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Autore: SerenaTheGentle    17/11/2016    0 recensioni
Alexandra Roberts, "Alex" per gli amici, ha 17 anni.
I suoi unici amici sono Mike e Jeremy, le stanno vicino da quando Jeremy non la spinse nella piscina di Mike durante una festa: da allora sono inseparabili!
Il suo unico desiderio è lasciarsi alle spalle la sua città e andare a studiare a Princeton per vivere la sua vita al meglio!
Peccato che la sua matrigna non le permetta un'esistenza normale: niente feste, niente uscite, niente vacanze.
Riuscirà Alex a liberarsi di questo peso e decidere della sua vita in piena libertà e autonomia?
***
Michael Wilson è il classico ragazzo americano che scherza e adora vivere! Nonostante la sua vita non sia sempre stata così felice, è riuscito ad andare avanti a testa alta.
Che succede però quando lo zio, unico tutore legale, vuole togliere al ragazzo ciò che di più prezioso ha, per un capriccio?
Riuscirà Mike a riprendersi ciò per cui ha lottato così tanto?
Riuscirà ad accettare una realtà che mai si sarebbe immaginato?
~rivisitazione moderna di "Cenerentola"~
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Mike era appena arrivato a casa, sbattendo la porta per la rabbia di aver dovuto rinunciare alla vista di Alex e dei suoi capelli lasciati alla volontà del vento. Come altre volte l’aveva vista felice, così voleva renderla quando stava con lui, così la voleva vedere, sorridente e senza pensieri. Peccato che i suoi cugini gli avessero impedito di vedere quel sorriso quel giorno.

Grattastinchi arrivò alle gambe del ragazzo facendo le fusa e reclamando i suoi croccantini.

-Mike? Sei tu? – chiese Zoey dalla cucina. La ragazza stava mangiando il suo hamburger vegetariano sorseggiando del succo di arancia ogni tanto.

-Si, sono io. – rispose educatamente alla cugina, andando a prendere i croccantini del gatto. –Lo sai che questo gatto è tuo? -  le chiese poi cercando di farla ragionare.

-Lo so, ma questo non implica il fatto che me ne occupi io. Io odio i gatti! – eccolo lì. Mike si ricordò del fatto che Zoey si era fatta regalare quel gatto per due motivi principali: in primis perché aveva appena visto “Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban” e secondo perché tutte le sue amiche avevano il gatto. Era stato un capriccio bello e buono, ma lo zio non desiderava avere rogne e Zoey sapeva essere molto fastidiosa.

-Cosa mi hanno lasciato quei trogloditi dei tuoi fratelli? – chiese il ragazzo aprendo il frigorifero e scorgendoci il nulla più assoluto.

-Non credo troverai molto, a dire la verità si sono mangiati tutto quello che la signora Miller aveva preparato l’altro ieri. – Zoey riprese a mangiare sporgendosi dal bancone per prendere un pezzo di tovagliolo. Mike glielo porse istintivamente non permettendole di sporcarsi la divisa della scuola privata in cui solo lei poteva andare. Il signor Berenson difatti, si era categoricamente rifiutato di mandare la sua innocente figliola a scuola con dei depravati mentali. Così, da tre anni a questa parte Zoey Berenson è felicemente iscritta alla Wallgate’s Private School, rigorosamente cattolica. 

-Ehi ragazzi! – una manina paffuta bussò più volte alla porta e Grattastinchi scappò in salotto arruffando tutto il pelo. Mike aprì la porta e come d’incanto la ignora Miller entrò con i rifornimenti.

-Oddio Jen ti adoro! – esclamò Mike togliendole dalle mani il peso, appoggiò tutto sul bancone della cucina e togliendo la stagnola dai contenitori. –Jen, dimmi che è davvero lei! – Mike guardava la donna un po' grassottella e con i capelli biondo cenere raccolti in due codini deliziosi.

-È proprio lei! -  Jen posò la borsa sulla sedia rialzata e si appoggiò al bancone beandosi della vista di Mike che si tuffava sulla doppia porzione di lasagna.

-Come favevi a sapeve che nov vi sabebbe stato nievte da mangiave? – chiese il ragazzo a bocca piena, senza smettere di mangiare. Zoey e Jen si lanciarono un’occhiata complice che criticava tutto il mondo maschile in una sola frase e la ragazza si alzò per mettere il suo piatto in lavastoviglie.

-A volte ci penso anche io a te Mike. – rispose Zoey alla domanda del cugino, sorridendo soddisfatta alla vista del suo viso confuso.

-Beh ci mancherebbe il contrario, dopo tutto quello che faccio per te! – Mike buttò giù l’ultimo pezzo di lasagna e poi andò ad abbracciare sua cugina che ridacchiava sotto i baffi.

-Bene, ho avuto la mia razione giornaliera di dolcezza, non ne posso più. Vado in camera mia. – Zoey era così. Un momento prima dolce e carina, quello dopo acida e terribilmente antipatica, ma Michael aveva imparato a capirla e le lasciava sempre i suoi spazi, uno dei motivi per cui malgrado tutto e tutti andavano molto d’accordo.

-Era davvero preoccupata per te, per questo sono corsa subito. – spiegò Jen guardando Mike rimettere apposto il suo piatto.

-Immagino, grazie Jen. – il ragazzo le sorrise e la donna non poté fare a meno di ricordarsi della sua migliore amica, così simile nel carattere e nell’aspetto a suo figlio.

Jen era di famiglia da più di vent’anni, sempre al fianco di Laura e Jack, i genitori di Mike, insieme alla loro cerchia di amici. Dopo la loro morte era stata l’unica, insieme al marito a prendere Mike in affido temporaneo e poi accudirlo nonostante le distanze. Era stata davvero importante per il ragazzo e sapevano entrambi che lui non l’avrebbe mai ringraziata abbastanza.

-Bene, adesso devo andare, Tiffany e Indiana staranno distruggendo Walter con i cuscini. – Jen prese la borsa tra le mani e Mike si ricordò di quando gli annunciarono la gravidanza. Jen lo aveva portato da McDonald e dopo aver mangiato gli lanciò la notizia bomba.

Mike aveva tredici anni e l’idea di diventare “zio” lo aveva eccitato molto! Quando arrivò il momento di scegliere i nomi e Walter gli rivelò che ne avrebbero dovuti scegliere due, Mike si sentì doppiamente felice e cominciò a fantasticare sul futuro delle sue “nipotine”: come avrebbe giocato insieme a loro, come le avrebbe portate al parco, come le avrebbe difese dai pericoli e come non avrebbe permesso a nessuno di farle smettere di sognare, come era successo a lui. I nomi scelti erano molto eccentrici. Il primo, Tiffany, era stato scelto da Walter poiché era di Tiffany il primo gioiello comprato alla moglie, mentre il secondo, Indiana, era l’attrice di H2O preferita da Zoey, che anche Mike trovava molto bella all’epoca.

-Certo, salutami le ragazze e Walt. Fai attenzione e non andare troppo veloce! – Mike si rassicurò e abbracciò la sua fata madrina.

-Ma sentitelo! Sono in grado di badare a me stessa io! – la donna rise e lo abbracciò con trasporto. Jen fece per infilare la porta, ma poi si ridestò e gli chiese un’ultima cosa.

-Gliel’hai detto? – la fata madrina sogghignò e Mike prese un bel colore rosso acceso.

-Jen! Che domande fai! Ovvio che no! – il ragazzo imbarazzato si passò una mano tra i capelli e poi incrociò le braccia.

-Beh, dovrai dirglielo prima o poi! – Jen scosse la testa divertita e aprì la porta. –Anche perché non puoi nasconderlo per molto...- la donna fu interrotta dal suo protetto.

-Non te ne stavi andando? – Mike rise e Jen lo seguì a ruota. Con lui non ce l’avrebbe fatta. Proprio come sua madre, si teneva tutto dentro, ma sapeva che prima o poi si sarebbe rivelato di quel peso, se peso poteva essere definito.

La grande problematica era che era arrivato al punto di non ritorno. Era irrimediabilmente innamorato della sua migliore amica, Alex, e non riusciva a togliersela dalla testa. Voleva credere che anche lei nutrisse gli stessi suoi sentimenti, ma ogni tanto era distaccata e lontana. Aveva parlato sia con Jen che con Jeremy di questo suo “problema”, motivo per il quale si era ubriacato la sera prima. Aveva paura di rovinare qualcosa di importante tra di loro e non voleva far soffrire Alex più di quanto non soffrisse già.

Da aggiungersi era il fatto che lei gli sorrideva in quel modo particolare, un sorriso che rivolgeva solo a lui, un sorriso timido, impacciato e molto sexy a parer suo. Se ne era accorto solo da qualche mese, quando lui era ancora in alto mare e non sapeva come comportarsi a riguardo. Per qualche secondo pensò ad una soffiata da parte di Jeremy, ma poi si convinse che l’amico non avrebbe mai e poi mai rivelato una cosa del genere.

Un rumore lo ridestò dai suoi pensieri e con fatica raggiunse il suo telefono, ancora coperto dalla felpa che Zoey gli aveva regalato per il suo compleanno e dallo zaino, con solo due libri, per dare l’idea di essere uno studente modello.

-Pronto? – Mike aveva la strana abitudine di non guardare mai il mittente della chiamata. Questo poteva aiutarlo come non, visto che a chiamarlo era stata la fonte dei suoi innumerevoli pensieri.

-Mike? Sono Alex! – la sua voce non era molto allegra, lei che era l’allegria fatta persona!

-Ciao! Tutto bene? – il ragazzo si preoccupò nel sentirla un po' giù, di solito era lei a tenere loro su di morale.

-Ehm... veramente no. Avrei bisogno del tuo aiuto. – Mike sapeva che Alex non gli avrebbe mai chiesto un favore se non fosse stato molto importante. –So che devi andare al lavoro, ma se potessi spostare mi salveresti la vita, letteralmente. – per un momento il ragazzo la sentì sorridere.

-Alex, non devi nemmeno chiederlo, arrivo subito. – Mike attaccò la chiamata e mandò un messaggio a Gaston, il meccanico francese presso il quale lavorava. Difatti, adorava i motori e contava di intraprendere un indirizzo di quel tipo all’università. Gaston era sempre stato molto accomodante nei suoi confronti e poi non era mai mancato, era sicuro che per una volta avrebbe chiuso un occhio.

Andò in garage e prese la moto di Theo, tanto per vendicarsi del piccolo scherzetto che gli era stato fatto quel pomeriggio. Sfrecciò verso la casa di Alex e quando arrivò la vide indaffarata con una moltitudine di scatoloni, attraverso le finestre del pianoterra. I capelli biondo cenere erano raccolti in una coda di cavallo disordinata, la maglietta bianca larga sopra una più attillata rossa, copriva le sue forme, mentre dei jeans coprivano le sue gambe e le converse rigorosamente rosa ai piedi.

Da che la conosceva non aveva mai cambiato colore a quelle scarpe!

Lo salutò dalla finestra e gli fece segno di entrare. Mike si richiuse la porta alle spalle e appoggiò il casco sul pavimento in parquet. Si levò la felpa ed entrò in salotto.

-Eccomi qua! Tuo umile servitore per aiutarti! – il ragazzo allargò le braccia teatralmente e si inchinò al cospetto della damigella, la quale corse subito a rifugiarsi sul suo petto.

-Grazie di essere venuto. Non ti avrei mai disturbato, ma Jeremy non poteva venire. – Alex lo guardò negli occhi e poi arrossì imbarazzata. Le capitava spesso di agire in un determinato modo e poi ritrovarsi ad essere rossa come un peperone. Non riusciva a capire come mai si trovava in imbarazzo con lui in certe situazioni. Era davvero frustrante non riuscire a fare le cose in modo semplice come prima.

-Jeremy? – Mike era confuso. Aveva chiamato prima il suo migliore amico piuttosto che lui?

Magari l’ha chiamato per primo perché sta a cento metri da casa sua, mentre tu a due chilometri” gli ricordò la sua coscienza. Ma il suo cuore incominciò a battere forte un po' per la sua vicinanza e un po' per la gelosia.

-Si, è che Alicia questa volta ha davvero esagerato! – la ragazza gli raccontò tutto, di come la matrigna l’avesse insultata, di come era corsa da Jeremy, di come Evelyn l’avesse confortata e di come avrebbe dovuto ricevere l’ospite quella sera.

-Okay, non preoccuparti, ora mettiamo in ordine e poi ti porto a fare un giro! Ho preso la moto a Theo! – Mike riuscì a far scappare una risata alla sua amica e istintivamente poggiò le sue labbra sulla sua guancia sinistra. Cercò di non dare a vedere che la cosa lo aveva scombussolato e si mise a sistemare delle stoffe in uno scatolone. Alex lo riprese perché non era quello lo scatolone giusto ed entrambi continuarono il loro scherzando di tanto in tanto.

Mike era contento che non fosse successo niente di più grave, ma era convinto che Alex doveva andarsene e vivere una vita migliore. Non poteva continuare a farsi trattare in quel modo, e lui sapeva quello che si prova a farsi trattare come nullità. Suo zio era stato così generoso da fargli provare quell’esperienza in prima persona. Fortunatamente adesso aveva diciotto anni, ma certe ferite non si dimenticano mai.

E fa male quando pensi che quelle persone non sono tenute, dopotutto, a volerti bene, ma fa ancora più male quando pensi che quelle persone dovrebbero volerti bene.

-Questo coso dove lo metto? – chiese il ragazzo in difficoltà davanti ad un oggetto alquanto imbarazzante da mostrare in presenza di un ragazzo, almeno per Alex.

-Beh, dovresti conoscerlo caro mio, quindi è inutile che lo guardi con sbigottimento. – la ragazza ritornò a sistemare la sua fila di stoffe e sperò che Mike non facesse altre domande.

Sentì una cosa avvolgerle le braccia e tirarla indietro dolcemente. Ridacchiò un po' prima di trovarsi fra le braccia del ragazzo terribilmente affascinante di fronte a lei.

Aveva scoperto di provare una forte attrazione nei suoi confronti e di guardarlo da tempo in maniera diversa, come se ci fosse solo lui in tutta la stanza. In quel momento era letteralmente così, ma quando non erano soli, le capitava di riservare solo a lui i suoi sorrisi più belli.

-Lo conosco infatti, ma non sapevo che Alicia ne potesse fare uso, per questo sono rimasto colpito. – Mike le sorrise beffardo e la avvicinò ancora di più a sé attraverso il frustino bianco che aveva trovato ai piedi del divano. Esatto. Un semplice frustino, molyo in “50 Sfumature di Grigio” style, che temevano sarebbero diventate di “bianco” con la nuova preda accalappiata. Il ragazzo però voleva solo giocare un po' e far imbarazzare la sua amica. Ci stava prendendo gusto a vederle quel bel viso colorato di rosso.

-Neanche io, ma a quanto pare la nostra Strega è una persona molto possessiva anche sotto le lenzuola. Mi dispiace molto per il poveretto che ha accalappiato questa sera. – Alex portò le sue braccia sopra le spalle di Mike e incominciò ad accarezzargli i capelli alla base del collo. Il ragazzo si irrigidì, quello scherzo stava diventando un’arma a doppio taglio e il suo autocontrollo vacillava spesso.

-Magari sei pure contenta di questo aggeggio eh? – Mike la stuzzicò e fece unire i loro corpi. La tensione tra loro era palpabile, ma nessuno dei due voleva staccarsi dall’altro.

-Ovviamente, potrò punire le gemelle ogni tanto! -  esclamò Alex ridendo e immaginandosi solo la scena.

-Non sapevo ti piacessero le cose a tre amica mia! – Mike la prese in giro guardandola malizioso ed ottenne quello per cui aveva lottato duramente: farla arrossire come un pomodoro.

-Cretino! – la ragazza gli rifilò un pugno bello forte sul petto, ma l’amico non aveva la minima intenzione di mollare.

-Lo sai il detto? Non c’è due senza tre, ma il quarto vien da sé, quindi mi unisco volentieri eh! – Mike sapeva che dopo questa la sua morte era inevitabile, ma era troppo divertente vederla con la faccia paonazza e gli occhi azzurri spalancati.

-Pervertito! Maiale! Porco! Deficiente! – Alex gli tirava un cuscino ad ogni epiteto poco carino che gli rivolgeva, infischiandosene del fatto che avevano appena risistemato e che avrebbe avuto poco tempo successivamente per fare altro. Mike subì ogni colpo difendendosi come meglio poté, ma un urlo destò i due dal teatrino improvvisato.

-Alexandra. – la chiamò Alicia dal piano di sopra e la ragazza venne percossa dai brividi.

Mike guardò la ragazza e le andò vicino per infonderle coraggio. Le disse che l’avrebbe aspettata e prima di lasciarla andare le posò un bacio sulla guancia, questa volta, pericolosamente vicino alle labbra.


Angolo Autrice
Stupiti di questo aggiornamento così veloce? E' piuttosto una botta di fortuna il fatto che ho molto tempo libero questa settimana e ho avuto il tempo di sistemare i capitoli già impostati!
Bene, fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo!
Serena :)
   
 
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