Credo
nella distruzione del passato. Credo in una agonia di
farfalle fra fiori tinti di rosso.
Nei
binari della ferrovia e nella strada in cui mi hai portata via.
Estirpare
quelle erbacce, uccidere quel semi cancello.
Abbattere
i muri, abbattere la mia bocca.
Respirami
nell’aria, la mattina nella tua stanza,
guarda
la tua pelle macchiata di capillari.
Abbiamo
errato, di che dialogo parli?
Pareti
ornate di buio, calze bruciate e baci al sapore
Di
mentolo, hai qualcosa dentro che ti attanaglia i polsi.
Sognavo
vermi inermi e strade diroccate, camere affittate
E
vasche fatte di fazzoletti e di te.
Immersi
alla mattina, corpo su corpo siamo evaporati.
“La testa è così piena che non pensi più.”
E
io ti voglio, e io non respiro, e io ti sogno la notte
Martoriata
di deliri da anestesia del cuore.
Un’altra
notte ed un giorno in meno.
Voglio
un calendario fatto di notti, voglio aprirmi la cassa toracica
E
lasciarti uscire fuori, cammino con il sangue in mano,
ed
inseguo l’asfalto.
E
ti vedo così nitido correre dall’altra parte, così prendo lui.
Manca
qualcosa, conviene non pensare.
E
mi vedo invecchiare sotto lenzuola consumate
E
mi brucerei la pelle col tuo nome, ed ora anche tu hai il
Tuo
taglio personale sul mio braccio.
Benvenuto
nel mio cimitero.
E
come faccio io ora a pensare al mai più.
E
ti sogno la notte ubriaco e distrutto fra le mie braccia.
E
mi sento scema perché non volevo niente.
E
perché l’ho scelto io
E
io non penso più.
Ho
la testa piena, Aiutami.
Darling.