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Autore: WriteMary    17/11/2016    3 recensioni
Zootropolis, città varia di fauna quanto di problemi.
Una volpe e una coniglietta alle prese con i più vari casi criminali.
Nuovi personaggi, occasionali citazioni e comparse del mondo Disney.
Tutto nell'ombra di una minaccia che prepara a lasciare la sua impronta.
Genere: Azione, Comico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, Judy Hopps, Nick Wilde, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Grizzly selvaggio ripreso dalle telecamere sulla Hill Street. Residenti in allarme.
-Sventato disastro a Little Rodentia. Ermellino sedato dalle forze dell’ordine.
-Zottropolis in crisi. Si propongono misure restrittive ai predatori.
Judy fece scorrere uno a uno quei vecchi titoli sullo schermo del cellulare, distesa sul letto del suo piccolo appartamento, decisa a trovare il nome di Thorley.

Fu difficile per lei spiegare a Nick in che modo la tigre centrasse col suo sconforto; e nonostante la volpe condivise le sue reazioni mentre l'accompaganva a casa, non potè evitare di chiedersi se avesse fatto bene a renderlo partecipe.
S’era svegliata presto quella mattina, non con l’idea di essere stata stupida, ma superficiale.
Era cosi contenta di aver contribuito a sventare la minaccia che affliggeva Zootropolis, tanto da non rendersi conto che nulla si sarebbe risolto nell’immediato.
Come aveva detto Nick, quella degli Ululatori è stata di certo una brutta faccenda, ma in fondo aveva messo in luce una realtà di cui fa comodo non parlarne.
Judy dovette dargli ragione: quante volte da cucciola si sentì ripetere di evitare ceri animali, quante volte vide i suoi fratelli evitare predatori che volevano solo fare amicizia e quanto spesso dovette scontrarsi con l’arroganza e l'indifferenza di Gideon Grey.
Se simili atteggiamenti erano noti e ben visibili nei cuccioli, negli adulti erano più sottili e molto ben mascherati.
Gli Ululatori notturni in fondo non erano che un espediente, un mezzo che marciava su rancori e paure già preesistenti, e questo 
Bellwether
lo sapeva
.
-Cittadino agredito da pubblico ufficiale. quarto caso in una settimana. 
Thorley non è stato lunico allora, pensò rammaricandosi.
-Ovini schierati. Il nuovo sindaco annuncia un riordinamento delle forze dell’ordine. 
-Manifestazione a Savana centrale. Il capitano Bogo rispondere alle pressioni del municipio.
Molte cose erano successe, troppe per riuscire a trovare un unico nome in quella improvvisata ricerca.
Lasciò scivolare il telefono sul cuscino, alzando lo sguardo oltre la stretta finestra, sperando in una qualunque ispirazione.
“Cosa posso dirgli?”
 
Seduta alla scrivania la tigre muoveva tra le zampe un caffè d’asporto.
Lo sguardo era fisso, immerso dalla scura bevanda che oscillava lentamente, incurante degli animali che prendevano posto negli uffici.
Questi posavano fascicoli, scartoffie, tazze di caffè e confezioni di ciambelle, in un via vai muto all’orecchio del felino.
Un elefante tirò con la proboscide la corda delle tapparelle, inondando la sala con la luce che Thorley avrebbe preferito restasse nascosta.
Lasciò ai suoi occhi il tempo di abituarsi a quella fastidiosa mattina, sorseggiando il caffè che con smorfia constatò essere incredibilmente amaro.
“Zucchero o latte?”
Thorley Alzò il capo preso dalla sorpresa, cercando troppo in alto la voce che all’ultimo riconobbe.
A lato della scrivania era comparsa infatti  Judy, con una bustina e un piccolo bicchiere tra le zampe.
“Ti ho visto al chiosco ambulante qui fuori, quel’alce fa il caffè più amaro di tutta la città.”
La tigre la guardò perplesso, mentre la coniglietta posava il tutto a bordo del tavolo, notando quanto sembrasse serena, apparenza tradita solo dalle orecchie basse, mascherate dal cappello da agente indossato come scusa.
“Pensi sia meglio così?”chiese la tigre a bassa voce.
“Una volta ho preso un decaffeinato, per poi pentirmene subito, quindi…”
“No, pensi sia meglio fingere che non sia successo niente? A me sta bene se...”
“No Thorley, non voglio ignorarti. Ne lasciare che ti colpevolizzi per avermi fatto nulla.”
Thorley ruotò la sedia, fino ad avere Judy a fronte.
Appoggiò i gomiti alle ginocchia e prese un profondo respiro.
“Senti mi dispiace, sul serio. Non avrei dovuto alzare la voce e tutto il resto.”
“Lo capisco. Ratèl non è stata certo gentile, ne io sono stata conscia di quanto effettivamente sia stata indiscreta nei tuoi confronti.”
“A cosa ti riferisci?” chiese facendosi visibilmente rigido.
“Tutti gli animali della città devono ancora lasciarsi alle spalle la faccenda degli Ululatori notturni. Io per prima ho sopportato poco le sue parole, immagino che per tè sia stato altrettanto.”
“già… come lo sarebbe stato per qualunque altro predatore.” Rispose elusivo.
“Mi spiace, avrei dovuto essere più comprensiva, è una faccenda ancora delicata.”
“No credimi, sono io che avrei dovuto essere onesto fin da subito.”
“Se ci fosse dell’altro Thorley, sappi che sulla questione non ho nessun tipo di pregiudizio.”
La tigre rimase in silenzio, disorientato da parole che non si sarebbe mai aspettato di ricevere.
Lasciò sfuggirsi un cenno di sorriso mentre aggiungeva al caffè lo zucchero seguito dal latte, versato più per cortesia che necessità.
Ne bevve un gran sorso, cercando di convincersi che il sapore fosse migliore così da berlo più in fretta.
Fu alzando il capo per bere che la tigre riconobbe l’animale che procedeva in loro direzione.
Era un armadillo, Dasy Novemton, l’analista forense della scientifica.
“Agenti Hoops e Striped?”
“Siamo noi,” Rispose Judy. “Ha bisogno?”
“Vi stavo cercando, ho i riscontri sul veleno del caso Bentley.”
“Fantastico! La raggiungeremo il prima possibile, io e Striped stavamo…”
“Preferirei liberarmi il prima possibile se non vi dispiace, dovrei essere a disposizione anche del resto degli agenti.”
“Ha ragione, mi scusi. Veniamo subito.”
 
I laboratori erano posti all’ala più estrema del dipartimento, luoghi dove l'applicazione d’indagine prendeva in relazione l'analisi e il confronto di evidenze biologiche, richiedendo quel genere di competenze che facevano sembrare quei locali una sorta di area esclusiva.
Entrando, Judy colse subito il vivo colore della pelliccia di Nick, contrastata com’era dalle pareti color verde acqua.
Ulv invece era meno evidente, ricurvo su un bancone intento a tamburellare una zampa sulla lucida superficie.
Aveva lo sguardo corrucciato, come quello di un pendolare che attende un treno in ritardo.
“Cos’hai Ulv?” Chiese la tigre notando il collega.
“Hurriet.” Rispose pronunciando il nome come fosse amaro.
Judy si sostenne la fronte con una zampa, emettendo un pesante sospiro che andò a scontrarsi con una velata risata della volpe.
Thorley allora comprese il disagio: oltre il bancone, in fondo alla stanza avanzava un bradipo.
Portava con se una cartelletta gialla, vista ormai come una reliquia irraggiungibile, condotta a loro nella più solenne lentezza.
Ulv a momenti prendeva a scavava nel bancone, mentre Judy iniziò a tamburellare con la zampa.
L’unico a suo agio sembra essere Nick, che s’era appoggiato al muro quasi come cogliesse una qualche filosofia.
“Santo cielo Hurriet, l’avevi tu!” Disse l’armadillo raggiungendo la collega. “Ti avevo detto di occuparti della balistica, non di intraprendere marce inutili.”
Gli strappo via dagli artigli la cartella, percorrendo poi il ritorno con ampie falcate, ondeggiando da parte a parte la sua tozza corazza.
 Lanciò la cartella sul bancone che quasi scivolò a terra, se Ulv non l’avesse presa al volo.
“Ho identificato le sostanze.” Riconfermò l’armadillo. “Corrispondono tutte al veleno della
Pyracantha colùbra.”
“La cosa?” domandò Nick perso nel nome.
“E’ un frutice spinoso sempreverde, della famiglia delle Rosacee.” rispose Judy.
“E’ molto elegante quello che hai appena detto Carotina, ma di cosa stiamo parlando?”
“Di una pianta… credo.” Intervenne Ulv vagamente confuso.
“Una pianta avrebbe ucciso Bentley?” Domandò Thorley.
“Clinicamente si.” Rispose l’analista. “Ci sono almeno dieci specie del genere Pyracantha, ma i frutti della varietà colùbra sono gli unici ad essere velenosi.”
“Quindi qualcuno gli ha messo i frutti nel piatto?” Domandò la volpe.
“Dubito.” Rispose Judy. “Sono piccoli frutti rossi, difficili da non notare.”
“Potrebbero averli pressati nell’insalata durante la preparazione.” Fece notare il lupo.
“Possibile, ma ciò coinvolgerebbe il locale, e ne il campionamento ne l’ispezione hanno dato riscontri.”
“La lontra.” Fece presente Thorley. “Potrebbe aver messo il veleno mentre serviva.”
“Sotto gli occhi di tutti?” domandò Nick. “Mi accorgerei se un cameriere si mettesse a giocare col cibo.”
“Rischioso, ma non da escludere.” precisò Judy.
“Questa pianta; è facile da recuperare?” domandò Ulv all’analista.
“Non essendo una botanica, ho dovuto documentarmi. Pare sia un genere comune, usata come pianta ornamentale o da siepe.”
“Botanica…” ripeté il lupo pensieroso. “La Mellivora, non ha detto di lavorare in un vivaio?”
“La simpaticona? Si, mi pare fosse a Meadowlands.” Confermò la volpe.
“Potremo dare un occhiata. Se partiamo subito possiamo beccare Ratèl sul lavoro prima di pranzo.”
“Ottima idea.” Commentò Judy. “Noi invece informeremo il capitano, potrebbe richiedere dei mandati di perquisizione per i tre indagati.”
“A noi non serve?” Domandò Nick al lupo. “Sono certo che quella è capace di sbatterci fuori senza.” “Non se le facciamo delle semplici domande, male che vada compreremo una pianta come scusa.”
                                                                 
“Le Medowlands quindi; non ho mai frequentato attivamente quei posti.”
“Se è per i cinghiali ti capisco Ulv.” Affermò Nick lasciandosi i laboratori alle spalle. “sembrano sempre sul punto di caricarti.”
“Più per le pecore in realtà, mantengono sempre le distanze e si raggruppano sempre in presenza di un lupo.”
“O di più lupi, quello si che le manda in paranoia” commentò Nick sarcastico.
“Sapete già come raggiungere il vivaio?” Domandò Judy. “Clawhauser potrebbe passarvi la scheda di Ratèl dal sistema informatico.”
“Era nei nostri piani Carotina, anche se non salto di gioia all’idea di rivedere quella Mellivora, è l’ultimo animale che avrei associato a un vivaio; per lo più non trovi curioso come in qualche modo finisca ancora col centrare una pianta nel nostro lavoro?”
Nick notò subito la coniglietta lanciargli un occhiata ammonitiva, indicando con cenno del capo la tigre che gli camminava a fianco.
“Oh giusto, scusa Thorley, commento inappropriato.”
La tigre arrestò il passo, guardando la volpe con aria confusa. “Cosa?”
“Tranquillo, fai come se le parole di Judy fossero uscite anche dalla mia bocca. Si lo so, mi hanno sparato con un mirtillo ma posso capire quanto…”
“Nick!” enunciò Judy, pregando a gesti che la volpe tacesse.
Ma fu nello sguardo di Thorley che la volpe comprese l’errore; abbassò le orecchie portando immediatamente lo sguardo sulla coniglietta che s’era intanto coperta il volto con entrambe le zampe.
“Mi avevi detto che gli avresti parlato!”
“Stavo per farlo, poi…”
“Un momento!” Tuonò la tigre in mezzo ai due. “Voi come sapete del…”
Tacque un istante, alzando il capo in direzione del lupo che s’era voltato a guardarli.“Tu!”
Ulv si vide la tigre avanzargli contro, arrivandogli così vicino che dovette alzare quasi del tutto il capo per guardarlo.
Thorley rovesciò le orecchie all’indietro esprimendo parole strette tra i denti. “E’ questo l’aiuto che ti avevo chiesto?!”
“E’ questo l’aiuto che ritenevo più giusto.”
“Ossia ululare al mondo quello che ti avevo specificatamente detto di non dire!”
Ulv non rispose, al che la tigre gli premette una zampa sul petto costringendolo a indietreggiare contro al muro.
“Thorley no!” esclamò Judy stringendo con forza la manica di Nick. “Ulv voleva solo…”
“Le uniche parole che voglio sentire sono quelle di un lupo che solo ora fa fatica a parlare.”
Ulv mantenne il silenzio, corrugando la fronte come unica risposta.
I due si sfidarono con lo sguardo, tanto che pure alla volpe parve mancare il fiato, poi Ulv saettò con braccio colpendo il naso della tigre col colpo di frusta del dito.
Thorley indietreggiò di riflesso, urtata la sensibilità del muso che prese a muovere. “Hey!”
“Ridicolo!” gli rispose il lupo allargando le braccia. “E solo così che appari con queste tue inutili dimostrazioni di forza.”
Judy si portò di scatto a lato di Thorley prima che questi potesse rispondere. “Smettetela!”
“Dovevo immaginarlo.” Rispose la tigre guardandola con le sole pupille. “sembravi troppo sincera.”
“Ero sincera!”
“Come quando hai detto che i predatori erano biologicamente predisposti!”
La coniglietta si pietrificò in volto, al che Nick si frappose immediatamente tra i due.
“Hey! Ora esageri.”
“Stai attento volpe.”
“No attento tu tigre, qui non c’è nessun fiore a giustificarti.”
Thorley spalancò gli occhi serrati dall’ira, spostando lentamente lo sguardo sulla zampa che aveva premuto contro il lupo.
Si ritirò rigidamente fino ad accorgersi della parete sulla sua schiena, imitandosi in ultimo a invitare i tre animali a procedergli oltre.
Judy avrebbe voluto parlare, ma Nick la sospinse a seguirlo.
Ulv gli seguì per ultimo, dedicando alla tigre uno sguardo freddo quanto l’azzurro dei suoi occhi.
 
“Parlerò col capitano.” Disse la volpe con occhio ancora rivolto al corridoio. “Non mi piace l’idea che lavori con quello li.”
“Grazie Nick, ma decido io se il mio partner è o non è idoneo.”
“Sei sicura?” chiese perplesso.
“Mi conosci, io non mollo facilmente.”
   
 
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