessare... qualcosa le diceva che Wilhelm avrebbe anche dato la sua vita per cercare di farla uscire da quella gabbia mortale, ma solo il tempo avrebbe confermato o meno la sua idea.


                                                                              *


Quando il conteggio arrivò a 0 fu il caos: Cyrus vide alcuni Tributi girare sui tacchi e correre verso gli alberi, ma diversi si lanciarono a capofitto verso la Cornucopia. 

Ignorando chiunque gli stesse intorno Cyrus li imitò a saettare verso lo zaino più vicino, che aveva già adocchiato durante il conto alla rovescia: lo afferrò e se lo mise in spalla senza fermarsi neanche per un istante, voltandosi prima di lanciarsi di nuovo nella direzione opposta. Intravide con la coda dell’occhio qualcuno impegnato nella sua stessa operazione, mentre alcuni avevano già raggiunto la Cornucopia. 

Julian gli sfrecciò accanto e gli fece cenno di seguirlo, diretto verso gli alberi. 
Cyrus non se lo fece ripetere due volte e lo seguì, correndogli accanto senza emettere un suono... inconsapevole di quello che stava per succedere. 


                                                                              *


Rubinia sorrise con cipiglio vittorioso, afferrando la pistola e gioendo mentalmente nel trovarla carica. Un rumore accanto a lei la fece voltare di scatto, sollevando al contempo l'arma e puntandola dritta verso la fonte del rumore: esitò nel ritrovarsi davanti a Sean, che tenendo una lancia in mano esitò a sua volta, osservandola per un istante senza dire nulla. 

Rimasero entrambi immobili, incerti sul da farsi... finché un grido non distrasse Rubinia, che si voltò nuovamente: Sean le sfrecciò accanto, superandola senza nemmeno sfiorarla per correre verso Astrid, in piedi sulla neve a qualche metro di distanza: la ragazza teneva uno zaino in mano ma sembrava essersi bloccata, gli occhi azzurri fossi sul cadavere ricoperto di sangue steso sulla neve candida. 

Il contrasto tra il rosso scuro del sangue e il bianco della neve era raccapricciante, ma Sean cercò di non farci caso, correndo verso di lei e urlandole al contempo di allontanarsi... solo passando accanto al corpo si rese conto del perché della reazione di Astrid: i capelli biondi gli accesero quasi una lampadina in testa, facendogli capire che era Amanda.

“Astrid, muoviti!” 

“Amanda...”

Astrid deglutì, osservando il corpo dell'amica con orrore e quasi sotto shock. Sean la prese per un braccio, strattonandola senza nemmeno fermarsi e trascinandosela dietro, correndo a perdifiato verso gli alberi con la lancia stretta in una mano. 

Il rumore sordo di un colpo d’arma da fuoco gli fece gelare il sangue nelle vene, ma realizzò con sollievo che non era stato colpito... e nemmeno Astrid, a giudicare da come gli correva accanto, anche se con gli occhi ancora lucidi. 

Un primo colpo di cannone agitò l’Arena, seguito ben presto da un secondo... in effetti gli era parso di aver visto qualcuno accasciato sulla neve con un coltello piantato nella schiena, ma non si fermò per capire chi fosse e raggiunse gli alberi insieme alla ragazza, tirando un sospirò di sollievo:

“Per un pelo... stavi per farti ammazzare, ho idea.” 

Sean si appoggiò al tronco di un albero, respirando con il fiato corto mentre Astrid era in piedi davanti a lui, pallida come un lenzuolo e leggermente scossa da un tremore. 

“Kalem...” 

Il sussurro della ragazza fece drizzare le orecchie del compagno, che esitò per un attimo prima di sospirare, capendo: aveva visto il ragazzo avvicinarsi alle armi da fuoco... non era difficile pensare che avesse davvero ucciso Amanda. 

Fece per dire qualcosa ma un colpo di cannone sferzò nuovamente l'aria, bloccandolo per un istante: entrambi pregarono mentalmente affinché non si trattasse di qualche altro loro compagno, mentre Sean si avvicinava leggermente alla ragazza, che teneva ancora lo zaino stretto quasi convulsamente in mano.

“Astrid... mi dispiace.” 

Non era mai stato bravo in situazioni di quel tipo... si era sempre reputato incapace di consolare le persone e non era granché con le parole, così si avvicinò alla ragazza quasi in automatico e l'abbracciò, sentendola tremare sotto le sue braccia mentre Astrid tratteneva le lacrime. 

La ragazza si morse con prepotenza un labbro, intimandomi mentalmente di non piangere mentre rivedeva Amanda accasciarsi sulla neve quasi come un fotogramma, con il sangue che dilagava velocemente intorno a lei a partire dal fegato, dove era stata colpita. 

Non voleva nemmeno pensare al dolore che doveva aver sentito... o a quello dei suoi genitori, che avevano sempre guardato con gran divertimento i Giochi. Chissà se stavano ridendo o gioendo, ora che la Tributa morta era la loro stessa figlia. 

Un rumore di passi sulla neve scricchiolante fece quasi sussultare entrambi, tanto che Sean sciolse l’abbraccio in fretta e si voltò, tenendo la lancia stretta in mano e sollevando un braccio: probabilmente sarebbe stato più che pronto ad usarla, ma nel trovarsi davanti un’ansante Carly dal viso arrossato esitò, tirando al contempo un sospiro di sollievo:

“Sei tu Carly, meno male... tuo fratello?” 

“Non... non lo so. Ma Amanda è morta, e anche Erica. Kalem ha sparato ad entrambe, credo.” 

Carly lasciò cadere il sacco a pelo sulla neve, appoggiandosi al tronco di un albero mentre cercava di togliersi quelle immagini dalla mente: era sollevata di esserne uscita, ma sperava che suo fratello si fosse salvato... non aveva idea di dove fosse, era successo tutto troppo in fretta. 


Per qualche istante nessuno dei tre disse nulla, ma poi il silenzio venne rotto di nuovo: due colpi di cannone sferzarono l'aria, uno dietro l'altro.


                                                                              *


Rubinia deglutì, ritrovandosi a tenere la pistola con una mano quasi tremante... gli occhi fissi sul punto dove, fino a poco prima, c'erano stati ben due Tributi. 
Ora erano entrambi accasciati sulla neve, morti. Ed uno per mano sua... 

Aveva visto come al rallentatore April allontanarsi di corsa verso il bosco... con Aaron Bradshaw che le era comparso alle spalle quasi dal nulla, piantandole un pugnale nella schiena troppo in fretta: non era riuscita a salvarla.  Aveva tuttavia agito di riflesso, puntando la pistola contro il ragazzo e sparando quasi senza pensarci, colpendolo praticamente  nello stesso punto e ferendolo mortalmente.

Ovviamente lo sapeva, che uccidere non sarebbe stato facile... in teoria lo sapevano tutti, ma quanti avrebbero potuto dirlo con certezza? 
La ragazza deglutì a fatica, correndo sulla neve quasi senza rendersene conto: passando accanto ad April ed Aaron si chinò, estraendo il coltello dal corpo della ragazza con un colpo secco prima di allontanarsi in fretta, la pistola ancora stretta nell'altra mano: era arrivata alla Cornucopia praticamente per prima, infilandosi in tasca delle cartucce di riserva e afferrando una delle prime pistole che aveva trovato. 
L'essere arrivata per prima l'aveva quasi salvata, visto che era così sfuggita al mirino di Kalem e di Black Hole, che avevano già ucciso più di qualcuno dalla sua stessa posizione. 


Quando ebbe raggiunto il delimitare del bosco Rubinia tiro un sospirò di sollievo, fermandosi sulla neve con il fiato corto, appoggiandosi ad una betulla per riprendere fiato. 

April era morta... ma non aveva idea di dove fosse Brittany, in compenso. 

La risposta alla sua domanda arrivò poco dopo, quando dei passi affrettati la raggiunsero e Brittany si fermò accanto a lei, pallida e preoccupata:

“Ti ho vista arrivare dalla Cornucopia... April è...” 

“Sì. Non sono riuscita ad uccidere Aaron Bradshaw prima che lui la colpisse.” 

Rubinia sollevò una mano, osservando il pugnale sottile e in parte coperto di sangue che teneva stretto tra le dita... lo porse alla compagna senza mutare minimamente espressione, restando pressoché impassibile:

“Tienilo tu... potrebbe servirti. Io ho già la pistola.” 


Anche se con leggera titubanza, Brittany la prese... e forse avrebbe voluto chiederle se era quello che aveva usato Aaron per uccidere April, ma preferì non farlo: forse era meglio non saperlo con certezza, dopotutto.


                                                                                  *

"Quanti sono morti?”    Caius inarcò un sopracciglio, avvicinandosi ad un Black impegnato a sistemarsi una discreta fila di coltelli da lancio alla fodera della cintura. 
Il moro alzò lo sguardo, facendo vagare gli occhi sull’area che circondava la Cornucopia, ricoperta di neve e disseminata di qualche cadavere, che a breve sarebbero stati prelevati. 

“Kalem ha colpito due ragazze, Aaron una... Ma la Flaemus l’ha ucciso.” 

“È morto anche Julian.”     Una voce neutra, piatta e quasi inespressiva li fece voltare entrambi, ritrovandosi davanti ad un Cyrus serissimo, con uno zaino in spalla. 

“Ah, eccoti qui Dennim... cominciavo a pensare che ti avessero fatto fuori.” 

Caius rivolse al compagno un’occhiata neutra, mentre invece Black lo ignorò, concentrandosi sulle parole del ragazzo e sgranando gli occhi quasi con orrore: 

 “Come sarebbe che è morto anche Julian?” 

“Non è molto difficile da capire, Black... che è morto, e basta. Stavamo raggiungendo il bosco, ma il ragazzino lo ha colpito... il più piccolo.” 

“Chi, David? Beh, è morto anche lui... l’ho colpito io quando si stava avvicinando a Caius.” 

Black sbuffò, calciando un mucchietto di neve con stizza: due compagno morti non era esattamente il suo programma ideale, per iniziare i Giochi nel modo migliore. 

Ma sarebbe potuta andare peggio... per lo meno stava bene, e infondo due compagni morti erano comunque due avversari in meno.

“Ok, quindi siamo a quanti, sei? Le due ragazze che ha ucciso Kalem, Aaron, Julian, David, April...” 

“Sette, è morto anche Louis Peterson... ma non so chi l'abbia ucciso, forse Aaron.” 

Kalem spuntò dal nulla accanto ai tre, ricaricando la pistola che aveva in mano mentre il suo viso non lasciava trapelare alcuna emozione, come se li stesse informando delle previsioni del tempo. 

“Beh, un ostacolo in meno alla vittoria... restiamo qui o andiamo a cercare gli altri?” 

Black inarcò un sopracciglio, rivolgendosi ai tre compagni in attesa di una risposta che no tardò ad arrivare: Caius lanciò un’occhiata alla Cornucopia alle loro spalle, ormai lasciata praticamente nelle loro mani... tanto valeva approfittarne. 

“Dopo, intanto sistemiamo le cose che sono rimaste qui, raggruppiamole... lasciamo che cuociano un po’ nel loro brodo, magari con un po’ di fortuna quelli rimasti si faranno fuori a vicenda senza che noi ci muoviamo.” 

Nessuno obbiettò alle parole del ragazzo, che sorrise quasi con aria soddisfatta mentre si accingeva, insieme ai compagni, a raggruppare le provviste e a sistemarle dentro la Cornucopia, al sicuro dalle mani dei loro avversari. 

La fase iniziale è più cruenta dei Giochi era finita... del resto però, la giornata era appena iniziata. Così come la loro permanenza nell’Arena. 


                                                                              *


“Quasi non mi sembra vero... un minuto fa ero agghindata per l’Intervista, e ora sono nell’Arena degli Hunger Games...” 

“Immagino che dovremmo farcene una ragione. Da qui non si cappa, purtroppo...”

Africa alzò lo sguardo, rivolgendo al cielo artificiale un’occhiata leggermente torva: che pensassero pure che fosse contrariata, non le importava minimamente... peggio di mandarla lì, non potevano fare. 

“Se non altro stiamo bene... e ci sono già state sette morti nel giro di quanto, mezz'ora?” 

Tonya piegò le labbra in una smorfia, quasi rabbrividendo... non tanto per il freddo, quanto più per il ricordo dei primi momenti vissuti nell’Arena, quando degli adolescenti si erano uccisi a vicenda. 

“Anche meno, Tonya... ma la giornata è ancora lunga, dopotutto. Credo sia meglio tenere gli occhi aperti...” 














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Angolo Autrice:

Buonasera! Ed eccoci finalmente nell’Arena, con il tanto temuto/agognato (parlo per te Hadley ovviamente) Bagno di Sangue. 
Come avevo già detto in precedenza, ho principalmente e quasi esclusivamente ucciso gli OC degli autori che erano spariti... avevo avvisato, quindi che nessuno venga a lamentarsi. 

Vi metto qui sotto una lista con i nomi dei Tributi morti:

-    Aaron
-    Amanda 
-    April
-    David 
-    Erica 
-    Julian 
-    Louis

Detto ciò... “auguri” a chi è ancora in gioco, ci sentiamo nel fine settimana con il seguito :) 

Signorina Granger 





   
 
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